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GALILEO GALILEI

Presentazione:
Galileo Galilei fu un filosofo, astronomo, fisico, matematico ed accademico italiano. Nacque a Pisa
nel 1564 da una famiglia benestante e borghese, ciò gli concesse di proseguire un percorso
scolastico, che comprese studi di letteratura e logica e, per volere del padre, studiò medicina, senza
concludere per disinteresse.

Seguì privatamente le lezioni di Ostilio Ricci, discepolo di Tartaglia, cominciando a compiere


osservazioni fisiche. Scoprì l’isocronismo delle oscillazioni pendolare ed inventò, grazie alla agli
studi su Archimede, la bilancia per determinare il peso dei corpi.

I suoi interessi non si limitarono agli studi matematici in quanto si interessò alla letteratura,
scrivendo testi in cui sottopose alla sua critica la Divina Commedia di Dante.

Grazie alla sua cultura matematica, ottenne fama ed ebbe la cattedra di matematica a Pisa, nella
quale si fermò per tre anni e lì scoprì la legge di caduta dei gravi, a quali è legato l’episodio,
probabilmente leggendario, che vuole Galilei sulla torre di Pisa a sperimentare con delle sfere la sua
teoria. Successivamente andò a Padova, dove gli venne offerta la cattedra di matematica, sotto la
Repubblica di Venezia, i quali furono i suoi anni più floridi.

Galilei è l’unione tra scienza e tecnica, così nel 1609 costruì il cannocchiale, già esistente per scopi
ludici, infatti Vasco Ronchi disse che la sua grandezza sta nell’averlo usato scientificamente. Il
cannocchiale permise di riprodurre il fenomeno nelle condizioni volute e grazie ad esso, fece grandi
scoperte astronomiche che presentò nel 1610 con il Sidereus nuncius. Nello stesso anno divenne
direttore dello studio fiorentino dei matematici, poiché Keplero riconobbe l’esattezza delle sue
scoperte. Le idee di Copernico sull’eliocentrismo presero il sopravvento e Galilei divenne più
famoso, il che lo mise più in vista dall’Inquisizione. Infatti, con il Sidereus nuncius affermò di aver
celebrato il funerale della fisica aristotelica, la quale era ancora appoggiata dalla gerarchie
ecclesiastiche, così nel 1616 il cardinale Bellarmino gli fece un’ammonizione in cui gli chiese di
non professare più le sue idee. Pochi giorni dopo le idee di Copernico vennero mese all’indice.

Difesa dell’autonomia della scienza:


Nonostante l’ammonizione, Galilei continuò con la lotta per l’autonomia scientifica, a differenza
degli altri dotti che non sfidavano le autorità e diffondevano le loro scoperte solo tra loro, poiché
sostenne che nessuna autorità dovesse interferire con il cammino di essa, ma fu una dura lotta
contro le due autorità che possedevano la supremazia del sapere: l’autorità culturale (gli aristotelici)
e l’autorità religiosa (la chiesa).

Contro la chiesa:
Quest’ultima aveva due posizione, le quali una prevedeva l’interpretazione allegorica delle Sacre
Scritture e l’altra, sostenuta dai seguaci di Bellarmino, prevedeva l’interpretazione letterale delle
Sacre Scritture, poiché mettere in dubbio la parola ispirata dallo Spirito Santo poteva provocare il
crollo di ogni credenza. Questa posizione venne consolidata con l’avvento della Controriforma.

La chiesa continuava a difendere imperterrita i suoi ideali, prendendo spunto dai passi della Sacra
Bibbia, come quello di Giosuè, chiamato Fermati Sole. Galilei rispondeva dicendo che dare libertà
alla scienza avrebbe dato benefici pure alla chiesa, perché sarebbe risultata più affidabile e non
avrebbe perso credenti, perciò scrisse le 4 lettere copernicane, inviate una a don Benedetto Castelli
d un’altra a madama Cristina di Lorena, due a monsignor Dini, in cui affronta i problemi tra scienza
e fede.

Creò una schema di soluzione in come soggetti mise l’oggetto della natura e la base della religione:
la natura e la Bibbia = entrambe derivano da Dio = non possono contraddirsi tra loro. Gli eventuali
contrasti sono apparenti perché si possono risolvere con la rivisitazione interpretativa della Bibbia.

Questo ragionamento risultò legittimo poiché Galilei sosteneva che la Bibbia fu scritta da uomini,
che si sono dovuti adeguare al linguaggio rozzo della gente scrivendo in allegorie. Se ciò veniva
interpretato alla lettera si cadeva nell’antropomorfismo. La natura, invece, era l’osservantissima
esecutrice dei dettami di Dio. Infine, aggiunse che la chiesa ha priorità solo in campo etico-religioso
e non scientifico.

Contro gli aristotelici:


La scienza deve essere autonoma anche dai sapienti del passato.

Aristotele mostra grande stima per gli scienziati del passato, quindi non contro Aristotele, poiché se
fosse in vita avrebbe riconosciuto l’esattezza delle sue scoperte. Infatti si muove contro gli infedeli
discepoli aristotelici, che si limitano a consultare i testi in biblioteca oppressi dal dogmatismo
antiscientifico che ostacolava il progresso scientifico, e li incolpava di non compiere una ricerca
immergendosi nella natura.

Opere:
Inoltre, scrisse alcune opere, alcune in cui polemizzava con figure ecclesiastiche come il gesuita
Orazio Grassi ne Il Saggiatore, dedicato ai problemi riguardanti le comete. Lì trattò anche la
questione del cannocchiale, poiché dai teologi era considerato uno strumento diabolico che portava
alla cecità e deformava il reale e parlò di un olandese che aveva presentato un occhiale dove le cose
lontane si vedevano come se fossero vicine. Inoltre, traspare qualche passaggio del suo metodo
sperimentale. Sostiene la convinzione che il mondo è fatto di legge matematiche, che non è
possibile conoscere se non si conosce la lingua con cui si manifesta.

Scrisse il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, il tolemaico ed il copernicano. Nella
prefatio dice di voler presentare in modo neutro ed asettico i maggiori modelli cosmologici. In
realtà, fu solo un pretesto per non far mettere l’opera nell’indice e presenta ragionamenti a favore
del copernicanesimo. Per presentare la mentalità tradizionalista legata all’autorità aristotelica,
sceglie Simplicio. Per presentare le teorie di Copernico incarnando un anticonformista e rigoroso
intellettuale, sceglie Salviati, personaggio storicamente esistito. Come moderatore scelse un altro
personaggio storicamente esistito che non si faceva opprimere dai pregiudizi e quindi simpatizzante
delle nuove teorie, Sagredo.
L’opera è divisa in quattro giornate:

 1° Pone sotto accusa la concezione aristotelica-tolemaica geocentrica contro quella


copernicana ed eliocentrica, traendo argomenti dal Sidereus nuncius.
 2° Il moto della Terra:
- Contro chi sostiene che se la Terra si muovesse su sé stessa, solleverebbe un vento
capace di sollevare gli oggetti. Salviati risponde che l’aria partecipa al movimento della
Terra. Inoltre, la Terra è un sistema chiuso e chi la abita non può rendersi conto del
movimento. Rifacendosi al principio di relatività galileiana, nella quale è impossibile
decidere all’interno di un sistema chiuso se esso sia in quiete o in moto rettilineo
uniforme. Teoria che anticiperà quella di Einstein.
- Contro chi sostiene che se la terra ruotasse da Ovest ad Est, i gravi cadrebbero verso
Ovest, poiché la terra si sta muovendo ad Est. Salviati sostiene che i gravi si muovano da
Ovest ad Est, come la terra. Invita Simplicio a fare un esperimento mentale in cui un
grave cade dall’albero maestro di una nave che si muove di moto rettilineo uniforme,
cadrà perpendicolarmente.
 3° Parla delle maree e sul magnetismo terrestre perché si apre con Simplicio che arriva
in ritardo poiché la sua barca arenata per la bassa marea dei canali veneziani
 4° dottrina delle maree.

Si conclude con una concessione alla dottrina tolemaica, perché teneva mantenere
imparzialità.

Sempre nel Dialogo racconta di un episodio in cui un medico mostrava a degli uomini, tramite un
cadavere, che i nervi partono dal cervello e non dal cuore, ma l’uomo aristotelico nega l’evidenza
pur di sostenere Aristotele. Il compimento di quest’opera fu incoraggiato dall’ascesa di papa
Urbano, il quale fu obbligato dalla denuncia di eresia, poiché trattasse il copernicanesimo e sia il
modo di intendere la scienze e la scrittura, del domenicano Niccolò Lorini, a chiamarlo per
presentarsi dinnanzi al tribunale del Santo Uffizio di Roma già a Settembre, nonostante l’opera fu
pubblicata il Febbraio dell’anno successivo.

Ludovico Geymonat elogiò quest’opera perché difende i diritti della scienza e della creatura, esige
la libertà per lo scienziato ed affronta verità scientifiche, portando dovunque il senso nuovo della
scienza moderna.

Durante il suo isolamento scrisse Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove
scienze, dove trattò la dinamica. Fu pubblicato in Olanda, poiché all’estero c’era più tolleranza e
perché in Italia le sue opere erano messe all’indice.

Il processo e la morte:
Tommaso Caccini denunciò lui ed i copernicani per eresia e dopo questo il Santo Uffizio passò la
faccenda ai teologi. I teologi, alla luce delle polemiche trattate da Galileo, decisero di definire
assurda e falsa in filosofia e formalmente eretica la tesi eliocentrica, ed assurda e falsa in filosofia
ed erronea nella fede la mobilità della terra.
Il suo processo durò fino al Giugno del 1633, che si concluse con l’abiura di Galilei e Urbano VIII
vietò la diffusione del Dialogo poiché lo accusò di averlo paragonato a Simplicio. I gesuiti ebbero
onestà intellettuale nei suoi confronti, nonostante fossero contro le sue idee, riconobbero il valore
dei suoi studi e non lo denunciarono. Venne accusato di non aver rispettato l’ammonizione del
1616, la quale era priva di firme e sostiene di non aver mai visto quel verbale “novissimi et come
inauditi”. Inoltre venne accusato di aver insegnato e diffuso le dottrine copernicane, ma si difese
dicendo che non comparisse alcun divieto di insegnare ma solo divieto di difendere.

Venne incarcerato prima nel palazzo dell’arcivescovo di Siena e poi presso la sua villa ad Arcetri,
dove fu assistito da sua figlia.

Nel 1642, ormai cieco, morì.

Nel 1981, Giovanni Paolo II istituì una commissione pontificia che si occupò della controversia
tolemaico-copernicana, affidata a Garrone e Poupard. Concluse dicendo che la chiesa aveva
sbagliato e mise in luce aspetti che accumunano le posizione galileiane e cattoliche:

- Complementarietà di ragione.
- Il carattere illuminante della grazia divina: Galileo fu cristiano e avverte nella sua
ricerca scientifica la presenza di Dio, che lo annuncia nel Sidereus nuncius e nel
Gaudium et Spes.
- La verità delle scritture: Galilei ammetteva la veridicità delle Sacre Scritture.

Gli studi fisici:


Il principio di inerzia:
Per Aristotele, la quiete era lo stato naturale di un corpo nel suo luogo naturale, poiché il moto era
qualcosa di temporaneo che viene meno quando cessa la forza che lo produce. Identificò due
movimenti: violento e naturale. Galilei fu il fondatore della dinamica moderna e sostenne che un
corpo può trovarsi in quiete o in movimento, sviluppando il principio d’inerzia secondo il quale un
corpo permane il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme finché non intervengono forza
esterne a modificarne lo stato. Ma non ne diede mai un enunciato ufficiale, smuovendo tra i filosofi
il dubbio sulla sua paternità:

- Geymonat sosteneva che Galilei non solo lo formalizzò, ma lo applicò nei suoi studi.
- Alexander Koyrè disse che non fu una teoria galileiana poiché presupponeva che
l’Universo fosse infinito, mentre Galilei sosteneva che l’Universo fosse
incommensurabile, ma pur sempre finito.

La legge sulla caduta dei gravi:


Aristotele formulò che il la velocità delle caduta di un corpo dipendesse dal peso del corpo e
dall’aria che ne partecipa.

Galilei, con un esperimento mentale, pervenne che se due corpi hanno lo stesso peso cadono
insieme, perché nella caduta si uniscono formando un unico corpo, che avrà il peso doppio di ogni
singolo corpo, ma che si muoverà con la stessa velocità. Affermando che non è il peso a
determinare la velocità di un corpo, ma la forza d’attrito. Infatti vuoto la legge si esprime nella sua
purezza, ma Galilei non disponeva della pompa d’aria inventata successivamente da Torricelli.

Il secondo principio della dinamica:


Le forze applicate ai corpi determinano in essi non delle velocità ma delle accelerazioni.

Scoperte astronomiche:
La Luna imperfetta:
Galilei perviene che c’è un’unica scienza del moto e, poiché il moto rettilineo (del mondo
sublunare) e circolare (del mondo sopralunare) possono essere spigati secondo i principi della
dinamica, il cielo e la terra hanno la stessa struttura.

Inizialmente si pensava che i corpi celesti fossero rivestiti di una superficie liscia e che la Luna
fosse fatta di etere, ma ciò fu smentito dalle osservazioni telescopiche di Galileo. Notò la
moltitudine di crateri sulla superficie lunare e delle ombre proiettate dalle montagne lunari.

I detrattori demonizzarono il telescopio ritendo esso modificatore della realtà.

I gesuiti, soprattutto Cristoforo Calvio, sostennero che nonostante la sua struttura, essa era rivestita
da una patina cristallina che la rendeva perfetta.

Le quattro lune:
Aristotele sosteneva che la terra fosse immobile e, quindi, il geocentrismo, in quanto un corpo che
si muove non può essere, a sua volta, nucleo di nessun altro movimento. Galileo smentì ciò con la
scoperta delle quattro lune di Giove, che chiamò pianeti medicei, in onore de I Medici. Ulteriore
vittoria della teoria eliocentrica, poiché sia le lune che Giove si muovevano: le lune intorno a Giove
e Giove intorno al Sole. Ergo, la Terra può girare.

Le macchie solari:
I tolemaici sostenevano che i corpi celesti non fossero soggetti al divenire. Questa teoria verrà
messa in dubbio nella tarda scolastica da Ockham e negata da Cusano. Galilei, scoprì che il Sole era
ricoperto da macchie che si formavano durante le sue esplosioni, che poi scomparivano. Galilei
attestò che anche i corpi celesti sono soggetti al divenire ed al mutamento.

Il gesuita Cristoforo Scheiner disse che le macchie sono i risultati dei passaggi di altri pianeti
attraverso il Sole, ma Galilei rispose che secondo questa teoria le macchie solari dovrebbero essere
sempre allo stesso punto poiché il moto degli astri è sempre uguale. Scheiner fu un grande nemico
di Galilei e scrisse contro di lui la Rosa Ursina.

Le fasi di Venere:
Galilei smentì la credenza secondo il quale solo la Terra, che era un corpo opaco, fosse illuminato
dal Sole. Galilei scoprì le fasi di Venere, dicendo che anche l’astro ricevesse luce dal Sole. La
suddetta spiegazione era valida anche per i pianeti tenebrosi per natura.

Galassia:
Grazie al telescopio scoprì l’esistenza di altre stelle, non scrutabili ad occhio nudo, e della Galassia.
Metodo sperimentale:

Galilei non teorizzò né scrisse il suo metodo, ma disse una frase nelle lettere copernicane
l’essenziale è esperienza e l’essenza è sperimentazione.

Nelle sue opere più importanti parlò del metodo della scienza in due parti:

- Risolutivo: bisogna osservare un fenomeno complesso tramite “sensate esperienze” e


risolverlo in elementi semplici, formulando un’ipotesi matematica interpretativa.
- Compositivo: si cerca di riprodurre artificialmente il fenomeno, cercando di eliminare
gli elementi inquinanti, se non si può sperimentare si ricorrerà ai sperimenti mentali. Se
la sperimentazione non supera l’ipotesi, verrà sostituita l’ipotesi.

Fu importante la frase che scrisse nelle lettere copernicane, che esprime il cuore del suo metodo:
pare che quello degli effetti naturali o che la sensata sperimentazione o la necessarie dimostrazion
ci concludono, non debba in conto alcuno essere revocato.

- Sensata esperienza: l’esperienza dei sensi, soprattutto la vista, sottolinea il momento


osservativo-induttivo, che è la sua legge generale.
- Necessarie dimostrazioni: ha evidenziato il momento ipotetico-deduttivo, basato sui
ragionamenti logici, su base matematica.

Venne definito si deduttivista che induttivista, poiché sono indissolubili e si richiamano a


vicenda.

I critici conclusero che rispettava l’ordine dei momenti, quanto meno per le scoperte fisiche.

La matematica:
Galileo esprime fiducia nella matematica ispirato dalla dottrina platonico-pitagorica della struttura
matematica del cosmo, poiché il mondo è visto come una fattura di tipo geometrico. Ne parla anche
ne Il Saggiatore.

Privilegia la struttura quantitativa della realtà in termini matematici e come Democrito pensava che
i corpi avessero:

- Proprietà oggettive (qualità primarie – Locke): qualità inseparabili dai corpi (quantità,
grandezza etc)
- Proprietà soggettiva (qualità secondarie- Locke): qualità che non esistono nei corpi ma
esistono solo relative ai sensi (sapore, calore etc).

Conoscenza umana e divina:


Si differenziano tra loro nel modo di apprendere, ma sono egualmente certe. Dio conosce tutte le
verità intuitivamente e le conosce tutte, mentre l’uomo la conquista e ne ha solo alcune.
Nuova concezione della natura:
Dà un definizione della natura a presupponendo che ci sia un ordine naturale ed immutabili, con
processi sempre identici.

Def.: ordine oggettivo e causalmente strutturato di relazione governate da leggi e la scienza è un


sapere sperimentale-matematico intersoggettivamente valido.

Le opere della natura non possono essere giudicate con un metro umano perché sarebbe arrogante e
non dobbiamo cercare perché la natura opera ma come opera, occupandosi delle leggi che regolano
i fatti.

IL realismo:
Alla base del pensiero Galileiano ci sta la corrispondenza tra pensiero ed essere , ciò che sostiene la
scienza e ciò che è realmente. Rifiutò di essere definito un matematico, bensì matematico e filosofo,
dove filosofo sta ad indicare la portata ontologica e non astratta. Qui nacquero pure i contrasti con
la chiesa che lo volevano obbligare a parlare del copernicanesimo in termini ipotetici, come
Osiander. Inoltre, sosteneva che Urbano VIII non poteva parlare non può parlare con sicurezza delle
sue teorie poiché non conosce le infinite via del Signore.

Sir Francis Bacon


Presentazione:
Francesco Bacone nacque a Londra nel 1562 da Sir Nicola Bacone, Lord guardasigilli di Elisabetta
I. Si rifà ad una tradizione filosofica inglese: l’empirismo, già affermatosi nel Medioevo. Sofia
Vanni Rovighi, filosofa contemporanea, sostiene che non fosse propriamente un filosofo moderno
ma che in continuità con il pensiero rinascimentale ed il suo pensiero abbia sfaccettature moderne.

Studiò a Cambridge e andò a Parigi, dove arricchisce la sua cultura. Di ritorno a Londra volle
intraprendere la carriera politica , ma finché visse la regina non ebbe nessun incarico. Salito al trono
Giacomo Stuart I ebbe l’appoggio del favorito del re, Lord Buckingham. Fu nominato avvocato
generale, procuratore generale ed infine Lord guardasigilli e Lord cancelliere.

Fu un uomo molto corrotto ed amante del lusso, e pagato, modificava le sentenze, scagionando
anche i criminali. Ma quando il re aprì il parlamento per imporre tasse, il parlamento lo accusò di
corruzione e gli tolsero i titoli e fu esonerato e fu messo al carcere domiciliare. A seguito della
perdita delle cariche pubbliche e della condanna si dedicò allo studio e alla stesura di alcune opere.
La sua attività principale fu la correzione di un’enciclopedia del sapere fondata su quelle che sono
le facoltà umane più importanti:
delle crature

naturale dei prodigi

delle arti
Memoria (storia)
ecclesiastica
civile
(mancante)
Facoltà principali dell'uomo

ecclesiastica

narrativa

Fantasia (poesia) drammatica

parabolica

studia i principi comunu


prima(mancante)
alle varie scienze

fisica
divina
Ragione (filosofia) speculativa
metafisica(mancante)
naturale

speciale magia naturale


pratica
(mancante)

del corpo
umana
dell'anima

*mancanti sono le scienze ritenute da lui trattate insufficientemente

Di tutte queste scienze avrebbe dato le direttive nella Instauratio Magna.

Nuova Atlantide:
Un romanzo utopistico, ma non politicamente, come la Repubblica platonica, ma un’utopia
scientifica.

Cornice: un marinaio scopre un’isola perfetta, rifacendosi all’opera di Tommaso Moro (Utopia)
della descrizione di un’isola sconosciuta. L’isola è un paradiso della tecnica, qui unisce scienze e
tecnica, in cui gli uomini sono riusciti a superare ogni loro limite. L’isola è descritta come un
enorme laboratorio sperimentale in cui l’uomo non può volare o respirare sott’acqua, ma inventa
delle soluzioni.

L’uomo conoscendo la natura può superare ogni limite. Però il dominio conoscitivo divenne uno
sfruttamento poiché l’uomo ha sviluppato una mentalità ipertrofica.
Novum organum:
Fu la rivisitazione dell’organo asristotelico, che ripropone una nuova logica ed un nuovo metodo
d’indagine della natura in cui la scienza è al servizio dell’uomo. Sostituì:

- il sillogismo = metodo deduttivo dal generale al particolare, poiché non serve


all’indagine della natura.
- il metodo induttivo = dal particolare al generale, poiché questo metodo arriva alle
anticipazioni mentre Bacone vuole arrivare a conclusioni.

Sapere è potere:
Galilei, Bacone e Cartesio furono gli unici filosofia a portare un metodo d’indagine poiché il
metodo aristotelico era ormai obsoleto alla luce delle nuove scoperte rinascimentali.

Un altro aspetto che lo rese moderno fu “sapere è volere” poiché il sapere è la capacità dell’uomo di
controllare la natura, ma per controllarla bisogna studiarla e comprenderla, per poi modellarla a
piacere. Ragionamento che venne definito antropocentrismo esasperato poiché l’uomo non è parte
della natura ma patronus et dominus. Egli vide solo il lato positivo del dominio.

Pregiudizi:
Ma il connubio tra mente ed Universo non si può creare se rimaniamo incatenati a pregiudizi, così
nella pars destruens elimina tutti i pregiudizi (ίδολα) dalla nostra mente che ci impediscono
l’indagine della natura.

pregiudizi comuni a tutti gli uomini,


idola tribus tendiamoa dare per certi i nostri concetti
senza averli provati scientificamente
ίδολα (insufficienza dei

risultanti naturali della mente umana

(riferimento al mito della caverna) pregiudizi


idola specus che si fanno all'interno di un ambiente in cui
si vive
sensi)

pdeterminati dal linguaggio, che viene usato


idola fori
per creare conflitti

proveniente dal rapporto con l'esterno


dopo aver imparato concezioni filosofiche
antiche senza avere un senso critico. Veritas
idola theatri
filias temporis: verità figlia del tempo e non
delle autorità

Nella pars costruens i pregiudizi sono stati eliminati e l’indagine può cominciare con gli elementi
che l’uomo possiede:

- I SENSI: vengono usati nella prima parte di questa fase per raccogliere tutti i dati
empirici ed è ordinata in tre tabule (taccuini):
 TABULA PRAESENTIAE: dove si annotano le presenze di quel fenomeno che
si manifesta
 TABULA ABSENTIAE: dove si annotano i casi in cui il fenomeno non si
manifesta
 TABULA GRADUM: dove si annota tutte le diversità di intensità in cui il
fenomeno si manifesta

- LA RAGIONE: elabora i dati ricevuti facendo prima un’ipotesi interpretativa


(vindemiatis prima), sottopone l’ipotesi a delle verifiche chiamate istantiae, di cui la più
importante è l’istantia crucis, che rendeva l’ipotesi valida. A questo punto Bacone vuole
individuare l’essenza scoprendo la causa formale, scoprendola insensata, e cerca quella
causale del fenomeno.

Ad esse attribuisce due significati:

- Schematismo latente: essenza intrinseca e statica alla natura


- Processo latente: il dinamismo del fenomeno spiegandone il divenire

La parabola di Bacone:
Bacone usa una parabola che illustra la verità per spiegare il suo metodo induttivo.

In un mondo di formiche, che fanno solo un’azione di raccolta e consumo (empiristi) formando solo
l’esperienza, di ragni, che utilizzano elementi prodotti da sé (innatisti) formando solo la ragione,
dobbiamo essere api, che raccolgono il polline e producono da sé il miele (filosofi).

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