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Galileo Galilei

La prima opera di Galileo, il saggiatore, pubblicato nel 1623, fornisce una delle esposizioni più
complesse ed efficaci del proprio metodo di ricerca. Nel 1624, Galileo si impegna nella
composizione del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano per il
quale il Sant'uffizio ordina allo scienziato di recarsi a Roma per rendere conto delle proprie
posizioni, ed egli, per evitare la tortura e forse la morte, accetta di abiurare alla teoria
copernicana.

Galileo e la rivoluzione scientifica


Nel pensiero galileiano sono individuabili gli aspetti fondamentali della rivoluzione scientifica.
 La nuova astronomia copernicana diventa una teoria dimostrata sulla base di dati
osservativi;
 La matematica è usata come strumento di interpretazione della realtà fisica;
 utilizzo sistematico dell'esperimento;
 strettissimo rapporto tra scienza e tecnica, sia nell'uso di strumenti per facilitare
l'osservazione, sia nell'applicazione di cognizioni scientifiche a scopi pratici;
 elaborazione e dimostrazione di leggi rinunciando alla pretesa metafisica di conoscere
l'essenza della realtà;
 piena coscienza del valore della ricerca scientifica e della sua autonomia nei confronti della
tradizione filosofica e religiosa.
Galileo fu uno scienziato, ma l'importanza del suo pensiero travalica l'ambito scientifico in senso
stretto in quanto ha anche fondamentali implicazioni filosofiche e riguarda l'intera storia della
cultura.

La difesa dell'eliocentrismo
L’adesione alla teoria copernicana
Dopo la pubblicazione del de revolutionibus orbium coelestium, la teoria copernicana era stata
tollerata dalle chiese cristiane e insegnata nelle università accanto alla dottrina geocentrica di
Tolomeo. Questo era stato possibile grazie ad un'interpretazione geometrica dei sistemi
astronomici, concepiti come metodi per prevedere le posizioni di corpi celesti.
La condanna esplicita dell'eliocentrismo da parte del sant'uffizio giunse solo quando Galileo prese
le difese della teoria copernicana, pubblicando il Sidereus Nuncius opera scritta in latino, rivolta
essenzialmente al pubblico ristretto degli astronomi, e nella quale veniva proposta
un'interpretazione rivoluzionaria che scardinava le basi stesse della cosmologia tradizionale.

L'invenzione del telescopio


Nell’osservazione dei corpi celesti, Galileo utilizza il telescopio, ottenuto dal perfezionamento dei
cannocchiali che da tempo alcuni artigiani dei Paesi Bassi producevano.
L'aspetto originale dell'attività di Galileo nella realizzazione del suo cannocchiale consistette nella
volontà e nella capacità di unire riflessione teorica e realizzazione tecnica.
In secondo luogo, decise di puntare il suo strumento verso il cielo e gli astri: il telescopio si
distingueva dal cannocchiale proprio per il fatto di essere utilizzato per le osservazioni
astronomiche.

L'osservazione della luna e la fine della doppia fisica aristotelica


il primo oggetto da lui osservato fu la luna, che si riteneva fosse fatta di etere e fosse una sfera
liscia. Galileo osservò la luna durante le fasi in cui solo una sua parte è illuminata, mentre l'altra
rimane in ombra: constatò che la linea di confine tra le due appariva travagliata e, in prossimità di
quella stessa linea, erano visibili macchie scure nella parte illuminata e chiare nella parte in ombra.
Lo scienziato interpretò le piccole zone chiare come cime di monti e le chiazze scure come valli più
profonde. La luna si rivelava segnata da imperfezioni e asperità proprio come la terra veniva
smentita la doppia fisica aristotelica, fondata sulla distinzione tra il mondo sublunare e quello
celeste.

Altre osservazioni celesti: la prova fisica del sistema copernicano


Osservò Saturno, e notò alcune irregolarità che si rivelano poi esseri i tipici anelli e dimostrò che la
Via Lattea non è altro che un enorme agglomerato di stelle e non un'unica fascia bianca omogenea.
Di Giove, notò punti luminosi accanto al pianeta e dedusse che si trattava di satelliti che
l'astronomo chiamò pianeti medicei, in onore a Cosimo de medici. Era questa una conferma
indiretta dell'eliocentrismo: Giove costituiva un altro centro di rotazione, togliendo alla terra il suo
valore datole dal geocentrismo.
Successivamente, vide anche le macchie solari, confermando che i corpi celesti non sono affatto
immutabili ed individuò le fasi di Venere, che risultava illuminata oppure del tutto scura e invisibile
proprio come la luna: ciò avveniva a causa della sua orbita intorno al Sole. Le fasi di Venere erano
un ulteriore prova empirica della verità fisica della teoria copernicana.

Le reazioni alle scoperte di Galileo


l'idea dell'autonomia di fede scienza e l'ostilità della Chiesa
la principale obiezione di natura religiosa contro la teoria copernicana si basava sui passi delle
scritture che presupponevano l'immobilità della terra e il movimento del sole. Di fronte alle
critiche, Galileo cercò di giustificare la libertà della ricerca scientifica nei confronti dell'autorità
religiosa. Affermava, quindi, la reciproca autonomia di scienza e fede fondata sulle diverse finalità
dell’una e dell'altra. Le sacre scritture insegnano all'uomo come si deve comportare per conseguire
la salvezza dell'anima, ma non spiegano il funzionamento del mondo fisico, scopo della ricerca
scientifica.
Dio ha consegnato la propria rivelazione in due libri distinti:
 le sacre scritture, il cui scopo è morale e religioso;
 il grande libro della natura, l'unico consultabile dallo scienziato, dove la verità è scritta in
maniera univoca.
Galileo era un sincero cattolico ma visse nel periodo della controriforma, durante il quale la chiesa
ha perseguito coloro che sostenevano posizioni non conformi ai propri insegnamenti. Con la sua
rivendicazione dell'autonomia della scienza e dalla fede, lo scienziato si era posto in rotta di
collisione con la chiesa.
Dalla condanna del sistema copernicano al dialogo sopra i due massimi sistemi del
mondo
Nel 1623, Galileo si impegnò nella stesura di un'ampia esposizione della teoria eliocentrica. Il testo,
dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano, era un dialogo e gli
argomenti a favore dell'una o dell'altra tesi erano esposti senza la pretesa di dare una soluzione
definitiva. Il contenuto del testo smentiva l'apparente neutralità del titolo: i tre personaggi non
erano in una posizione di reciproca parità. Salviati e Sagredo erano figure reali, Simplicio era un
personaggio di fantasia. Salviati rappresentava le posizioni di Galileo, illustrate con grande rigore,
mentre Simplicio manifestava già nel nome la propria debolezza argomentativa; Sagredo, il
personaggio con il ruolo di giudice imparziale, si mostra chiaramente convinto delle
argomentazioni di Salviati.

Nuovi argomenti a favore del sistema copernicano


Galileo rifiutava alcune delle obiezioni mosse contro la mobilità della terra. Ad esempio, perché gli
uccelli sono in grado di volare sia da ovest verso est e perché si ha la sensazione di rimanere fermi,
se la terra si muove? Per rispondere faceva riferimento a semplici e comuni esperienze.
Galileo suggerisce al lettore di chiudersi in una cabina sottocoperta di una grande nave: se il mare
fosse calmo, non sarebbe possibile per il passeggero capire se l'imbarcazione sia ferma o in
movimento e, inoltre, gli insetti all'interno di questi si muoverebbero nello stesso modo come se la
nave fosse immobile.  è questo il principio della relatività galileiana, teoria secondo cui un
osservatore posto all'interno di un sistema di riferimento inerziale può cogliere il movimento dei
corpi che si muovono nello stesso sistema, ma non può capire se il sistema stesso in cui si trova è
in quiete o in movimento.
Esisteva un’altra obiezione al moto della terra: se quest'ultima ruota su se stessa, quando si lascia
precipitare una pietra dall'alto di una torre, nel tempo che raggiunge il terreno dovrebbe spostarsi
e la pietà non dovrebbe cadere esattamente alla base della torre ma un po più in là. L'esempio
della nave da a Galileo la possibilità di spiegare anche questo un fenomeno per cui l'oggetto che
precipiti dall'alto di un pennone di una barca cade alla base di esso e non più indietro perché
l'oggetto in questione partecipa al movimento di quello, che mantiene anche quando viene
lasciato cadere.

Processo e condanna di Galileo


il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo confermava la verità fisica del sistema
copernicano. Malgrado l'iniziale avallo alla sua composizione data dallo stesso pontefice, il testo
attirò i sospetti del sant'uffizio poiché era scritta in italiano e si rivolgeva a un pubblico molto
ampio. Galileo fu processato e, dopo aver abiurato, fu condannato al carcere e agli arresti
domiciliari.
Presupposti e caratteri del nuovo metodo scientifico
Galileo propose un metodo di ricerca innovativo, che avrebbe caratterizzato la scienza moderna.
Galileo era uno scienziato ed elaborò presupposti teorici e principi fondamentali per la ricerca.

I presupposti teorici - la concezione matematica e quantitativa della natura


Galileo paragona la natura a un libro che lo scienziato deve imparare a leggere e prima di fare ciò
deve conoscere il linguaggio che utilizza: nel caso della natura, si tratta del linguaggio matematico.
Questa concezione costituisce il fondamento del metodo Di Galileo: presuppone che la
matematica sia il principale strumento interpretativo della natura e consente di estendere alla
fisica il rigore e la certezza dimostrativa. Galileo esclude dalla ricerca tutte le caratteristiche
riconducibili alla qualità.
L'autore sostiene che in natura esistono solo le proprietà quantitative dei corpi, in particolare la
loro estensione nello spazio e il loro movimento. Galileo teorizzò anche la distinzione tra qualità
oggettive e soggettive, dette primarie e secondarie: la scienza dovrà occuparsi solo delle prime.

Le qualità oggettive sono relative alle caratteristiche fisiche del corpo o del fenomeno studiato,
e sono quantificabili e misurabili; quelle soggettive sono relative a chi percepisce un corpo un
fenomeno e non sono quantificabili e misurabili.

La rinuncia alla ricerca delle essenze


Galileo esclude quindi dall'indagine scientifica le qualità e rinuncia alla ricerca dell'essenza dei
fenomeni, per dedicarsi alla formulazione di leggi sperimentalmente verificabili capaci di
descriverne il comportamento. E proprio attraverso le leggi matematicamente formulate, cerca di
capire come si comportano i gravi. La scelta galileiana di analizzare solo gli aspetti quantitativi della
realtà comporta il superamento della concezione qualitativa della fisica propria di Aristotele. Tale
scelta pone le basi metodologiche del moderno meccanicismo, ovvero della concezione che
interpreta il mondo come un insieme di enti corporei, definiti da caratteristiche quantitative, che
agiscono gli uni sugli altri senza alcun riferimento a cause finali o forme sostanziali.

Le fasi del metodo


il metodo di Galileo si compone di tre diverse fasi: l'osservazione del fenomeno, l'elaborazione di
un'ipotesi esplicativa e la verifica sperimentale.
Dall'osservazione alla formulazione dell'ipotesi
il primo momento consiste nell'osservazione del fenomeno: si tratta di un momento funzionale
all'elaborazione di un'ipotesi teorica esplicativa ed esso viene espressa in termini matematici.
L'ipotesi galileiana nasce sempre da un'intuizione, da un momento creativo dell'intelletto.

La verifica sperimentale
l'ipotesi deve essere poi sottoposta a verifica, chiamata da Galileo cimento procedura in grado di
mettere alla prova una teoria attraverso l'allestimento di specifici esperimenti. La fase del cimento
richiede che si operi una purificazione della realtà per poterne misurare i dati quantitativi e
derivare i relativi rapporti matematici. Per tale motivo, lo scienziato crea una situazione artificiale
e controllata detta esperimento, con lo scopo di eliminare tutti gli elementi a esso estranei.
Qualora non si possa ottenere una condizione in cui il fenomeno si presenti nella sua purezza, si
ricorre ad esperimenti mentali situazioni puramente teoriche in cui immagina quale sarebbe il
comportamento dei corpi. L'esperimento deve essere replicabile, in modo che i risultati ottenuti
possano essere confermati dall'intera comunità scientifica.

Sensate esperienze e necessarie dimostrazioni


Galileo presenta le proprie ricerche come una sintesi tra:
 sensate esperienze, fasi di osservazione e rivelazione dei dati derivanti dall'esperienza dei
sensi il rappresento in un momento osservativo-induttivo del metodo;
 necessarie dimostrazioni, la fase ipotetica - deduttiva del metodo, in cui sono elaborate le
ipotesi esplicative e ne sono dedotte le conseguenze teoriche.
L'implicazione reciproca di induzione e deduzione non esclude che in determinate ricerche
scientifiche si possa rilevare la prevalenza di un momento o dell'altro: è il caso delle indagini
astronomiche.

L'applicazione del metodo e le scoperte scientifiche


Il principio di inerzia
Il nuovo metodo venne utilizzato per gli studi sul moto di corpi da cui derivano alcune scoperte
fondamentali. Il principio di inerzia, secondo il quale un corpo tende a mantenere il proprio stato
di quiete o di moto uniforme fino a quando non intervenga una forza a modificare tale stato. Lo
scienziato propone una sorta di esperimento mentale, ragionando sul diverso cambiamento di
velocità di una sfera posta su un piano inclinato in discesa ho in salita (184).
Con l'affermazione di tale principio, Galileo supera un fondamento della fisica aristotelica, in base
al quale i corpi sono per natura in uno stato di quiete, modificato temporaneamente da una causa
esterna, per poi tendere a ripristinarsi appena cessa l'azione della forza esercitata su di essi.

Le leggi di caduta dei gravi


Un'altra scoperta è relativa alla caduta dei gravi. Secondo Aristotele, la velocità di caduta dei corpi
era direttamente proporzionale al loro peso; Galileo evidenzia la falsità mediante una
dimostrazione per assurdo, facendo emergere cioè come, dall'ammissione di quella teoria, si
giungerebbe a due conclusioni contraddittorie. Se l'ipotesi aristotelica fosse corretta, un oggetto di
1 kg dovrebbe cadere più lentamente di uno dei 2 kg. Lo scienziato con un esperimento mentale
suppone di unire i due oggetti. Da un lato, si dovrebbe infierire che il corpo più leggero rallenti la
caduta di quello più pesante e quest'ultimi acceleri quello dell'altro: i due corpi dovrebbero
dunque precipitare con una velocità intermedia. Un ragionamento diverso porterebbe a tutt'altra
conclusione: il corpo risultante dall'unione dei due oggetti peserebbe 3 kg e dovrebbe precipitare
pertanto più a velocemente sia dell'uno sia dell'altro.
Dimostrata l'insostenibilità della teoria aristotelica, Galilei ipotizza che i corpi cadono tutti con la
medesima velocità e che sia indipendente dal peso. Il fatto che corpi di materiali diversi cadono
con differenti velocità dipende dalla resistenza opposta dall'attrito dell'aria; in una condizione
sperimentale ideale, ossia nel vuoto, dove la resistenza è nulla, la differenza finirebbe per
annullarsi.
In aggiunta, Galileo avanza la supposizione che la velocità di caduta di gravi sia direttamente
proporzionale al tempo trascorso dall'inizio della caduta stessa. Ci presenta il famoso esperimento
del piano inclinato. Galileo scava in un piano di legno leggermente inclinato un canaletto facendo
percorrere una sfera di bronzo e misurando più volte il tempo da essa impiegato per compiere il
percorso. Sfere e Canaletto sono realizzati cercando di ridurre al minimo l'attrito. L'obiettivo è di
rendere rigorosamente misurabile un fenomeno che nell'esperienza quotidiana non risulta
osservabile con precisione: un corpo in caduta libera precipiterebbe troppo velocemente per
consentire le misurazioni. Il piano inclinato serve per rallentare il moto della sfera e si può
constatare che, proprio come previsto dall'ipotesi, essa si muove all'inizio assai lentamente, e
diventa possibile verificare gli spazi e i tempi impiegati per percorrerlo. Le misurazioni portano
Galilea a formulare la legge secondo cui gli spazi percorsi dai corpi in caduta libera sono
proporzionali ai quadrati dei tempi.

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