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LA STRUTTURA DEL COSMO – Niccolò Copernico

Leggere introduzione di Michel Bay (il sottolineato) che ripercorre le innovazioni in breve da Copernico a
Newton, passando per Galilei e Bruno, e soffermandosi in particolare su chi ha parlato di infinito (Pascal,
Fontenelle). Rileggere bene. Vedere gli argomenti dei sei libri del De Revolutionibus.
Leggere bene anche bibiografia Copernico (studiare dagli altri vari appunti)

DE REVOLUTIONIBUS ORBIUM COELESTIUM (1543, Norimberga): LIBRO I


Al lettore, sull’ipotesi di quest’opera
Scritto inserito dal pastore luterano e teologo protestante Andrea Osiander, a cui era stato incaricato da Gioacchino
Retico di vigilare sulla stampa del De Revolutionibus; scritto inserito all’insaputa di Copernico e con enorme
scorrettezza lo si fece passare come scritto di Copernico: frode denunciata da molti, tra cui Bruno e Keplero. Osiander
tenta di far credere che Copernico non creda nella veridicità della sua ipotesi, ma che questa fosse solamente un
artificio matematico usato solamente per semplificare la difficoltà dei calcoli, per “salvare i fenomeni”.

La tesi in quest’opera è che la terra si muove e il sole è immobile al centro dell’universo.


L’autore non ha fatto niente di sbagliato: la scienza non può conoscere l’essenza dei fenomeni,, dunque si
deve accontentare delle ipotesi che permettono di calcolare efficacemente i movimenti dei corpi celesti.
“Non è necessario che queste ipotesi siano vere e neppure verosimili; questo è sufficiente: che presentino
un calcolo conforme alle osservazioni”.

Nicola Schönberg, cardinale di Capua


A Niccolò Copernico, salute
Nicolas Schonberg, cardinale di Capua, mandò da Roma questa lettera (pp.7-8) a Copernico nel 1536 pregandolo di
inviargli le sue opere e suoi lavori astronomici, in quanto lo stimava molto, per farli ricopiare a sue spese dal canonico
Teodoro di Reden. Copernico rifiuta, in quel periodo non era ancora disposto a divulgare la teoria del nuovo sistema
del mondo, ma poi nel 1543 fu convinto dal suo unico allievo Gioacchino Retico e dall’amico Tiedemann Giese.
Copernico decise di mettere questa lettera prima della lettera-prefazione al papa Paolo III fu perché voleva dimostrare
che furono autorità ecclesiastiche cattoliche ufficiali (che non dubitavano della sua fede) a spingerlo a pubblicare
quest’opera scientifica.

Prefazione di Niccolò Copernico ai libri sulle rivoluzioni dedicata al Santissimo Signore Paolo III, Pontefice
Massimo
Copernico scrive a papa Paolo III, preoccupandosi di quanto la sua nuova teoria (sottolinea come l’abbia già
compiuta da tempo “opera compiuta”) possa risultare agli occhi di tutti assurda e ricevere disprezzo,
motivo per cui C. è stato sino all’ultimo indeciso se poi pubblicarla. Ma poi dice lui stesso di essere stato
sollecitato da Nicolas Schonberg, Tiedemann Giese, vescovo di Culm e altri, poiché poteva essere opera
utile agli studiosi di scienze matematiche. Confida al papa che fu spinto a elaborare un nuovo sistema del
mondo perché non c’è coerenza e unità nelle teorie astronomiche precedenti: ammettono una serie di
artifici geometrici tali da permettere di ridurre l’apparente irregolarità dei movimenti dei cinque astri
erranti cosi come quella della Luna e del Sole, ma senza arrivare alla loro integrazione in un sistema
coerente: l’astronomia di Tolomeo e dei suoi predecessori manca di unità e Copernico ne è deluso. Cerchi
omocentrici, eccentrici ed epicicli non conseguono pienamente i risultati cercati (vedo bene cosa sono). Il
sistema tolemaico risulta quasi mostruoso, un aggregato piuttosto che un sistema. Copernico è certo che
l’universo debba avere una struttura armoniosa, in quanto creato da Dio, il sommo artefice. Pensa di dover
trovare nell’Antichità precursori che siano già stati di questa opinione (procedimento diffuso nel
Rinascimento): Niceto, Filolao ( moto della Terra di rivoluzione attorno al Sole), Ecfanto e Eraclide (moto
diurno di rotazione assiale). Così inizia a riflettere sulla mobilità della Terra. Senza artifici l’universo è
armonioso, apparenza ricondotta a ciò che è. Dice che nel primo libro descriverà tutte le posizioni delle
sfere con i movimenti della terra (dunque la struttura generale dell’universo), nei rimanenti libri il
movimento degli altri corpi celesti e sfere accostato a mobilità della terra -> C. fornisce in questi libri vere e
proprie dimostrazioni geometriche; questo libro ha precisione matematica: se fosse stato pubblicato solo il
primo libro probabilmente la rivoluzione che ha portato non sarebbe passata sotto questo nome. Poi C. fa
riferimento al fatto che non gli importerà dei giudizi di chi si rifà a qualche passo della Sacra Scrittura: egli
ritiene che la sua opera non si opponga affatto alle verità della Rivelazione, poiché esse non riguardano mai
pienamente le questioni propriamente tecniche del calcolo delle orbite planetarie. Poi si riferisce alla
riforma del calendario ecclesiastico sotto Leone X che necessitava una riforma: da qui Copernico si interessa
di questi argomenti.

LIBRO PRIMO
La dignità di una scienza è in funzione del suo oggetto: l’astronomia è al vertice delle arti liberali, pocihè
tratta del ‘dio visibile’, del mondo, del cielo che contiene tutte le cose. Essa si fonda su tutti gli aspetti della
matematica: aritmetica, geometria, ottica, meccanica ecc. Una scienza più divina che umana, con materia
elevatissima ma che include difficoltà: infatti non è ancora a compimento la conoscenza del corso degli astri
e della rivoluzione delle stelle. Anche se Tolomeo ha raccolto 400 anni di osservazioni, ma la maggior parte
dei fenomeni non si accorda coi corollari derivabili dal suo insegnamento. Plutarco: “finora il moto degli
astri vince l’abilità dei matematici”. Vuole estendere, con l’aiuto di Dio, la ricerca riguardo alle altre stelle.

Capitolo primo – Perché l’universo è sferico


L’universo è sferico (in accordo con Aristotele) perché questa è la forma più perfetta di tutte e perché è la
figura più capace di tutte (può comprendere tutto e conservare tutto), sia perché tutte le parti separate
dell’universo hanno una forma simile (luna, sole, stelle) sia perché tutto tende a delimitarsi secondo questa
forma.

Capitolo secondo – Perché la Terra è sferica


Usa argomenti adottati da Aristotele e Tolomeo per sfericità della Terra (vedi più precisamente sul libro).
Terra è sferica in quanto da ogni parte poggia sul centro, e le irregolarità che presenta (monti, valli ecc) non
pregiudicano la complessiva sfericità della terra.

Capitolo terzo – In che modo la Terra forma un’unica sfera con l’acqua
Insieme terra e acqua poggiano su un unico centro di gravità e non esiste un centro diverso per la massa
della terra, le cui fenditure (dato che essa è più pesante) vengono riempite dall’acqua e che pertanto
l’acqua è scarsa a paragone della terra , anche se sulla superficie la quantità d’acqua appare essere
maggiore. La terra con le acque che le fluiscono attorno ha la forma che mostra la sua stessa ombra: essa
provoca infatti le eclissi di luna con le incurvature di un cerchio perfetto.

Capitolo quarto – Perché il moto dei corpi celesti è uniforme e circolare perpetuo o composto da
movimenti circolari
Il moto dei corpi celesti è circolare, però vi sono in relazione alla moltitudine delle sfere più movimenti: la
rivoluzione diurna (moto che scandisce alternarsi del giorno e della notte) -> ponendosi ancora dal pov
geocentrico lo attribuisce alla rotazione assiale della sfera delle stelle fisse. L’altro movimento è il moto
annuale del sole, che si effettua in senso contrario al movimento diurno, così come il moto mensile della
luna e il moto proprio a ciascuno dei cinque pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno). Hanno
però in apparenza moto irregolare (ad esempio appaiono a volte più vicini a volte più lontani alla terra,
eccetera) però hanno più movimenti circolari perché non si potrebbe attribuire un moto irregolare a
un’unica sfera. Qui C. inizia a introdurre la prospettiva eliocentrica: la terra non è al centro dei cerchi su cui
essi ruotano, ma anch’essa in movimento -> ciò rende conto delle apparenze risultanti dalle osservazioni e
riduce ineguaglianze apparenti (ex: variazioni del diametro dei pianeti, variazioni della velocità orbitale in
tempi uguali)
Capitolo quinto – Se alla Terra convenga il moto circolare e sul suo luogo
La terra ha forma di un globo, ma bisogna considerare la sua posizione e il suo moto.
Per tutti o quasi, la terra è ferma al centro dell’universo. Tuttavia C. mostra che l’ ipotesi di una terra in
movimento è plausibile quanto quella di una terra immobile. Presenta tutto in termini ipotetico-deduttivi e
basa la sua argomentazione sulla relazione tra osservatore e osservato. Se si attribuisce un moto alla terra,
esso si rifletterebbe in tutti i corpi all’esterno con le stesse caratteristiche ma in direzione opposta.
Argomentazione: è più semplice pensare il movimento della Terra su se stessa che il cielo nella sua totalità:
perché dovrebbe muoversi ciò che contiene e non ciò che è contenuto?
Inoltre il sistema di Copernico, ammettendo che la terra possa non occupare il centro dell’universo, è
superiore a quello di tolomeo dato che è in grado di ridurre l’irregolarità apparenti dei movimenti degli astri
erranti: se queste appaiono più vicine e poi più lontane alla terra, necessariamente se ne deduce che il
centro della terra non è il centro dei loro cerchi. Poi ribadisce che il pitagorico Filolao (precedentemente
cita anche altri) lo aveva già sostenuto

Capitolo sesto – Immensità del cielo in rapporto alla grandezza della terra
Riprendendo un’argomentazione dell’Almagesto di Tolomeo, C. afferma che la terra è un punto in paragone
alla sfera delle stelle fisse, poiché i piani che si ricavano partendo dalle linee di mira di un osservatore
situato in un punto qualsiasi della terra (orizzonte) tagliano sempre in due parti uguali tutta la sfera celeste:
questo non accadrebbe se la Terra avesse una dimensione percepibile in rapporto alla distanza dei corpi
celesti. L’incommensurabilità esistente tra le dimensioni della terra e quelle della sfera delle stelle fisse
significa semplicemente che il diametro della terra non può fornire una base sufficientemente grande per
misurare, attraverso la triangolazione, la distanza che separa il centro della terra da tale sfera.
Ha l’aspetto di “infinita grandezza” per C., ma solo per i nostri sensi appare così, non è distinguibile la
differenza tra infinito e immensità (incommensurabile) -> ma Copernico sosterrà ancora idea di un universo
finito. Però il sistema eliocentrico ingrandisce considerevolmente l’universo.

Capitolo settimo – Perché gli antichi ritennero che la terra stesse ferma in mezzo all’universo come suo
centro
Gli antichi filosofi son convinti che la terra stia ferma al centro dell’universo per la gravità e la leggerezza.
L’elemento di cui è costituita la terra è il più pesante e tutti gli oggetti dotati di peso sono trasportati verso
essa e nel centro raggiungono uno stato di quiete. A terra e acqua, elementi gravi, si addice il movimento
verso il basso, ossia verso il centro; ad aria e fuoco, leggeri, movimento verso l’alto, si allontanano dal
centro. Tolomeo pensa che se la Terra girasse (su sé stessa), dovrebbe accadere il contrario. Ci sarebbe un
moto vorticosissimo che farebbe disperdere gli oggetti e i gravi liberi non potrebbero restare saldi ->
vedremmo tutto, anche nubi, essere trascinate verso occidente.

Capitolo ottavo – Spiegazione delle suddette teorie e loro insufficienza


Se la terra fosse dotata di un movimento circolare, esso sarebbe naturale, non violento, ergo permarrebbe
nella sua perfetta integrità. Non ha senso pensare che tutto di disgreghi a causa del verificarsi della
rivoluzione. Poi C. di fronte all’immensità dell’universo (per questo anche è esso ad essere necessariamente
fermo) solleva la questione della sua infinità (se fosse finito sarebbe limitato dal ‘nulla’) ma lascia questa
questione alla filosofia naturale; l’astronomia resta una scienza basata sull’osservazione e sulla misura. Poi
C. propone: perché non ammettere che la stessa rivoluzione quotidiana è apparente nel cielo e reale nella
terra? Sovverte realtà grazie a relatività ottica: le apparenze risultanti dalle operazioni sono ridotte alla
stregua di pure illusioni imputabili all’ignoranza dei veri rapporti che sussistono tra osservatore e osservato.
Come i marinai di una barca percepiscono che siano le terre e il resto ad allontanarsi e spostarsi (mentre è
la barca che si muove), così si è potuto credere che sia l’universo a ruotare attorno alla terra piuttosto che
considerare la terra in movimento. E perché le cose no sono sospese in aria e vengono trascinate ecc?
perché non è solo la terra a muoversi in questo modo (e l’acqua ad essa unita), ma anche una non
trascurabile porzione di atmosfera, e allo stesso modo tutto ciò che ha a che fare con la terra. Copernico
ammette concezione aristotelica che considera comete appartenenti al mondo sublunare.
Dunque considerando che le stelle erranti si avvicinano e allontanano rispetto alla terra, bisogna
considerare che essa non sia il centro dei loro movimenti, ma che ciascun movimento si svolga sul proprio
centro. È più probabile che la terra si trovi in una condizione di moto che non di quiete, particolarmente per
quel che riguarda la sua rivoluzione quotidiana.

Capitolo nono – Se si possano attribuire più movimenti alla terra; con alcune osservazioni sul centro
dell’universo
Se la terra è una stella errante avrà più movimenti, come gli altri corpi celesti. Come ad esempio la
rivoluzione annuale: se questo movimento viene attribuito alla terra e non al sole, il sorgere e tramontare
delle costellazioni e delle stelle fisse appariranno essere nello stesso modo. Le irregolarità apparenti sono
illusorie. Ammettere che è il sole al centro dell’universo e terra ruota attorno ad esso; questo movimento si
combina anche con i movimenti orbitali degli altri pianeti.

Capitolo decimo – L’ordine delle sfere celesti


Copernico presenta il suo nuovo sistema, riferendosi prima a quello degli antichi e poi partendo dal sistema
di Marziano Capella (leggere nel caso). Tutto ciò che si trova nel mondo sublunare, e anche il centro della
terra, gira attorno al sole con una rivoluzione annuale e attorno al sole si trova il centro dell’universo; il sole
è immobile pertanto ogni suo movimento apparente si verifica in realtà nei movimenti della terra.
L’eliocentrismo sovverte il concetto di realtà: ciò che sembrava in movimento (sole) è in realtà immobile,
ciò che sembrava immobile (terra) possiede diversi movimenti propri. Inoltre qui C. riconosce che il suo
sistema amplia notevolmente l’universo: il diametro dell’orbita terrestre (distanza sole-terra) non è che un
punto senza dimensioni in confronto all’immensità del cielo. Ordine di sfere secondo Copernico:
la prima e più elevata sfera è quella delle stelle fisse, immobile, che contiene tutte le cose. Poi Saturno
(moto di riv. 30 anni), Giove (12 anni), Marte (due anni); in quarta posizione la Terra con la sua rivoluzione
annuale insieme con l’orbe lunare; quinta Venere (nove mesi) e poi Mercurio (80 giorni). Al centro dunque
sta immobile il sole, che dal suo trono illumina tutto. Lucerna mundi.
Poi C. considera altri fenomeni di irregolarità che in realtà possono essere ricondotti tutti a una sola causa:
il moto della Terra. Così Copernico è fiero del suo sistema del mondo che è armonico e che esprime la
perfezione dell’Amor Divino.

Capitolo undicesimo – Dimostrazione del triplice moto della Terra


Movimenti Terra: il primo è il “giro proprio del giorno e della notte”, che si volge attorno all’asse della terra
da occidente a oriente. Il secondo è il movimento annuale del centro che descrive attorno al sole il cerchio
dei segni zodiacali: da occidente a oriente (della terra e di tutti i pianeti citati sopra). Un terzo è quello di
declinazione, anch’esso in rivoluzione annuale, procedendo in direzione contraria a quello del centro: l’asse
terrestre, inclinato, non si dirigerebbe verso stessa direzione se non ci fosse questo movimento -> l’asse
descrive un cono inverso del cono che dovrebbe descrivere questo stesso asse nel suo movimento (gira in
senso contrario alla riv. Annuale) -> movimento difficile da comprendere, dopo la distruzione delle sfere
cristalline concentriche questo terzo movimento diventerà inutile e sparirà (vedi meglio nota pag. 51).
Spiegazione geometrica di questo movimento poi: riferimento ancora agli antichi (Filolao, Aristarco di
Samo). Poi riferimento al fatto che i pitagorici non palesavano i misteri della filosofia, ma li affidavano
soltanto ad amici e congiunti di provata fedeltà. A testimonianza di questo lascia come fine del primo
capitolo una lettera di Liside a Ipparco.

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