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INTRODUZIONE PROSA SCIENTIFICA

Il periodo del seicento si potrebbe suddividere in due momenti letterari: poesia barocca e poi prosa
scientifica.
In questo periodo gli scienziati non hanno paura di discostarsi dal passato e compaiono nuovi
strumenti per indagare il mondo.
In questo secolo la scienza non è più rivolta ad una ristretta Élite di persone (perché si utilizzava il latino)
ma diventa anche per i meno dotti con Galileo che decide di scrivere in volgare difendendo i suoi
principi dalle critiche della Chiesa.

Nasce quindi in Italia la prosa letteraria specialistica e tecnica con la finalità di divulgare la scienza e, il
miglior modo per facilitare questa cosa, era accantonando il latino. Le forme di divulgazione inoltre
diventano anche più semplici: non c’è più l’antico trattato pesante ma una struttura dialogica, con un
Italiano vivace, chiaro, lessico specifico e termini logici.
Ad un certo punto sembravano potessero coesistere scienza e filosofia, ma è dal 1492 che si separano
gradualmente.
(crollo delle certezze del seicento provocato da due principali motivi: scoperte geografiche e varianti del
mondo fisico scoperte da Galilei e bla bla)

Con Galileo Galilei si ha quindi una rivoluzione scientifica e del sapere, lui sostiene un sistema non più
chiuso, statico, fisso ma realtà fluida, mutevole (panta rei, tutto scorre tutto si muove). Con lui nasce la
ricerca sperimentale e viene fondata l’osservazione oggettiva e la misurazione matematica e rigorosa.
Galileo vuole studiare il come dei fenomeni, non la finalità perché secondo lui è più importante il
processo anziché il prodotto del fenomeno. Quindi il principio fondamentale della scienza è
l’esperienza.
La Chiesa in un primo momento è sembrata tollerante e disponibile ad accettare questo nuovo
approccio scientifico, ma poi diventa grande una grande avversaria di esso: voleva essere solo lei a dare
la verità solo assoluta delle cose, non accetta un’altra autorità che sancisca un autonomia del sapere,
senza considerare il disegno divino, la realtà.

BIOGRAFIA GALILEOO
Galileo nasce a Pisa nel 1564 da una famiglia nobile fiorentina. Compie diversi studi medicina,
matematica e filosofia naturale. Abbandona l’università e propone Successivamente una relazione sulla
bilancetta idrostatica inventata da lui. Diventa insegnante di matematica nell’Università di Pisa poi
viaggio incontra grandissime personalità straniere.
Nel 1609 inventò il cannocchiale, e fu il primo ad utilizzarlo per raggiungere la verità puntandola al cielo,
inaugurando un nuovo metodo di ricerca scientifica basata sull’osservazione naturale, scopre infatti
tante cose grazie a questo cannocchiale le macchie solari satelliti intorno a Giove la luna con gli
avvallamenti le macchie lunari le fasi di Venere.
Tutte queste scoperte vengono annotate nel sidereus nuncius . Poi si trasferisce a Firenze Sotto il
granduca Cosimo secondo con la sua protezione si dedicò ai suoi studi. Riceve prime relazioni reazioni
dalla Chiesa e decide di servirsi successivamente del volgare in risposta alle loro provocazioni, così tutti
potevano schierarsi con la teoria copernicana.

Ma nel 1615 viene mandato a inquisizione e nel 1616 condannato e la sua opera viene sospesa. E
praticamente poi lo colse la malattia, ma comunque cerca fino alla fine di potere di portare avanti i suoi
studi.
La chiesa si oppone per la pretesa di interpretare e conoscere il mondo era un suo lavoro poiché nelle
sue ricerche non compare il disegno divino, Dio.
Galileo era comunque un credente ma non voleva contrastare la Chiesa infatti per lui la verità divina era
un’altra cosa, c’era anche la verità della natura due essenze totalmente diversi
CANTO 2
inizio è una sorta di seconda protasi in ammonimento ai lettori: non tutti potranno seguirmi in questo viaggio,
serve un intelletto arguto. Bea e Dante proseguono verso il cielo divino a una velocità formidabile. Dante si vede
giunto in un luogo mirabile e totalmente sconosciuto, il primo dei pianeti. Rimane stupito dalla maestosità del
corpo celeste della luna, tanto spesso contemplata dalla terra, il primo che si incontra salendo.
-Dante inizia a tormentarsi chiedendo spiegazioni delle macchie lunari, per dare sfogo alle sue conoscenze
filosofiche e scientifiche facendo riferimento alla teoria aristotelica. Aristotelici dicono che le differenze erano
solamente di tipo quantitativo di quante particelle particolari si trovassero in un determinato punto piuttosto che
in un altro. Definizione contro quella dei Neoplatonici, i ordine filosofico e non fisico.
Alla fine espone entrambe e giunge una conclusione, tanta virtù tanta luce, poca virtù poche macchie, le parti
scure sono le meno buone, quelle più dotate di luce sono le più buone e virtuose

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