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I CARATTERI E LO SCENARIO DELLA RIVOLUZIONE

SCIENTIFICA
Tra il 500 e il 700 abbiamo un rapido progresso delle scienze, che porta alla nascita di un nuovo metodo basato
sull’osservazione dei fenomeni e sull’applicazione del calcolo matematico. Questo fenomeno lo chiamiamo:
"rivoluzione scientifica". Ha segnato una profonda trasformazione nella mentalità e nella visione del mondo. I
protagonisti di questa rivoluzione più importanti, sono: Copernico, Keplero, Galilei, Bacone e Cartesio. Possiamo
aggiungere anche Newton considerato il fondatore della fisica classica. Lo scenario della rivoluzione scientifica è
l'Europa del Nord, luogo di grande intraprendenza economica e culturale, stimola i commerci e l'innovazione
tecnologica. In una prima fase questa rivoluzione si ebbe anche molte città italiane: Napoli, Firenze, Pisa,
Venezia. Nell'università di Padova hanno insegnato Galilei e Copernico. In questa università a prendere le
tecniche della dissezione, il più famoso anatomista dell'età moderna, William Harvey.
LA NASCITA DELLA SCIENZA "QUANTITATIVA"
Il metodo che contraddistingue questo periodo si basa su due elementi fondamentali:
1.Osservazione sistematica dei fenomeni naturali= è possibile grazie all'innovazione tecnologica. Ad esempio
grazie all'invenzione del telescopio, che permette di scrutare il cielo e osservare i movimenti dei pianeti;
2.Applicazione del calcolo matematico sui dati osservati, infatti, grazie all’applicazione della matematica, i
fenomeni possono essere esaminati con più precisione. Il moto, ad esempio può essere classificato come
rettilineo, uniforme accelerato. La scienza acquista un elevato grado di esattezza diventando scienza
quantitativa. In precedenza aveva carattere qualitativo. La vecchia scienza aristotelica si concentrava sulla
qualità o sull'essenza dei fenomeni. Se una pietra cadeva ci si concentrava sull’essenza di quella pietra e si
desumeva che cadeva in basso perché dotata della stessa natura della terra. La Matematica in passato, era
considerato un sapere e a se stesso, teorico che non poteva essere applicato all'indagine dei fenomeni naturali,
ma solo allo studio della musica o dei corpi celesti, immobili ed eterni.
GLI ASPETTI PECULIARI DELLA NUOVA SCIENZA
Nuova scienza caratteristica di questo periodo, si occupa di elaborare delle leggi, universali, che valgano per
sempre e per tutti. Infatti i risultati che ottiene sono pubblici e utili al dibattito, la nuova scienza quindi non si
preoccupa di eventuali critiche o giudizi della comunità scientifica.
Un altro aspetto importante, è la critica al principio di autorità. Galilei contesta, infatti, i procedimenti conoscitivi
del sapere tradizionale, che chiudevano gli occhi di fronte ai fatti per richiamarsi a delle affermazioni contenute
nei libri. La nuova mentalità scientifica è molto più aperta. Per esempio, lo studio dell'anatomia ottiene un
grandissimo impulso Grazie alla dissezione nei cosiddetti "anfiteatri di anatomia", con l'intento di capire come è
fatto il corpo umano e il sistema circolatorio.
La natura adesso viene intesa come regno dell'ordine, dove vi sono delle regole che devono essere scoperte. La
natura diventa oggetto di indagine e di studio scientifico, Grazie soprattutto all'impiego di nuovi strumenti:
cannocchiale e microscopio. La connessione che si stabilisce tra scienza e pratica, è scaturita principalmente
dagli esperimenti scientifici, con la quale lo scienziato può riprodurre artificialmente i processi naturali a cui è
interessato. In questo modo viene garantita la osservabilità a lungo termine è la ripetibilità dell'evento. Gli
strumenti che la tecnologia riesce a produrre per rispondere alla richiesta della nuova scienza sono diversi:
microscopi barometri orologi cannocchiali.
IL RUOLO DELL'ASTRONOMIA
L'astronomia subisce una profonda trasformazione soprattutto in merito alla metodologia. Copernico Galilei e
Keplero sono i protagonisti del passaggio dalla teoria geocentrica alla teoria eliocentrica. Opponendosi alla
concezione tradizionale, affermano che la terra si muove e non è situata al centro dell'universo: una tesi
sconvolgente non solo per la scienza ma in generale per l'uomo. La teoria geocentrica, sostenuta matematico
Tolomeo, rimase incontrastata Fino alla metà del quattrocento, attribuiva alla terra una centralità che esaltava la
dignità La perfezione dell'uomo e favoriva la concezione Antropocentrica. Con il passare del tempo nascono
dubbi e perplessità relativo a questa concezione: ad esempio, in contrasto con la testa aristotelica secondo cui il
moto era circolare, segno di perfezione, l'osservazione astronomica mostrava che i movimenti dei corpi celesti
erano in realtà irregolari. Partire dal 500 gli scienziati iniziarono a dire che il modello geocentrico era incapace di
del conto dei fenomeni e che era necessario abbandonarlo. Copernico per primo avanzò tale ipotesi.
Galilei dimostrò con il telescopio la sostenibilità dell'ipotesi copernicana, ma venne condannato dal tribunale
dell'Inquisizione. Keplero successivamente perfezionò la teoria copernicana, che quindi si affermò nell'età
moderna nonostante censure e difficoltà. Il sistema eliocentrico si può sintetizzare in diversi punti:
1. La terra non è né immobile né al centro dell'universo;
2. La distinzione di origine aristotelica tra una fisica Celeste, caratterizzata dal movimento circolare perfetto dei
corpi, e una fisica terrestre, caratterizzata da movimenti imperfetti è priva di valore;
3. L'universo assume i caratteri di infinità, in quanto con questa tesi si afferma che il mondo non è racchiuso
all'interno di un orizzonte limitato e circoscritto.
LE NOVITÀ DELLA POSIZIONE DI GALILEO
A Galileo si deve la prima verifica della teoria copernicana, che diventa una teoria scientifica dotata di un
significato fisico oggettivo.
Questa teoria era stata divulgata come una supposizione, ma non come la risposta all'interrogativo sulla vera
costituzione dell'universo, quindi era stato tollerata alla chiesa. La chiesa aveva messo la legittimità di una
supposizione, l'importante era non affermare che il sole fosse realmente al centro dell'universo, perché questo
avrebbe contraddetto le Sacre scritture. Galileo sostiene che il copernicanesimo rispecchia la vera struttura fisica
dell'universo e non una congettura come tante altre. Galileo nel 1609 punta il telescopio al cielo per provare il
sole è al centro del nostro sistema planetario. Così facendo, cancella secoli di convinzioni sul incorruttibilità dei
corpi celesti. Le sue dottrine non interessano soltanto il campo della matematica della fisica, ma anche
nell'ambito filosofico e culturale: Galilei ridefinisce i rapporti della scienza e religione, la scienza e la filosofia.
GLI STUDI E LE SCOPERTE ASTRONOMICHE
Nasce nel 1564 a Pisa Galileo compie la sua prima formazione a Firenze e ottiene la docenza universitaria a Pisa,
per poi passare a Padova. Questo periodo che vive è il periodo di maggiore sicurezza economica di tranquillità e
popolarità del Filosofo. Nel 1609 scoprendo l'invenzione del cannocchiale in Olanda, decide di costruirne uno
adattando all'osservazione dei corpi celesti (telescopio). Galileo avendo una grande preparazione teorica e
matematica, sapeva come utilizzare uno strumento del genere: lo puntò il cielo, è quello che scoprì segno per
sempre la storia della scienza contribuendo anche ad influenzare negativamente l'esistenza del filosofo.
Galileo riuscì a stabilire infatti che: la luna presentava catene montuose, Valli e crateri simili a quelli della terra.
Questo demoliva la teoria aristotelica secondo cui i corpi celesti erano perfetti, mentre quelli terrestri erano
imperfetti, corruttibili e soggetti al cambiamento. Grande scoperta fu quella dei quattro satelliti di Giove: viene
dimostrato che non soltanto la terra ma anche gli altri avevano dei satelliti, mettendo ancora una volta in
discussione la teoria aristotelica. In generale possiamo dire che le scoperte di Galileo favorirono l'accettazione
della teoria copernicana, a cui Galileo credeva da molto tempo come dimostrato da una lettera inviata a Keplero
nel 1597.
LA CONDANNA E L'ABIURA
La chiesa il 1612 condannò l'eresia copernicana. Galileo per la prima volta nella sua vita si trovava in seria
difficoltà: doveva difendere la libertà della ricerca scientifica, ma anche se stesso. In una lettera, inviata ad un
esponente della chiesa, sostenne che la Bibbia ha uno scopo etico e religioso, non scientifico, poiché essa ‘’vuole
insegnare agli uomini non Come è fatto il cielo ma come si vada in cielo’’.
Infatti tra verità religiosa e quella scientifica non può esserci conflitto. Dio ha deciso di parlare agli uomini in due
modi diversi: attraverso le Sacre scritture, verità rivelata, e attraverso l'opera della creazione, verità naturale. La
chiesa si occupa di interpretare le scritture. La scienza si occupa di interpretare la struttura della natura. Tra
scienza e Fede non può esserci conflitto perché trattano due ambiti differenti. Nel 1616 il tribunale
dell’inquisizione dichiara la dottrina eliocentrica come eretica. Poco dopo Galileo scrive il saggiatore:
promuoveva la nuova scienza, contro gli errori e le falsità del dogmatismo. Gli anni seguenti, Grazie alle parole di
un esponente della chiesa Galileo poté godere di un periodo di pace, cui frutto è "il dialogo sopra i due massimi
sistemi del mondo, tolemaico e copernicano" scritto in lingua volgare e in forma dialogica per arrivare a più
persone possibile. L'obiettivo di questo testo era quello di far diffondere la verità della scienza copernicana. I
protagonisti dell'Opera sono: l’aristotelico Simplicio, sprovveduto; lo scienziato Sagredo, moderatore imparziale
che con onestà intellettuale riconosce la verità del copernicanesimo; il copernicano Salviati, dietro il quale si cela
l'autore stesso. L'opera inizialmente fu accettata Dalla chiesa, ma successivamente fu censurata quando ci si rese
conto che Simplicio era la personificazione del pontefice. L'opera venne considerata blasfemo e Galileo fu
costretto alla ritrattazione e obbligato a recitare l'abiura: dove rinnegava "gli errori e l'eresia". Venne inoltre
condannato al carcere, inizialmente scontava la pena presso il vescovo di Siena e poi nella sua casa ad Arcetri a
Firenze. Il successo che ebbero le sue tesi fu l'unico conforto per lo scienziato, ormai cieco è privo della figlia,
morta nel frattempo. Muore nel gennaio del 1642.
LA CRITICA AL PRINCIPIO DI AUTORITÀ
Alla base del metodo galileiano vi è la cosiddetta critica al "principio di autorità".
Cioè: il sapere che si richiama a questo principio è per Galileo una costruzione astratta e sterile , in quanto si
riferisce a delle tesi tradizionali che non hanno alcun riscontro nella realtà. In questo principio l'esperienza e
l'osservazione è negata, si è attaccati a dei testi che non hanno fondamenti dell'esperienza reale. In questo
mondo i teologi e i filosofi non sono interessati a capire come il mondo sia fatto, ma qual è la sua destinazione.
Questo sapere viene accusato da Galileo di essenzialismo, perché ricerca l'essenza dei fenomeni naturali:
secondo Galileo è impossibile conoscere questi dati in quanto vanno oltre alla possibilità umana. Inoltre viene
accusata di finalismo: considera le parti che compongono la natura fisica come orientata a l'utilità dell'uomo e
destinate alla gloria di Dio. Questa sembra molto più una prospettiva teologica che scientifica.
SENSATE ESPERIENZE E NECESSARIE DIMOSTRAZIONI
Il metodo galileiano si caratterizza per l'attenzione verso i fenomeni naturali. Galileo parla di "sensate
esperienze": esperienze compiute attraverso i sensi, in particolar modo parla della vista, Galileo afferma essere il
senso più importante tra tutti gli altri. Infatti il ruolo dell’osservazione per esempio Nella medicina è molto
importante, anziché studiare gli antichi testi si possono dissezionare i corpi degli animali e i cadaveri, per
analizzare la struttura degli organismi. Galileo nel merito sbeffeggia un seguace di Aristotele: invitato a verificare
come nervi si di ramino a partire dal cervello e non dal cuore, confessa che, è evidente ma non può ammetterlo
perché i testi aristotelici dicono il contrario. Oltre a questa esperienza sensibile è fondamentale un approccio
ipotetico-deduttivo: bisogna attuare delle intuizioni di base per arrivare ad una conclusione, quindi, è
importante formulare un'ipotesi attraverso delle deduzioni logico-matematiche. L'osservazione non consiste
sempre in una raccolta di dati semplice, alcune volte l'osservazione mossa dal voler dimostrare un'ipotesi: ad
esempio i dati ricavati dall'osservazione dei corpi celesti, nascevano da una teoria di cui si voleva la conferma. Ai
tempi non esisteva la possibilità di creare artificialmente il vuoto, non era possibile osservare la caduta dei corpi
in questa condizione: Galileo formulò la legge secondo cui tutti i corpi cadono con la stessa velocità, qualora
siano in un ambiente privo di attrito. La formulò senza nessuna evidenza sensibile, grazie ad una deduzione
logica matematica. Anche il principio d'inerzia venne elaborato per via di deduzione: un corpo mantiene il suo
stato di moto rettilineo uniforme in assenza di attrito.
IL RUOLO DELL'ESPERIMENTO
Le ipotesi devono sempre avere conferma sperimentale.
Galileo ritiene che lo scienziato debba realizzare in laboratorio degli esperimenti, riprodurre in modo
semplificato i fenomeni naturali, spogliandoli di tutti gli elementi che possono disturbare l'esperimento stesso.
La scienza moderna, quindi ha la necessità di creare in laboratorio le condizioni per la verifica delle ipotesi che
vengono poste. Anche se non sempre quelle condizioni di sperimentazione sono riproducibili, soprattutto
quando ipotesi si riferiscono all'universo.
LA VISIONE QUANTITATIVA DELL'UNIVERSO
Galileo attribuiva alla matematica e al carattere quantitativo nella loro scienza molto importanza, secondo
Galileo l'universo è un grandissimo libro che non si può capire se prima non si impara la lingua con cui è scritto.
La lingua di cui in Galileo sta parlando è la matematica. Il metodo Galileiano si basa quindi sulla concezione
matematica dell'universo e della natura.
Le qualità oggettive che scaturiscono da questo concetto sono riconducibili ai rapporti matematici insiti nella
natura stessa e misurabili in modo oggettivo: la larghezza la profondità. Le qualità soggettive dipendono dalla
percezione soggettiva dell'uomo: esistono solo in relazione ai nostri sensi, dissapori, gli odori, i colori.
Lo scienziato deve studiare soltanto i rapporti quantitativi e matematici, le qualità oggettive. Ne derivano delle
discipline che escludono la questione della ti va le essenze per analizzare i corpi, le loro proprietà misurabili.

BACONE
Per Bacone La scienza è un modo attraverso cui l'umanità arriva a scoprire e a padroneggiare le leggi della
natura.
L'ESALTAZIONE DELLA SCIENZA MODERNA
Bacone non diede alcun contributo specifico in termini di nuove scoperte e invenzioni: sottovalutò l'applicazione
del calcolo matematico alla scienza a differenza di Galileo.
Per Bacone la scienza doveva essere un qualcosa di non strettamente teorico, ma proiettata nella dimensione
pratica in virtù della stretta connessione con la tecnica. Bavone sostiene che lo lo scopo della scienza è quello di
migliorare le condizioni di vita delle persone secondo il principio "sapere è potere".
La più grande ambizione che l'uomo possa nutrire è quella di estendere, grazie alla tecnica e alla scienza, il suo
dominio sulla natura. Dominare la natura significa obbedire alle sue leggi, conoscerla e rispettarne l'essenza.
IL NUOVO CONTESTO CULTURALE
L'importanza che balcone dà alla scienza, deriva dal fatto di vivere in epoca e in un luogo caratterizzati dalla forte
presenza della tecnica. Si afferma infatti l'esperto di tecnologia, il practicioner: che può essere un ingegnere
militare, costruttore navale, perfezionatore di strumenti tecnologici. Si contrappongono a un sapere tradizionale,
all'interno di questa svolta, vi è la critica di Bacone alla filosofia aristotelico-scolastica.
Bacone Pensa che il progresso non debba essere frutto del lavoro delle scuole filosofiche, ma frutto della società.
Infatti Bacone dice che: sarebbe vergognoso per gli uomini se dopo aver svelato l'aspetto del globo materiale, i
confini del globo intellettuale restassero limitati all'interno delle scoperte degli antichi. Bacone dice che le grandi
invenzioni che hanno cambiato il mondo siano avvenute nel passato perché invece di privilegiare lo studio dei
testi antichi, in passato si aveva il contatto della mente con le cose. Infatti Bacone parla di restaurazione, perché
un tempo gli uomini ascoltavano la natura, successivamente gli intellettuali hanno allontanato delle menti da
questa. La lotta di Bacone consiste nel ristabilire il contatto con la natura e far nascere una scienza produttiva
che possa essere utile all'umanità.
LA CRITICA ALLA TRADIZIONE E ALLA SUPERSTIZIONE
Secondo Bacone nelle arti meccaniche, sapere tecnico-scientifico, si hanno continui progressi perché si
avvalgono del costante rapporto con la natura. Mentre nella filosofia vi è il principio di autorità: ci si sottomette
il sapere di una sola persona. Nel caso di Aristotele, i seguaci, invece di portare avanti le sue indagini per conto
loro, riproducevano passivamente le sue teorie.
In questo modo il sapere è di una sola persona, non appartiene a tutti. Bacone privilegia la figura del l'inventore:
contribuisce al progresso della scienza. In questo contesto Bacone invita le persone a rifiutare la dittatura
aristotelica, ma non perché rifiuta il pensiero di Aristotele, che ammette essere di una grandezza incredibile.
Rifiuta i suoi imitatori, che si conformano ad un modello, impedendo alla conoscenza umana di evolversi. Per
Bacone i Moderni superano gli antichi perché hanno accumulato maggiori esperienze. La verità e figlia del tempo
secondo Bacone.
Bacone lotta anche contro gli astrologi, perché si servono di una lingua enigmatica è incomprensibile la gente
comune. Secondo lui la scienza non ammette segreti, le cose devono essere chiare e comunicabili a tutti. Inoltre
secondo Bacone le finalità della magia e della scienza sono diverse: la magia mira a suggestionare le persone
attraverso la menzogna e l'inganno, mentre la scienza mira a conseguire vantaggi per gli uomini. La domanda più
importante a cui Bacone da risposta è: perché l'uomo è incline all'errore e alla superstizione?

Qui entra in gioco la dottrina degli idoli: i pregiudizi che ostacolano il raggiungimento della verità, gli idoli sono
di 4 tipi.
I pregiudizi della tribù, definiti così perché radicati nella specie umana e appartenenti a tutti gli uomini. Questo
punto ci porta a considerare le cose in base ai nostri schemi mentali o i nostri bisogni, ci spinge a dare
importanza alle cose più vicine a noi, e ad oltrepassare dei dati inconfutabili dati dall'esperienza, dimenticando i
limiti della sensibilità umana.
I pregiudizi della spelonga: concernono il singolo individuo e sono le idee, le abitudini mentali che si assimilano
per effetto dell'educazione, degli amici, delle letture e delle esperienze personali. Questi pregiudizi sono un
impedimento alla conoscenza oggettiva, un po' come il mito della caverna di Platone riadattato al
raggiungimento della verità.
I pregiudizi del mercato: derivano dalla tirannide delle parole, dalla retorica vuota è Dallas corretta attribuzione
di vocaboli alle cose. Le parole sono il mezzo con cui gli uomini si associano e scambiano dei beni, proprio come
si fa al mercato, da qui deriva il nome. Le parole generano due tipi di pregiudizi: quando indicano cose che non
esistono (fortuna, e cose che derivano da false teorie), qua quando indicano cose che esistono, ma in modo
generico (umido- si attribuisce a cose molto diverse, le parole che indicano la qualità - grave, leggero). Per
Bacone nel campo della scienza le parole devono disegnare con precisione fenomeni determinati, e la retorica
(utile in politica) non ha spazio nella scienza.
I pregiudizi del teatro: indotte dalle dottrine delle diverse scuole filosofiche, assimilabili alle favole o storie
immaginarie di un teatro punto Platone è un grande inventore di miti, che dilettano l'animo ma falsano la realtà.
Aristotele ha sviluppato la logica è il sillogismo, che però non servono al progresso della scienza, ma a dettare
delle regole che aiutano a ragionare in modo coerente. Secondo Bacone di filosofia hanno perso il contatto con
la natura, quindi non progrediscono, mentre, le arti meccaniche, fondata sulla natura e sulle esperienza, si
arricchiscono di continuo. La conclusione di Bacone è che l'intelletto deve purificarsi da questi errori e
riacquistare una purezza di visione che gli consenta di osservare nuovamente le cose come se le vedesse per la
prima volta senza preconcetti.
LA PARS COSTRUENS DEL PENSIERO BACONIANO: IL METODO INDUTTIVO
Bacone delinea la funzione dello scienziato. dice che l'uomo interprete della natura, opera solo per quanto avrà
appreso dall'ordine della natura. Secondo Bacone l'uomo non può estendere i confini della propria conoscenza
al di là della natura, di cui deve rispettare le leggi. La natura sua volta senza l'uomo, e quindi senza il suo
interprete non potrebbe mai svelare i propri segreti. L'interpretazione della natura richiede il metodo
dell'induzione, consiste nell'osservare attentamente fenomeni e registrarli per arrivare alla formulazione delle
leggi. Questo metodo si contrappone al metodo deduttivo e sillogistico, prevalente del mondo antico.
LE FASI DEL METODO
La nuova logica che il filosofo propone e lo strumento che reputo adatto per interpretare la natura, cioè le vere
cause dei fenomeni (caldo, freddo), cioè le loro forme o strutture nascoste (non visibili attraverso i sensi). L'
induzione ha il compito di presentare alla mente una collezione ordinata di fatti. Questo procedimento è
raggiungibile attraverso dei punti che Bacone chiama tavole:
Nella tavola della presenza vi si registrano tutti i casi in cui il fenomeno di cui si ricerca la causa (ad esempio il
calore) si verifica. Nell'esempio del calore, in questa tavola si raccoglieranno i fenomeni relativi al fuoco, ai
fulmini o ai raggi solari;
Nella tavola dell’assenza si registrano i casi o le situazioni che non rivelano la presenza del fenomeno: i raggi
della luna delle stelle delle comete (che non contengono calore)
Nella tavola delle comparazioni si registra la variazione di intensità con cui un fenomeno si verifica, passando da
una situazione all'altra. Bacone raccoglie in questa tavola i fenomeni in cui il calore aumenta o diminuisce. Ad
esempio l'accrescimento del calore provocato dal vino dalla febbre o altro.

La nuova Induzione, basata su inclusioni ed esclusioni, si differenzia da quella vecchia di Aristotele, che
enumerava semplicemente tutti i casi in cui fenomeni si verificavano. Mentre il nuovo metodo induttivo procede
senza fare salti, analizza tutte le situazioni in modo graduale.
La funzione delle tavole consiste nel predisporre il materiale organizzandolo, permettendo all'intelletto di
avanzare La prima ipotesi in ordine all'interpretazione della natura del fenomeno studiato. L'ipotesi che si può
avanzare è che la causa del calore sia il movimento delle particelle dei corpi. Queste ipotesi poi deve essere
verificata da una serie di prove, gli esperimenti. Lo scienziato deve escludere una delle ultime possibilità lasciate
aperte, e riconoscere con sicurezza che effettivamente il calore è causato dal movimento delle particelle.
L'UTOPIA SCIENTIFICA
La scienza per Bacone è una fonte di luce per l'umanità, genera conoscenza e rispetto alla legge della natura. Si
rivela utile in virtù delle sue applicazioni tecnica, per esempio applicata alla produzione e all'industria la scienza
consegue vantaggi al fine del miglioramento nelle condizioni di vita. La scienza dei moderni non ha carattere
astratto o contemplativo, ma è un sapere teso al fare: un sapere tecnico che deve stabilire il dominio sulla
natura da parte dell'uomo.
La differenza tra i selvaggi gli uomini civili dipende infatti dalle capacità tecniche acquisite. Bacone è stato
definito il profeta della tecnica, anche se la scienza che Bacone concepisce è il risultato della collaborazione di
molti scienziati, organizzati in una comunità di ricerca. A questo tema è dedicata la nuova Atlantide, un'opera
che delinea un'idea le città della scienza e della tecnica. Un laboratorio sperimentale, dove gli scienziati si
dedicano allo studio e alla contemplazione delle opere del creato, collaborano nella scoperta in vista dell'utilità
sociale. Gli scienziati conducono esperimenti di ogni tipo: fabbricazione di nuovi metalli, costruzioni di
cannocchiali e macchine semoventi e l'elaborazione di sistemi per prolungare la vita umana. Quella di Bacone
non è solo l'esaltazione di una futura società della tecnica, ma di una società umana felice perché giusta e
pacifica, una società che ha sconfitto la superstizione, l'ignoranza, la violenza e l'oscurantismo intellettuale. Sarà
possibile solo quando l'uomo vivrà per la verità coltivando il sapere autentico. Dominando la natura ma nel
rispetto delle sue leggi.

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