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Il passaggio dalla filosofia medievale a quella moderna è un passaggio da un mondo teocentrico (Dio al
centro del mondo) a un mondo antropocentrico (l’uomo padrone del mondo).
NEL MEDIOEVO
Dio è centrale, il cosmo è natura di Dio e tutto dipende da lui, dalla sua volontà. Non c’è un angolo del
cosmo che non segue un ordine e che non sia voluto da Dio. Questo è il mondo medievale in cui l’uomo è
davvero piccolo, è ovvio che non può capirlo e deve affidarsi alla fede e alla magia. É una visione
rasserenante, ma anche inquietante perché è pieno di misteri che si risolvono affidandosi alla fede.
Successivamente nelle università si tenderà sempre più a essere razionali, a spiegare questioni teologiche
su base razionale, già verso la fine del medioevo; per esempio la tesi dell’immortalità dell’anima aveva
delle incongruenze e cercarono di risolverle, di capirne la causa, filosofi medievali come Tommaso
d’Aquino. Inoltre già Boccaccio e Petrarca ripresero e studiarono opere classiche.
Il ruolo dell’ASTRONOMIA: Nel 500 è l’astronomia che è al centro delle scoperte fino al 600 in cui ci
sarà una trasformazione del sapere: svolta sul piano metodologico, sul linguaggio matematico e sulla
misurazione. L’astronomia ha consentito di fare passi da gigante per la modernizzazione del sapere e della
mente.
1687: La rivoluzione scientifica si conclude con la pubblicazione a Londra nel 1687 di“Philosophiae
Naturalis Principia Mathematica”, i principi matematici della filosofia naturale, di Isaac Newton. Un
trattato astronomico che tratta discipline non solo fisiche e matematiche, da notare l’uso di Philosophie
Naturalis poiché non esisteva ancora la filosofia (1700), ma era concepita come scienza.
Copernico muore appena dopo la pubblicazione dell’opera “de revolutionibus orbium coelestium” nel
1543. Non gode dunque dei meriti per la sua opera.
L’opera viene pubblicata con una prefazione di Andreas Osiander, un teologo e scienziato luterano
tedesco, in cui elogia l’opera per la sua precisione e perizia, ma avverte i lettori di prestare attenzione al
trattato perché Copernico aveva parlato in modo ipotetico e matematico. Il luterano afferma che non va
preso alla lettera essendo un semplice escamotage matematico, è solo un’ipotesi in cui si riduce
l’astronomia alla matematica. Un trucco matematico. Non è detto che sia così. Anche Aristotele chiama
l’astronomia una matematica applicata. La prefazione di Osiander, che non poteva essere contestata da
Copernico poiché era morto, garantì però la lettura a tutti, evitando la censura da parte della Chiesa
Cattolica.
La prima condanna per la dottrina copernicana da parte della chiesa avverrà infatti solo nel 1616, fino ad
allora la tesi eliocentrica circolava poiché era considerata solo un’ipotesi e non aveva perciò pretese.
Molti astronomi credevano nella tesi e la consideravano veritiera ma nessuno aveva il coraggio di dirlo
pubblicamente perché considerata una blasfemia.
Ponendo le riflessioni in modo ipotetico Copernico si assicurò la lettura nelle università, nei conventi e
nei monasteri del suo trattato.
Da queste tesi nasce però la voglia di controllare se ciò che si affermava fosse reale, se le ipotesi che si
sposavano bene con la realtà fossero davvero reali.
Prima di Copernico i pianeti si muovevano con una curva cicloide, perché avevano altri modi, con
Copernico tutto queste teorie cade e diventa tutto più semplice. Perciò perché non preferire qualcosa di
più semplice?
Si cercarono così prove che confermavano le tesi copernicane e queste conferme arrivarono ad un certo
punto.
“Astronomia nuova” nel 1609 (nesso tra diffusione delle idee scientifiche e la storia dell’uso della
stampa, un’idea deve essere diffusa e accessibile a più persone possibili). In esso enuncia le sue prime due
leggi, che hanno importanti implicazioni cosmologiche:
1) “L’orbita dei pianeti attorno al sole è un’ellissi di cui il Sole occupa uno dei due fuochi”
Con la prima legge Keplero afferma dunque che le orbite dei pianeti NON sono circolari, come si
pensava. Smonta la sfericità del cosmo.
2) “Il raggio vettore dei pianeti spazza aree uguali in tempi uguali”.
Secondo la seconda legge dunque i pianeti hanno velocità diverse durante l’orbita (maggiore in
perielio, minore in afelio), i moti dei pianeti NON sono regolari né uniformi. Duro colpo per la
visione classica.
“Harmonices mundi”, l’armonia del mondo, nel 1619. Secondo libro. Annuncia la sua terza legge:
3) “Il rapporto tra il quadrato del periodo di rivoluzione e il cubo del semiasse maggiore dell'orbita è
lo stesso per tutti i pianeti”
Non dice granché in più, ma conferma una convinzione di Keplero ovvero che tutto avviene in
modo proporzionato. L’universo è matematicamente ordinato.
Keplero non sapeva però il motivo per cui i pianeti facessero così, aveva solamente osservato. Le leggi
della dinamica arriveranno poi con Newton. Egli dà risposta ai grandi problemi osservativi, come il moto
apparentemente retrogrado dei pianeti. (Il moto retrogrado apparente o retrogradazione è il movimento retrogrado che un corpo
celeste sembra eseguire lungo la fascia zodiacale a causa dello spostamento del punto d'osservazione durante il moto di rivoluzione della
Terra. La causa del moto retrogrado apparente, quindi, è la stessa della parallasse stellare: lo spostamento, però, è molto più ampio a causa
della vicinanza dei pianeti e il fenomeno è più vistoso sia perché facilmente rilevabile come spostamento relativo alle stelle sia perché
contrasta con la direzione normale di percorrenza dell'eclittica seguita dai pianeti e apparentemente dal Sole.)
Inizia una astronomia nuova anche se dovrà avere nuovi tasselli per un rinnovamento completo.
L’ASTROLOGIA: Galileo non si occupava solo di astronomia, ma per guadagnarsi da vivere perfino lui
si occupava di astrologia e preparava gli oroscopi per personaggi eminenti come il doge di Venezia. A
ogni persona veniva fatto un oroscopo personalizzato. Eredità della cultura medievale.
IL SIDEREUS NUNCIUS
Galileo Galilei pubblica, nel marzo del 1610, il “sidereus nuncius” (annuncio siderale, un libricino in
latino), il primo report della scienza modernamente intesa, primo rapporto scientifico della scienza
moderna.
Esso è una raccolta di dati e misure compiute col telescopio da Galileo Galilei tra novembre del 1609 e
gennaio del 1610. Uno dei testi più importanti della storia del pensiero scientifico, per importanza
paragonabile all’evoluzione delle specie di Darwin. Dopo la pubblicazione diventa un uomo di scienza a
livello mondiale.
Utilizza per la prima volta per le osservazioni uno strumento scientifico, il telescopio o cannocchiale:
Galileo prende questo strumento scientifico e lo usa per l’astronomia. Esisteva già una sorta di
cannocchiale presso gli olandesi che lo usavano nella navigazione per notare porti e barche in lontananza.
Galileo ne costruisce un prototipo, punta questo strumento verso il cielo e misura e appunta ciò che vede.
Il telescopio riusciva a fare 1000 ingrandimenti per i corpi celesti. Serviva per osservare nella maniera
desiderata il fenomeno per poterlo misurare.
All’università di Padova e l’arsenale di Venezia mise a disposizione per studenti il suo sapere scientifico
in vari ambiti.
Galileo attraverso queste osservazioni compie 3 importanti scoperte, che insieme costituiscono la prova
empirico sperimentale della tesi copernicana, infatti dopo la sua pubblicazione si accelera il processo
della condanna al copernicanesimo. Il sidereus costituisce la prima prova ufficiale delle tesi copernicane,
afferma che il moto attorno al Sole è da accettare.
Le 3 scoperte sono:
1) Le macchie della luna: si vedono anche ad occhio nudo, erano state interpretate dagli antichi
come qualcosa che accade tra la superficie terrestre e il cielo lunare, dunque sotto il cielo della
Luna poiché dopo il cielo della Luna era tutto perfetto, metafisico, era un muro invalicabile.
Galileo invece osserva che le macchie della luna mutano e si muovono come le ombre del Sole
sulle catene montuose della superficie terrestre, ombre che si allungano e si accorciano.
Misurazione dopo misurazione con il telescopio Galileo prova che la superficie lunare è
irregolare, ci sono montagne, è fatta come quella terrestre: terrosa, irregolare, imperfetta. Si
smonta la presunta perfezione del cosmo.
Inoltre, dal momento che le superfici lunare e terrestre sono analoghe, simili, anche Luna e Terra
possono essere simili e girare dunque entrambe attorno al Sole, come afferma la tesi copernicana.
2) I quattro satelliti di Giove: Giove ha 4 satelliti medicei (in onore di Lorenzo de Medici) che si
muovono attorno al pianeta con orbite che possono essere descritte, è quindi come aver un sistema
solare in miniatura, un modellino del sistema proposto da Copernico. Così anche la Terra potrebbe
ruotare insieme al suo satellite (la Luna) attorno al Sole.
3) Le fasi di Venere: l'altra scoperta è che Venere ha delle fasi come la Luna, ma se la Luna è
analoga alla Terra, allora anche Venere è analogo alla Terra, anche Venere è imperfetto!
Prima si pensava brillasse essendo il pianeta dell’amore e quindi luccicava. Erano sospetti che
c’erano, però Galileo per la prima volta li dimostra non dice che sono sue convinzioni. Dimostra
con analisi, rappresentazioni grafiche a china che ripropongono le osservazioni.
Il problema della parallasse:
Una obiezione fatta al modello di Copernico è che se la Terra ruotasse effettivamente attorno al Sole
allora noi dovremmo notare la parallasse (fenomeno ottico per cui un oggetto sembra spostarsi rispetto
allo sfondo se si cambia il punto di osservazione, per esempio se guardi il tuo dito e poi chiudi un occhio
vedrai il dito che sembra spostarsi, la distanza si chiama distanza di parallasse), cioè dovremmo vedere la
parallasse stellare, ma in realtà non la vediamo. Ora noi sappiamo che ciò avviene perché le stelle son
talmente distanti da noi che la distanza di parallasse non è percepibile, e questa è la spiegazione che
avevano teorizzato anche Copernico e Galileo. Invece Tycho Brahe rifiutò il modello copernicano proprio
perché non gli tornavano i conti sulla parallasse, egli aveva tuttavia usato nei suoi calcoli il
diametro apparente delle stelle osservato dall’occhio nudo, che non corrisponde al diametro effettivo
delle stelle.
Altre scoperte:
- La Via Lattea: ci sono moltissime altre stelle che formano una galassia, non esistono stelle fisse,
sono uno sciame. La Via Lattea è dunque un enorme ammasso di stelle.
- L’irregolarità del moto di Saturno, che si scoprirà essere dovuta all’anello
- Le macchie solari: a distanza di poco dalla pubblicazione del sidereus nuncius Galileo misura le
macchie solari, uno studio iniziato nel siderius nuncius e poi continuato in un’altra opera. Galileo
fa osservazioni con lenti oscurati per vedere il Sole (riprendendo Euclide) e dice che ci sono delle
macchie non dovute alle imperfezioni del mondo sublunare, ma sono perfettamente aderenti alla
superficie di quella sfera. Galileo dimostra che le macchie solari aderiscono alla superficie solare,
dunque perfino il sole è fatto di massa terrosa, il Sole è imperfetto.
- Un errore di Galileo: ritiene che le maree siano causate dal moto di rotazione della terra
Quando pubblica il SIDEREUS NUNCIUS all’inizio è rivolto a 100 lettori che potevano capire l’opera, il
suo scopo non era raggiungere la classe popolare, ma gli scienziati, intellettuali, gli astronomi. Allora
invia una copia del libro ai colleghi e insieme alla copia invia anche un esemplare di telescopio con il
biglietto che dice di provarlo mentre si legge il libro. Lo invia a colleghi, scienziati, astronomi (per
esempio il professor Cremonini, tolemaico che non voleva guardare dentro il telescopio, non si fidava; se
ti fidi di uno strumento diabolico esci fuori con idee diaboliche; la maggior per i primi anni non
guardarono dentro il telescopio, poi invece diventerà la regola, l’unico modo per fare astronomia).
Mossa azzeccata, molto efficace, se non credi allora prova. Il telescopio è stata una novità inaudita,
perché Galileo diceva che i fenomeni dovevano essere osservati a condizioni ottimali per poterli misurare
e osservare. Se misuri puoi lavorare matematicamente, più efficace del linguaggio normale. Puoi lavorarci
sopra in modo rigoroso, chiaro e distinto. Il sidereus nuncius infatti è un classico della scienza che invita
il lettore a diventare scienziato a verificare cosa viene detto. Con Galileo la scienza moderna spicca il
volo, numerose conferme che Galileo riprenderà anche nell’opera scritta in volgare “Dialogo sopra i due
massimi sistemi del mondo” in cui opera su vari aspetti ed esperimenti. Dal punto di vista cinematico e
astronomico nasce l’astronomia moderna. No piano dinamico. C’è un avanzamento strumentale con i
telescopi.
Parentesi su Margherita Hack: (Una parte della storia dell’astronomia l’ha scritta Margherita Hack
(1922-2013), grande astrofisica italiana, mente prodigiosa e sorprendente, ha osservato il cielo da casa
sua, ha osservato nell’università di Trieste)
NATURALISMO DI GALILEO
Galileo ha un atteggiamento nuovo nei confronti della natura, c’è un nuovo modo di concepire la natura:
si parla di atteggiamento naturalistico, naturalismo rinascimentale. Si guarda alla natura e al cielo. Ciò
avviene anche in arte, si comincia a rappresentare meglio l’ambiente. Cambiano la mentalità e il modo in
cui si guarda la natura, non solo da parte degli scienziati, ma anche di tutti i cittadini.
Ad esempio nel quadro “fuga d’Egitto” del 1609 di Adam Elsheimer il cielo stellato anticipa ciò che verrà
detto da Galileo. Ogni stella è disegnata con accuratezza e realismo, si vedono le macchie lunare. La
cultura del tempo, anche le botteghe non solo l’elité di scienziati, era già intriso di spirito naturalistico
prima di Galileo.
Galileo è un uomo di scienza, ma soprattutto della cultura, era anche un filosofo. Il più importante
insieme anche a Giordano Bruno, sono figure accomunate dal desiderio di guardare la natura da un occhio
laico, evitando i condizionamenti della religione. Si guarda la natura con occhio laico.
Per Galileo la religione non può interferire sulla scienza. I cristiani pensano che il disegno divino sia
superiore a quello scientifico e va bene finché si dica che la teoria vera sia quella scientifica e non quella
della chiesa. Galileo mette per iscritto queste lettere, assolda dei copisti (dato che era diventato ricco e
famoso).
Fa quasi 80 copie che vengono spedite ai pochi che in Europa erano in grado di recepire il messaggio
galileiano: emancipazione del sapere, l’autonomia della scienza e del pensiero scientifico. Li manda per
esempio ai gesuiti che erano in tutte le corti, erano vicini agli ambienti colti. La chiesa deve fare religione
ma non scienza, perché a quella ci pensano gli scienziati che hanno le competenze per studiare la natura.
L’allievo può essere credente come per esempio Newton. A Galileo bisogna essere riconoscenti non solo
per la nuova astronomia, ma anche perché è stato il primo a sostenere l’autonomia della scienza, un
manifesto del libero pensiero della scienza.
La condanna: Galileo con le sue lettere ha laicizzato un testo sacro. La Chiesa non poteva accettarlo,
prima di arrivare a dire che la scienza è libera e che si può liberamente interpretare la Bibbia ci vorranno
secoli (seconda guerra mondiale). Prima la Bibbia era un testo sacro.
Dunque nel 1616 arriva la condanna alle tesi copernicane e a Galileo, al quale viene vietato di parlare e
scrivere sul copernicanesimo, divieto che Galileo non rispetterà.
IL SAGGIATORE
Nonostante la condanna Galileo continua a fare ricerche e a scrivere/inviare libri.
Al 1623 risale “Il Saggiatore” (=la bilancia di precisione, uno strumento), opera del 1623 in volgare per
pubblicizzare la sua idea. In esso vi sono molte idee scientifiche e filosofiche fondamentali per la nascita
della fisica moderna.
Il Saggiatore è la risposta a un’opera di Orazio Grassi, “La Libra” (= la bilancia).
Orazio Grassi, un gesuita e un grande matematico e architetto che insegnava al collegio romano
matematica o astronomia, aveva scritto un libro, appunto La Libra, sull’interpretazione delle comete con
le nuove norme. In esso sosteneva che le comete fossero fenomeni dovuti alla combustione che
avvenivano lontano rispetto alla superficie terrestre. Orazio Grassi aveva ragione, mentre Galileo
sosteneva erroneamente che le comete fossero fenomeni dovuti alla rifrazione sotto il cielo della Luna.
La tesi principale del Saggiatore tuttavia non c’entra con le comete, ma con il problema dei corpi (cosa
sono e cosa bisogna studiare e come vanno studiati), con il calore e il movimento. Per la prima volta viene
fatta una distinzione tra le caratteristiche primarie, di cui si occupa la scienza, e quelle secondarie.
(Distinzione che verrà ripresa da John Locke, un filosofo inglese che scrive alla fine del ‘600 un saggio
sull’intelletto umano, distinguendo tra qualità primarie e qualità secondarie, un concetto introdotto
appunto da Galilei).
Galileo dice che ci sono aspetti/considerazioni oggettivi e soggettivi.
- OGGETTIVI: spiegano i soggettivi, per questo sono detti primari. Gli aspetti oggettivi sono
quelli matematici, quantitativi, aspetti che sembrano prescindere dalla nostra soggettività. Per
esempio il peso misurato con un’unità di misura è una grandezza macroscopica ed è evidente. Per
Galileo una cosa è oggettiva se si può misurare sia algebricamente che geometricamente. Il
muoversi ad una certa velocità è oggettivo. Ciò che è oggettivo non viene meno se viene meno un
testimone, un osservatore. Le cose più importanti sono negli oggetti e sono quantificabili. Una
piuma per esempio misura 10 cm e pesa 1 g anche se nessun osservatore la sta guardando.
- SOGGETTIVI: sono le qualità non misurabili che vengono meno quando viene meno il
senziente, colui che le percepisce. Per esempio il colore, il caldo/freddo vengono a meno quando
si perde il contatto con qualcuno. Una piuma per esempio è bianca, leggera, e provoca il solletico,
ma queste sono qualità che vengono meno quando viene meno la persona che la guarda. Le qualità
sono solo nomi, sono solo reazioni della nostra soggettività. Le percepiamo solo perché
interagiscono con le nostre particelle, se no non ci sarebbero.
Questo è un grande salto, prima lo studio della natura era uno studio qualitativo, quello moderno è
strettamente quantitativo. L’epistemologia moderna è quantitativa! La natura parla in un linguaggio
fatto di numeri, rapporti, cerchi e bisogna spiegarlo con questo linguaggio, tutto ciò che non riguarda ciò
non deve essere indagato dalla scienza.
La realtà come un’unica materia da misurare: La realtà viene omogeneizzata da Galileo: è un’unica
materia da misurare scientificamente, ponderare o calcolare. Vi sono dunque due concezioni della realtà
completamente diverse e distanti:
La prima fatta da tanti sinoli (per Aristotele) / creature (per Tommaso d’aquino).
La seconda composta da un’unica omogenea realtà da misurare (Galileo).
La transustanziazione: Per Galileo qualità e accidenti sono solo nomi, ma questo va contro il miracolo
della transustanziazione, in cui permangono appunto gli accidenti, le qualità, e cambia la sostanza.
Nel 1983 viene pubblicato il “Galileo eretico” di Pietro Redondi, che afferma che la vera ragione per cui
Galileo viene condannato non è il copernicanesimo, ma il suo atomismo, in quanto nega il dogma della
transustanziazione che in quel tempo era visto come un principio non negoziabile. La sua tesi fu corretta
però da autori successivi.
IL METODO GALILEIANO-SPERIMENTALE
Galileo non ha mai esplicitato o descritto il suo metodo di ricerca, ma lo possiamo ricavare dalle sue
opere (come il Saggiatore e il Sidereus Nuncius) e dalle sue osservazioni. Il metodo che usa non è
enunciato ma è presente in tutte le sue sperimentazioni. Il metodo di Galileo utilizza la ragione e la
deduzione.
Il metodo sperimentale (o IPOTETICO-DEDUTTIVO) è basato su:
- Osservazioni sistematiche, quantitative e rigorose. Ottenute con misurazioni.
- La trascrizione matematica e fedele delle sensate esperienze che consente le necessarie
successive dimostrazioni
Lo studio della natura deve essere quantitativo, prima induttivo e poi deduttivo secondo il metodo
galileiano.
Il procedimento è molto semplice:
1) Sensate osservazioni: si osserva un fenomeno rilevando dati misurabili e quantificabili.
2) Ipotesi matematiche: Si formula un’ipotesi in termini matematici sulla base delle osservazioni.
3) Sensate esperienze: Si fa un esperimento, si va a verificare l’ipotesi riproducendo in termini
sperimentali il fenomeno, utilizzando strumenti di misurazione e verificando così la validità della
tua ipotesi.
4) Certe dimostrazioni: se l’esperimento verifica l’ipotesi, si formulano leggi matematiche
Il metodo è sia induttivo sia deduttivo:
- INDUZIONE: dai dati particolari si formula un’ipotesi matematica
- DEDUZIONE: le dimostrazioni. Dall’ipotesi matematica si deducono rigorose predizioni sui
fenomeni
Inizialmente dunque si osserva e si raccolgono elementi su ciò che interessa. Per selezionare bisogna
concentrarsi sulle cose misurabili come la temperatura, la dimensione, il peso con strumenti di
misurazione. Poi si formulano le ipotesi per spiegare i fenomeni. Galileo deve trovare le condizioni
ottimali per fare le misurazioni, bisogna ottenere situazioni sperimentali che consentono di eliminare i
fattori che potrebbero influenzare l’esperimento (per esempio per ridurre l’attrito, non si può
completamente perciò si elimina al massimo e poi nelle misurazioni si tiene conto dell’attrito presente).
Con il metodo sperimentale Galileo verifica la correttezza della legge della caduta dei gravi (senza attrito
i corpi cadono con la stessa accelerazione indipendentemente dalla massa) e l’isocronismo del pendolo (le
oscillazioni di piccola ampiezza si svolgono tutte nello stesso tempo).
Cartesio: userà il metodo di Galileo, usando tuttavia molta più algebra e meno geometria. Il limite di
Galileo infatti è che usava molta geometria ma poca algebra ed alcuni aspetti fisici sono molto difficili da
esprimere geometricamente rispetto che algebricamente. Le regole dell’algebra furono schematizzate solo
nel’800. Cartesio converte la geometria in algebra e viceversa.
Meccanica: Galileo continua i suoi studi di meccanica, a fare esperimenti come quelli sul pendolo,
capisce ma non enuncia il principio di inerzia. Comincia la meccanica celeste ma anche la meccanica dei
corpi in generale.
Cos’è lo spazio?
Lo spazio è lunghezza, larghezza, profondità. Lo spazio è infinito, non finito e ordinato come per i
medievali. Vien meno la creaturalità perché tutto è spazio, particelle, anche l’uomo e le creature.
Parentesi su John Donne: John Donne è una voce importante in questo periodo, una testimonianza del
sentimento di crisi che contraddistingue il 600. Nel 1611 scrive “An anatomy of the world”. Espone una
visione naturalistica e cosmologica, mette in evidenza il passaggio da geocentrismo a eliocentrismo. La
nuova filosofia mette tutto in dubbio e il mondo si sgretola riducendosi ai suoi atomi. Questi elementi
turbano molto coloro che sono abituati ad affidarsi alla tradizione.