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Toffoletti Cristiano
16/10/2014
INDICE:
1
Testo tratto da biografie online.it
All Coherence Gone ci aiuta a capire meglio in che cosa consisteva la visione
Geocentrica del mondo. Innanzitutto lUniverso Pre-copernicano era finito e quindi
commensurabile, decisamente pi adatto alle proporzioni umane rispetto alluniverso
infinito Post-copernicano. In questo universo ordinato e perfetto ogni cosa aveva una
posizione specifica e assumeva un proprio ruolo. Esisteva una rete invisibile di
connessioni e relazioni che legavano ogni cosa a tutte le altre: il microcosmo al
macrocosmo, il paradiso allinferno, il visibile allinvisibile, lumano al sovraumano.
Questa rete di connessioni era razionalizzata a partire da una legge (o principio) che
potremmo definire di analogia e corrispondenza che legittimava linterazione tra
elementi apparentemente distanti e diversi. Questa distanza o diversit era, per
lappunto, apparente, in quanto ogni elemento, preso singolarmente, era allo stesso
tempo uno e molteplice, possedeva cio una propria identit ma allo stesso tempo
manifestava una molteplice essenza. Allinterno del medesimo elemento unaltra
essenza poteva essere riconosciuta, quindi compresa ed infine evocata a partire dal
tipo di lettura che di quellelemento ne veniva fatta; e solo a quel punto era
possibile far corrispondere quellessenza o (identit) ad unaltra analoga ma presente
in un altro elemento, anche se la natura di questo secondo elemento risulta, in
apparenza, assai distante. Proprio per queste ragioni era possibile che, attraverso una
serie di corrispondenze, le stelle e i pianeti potessero avere influenze sulluomo cos
come luomo potesse in qualche modo essere connesso al regno animale, vegetale,
minerale e ai metalli. Questo dipendeva dalladdestramento e dalle abilit
conseguite dallosservatore che operava queste associazioni. A quel tempo non
esisteva separazione tra le sfere della religione, della magia e della scienza, anzi,
erano allo stesso tempo diverse essenze: diverse facce di una stessa medaglia.
Tuttavia esisteva un vincolo, un limite a queste abilit, questo limite era dato
esplicitamente e categoricamente dai dogmi che la chiesa Cristiana Cattolica(poi
anche quella Protestante) derivava dallinterpretazione delle Sacre Scritture4. In
maniera generale e approssimativa si pu dire che qualsiasi applicazione, pratica o
teoretica, del principio di analogia e corrispondenza che fosse in contraddizione con
suddetti dogmi sarebbe stata dichiarata eretica, cio deviante dalla visione canonica
che del mondo era stata data.
Il problema che il sistema clericale vigente tentava di arginare e di scoraggiare attraverso listituzione del Santo Uffizio che prevedeva luso di tribunali, detti
dellInquisizione, che avevano il compito di vagliare lintenzione e la natura eretica
di alcune teorie e di giudicare chi vi aderiva - era lutilizzo improprio di alcune
pratiche che avevano la conseguenza di produrre interi immaginari ai quali potevano
aderire vasti gruppi di persone che potenzialmente sarebbero potuti emanciparsi dalla
visione canonica. Anche qui verrebbe spontaneo situare questo genere di
comportamento allinterno delle dinamiche politiche sul mantenimento del potere, ma
tenendo conto della cultura del periodo, che contemplava una visione dellesistenza
solo in apparenza disgiunta tra potere temporale e universale, secondo il mio parere
4
Ovviamente il vincolo e il limite era istituzionale, ovvero quei limiti che sono imposti dalla societ al
cittadino. Le discipline dellastronomia e dellalchimia prese di per se stesse non erano soggette a tali limiti.
possibile collocare solo con molta cautela questo tipo di atteggiamento allinterno di
una situazione pi generale di conflitto di territorio che abbracciava sia la sfera
politica quanto quella sociale e religiosa.
Secondo Coudert, William Bouwsma era corretto nel definire la cultura come un a
mechanism for the management of existential anxiety (Allison P. Coudert, Religion,
Magic, and Science in Early Modern Europe and America, p. xxvi). La necessit di
gestione dellansiet esistenziale non fu mai cos urgente come nei secoli sedicesimo,
diciassettesimo e diciottesimo. Si comprende in questo modo, senza entrare nel
merito del giudizio, come limportanza culturale della gestione delle eresie da parte
del clero non fosse solo un modo di garantirsi ad oltranza il controllo sugli individui
oppure lo status quo ma anche e soprattutto un tentativo consapevole di mantenere un
grado di equilibrio psico-fisico allinterno della societ stessa.
Come molto spesso accade nella storia, emersero tuttavia dei fattori imprevedibili che
contribuirono ad aumentare lansiet, lincertezza nelle vite delle persone ordinarie e
che alterarono questo equilibrio nella societ. Ci fu una tale quantit di informazioni
nuove che pervennero dai pi disparati settori della vita che iniziavano ad essere
difficilmente digeribili dalla maggior parte della popolazione.
Questa crescente ansiet non fu recepita in maniera eguale dalla popolazione che
reag nelle pi diverse maniere: alcuni non riuscirono ad accettare questa ansiet e si
prodigarono per soffocarla nel sangue attraverso la repressione violenta(caccia alle
streghe) o intellettuale(indice dei libri proibiti), altri invece accettarono - o si
rassegnarono - a questa condizione di ansiet e cercarono, attraverso faticosi tentativi
e sacrifici, di conferirle un senso nuovo, ottenendo importantissimi risultati alcuni dei
quali figurano oggi come pilastri della societ moderna. Questo atteggiamento
eterogeneo e in apparenza contraddittorio dei protagonisti di questepoca port
inesorabilmente ad una serie di importanti trasformazioni nella cultura cos come
nella societ che furono descritte con opinioni contrastanti dagli storici fino agli anni
Sessanta, probabilmente perch difficile omnicomprendere lintero contesto e i
vari fattori che hanno contribuito alla formazione di questa Prima et Moderna5.
LE ACCUSE
Dalla lettura del documento della Lettera a Cristina, appare evidente come non ci sia
solo un invettiva dei Teologi nei confronti delle teorie di Galileo, ma come anche
Galileo, nel tentativo di difendere le sue teorie non manchi di inveire contro di essi.
Si capir in seguito come i Teologi concentrino i loro sforzi per condannare la teoria
di Galileo ma non la sua persona, sulla base della conformit ai dogmi relativi alle
Sacre Scritture, mentre Galileo, nel tentativo di difendere la sua teoria, non si scaglia
direttamente contro le Sacre Scritture, ma contro linterpretazione che di esse stata
fatta; quindi egli si rivolge direttamente ai Teologi in quanto persone e si scaglia
contro la loro ottusit. Galileo oltremodo infastidito dal fatto che probabilmente le
persone che tentano di condannare le sue teorie siano innanzitutto:
in contraddizione: poich condannando le teorie di Galileo stanno di
conseguenza condannando anche quelle di Copernico sulle quali hanno
riformato il calendario che loro stessi in qualche modo hanno voluto, accettato
ed infine canonizzato.
in abuso di potere: poich, a detta di Galileo, queste persone non hanno
neanche letto i suoi trattati o quelli di Copernico e se lo hanno fatto non
possiedono gli strumenti teorici per capirli eppure fanno ricorso alla loro
autorit in quanto vicari e mediatori del volere divino in Terra per condannare
qualcosa che non esercita, in verit, nessuna minaccia a quello che essi teologi
rappresentano, ovvero i difensori del sapere e volere divino. Ammesso che
siano proprio queste virt che essi difendono, ma che secondo Galileo essi
dichiarano soltanto ma in realt antepongono a taluno mandato degli interessi
personali.
Galileo, in un passo tratto dal documento Lettera a Cristina di Lorena descrive cos
la situazione nella quale si trova:
10
Il motivo dunque, che loro producono per condennar lopinione della mobilit
della Terra e stabilit del Sole, che leggendosi nelle Sacre Lettere, in molti
luoghi, che il Sole si muove, e che la Terra sta ferma, n potendo la Scrittura
mai mentire o errare, ne seguita per necessaria conseguenza che erronea e
dannanda sia la sentenza di chi volesse asserire il Sole esser per se stesso
immobile, e mobile la terra.
11
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completamente prevalso sullaltro, ecco perch non possiamo dire che lera Moderna
conclusa ma possiamo solo continuare a sub-categorizzarla chiamando let
contemporanea come Post-Moderna ma per una semplice necessit tassonomica.
Limmaginario geocentrico era coerente con le speculazioni teologiche del tempo,
dove la teologia era la regina di tutte le scienze. Secondo la gerarchia disciplinare
della tradizione tomista, riassunta nella formula della philosophia ancilla theologiae,
alla teologia spetta il privilegio di stabilire le norme che le scienze inferiori (le tre
branche della filosofia, ossia metafisica, fisica e matematica) sono tenute a rispettare
nella loro speculazione. Nellambito della seconda scolastica, cio del grande
recupero del tomismo e dellaristotelismo che si sviluppa a partire dal primo
Cinquecento e conosce la propria massima fortuna nella Compagnia di Ges, la
dipendenza della filosofia dalla teologia si manifesta tanto al livello dei principi
ordinativi, nel senso che le discipline subalterne (fisica e matematica) si servono
degli assiomi di quelle subalternanti (metafisica e teologia), quanto a quello dei
contenuti, con il rispetto di precondizioni quali latto creativo originale, la finitezza
spaziale e temporale delluniverso, la centralit della Terra (unesposizione
approfondita della questione fornita da U. Baldini in Legem impone subactis (cit.,
19-33). Tale compenetrazione d vita a un complesso teoretico fortemente integrato,
che costituisce la struttura portante della filosofia naturale gesuitica e della grande
maggioranza delle scuole cattoliche sino alla prima met del secolo XVIII: e la
sfida di Galilei, lanciata solo sui piani consequenziali dellautonomia della scienza
sperimentale e del geocentrismo, finisce cos per coinvolgere inevitabilmente lintero
edificio del sapere scolastico9.
Limmaginario scientifico, come si visto, porta con se un diverso sistema di valori
che sono quelli che si basano sulla cosiddetta Filosofia Meccanica. Secondo la
quale tutto ci che c, quindi che esiste, sono atomi e particelle in continuo
movimento e trasformazione e che sono il minimo denominatore comune consistente
la materia che a sua volta compone i corpi e tutto ci che visibile. Questo assunto
ha avuto come conseguenza, lo sviluppo di un pensiero, quello scientifico dove
losservazione diretta lunica via verso la conoscenza delle verit. (Coudert, 2011,
p. xxiii)
Queste due discipline, che oggi rappresentano due modi di intendere il mondo, sono
diametralmente opposte, eppure, al tempo di Galileo non lo erano affatto anzi
convivevano arricchendo la conoscenza delluomo verso il divino e le sue
manifestazioni, fino a quando lidentit di una disciplina e dellaltra non si
cristallizzarono a tal punto che finirono con il collidere e a creare dei conflitti la cui
natura molto complessa.
La teologia si basava sullanalisi delle questioni che riguardavano la fede, mentre la
scienza indagava i meccanismi del mondo manifesto. Queste due materie, secondo
Galileo dovevano acquisire una propria identit e quindi rimanere distinte,
9
Lettera a Cristina, materiale didattico, p.110, nota 68
13
14
Riconosce, daltra parte, il grande potenziale della scienza, non solo in quanto
strumento utile per migliorare la vita pratica delle persone, ma soprattutto in quanto
forma mentis e atteggiamento nei confronti degli aspetti ancora ignoti della natura.
Dai documenti scritti da Galileo come la Lettera a Cristina di Lorena si deduce che
Galileo fosse un uomo di fede. Lo si deduce dai numerosi riferimenti a Dio stesso,
cos come agli Scrittori Sacri che egli dichiarava autentici portatori di Verit in
quanto divinamente ispirati e dalla grande considerazione che Galileo riponeva nei
confronti di uomini che, in tempi poco pi recenti, avevano dedicato la vita allo
studio della fede Cristiana e alla sua professione e che per meriti e virt egli
considerava uomini saggi e degni. Alcuni di questi uomini, menzionati e citati a pi
riprese dallo stesso Galileo nella lettera furono quelli di SantAgostino
diIpponia(354 430 d.C); San Girolamo (347 -430 d.C).
Galileo scrive:
[]Per grazie infinite dobbiamo render conto a Dio benedetto, il quale per
sua benignit ci libera da questo timore, mentre spoglia dautorit simil sorte
di persone [gli uomini indegni], riponendo il consultare, risolvere, e decretare
sopra determinazioni tanto importanti nella somma sapienza e bont di
prudentissimi Padri, e nella suprema autorit di quelli che scorti da Spirito
Santo non possono se non santamente ordinare []11.
15
secondo modello, originariamente elaborato dai Sofisti Greci, nel quale il linguaggio
crea le realt che descrive. Sebbene il libro di Struever sia focalizzato al
Rinascimento, le sue tesi possono essere facilmente applicate sia al periodo della
Prima et Moderna che ai periodi successivi. Il linguaggio era ed una
preoccupazione perch, essendo un mezzo di espressione e comunicazione, si
configura anche come ci che connette le persone al mondo nel quale vivono e le
une alle altre. Ogni discussione sul linguaggio comporta quindi unanalisi di come le
persone pensano e usano le parole e di quello che le parole significano. Perci il
linguaggio parte integrante dellantropologia, psicologia, storia, filosofia, scienza e
religione. Il dibattito epistemologico sulla natura del linguaggio, ovvero se esso sia
naturale o artificiale, voluto e ordinato da Dio o creato dalluomo, una capacit innata
o imparata attraverso i sensi, un dibattito che non n neutrale n spassionato.
Limplicazione di domande circa la vera natura del linguaggio continua ad essere una
materia soggetta a dinamiche di potere ed autorit che possono portare alle estreme
conseguenze dellarresto o dellesecuzione in certe culture ed in certi periodi della
storia.
Le aspre controversie tra Cattolici e Protestanti riguardo la natura dei miracoli, dei
sacramenti, il ruolo dei santi, il potere delle reliquie e lefficacia di alcuni rituali
come gli esorcismi, tutte implicavano la questione del se le parole, i gesti e le
sostanze possedessero intrinseco potere. Ad esempio se la particola e il vino
potessero diventare corpo e sangue di Cristo nellesatto momento in cui il prete
durante la celebrazione delleucarestia avesse pronunciato Hic est corpus meum e
Hic est enim calix sangunis mei o pi semplicemente chi avesse il diritto di parlare
a nome di Dio. Tutto questa preoccupazione al solo scopo di legittimare un
immaginario o di garantire lutilit di una determinata visione del mondo. Quello che
emerge da questo dibattito che le parole e le manifestazioni della realt non sono in
realt una cosa sola, ma la loro relazione materia di convenzione.(Coudert, 2011
p.xv-xvi)
Ed proprio su questo punto che Galileo cercher di fare chiarezza sulla fallibilit
dellesegesi biblica che stata proposta fino ad allora per riuscire a fare in modo che
le sue teorie fossero, almeno, non discordi con essa. Galileo possiede molte frecce al
suo arco da utilizzare per provare la veridicit delle sue teorie: la pi importante
levidenza dei fatti, segue luso della retorica13 e lappello a santi e teologi che si sono
pronunciati sulle medesime questioni durante i primi secoli di vita del cristianesimo e
la cui autorit stata universalmente riconosciuta.
13
La retorica larte di parlar bene. Essa la discilplina che studia il metodo di composizione dei discorsi,
ovvero come organizzare la lingua naturale(non simbolica) secondo un criterio per il quale a una
proposizione segue una conclusione. Sotto questo aspetto essa un metalinguaggio, in quanto cio un
discorso sul discorso. Lo scopo della retorica la persuasione, intesa come approvazione della tesi
delloratore da parte di uno specifico uditorio. Da un lato, la persuasione consiste in un fenomeno emotivo di
assenso psicologico; per altro verso ha una base epistemologica. (Da wikipedia, retorica). Un esempio di uso
della retorica da parte di Gaileo : due cose vere, se sono entrambe vere non possono contrariarsi.
16
La chiesa Cristiana Cattolica al tempo della riforma protestante basava il suo metodo
interpretativo su quattro regole che furono elaborate da Benito Pereyra (1535 -1610)
professore di logica, fisica e Sacra Scrittura al Collegio Romano. Pereyra , assieme a
Cesare Baronio (1538 -1607) cardinale, autore degli Annales ecclesiastici, documenti
con i quali Roma risponde alle accuse della storiografia protestante e al Concilio di
Trento, una delle tre auctoritates teologiche moderne citate nella Lettera a Cristina,
ma la sua presenza risulta di gran lunga la pi determinante nellarchitettura
probatoria dellintero scritto, quella citata da Galilei lultima delle quattro regole
esegetiche codificate dal teologo gesuita, ed elencate allesordio del suo commentario
al libro II della Genesi, regole con cui si pu facilmente stabilire quale
interpretazione, tra quelle dei vari autori che spiegano questinsegnamento di Mos
sulla nascita del mondo, sia vera, e quale falsa, e quali pi o meno probabili. La
prima regola afferma che la narrazione mosaica della Genesi da considerare del
tutto reale dal punto di vista storico, con la conseguenza che ogni singola parola da
intendere alla lettera, ossia nel senso pregnante e pi comunemente recepito dagli
uomini. La seconda regola, che in via indiretta unindicazione per lo studio delle
cause seconde, cio delle leggi di natura, prevede il ricorso minimo allintervento
soprannaturale quale origine dei fenomeni che non possono essere inquadrati nel
consueto sistema causale. La terza regola dice che da evitare lappello alla Scrittura
come istanza dirimente nelle dispute profane, che rischia di esporla al conflitto delle
interpretazioni. La quarta regola, che quella specificatamente citata da Galilei,
intende conservare un margine di garanzia nellinerranza della Scrittura in rapporto
alle verit di ordine razionale, attraverso una distanza di sicurezza fra il senso
letterale del testo biblico e le conclusioni di natura razionale-osservativa che
impedisca attriti tra i due ordini di verit tali da nuocere a quello religioso14.
Queste regole furono elaborate sapientemente per conferire un maggiore potere al
magistero ecclesiastico nella figura di mediatore tra le verit della fede e le Sacre
Scritture cos da dissuadere chiunque ad approcciarsi personalmente e direttamente
alla Bibbia, riservandosi un certo grado di giudizio sulle interpretazioni che ne
venivano date. A sorpresa, Galileo, sceglie di citare una di queste regole come
supporto al suo trattato, in particolare riporta una citazione dello stesso Pereyra
riguardo le conclusioni naturali e le ragioni manifeste:
[] bisogna evitare in ogni modo di intendere e sostenere in modo fermo e
categorico qualsiasi cosa contraddica le esperienze manifeste[] Non pu
infatti la verit delle Sacre Lettere essere contraria alla verit delle ragioni e
delle esperienze delle umane dottrine, poich ci che vero concorda sempre
con il vero15.
A questo punto sembra palesarsi lo scopo finale di Galileo in questo dibattito: creare
una separazione di ambiti nei quali relegare rispettivamente le due discipline, quella
14
Lettera a Cristina, materiali didattici, p: 102-103, nota del curatore
15
Ibidem,
p.102
17
LA TEORIA DELLACCOMODAMENTO
Quando si presenta la situazione ove si riscontra invece che nelle Sacre Lettere sono
descritti fenomeni del mondo naturale e manifesto ed l che maggiormente la
chiesa di Roma preme affinch le teorie di Galileo non contrastino con ci che
scritto Galileo fa appello alla teoria ermeneutica dellaccomodamento (molto
diffusa nella teologia cristiana e prima ancora nellellenismo ebraico).
Galileo introducendo questa teoria esordisce cos:
Sopra questa ragione parmi primieramente da considerare, essere e
santissimamente detto, e prudentissimamente stabilito non poter mai la Sacra
scrittura mentire, tuttavolta che si sia penetrato il suo vero sentimento, il quale
non credo che si possa negar essere molte volte recondito, e molto diverso da
quello che suona il puro significato delle parole.
Nellinterpretazione dei Sacri Testi Galileo intende dire che sarebbe un errore volersi
soffermare sulla pura costruzione grammaticale e sul solo suono delle parole, perch
un interpretazione basata su questa chiave di lettura potrebbe portare a delle
conclusioni che si discostano anche di molto dal reale senso che gli Autori
volevano comunicare. Con buone probabilit gli autori originali16, ispirati dallo
Spirito Santo, erano consapevoli delleterogeneit culturale delle persone che si
sarebbero, nel corso dei secoli, approcciate ai Testi Sacri. Una diversit non solo a
livello di culture, ma anche di grado di istruzione e consapevolezza allinterno di una
medesima cultura. Basandosi su questo fatto, secondo Galileo, gli Autori hanno
saggiamente composto e redatto i Sacri Testi tenendo conto di questa disparit e
hanno intenzionalmente adattato lo standard e lo stile di scrittura per far in modo che
fosse compreso a partire dal ceto sociale pi basso, il volgo17 fino a quelli che
meritano di esser separati dalla plebe: i dotti, i saggi.
Cos come li concepiva Galileo, i Testi Sacri rappresentavano una forma elevatissima
di scrittura che poteva essere letta a diversi gradi sulla base delle abilit e della
consapevolezza a disposizione del lettore in quel momento. Solo in questo modo,
16
Gli evangelisti.
17
assai rozzo e indisciplinato come lo descriveva Galileo
18
cio cos composta, la Bibbia poteva contenere al suo interno tutte le scienze e le
filosofie(caratteristica prevista dal primato della teologia) ma sarebbe stato compito
dei saggi espositori produrne i veri sensi.
Questo modo di intendere la questione dellermeneutica biblica implica di per se una
distinzione tra la parte pi rozza e ignorante della popolazione, rispetto ad unaltra
parte, composta verosimilmente da poche persone, che avrebbero posseduto le virt
necessarie per sondare i veri significati dei Sacri Testi18. Queste capacit e virt
particolari erano state in possesso di alcune persone fin dai tempi pi antichi19 e
coincidevano con quello che noi oggi definiremmo come pensiero scientifico, ma
che al tempo di Galileo non si era ancora definito con una propria e specifica identit.
Quello che Galileo elogiava ed ammirava nelle persone che considerava sagge e
che auspicava e proponeva a chi ne era difetto, cio il volgo era il fatto che
possedessero tutti una forma mentis20 che li permetteva di osservare il mondo,
potevano toccare con mano e sperimentare le manifestazioni dei suoi fenomeni e
quindi derivarne delle verit che sarebbero state di qualit differente rispetto ad una
semplice informazione (che senza sperimentazione rimane astratta) che doveva essere
assunta come dogma sulla base di unautorit presunta21. In tutta questa vicenda, che
tocca Galileo veramente da vicino, egli manifesta una grande capacit di tolleranza e
volont di conciliazione. Infatti rimarcando listanza che due verit, essendo tali, non
possono mai contrariarsi, ma essendo tali verit riferite ad ambiti diversi(il come si
vadia al cielo e come vadia il cielo) naturale che tutte le verit che si siano
riscontrate nei fenomeni naturali non possano contrastare con le altre verit che sono
presenti nei Testi Sacri. Sar quindi sommo privilegio e grande responsabilit dei
saggi espositori ricondurre le nuove evidenze del mondo manifesto
allinterpretazione delle Sacre Lettere per riuscire a penetrarne i veri sensi22.
18
Non che i significati recepiti da una lettura volgare e quindi dedotti da uninterpretazione letterale del testo
non fossero anchesse verit ma erano, secondo Galileo, delle verit relative, delle verit che per lappunto
si accomodavano alle capacit di comprensione del volgo e alla misura della loro consapevolezza riguardo le
manifestazioni naturali del mondo.
19
Sempre in riferimento alla teoria eliocentrica copernicana, menziona alcuni tra i pi eminenti filosofi e
pensatori classici: []Pitagora, e da tutta la sua setta, e da Eraclide Pontico, il quale fu dellistessa
opinione; da Filolao, maestro di Platone, e dallistesso Platone, come riferisce Aristotele[] (Lettera a
Cristina, materiali didattici, p. 106-121, nota)
20
Si intende il pensiero scientifico che implica lutilizzo del metodo sperimentale.
21
Alcuni capoversi della Lettera a Cristina sono giocati sullopposizione semantica insegnare /
dimostrare, che rimanda alla precedente distinzione fra autorit della tradizione e metodo sperimentale.
(Lettera a Cristina, materiali didattici, p. 115, nota)
22
In riferimento alla teoria eliocentrica copernicana Galileo cita una frase di SantAgostino.
S. Agostino al tempo, non aveva una certezza sperimentale di come fosse strutturato il cielo, ma tuttavia
aveva sviluppato quello che Galileo elogiava e ammirava nelle persone: un approccio sperimentalista. A tal
proposito riporta una frase: Si pu sostenere in breve che i nostri autori sapessero, sulla figura del cielo,
quale fosse la verit: ma lo Spirito di Dio, che parlava attraverso di essi, non volle insegnare agli uomini [ci
che non sarebbe loro stato utile alla salvezza. (Lettera a Cristina, materiali didattici, p. 99, nota)
19
20
Galileo sostiene la tesi che levidenza di un fatto ottenuto attraverso la scienza debba
essere considerato un valore aggiunto (miglioria o progresso) verso una
comprensione pi profonda dei sensi reconditi nelle Sacre Scritture.
Tuttavia lintenzione di Galileo non venne recepita dal sistema clericale come
complementare e la sua teoria non venne integrata come ausilio allesegesi biblica,
ma venne vista come minaccia allauctoritas del magistero ecclesiastico in quanto
vicario di Dio in terra. Si venne a creare in tal modo una cesura, una separazione
netta di due forme di pensiero (quella scientifica e quella teologica) che producevano
due visioni del mondo che entravano in conflitto invece di conciliarsi come Galileo
avrebbe in cuor suo sperato.
21
principio, nei confronti dello scienziato, senza mai rinnegare le decisioni del Santo
Uffizio25, in particolare non ammettendo eccezioni alla infallibilit della Bibbia,
nemmeno nel senso letterale della scrittura. Tale posizione espressa in una lettera
inviata il 12 Aprile 1615 a padre Paolo Antonio Foscarini, cattolico sostenitore
dell'eliocentrismo ed amico di Galilei, lettera nella quale sosteneva di non poter
escludere a priori l'attendibilit della teoria eliocentrica, ma rimandando qualsiasi
tentativo di proporla come descrizione fisica solo dopo che si avesse avuta la prova
concreta e definitiva. In risposta Galileo ritiene che se questo dibattito non stato
esplicitamente evocato dai Santi Padri, perch dovrebbe ora lui rimettersi al giudizio
di agiografi e teologi dei tempi moderni se prima, questi ultimi, non esaminano
minuziosamente la tesi di Galileo e non risolvono ogni dubbio circa la sua falsit?
processo ai libri di Copernico a Galileo stato di mediatore tra due poli. Probabilmente la condanna al carcere
a vita di Galileo stata evitata soprattutto grazie allattivit di Bellarmino.
25
Bellarmino, nella lettera a Foscarini (padre carmelitano e sostenitore di Galileo), ribadisce che Il Concilio
prohibisce esporre le Scritture contra il commune consenso de santi Padri. In tal modo il cardinal
Bellarmino tentava di moderare i toni di Foscarini cercando di metterlo in guardia dai giudizi, ben pi
intransigenti di due Padri domenicani: Nicol Lorini e Tommaso Caccini; i quali riuscirono a far mettere
allIndice dei Libri Proibiti anche i trattati del Foscarini a difesa di Galileo (Marzo 1616). Sempre in quel
periodo, le prime fasi del processo a Galileo, che prevedevano attivit e indagini interne del Santo Uffizio,
secondo le decisioni prese alla presenza del Papa nella riunione del Sant'Uffizio del 3 marzo, il 5 marzo 1616
la Congregazione dell'Indice dei Libri Proibiti emette il decreto che condanna senza appello la lettera di
padre Foscarini, mentre decide che il testo di Copernico (e quello di un certo Padre Stunica) siano sospesi
fino a quando non siano corretti.
26
Lettera a Cristina, materiali didattici, p.136
22
27
Lapocalisse di Newton, archivio storico.corriere.it, 27/09/2014
23
24
25
vogliono rischiare troppo in materia di fede agli inizi del 1616 la decisione della
Chiesa presa. Su ordine del Papa, Paolo V, molto ostile agli intellettuali, Bellarmino
il 18 febbraio 1616 sottopone ai "qualificatori" della Congregazione del Santo Uffizio
l'esame di due proposizioni, che secondo la deposizione fatta dal Caccini davanti
all'Inquisizione il 30 marzo 1615 erano professate da Galileo e i suoi seguaci e
precisamente:
che il sole sia centro del mondo, e assolutamente immobile per quanto riguarda il
moto locale;
che la terra non il centro del mondo n immobile, ma si muove tuttattorno a se
stessa, anche con moto diurno.
I qualificatori (autorevoli teologi) rispondono in un documento il 24 febbraio
affermando che:
32
Il riferimento a Gs 10, 12, la vittoria di Israele sugli amorrei: Allora Giosu parl al Signore, nel giorno
che il Signore diede gli amorrei in mano ai figli di Israele, e disse in presenza di Israele : Sole, fermati in
Gabaon, e tu, Luna, nella valle dAialon.
26
molto pi importante del processo a Galileo del 163333 in quanto non si tratt della
condanna fisica di un uomo, ma di un intero sistema le cui implicazioni avrebbero da
l in poi determinato la storia dei rapporti tra la teologia cristiana e le scienze naturali.
Da quel momento si rafforz sempre di pi nel cattolicesimo la tendenza ad affermare
che la Bibbia, nelle sue affermazioni letterali ed esplicite, necessariamente vera
anche dal punto di vista scientifico34. Il motivo per cui questo conflitto di territorio
ancora in atto, e dopo secoli non ha fatto che cristallizzarsi ancor di pi, dovuto al
fatto che al momento della rivoluzione scientifica che stata, usando la prospettiva
di Galileo, un puro atto di manifestazione dellingegno e della dignit umana il
sistema clericale non stato in grado di operare unanaloga rivoluzione religiosa35
tenendo conto dellimprevedibilit dei fattori che portano al mutamento di una
cultura.
33
Lopera di Galileo Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, fu la causa del suo processo e quindi
della minaccia fisica alla sua libert personale. Lopera pur avendo ricevuto allinizio lautorizzazione a
pubblicarla, ne fu subito proibita la diffusione e trascin nuovamente Galileo il 12 Aprile 1633, davanti agli
inquisitori che gli rimproverano di non essersi attenuto allingiunzione del cardinale Bellarmino.
34
Galileo Galilei, Dialogo dei massimi sistemi, in Mauro Pesce Il copernicanesimo e la teologia perch il
caso Galileo non chiuso, 2010, P.40
35
Ho utilizzato intenzionalmente lespressione rivoluzione religiosa pensando alletimo della parola
religione.
Religione deriva dalletimo religere, che ha il significato di: tenere con cura, oppure cura riguardosa, aver
riguardo o rispetto, scrupolosa attenzione E quindi il contrario di negligere, che vuol dire appunto
trasandato, non curante del suo dovere.
Religione deriva anche dalletimo religare, che invece ha significato di: unire, tenere insieme, collegare. In
questo caso la religione tiene unito Dio e luomo, il cielo e la terra, leterno ed il tempo, il visibile
allinvisibile, il naturale al soprannaturale. La religione quindi crea dei ponti tra dimensioni diverse, spesso
antitetiche, con lobbiettivo di collegarle. Ecco perch nellantica Roma e in quella attuale esiste il Pontefice
(fautore di ponti).
Intesa in questi termini, la religione cristiana nel corso della Prima et Moderna non stata in grado o non
ha voluto di adempiere al compito di religare, cio tenere assieme.
27
BIBLIOGRAFIA
Fonti:
Galileo Galiei Lettera a Madama Cristina di Lorena 1615, materiali didattici
I.Newton Trattato sullApocalisse a cura di M. Mamiani, Bollati e Broringhieri,
Torino,1994
Libri:
Allison P. Coudert Religion, Magic, and Science in Early Modern Europe and
America Praeger Series on the Early Modern World, Raimond B. Waddington,
Series Editor, 2011
Articoli in rivista:
Mauro Pesce Il copernicanesimo e la teologia, perch il caso galileo non
chiuso materiali didattici, bozza del 20/7/2010
Sitografia:
Da Giangi Caglieris (Giovanni Maria Caglieris)
Copernico, la sorte del De Revolutionibus dopo la condanna della Chiesa e il ruolo
di Galileo 27/09/2010.
Link: https://web.infinito.it/utenti/c/caglieris_gm/copernico/copernico.htm
Quinzio Sergio L' Apocalisse di Newton 23/09/2010
Link: http://archiviostorico.corriere.it/1995/gennaio/03/Apocalisse_Newton_co_0_9501033293.shtml
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