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Titolo: Luomo moderno ha le stesse incertezze delluomo del primo Novecento?

LOttocento stato un secolo fortemente caratterizzato da una concezione salda dellio, in quanto luomo attribuiva alla sua soggettivit, un dominio assoluto sulla propria coscienza, sul proprio corpo e sulla natura. Ma alla fine dellOttocento si avvert sempre pi profondamente un forte disagio sociale, che si ripercosse anche a livello individuale. Lio assoluto comincia a vacillare e nel primo novecento la crisi esplode: la crisi delle certezze. Tale crisi investir tutti i campi, filosofia, scienza, letteratura, e si ripercuoter pesantemente sulla societ modificandone la mentalit. Il primo filosofo che annunci la crisi fu Schopenhauer (1788-1860) il quale perviene alla riduzione delluomo ad una inconscia, incontrollabile, infinita volont, la volont di vita (ville zum leben). Essa, manifestandosi sotto forma di bisogni e pulsioni,determina ogni azione delluomo, tutto il suo agire. Lo scopo delluomo lo scopo della volont stessa, che quello di perseguire se stessa, di affermarsi come pura volont di vivere. Lunica via di liberazione delluomo la soppressione di questa volont, ovvero la noluntas, la rinuncia allio. Cade con Schopenhauer la definizione di uomo come animale razionale in quanto ogni suo pensiero e ogni sua azione non sono consapevolmente e razionalmente decisi, ma istintivamente determinati. Sulla scia di Schopenhauer, Nietzsche (1844-1900), individua i due impulsi primordiali che determinano lio: lapollineo e il dionisiaco. Il primo costituisce la parte razionale dell'uomo, ordinata, armonica ed equilibrata mentre il secondo costituisce la parte irrazionale e disordinata. Freud (1856-1939), nella sua 2 topica individua 3 parti che costituiscono lessere, cos perfino il senso dellio soggetto a disturbi e i suoi confini non sono stabili (Il disagio della civilt, 1971). Lio una povera cosa che soggiace a un triplice servaggio e che pena sotto le minacce di un triplice pericolo: il pericolo che incombe dal mondo esterno, dalla libido dell'Es e dal rigore del Super-io. Bergson (1859-1941) definisce lio come lincessante progredire del passato che intacca lavvenire e che progredendo si accresce. Noi siamo infatti la sintesi della nostra storia. La storia passata di ogni uomo ne determina la personalit e gli atteggiamenti, talvolta in modo inconscio. Noi siamo durata, non istante: lalternativa rispetto a Nietzsche posta in modo clamoroso. Ed posta anche per quel che riguarda la questione religiosa: non vero che Dio morto, anzi esattamente la coscienza,, il luogo dellio che permette alluomo di intuire la presenza di Dio. Altrimenti la morte di Dio porterebbe con s anche la morte delluomo. Luigi Pirandello (1867-1936) propone in modo forte ed innovativo un fatto che consequenziale alle visioni filosofiche di quel periodo: la dissoluzione, la frammentazione dellio. Il vitalismo di Pirandello lo porta a vedere la realt, la vita, come un processo in continuo fluire, continuo divenire, in cui luomo immerso e tenta disperatamente di fissarsi in delle forme. Se fossimo liberi da ogni regola, da ogni coscienza, seguiremmo pedissequamente i nostri istinti, le nostre volont (Les, la ville zum leben, lo spirito dionisiaco), ma ci non possibile nella societ in cui viviamo che stabilisce dei regole, a cui non vorremmo soggiacere (noluntas), e quindi ci costruiamo delle maschere, per raggiungere una determinata forma e poterci identificare in un modello, da noi stessi creato e bene accetto da noi e dagli altri (il super-io). Luomo finisce per assumere una serie di maschere, e non sa pi chi . E rappresentato dalla sua parte irrazionale e pulsionale o dal modello che esso mira ad essere? E rappresentato dallimmagine che egli ha di s stesso o dallimmagine che gli altri hanno di lui? Nella prima met del Novecento, la crisi dell'io esplode: la crisi dellidentit borghese. La coscienza che il soggetto, che lio ha di se stesso, della sua 'identit, lo porta a domandarsi: chi sono? Persa ogni fiducia nella religione (Nietzsche definisce Dio la nostra pi lunga menzogna), nella ragione e nella scienza resta un uomo contraddistinto dallincertezza, senza sicurezze. La rincorsa al successo economico da ottenere senza troppe remore etiche e la vita vissuta all'insegna del divertimento sfrenato portano l'uomo a provare penosi sentimenti di solitudine, di noia, di insicurezza, di vuoto esistenziale, di profondo disorientamento morale. Questo fatto paradossalmente acuito, anzich lenito, dalla libert di cui gode l'uomo contemporaneo, dalla molteplicit di opzioni fra cui chiamato a scegliere, in assoluta solitudine, senza riferimenti certi, senza guide che non siano il profitto economico e l'interesse personale. Viviamo oltretutto in un epoca di trasformazioni vertiginose, di cambiamenti repentini, di complessit crescenti che esigono capacit di risposta non comuni e che rischiano di schiacciare l'individuo facendolo sentire ancora pi impotente ed insicuro. Inoltre, negare, o almeno comprimere, la parte spirituale dell'uomo, porta a recrudescenza tutta una serie di mali sociali: la criminalit, il suicidio, la violenza, l'alcolismo, la droga, le cosiddette "malattie mentali".

La societ ci propone modelli di vita edonistica che poi ci lasciano delusi e insoddisfatti. Il piacere offerto in tutte le sue forme e sempre pi a portata di mano attira e induce ad essere meno di ci che si , annebbia la ragione e fa cedere agli istinti. Tutte queste considerazioni non devono per portare alla semplicistica conclusione che anche luomo moderno sia irrimediabilmente destinato a lasciarsi vivere, incapace di determinare la propria vita. Lio la sintesi della nostra storia ma la nostra storia frutto non solo dei fatti che ci accadono in tutta casualit ma anche e soprattutto del modo in cui questi fatti sono vissuti, accettati, elaborati. La nostra storia fatta di scelte spesso difficili, ma possibili, di un lavoro su noi stessi capace di creare una determinata personalit. I mezzi di informazione e di comunicazione di cui oggi dispone luomo hanno reso possibile un percorso interno di crescita e di consapevolezza che ha profondamente mutato la mentalit e la coscienza umana. Luomo moderno ha laccesso a risorse precedentemente inaccessibili grazie alle quali non s pi sentito estraneo al mondo e ai suoi simili ma al contrario, grazie anche alla globalizzazione, li ha sentiti pi vicini, meno diversi, pi simili. Luomo ha imparato a dialogare con se stesso perch ha capito che importante farsi delle domande, e darsi delle risposte. Questo lavoro di autocritica, di riflessione su se stessi e sulle proprie azioni porta il nostro io a conoscersi profondamente e la conoscenza porta con s il desiderio di crescere, in un fluire continuo di eventi che non ci scivolino pi addosso ma che siano capaci di modificare il nostro agire futuro. Ecco che cos lio in grado di essere e di essere ogni giorno nuovo, diverso e migliore. Di fronte ad una scelta istintiva, luomo moderno riflette, la sua coscienza correttamente formata obbietta e fa sentire la sua voce, lio sceglie ci che ritiene meglio fare in quanto in grado di autodeterminarsi. Luomo contemporaneo vuole comprendere il fondo delle cose, vuole cogliere la profondit del reale al di l dellapparenza e non vuole perci essere pi semplicemente un ingranaggio del grande e incontrollabile meccanismo sociale, vuole essere invece un protagonista consapevole e responsabile. Questa la sfida con cui ogni giorno dobbiamo fare i conti e a ciascuno di noi sta decidere di accettare questa sfida, che quella di dare un senso a tutto ci che facciamo. Certo dedicarsi alla conoscenza di se stessi, alla creazione del proprio io, al miglioramento di s, non cosa facile e non cosa da tutti. Ci per non significa che non sia possibile. Anzi, non solo possibile ma indispensabile e urgente, prima che dalla dissoluzione dellio si passi irrimediabilmente alla dissoluzione dellintera umanit. Questa ritengo sia larte di vivere e non di sopravvivere. In quest'et di crisi, che stiamo tuttora attraversando, tante opzioni vengono offerte alla nostra attenzione, da quelle di stampo nietzschiano a quelle di stampo esistenzialista, ma in questo mondo consumistico che vive in modo ossessivo-compulsivo, c una unopzione antica ma sempre nuova: la riscoperta dellio come di un figlio di qualcuno che gli vuole bene. SantAgostino diceva Non uscire fuori di te. Rientra in te stesso. Nellintimo delluomo abita la verit. E se ti trovi manchevole, trascendi te stesso! (De vera religione, 39). Tardi Ti ho amato, Bellezza tanto antica, eppure tanto nuova. S, perch Tu eri dentro di me; io invece ero fuori e l Ti cercavo. (Confessioni, X, 27, 38)

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