Sei sulla pagina 1di 4

PROCESSO CONTRO FRIEDRICH HEGEL

Hegel è considerato uno dei filosofi più rappresentativi dell’idealismo tedesco. I capisaldi della
sua filosofia sono: l’Identità di reale e razionale, il Compito della filosofia e la Dialettica.
Partendo dal primo punto una delle formule più care a Hegel è “ciò che è razionale è reale, ciò
che è reale è razionale”. Prima di tutto per il filosofo la realtà è Spirito, che essendo il tutto e
non statico, si chiama Assoluto o Infinito. Questa sostanza viene anche chiamata Idea o
Ragione. Nella prima parte della formula Hegel vuole dire che tutto ciò che è dotato di logica,
razionale appunto, diventa realtà, per questo motivo lui giustifica ad esempio tutte le forme di
governo esistenti (in particolare parla dello stato prussiano). La seconda parte asserisce che in
tutto ciò che è reale si trova della razionalità, infatti il divenire della realtà non è un processo
casuale ma logico. L’altro importante capisaldi è il compito della filosofia che lui definisce
come la “nottola di Minerva”, infatti proprio come la civetta spicca il volo al tramonto, così la
filosofia sorge quando la realtà è compiuta. Egli parla di funzione giustificatrice della
filosofia, la quale deve accettare la realtà presente e giustificarla con la ragione. La filosofia
deve fornire gli elementi per mantenere lo stato della realtà. Infine Hegel intende la dialettica
come quel processo grazie a cui si può comprendere e sviluppare la realtà stessa. Questo
sistema comprende tre momenti: la Tesi,che costituisce il momento intellettivo astratto;
l’Antitesi ossia il momento negativamente razionale e la Sintesi che è invece il momento
speculativo o positivamente razionale. Nella Tesi l’intelletto pone un concetto e lo considera
separato dagli altri. Nell’Antitesi la ragione collega i concetti tra loro mettendoli in relazione
con le loro negazioni ed infine nella Sintesi la ragione unisce i concetti opposti. Solo la sintesi è
concreta ed è chiamata momento del “superamento” (Aufhebung) poiché toglie i concetti dal
loro isolamento ma li conserva nella loro unità. In questo momento triadico la sintesi diventa
poi tesi di un’altra triade fino ad arrivare ad una sintesi finale. La sua più grande opera
“Enciclopedia delle Scienze Filosofiche” segue questo schema: la Logica rappresenta la Tesi e
studia l’idea considerata in sé; la Filosofia della Natura è l’antitesi che studia l’idea fuori da sé
e la Filosofia dello Spirito è la sintesi che studia l’idea che ritorna in sé. Lo Spirito
rappresenta l’ultimo momento di sviluppo dell’Assoluto, ossia l’Idea ritornata in sé che
raggiunge la consapevolezza di essere il Tutto. La parte della filosofia dello spirito si divide in:
Spirito soggettivo, Spirito oggettivo e Spirito assoluto. Lo Spirito soggettivo è quello
individuale che comprende tre momenti: l’anima, la coscienza e lo spirito. In questa ultima
fase lo spirito soggettivo passa ad essere spirito oggettivo, negando la sua individualità e
inserendosi nella società. Lo spirito oggettivo è il momento in cui l’uomo diviene libero poiché
entra in società quando possiede un bene immobile, scontrandosi con altre autocoscienze.
Hegel intende quindi per spirito oggettivo tutte le istituzioni sociali che sono: il Diritto astratto
che quando viene violato è punito con una pena che ha validità solo se c’è un vero pentimento;
la Moralità che è l’ambito in cui l’individuo decide cosa è bene e cosa è male ed infine l’Eticità
che a sua volta si divide nei valori della famiglia, della società civile e dello Stato. Quest’ultimo
è per Hegel il più importante, infatti indica l’ingresso di Dio nel mondo. Esso è una famiglia in
grande poiché porta i valori della tesi ( indicata dalla famiglia appunto). Lo stato è quindi
espressione della razionalità universale che stabilisce non solo il diritto ma anche i valori
morali. Egli respinge anche la concezione liberale di questo, poiché la libertà consiste proprio
nel rispetto delle leggi,considerando per questo la monarchi come la miglior forma di governo.
Cosi Hegel giustifica anche la guerra, considerata il mezzo attraverso il quale la Storia decide
quale sia lo Stato più adatto al ruolo di guida del popolo. Senza guerre infatti la storia
registrerebbe solo pagine bianche. La Storia, proprio come tutta la realtà, è concepita come
un processo caratterizzato da un ordine dialettico che tende alla libertà. Questa è, secondo il
filosofo, lo Spirito del popolo (Volkgeist in tedesco) collegandosi a Fichte. Infine l’ultimo
punto importante da delineare è il processo che lo spirito percorre per giungere alla certezza
di essere tutta la realtà, procedimento che prende il nome di Fenomenologia dello Spirito, il
quale rappresenta l’antitesi dello spirito soggettivo trattato in precedenza. Il termine
Fenomenologia deriva dal greco “phainomai” e significa “apparire”, è lo spirito che si
manifesta in diverse tappe caratterizzate da fasi interne chiamate “figure”. I tre momenti
fondamentali sono: la coscienza (tesi) che è la consapevolezza dell’oggetto; l’autocoscienza
(antitesi) che è la consapevolezza di sé, quindi del soggetto e la ragione (sintesi) che è invece la
consapevolezza di essere tutta la realtà. L’autocoscienza spinge ad affermare se stessa sugli
altri generando una lotta fra autocoscienze. Questa si risolve nel rapporto servo-padrone,la
lotta finisce quando vince colui che ha messo a repentaglio la propria vita. Quando però il
servo lavora per il padrone si sviluppa una nuova dialettica per la quale il padrone diviene
servo del servo poiché dipende da lui, mentre il servo diventa padrone del padrone poiché è
grazie al suo lavoro che il padrone può vivere. Ma la coscienza dell’uomo si percepisce
imperfetta rispetto a Dio, sentendosi appunto infelice. Ma l’io capisce di essere Dio grazie alla
devozione e l’ascetismo, tramite l’estasi, acquisendo la certezza di essere ogni realtà e quindi
trasformandosi in ragione.
Onorevole signor giudice l’imputato Friedrich Hegel viene accusato dalla controparte di aver
elaborato un impianto filosofico inadatto a spiegare la realtà. Mi trovo qui oggi al fine di
condannare la sua posizione per diversi motivi che adesso illustrerò. Il tema fondamentale
della sua posizione è che la realtà, definita come Assoluto o Idea, sia una totalità, un sistema
unitario per il quale tutti i singoli fenomeni non si spiegano in sé. Stando infatti al suo
pensiero l’oggetto diviene un qualcosa strettamente collegato e dipendente dal soggetto. Le
cose finite, gli oggetti rappresentano il finito che non sono veramente se stesse se non in
relazione all’intero. La singola cosa è veramente se stessa nel momento in cui si distingue da
ciò che non è, “il vero è l’intero”, in quanto ogni rappresentazione parziale presenta un
elemento di falsità e una contraddizione che deve essere superata. Tale superamento della
contraddizione nel processo della dialettica ,secondo l’imputato, è proprio il momento della
sintesi, quando lo Spirito raggiunge la consapevolezza di essere il Tutto. A questo punto, se è
vero che l’oggetto è dipendente dal soggetto senza il quale non avrebbe significato, come
spiegare il mondo? Ad esempio i fatti storici che il signor Friedrich considera insensati se
presi da soli, in realtà riescono ad assumere un significato e una concretezza che supera il
limite dell’unità. Tutte le cose nel mondo infatti sono slegate e riescono a trovare un
significato dentro loro stesse. Potremmo chiederci ad esempio come fa un figlio che ha perso
la madre a riuscire ad essere indipendente. La madre è infatti colei che lo ha generato e che
per lui significa l’Assoluto di cui Hegel parla, soprattutto negli anni infantili, quando un
bambino divine quasi l’ombra della madre prendendone gli esempi e le scelte. Ma se, come nel
caso sopra citato, un evento della vita portasse un ragazzo a rimanere solo, ciò non vuol dire
che egli non riesca ad andare avanti. Non è infatti possibile che tutti gli oggetti e i fenomeni
del mondo siano legati a dei corrispettivi soggetti. Sul piano commerciale ad esempio i
prodotti che vengono venduti non appartengono a nessun proprietario se non prima vengono
acquistati da un singolo, ma sono semplicemente oggetti che si mantengono in modo
indipendente da ciò che li circonda e che soprattutto hanno un significato ed uno scopo. Infatti
come dice il qui presente accusato non è vero che un fenomeno trova il suo significato quando
si distingue da ciò che non è o non può essere, poiché ogni singola cosa già in sé rappresenta
l’unicità. La realtà infatti non è e non può essere omogenea, altrimenti ci sarebbe il rischio che
tutte le cose nel mondo siano copie delle altre. Al centro di questa dimensione per Hegel vi è il
soggetto, in quanto autocoscienza che prende consapevolezza di sé e lotta con le altre
autocoscienze per riuscire a prevalere e ad aspirare alla libertà. Ma anche qui non è possibile,
come dice il filosofo, che l’uomo sia libero solo quando rispetta le leggi dello Stato, poiché
infatti in questo modo verrebbe meno il significato stesso di libertà. Se le leggi sono
imposizioni e l’uomo deve rispettarle di conseguenza non potrà mai risultare libero. Infatti,
giudici, può dirsi veramente libero colui che uccide o che ruba andando contro le violazioni
imposte dallo Stato. Se l’uomo è libero nel rispetto delle leggi sarà sempre vincolato in modo
indiretto da un imposizione che lo rende prigioniero. Tuttavia con il qui presente si può infatti
parlare di “società chiusa”, cioè individui regolati da rigide norme di comportamento che
tuttavia rispecchia il periodo in cui il nostro accusato è vissuto, in particolare quello della
Rivoluzione francese prima e poi i moti del ’30 che hanno dato un nuovo volto alla storia
instituendo uno stato sempre più ostile alle idee di suffragio e di rappresentanza
parlamentare. A questo punto è anche sbagliata la concezione dell’imputato secondo la quale
non può essere un solo individuo a cambiare il corso della storia, infatti secondo lui a guidarla
vi è una sorta di provvidenza divina immanente che lui definisce come astuzia della ragione e
che fa sì che tutte le volontà degli uomini vengano riunite in un unico ordine. Ma anche in
questo caso il concetto di libertà perde di significato. Non può infatti essere più importante la
libertà comune rispetto a quella individuale, poiché il singolo sarebbe comunque insoddisfatto
e sottomesso ad una scelta indipendente dalla sua volontà. Non è infatti vero che la libertà
individuale non esiste perché da un punto di vista razionale il ragionamento non sussiste in
quanto ognuno possiede un intelletto che si differenzia da tutti gli altri. Lo snodo
fondamentale è che allora per Hegel tutto è determinato nello Spirito che è Ragione, cioè la
consapevolezza di essere ogni realtà , ma è anche Dio. È proprio questo che porta l’uomo ad
essere infelice: l’eterna scissione tra autocoscienza e coscienza, cioè soggetto e oggetto, io e
mondo che alla fine viene risolta proprio dalla Ragione stessa. Secondo il filosofo alla fine
infatti l’uomo stesso si identifica con Dio attraverso le pratiche religiose. In questo modo però
non si può parlare di Dio che invece è un ente supremo che regola gli eventi della vita e
attraverso la resurrezione si è distaccato dall’umanità per elevarsi a diventare garante di un
ordine e un bene supremo rivolto agli uomini. L’accusato in questi discorsi mostra una
superficialità nello spiegare la complessità della realtà. A questo proposito sicuramente uno
dei maggiori filosofi contemporanei in linea con il mio pensiero è Kierkegaard, considerato
l’ideatore della cosiddetta “filosofia del singolo”. Secondo lui, al contrario del sistema
hegeliano, la realtà non è regolata da una logica razionale guidata dall’Assoluto, bensì dalla
possibilità di compiere una scelta che è proprio affidata al singolo. Tra l’altro Kierkegaard
contrappone al sistema dialettico, quello dell’aut…aut, in quanto l’uomo è chiamato a
scegliere tra alternative inconciliabili tra loro.
Signor giudice, è di certo innegabile l’importanza di una figura come quella del qui presente
signor Hegel, il quale è riuscito a modificare radicalmente importanti pensieri filosofici del
tempo. Nonostante ciò però ritengo quindi necessaria la condanna del nostro imputato in
quanto la maggior parte delle persone è qui presente a testimonianza di un assetto filosofico
che si è rivelato inadatto a spiegare la realtà. Questa è infatti trattata in modo superfluo e
spesso senza reali collegamenti logici. Non si può ovviamente non tener presente anche di tutti
gli altri esponenti della stessa corrente di pensiero tra cui Fichte e Shelling oggi qui presenti,
tuttavia ritengo che questo nuovo pensiero filosofico possa portare a considerazione sbagliate
della realtà. Per questo motivo, giudice, chiedo che il filosofico venga condannato con la colpa
di non aver saputo trattare in modo adatto una filosofia adatta a spiegare la realtà complessa.
Grazie a tutti voi per la collaborazione.

Potrebbero piacerti anche