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HEGEL

Hegel è il massimo rappresentante dell’idealismo tedesco. Nel realismo avremo una tendenza verso
l’infinito, il fatto che la conoscenza sia infinita metterà in discussione la filosofia di Kant virgola
che diceva che la conoscenza aveva dei limiti e il noumeno fosse inconoscibile. Secondo Hegel la
sua filosofia quella di schelling e di ficht rappresentano tre momenti dialettici ritroviamo in ficht la
tesi, in shelling l’antitesi ein Nigel la sintesi. La dialettica nel corso della storia ha subito delle
variazioni semantiche il significato più prossimo è quello di eraclito, cioè la dialettica come scontro,
dove alla base della realtà c’è lo scontro continuo tra elementi opposti che porterà al progresso,
anche Marx coinciderà con questo pensiero, lui affermerà che durante il corso della storia
dell’umanità ogni volta che c’è stato progresso alla base è avvenuto un conflitto, la tesi si scontra
con l’antitesi e produrrà la sintesi, cioè la filosofia di Hegel.
La storia segue i dettami della ragione e quindi affinché sia possibile una filosofia della storia che
riveli come il progresso storico mondiale sia dovuto al procedere dialettico e quindi lo svolgimento
nella storia dello spirito assoluto. La dialettica per Hegel è il metodo filosofico con la quale
arriviamo alla conoscenza e allo stesso tempo e la struttura della realtà, la filosofia di Hegel si
suddivide in tre parti la logica che è la idea in sé, la natura che l’idea fuori di sé e poi la ragione e lo
spirito che è l’idea in sé e per sé. In seguito Hegel descrive la filosofia di fichte come il cattivo
infinito perché si tende ma non si arriva mai all’infinito, quindi si avrà un andamento asintotico
dove l’assoluto ci sfugge e manca la sintesi, nella dinamica tra io e non io il limite posto dall’io
fittiano viene rimosso e allontanato all’infinito ma mai totalmente superato, E poi descrive la
filosofia di schelling come cattivo dialettico perché appunto manca l’argomento Dell’antitesi
L'idea è il punto di partenza della filosofia hegeliana ed ha appunto il nome al movimento a cui
appartiene Hegel detto appunto idealismo, l’idea può essere intesa come la razionalità del reale, il
fatto che il mondo ci appaia come razionale e presuppone secondo Hegel che esso derivi da una
razionalità preesistente, quasi un progetto che poi si sviluppa, producendo la realtà stessa, tale
progetto è appunto l’idea.
Hegel afferma che ciò che razionale è reale, e ciò che è reale è razionale, la razionalità del reale e la
realtà del razionale costituiscono i poli della teoria hegeliana il reale e lo sviluppo della razionalità
dell’idea dirà Hegel, per comprendere al meglio questa affermazione bisogna spiegare prima la
differenza tra ciò che è per comprendere al meglio questa affermazione bisogna spiegare prima la
differenza tra ciò che è reale e ciò Che semplicemente esiste, iniziamo col dire che l’esistente reale
non coincidono, infatti la razionalità è quell’aspetto che rende conoscibile l’assistente ed è l’aspetto
che collega le varie esistenze, cioè i singoli momenti egli rende conoscibili all’interno di un tutto E
soprattutto la razionalità ne costituisce l’aspetto essenziale e necessario. Per Hegel la razionalità
costituisce la struttura e la connessione delle esistenze È dunque un processo circolare dove i singoli
momenti si conoscono riconducendoli ad un tutto, cioè ad una realtà complessiva.
Questa processualità circolare Consente di comprendere razionalmente la singola cosa
accogliendola come momento di una realtà complessiva. La verità non è nessuno dei diversi
momenti presi singolarmente, ma è nel processo complessivo, Egel ci propone un esempio nella
prefazione della fenomenologia.. Se consideriamo il bocciolo, il fiore, è il frutto come realtà
individuali, dove ognuno è diverso dall’altro, ognuna di queste realtà si afferma negando l’altra, Il
bocciolo debe scomparire perché possa nascere il fiore, questo debe poi dissolversi perché il frutto
si affermi e si sviluppi, La verita e ovunque nel processo complessivo della pianta, chi comprende
tutti i diversi momenti. Il movimento che caratterizza il passaggio tra i diversi momenti in
opposizione l’uno con l’altro e il processo che eliel chiama dialettica. Per Hegel la dialettica è lo
scontro Infinito tra elementi opposti, e in qui l’antitesi è il ruolo più importante perché porta il
progresso. La dialettica e dunque il ricongiungimento dell’individuale con l’assoluto inteso come
intero. Ciò implica una nuova definizione di sostanza considerata non come qualcosa di rigido,
immutato estatico, ma come qualcosa soggetto al divenire, si tratta di un vero e proprio processo
dialettico di somma di vari singoli momenti, Tramite questo esempio fatto da Hegel abbiamo
spiegato questo processo che è di tipo dialettico che è articolato in tre momenti il momento
intellettivo astratto dove si considera il singolo momento come una realtà indipendente, Il momento
dialettico o negativo razionale e il momento speculativo o positivo razionale Ovvero la sintesi dove
sia l’unione dei due momenti.
Limiti e contraddizioni
Dal concetto di razionalità hegeliano segue l’idea del giustificazionismo storico secondo cui tutto
ciò che accade è giustificabile e contribuisce alla materializzazione dell’assoluto il
giustificazionismo storico porta però alla santificatificazione della tradizione, tutto quello che
accade è razionalità e tutto ciò che accade, anche gli eventi negativi dovranno essere presi come
positivi. Di conseguenza santificare la tradizione è un evento negativo. A partire dal 1831, hanno
dell’improvvisa morte di Hegel, e benizio un dibattito filosofico che ruota attorno al pensiero
hegeliano, e di conseguenza si formano due Scuole di pensiero, la destra Eliana in cui i vecchi
ghigliani massimizzano gli aspetti statici e la sinistra hegeliana di cui farà parte anche Marx, in cui i
giovani ghigliani massimizzano gli aspetti dinamici.
Fenomenologia
Hegel inizia la stesura della fenomenologia dello spirito nel 1805, con il termine fenomenologia e
igel intende la scienza delle manifestazioni storiche della razionalità. Quest’opera pegel è
considerata come la storia romanzata della coscienza, che ricostruisce il cammino della coscienza
nell’esperienza dei fenomeni, dove fenomeno non è ciò che appare, ciò che possiamo cogliere dalla
realtà come lo intendeva Kant, ma i fenomeni per Hegel sono le manifestazioni storiche dello
spirito. Qui Hegel intercorre la storia del mondo occidentale e studia le manifestazioni della
razionalità nella storia. Nella fenomenologia dello spirito la formazione avviene mediante un
viaggio attraverso le tappe che lo spirito ha percorso S quindi una ricostruzione della storia del
pensiero umano, Ogni individuo è il risultato dell’intera evoluzione del sapere nella storia , ma debe
ritrovarla in sé per ricongiungersi con l’universale stesso , la singola coscienza acquisisce sempre
maggiori consapevolezza per questo motivo la storia dello spirito viene Percorsa più volte diversi
livelli , in modo da rivivere la storia con occhi diversi comprendendola sempre più in profondità ,
questo processo segna il passaggio dalla coscienza comune alla coscienza propriamente filosofica,
soltanto la fine di questo percorso si potrà guardare alla realtà con occhi filosofici.
L’opera è articolata in diversi momenti che ripercorrono dialetticamente lo sviluppo della
conoscenza umana, la coscienza che sarebbe la tesi, l’auto Coscienza che sarebbe l’antitesi e la
ragione è l’antitesi, Ognuno di questi si articola in tre momenti.
La coscienza si divide in tre momenti la certezza sensibile, la percezione e l’intelletto. Hegel spiega
la conoscenza con la metafora del bambino Molto piccole che non avendo i suoi sensi sviluppati
inizia pian piano a riconoscere ciò che lo circonda, e da appunto il primo momento della coscienza e
la certezza sensibile, Che sembra ancorata l’oggetto, coi nostri sensi siamo certi che ci sia un
oggetto, il secondo momento e la percezione ovvero dove sommando tutti i dati sensoriali possiamo
identificare quell’oggetto infine il terzo momento sarà l’intelletto Che non solo unifica le qualità
delle cose, ma consente di acquisire consapevolezza di questa sua attività, per cui propriamente la
conoscenza non è conoscenza delle cose ma dello stesso intelletto.
L'autocoscienza rappresenta l’antitesi, e viene generata dall’individuo nel momento in cui subentra
il conflitto con le altre coscienze e quindi genera nell’individuo la consapevolezza di essere un
individuo è che ci sono altri individui al di fuori di sé, Raggiungere la consapevolezza della
profonda unità che Lega tutte le coscienze e la consapevolezza dello spirito, lo spirito è l’idea che
diventa cosciente di sé nella storia ma tale autocoscienza si realizza attraverso l’umanità intesa
come un tutto unitario.
Il primo momento dell’autocoscienza e il rapporto Signoria e servitù, all’inizio il rapporto della
coscienza con l’altro e di separazione e dunque di lotta, possiamo dire che questo conflitto abbia
determinato questa distribuzione dei ruoli per cui chi ha lottato anche a costo di perdere la vita fino
alla fine diventa il signore, chi invece pur di conservare la vita ha preferito interrompere la lotta di
fatto si è sottomesso ed è diventato un servo, dunque il servo è stato costretto a lavorare per il
signore, ma nel momento in cui il servo inizia a lavorare, C’è l’inversione Celi inversione quindi
lavorando il servo acquisisce le competenze e progredisce, perciò il lavoro è riconosciuto come
un’azione positiva di trasformazione della realtà che rende il nostro servo protagonista, e il servo
dunque che trasforma la realtà e non più il signore, questa inversione c’è solo a livello interiore
perché comunque non ci sarà il riconoscimento al servo di questa superiorità interiore dov’è il
Servo prende in questo modo coscienza di sé delle proprie capacità delle proprie caratteristiche Crea
un rovesciamento dialettico. Il riconoscimento è molto importante soprattutto perché il padrone è il
padrone solo perché viene riconosciuto come tale perciò il servo diventa autocosciente mediante
lavoro mentre il signore perde gradualmente l’autocoscienza.
Il lavoro produce una emancipazione interiore al servo e sicuramente questa emancipazione non
viene riconosciuta in maniera ufficiale pertanto si entra nel secondo momento dell’auto coscienza, il
rapporto Signoria e servitù è caratterizzato dalla dipendenza, cioè dalla mancanza di libertà. La
coscienza che attraverso il lavoro ha acquisito consapevolezza di sé, si sottrae a questo rapporto, e
cerca di affermare la propria identità a prescindere dalle circostanze in cui si trova a vivere, È
questa la figura dello stoicismo che e indifferenza verso la realtà, l’indifferenza per il mondo si
traduce in libertà astratta e in negazione del mondo stesso con lo scetticismo, lo scetticismo è però
contraddittorio, perché può negare il mondo sul piano gnoseologico ma non su un piano pratico, ciò
che lo scettico afferma è in contrasto con ciò che fa, perciò nega la funzione conoscitiva dei sensi
ma si attiene alle sensazioni sul piano pratico, la coscienza scettica vive perciò nella contraddizione.
Infine troviamo la coscienza infelice, Dove la coscienza scissa in se stessa in due realtà, luna
positiva e l’altra negativa. Il positivo viene proiettato dalla coscienza fuori di sé, in un essere
irraggiungibile perfetto e immutabile, un Dio trascendente, mentre in negativo è posto nella
condizione umana. La coscienza infelice e dunque la figura della religione concepita come
alienazione Cioè tra la separazione tra finito e infinito, il primo momento di questa figura e la
nostalgia dell’infinito identificato con la divinità ma proprio per questo irraggiungibile, il
cristianesimo presenta una separazione di riconciliazione tra Dio e la coscienza, Cristo S assumendo
figura umana viene a costruire un individualità separata dalla coscienza, la riconciliazione
presuppone che la coscienza stessa diventi spirito e ciò non può venire secondo Hegel.
Infine troviamo la ragione che si sviluppa in tre momenti La ragione osservativa la ragione attiva e
l’individualità in sé per sé.
In un primo momento, la coscienza cerca se nelle cose, e intuendo di essere universale cercano
nelle cose l’universale stesso. L’esteriorità della coscienza, ciò in cui lo spirito si manifesta non è il
corpo, ma il comportamento, cioè l’ambito della moralità e dell’etica, non a caso Hegel giunge a
considerare la fisiognomica e la frenologia delle pseudoscienze. La fisiognomica ritiene di poter
individuare il carattere a partire dai tratti del volto, mentre la freno nologia li individua a partire
dalla forma e dalle dimensioni del cranio, da qui Hegel fermerà sarcasticamente che si è creduto di
trovare lo spirito in un osso, Perché secondo lui non si può cogliere l’intima razionalità della realtà
attraverso un atteggiamento osservativi vista, che sarà uno degli aspetti di maggiore debolezza del
positivismo in filosofia, ovvero il deduzione mismo osservativi vista che consiste nella convinzione
che solo ciò che è osservabile può essere studiato e quindi solo ciò che è osservabile esiste.
La ragione attiva e l’antitesi e si articola in tre momenti il dongiovanni, Che dedica alla propria vita
alla ricerca del piacere, però dopo un certo punto subentra la noia e poiché i piaceri sono sempre gli
stessi questo momento viene superato dal secondo, Quello della legge del cuore, la coscienza si
impegna per migliorare il mondo e fa del proprio sentimento legge universale, questa figura fa fa
riferimento a russo e ai rivoluzionari francesi facendo del proprio sentimento legge universale,
diventando presunzione di essere nel giusto, nonostante la razionalità sia indipendente dai voleri
dell’uomo perciò si passa al terzo momento, La virtù è il la virtù è il corso del mondo, tale figura fa
riferimento A Don Chisciotte
Alla ragione osservativa è attiva segue L’individualità in sé e per sé, in essa egli mostra come
l’individualità pur volendo raggiungere la propria realizzazione, rimane astratta e inadeguata. La
prima figura di questa sezione è quella che Hegel Denomino Il Regno animale dello spirito, alla
base del Regno animale dello spirito vi è un inganno, In quanto l'individuo tende a spacciare la
propria opera come la cosa stessa mentre esprime soltanto i proprio interesse.
La seconda figura è quella della hai ragione legislatrice, l’autocoscienza avvertendo l’inganno
cerca in se stessa delle leggi che valgano per tutti. Tali leggi universali tuttavia in virtù della loro
origine individuale si rivelano auto contraddittorie. Tali contraddizioni spingono l’auto coscienza a
far sì ragione esaminatrice delle leggi e quindi a ridurne la validità, Hegel intende farci capire con
queste figure che se ci si pone dal punto di vista dell’individuo si è condannati a non raggiungere
l’universale.
SHOPENHAUR
Dopo la morte di Hegel l’influenza di questo pensatore che è così forte non si può fare filosofia
senza posizionarsi rispetto Alla sua filosofia, quindi avremo dei filosofi che sono contro Hegel con
opinioni diametralmente opposte al filosofo e invece filosofi che si considerano hegeliani e che
conducono la filosofia hegeliana verso nuovi sviluppi. All’interno abbiamo altri due orientamenti la
destra hegeliana e la sinistra hegeliana o i vecchi Galliani e i giovani Galliani
Filosofi come schopenhauer e Kirk si scaglieranno sospetti caratteristici della filosofia di Hegel,
schopenhauer fondamentalmente e contro l’ottimismo e contro questa fiducia che la realtà sia
intimamente razionale infatti la sua filosofia sarà pessimista, Kirk che è invece fondatore
dell’esistenzialismo moderno si scaglierà contro Hegel perché ha ridotto l’individuo a un nulla,
come uno strumento nelle mani della storia per eseguire il volere dell’idea, della razionalità che è
l’unico soggetto della storia, e inoltre ulteriormente risentito nei confronti di Hegel per la fiducia
che Hegel trasmette nei confronti della realtà Michael è una realtà intimamente irrazionale e che
dovrebbe essere una visione rassicurante.
Schopenhauer definisce la filosofia di Hegel come un cane morto, lui ritiene che la realtà non sia
per niente razionale, e quindi attacca il sistema igliano proprio nel suo elemento più significativo,
l’influenza è che schopenhauer riceve dai filosofi per prima di lui sono soprattutto di Kant e Platone
e dalla filosofia orientale più precisamente indiana, Per schopenhauer il punto di partenza è cant,
anche lui come fict ritiene di essere il più fedele interprete della filosofia kantiana, a cui bisogna
tornare per cancellare la filosofia fatta dall’idealismo tedesco, egli riduce tutte l’operato
trascendentale cantiano a tre concetti fondamentali che sono spazio, tempo e causa. Mantiene
questo principio del primato della ragion pratica, ma lo interpreta in una maniera molto poco
kantiana, da Platone prende invece l’utilizzo del concetto di dea ovvero il mondo delle idee Che
sarebbe ciò a cui abbiamo accesso quando facciamo esperienza dell’arte.
Uno dei suoi più importanti scritti e il mondo come volontà e rappresentazione, che ci rimanda alla
critica della ragion pratica e critica della ragion pura, per rappresentazione lui intende che noi il
mondo lo sperimentiamo sui due livelli, come oggetto di rappresentazione e come luogo per
l'espressione della volontà, schopenhauer è convinto che la cosa in sé si possa raggiungere, Intanto
usando il termine rappresentazione ci sta dicendo che la conoscenza scientifica non è la vera
conoscenza del mondo, anzi la conoscenza scientifica in quanto rappresentazione del mondo debe
essere messa da parte per vedere la vera realtà del mondo, ed è per questo che schopenhauer si
merita l’appellativo di essere il primo filosofo del sospetto, come anche Marx Nietzsche e Freud ma
schopenhauer è il primo, perché non si fida dell’esteriorità lui ritiene che per cogliere la vera natura
della realtà bisogna andare oltre la rappresentazione.
C’è un’altro termine tratto dalla filosofia italiana il velo di Maya, sarebbe una coperta che copre la
realtà ed impedisce di vedere come stanno realmente le cose, la cose in sé è il mondo come volontà
se noi solleviamo il velo di Maya fatta da una rappresentazione della scienza che non colgono la
vera natura della realtà, noi togliamo la cosa in sé, il mondo come volontà volontà di vivere.
Invece di essere caratterizzato dalla razionalità e dalla logica il mondo è caratterizzato da una forza
inconscia che è un principio cosmico, l’unica cosa a conoscibile è la volontà di vivere per cui tutto
ciò che vive e tende a permanere in vita e le specie sono i veri soggetti di questa volontà di vivere
che caratterizza tutto ciò che esiste in tutto l'universo, È pessimista appunto perché non c’è nessun
senso nessuna razionalità, nessun obiettivo o compimento, ma esistono solo degli enti che vogliono
continuare a vivere, tutto quello che fanno non ha nessun significato, se noi pensiamo alla
condizione della vita umana sulla terra come schopenhauer, la vita umana non ha nessun significato,
e questo pensiero è alla base della filosofia pessimista di schopenhauer.
Per alleviare questo dolore schopenhauer indica delle vie di divagazione dal dolore queste vie sono
diverse ma ognuna di esse è insufficiente, ad esempio per i romantici e l’arte cioè la sfera su cui si
realizza la conciliazione tra finito e infinito, l’arte ci può dare un contributo per neutralizzare
momentaneamente il dolore, sia quando lo facciamo o solo nella contemplazione, tuttavia l’arte
superiore e l’arte tragica.
In seguito troviamo la moralità o l’amore dove schopenhauer dal meglio di sé in quanto cinismo,
lui dice che l’amore che apparentemente ci connette con l’assoluto, con l’infinito, Non è altro che
inganno supremo, non è nient’altro che una strategia utilizzata dalla specie per costringerci alla
riproduzione biologica, a fare figli ed è l'inganno più devastante che noi possiamo vivere.
Infine presso oher l’unica via di liberazione è smettere di volere, smettere di desiderare, in questo
concetto che indica lo smettere di desiderare che analogo al Nirvana, il termine scelto da
schopenhauer per indicare questa cosa come per i buddisti e il NOLUNTAS, ovvero per smettere di
soffrire bisogna smettere di desiderare.

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