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Bodei su HEGEL E LA DIALETTICA, e alla luce


delle tue conoscenze, rispondi alle domande presenti nel testo.

Il filosofo vive i suoi anni più importanti dal 1800 al 1831,anno della sua morte, un
trentennio che inizia con Napoleone Bonaparte e finisce con i moti rivoluzionari degli anni
trenta. Sono questi gli anni dove egli scrive la sua opera più importante Fenomenologia
dello spirito, definita dall’autore come «… la storia romanzata della coscienza che via
via si riconosce come spirito.»
- Spiega il perché?

Nel 1817 Hegel scrive che i 25 anni trascorsi sono stati più densi della storia universale,
in quanto caratterizzati dalla Rivoluzione Francese e dalla trasformazione che ne deriva
al livello europeo. Hegel vive in prima persona questa trasformazione in quanto vede le
persone attorno a lui avvicinarsi alle idee giacobine, da cui si distacca, poiché inizia a
vedere la Francia come uno stato veramente annessionista. Come è ben noto, Hegel si
avvicina molto alla figura di Napoleone, che considera un grande eroe innovatore, tanto
da dire di aver visto “lo spirito del mondo seduto a cavallo che lo domina e lo sormonta”.
Gli anni di maggiore produttività per Hegel sono quelli che vanno dai primi dell'Ottocento
alla sua morte, nel 1831. Hegel ritiene che, inconsapevolmente, Napoleone abbia fatto un
passo avanti verso la libertà dello spirito, portando l'umanità ad un'epoca nuova.
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Durante gli anni di formazione, Hegel si avvicinò al pensiero di Kant, Rousseau e alle
opere di Goethe.
Nella Critica della ragion pura di Kant egli distingue l’analitica e la dialettica.

- Quale differenza vi è tra “analitica” e “dialettica” intese rispettivamente come “logica


della verità” e “logica della apparenza”?

L'analitica trascendentale è quella parte della logica trascendentale che studia l'intelletto e
le sue forme a priori, fissandone l'ambito di validità. In altri termini, l'analitica è quella
sezione della critica che scioglie o risolve (come scrive testualmente Kant) l'attività
dell'intelletto nei suoi elementi di base e nel loro legittimo uso: la parte della logica
trascendentale che tratta degli elementi della conoscenza pura dell'intelletto e dei Principi
senza i quali nessun oggetto può in alcun modo essere pensato, è l'analitica
trascendentale, che è medesimamente una logica della verità.
La dialettica trascendentale è la seconda parte della logica trascendentale, in cui si
illustrano, e insieme si confutano, gli errori in cui incorre la ragione nel suo uso iperfisico.
Tale dialettica, avverte Kant, si appagherà dello svelamento della parvenza dei giudizi
trascendenti. Tuttavia essa non sarà mai in grado di operare il dissolvimento di questa
parvenza, facendo sì che in essa cessi di presentarsi. Infatti, precisa Kant, in questo caso si
tratta di un'illusione assolutamente inevitabile. Il termine dialettica in Kant assume il
significato negativo di logica della parvenza ossia di un'arte sofistica di dare alla propria
ignoranza, anzi alle proprie volute illusioni, l'aspetto della verità, contraffacendo il metodo
del pensiero fondato.
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Hegel crede di vivere in un’ epoca dove un nuovo mondo sta nascendo così nella sua opera
la Fenomenologia dello spirito mostra un viaggio di scoperta, dalle costrizioni del vecchio
mondo a quello nuovo che si prefigge di portare gli uomini a essere contemporanei di se
stessi.

Un episodio in particolare della vita del filosofo,che risale al luglio del 1796, quando egli era
precettore in Svizzera , ha segnato il suo pensiero.
Nel Diario di viaggio sulle Alpi bernesi Hegel confessa che più che il paesaggio delle cime
innevate ad incantarlo sono le cascate poiché nelle cascate c’è un elemento dialettico, che
le fa sembrare sempre uguali e sempre diverse nello scorrere dell’acqua.
- Cosa è la dialettica per Hegel? Quali sono i tre momenti della dialettica hegeliana?

Il sistema hegeliano afferma la coincidenza di realtà e ragione. Ciò non significa una
semplice riproposizione di scenari metafisici già presenti nella filosofia antica
(stoicismo), infatti la ragione per Hegel non è un principio statico, ma dinamico, cioè
principio che si sviluppa dialetticamente. La dialettica è la legge di sviluppo di ogni
realtà, compreso il pensiero che pensa alla realtà, che fa sì che ogni elemento della
realtà debba essere pensato come risultato del movimento dialettico che lo ha
generato. Lo sviluppo dialettico si articola in tre momenti (tesi, antitesi e sintesi):
1. Astratto intellettuale: una realtà (rigida) viene posta come totalità chiusa in se ed
autosufficiente
2. Negativo razionale: l'affermazione genera necessariamente, per la sua chiusura e
rigidità, un’affermazione che adesso si contrappone (la contraddizione dunque non è
semplice errore logico ma elemento reale)
3. Positivo razionale: tesi ed antitesi vengono tolte e conservate in una posizione
superiore; viene tolta la loro rigidità e unilateralità conservandole come momenti di
una totalità più ampia
Ogni sintesi, però, diviene nuova affermazione (totalità in sé chiusa e rigida), da cui il
movimento dialettico riparte, guadagnando una sintesi più ricca ed articolata, e così di
nuovo… Il movimento dialettico si arresta quando viene raggiunta una posizione che è
l'intero della realtà e della verità
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Altra riflessione riguarda il lavoro umano che introduce la finalità dove non c’è.
- In cosa consiste la critica all'idea di finalità?

Nel luglio del 1776 Hegel e precettore in Svizzera e fa un'escursione sulle Alpi bernesi,
dove, più che all'aspetto naturale, si interessa all'aspetto umano e al lavoro dell'uomo, il
quale, attraverso il lavoro introduce la finalità nella natura e le dà uno scopo. In Hegel vi è
quindi l’idea di astuzia della natura: il lavoro come cerniera tra la mancanza di finalità
naturale e la finalità che introduce l’uomo facendo servire la natura a se stessa

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Il filosofo tedesco ritiene la storia mossa dalle passioni umane.

Gli uomini però agiscono in vista dei propri interessi e nella confluenza tra le azioni di
milioni di uomini, succede quindi che le nostre intenzioni si sgretolano in qualcosa di
diverso che non corrisponde alla nostra volontà.

- Hegel parla di “astuzia della ragione”,nel senso che…


la ragione è presente nella storia perché la storia ha un senso e bisogna saperlo
interpretare. Così come è stato scoperto un senso della natura da Galileo e da
Newton nel pulviscolo dei fenomeni che sembra non abbiano un senso, così Hegel si
è proposto l’idea di scoprire nella storia un senso perché la storia a prima vista
appare come un banco di macellaio

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Hegel ritiene che ciascuno di noi si deve immergere nella storia perché bisogna sporcarsi
le mani cercando di trasformare questo macello in qualcosa di più vivibile.

- In “Lezioni sulla filosofia della storia” Hegel definisce la storia come ” banco del
macellaio” intendendo cosa?

Hegel definisce la storia come un banco di macellaio perché appare come una storia fatta
solo di tragedie. La storia si comprende se si vede che le istituzioni umane, lo stato, la
famiglia, la società civile (quella del commercio,del lavoro, delle industrie) possono essere
capite perché dentro c’è un senso.
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Il romanticismo proponeva il superamento della cultura illuministica, in cui la ragione è la


facoltà suprema dell’uomo. I primi circoli romantici all’intelletto contrappongono l’ironia, il
sentimento,l’istinto, l’irrazionale, il sogno e la follia che assumono un ruolo importante.
Viene esaltata la soggettività dell’individuo, allo stesso modo viene rivalutata la specificità
dei popoli e delle nazioni fatta di miti, tradizioni e storia.La storia diviene campo di
interesse che riscopre l’età del Medioevo, definito dagli illuministi come secolo buio.
Il romanticismo nella cultura medievale percepisce la tensione positiva verso l’infinito dove
avviene un superamento dell’ateismo e materialismo settecentesco, con un ritorno alla
religione.
L’esaltazione dell’arte è anche vista come espressione generatrice dell’infinito. Baudelaire
scrive che “chi dice romantico dice arte moderna, spiritualità, modernità, aspirazione verso
l’infinito.”
Hegel del romanticismo approfondisce e sviluppa alcuni temi fondamentali come il
concetto della creatività dello spirito e il tema dell’infinito, ma prende le distanza
dall’esaltazione romantica del sentimento, contrapponendo la centralità della ragione.

Una delle frasi più famose è "Tutto ciò che è razionale è reale, tutto ciò che è reale è
razionale" con questa frase Hegel vuole affermare che

il reale consiste nella storia effettiva, indipendente dalle nostre sensazioni, che contiene
contraddizioni e la dialettica è uno sviluppo mediante contraddizione. Per Hegel la
dialettica è l’introduzione del divenire dentro la realtà. Hegel aveva letto e commentato Il
Principe di Machiavelli. Secondo quest’ultimo non bisogna guardare all’immaginazione
della cosa ma bisogna guardare come nel mondo le cose funzionano

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Per Hegel non è il reale in senso empirico, ma è la storia effettiva depurata dalle nostre
proiezioni, che è ragionevole.
La ragione possiede delle contraddizioni e con dialettica avviene lo sviluppo mediante
contraddizioni, cioè ciò che produce degli effetti che sono contraddittori bisogna studiarlo
e tenerlo presente indipendentemente dai nostri desideri, questo per Hegel è un richiamo
al realismo che ritrova in Machiavelli.
- Perché si può affermare che la fenomenologia è un percorso che porta all’ontologia?

Il termine dialettica in Kant sta a significare un’apparenza necessaria, mentre in Hegel


la dialettica è un’attività di dissoluzione di ciò che rappresenta una rigidità, è
l’introdurre il movimento, la vita, il divenire dentro la realtà. Per Hegel non c’è una
separazione tra pensiero e mondo, come c’era in Kant, ma anzi la Fenomenologia è
quel percorso che porta all’ontologia. Senza il pensiero dialettico non potremmo
pensare né capire la realtà. Per Hegel la dialettica è il momento dissolutivo del
conoscere, seguito da un momento ricompositivo della speculazione. La dialettica,
dunque, non è un momento di arrivo, che possiamo invece identificare con il sapere
assoluto. Lo spirito oggettivo è la creazione di quelle istituzioni che passano dai
pensieri degli uomini a diventare una realtà esterna. Il mondo in cui viviamo è il
pensiero che si è oggettivato
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Il pensiero trasforma il mondo come il pensiero dialettico è il pensiero della vita, delle idee
che si trasformano e arrivano fino a noi.Noi non saremmo in grado di pensare se non
disponessimo della capacità fluida di andare sempre avanti e di usare le categorie logiche
per capire il mondo.
In questo mondo la filosofia ha la funzione di capire come il nostro modo di pensare si sia
formato attraverso le generazioni creando dei modelli di pensiero che influiscono sulla
realtà. Sono i pensieri che trasformano il mondo perchè gli uomini agiscono sulla base di
idee che li guidano anche quando non ne sono consapevoli.
Hegel paragona la filosofia alla nottola di Minerva che spicca il volo al crepuscolo
- Qual è secondo Hegel il compito della filosofia?

Hegel presenta la filosofia come la civetta di Minerva, che è capace di vedere nella notte.
La talpa è come la storia che scava e produce degli effetti. Mentre la filosofia guarda, la
storia lavora. Queste due immagini possono essere paragonate anche ai popoli: i
tedeschi sono la civetta e i francesi la talpa. Per Hegel la storia è la cerniera tra lo spirito
oggettivo e lo spirito assoluto. Lo spirito assoluto è lo specchio in cui ciascuno di noi si
riflette per comprendere la realtà e ha tre gradini: arte, religione e filosofia che
corrispondono rispettivamente ad intuizione, rappresentazione e concetto. L'arte per
Hegel è il nostro modo di godere degli effetti che produciamo sul mondo. Per Hegel tutte
le grandi civiltà finiscono con lo humor. Hegel vede nella religione il ritorno dell'uomo a se
stesso in figure mitiche, è mistero rivelato ed è un fenomeno di massa. La filosofia invece
è il proprio tempo appreso nel pensiero

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La filosofia in un’epoca di crisi per Hegel ha questa capacità di vedere i fenomeni.

Si chiude un’epoca e se ne apre un’altra e si attribuisce così un altro animale simbolo che
è la talpa, espressione della storia che lavora sotterraneamente e quindi scava e produce
degli effetti, immagine che viene dall ‘ Amleto di Shakespeare. Per Hegel i tedeschi sono
la rappresentazione della civetta, con un ruolo contemplativo, mentre i francesi agiscono
molto ma pensano poco.
Nello spirito assoluto ci si riflette per comprendere la realtà attraverso i tre gradini, che
sono: arte, religione e filosofia.

- L’arte è l’intuizione immediata, non discorsiva della realtà.


- La religione è rappresentazione, immagini collegati fra loro.
- La filosofia è concetto e pensiero puro.

L’arte è il nostro modo per vedere gli effetti che produciamo sul mondo e di goderne.
Per Hegel la civiltà umana comincia offendendo la natura, perché non si accetta la natura
così com’è.
Tutte le grandi civiltà finiscono col ridere, Aristofane con la fine della società greca,
Cervantes con la fine della società feudale, Rossini fine del mondo residuo.
Hegel vede nella religione questo ritorno dell’uomo a se stesso in figure nitide, mistero
rivelato,è un fenomeno che è per la massa, è il modo per cui pregando gli uomini danno
senso alla loro vita e questo senso viene dato ancora più completa dalla filosofia. Il
filosofo non è un profeta ma implica delle direzioni di movimento verso il futuro.
Dopo la morte del poeta nel 1831 si forma la sinistra, il centro e la destra hegeliana. La
destra hegeliana considera Hegel un pensatore anarchico, il centro è mediatore e poi c’è la
sinistra che avrà il suo culmine in pensatori come Marx.

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