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Hegel nasce nel 1770 a Stoccarda, inizialmente voleva diventare prete ma poi ci ripensò, studia Kant,
Spinoza, Rousseau e tutti gli illuministi tedeschi e francesi; quando lascia il seminario va a fare il precettore
ed è in questo periodo che si dedica allo studio e alla scrittura. Erediterà poi dei soldi alla morte del padre
che gli permetteranno di studiare, va a Jena. Nel 1807 viene pubblicata la sua prima opera “Fenomenologia
dello spirito” ; nel 1812 pubblica “la scienza della logica”, nel 1817 “la enciclopedia delle scienze
filosofiche”. Morì a Berlino 1831.
IDEALISMO=superamento della filosofia Kantiana abolendo la cosa in sé. Il fondamento della conoscenza è
il soggetto infinito.
L’idealismo definisce la realtà come spirito infinito e assoluto.
L’idealismo punta su una rinnovata fiducia nella metafisica, differentemente da Kant che credeva nelle tre
idee della ragione (anima, mondo, Dio→pensabili ma non conoscibili). Identifica la realtà con lo spirito,
quindi essa è spirituale.
L’idea di Dio=processo continuo di auto realizzazione.
Tesi che l’’infinito vive nel finito=vita alla concezione immanentistica della realtà
IL VERO È L’INTIERO
La realtà coincide con lo spirito, quindi ogni singola manifestazione della realtà è una manifestazione dello
spirito e, dal momento che lo spirito è il tutto e non esiste altro al di fuori di esso, allora può essere anche
detto Spirito assoluto.
In tal modo l’intera realtà è finita però allo stesso tempo possiamo dire che sarà manifestazione dell’infinito.
La verità sta quindi nell’interezza, assomiglia a Spinoza perché il pensiero Hegeliano in questo modo può
essere definito panteista in quanto il tutto è Dio.
La realtà è concepita come un processo di auto realizzazione dell’assoluto dello spirito, che può essere
concepito dalla ragione. Comprendere l’assoluto vuol dire pertanto ricostruire il processo logico razionale di
sviluppo della realtà = guardare alla realtà come a una totalità, come a una interezza.
Per Hegel la realtà è una sostanza in movimento→processo dinamico. La realtà corrisponde allo spirito
poiché tutte le manifestazioni della realtà sono spirito e dato che lo spirito è in tutto, allora esso è definito
assoluto.
IL MOVIMENTO DIALETTICO
Da chi può essere concepito questo assoluto?
Dalla ragion, che è al centro della filosofia, essa si definisce dialettica, perché è in movimento, è capace di
comprendere la dimensione dinamica, di comprendere le contraddizioni che ci sono nella realtà.
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La ragione dialettica rispecchia e manifesta la struttura dialettica della realtà=nessun elemento della realtà
può essere considerato a sé stante, ma tutti gli elementi che sono nella realtà devono essere considerati
parte di una totalità.
Hegel rivendica il primato della ragione rispetto al sentimento:
La ragione è la base della filosofia. Procedimento di tipo dialettico, ovvero rispecchia e manifesta la stessa
struttura dialettica/movimento della realtà, è un processo → uno spirito.
Concetto di totalità (inteso anche come “umanità”) = sintesi di tutte le determinazioni (cioè di tutti gli
elementi semplici, finiti).
Totalità da raggiungere=sintesi di tutte le determinazioni finte→ processo nel quale tutto ciò che è dato
viene negato come tale, nel senso che viene superato in una sintesi che comprende nello stesso tempo sia
il dato sia la negazione (tesi e antitesi). Sintesi (che diventa tesi) che a sua volta verrà negata e superata
diventando una nuova sintesi fino ad arrivare al sapere assoluto.
La verità è l’intero ed è ciò a cui punta la filosofia, ma cos’è? La verità sta nella ricostruzione di tutti i quanti i
passaggi attraverso i quali la realtà si è sviluppata. Il soggetto di questo processo circolare sarà l’assoluto,
Questo processo è scandito in tre momenti:
1. Tesi: l’in sé→la posizione immediata→INSEITÀ=l'idea in sé, la razionalità pura o anche LOGICA,
declinata verso l’estratto (Padre): dio prima della creazione, concetto puramente astratto.
2. Antitesi→il per sé→PERSEITÀ=NATURA→(Figlio): disporsi a uomo, diventa cosa concreta, terreno.
3. Sintesi→l’in sé e il per sé→IL RITORNO A SÉ=SPIRITO→(Spirito Santo) compresenza di divino e
razionale, ciò che resta.
Soltanto attraverso la ricostruzione dell’intero processo dialettico della realtà, la filosofia può cogliere,
attraverso la ragione dialettica, la verità.
La realtà è il processo e il mutamento continuo che avviene secondo logica ed è un modo di essere sia
interno alla realtà sia interno al pensiero.
La realtà è ragione e la ragione non è separabile dall’essere.
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STORIA È FILOSOFIA
→ La realtà è storia e la storia è la storia dello spirito, c’è infatti un nesso indissolubile tra storia e filosofia.
La filosofia non può fare a meno del momento storico, infatti la filosofia va ad interpretare quanto successo
nella storia → (Secondo Giovanni Gentile, ministro che inventò la cattedra di Storia e filosofia).
La concezione della storia per Hegel è ottimistica perché egli ha fiducia nella ragione → non crede nei limiti
della ragione che Kant si era posto, lui è molto fiducioso nei confronti della ragione; crede che si possa
arrivare al sapere assoluto.
La storia è razionalità e pertanto tutte le cose che avvengono, devono avvenire razionalmente.
Obiezione → Effettivamente non possiamo disconoscere che nella storia certe cose capitino, non tutte sono
razionali es: la sofferenza, il dolore, la morte (esempio dell’olocausto) → nonostante ciò Hegel crede che la
storia sia utile per evolversi nel presente e nel futuro. → evoluzione → passare ad un livello superiore → non
commettere gli stessi errori.
La storia secondo Hegel è opera di Dio, realizzazione del piano divino. Tutto ciò che avviene ed è avvenuto
è perché Dio governa il mondo e la storia è la realizzazione del suo progetto → Ecco perché non può non
essere, quella della storia, una visione ottimistica per Hegel in quanto, se è Dio che la governa, è chiaro che
sia progettata al fine di un raggiungimento positivo.
Cerca di comprendere il sapere assoluto, sia nella realtà, sia nella storicità dei suoi processi di svolgimento,
sia nella sua essenza ideale.
In essa predomina la dimensione storica e la convinzione che la realtà si realizzi, si svolga attraverso un
processo dialettico→Hegel cerca di descrivere il percorso che l’assoluto ha compiuto per giungere a una
completa conoscenza di sé nella coscienza dell’essere umano.
Struttura:
Illustra l’elevazione della conoscenza fino all’assoluto mediante figure, ovvero momenti storico-culturali,
tappe dell’evoluzione dello spirito umano.
Si svolge in 4 momenti:
1. Coscienza → cioè sensazione (tesi), percezione (antitesi) e l’intelletto (sintesi).
2. Autocoscienza → quando la coscienza diventa intelletto diventa autocoscienza, cioè coscienza di
sé e coscienza dell’altro.
3. Ragione → cioè ragione osservativa, ragione attiva, ragione come individualità in sé e per sé.
4. Spirito → ragione che si identifica nella dimensione etico-sociale.
Sensazione→conoscenza più vera degli oggetti: la conoscenza concreta degli oggetti appare come
conoscenza di categorie universali.
Percezione→ci fa vedere le cose non solo nella loro unicità (cioè una alla volta) ma nella loro molteplicità
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Intelletto→cerca l’universale al di là del particolare = va a scoprire il senso ultimo delle cose che abbiamo
percepito
Ci sono un sacco di cose fuori di noi che si contraddicono → difatti ci serve un coordinatore che metta
ordine, ci dev’essere un soggetto di quelle rappresentazioni. → La coscienza → si riconosce soggetto di
quelle rappresentazioni → essa si trasforma in autocoscienza, ovvero la consapevolezza del ruolo che deve
avere il pensiero nel ricostruire le connessioni del reale.
Se la coscienza è diretta alla conoscenza degli oggetti esterni, l’autocoscienza è essenzialmente pratica e
sociale, perché il soggetto è portato a misurarsi per forza con altri soggetti. → L’autocoscienza è coscienza
di sé, ma è anche coscienza che l’altro mi riconosca e mi affermi come tale.
Per spiegare questo rapporto, Hegel impiega le famose figure. Le 6 figure dell’autocoscienza: (Le 6 figure
dell’antitesi):
Attraverso quali passaggi l’autocoscienza riesce a uscire dalla contrapposizione con gli altri ? E a riconciliarsi
con sé stessa?
1) Servo-padrone
2) Stoicismo
3) Scetticismo
4) La coscienza infelice
5) La devozione
6) L’ascetismo
Il padrone dipende dal servo perché il servo gli fa tutto e quindi ad un certo punto il padrone inizia ad avere
bisogno del servo → il servo diventa il padrone del padrone. → il servo diventerà padrone del padrone
attraverso il suo lavoro. → Rovesciamento del paradosso.
Quindi alla fine la condizione di dipendenza del servo per il padrone viene ribaltata → il servo riesce a
trasformare la natura e diventa padrone del padrone. → mentre il padrone diventa servo del proprio servo
perché ha bisogno di lui. → La dialettica si inverte.
Vi sarà un’umanizzazione della realtà, ma allo stesso tempo il lavoro sarà emancipazione (aspetto su cui si
baserà Marx).
Hegel descrive questa epoca di liberazione, non solo come liberazione spirituale, ma di fatto è una libertà
dell’autocoscienza perché il servo acquisisce l’autocoscienza del proprio padrone.
STOICISMO
La prima modalità per recuperare la libertà. È una autocoscienza che sente la realtà come
negativa→indifferenza. Lo storico è indifferente, non si fa toccare dalle offese, giudizi.
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Secondo lo storico, essere padrone o essere servo da un punto di vista morale è indifferente → ciò è
possibile se uno storico si eleva sopra la realtà stessa.
Paradossalmente posso sentirmi libero anche quando sono in catene, proprio perchè sono indifferente
SCETTICISMO
Ad un certo punto non sono solo indifferente ma arrivò anche a negare. Scetticismo=negazione della realtà
stessa, scettico=colui che dubita radicalmente di tutto e dubitando di tutto questa autocoscienza, arrivata
alla terza figura, si libera dalla dipendenza del mondo esterno→autocoscienza vuota, è una contraddizione.
La coscienza è sempre pensiero di qualcosa ma se è vuota allora non pensa. La situazione di questo tipo di
coscienza vuota è triste→coscienza infelice
COSCIENZA INFELICE
La coscienza individuale non è più pensiero→la coscienza crede che questa contraddizione di pensare ma
pensare il nulla sia in realtà generata non dal vuoto ma dalla compresenza di due coscienze→una coscienza
umana è una coscienza divina.
Perchè sono infelice? Perchè non riuscirò mai a raggiungere la coscienza divina = assoluto→comprendo il
mio limite, la mia impossibilità.
La coscienza individuale umana non è più pensiero, ma sottomissione alla coscienza divina, e la coscienza
individuale si affida alla coscienza divina. L’affidarsi totalmente al divino è soltanto in apparenza una
liberazione, perché questo affidarsi porta all’infelicità.
Nel Medioevo si avvertiva questa lacerazione con Dio, questa distanza: l’essere umanoera visto come un
nulla davanti a Dio,era sottomesso, non pensava di poter recuperare questa scissione tra umano e Dio,
solo con l’ umanesimo e rinascimento tornerà in auge.
Si può superare questo stato di infelicità? Il superamento è possibile grazie alla quinta figura.
LA DEVOZIONE
Devoto=colui che crede che tutto ciò che riceve è dono di Dio, quindi io, in partenza, mi considero povero.
Per superare questa condizione di povertà la coscienza individuale cercherà di unirsi alla
divinità=ammettere che tutto dipende da Dio.
Questo è l’unico modo in cui l’autocoscienza può unirsi alla coscienza divina → Ascetismo.
ASCETISMO
= mettere tutto quanto nelle mani di dio = distaccarsi dal finito per unirsi alla divinità.
Con la sesta figura la coscienza diventa consapevole del carattere essenzialmente spirituale della propria
vita; acquisisce la certezza di essere tutta la realtà→diventa ragione
Riassunto
Inizialmente l’autocoscienza risolve il conflitto con un’altra coscienza subordinandosi ad un altro soggetto
come avviene tra il servo e il padrone. Per riottenere la libertà l’autocoscienza decide di essere rispetto
indifferente rispetto alla realtà(stoicismo), poi va oltre negandola (scetticismo). Questo genera una grande
contraddizione tra questa coscienza di pensiero e il pensiero del nulla, (ossia negando la realtà); questa
contraddizione vuole essere superata dal l’autocoscienza affidandosi a Dio, che però è molto distante da
me, vi è un abisso tra il divino e l’umano=coscienza infelice. Si esce da questa condizione con la devozione.
Metto tutto nelle mani di Dio Ascetismo=distaccarsi dal finito per unirsi alla divinità.
Con la fenomenologia dello spirito si mostra come la coscienza individuale riesce a recuperare il punto di
vista dell’assoluto grazie a delle tappe. Queste tappe sono però apparenti, bisogna quindi avere una visione
oggettiva e universale.
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Essere e non essere sono opposti ma allo stesso tempo anche identici. Il primo pensiero non può limitarsi al
solo piano dell’essere, noi abbiamo l’esigenza di cercare di pensare ogni essere determinato, o ente,
guardando al fondamento, alla base sulla quale quel determinato ente poggia→ci troviamo nel campo della
logica dell’essenza.
Essenza=ciò che una cosa è realmente, dal punto di vista del suo fondamento. Ogni ente ha una sua
essenza, qual è quella dell’essere umano? La ragione. L’essenza è una base più profonda che l’essere
stesso ricerca, riflettendo su se stesso.
L’essere ed essenza è come adoperare in uno sdoppiamento. → Hegel ovviamente non può permettere
questa contraddizione tra essere ed Essenza → vuole superare la contraddizione tra essenza e apparenza
→ trovando una realtà che possa essere davvero pensata e prodotta da se stessa.
È per questo che Hegel introduce la LOGICA DEL CONCETTO.
La logica del concetto e la sintesi→essere ed essenza si compongono nel concetto.
Questa logica del concetto ha il compito di mostrare come il pensiero guardi ogni realtà particolare
cercando di comprenderla in una forma universale = concetto.
La totalità logica di questa triade è l’idea = momento della comprensione assoluta di qualsiasi cosa, é il
momento in cui si comprende, il modo assoluto, la realtà e ciò che avviene attraverso la forma universale
del concetto.
RIASSUNTO
Il sistema Hegeliano si fonda su logica, filosofia della natura e filosofia dello spirito.
La logica è indagine della realtà = pensiero puro. Si divide in tre parti: dell’essere, dell’essenza e del
concetto. Essere = prima categoria del pensiero
Essenza = ciò che una cosa è realmente
Concetto = non sono strumenti del discorso, ma esprimono la realtà nella sua essenza. Oltre i concetti c’è
l’idea = la comprensione assoluta della realtà pensata mediante i concetti.
SPIRITO SOGGETTIVO
É la coscienza individuale= si divide in anima, coscienza e spirito.
- anima è oggetto dell’antropologia perchè studiandola descrive alcune disposizioni, tendenza
psichciche che operano nell’inconscio dell’uomo.
- Coscienza= i momenti attraverso i quali nell’individuo si afferma una graduale presa di coscienza di
se stesso.
- Spirito libero=attività teoremi a e attività pratica=momento nel quale l’individuo riesce ad avere
conoscenza e volontà, quando l’individuo si afferma come spirito libero.
SPIRITO OGGETTIVO
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É la vita collettiva=oggetto della fenomenologia dello spirito. Opera nelle istituzioni e nella storia delle
società umane. L’essenza e lo scopo degli uomini è la libertà che gli uomini in quanto uomini sono.
Libertà=si è affermata con il cristianesimo perchè per esso l’individuo come tale ha un valore infinito, perchè
l’individuo è chiamato ad avere una relazione assoluta con Dio. I momenti dello spirito oggettivo sono:
diritto, moralità, eticità.
Diritto→regola la condotta esteriore degli individui con le cose, modo in cui noi ci appruiamo delle cose e
ne facciamo una nostra proprietà. Il fatto che questa proprietà venga controllata dalla legge garantisce la
sfera esterna della libertà. Per diritto intende quasi esclusivamente diritto privato, considera l’individuo come
prettamente detentore di proprietà; quando però il diritto viene violato allora scatta la pena→mezzo
necessario a ristabilire il diritto che è stato violato, non in termini puntivi→per lui la pena è importante ma
più che come vendetta sociale ma come valore pedagogico, educativo, di formazione; attraverso la pena il
cittadino può migliorarsi per reintegrarsi nello stato.
Moralità→riconoscimento interiore di una colpa nella possibilità di un riscatto; essa orienta la condotta a
obbedire ad un dovere interiore della coscienza
Eticità→i valori nei quali ciascuni è chiamato a vivere e a operare, soltanto a questo livello il diritto diventa
operante, diventa un patrimonio di valori che non sono del singolo, ma i valori di una comunità.
Lo spirito oggettivo che culmina nell’eticità di realizza in tre fondamentali istituzioni:
- famiglia→nasce da un impulso sessuale, rapporto naturale tra i sessi, ma lo supera perchè nel
momento in cui fai dei figli dai un carattere di stabilità a quell’unione. Si esplica nella procreazione e
nell’educazione dei figli. La famiglia è la prima cellula della società perchè è quel livello di
organizzazione che fondamentalmente caratterizzato dal caso=ciò che fa innamorare due persone è
in parte anche il rapporto sessuale. La famiglia ha quindi una base biologica, così come l’innamora
mento che non avviene con base razionale. È transitoria perchè ad un certo punto si esce dalla
famiglia, e a loro volta devono anche loro formarne un’altra, sempre spinti da quell’aspetto
biologico. L’origine della famiglia ha anche un carattere spirituale, perchè ogni individuo è spinto a
formare una famiglia dall’amore, ognuno di noi ha bisogno di unione, si stare con altre persone, di
comunione.
- Società civile→Queste diverse famiglia formeranno la società civile. In che senso la società civile è
il luogo degli interessi particolari degli individui? È il luogo dove il cittadino agisce per soddisfare i
propri bisogni e interessi particolari mediante il lavoro. È il luogo dell’economia, della produzione,
dello scambio dei beni, però anche il luogo dell’amministrazione della giustizia, dell’intervento della
polizia e dei sindacati per risolvere le controversie dei cittadini e proteggerli. I beni→prodotto della
attività sociale, quindi la società civile costituisce il dominio dell’economia e dei rapporti sociali. In
questa società si mira al miglioramento della condizione economica→il legame che unisce gli
uomini non è più il sentimento ma è quel legame universale che il mercato crea tra i produttori.
Hegel studia la moderna economia di mercato sopratutto attraverso la proprietà e il lavoro (aspetto
dal quale prenderà spunto Marx). La società civile si realizza pertanto mediante la divisione del
lavoro e la conseguente formazione di classi sociali diverse. Le classi sociali fondamentali per Hegel
sono le seguenti: agricoltori, artigiani, commercianti, funzionari (non lavorano ma organizzano il
lavoro degli altri, svolgono compiti di governo e amministrazione).
La società moderna di afferma sempre più come una società atomistica = gi individui tendono
all’interesse.
Hegel sostiene che la concorrenza è un fattore di progresso e allo stesso tempo un potenziale
pericolo.
- Stato→sintesi di famiglia e società civile. Ha una dimensione etica→si identifica con la realtà
dell’idea etica = lo stato costituisce l’istituzione superiore nella quale si realizza L’Unità della
famiglia e della società civile.
Stato = il presupposto logico e non cronologico→non è che viene prima in senso temporale. È il
presupposto logico perchè lo Stato viene prima degli essere umani→il corpo precede le proprie
membra, così lo stato e i membri che lo compongono. I cittadini vivono quindi sottomessi,
subordinati allo stato. È un organismo superiore di cui ciascun individuo viene storicamente a fare
parte e di conseguenza partecipa allo sviluppo storico della umanità→nello stato gli individui, in
quanto cittadini, si propongono, consapevolmente, la conservazione e lo sviluppo della comunità. La
eticità in che cosa consiste? Consiste nella conservazione dell’unità sociale →rifiuta la
concezione borghese e liberale dello stato che era una concezione fondata sull’interesse del
singolo come tale. È l’organismo superiore che unifica in se la famiglia e la società civile, ha una
dimensione etica→in esso l’individuo finisce di perseguire i suoi interessi particolari per realizzare gli
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interessi generali (es. conservazione dell’unità sociale e la promozione dello sviluppo della
comunità)
⤷ Ideale di stato → monarchia costituzionale → supremo sviluppo dello stato (all’epoca era esempio la
monarchia prussiana):
● Potere legislativo
● Potere governativo
● Potere del principe → (sintesi degli altri 2) → il principe deve rispettare il volere dei sudditi
rappresentati dalle 2 camere
La pace perpetua è una falsità→dimostra soltanto che il mondo si basa su rapporti di forza tra gli stati e
quindi in contrapposizione con kant Hegel afferma che la guerra ha un valore morale perchè permette di
conservare la “salute” etica di un popolo contro la tendenza a rafforzarsi degli interessi egoistici.
SPIRITO ASSOLUTO
Sono le esperienze culturali (arte, religione, filosofia)
Questi tre livelli, che non sono separati l’uno dall’altro, in quanto l’individuo è anche un cittadino ha anche lo
spirito oggettivo, e spesso è anche un uomo di coltura, pertanto è in grado di rifonderli pienamente in se
stesso nel corso della sua esistenza.
Sono considerati la massima espressione umana. Sono quelle forme in cui lo spirito si afferma veramente
come autocoscienza. Non si differenziano per il contenuto, dato che è assoluto, ma per la forma nella quale
lo spirito assoluto si manifesta:
1. Arte→contempla l’assoluto. In essa l’autocoscienza si manifesta in forme sensibili. L’essenza
dell’arte = costituita dalla capacità che l’arte possiede di superare la contraddizione nella quale vive
l’uomo moderno, tra natura e spirito. Questa contraddizione non può essere risolta mediante
l’intelletto che non è in grado di elevarsi al di sopra di questi 2 mondi. L’arte è invece capace di
mostrare l’unità di quei momenti sotto forma di configurazione artistica sensibile, cioè che nell’arte
riusciamo a portare in una opera/produzione sensibile il senso ideale. Quando noi contempliamo
l’arte, noi riusciamo ad elevarci spiritualmente. Quando si parla di arte si parla di estetica: l’estetica
afferma il bello come traduzione, apparenza sensibile dell’idea. 3 epoche di arte:
● simbolica = architettura
● Classica = scultura
● Romantica = poesia e musica.
2. Religione→massima rappresentazione dell’assoluto. Si afferma come il “futuro dell’arte” perchè in
essa l’assoluto si presenta come un’unione/ una realtà di finito e infinito. La religione invita l’uomo a
superare se stesso (il finito) e andare oltre (verso l’infinito). Questo invito lo esprime attraverso una
rappresentazione = DIO = quel qualcosa che è un traguardo per superare me stesso. Anche la
religione è passata attraverso 3 fasi fondamentali:
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1. Religioni orientali = + vicine ad identificare dio con la natura (panteismo)
2. Religioni dell’individualità spirituale = giudaica, greca, romana
3. Religione assoluta = cristianesimo = secondo Hegel la più perfetta delle religione perchè dio
tende a manifestarsi come l’assoluto spirituale
Che bisogno c’è di fare il passaggio alla filosofia se la religione è la massima manifestazione
dell’assoluto? Anche la religione ha dei limiti interni nella quale l’assoluto si manifesta sempre
trascendente, come un divino accostato all’umano.
3. Filosofia→comprende l’assoluto concettualmente. Conferma il principio sulla razionalità. Per Hegel
è lo sbocco inevitabile dello sviluppo storico della religione. È la sintesi dell’arte e della religione.
Nella filosofia l’assoluto giunge alla comprensione adeguata di se perchè supera il piano della
rappresentazione e si eleva a quello del concetto. Hegel definisce la filosofia come l’idea che pensa
se stessa. Simbolo della filosofia = la nottola = sacra a minerva (dea della sapienza)—- la filosofia
sorvola come la nottola alla fine del giorno, entra in campo quando un cammino si è compiuto e
come la nottola guarda al giorno che è trascorso, la filosofia guarda al processo dell’assoluto che è
avvenuto
Autocoscienza dell’assoluto, culmina con il fatto che la verità sta nell’intiero. Si completa in tutto e la verità
sta nell’interezza.
Nella filosofia si realizza l’unità e la verità dell’arte e della religione. È la massima espressione dell’assoluto,
che va oltre il pensabile e oltre la rappresentazione per giungere al concetto. Il concetto è l’idea che pensa
sé stessa. La filosofia, giunta all’ultima tappa della sua storia, raggiunge il suo compimento, cioè realizza
l’autocoscienza dell’assoluto, ossia la conciliazione tra finito e infinito, tra terreno e divino. Se c’è questa
conciliazione c’è interezza e la verità sta nell’intiero.
PRINCIPIO DELLA RAGIONE: principio riaffermato da Hegel