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Hegel

VITA E OPERE
Georg Wilhelm Friedrich Hegel nacque nel 1770 a Stoccarda; tra il 1785 e il 1787 emerge il suo
interesse per il mondo classico e la religione cristiana. Durate gli studi a Tubinga manifesta e
sviluppa questi interessi e stringe amicizia con Holderlin e Schelling. Lavorò come precettore prima
a Berlino e poi a Francoforte: a questo periodo risalgono gli “Scritti teologici giovanili, che
trattavano argomenti religiosi. Dal 1801 al 1807 insegna a Jena e collabora con Schelling; pubblica
diversi scritti tra cui “Differenza fra il sistema filosofico di Fitche e quello di Schelling” e la
“Fenomenologia dello spirito”: quest’ultima pone fine all’amicizia con Schelling. Jena viene
occupata dalle truppe di Napoleone e pe questo Hegel la abbandona, insegnando così al ginnasio
di Norimberga dal 1808: qui pubblica la “scienza della logica”. Nel 1816 ottiene la cattedra
universitaria a Heidelberg e nel 1817 pubblica l’” Enciclopedia delle scienze filosofiche in
compendio”. Nel 1818 diventa professore presso l’università di Berlino e poi ne viene designato
rettore: questo è il suo periodo più importante e fiorente nel quale ottiene massima celebrità. Tra
il 1832 e il 1838 vengono pubblicati i suo scritti riguardanti storia della filosofia, estetica e
religione. Muore nel 1831.
I TEMI E I CONCETTI FONDAMENTALI
Concreto e astratto
Per Hegel il “concreto” (dal greco “crescere insieme”) è ciò che può essere colto mediante i sensi e
che trova riscontro nella realtà; una concezione concreta tiene in considerazione i rapporti e i
collegamenti che connettono gli elementi. Si tratta di un’analisi più profonda che comprende
l’insieme delle relazioni che connettono le varie parti del tutto.
Viene invece definito “astratto” (dal greco “trarre da”) tutto ciò che è soltanto oggetto del
pensiero e non è individuabile attraverso i sensi; è una concezione astratta, più parziale e
superficiale, quella che concepisce e le cose come separate le une delle altre e non le considera
nella loro totalità includendo le relazioni tra queste.
La concretezza e l’astrazione possono riguardare non solo i soggetti, ma possono anche essere
delle caratteristiche dei vari elementi che compongono la realtà: ad esempio secondo Hegel un
organismo vivente è più concreto di un meccanismo, così come una società in cui gli individui si
comportano come parti integranti delle varie realtà collettive e delle diverse forme associative
dello Stato, è più concreta rispetto ad una in cui i singoli vivono isolati perseguendo
esclusivamente i propri obiettivi.
Intelletto e ragione
Un altro binomio hegeliano è quello di intelletto e ragione: in contrapposizione a Kant che riteneva
la cosa in sé inattingibile, Hegel ritiene la ragione l’unico mezzo per attingere all’assoluto.
Egli identifica nell’intelletto la facoltà conoscitiva del finito che considera i singoli enti come
elementi a sé stanti e non coglie le dinamiche presenti da questi: appare quindi una facoltà
astratta.
La ragione è invece la facoltà dell’infinito e della totalità che coglie i nessi che mettono in relazione
le singole parti; si presenta quindi come una conoscenza concreta.
La fiducia nel razionale (concreto) non preclude l’esistenza dell’intelletto, ma stabilisce un
superamento del secondo che però continua a coesistere nel primo.
Superamento
Il termine “superare” traduce il verbo tedesco “aufheben”, che intreccia dentro di sé il senso di
togliere, conservare e innalzare. Ad esempio si può immaginare come un cibo che viene tolto per
essere riposto in dispensa affinché si conservi e si mantenga nel migliore dei modi. Troviamo
analogie anche nel linguaggio religioso cristiano. Il superamento per Hegel è quel conetto per cui
un aspetto della realtà viene negato ma conservato nel suo valore essenziale e condotto ad una
piena manifestazione. Questo processo necessario e libero comprende uno sviluppo interiore del
concetto considerato.
Un esempio del superamento può essere in frutto che è un superamento del bocciolo e del fiore,
oppure ancora la triade innocenza-colpa-virtù, o anche la triade “unità-molteplicità-totalità”.
Dialettica
Il superamento è il cuore della dialettica, che sarebbe il metodo conoscitivo ma anche la dinamica
intrinseca alla realtà. Nella dialettica individuiamo tre momenti:

- La tesi, momento intellettuale astratto, in cui viene analizzata la realtà così com’è senza
considerarne le relazioni;
- L’antitesi, momento dialettico negativo in cui si nega la tesi e il suo sviluppo;
- La sintesi, momento razionale che attraverso la ragione comprende la totalità della realtà e
delle sue articolazioni.
La dialettica supera i principi di identità e non-contraddizione per cui se A è A allora A non è
non-A (ogni cosa è sé stessa e non è tutte le altre). Subentra quindi la contraddizione per cui
ogni concetto rimanda al proprio opposto. Per comprendere in modo completo la realtà
bisogna innanzitutto esaminarne i vari elementi mediante l’intelletto, ma è fondamentale
comprenderli e collegarli tra loro mediante la ragione.
Per Hegel la RAGIONE è quindi capace di comprendere la realtà; in essa è però anche
compreso l’intelletto.
LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO
Con il termine “Spirito” Hegel intende la realtà nella sua totalità e tutto ciò che riguarda la
dimensione umana; “Fenomenologia” indica invece quel discorso sul fenomeno, ossia la
manifestazione della realtà. L’opera descrive le v arie forme o figure nelle quali lo Spirito si
manifesta. Hegel parla di Spirito che di Coscienza come se fossero due parti coincidenti, ma in
realtà la Coscienza indica la partenza del percorso fenomenologico, lo Spirito ne segna la fine: da
questo possiamo dedurre che per l’autore l’intero processo di manifestazione dello Spirito è già
implicito nella parte iniziale.
Allontanamento da Schelling
L’arrivo della fenomenologia è una descrizione della realtà con superamento di tutte le differenze,
ossia l’identità di soggetto e oggetto. Hegel reputa errati la concezione dell’Assoluto e il metodo
di Schelling, che si fondavano sulla forma stratta dell’intuizione; per il filosofo questa saltava i
passaggi intermedi che rendono possibile la comprensione delle differenze che caratterizzano la
realtà: il metodo di Schelling era inutile e illusorio.
Percorso di formazione
Secondo Hegel il percorso fenomenologico ha la stessa funzione della scuola: ogni individuo
studiando ripercorre le tappe di un itinerario di formazione che ci porta fino al livello di
conoscenza attuale; così la lettura della Fenomenologia (che è già in sé sia percorso di formazione
che esposizione preliminare) consente di ripercorrere le tappe del viaggio della Coscienza umana.
Secondo l’autore è astratto definire a priori ciò che guida durante la ricerca della conoscenza; è
come volere imparare a nuotare senza entrare in acqua.
Le figure
Le fasi della Fenomenologia si susseguono secondo le leggi della dialettica; queste si presentano
sotto forma di figure, ossia immagini e personificazioni che dipingono i momenti più significativi
dello sviluppo umano.
La struttura dell’opera
L’opera si articola in due blocchi suddivisi in tre parti ciascuno; troviamo la prima che si articola in
Coscienza, Autocoscienza e Ragione.
La Coscienza comprende l’esistenza dell’oggetto in quanto costruito dal soggetto, e si serve di
certezza sensibile, percezione e intelletto;
si trasforma così in Autocoscienza, che necessita di essere riconosciuta da un altro soggetto con
cui entra in conflitto: qui nasce la figura del servo e del padrone, che raffigurano la sottomissione
tipica dell’antica schiavitù; successivamente troviamo stoicismo e scetticismo con cui la Coscienza
cerca di non asservire alla realtà. La religiosità medievale è rappresentata nella coscienza infelice
scissa tra Dio e sé stessa;
in questa unione con Dio il mistico diventa Ragione: questa deve realizzarsi in ragione osservativa
che studia la natura, e ragione attiva che tenta di dominare il mondo.
Il fallimento porta la Ragione ad affidarsi allo Spirito: così si apre la seconda sezione della
Fenomenologia, nella quale troviamo Religione e Sapere assoluto, ossia la realizzazione dello
Spirito in cultura e filosofia.
DALLO SPIRITO AL SAPERE ASSOLUTO
LO SPIRITO
lo spirito costituisce la tesi della triade dialettica, ed è scandito in tre fasi. La prima è quella della
bella eticità del mondo greco poiché l’età ellenica veniva definita bella grazie all’armonia tra
individuo e Stato, tra uomo e divinità e tra spirito e natura. nella fenomenologia si ripresenta
l’ammirazione per la crescita che Hegel aveva già manifestato negli scritti teologici giovanili. la crisi
della bella eticità si incarna nella figura di Antigone protagonista della tragedia di Sofocle che
decise di seppellire il fratello morto in battaglia scegliendo di violare la norma emanata dalle
autorità politica, seguendo però la norma divina. Antigone infatti divenne il simbolo di un’armonia
tra individuo e Stato che va in frantumi. Le vicende dello spirito sono caratterizzate dai problemi
fra individuo e Stato e culminano nel momento in cui la critica illuministica dell’assolutismo sfocia
nel terrore rivoluzionario.

LA RELIGIONE E IL SAPERE ASSOLUTO


Il concetto di spirito tendeva sempre di più a manifestarsi nella religione nel sapere assoluto che
per il filosofo corrispondevano alla filosofia. Per assoluto egli intendeva la consapevolezza
dell’identità di soggetto e oggetto.

IL SISTEMA HEGELIANO E I SUOI MOMENTI


usando il termine sistema, Hegel voleva sottolineare che è la sua indagine voleva dare conto
all’intera realtà e alle sue componenti, evidenziandone Les connessioni dialettica. Alla trattazione
del sistema Hegeliano, è dedicata all’enciclopedia delle scienze filosofiche uscita nel 1817 che
affrontava gli argomenti nella sequenza determinata dal modo in cui derivano e si sviluppano gli
uni dagli altri. È importante notare che l’enciclopedia del filosofo si presentava come in
compendio, senza la pretesa di trattare nel dettaglio tutti gli aspetti. Il suo sistema mirava a
cogliere il significato essenziale di ciascuno di quegli aspetti e in essi che li collegano. Nel caso di
Hegel il termine enciclopedia suggerisce un percorso che ritorna su sé stesso.

SISTEMA HEGELIANO COME STUDIO DELL’IDEA


il sistema e Galiano si articola in tre momenti della logica, della filosofia della natura e dello spirito.
Questi momenti corrispondono allo studio dell’idea in sé, dell’idea fuori di sé e dell’idea ritornata a
sé. Il termine idea indica la struttura razionale della realtà. mentre per Platone l’idea era il centro
di una concezione metafisica, per Hegel è l’oggetto della logica. La logica si identifica con la
metafisica in quanto a come oggetto l’idea ed è contemporaneamente la struttura del pensiero
umano e della realtà.
-L’oggetto della logica è l’idea in sé, considerata astrattamente in se stessa
-nella filosofia della natura si studia l’idea fuori di sé, esteriorizzata nello spazio e nella realtà
materiale e si presenta come alienazione, cioè come manifestazione dell’idea in una forma che la
estranea
-nella filosofia dello spirito si indaga l’idea ritornata in sé ovvero rientrato in se stessa dopo essersi
esteriorizzata nella natura.

LA LOGICA
La logica di Hegel è diversa da quelle tradizionali perché le sue diverse categorie sono presentate
nel loro dialettico derivare le une dalle altre. Hegel mostra come il pensiero parta dai concetti più
semplici per passare gradualmente a quelli più complessi fino a giungere all’idea che comprende
tutti i precedenti. A questa catena di passaggi corrispondono tre momenti fondamentali: la logica
dell’essere, la logica dell’essenza e la logica del concetto.

L’ESSERE
la logica dell’essere è il punto di partenza del processo del sistema Hegeliano. Il concetto di essere
il più generale che esista dal momento che qualunque ente si può dire che “è”. La logica del
filosofo si apre con l’analisi dell’essere indeterminato, quello privo di qualsiasi caratteristica. Non
potendo identificarsi, l’essere si capovolge nel nulla. L’essere e il nulla, danno luogo al divenire
dove l’essere acquista degli attributi e diventa determinato grazie alla qualità, alla quantità e alla
misura.

L’ESSENZA
Il termine essenza indicava la natura profonda dell’essere. L’essenza è ciò che l’essere è stato e
quindi è ciò che l’essere presuppone come proprio fondamento. Nella logica dell’essenza vengono
discussi i concetti di sostanza e causa. Una volta stabilito il concetto di essenza, passiamo i tre
momenti in cui si articolano la sezione della logica che lo analizza. Il primo momento è dedicato
all’essenza in senso stretto in cui si indaga il fondamento dell’essere. Il secondo momento è
dedicato all’esistenza in cui l’essenza si manifesta fuori di sé. il terzo momento è la realtà in atto e
si tratta dell’essere non più concepito nel suo semplice darsi, bensì come spiegato è motivato dalla
propria essenza. la realtà in atto o effettuale e l’essere in quanto insieme una verità, un senso e un
significato e non si presenta più come insieme delle cose ma come in realtà in quanto vera.

IL CONCETTO
Il terzo momento della logica è quello del concetto. Il termine concetto non si riferisce a una realtà
mentale originata da delle percezioni ma indica la conclusione di un percorso logico dove il
pensiero ha scoperto se stesso come proprio oggetto. Non bisogna però dimenticare che l’idea
veniva presentata come lo scheletro di un organismo che ha bisogno di altre forme per essere
completato.

FILOSOFIA DELLA NATURA

SVALUTAZIONE DELLA DIMENSIONE NATURALE


Hegel non condivide la passione per il mondo naturale, infatti per lui la natura costituisce l’idea
fuori di sé. Egli criticava la posizione dei filosofi panteisti del Rinascimento che ritenevano di poter
trovare Dio anche in un filo d’erba. Per lui però la natura era un passaggio necessario nello
sviluppo dell’idea.

IL RUOLO E LE ARTICOLAZIONI DELLA FILOSOFIA DELLA NATURA


E gale era convinto che lo studio dei fenomeni naturali era compito delle discipline scientifiche, nel
suo sistema aveva l’obiettivo di collocare interpretare i fenomeni nell’ambito del mondo naturale
fornendo una lettura metafisica di quel mondo.la filosofia della natura si articola in tre momenti: la
meccanica, la chimica e la biologia. Quest’ultima analizza in primo luogo le formazioni geologiche,
poi la vita vegetale e infine la vita animale. Il vertice del mondo animale era l’essere umano.

L’IMPOTENZA DELLA NATURA


E i diversi gradi in cui si articola il mondo naturale si collocano in una sequenza atemporale.
L’animale costituisce il culmine è la crisi della natura perché realizza il proprio destino nella
riproduzione ma poi invecchia e muore. La riproduzione non rappresenta un progresso perché il
nuovo individuo è uguale a quello che lo generato. Il tempo della natura non è in grado di
produrre novità ma soltanto di riproporre realtà sempre uguali. L’organismo vivente consuma se
stesso e neppure la riproduzione trova una dedica via di uscita.

LA FILOSOFIA DELLO SPIRITO


L’idea in sé rappresenta una razionalità non realizzata, la natura è una realtà in cui la ragione è
riconoscibile. I primi due momenti del sistema Hegeliano, si presentano entrambi come unilaterali
e astratti. Nella filosofia dello spirito questa astrattezza viene superata dallo spirito in cui l’idea,
dopo essersi realizzata, ritorna in sé per riconquistare una razionalità. Lo spirito può essere
definito come l’idea che ritorna in sé.

LE SEZIONI DELLA FILOSOFIA DELLO SPIRITO


Anche la filosofia dello spirito si articola in tre parti: spirito soggettivo, spirito oggettivo spirito
assoluto.
SPIRITO SOGGETTIVO
Soggettivo rappresenta l’essere umano nella sua esistenza individuale. L’antropologia indaga lo
spirito nel suo primo emergere dal superamento della natura. Con la fenomenologia si passa la
dimensione mentale della vita del soggetto, può essere descritta come il sentiero che conduce
sulla vetta di una montagna dalla quale si può godere di una migliore visuale e dove si può anche
contemplare il sentiero percorso. Il percorso conoscitivo studiato dalla fenomenologia conduce
allo spirito soggettivo, di cui si occupa la psicologia. Esso si presenta prima come spirito teoretico,
poi come spirito pratico e infine come spirito libero. Una volta sviluppatosi in quanto individuo
libero, lo spirito può realizzarsi delle relazioni con altri individui.

LO SPIRITO OGGETTIVO
si articolano in diritto ovvero forma dell’esteriorità e dei rapporti di proprietà, moralità che mette
in primo piano l’intenzione interiore ed eticità in cui il soggetto prova la propria collocazione della
collettività. La realizzazione dell’eticità si manifesta nella famiglia, la quale nel suo sviluppo nega a
se stessa allevando i figli che se ne allontanano. Da lì si passa la società civile in cui individui
agiscono mossi da bisogni e interessi particolari. Infine nello Stato dove diritti e interessi degli
individui sono subordinati alla realtà statale che viene intesa come un organismo o come la totalità
superiore singoli, che persegue un bene superiore ai beni individuali. lo stato descritto dal filosofo
non nasce dal contratto sociale bensì è la più alta unità spirituale in cui l’individuo si sente inserito.

SPIRITO ASSOLUTO
Lo Stato è la più alta espressione dello spirito oggettivo, esso viene superato nello spirito assoluto
che rappresenta il momento conclusivo del sistema del filosofo, del quale lo spirito, dopo essersi
oggettivato ritorna in sé nella forma della autoconsapevolezza. Le articolazioni interne dello spirito
assoluto sono l’arte, la religione e la filosofia e si distinguono per le loro diverse modalità
espressive.

L’ARTE E IL SUO SVILUPPO


Nell’arte lo spirito infinito si raffigura in forma sensibile. E gale individua: l’arte simbolica delle
civiltà orientali, quella classica del mondo greco romano e quella romantica della civiltà cristiano
germanica del medioevo.

LE RELIGIONE
La religione è una modalità di pensiero, in essa lo spirito non si esprime per mezzo di concetti ma
per mezzo di rappresentazioni come miti o narrazioni. L’identità di finito e infinito, umano e divino,
si presenta nella religione cristiana come racconto dell’incarnazione di Dio in Gesù. Religione
filosofia presenta questo contenuto nelle forme del pensiero rappresentativo. La religione è uno
sviluppo storico in tre tappe, la prima è quella della religione naturale propria ai popoli dell’antico
oriente, la seconda è la zappa in cui Dio si manifesta come una realtà personale, nella terza tappa
è costituita dal cristianesimo.
Per Hegel il cristianesimo è la forma di religione più matura infatti egli per illustrare alcuni aspetti
del proprio pensiero utilizzava espressioni derivate dalle dottrine cristiane. In questo momento lo
spirito assoluto la religione è una delle forme in cui lo spirito si manifesta e si comprende. E gale
critica la teologia negativa, cioè l’insieme delle forme di riflessione su Dio che avevano insistito
sull’ ineffabilità della natura divina considerata troppo elevata per essere colta dal pensiero umano
ed espressa con linguaggio.

LA CONCEZIONE DELLA STORIA


Qual è la legge che governa la storia? Per comprendere la storia, è necessario andare oltre le
vicende particolari, in modo da cogliere la razionalità che la guida, facendo una filosofia della
storia. Anche la storia è un percorso dialettico, mosso dalla negazione e dalla contraddizione: per
questo la guerra ha un ruolo importante. Un popolo può dunque svolgere il suo ruolo nella storia
soltanto se è organizzato in uno Stato ed è dotato di un esercito efficiente. Nello scontro fra i
popoli, prevale quello che in quel momento storico rappresenta il più avanzato punto nello
sviluppo dello Spirito, che nella dimensione storica è chiamato «Spirito del mondo». Questo si
incarna di volta in volta in un popolo specifico, il quale, esaurita la sua funzione, ritorna ai margini
della scena storica. In generale, la storia è un progressivo affermarsi della libertà at traverso i
grandi imperi orientali antichi, il mondo greco-romano e infine quello cristiano-germanico, in cui il
cristianesimo ha proclamato che tutti gli uomini sono liberi, secondo quanto realizzato dallo Stato
etico.
Qual è il ruolo storico degli individui? Gli individui non hanno un ruolo significativo nella storia,
fatta eccezione per i «personaggi cosmico-storici», figure straordinarie che hanno il compito di
portare lo Spirito a una più alta espressione. Anch'essi, esaurito il loro compito storico, sono
destinati a ritornare ai margini della scena. In questo senso la storia è dominata dall'«astuzia della
ragione», perché la razionalità realizza sé stessa al di là delle intenzioni degli individui e dei popoli,
i quali, nel perseguire i loro scopi limitati, tracciano involontariamente il percorso dello Spirito del
mondo.

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