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Georg Wilhelm Friedrich Hegel nacque a Stoccarda nel 1770 e morì a Berlino nel 1831 e
fu il massimo esponente dell’idealismo, una filosofia che consiste nel non riconoscere il
finito come un vero essere perché finito è ideale
- compie gli studi universitario nel seminario di Tubinga
- Tra il 1793 e il 1800 lavora a Berna e a Francoforte come precettore
- Nel 1800 si reca presso l’Università di Jena come docente di filosofia
- Dal 1808 al 1816 si stabilisce a Norimberga e nel 1818 a Berlino, dove morirà
«La Fenomenologia dello spirito fu il capolavoro in cui Hegel ha tentato di mostrare come si
possa comprendere l'intera struttura spirituale del mondo a partire dall'autocoscienza»
Hans Georg Gadamer
SISTEMA FILOSOFICO
Il sistema filosofico hegeliano è omnicomprensivo, ovvero tenta di spiegare la totalità della
realtà e ambisce a interpretarla in ogni sua parte
Le tesi di fondo del sistema hegeliano che articolano l’intero pensiero sono:
1. La risoluzione del finito nell’infinito
La realtà è intesa come organismo unitario che nulla ha fuori di sé; tutto quello che
esiste è sua parte e sua manifestazione. Essa coincide con l’assoluto e l’infinito
proprio perchè non ha nulla al di fuori di sé e rappresenta la ragion d’essere di ogni
aspetto parziale del reale.
- L’unica realtà è l’assoluto/infinito, e il finito/mondo esiste come parte e in
virtù dell’infinito; il finito come tale non esiste, perchè ciò che chiamiamo
finito nient’altro è che un’espressione parziale dell’infinito
- Il finito perde la sua consistenza ontologica poiché coincide con l’infinito
- Il finito in quanto tale non esiste, il finito non è tale, ma è lo stesso infinito
L’assoluto è infinito nel suo dinamismo dialettico; è un infinito dinamico in
costante divenire che trova manifestazione nel finito
- finito e infinito coincidono perchè sono in simbiosi
L’idealismo è una filosofia che ha alla sua base la risoluzione dialettica del finito
nell’infinito, è teoria dell’identità intesa come non realtà del finito
Il reale è costituito dal mondo naturale: la razionalità della natura si manifesta nelle
leggi chimiche e fisiche sempre identiche a se stesse
- il reale comprende anche il mondo umano: la razionalità è più ricca rispetto
alla natura e si manifesta nei rapporti politici, familiari, economici, giuridici,
sociali, politici e nelle espressioni culturali che li hanno prodotti
"Secondo il mio modo di vedere che dovrà giustificarsi soltanto mercé l'esposizione
del sistema stesso, tutto dipende dall'intendere e dall'esprimere il vero non come
sostanza, ma altrettanto decisamente come soggetto.....
"Comprendere ciò che è è il compito della filosofia" poiché ciò che è è la ragione.
"Del resto, a dire anche una parola sulla dottrina di come dev'essere il mondo, la
filosofia arriva sempre troppo tardi. Come pensiero del mondo, essa appare per la
prima volta nel tempo dopo che la realtà ha compiuto il suo processo di formazione
ed è bell'e fatta. Questo, che il concetto insegna, la storia mostra, appunto,
necessario, che cioè, prima l'ideale appare di contro al reale, nella maturità della
realtà, e poi esso costituisce questo mondo medesimo, colto nella sostanza di esso,
in forma di regno intellettuale. Quando la filosofia dipinge a chiaroscuro allora un
aspetto della vita è invecchiato e dal chiaroscuro, esso non si
lascia ringiovanire ma soltanto riconoscere: la nottola di Minerva inizia il suo volo sul
far del crepuscolo"
Hegel si serve della metafora della nottola di Minerva (dea della sapienza e
filosofia, figlia di Giove)
- la civetta come la filosofia si alza in volo quando il giorno o un’età si è già
conclusa, poichè la filosofia è attività propria di un periodo che ha già dato i
suoi frutti, è attività della fase autunnale di un’epoca, guarda a ciò che è
trascorso e vi scopre il processo del farsi dell’Assoluto, è autocoscienza di
un’epoca
- Deve elaborare in concetti e pensiero il contenuto del reale svelandone
l’intrinseca razionalità
- Deve mantenersi in pace con la realtà e rinunciare alla pretesa di guidarla, a
differenza degli illuministi
- E’ giustificazione della necessità e della razionalità sostanziale del mondo,
secondo il giustificazionismo; ogni pezzo di storia è manifestazione
dell’assoluto
Coerentemente con l’assunto secondo cui “il vero è l’intero”, Hegel afferma che la
verità del sistema idealistico, in quanto espressione della razionalità realizzata, si
comprende soltanto alla fine, nel momento in cui si ricompone la totalità
- la filosofia giunge a comprendere sé stessa e il suo tempo quando questo ha
ormai esaurito le sue possibilità, come la civetta di Minerva che si alza in volo
solo al crepuscolo
Questa triade (idea, natura, spirito) non è da intendersi in senso cronologico, come
se prime ci fosse l’idea, poi la natura e poi lo spirito, ma in senso ideale
- ciò che concretamente esiste nella realtà è lo spirito, il quale ha come
coeterna condizione la natura e come suo coeterno presupposto il
programma logico dell’idea pura
5. La dialettica
Lo sviluppo dell’idea segue una legge dialettica; il momento dialettico comprende tre
momenti:
1. La tesi o momento intellettuale o astratto
Il momento dell’affermazione iniziale
2. L’antitesi o momento dialettico o della negazione
La negazione della prima affermazione
3. La sintesi - aufhebung o momento speculativo
Il conflitto fra i due opposti viene superato, non avviene l’annullamento totale
del momento precedente ma si conserva superandolo; negazione della
negazione, affermazione delle determinazioni opposte