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Introduzione

1) Ragione e incondizioanto: tematica metafisica, determinazione per la conoscjneza e per l’azione


2) Separazione conoscenza e azione / filosofia prima.
3) Vincolamento della ragione alla fisica: ontologica, epistemologico, linguaggio –logos
4) Radici metafisiche della filosofia:
- Pensiero dell’identità in cui il tutto affrontato dal pensiero è identificato con l’Uno –l’intero.
-

CAPITOLO1

1) La filosofia critica e il superamento della metafisica


- La totalità è una questione naturale, il bisogno metafisico non va quindi accantonato: alle
antinomie non bisogna trovare soluzioni, ma descrivono la posizione dell’uomo.
- La crisi della ragione descrive i confini, intesi come forme.
- La totalità rappresentata come concetto è il prodotto dell’intelletto che si sporge: il pensiero è
sempre sotto condizione; rapporto con l’incondizionato.

2) Concetto naturale di mondo:


Totalità delle cose che cadono sotto i sensi: da nozione prefilosofica a speculativa, la sensibilità
cerca determinazione dell’intelletto ma non gliela può dare, materiale inadeguato
- Parallelo Kant/Einstein, al di là della lettera: dismissione oggettualità ontologica, carattere
relazionale con spazio e tempo non più oggettivi.
- Sensibilità/datità; intelletto e apprensione/intelletto intuitivo:
 Per un intelletto che apprende e non è intuitivo, il mondo si dà in quanto fenomeno.
La totalità diventa l’oggetto per il quale la speculazione è costretta alla riflessione e la
metafisica si fa critica.
- Le due totalità infinite a) successiva; b) simultanea: impossibile la sintesi della prima,
impossibile esperienza della seconda. La differenza tra le due solo dal punto di vista
dell’eternità: non invece per la datità, per la quale si implicano. La posizione dell’umano è
proprio quell’impossibilità a darsi, l’incompletezza – concepibile ma non determinabile.
- Rende possibile l’oggetto in quanto singolare, materiale inadeguato.
Eterogeneità(intuitiva/discorsiva) fonda la possibilità del soggetto:
 Nella faglia si esprimono le pretese della ragione: da una parte l’intelletto che produce
l’unità si sporge e vuole superarla; dall’altra solo una riflessione sulla sensibilità può
rendere ragione di quel sensibile problematico.
- Da una totalità di cui è impossibile una sintesi si passa a un’unità di partenza della sintesi
dell’esperienza possibile, non contenuta come totalità e come concetto nel singolo intelletto:
 Nella distanza tra la totalità da cui partivamo (e a cui si doveva arrivare) all’unità,
giudicare il lavoro della riflessione.
 Da trovare il principio non intellettuale della sintesi – forme.  modo specifico del
radicamento umano.
3) Oggettività: esclusa la determinazione metafisica, o. messa tra parentesi da un intelletto singolare
- Il mondo, quindi, non è nella sua interezza alla fine del lavoro intellettuale
- Idealità di spazio e tempo e principio metafisico:
 Come percezione in Leibniz, non atomo ultimo metafisico della natura, ma come
trascendere il solo meccanismo, per il quale il cartesianesimo rimane bidimensionale:
come si scava punto cieco, in modo non speculativo.
 Modalità in cui il molteplice si dà nell’uno (altrimenti non si dà molteplice).
- Problema della separazione nella Dissertazione: alla sensibilità si darebbe l’apparenza,
all’intelletto la cosa in sé.
 Posizione umana e datità: bisogna ripensare la soggettività: non concorrenza tra S/I.
 Superamento del polo dell’oggetto/essere, a cui la conoscenza seguirebbe senso
della domanda attorno all’essere.
 Dall’oggetto al rapporto oggetto/concetto: no determinazione speculativa o., ma
oggettività come questione: non un nucleo ulteriore dell’oggetto, ma modi
dell’oggettività.
4) Il soggetto, la sintesi pura a priori, intuizione pura (e intellettuale)
- Nella dimensione del giudizio, il soggettivo non è l’arbitrario ma il collegamento di oggetto e
concetto all’altezza della ragione
- Ripensamento nesso S/O a livello della ragione: ogni sintesi a priori (che rende ragione della
legalità della natura) è congiunta a una intuizione pura: solo nell’intuizione pura si da un
rapporto tra le parti e il tutto, e tra finito e infinito che scsavalchi i regressi.
 Esposizione metafisica dello Spazio: S. non è un concetto empirico (tratto da
esperienze esterne); necessaria rappresentazione a priori; non è un concetto
discorsivo; è un’infinita grandezza DATA.
- Intuizione per sua essenza sensisible: non crea, ma le cose le sono date immediatamente:
l’uomo è consegnato già all’ente in questa forma, non deve colmare nessun fosso teoretico.
Conoscenza (ricettiva e spontanea) si contrappone alla creazione e non all’esperienza, a cui si
mette in continuità.
- Intuizione pura e non intellettuale, come? Idealità di spazio e tempo! Per l’uomo si DANNO
intuizioni che sono le forme dell’esperienza – forme infinite.
 Nuova forma di totalitò: le cose si danno come parti di un intero dato.
 Contro la composizione totale spaiale, necessaria sucesione interna temporale dei
fenomnei ( se no si conta solo col numero 1!) – rappresenta enti come totalità col
carattere di molteplicità: lo spazio è troppo sottile.
 Necessari auna veduta: schematismo, che permette l’operazione del concetto che
descrivi i limiti – radice contro la filosofia del substrato, radicamento; tempo e
autoaffezione.
 Sensibilità non sensisitica permette l’appercezione che rende possibile rapporto di
oggettivazione: il fuori non è metafisicamente separato.
 Per Cassirer invece non Estetica (intuizione è necessaria ma non sufficiente), ma Logica:
è nei Prinicipi dell’intelletto puro che colmano la distanza – con le analogie
dell’esperiena si supera l’isolamento delloggetto e rende pensabile la naturacome
concetto
 La materia magnetica, oggettività, rapporti necessari contra causa humeana. (postulati
del pensiero empirico) – lo sguardo scettico conosce le cose fino ai loro bordi
- Possibilità dell’esperienza, delimita nuova totalità non in negativo, in astratto: unità sintetica,
condizionata (per definizione). Contro il diluvio del molteplice, la totalità del fenomeno.
- Metafisica come esigenza e come scienza.
 Come non ricadere nel luogo metafisico originario in cui E=P? La realtà effettuale è
separata dal pensiero sull’asse del giudizio, ma per l’oggetto si parte dalla conoscneza:
momenti di versi se natura non viene pensata come totalità, che sola ci mostra il
particolare.
 Oggetti nel campo della conoscnea dentro al campo dell’esperieza: il punto cieco eè
trascendentale non trascendente. La metaficica come scienza fonda gli oggetti.
Idealismo problematico
- Il problema della manifestazione: il fenomeno nasconde il vero carattere dell’ente in quanto
incondizionato?
 Heidegger: La manifestazione dimostra sempre l’essere in un senso. Differenza
fenomeno e noumeno è solo potenziale: è quella tra i due intelletti
 Arendt – Essere e apparire. Esistere significa apparire dal nulla, in una totalità che ci
sopravvieeterogenea alla morte e al tempo: posizionamento dell’uomo. Dietro un
fenomeno un altro fenomeno. Un mondo di cause è inabitabile.
 Il regno del fenomeno non è quello della doxa fallce: l’illusione trascendentale delle
condizioni incondizionate.
5) Incondizionato: la totalità dell’espeirenza fenomenica è contrapposata a quella incondizionata.
- Separazione nella totalità stessa, che come assoluta vuole uscire dall’unità.
 Questa scissione prende energia dalla metafisica come esigenza naturale: totalità come
categoria della quantità, e idea trascendentale della totalità assoluita dell’apparenza.
- Idee: dalla forma dei sillogismi, come concetti dalla tavola dei giudizi. Se nella premessa è posta
la totalità delle condizioni, l’oggetto a cui si restringerebbe sarebbe l’oggetto incodnzionato.
Movimento nel erso delle condizioni-
- Tre oggetti: idee necessarie della ragio. Uso regolativo che apre all’uso pratico ma anche come
indicazione della costruzione della serie.
- Antinomia è generata da ll’incondizionato che è compreso nela serie oppure ne è l’intero: in
quanto fenomeno la totalità unitaria non si dà. Posizione dell’umano costituavemente diviso.

ABSTRACT: Ragione e totalità, problema della determinaizone (senza scarti), tematica metafisica:
ribaltamento che concetto e idea imprime alla ragione: non considerarla come oggetto a cui giungere- ma
pensaere come punto di partenza; unità fondata sulla intuizione pura; idealità supera immediateza
ontologia; separazione all’interno della ragioene nel campo dell’esperienza; intelletto solo una parte della
ragioen: la spontanetà non puuò prescindere dall’immediato ; metafisica: intuziione pura e non
intellettuale; esperienza non più l’incerto, ma alveo dove l’oggetto si da nella conoscnea

Ciò che rende possibil l’esperiena nella sua unitò, produce totalità del fenomeno e incodnizionata.. La
metafisica ripensaa dalla critica , pone fondamentale l’esperienza, pensa totalità incondizionata come
prodotto della ragione umana .

 AFDA
 SDGFS

CAPITOLO2 1.KANT: Critica della ragion pratica, e l’incondizionato

1) I due intelletti: l’intelletto umano deve distingere possibilità e realtà delle cose. Non si può inferire
dalla possibilità alla realtà – ma non separazione tra le cose
- La libertà umana è possibile per questo, non dovendola ricercare nella causalità fisica.
- Int/Int è idea regolativa ci fa formulare uguaglianza tra realtà e possibilità che a noi si dà
come IMMEDIATA – confine idealità spazio e tempo – la realtà non è dimostrata dalla
necessità. (100talleri).
2) Dio, iq INTINT non può essere causa dell’esistenza della sotanza, perché altrimenti sosstanza
sarebbe noumenica, e non libera – così come se l’intenzione fosse naturale, sarebbe solo effetto
dell’evento precendente.
- Come può il soggetto trascendere e essere unito al fenomeno? Deve considerarsi iq cosa in
sé - secondo lege che si dà mediante la ragione.
- In luogo della deduzione del PRINCIPIO SUPREMO 
 Se possibilità della libertà, non possibilità ma necessità della legge morale
 La regola si dà come immediata, come incondizionata, nel DOVER AGIRE.
 Non è impossibile – idea, che ci dà un’estensione e fondamento delle idee, contro il
poso vuoto di quelle dell’intelleto. Proporzioante alla legge morale.
 Rintracciare principio non contradditorio e oggettivo della causalità, tale da
escludere condizione sensisible.: la lege morale, che è già nell’uomo.
- Possibilità della legge morale possibile grazie a IDEALITà S/T: esistenza non radicata in un
ostrato metafisico, ma è rappresentazione sensibile degli essere pensanti:
 Che se si considerar in quanto creato dal nulla, caratter noumenicop, creazione
riguarda esistenza intelligibile..

 Pe Kant è il finito che sta a fondamento

CAPITOLO 2 2. HEGEL: l’incondizionato e il movimento. Hegel critico di Kant.

 Safd
3) L’operazione kantiana evita le ingenuità della metafisica tradizionale:
- Non basta più la riflessione per determianre l’essenza della cosa: la separazione evita
condizioni incondizionata e la cosalizzazione metafisica della totalità
- Separazione tra conoscnere e pensare della filosofia critica: l’in-sé è inconoscibile
4) Aufhebung hegeliana della filosofia critica:
- La filoosfia critica rimane vittima dell’illusione trascendentale considerandola come un
DATO contro il quale il pensiero si scontra.
- Il dato è sintomo di una mancata mediazione: in questo modo si dà frontalmente.
Esplicitazione della premessa che eviti inaggirabilità del dato.
- Conoscere l’assoluto come fine della filosofia disatteso dalla filosofia dell’illuminismo.
5) La contraddizione riside anche nell’oggetto
- Identificazione della ragione con l’intelletto pone il fallo solo in uno dei due poli:
l’oggettività riposerebbe in sé.
- Per h. è da esluidere perché oggettività e è uno dei due poli dela relazione di conoscneza.
- Atemporalità static è la cifra dell’aposterioprità del dato.
- Il pensiero è vuoto universale.
6) Filosofia speculativa contro la critica:
- Illusione trascendale colpisce critica anche non volendo risolvere le antinomie. Nel
riconosci,en to dell’impossibilità trascendentale. – in questo modo la conoscenza rimane
intrappolata.
- La ragione come facoltà dell’incondizioanto avrebbe così solo un senso negativo: dovra
erigere l’antinomia a sua legge e distruggere forme riflesse. Il noumeno kantiano è
astrazione da ciò che la cosa al dilà della cosciena
- L’infinito non è solo ulteriore al finito: filosofia speculativa deve riconoscere parzialità dei
momenti: alla coscienza si manifesterà sempre un immediato. Parzialità e possibilità di
superamento. Determinazione delle forme del pensiero non dal soggetto ma ala contrario.
7) Incondizionatezza della ragione: non deve essere solo canone per una critica della conoscnez,a ma
dotrina dell’infiiuto.
- Ragione come unità dell’intelletto nelle sue determinazioni finite. Riabilitazione del
principio speculativo
- I momenti astratti di sensibilità e intelletto solo nella mediazione della coscienza possono
DARSI (unificati). No nullità dell’ in-sé per la conoscenza, unità di apriorità e aposteriorità.
- Bilateralità dell’unità dello UR-TEIL, l’essere si dà laddove non vi è in assoluto separazione
S/O, nell’itnuzione intellettuale.
- Intuizione intellettuale solo pensabile in kant: caposaldo criticista fenomeno/ dover essere;
per H. INTINT è immaginazione produttiva, contro vuota identità delle cataegorie, unità
bilaterale e non come medio, ma mediazione
8) L’infinito contro la finitezza
- Infinito dell’intelletto, nella sua immediatezza viene posto nella sua forma falsa,
nell’immobilità dell’aspirazione. Trovare un intelletto che non soffra di questa unilateralità
intellettualisitca., unico processo infinito: do ve S/O non ancora divisi.
- Carattere dialettico, far emergere come determinazioni indichino l’infinito solo come
negativo: superare il regresso al’infinito.
 La qualità e il suo limite definisce ciò che è, ovvero uno spazio in cui la cosa cambia e
rimen com’è,, e al di fuori el quale c’è altro. Il finito si interfacciaa un infinito
dterminato solo per differenza
 Come può darsi un’infinità affermativa? Negazione della negazione, affermazione
attraverso la mediazione. L’infinito positivo è inteso nei suoi due momenti, nel
raporto della quantità  idealità di questa separazione.
 L’infinito non deve uscire verso la finitezza, l’infinito è gia tanto finito quanto infinito.
Non da ricercre nella facoltà del soggetto ma come momento inziale di non
separazione di cui giudizio è effetto, quando separaioen non ancora data, momento
genetico del pensiero puro.
- Certezza sensibile. La coscienza è gia il suo concetto, andar olrte sé stessa. L’oggetto
rispetto al quale si muove è il sapere., in rapproto con la manifestazione.
 Essa rispetto all’essere è il puro ‘è’: semplice immediatezza.
 La certezza è dell’oggetto mentre il soggetto è inessenziale. Ma quando la coscienza
si cheide che cos’è questo? Domanda sull’esser , che smebra l’essenziale, si dimostra
essere l’universale il più vago. – la verità dell’oggetto diventa l’universale e
l’immediato il mio vedere, figura della perceziojne
- Solo a livello della totalità la mediazione toglie le deerminazioni parziali, rendendola
affrontabile. Esperienza è quando si toglie un immediato.

ABSTRACT: da uan parte abbiamo visto come la separazione tra facoltà per mezzo dell’idealità permetteva
un’articolazione per la quale un determinazione dell’incondizionato si dà anche per Kant. Hegel preferisce
all’articolazione il movimento che recuperi il principio speculativo, ponendo la contraddizione anche
nell’oggeto, riconoscndola come mom,ento di uan realzioen. All afinitezza umana si sostituiscono le diverse
manifetazioni che permettiono il superamento e il riconosciue to della ragione come incondizionata.

9)

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10)
11)
12) HEGEL

6) Idealità di spazio e tempo [Forme a priori]: dismissione di una oggettualità metafisica; carattere
relazionale: in questo senso accostamento Kant/Einstein (stesse motivazioni).

mediazione

Metafisica/critica; totalità-bisogno metafisico; ragione e limiti, pensiero/condizione/incondizionato.


Sensibilità/datità; intelletto e apprensione/intelletto intuitivo, il mondo come fenomeno, le due totalità,
eterogeneità, oggetto, sintesi, radicamento e posizione.

PRINCIPI, SILLOGISMI, ESPOSIZIONE, SCHEMI, ANTINOMIA

Kant Immediazione

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