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Immanuel Kant

Koingsberg 1724 – 1804.

1760 – interesse per le scienze naturali. Dipende dalla formazione universitaria (scienze naturali). Scrisse
anche un libro chiamato La storia della terra dei cieli. Studia la fisica newtoniana.
1781 – interesse filosofico, critica della ragion pura: analisi dei fondamenti del sapere e della conoscenza.
Mette le basi per il criticismo, fa della critica lo strumento per eccellenza della filosofia.
1781 in poi – si dedica alla filosofia trascendentale

Critica della ragion pura

Critica, da krinos, valutare capire – rivede i fondamenti del sapere. Analizzare.


La ragione - Kant presuppone che in noi c’è una strutta che elabora ciò che succede nella nostra esperienza
sensibile. Tale struttura elabora quindi gli stimoli che vengono dall’esterno, organizza il materiale e lo
ordina. Il risultato di tale attività è ciò che noi chiamiamo concetto.
Pura – tutto ciò che viene elaborato dalla ragione assumerà una forma pura, tale forma pura è la
conoscenza che non viene attaccata dall’esperienza. Kant chiama questo livello di elaborazione dei concetti
puri trascendentale.

1) ESTETICA TRASCENDENTALE
Prima sezione. Il nostro sapere è basato sull’esperienza. Si occupa della nostra sensibilità e del modo di
conoscere. La nostra conoscenza è “disturbata” dalle percezioni e dal momento che entrano nella nostra
sensibilità sono intuizioni empiriche che non possono più staccarsi dalla nostra conoscenza. Le intuizioni
empiriche sono ciò che entra in noi attraverso le porte dei 5 sensi. Quando le percezioni entrano
nell’intelletto sono unificate ad esso, ecco perché prendono il nome di intuizioni empiriche
(empirismo=esperienza). Ciò avviene in uno spazio e in un tempo necessari. Spazio e tempo sono due
categorie assolute e a-prioristiche, che esistono a priori dell’esperienza. Sono le forme pure della sensibilità
perché si possono vedere solamente quando entrano in contatto con la nostra sensibilità (pulviscolo). Sono
delle vere e proprie condizioni senza le quali non potremmo conoscere, possiamo “conoscere” lo spazio e il
tempo solo quando si uniscono a alle percezioni dando luogo alle intuizioni empiriche. Le intuizioni
empiriche inoltre sono formate dalla materia e dalla forma. Materia: caratteristiche esterne delle infinite
percezioni che rendono ogni intuizione empirica diversa dalle altre. Forma: è comune a tutte le cose, ogni
oggetto/fenomeno ha una forma.

2) LOGICA TRASCENDENTALE
Seconda sezione. Kant analizza le forme pure a priori della conoscenza come spazio e tempo.
- ANALITICA TRASCENDENTALE si occupa della produzione dei concetti della realtà, concetti empirici che
hanno una corrispondenza fuori da noi. L’analitica trascendentale viene prima della logica perché si occupa
della costruzione della logica stessa. La sensibilità riceve e l’intelletto pensa. Pensare significa ordinare e
fare una sintesi. L’analitica trascendentale si occupa della costruzione dell’ordine delle cose e di come
l’intelletto le organizza per formare un concetto. Questo concetto viene organizzato dalle 12 categorie
aristoteliche. È tramite la loro sintesi che si formano i concetti=mondo come ci appare. Kant questo lo
chiama io penso (ego cogito) perché la sintesi è ciò che accade nella nostra mente. Il risultato finale di
questo processo sono le immagini, i suoi, il movimento -> la scena del mondo così come la vediamo
incessantemente. Dell’attività di sintesi della nostra mente possiamo avere percezione e coscienza se
riflettiamo che essa si verifica in noi. Questa è una percezione particolare che si chiama appercezione
trascendentale. Quando diciamo ego cogito stiamo riassumendo con un’esclamazione il processo che
avviene nella nostra mente.
Kant sostiene dunque che la conoscenza dipende dall’io che diventa Io legislatore della natura. Perché è l’io
che organizza e dirige. È l’io che si impone nella natura analizzando i fenomeni che ci offre. Kant fa una
distinzione in fenomeni e noumeni.
-DIALETTICA TRASCENDENTALE contenuti che non si basano sulla conoscenza (empirismo) e che danno
luogo a idee che non hanno corrispondenza fuori da noi. La ragione produce dei concetti che non hanno
base empirica. Sembrano reali ma non lo sono. Kant li chiama idee trascendentali o IDEE DELLA RAGIONE
(concetti a cui manca la base e il fondamento empirico). Ad esempio: il concetto di natura è un’idea
trascendentale, perché la ragione unifica e mette insieme più concetti reali (empirici) con concetti
inesistenti. La natura è formata dall’albero che vedo (reale- intuizione empirica) più tutti gli altri alberi che
però non vedo ma so che ci sono. Kant affronta il problema della totalità. I concetti che hanno e
presuppongono una loro totalità non sono reali, perché realmente non abbiamo fatto l’esperienza di esser
difronte tutti questi oggetti (alberi). Kant riconosce che la ragione ha bisogno di questi concetti per pensare
ma sostiene che dobbiamo loro attribuire solamente una funzione regolativa cioè di utilità. La questione è
filosoficamente importante perché le tre idee di totalità equivalgono a:
1. idea cosmologica: dunque la NATURA con tutti i suoi enti fisici.
2. idea psicologica: ANIMA la totalità degli enti spirituali.
3. idea teologica: DIO la totalità suprema.

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