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Emanuel Kant

Dalla fine del XVI secolo la filosofia e la scienza non hanno più avuto uno sfondo unitario del sapere, avendo acquisito
metodi di indagine differenti. In seguito alla rivoluzione scientifica, le scienze naturali adottarono il metodo scientifico
e sperimentale di Galilei. La filosofia, con la metafisica, invece si ancorò al metodo giustificativo ovvero Cartesiano. La
facoltà del sapere era stata scissa, tra scetticismo empirista (nulla conoscibile se non dall’esperienza) e assolutismo
razionalista (la conoscenza universale ed innata). L’Illuminismo tenta di ricostruire una nuova architettura del sapere,
una nuova enciclopedia, in modo che la filosofia trovi unità e un metodo proprio. Kant è definito l’ultimo filosofo
illuminista e il primo filosofo dei romantici, proprio perché il suo pensiero è dedicato ad una ricerca completa sulle
tre facoltà umane. Kant ha una fede incondizionata nella ragione e per compiere la sua ricerca intorno alla facoltà del
conoscere si pone due quesiti:

1. se la ragione è il fondamento del pensiero umano, essa potrà mai essere anche il fondamento della scienza?

2. È possibile definire la metafisica (studia principi primi) come scienza?

Kant è convinto che la metafisica sia stata l’elemento filosofico che ha destato più confronti e problemi. Oltre la sua
indagine sulla metafisica importante è anche la definizione che egli dà al concetto di ragione e al concetto e alla
funzione di intelletto.

KRINO
KRISIS

KITIKE’
Non possiamo prendere due metodi completi. Kant non somma due metodi ma prende i contenuti a priori strutture
universali della nostra mente dal vaglio metodologico ossia sintetico condizione sempre verificabile.
GIUDIZI SINTETICI A PRIORI

Sintetico garantisce:
-rigore matematico
-superamento della soggettività
-una conoscenza spendibile e comunicabile
-arricchimento conoscitivo
-linguaggio matematico
-ampliamento dei contenuti della conoscenza attraverso l’esperienza.

A priori:
È l’applicazione delle categorie ai contenuti della conoscenza (sono parte di quella funzione del pensiero dell’uomo
che viene applicata alla realtà per dare ordine e conoscenza). Sono strumenti necessari e universali e Kant ne
individua almeno 3 a priori necessari: idea di Dio, Anima e Mondo.

Secondo Kant lo scopo dei giudizi sintetici a priori è quello di superare lo scetticismo, infatti ritiene che la scienza
ovvero il sapere derivi sempre dall’esperienza, ma aggiunge che l’esperienza è costituita per essere verificata
conosciuta, da principi fondativi e necessari: questi sono proprio le categorie.
RIVOLUZIONE COPERNICANA DI KANT (Sovvertire l’ordine del mondo)

Il criticismo Kantiano può essere inteso come una vera e propria rivoluzione kantiano in quanto propone di ribellare i
rapporti tra soggetto e oggetto affermando che non è la mente a modellarsi in modo passivo rispetto alla realtà
(locke e Hobbes) ma è la realtà ad essere modellata dalla forma a priori attraverso cui la percepiamo.
La metafisica secondo Kant non ha prodotto un avere propria scienza in quanto non è stata in grado di dare risposte
certe e incontrovertibili. Affinché la metafisica non produca solo illusioni è necessario porla al vaglio di un esame
critico ed indicare quali sono i veri strumenti che la ragione utilizza per raggiungere la conoscenza. Questo ruolo dice
Kant è stato ben svolto dagli illuministi che hanno scelto come simbolo della loro filosofia proprio Galilei il genio che
sfidò la tradizione. La vita di Galilei è stata esaltata da Kant nel motto “osa conoscere” (sapere andes semper ).
La ragione quindi non può fermarsi ad una somma dogmatica ma al contrario c’è bisogno di rivoluzionare il sapere
superando il limite della ragione per giungere alle le garanzie di scientificità a cui il pensiero moderno ci ha abituato.
Il modello di Kant è proprio la rivoluzione copernicana: come Copernico Kant osa vedere come centro ciò che un
tempo era periferia e viceversa. Infatti per Kant l’ “io penso” (cogito Kantiano), ovvero il soggetto che conosce, ha una
posizione centrale nel processo conoscitivo, in quanto determina la conoscenza degli oggetti della realtà.
L’operazione che cerca di fare Kant è quella di stabilire un nuovo rapporto tra soggetto e oggetto, un rapporto in cui
sia salvaguardato il carattere universale della conoscenza senza rinunciare all’arricchimento conoscitivo
dell’esperienza. Questo nuovo tipo di rapporto è detto da Kant TRASCENDENTALE, intendendo indicare una
dimensione nuova che al tempo stesso trascende la realtà sensibile e acquisisce senso e addirittura esiste solo il
rapporto all’esperienza sensibile.
Il soggetto quindi trascendentale in quanto essendo pur completamente diverso dagli oggetti della realtà agisce ed
esiste solo il rapporto con la realtà. Kant riconosce quindi che sono i fenomeni presenti nella realtà ad essere gli
elementi primi della nostra conoscenza e che siano i NOUMENI I contenuti che non appartengono ai sensi e che
invece possono essere pensati solo dalla mente (la cosa in se).

Per dare forma alla materia e quindi al fenomeno l’intelletto ha bisogno di operare attraverso le categorie. le
categorie più apprezzate dalla logica kantiana sono lo spazio è il tempo.
Lo spazio rappresenta per Kant il senso esterno, ovvero i 5 sensi, che permette all’uomo di mettersi in relazione con
il mondo che lo circonda.
Il tempo invece è detto senso interno in quanto ci consente di percepire noi stessi che percepiamo il mondo. Questa
posizione di Kant apre una nuova prospettiva:
“l’uomo fa parte di un universo in cui non può assolutamente conoscere oggettivamente tutti i suoi fenomeni; il
mondo e l’universo conosciuti da Kant non sonò libri scritti da Dio ma anzi le uniche leggi che ritroviamo nel mondo
sono proprio le nostre.”
La conoscenza di cui parla Kant è quindi un giudizio prodotto dall’attività di sintesi dell’intelletto che unifica,
mediante le categorie, la molteplicità dei fenomeni. Per compiere questo lavoro di unificazione Kant presuppone che
l’intelletto umano possegga un’ulteriore categoria quella dell’unità detta anche “io penso” (no Cartesio).
La funzione esercitata dall’io penso è chiamata da Kant appercezione trascendentale che significa letteralmente
“percezione consapevole”; l’io penso kantiano è proprio il prodotto dell’unità sintetica originaria e consapevole di
tutte le rappresentazioni conoscitive.
L’ENCICLOPEDIA DEL SAPERE DI KANT
Domanda storica: la metafisica può diventare una neuroscienza?
Per rispondere Kant rivoluziona le enciclopedie perché si rivoluziona il sapere e quindi anche i suoi metodi di
diffusione.

LOGICA TRASCENDENTALE
Strumento d’indagine della realtà
-dati sensibili
-concetti/giudizi
-dialettica

Il carattere a priori di un giudizio, come abbiamo visto, non può che risiedere nel soggetto giudicante e cioè nella
ragion pura (ragione al di fuori di qualsiasi esperienza). Bisogna precisare che Kant parla di pensiero, ragione ed
intelletto non come sinonimi e ad attività esclusivamente umane.

A tal proposito, egli accogli in pieno la lezione dell’illuminismo escludendo le conoscenze metafisiche dal campo delle
conoscenze universali e necessarie..

Inoltre, il pensiero, secondo Kant, si manifesta in maniera diversificata poiché utilizza facoltà diverse della mente:
quando elabora dati provenienti dall’esperienza sensibile e produce una conoscenza di tipo scientifico, Kant definisce
il pensiero intelletto; ma siccome è evidente che la nostra mente può pensare e pensa oggetti completamente esterni
al mondo della sensibilità, come ad esempio l’idea di Dio, essa ricorre ad un’altra facoltà ovvero la ragione.. Quindi
intelletto e ragione non sono sinonimi, per Kant, ma indicano due funzioni e due facoltà diverse della mente.

Il pensiero puro non produce conoscenza (chiuso sulle idee innate e lontane dalla realtà). Dunque la metafisica non
può essere una scienza.

La ragione non è una facoltà dedita alla conoscenza perché non si rapporta con la realtà; cosa che invece compie
l’intelletto. Intelletto che mette al vaglio i dati della sensibilità utilizzando le categorie (ordinano i dati
dell’esperienza), produce conoscenza scientifica e arricchimento conoscitivo. Il prodotto finale è un pensiero
applicativo.

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