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”KANT”.
(Konisberg,Germania,22aprile 1724-12febbraio 1804)
KANT E L’ILLUMINISMO.
E’ uno degli scritti più importanti del filosofo tedesco,pubblicata nel 1781 e
dopo anni di riflessione,ripubblicata nel 1787.
In questa prima critica egli si pone una domanda:“Che cosa posso conoscere e
sapere legittimamente del mondo?”. Bisogna quindi interrogare la ragione
come un giudice giudica l’imputato. L’atto con cui i concetti dell’intelletto
esplicano la loro forza è il GIUDIZIO;pensare significa proprio giudicare, non
essere degli stupidi credendo a tutto ciò che ci viene detto.
Come già nella Critica della ragion pura,Kant si proponeva di mostrare come
l'uomo conosce, potremo dire i "meccanismi" della conoscenza e non di
indicare che cosa l'uomo conosce, così fa per la morale: egli vuole far capire in
che consiste la morale,che cos'è la morale, non vuole indicare quali
comportamenti morali debba compiere l'uomo: il suo quindi è ancora una volta
un discorso "formale", ossia indica la forma e non il contenuto della morale.
Per Kant noi siamo liberi di agire,abbiamo una nostra volontà che si basa su un
qualcosa di certo,ossia il DOVERE.
L'uomo quindi è un essere che appartiene a due mondi: in quanto dotato di
sensi appartiene a quello naturale, e per questo è sottoposto alle leggi causali;
in quanto creatura razionale, però, l'uomo appartiene anche a quello che Kant
chiama il mondo "intellegibile" o noumeno,cioè il mondo com'è in sé
indipendentemente dalle nostre sensazioni o dai nostri legami conoscitivi, e
perciò in esso egli è assolutamente libero (autonomo), di una libertà che
manifesta nell'obbedienza alla legge morale, all' "imperativo categorico".
Questo imperativo,diverso da quello ipotetico (pronunciare un comando per
un fine) è caratterizzato da 3 massime:
✔ Agire secondo una massima che può valere per tutti;
✔ Tutte le azioni devono essere finalizzate al bene comune e devono
rispettare la dignità dell’uomo;
✔ Non bisogna agire solo notando la propria sfera individuale,ma anche
quella degli altri.
LUCIA GESUELE.