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Il nocciolo del criticismo era criticare la ragione per appurarne la limitatezza. Per
fare ciò Kant parte dalle filosofie precedenti ( razionalismo, empirismo,
scetticismo) estraendone le parti positive.
RAZIONALISMO --- idee innate ; uso della ragione 8che però è limitata
dall’esperienza)
SCETTICISMO --- il dubbio (che però è sano, cioè serve da punto di partenza e
non come punto d’arrivo)
EMPIRISMO ---- l’importanza dell’esperienza (che limita la ragione)
Elimina il dogmatismo. Proprio per mettere in luce la limitatezza della ragione
egli mette in scena un Tribunale della Ragione.
Basandosi sulla filosofia del criticismo egli scrive tre opere molto importanti che
analizzano tutto il suo pensiero:
• CRITICA DELLA RAGION PURA (problema gnoseologico – Che cosa posso
conoscere?)
• CRITICA DELLA RAGION PRATICA (problema della morale – Che cosa devo
fare?)
• CRITICA DEL GIUDIZIO (problema estetico – cos’è il bello?)
Il senso comune del gustoMa, com’è possibile che, davanti ad una determinata cosa,
tutti la possano trovare bella? Perché il sentimento del bello è universale? Perché
tutti riteniamo bello un arcobaleno o un particolare quadro?
La risposta di Kant è che in tutti gli uomini esiste un senso comune del gusto:
esiste cioè una identica struttura mentale che ci permette di sentire che l’oggetto
è in accordo con le nostre esigenze, generando in noi un senso di armonia, di
serenità.
La bellezza, infatti, secondo Kant non è una proprietà dell’oggetto ma nasce solo
da un accordo tra il soggetto e l’oggetto. Detto in altro modo: non esiste l’oggetto
bello a prescindere dall’uomo ma è quest’ultimo che, nel rapporto con certi
oggetti, prova un senso di armonia e li giudica belli.