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PAUL KLEE

Paul Klee (1879-1940), pittore di origine svizzera, rappresenta, insieme a


Wassily Kandinskij, il pittore che ha dato il maggior contributo ad una nuova
pittura fondata su caratteri astratti.

Egli però, a differenza di Kandinskij, non ha mai praticato l’astrattismo come


unica forma espressiva, ma l’ha inserita in un più ampio bagaglio formale e
visivo dove i segni e i colori hanno una maggiore libertà di evocazione e
rappresentazione. Si potrebbe dire che, mentre per Kandinskij l’astrattismo
rappresenta una meta, per Klee l’astrattismo è un punto di partenza per
rifondare una pittura che rappresenti liberamente il mondo delle forme e delle
idee.

Figlio di un musicista, viene anch’egli educato da giovane alla musica, ma le


sue scelte sono ben presto orientate alla pittura. La sua formazione è lenta e
solitaria. Egli giunge in contatto con il mondo delle avanguardie storiche solo
intorno ai trent’anni, quando nel 1911 conosce gli artisti che hanno dato vita al
Cavaliere Azzurro (Alfred Kubin, August Macke, Wassily Kandinskij e Franz
Marc). Nella mostra del 1912 di «Der Blaue Reiter» vengono esposti 17 lavori
di Klee. Nello stesso anno conosce a Parigi Robert Delaunay, pittore cubista, le
sui ricerche sul colore e la luce lo influenzeranno in maniera determinante.

Decisivo è un suo viaggio a Tunisi nel 1914. Da quel momento lo stesso Klee
afferma di essersi pienamente impadronito del colore. Può così sentirsi un
pittore completo, avendo in effetti fino a quel momento esercitato la sua arte
più sul piano grafico-disegnativo che pittorico in senso stretto. Lo stesso anno
viene però richiamato alle armi per combattere nella prima guerra mondiale.
Congedato a Natale del 1918, inizia per lui il periodo più fecondo e felice della
sua carriera artistica. Nel 1920 viene chiamato da Gropius ad insegnare nella
Bauhaus. Qui Klee si applicherà alla didattica in maniera entusiasta, avendo la
possibilità di organizzare in maniera più sistematica l’aspetto teorico del suo
fare artistico.

Nel 1930 conclude la sua attività di insegnante alla Bauhaus, prima che questa
scuola tre anni dopo viene definitivamente chiusa dai nazisti. Dopo un breve
periodo trascorso in Germania si trasferisce definitivamente nella natìa
Svizzera dove muore nel 1940 a seguito di una sclerodermia.

La sua personalità artistica è ricca e multiforme. I suoi interessi lo hanno


portato a spaziare molto al di là della sua disciplina, interessandosi di filosofia,
poesia, musica e scienze naturali. Nella sua ricerca appare sempre costante il
problema di capire cosa è la creatività. Egli infatti ritiene che l’arte si avvicini
alla natura non perché la imiti, ma perché riesce a riprodurne le intime leggi
della creazione. Così egli piega e modella i suoi segni espressivi con grande
padronanza, riuscendo con semplicità a passare dal figurativo all’astratto senza
mai far perdere alle sue immagini una grande carica di espressività. Molto
affascinato dal mondo figurativo dell’infanzia, egli conserva sempre nella sua
opera una levità e leggerezza che danno alle sue immagini semplicità ed
eleganza.

Case rosse e gialle a Tunisi


Klee quando andò in viaggio in Tunisia acquisì la potenza del colore. Sebbene il
periodo giovanile sia molto figurativo, il periodo maturo è astratto e comincia
dopo il suo viaggio a Tunisi. Questo quadro fa parte di una serie di acquerelli
che realizzò durante l’esperienza africana, i colori sono luminosi e si
rappresentano i paesaggi locali.
Lo schema compositivo è basato sulla forma geometrica di una scacchiera e
vengono fusi gli elementi naturalistici come per esempio l’albero e gli uomini
vengono stilizzati e sono fatti con una linea nera decisa e netta che
rappresenta il corpo e la testa con un pallino rosso.
Tutto è fuso in sintonia, si rappresentano le case con colori forti e trasparenti
dati con la tecnica dell’acquerello. I colori anche si fondono e sembrano un
mosaico. Vi è una scala cromatica molto ricca, si passa dal rosso molto intenso
al verde al blu e al giallo usando i bianchi come punti luce.

Strada principale e strade secondarie


E Strada principale e strade secondarie, uno dei quadri che meglio
rappresentano l’arte di Klee, è realizzato proprio nel 1929. Del paesaggio
egiziano gli occhi del pittore colgono subito i colori, il movimento e il rapporto
con lo spazio – sia urbano, con le sue strade secondarie, sia agricolo, di
appezzamenti sfiorati dal Nilo – che questi instaurano. L’astrattismo,
ereditandola dall’espressionismo, si fonda su una teoria artistica divergente da
quella tanto cara agli impressionisti, ovvero l’arte come rappresentazione della
realtà. Qui, al contrario, è l’io ad essere espresso, la pittura è musicale: il
paesaggio diventa un pentagramma, e i campi suddivisi dalle tante strade
secondarie, orizzontali e oblique, sono come note sparse a macchia. Domina
un’atmosfera di libertà associativa, rigorosamente tesa a intuire il carattere
primitivo delle cose, per poi riportarne su tela la forza creativa.
L’approdo ad una pittura astratta, in Klee, ha esiti molto diversi da quelli di
Kandinskij. Mentre il pittore russo pratica un’astrazione totale e rigorosa, Klee
sembra divertirsi a depurare le immagini fino a giungere a delle
rappresentazioni che sono più ideografiche che astratte. In questo caso
realizza un quadro a linee incrociate che simulano la planimetria di una città,
da qui il titolo «Strade principali e secondarie». L’effetto è decisamente
decorativo, ma non esclude una riflessione sulle nuove realtà metropolitane,
che, già negli anni Trenta, diventano paesaggio artificiale totale, escludendo
dal proprio interno qualsiasi altra varietà morfologica.

Klee declina il paesaggio con un vitalismo così ordinato, così pulito, da


generare una simbologia quasi infantile, percorsa com’è, più che da una
tensione drammatica, dalla vibrazione della felicità. Eppure l’artista
svizzero non perde mai la padronanza teoretica dei propri oggetti pittorici.

In effetti, dietro al mosaico di Strada principale e strade secondarie


impreziosito dai tanti tasselli colorati dei campi egiziani, c’è una vera e propria
grammatica dei segni artistici.

Come in tutta la sua opera, dunque, in Strada principale e strade secondarie


Paul Klee concentra la propria attenzione sui processi creativi della natura,
ripetendoli nel processo di creazione artistica. Il cromatismo e la musicalità del
quadro, a cui abbiamo accennato poco sopra, verrebbero a mancare senza
questo presupposto teorico, necessario, inoltre, per non banalizzare
l’astrattismo a mera successione di operazioni aritmetiche. Lo stesso ritmo
naturale che sostiene i terreni è riprodotto con l’intreccio di linee orizzontali e
verticali, l’attaccamento affettivo per i luoghi nordafricani con l’accostamento di
campiture calde e fredde: perché Klee tende ad astrarre ciò che struttura la
materia – non ciò che discende dall’eterno. Il senso profondo che pervade la
composizione appartiene al mondo delle emozioni, insieme arcaico ed astratto;
ed è il dinamismo del segno, quasi mai irrequieto, a evocarlo.

I protagonisti di Strada principale e strade secondarie sono la linea e il colore,


ma soprattutto la luce d’Egitto, sotto alla quale il pittore svizzero, poco più che
trentenne, dà inizio al proprio cammino di maturazione. Questa tela rivela,
insomma, il vocabolario usato da Paul Klee per esprimere la sua anima infantile
nei quadri: i rossi, i blu, i verdi, la scala cromatica è il solo lessico conosciuto
dall’artista, che parla, assieme ai suoi colleghi della scuola di Bauhaus,
un’arte dai nazisti considerata «degenerata». Amante del violino, Klee non ha
mai smesso di suonare la sua polifonia di colori, seppure a qualcuno sembri
solo un nodo di linee.

Ad Parnassum
Nel 1926, otto anni prima
della realizzazione di Ad
Parnassum, Klee soggiorna
in Italia e rimane
profondamente colpito dai
mosaici delle basiliche
paleocristiane di Ravenna,
da allora i suoi dipinti
assumono una fisionomia
nuova caratterizzata da una
tecnica "neodivisionista"
costituita da pennellate
puntiformi poste a formare
una fitta e omogenea
tessitura cromatica.
Nella tela Ad Parnassum rivive lo splendore dei mosaici bizantini con minuscole
pennellate dense di colore che immergono l'immagine in una luce particolare,
accesa e viva; segnata da tonalità azzurro-verdi e giallo-arancio che appaiono
in continuo movimento: come un raggio di luce che si riflette su uno specchio
infranto. Il disegno risulta spezzato da linee rette e oblique, che tracciano, in
secondo piano, la sagoma di una collina di forma piramidale, affiancata da un
sole che sorge di un vivido arancione. "Il soggetto era il mondo, se pure non
questo mondo visibile" scriverà Klee nei suoi diari riguardo al dipinto.
Nel quadro Klee vuole trascendere il mondo fenomenico ma a differenza di
Vassily Kandinsky (che recede ogni legame con il mondo reale per sfociare in
un assoluto astrattismo) non perde ogni contatto con il mondo che ci circonda
e rappresenta il paesaggio come un semplice ricordo, frammentato, definito da
cromatismi e caratterizzato da una complessiva armonia, simile a quella delle
melodie musicali che ben conosceva da abile violinista. E ancora, osserva il
mondo con gli occhi di un fanciullo, componendo la realtà in tante macchie di
colore, rappresentando ciò che meglio lo aveva impresso (fulgidi colori, il sole
di un arancio acceso).

Insula dulcamara
Quadro di grande
sensibilità
cromatica, nei
passaggi graduali
dai verdi agli
azzurri ai rosa
realizza una
sensazione
atmosferica come
di visione aerea
di terre e mare.

In questa delicata cromia inserisce dei tratti neri molto netti, la cui somiglianza
con le scritture arabe è fin troppo evidente. Ma in realtà sono segni che
materializzano sprazzi di immagini, quale il viso stilizzato al centro del quadro,
quasi come apparizioni di volti che si nascondono alla vista. La sensazione di
esotico è decisamente chiara, ed è un risultato cercato con un linguaggio
decisamente originale, fatto, come era rigoroso in una pittura di matrice
astratta, solo di segni e colori.

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