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RIASSUNTO DELLA PUNTATA SCORSA

Tommaso d’Aquino ha una funzione storica (come abbiamo già detto): vi è una mediazione tra il sapere
antico (quello di Aristotele) e cristiano per una nuova forma di sapienza. Nasce una nuova forma di
antropologia.

Non ci può essere contraddizione tra la verità di fede e la verità di ragione perché non sono due verità ma
due livelli di una verità suprema. Se c’è un disguido, l’errore è della ragione.

La teologia è una scienza poiché è una autonomi della ragione ed è superiore alla fede e consente di
cogliere quanto è negato dalla fede.

Le creature sono ed esistono in modo analogo a Dio (che è sostanza semplice) ma sono sostanze composte
dalla materia e dalla forma (come si afferma in Aristotele). In altre parole le creature, in quanto partecipano
dell’essere di Dio, in parte gli assomigliano, in parte no: Non c’è IDENTITA’ tra Dio e le Creature ma non c’è
neppure EQUIVOCITA’ (cioè una assoluta differenza) c’è dunque un rapporto di ANALOGIA (nel senso
che ciò che si predica delle creature si può predicare di Dio).

Si esprime il concetto di UNIVERSALE IN RE ossia l’idea platonica viene immanentizzata (L'immanenza è un


concetto filosofico metafisico che si riferisce alla qualità di ciò che è immanente, ossia ciò che esiste, in
quanto parte della realtà abitata dall'uomo). Rendere immanenti le Idee (in riferimento alle idee di Platone)
è dunque trasportarle nel mondo terreno (nel mondo universale – UNIVERSALE IN RE) [ad esempio: tu poi
riconoscere un cavallo nero, non per il colore /che è una caratteristica particolare di quel cavallo/ ma
perché ha la forma del cavallo, ha qualcosa che lo distingue dalla zebra o da una mucca -> se conosco
l’elemento universale della cosa dunque, conosco tutte le cose]. L’ UNIVERSALI IN RE è necessaria per
l’esistenza del mondo. Dio se ha scelto di creare, tutte le creazioni possibili sno in Dio come Universali
ANTE REM, ossia “cose” esistono prima della realtà nella mente di Dio che spettano di essere
immantentizzate. Esiste inoltre l’universali POST REM (sono un prodotto reale della nostra mente che
svolge nella elaborazione dei concetti che non dipende dalla realtà).

VOCABOLI FONDAMENTALI (per la comprensione del T7 pag. 796):

ESSENZA: termine che si riferisce qualcosa di astratto (uomo è uomo in quanto c’è in lui l’umanità che è una
caratteristica comune agli uomini) ed è detta anche QUIDDITAS (concetto che risponde alla domanda: Quid
est?) [esempio del cavallo nero]

ENTE: termine che si riferisce a qualcosa di concreto (come l’uomo). È necessario dire che esso può essere
sia logico o puramente concettuale (dunque reale o extra-mentale): tale distinzione è importante perché
vuol dire che NON TUTTO CIO’ che viene pensato esiste realmente.
1) L’ente logico è espresso mediante il verbo copulativo ESSERE. Vanni Rovighi afferma però
che: “se noi diciamo /la cecità è negli occhi/, si parla con verità ma esistono occhi privi della loro
funzione ma non la cecità: la cecità è il modo in cui l’intelletto esprime il fatto che certi occhi non
vedono”. Non tutto ciò che è espresso dal pensiero, esiste. L’universale non è reale perché è reale
solo che l’individuo: IL CARATTERE UNIVERSALE DEI CONCETTI è FRUTTO DEL POTERE ASTRATTIVO
DELL’INTELLETTO.
2) L’ente reale è ogni esistente.
Gli ENTI POSSIEDONO UN’ESSENZA CHE DEVE “AVERE” ESSERE PER di ESISTERE, cioè per esistere deve
ricevere e possedere essere dato da Dio che è l’essere (mentre il mondo HA L’ESSERE). La metafisica di
Tommaso è stata definita Metafisica dell’essere o “dell’actus essendi”: l’essere infatti è l’atto che realizza
l’essenza che in se stessa non è che un poter-essere.

SOSTANZA: può essere semplice (Dio) o composta (ex. l’uomo che è composto dalla forma e dalla materia).

MATERIA SIGNIATA ossia principio di individuazione: afferma che un ente esiste nella sua individualità
come un essere differente e distinto. Una cosa è se stessa si identifica nella materia signiata [due biro anche
se identiche, so per certo che non sono la stessa biro perché ce ne sono due].

DIO è L’ESSERE (ESSE SOLUM) ed è un riferimento Biblico e questo lo spiega nella Summa Theologiae:
La Somma teologica, frequentemente chiamata anche col titolo originale Summa Theologiae, è la più
famosa delle opere di Tommaso d'Aquino. Fu scritta negli ultimi anni di vita dell'autore 1265–1274; la terza
e ultima parte rimase incompiuta. È il trattato più famoso della teologia medioevale e la sua influenza
sulla filosofia e sulla teologia posteriore, soprattutto nel cattolicesimo, è incalcolabile.
Concepita come un manuale per lo studio della teologia più che come opera apologetica di polemica
contro i non cattolici, nella struttura dei suoi articoli è un'esemplificazione tipica dello stile intellettuale
della scolastica. Deriva da un'opera anteriore, la Summa contra Gentiles, più marcatamente apologetica.
Tommaso la scrive tenendo presenti le fonti propriamente religiose, cioè la Bibbia e i dogmi della Chiesa
cattolica, ma anche le opere di alcuni autori dell'antichità: Aristotele è l'autorità massima in campo
filosofico, e Sant'Agostino d'Ippona in campo teologico. 

ESSERE, esistenza (che può essere tradotta in “Atto” di


Aristotele). Dio conferisce l’essere alle creature dunque
l’esistenza è un dono di Dio

In Dio essenza coincide con l’esistenza (= sostanza semplice).

TOMMASO SCRIVE INOLTRE ALCUNI PUNTI CHE SI SCONTRANO CON IL PENSIERO DI ANSELMO:

1) Che Dio esista, il credente lo sa già per fede e non è evidente all’intelligenza dell’uomo;
2) È dall’esistenza che si risale all’essere dunque non si può dimostrare Dio a partire dall’Idea stessa o
dal nostro pensiero;
3) “essere perfetto” non è l’unica definizione che possiamo dare a Dio;
4) L’esistenza non può essere scoperta con la riflessione sull’Idea di Dio poiché il salto che ha
compiuto Anselmo (il salto logico) è un SALTO INDEBITO. Non si può passare dall’idea di Dio
(dunque da un piano ontologico) all’esistenza di Dio (a un piano reale). Dobbiamo infatti partire
dalle creature per capire Dio, poiché noi non abbiamo mai avuto esperienza dell’esistenza di Dio.
Ciò che è primo nell’ordine dell’essere è ultimo nell’ordine del conoscere, da possibilità (potenza)
di esistere ad atto, ossia all’essere che non ha bisogno di rinunciare ad altro da sé.
Dunque solo l’argomento A PRIORI (EXGRADU) di Anselmo è buono.
Da dato di esperienza che non si
spiega da sé
Principio di causa
Si reclude REGRESSUM AD
INFINITUM
Si perviene a causa
Me Deus absconditas
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LE CINQUE VIE DI
TOMMASO
EX MOTU ... Primo motore
immobile
Sebbene Tommaso
segue l’argomentazione
aristotelica (XII libro
della Metafisica e VIII 2) EX CAUSA ... Causa Prima
libro della Fisica), si Dal momento che non esiste
mette in secondo piano nessuna cosa che può
l’aspetto cosmologico a essere causa di se stessa,
favore di quello deduce il fatto che deve
metafisico. Il moto è un esistere una CAUSA
passaggio dalla potenza PRIMA e INCAUSATA, che
all’atto., passaggio che produce e non è
non può essere fatto da prodotta,che si identifica
ciò che si muove, con Dio. Essa ha un valore
perché è mosso da metafisico e non fisico.
qualcosa altro e così via L’argomento si fonda su
(OMNE QUOD due questioni:da una
MOVETUR AB ALIO parte tutte le cause
MOVETUR). Ci deve efficienti mosse da altre
essere dunque un primo cause efficienti, dall’altra
motore, ossia Dio. la prima causa efficiente,
ossia Dio.
3) EX CONTINGENTIA
MUNDI ... Ente
necessario
Questo argomento nasce 4) EX GRADU ... Perfezione
dal fatto che le creature, forma
poiché nascono, È simile all’argomento a
crescono e periscono, priori di Anselmo. Quanto
non posseggono l’essere più un essere ha un ente,
in virtù della loro tanto più è uno, vero,
essenza. Se dunque buono, dunque Dio.
tutte le cose sono
contingenti (possono 5) EX FINE ... Nell’intelligenza
non essere) in un dato ordinatrice
momento niente ci fu Si parte dalla
nella realtà. Ma se constatazione che i corpi
questo è vero, anche fisici operano per un fine e
ora non esisterebbe deduce che essi agiscono
niente, a meno che non in tal modo perché sono
ci sia qualcosa di diretti da un essere
necessariamente intelligente, come la
esistente, ossia Dio, che freccia dall’arciere. Questo
è sempre in ATTO. supremo Ordinatore è Dio.
(testo T9 pag. 799)

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