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TOMMASO D’AQUINO

LA FIGURA DI TOMMASO
Attraverso la speculazione tomistica l’aristotelismo diventa flessibile e
docile a tutte le esigenze della spiegazione dogmatica.
Tommaso cerca di stabilire il significato autentico dell’aristotelismo.
Aristotele appare a Tommaso come il termine ultimo della ricerca
filosofica. Integrare la filosofia con la fede è il compito che Tommaso si
assunse.
Tommaso pone una netta separazione tra filosofia e teologia, tra ricerca
razionale e la scienza che ha per presupposto la rivelazione divina. Solo in
virtù di questa netta separazione, la teologia può valere come
completamento della filosofia e la filosofia può valere come preparazione
alla teologia.
Un'altra condizione è la separazione tra l’essere delle creature e l’essere di
Dio.
Questo principio è la chiave del sistema tomistico che guida San Tommaso
nel chiarire i dogmi fondamentali della fede.
 Altro è l’essere di Dio, altro è l’essere delle creature; i due significati
corrispondono proporzionalmente, in modo tale che l’essere divino
implica tutto ciò che la causa implica rispetto all’effetto.
 L’essere non è univoco ne equivoco, è analogo.
 Causa-effetto l’essere divino è causa dell’essere finito.
 Il creatore è separato dalla creatura
 Tale concetto per Aristotele è inconcepibile.
VITA E OPERE
Tommaso nacque a Roccasecca nel 1225.
Nel 1243 entrò a Napoli nell’ordine dei domenicani, e da li fu mandato a
Parigi dove divenne scolaro di Alberto.
Nel 1259 lasciò Parigi e tornò in Italia. Nel 1265 gli fu affidato l’incarico
di ordinare gli studi nell’ordine di Roma.
In questo periodo scrive la summa contra gentiles, commentario alle
sentenze, I e II summa theologiae.
Nel 1272 insegna all’università di Napoli.
Nel gennaio del 1274 parte per recarsi al concilio di Lione. Durante il
viaggio si ammalò e morì il 7 marzo 1274 nel chiostro cistercense di
Fossanova.

RAGIONE E FEDE
Il sistema tomistico ha la sua base nella determinazione rigorosa del
rapporto tra ragione e rivelazione.
Il principio aristotelico che ogni conoscenza inizia dai sensi è utilizzato da
Tommaso per limitare la capacità e le pretese della ragione.
La ragione umana può elevarsi a Dio, ma solo partendo dalle cose
sensibili.
Le creature conducono alla conoscenza di Dio come l’effetto conduce alla
causa. La dimostrazione a posteriori può essere quindi adoperata per la
conoscenza di Dio.
TEORIA DELLA CONOSCENZA
La teoria della conoscenza tomistica è ricalcata su quella aristotelica.
Acquista il carattere astrattivo; quindi l’astrazione è il processo attraverso
il quale il soggetto conoscente riceve l’oggetto.
Secondo S. Tommaso la materia è duplice. L’intelletto astrae la specie
della cosa naturale della materia sensibile individuale, ma non della
materia sensibile comune. L’universale è l’oggetto proprio e diretto
dell’intelletto.

METAFISICA
S. Tommaso ritiene che l’essenza e l’esistenza stanno tra loro nel rapporto
di potenza e atto. L’essenza è in potenza rispetto all’esistenza. L’esistenza
è l’atto dell’essenza; l’unione dell’essenza con l’esistenza richiede
l’intervento creativo di Dio.
Solamente in Dio l’essenza è la stessa esistenza. Non c’è quindi
un’essenza che sia potenza, poiché Dio è atto puro.
La riforma tomistica muta la metafisica aristotelica trasformandola da
considerazione dell’essere necessario in considerazione dell’essere creato.
S. Tommaso distingue l’essere delle creature (separabile dall’essenza e
quindi creato) , dall’essere di Dio (identico con l’essenza e quindi
necessario).
Dio solo è l’essere per essenza, le creature hanno l’essere per
partecipazione.
Se Dio è primo nell’ordine dell’essere, non lo è nell’ordine delle
conoscenze umana poiché cominciano dai sensi. Una dimostrazione
dell’esistenza di Dio è dunque necessaria. S. Tommaso scrive perciò
cinque vie per giungere all’esistenza di Dio:
1. La prova cosmologica
Tutto ciò che si muove è mosso da altro.
Poiché non è possibile procedere all’infinito, deve esistere un primo
motore che non è mosso da nessun’altro
2. La prova causale
Nell’ordine delle cause efficienti non si può risalire all’infinito perciò
deve esserci una causa efficiente prima che è Dio.
3. La via del rapporto tra possibile e necessario
Le cose possibili esistono in virtù delle cose necessarie. Bisogna
quindi risalire a qualcosa che sia necessario di per se e sia la causa
della necessità di ciò che è necessario per altro, e questo è Dio.
4. La via dei gradi
Si riferisce ai gradi di perfezione. Il massimo grado di perfezione è la
causa dei gradi minori. Come il Fuoco è massimamente caldo e da
esso derivano le cose calde, così la causa dell’essere è Dio.
5. Via del governo delle cose
Poiché le cose naturali prive di intelligenza sono dirette a un fine,
devono essere governate da un essere dotato di intelligenza.

TEOLOGIA
I dogmi fondamentali del cristianesimo, trinità, incarnazione e creazione,
secondo san Tommaso non sono suscettibili di trattamento dimostrativo.
Il concetto di cui San Tommaso si serve per spiegare la trinità è quello
della relazione.
Per ciò che riguarda l’incarnazione, la difficoltà consiste nel poter
intendere la presenza nell’unica persona di Cristo di due nature, divina e
umana

ETICA
Il governo divino che ordina il mondo verso il suo fine è la provvidenza.
Il disegno provvidenziale stabilisce non solo che le cose accadano, ma
anche il modo in cui accadono. Perciò esso preordina le cause necessarie
per le cose che devono accadere contingentemente. Così l’azione libera
dell’uomo fa parte della provvidenza divina.
La volontà umana è quindi un libero arbitrio che non è tolto o diminuito
dalla prescienza divina e neppure dalla grazia che è un aiuto straordinario
di Dio.
Al libero arbitrio dell’uomo è dovuta la presenza del male nel mondo. Il
male non è che una mancanza del bene.
L’ordine stesso del mondo richiede il male, che è di due specie:
 Pena- deficienza della forma
 Colpa- deficienza di un’azione

POLITICA
Secondo San Tommaso c’è una legge eterna che governa l’universo e che
esiste nella mete divina. La legge di natura che è negli uomini è un riflesso
o una partecipazione alla legge eterna.
Si concentra su tre inclinazioni:
1. Verso il bene naturale
2. Verso atti determinati
3. Verso il bene secondo la natura razionale dell’uomo

ESTETICA
Secondo San Tommaso il bello è un aspetto del bene.
Ciò che si desidera del bello è la visione o la conoscenza.
Il bello è quindi in rapporto con la facoltà conoscitiva.
Nella bellezza ciò che piace non è l’oggetto ma l’apprensione dell’oggetto.
Tommaso attribuisce al bello tre caratteri:
1. Integrità o perfezione
2. Proporzione o congruenza delle parti
3. Chiarezza
Un’immagine si dice bella se rappresenta perfettamente il suo soggetto
anche se è brutto.

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