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PIETRO LOMBARDO, XII secolo

uditore di Pietro Abelardo, diventa maestro e vescovo di Parigi


Mette insieme una compilazione sistematica di sentenze patristiche (LIBER SENTENTIARUM), allo scopo di
confrontare e eliminare le contraddizioni apparenti. Lopera divisa in quattro libri: Dio in s, Dio creatore,
Dio redentore (legge e cristologia), sacramenti e escatologia.
Le sentenze di Pietro Lombardo insieme alla Bibbia sono i testi fondamentali dellinsegnamento teologico
nelle universit del XIII secolo.
TOMMASO DAQUINO (1224 Roccasecca 1274 Napoli)
Tommaso non ricopre incarichi ecclesiastici allinterno dellordine domenicano, la sua la vita di un
professore. Torna a Parigi allinizio degli anni Cinquanta da Colonia, ed nominato baccelliere sentenziario
(commentatore del LIBER SENTENTIARUM di Pietro Lombardo), poi per intercessione di papa Alessandro IV
maestro reggente. Nasce a Roccasecca (a nord di Roma, nellItalia centrale) circa nel 1224. E destinato dalla
famiglia al convento benedettino di Montecassino, cio alla vita religiosa. Nel 1244 Tommaso entra
nellordine domenicano, la famiglia si oppone, tanto da organizzare un rapimento, perch progettava una
carriera pi prestigiosa nellordine dei benedettini. Studia a Napoli per un breve periodo, poi a Parigi alla
facolt di Arti e poi Teologia sotto Alberto Magno fino al 1248. Tommaso accompagna tra il 1248-1252
Alberto Magno a Colonia per la fondazione dello Studio Generale (ununiversit per domenicani). Quindi
torna a Parigi, e durante il secondo soggiorno in citt nominato prima baccelliere sentenziario e poi
ottiene la cattedra di teologia.
Agli anni della cattedra di teologia a Parigi risalgono: il commento al LIBER SENTENTIARUM, il DE ENTE ET
ESSENTIA. Due temi centrali del pensiero filosofico di Tommaso: la teologia come scienza, la metafisica.
Tommaso sin dallinizio un aristotelico schietto, pensa che la ragione non possa trovarsi in contrasto con le
verit di fede, e che dunque si possa fare un uso cristiano dellaristotelismo. Tommaso si distacca dal
neoplatonismo di Agostino, guarda alle creature per quello che sono, in autonomia rispetto alla fede, come
segni del principio divino. Il filosofo e il credente guardano nelle cose due aspetti differenti, non per questo
non comunicanti, ma distinti.
Tommaso parla di COMPRENSIONE RAZIONALE DELLA FEDE (come Anselmo). Nella teologia agostiniana
(Bonaventura da Bagnoregio) la SAPIENTIA non rifiutava il lapporto della ragione naturale, ma si fondava
sostanzialmente sullesposizione delle SACRE SCRITTURE.
LA TEOLOGIA SCIENTIFICA
Negli Analitici secondi di Aristotele scritto che si definisce scienza un sapere: i cui principi fondamentali
sono autoevidenti e che non abbia per oggetto fatti particolari, ma contenuti universali. Aristotele distingue
nelle scienze quelle superiori che si fondano su principi autoevidenti, e quelle subalterne i cui princ
ipi fondamentali non sono dimostrabili con i soli mezzi di quella scienza, ma che sono dedotti da un sapere
superiori.
La teologia pensata come scienza subalterna della scienza di dio e dei beati, i principi fondamentali che
appartengono alla scienza di dio sono i contenuti della rivelazione. Gli oggetti della teologia sono i DOGMI
fissati dal Credo(hanno carattere universale).
I principi fondamentali della teologia sono le verit rivelate (che sono autoevidenti nella scienza di dio), a
partire da ci si pu costruire la teologia come un sapere razionale e rigoroso. Principi fondamentali della
scienza di Dio e dei beati sono i DOGMI del Credo, che hanno carattere universale.

La teologia scienza, e dunque il metodo che le pertinente un processo dimostrativo argomentativo


razionale rigoroso: si tratta del metodo filosofico. Ma la teologia, cos come la filosofia sono al servizio delle
verit di fede, non si tratta di metterle in discussione, ma di giustificarle con la ragione naturale. Non
ammessa la critica alle verit di fede.
Tommaso parte dal presupposto che la ragione naturale e la verit rivelata vengono alluomo entrambe da
Dio, e che perci non possono contraddirsi lun laltra. Ma che la ragione sia strumento per meglio
comprendere le verit di fede. Si pone lautonomia della ragione e il suo naturale accordarsi con le verit di
fede.
Cos lESEGESI BIBLICA tradotta ora nellindagine dei contenuti di fede attraverso un rigoroso metodo
filosofico.
Se lantropologia di Agostino PESSIMISTA (dottrina del peccato originale, la natura delluomo corrotta in
modo necessario per via seminale a partire dal peccato di Adamo ed Eva nellEden), lantropologia di
Tommaso volta alla fiducia nella capacit della ragione umana. Il massimo compimento della ragione in
filosofia fa capo, secondo Tommaso ad Aristotele. Per questo su di lui fondata la filosofia di Tommaso.
LA METAFISICA DEL DE ENTE ET ESSENTIA
Tommaso pensa lente secondo due concetti: ESSENZA ed ESISTENZA (che gi erano stati usati da Al Farabi
e Avicenna). Critica la dottrina dellilemorfismo universale.
Aristotele (Metafisica) non pensa al puro essere come sostanza, ma allessere come predicato delle
sostanze. Se lessere fosse sostanza, ogni altra cosa sarebbe non essere e si riavrebbe il dualismo
ontologico di Parmenide. Se Aristotele dice che lessere non sostanza (ousa), ma pu solo essere
predicato di sostanze, Tommaso dice che lessere ousa, lessenza di Dio. (In questo senso la metafisica di
Tommaso pi affine alla filosofia neoplatonizzante: Porfirio, Agostino, Boezio)
Tommaso pensa la metafisica usando i concetti aristotelici di POTENZA e ATTO. Lessenza pensata come
potenza, lesistenza come essere in atto, atto. Distingue tre sostanze: Dio, le sostanze incorporee (angeli,
anime separate dal corpo) e le sostanze corporee.
Lessenza di Dio lessere, perci lessenza in Dio implica lesistenza, e diciamo che Dio eternamente atto.
La natura di Dio SEMPLICE. Dato che lessenza di Dio lessere, Dio pu produrre lessere dal nulla:
chiamiamo questo atto creazione. Il fatto che lessenza di Dio sia lessere, sembra trovare conferma nel
passo biblico in cui Dio dice a Mos: Io sono colui che sono.
Lessenza delle sostanze incorporee la pura forma, lessere (=lesistenza) gli dato da Dio. (cos messo in
discussione lilemorfismo universale di Ibn Gabirol il quale sosteneva che la struttura ontologica di tutti gli
enti, eccetto Dio, fosse materia e forma)
Lessenza delle sostanze corporeo composta dalla materia e dalla forma, lessere (=lesistenza) gli dato da
Dio.
PRINCIPIO DI INDIVIDUAZIONE. Orientamento platonizzante: nelle sostanze corporee lessenza la FORMA,
e i singoli enti si distinguono tra loro per via della MATERIA. Tommaso: a distinguere i singoli enti nellambito
delle sostanze corporee non la loro struttura ontologica (materia e forma) che comune, ma la MATERIA
SIGNATA QUANTITATE (= la quantit misurabile di materia propria del singolo ente).
In Dio coincidono essenza ed esistenza, per questo chiamiamo semplice la natura di Dio; nelle creature
essenza ed esistenza non coincidono (lesistenza gli data da Dio), in questo senso la natura delle creature
composta.
LA SUMMA THEOLOGICA E LE CINQUE VIE PER DIMOSTRARE LESISTENZA DI UNA CAUSA PRIMA

Negli anni Sessanta Tommaso in Italia, studia nel convento domenicano di Orvieto (sede della corte
papale) e a Roma nel convento di Santa Sabina. La corte papale ha beneficiato del clima culturale alla corte
di Federico II di Svevia in Sicilia: si sono tradotti testi scientifici e filosofici dallarabo. Lo stesso SECRETUM
SECRETORUM dello pseudo Aristotele sarebbe stato tradotto in questi anni da un personaggio legato alla
curia papale. Guglielmo di Moerbeke (noto per essere stato traduttore dal greco di Aristotele) vive in questi
anni alla corte papale e collabora con Tommaso dAquino. Ci si occupa di traduzione, filosofia, medicina,
astronomia, ottica. Ecco perch Ruggero Bacone pensa ad un possibile rinnovamento per opera del papa. In
questi anni Tommaso inizia a commentare le opere di Aristotele (Metafisica, Fisica, Etica Nicomachea) .
Secondo Tommaso non si possono ridurre le verit di fede alla capacit della ragione, ma tutto ci che la
ragione correttamente condotta produce deve essere in accordo con la fede, dato che la ragione dono di
Dio. La ragione non in grado di dare dimostrazione delle verit di fede, ma di produrre argomentazioni che
portino verso le verit di fede (tutto ci che razionale e contrario alla dottrina cristiana, sofistico e pu
essere decostruito). Il rischio della filosofia aristotelica per un cristiano di limitarsi al mondo delle
creature, mentre le creature devono essere pensate e conosciute come segno di Dio. Cos la filosofia umana
(aristotelica) deve pensare le cose per quello che sono, la fede cristiana le deve pensare come segno di Dio.
ANALOGICITA DELLESSERE
Le creature sono segno di Dio, non nel senso che rimandano ad uninfinit trascendente (Bonaventura), ma
nel senso che partecipano dellessenza di Dio (= lessere), in quanto ricevono lessere (=lesistenza) da Dio. Si
tratta di una ANALOGIA PROPORTIONIS (si predica lo stesso termine di diversi soggetti, secondo un
significato che in parte lo stesso e in parte diverso): lessere si predica di Dio e delle creature, ma secondo
diversi gradi ontologici (in Dio pienezza dessere, lessere essenza; nelle creature partecipazione dellessere
di Dio, lessere attributo). ANALOGIA PROPORTIONIS: le creature sono solo in riferimento a Dio, il quale
prima delle creature.
Le cinque vie permettono di dimostrare lesistenza di una causa prima con i mezzi della sola ragione, e
partendo non dalla contemplazione (Anselmo e Bonaventura), ma dalla conoscenza delle creature.
Prima via: il MOTO. Il mutamento secondo la Fisica aristotelica pensato come un passaggio dalla POTENZA
allATTO. Dato che ogni mutamento accade per via di un motore (qualcosa in atto), la catena dei mutamenti
se non si vuole risalire allinfinito (e linfinito un concetto irrazionale) deve avere un MOTORE PRIMO.
Seconda via: LA CAUSA EFFICIENTE. La realt una concatenazione di cause ed effetti, dove ogni effetto
determinato da una causa. Assunti aristotelici: impossibilit che una cosa sia causa di se stessa, irrazionalit
dellinfinito. Se non si vuole retrocedere allinfinito ci deve essere una CAUSA PRIMA.
Terza via: POSSIBILE E NECESSARIO (via tomista). Tutto ci che esiste ed contingente, non pu esistere da
sempre: in un tempo precedente non esisteva. Ma niente inizia ad esistere dal nulla, se non in virt di
qualcosa che lo fa esistere. Dal momento che la realt c, bisogna che ci sia stato almeno un ente
necessario. Ci sono due tipi di enti necessari: quelli che hanno causa altrove, e quelli che sono necessari di
per s: tra quelli che hanno la causa della propria necessit altrove non si pu retrocedere allinfinito, ma
solo fino a un ente che NECESSARIO DI PER SE.
Quarta via: GRADAZIONE DELLE PERFEZIONI. Nelle cose troviamo le perfezioni (il bene, il vero, il nobile,..) in
gradazioni maggiori e minori. Ma una gradazione tale sono in relazione a un termine assoluto che causa
di quel genere. C UN ENTE CHE E CAUSA DI OGNI PERFEZIONE, Dio.
Quinta via: FINALITA. La natura sembra ordinata secondo una finalit, e questo riguarda anche gli enti che
non sono dotati di intelligenza; c quindi un essere intelligente in funzione del quale le cose sono ordinate.

Tornato a Parigi Tommaso si trova nel cuore del dibattito universitario: si discutono la dottrina delleternit
del mondo e quella dellIntelletto Unico di Averro (scrive DE AETERNITATE MUNDI e DE UNITATE
INTELLECTUS). Lavora alla SUMMA THEOLOGICA gi durante gli anni Sessanta, poi scrive a Parigi il nucleo
centrale e ci lavora anche a Napoli fino alla morte nel 1274, lasciando lopera incompiuta.
Quanto alleternit del mondo Tommaso sostiene non si possa decidere filosoficamente se il cosmo sia
eterno o se abbia un inizio, la dottrina della creazione pu essere solo creduta, non dimostrata. Ripropone il
tema platonico agostiniano delle IDEE DIVINE: le idee sono lessenza di Dio, mentre le creature ne
partecipano; precisamente il fatto che le creature partecipino dellessenza di Dio come sue immagini che
garantisce lordine e la regolarit della natura (questo fonda, non distrugge la fisica aristotelica).
Le creature si dispongono in una scala che ha per estremi Dio e i corpi materiali. La singolarit degli enti
garantita dal principio della MATERIA SIGNATA QUANTITATE (= quantit di materia misurabile). Luomo la cui
FORMA SOSTANZIALE lanima intellettiva al confine tra il mondo materiale e quello delle intelligenze
(sostanza incorporea, come gli angeli).
Lunica FORMA SOSTANZIALE delluomo lANIMA INTELLETTIVA (polemica con la dottrina di Bonaventura
sulla pluralit delle forme): che forma sostanziale, cio sostanza distinta dal corpo, per via della facolt che
la contraddistingue e che trascende il corpo (INTELLIGERE).
Critica alla dottrina dellIntelletto Unico di Averro: latto conoscitivo un caso particolare del passaggio
dalla potenza allatto. Le forme intellegibili si trovano in potenza nelle immagini (= contatto degli organi di
senso con le cose) vengono per astrazione separate dalle immagini e poste in atto come forme intellegibili.
Ci sono due tipi di astrazione: ASTRAZIONE TOTALE (si astrae luniversale dal particolare) e ASTRAZIONE
FORMALE (si astrae la forma dalla materia). Il processo di astrazione possibile per via dellIntelletto
Agente, che Dio ha messo nellANIMA UMANA.
Intelletto Agente dalla tradizione avicenniana posto nel punto di raccordo tra creature angeliche e mondo
sublunare (sostanza sovraindividuale e separata), da Agostino pensato come illuminazione divina. Cos
come lIntelletto Agente individuale lo anche lIntelletto Passivo (che sta alle forme intelligibili, come gli
organi di senso stanno alle forme sensibili). Loggetto conosciuto unico, ma tante sono le anime intellettive
che conoscono.
Luomo non raggiunge mai il culmine della vita intellettuale (= la contemplazione di Dio), soltanto dopo la
morte.
ETICA. Tommaso afferma il primato dellintelletto sulla volont, ma la volont si conforma necessariamente
allintelletto solo quando questo ha conosciuto il SOMMO BENE (= Dio), che luomo non conosce mai da
vivo, perch conosce solo beni finiti (cos salva il libero arbitrio, dopo le censure degli anni Settanta).
POLITICA. Parte dalla premessa aristotelica che luomo ha una naturale inclinazione per la vita associata:
luomo ha avuto come dote la ragione, che non gli basta per vivere in autosufficienza. Disuguaglianza di
capacit e compiti auspicabile per una buona vita associata. Un comportamento corretto nella convivenza
civile il primo gradino verso la salvezza. Lautorit politica subordinata allautorit ecclesiastica (che si
occupa di guidare luomo verso la salvezza). Il regime politico favorito quello MONARCHICO (= la guida che
orienta). Ci sono tre livelli di legge: legge positiva, riflesso della legge naturale, che partecipa della legge
eterna.
Nel 1274 papa Gregorio X riunisce un concilio a Lione.

BONAVENTURA DA BAGNOREGIO (1217 Civita di Bagnoregio 1274 Lione)


Nasce nel 1217 a Civita di Bagnoregio, vicino Viterbo, si era gravemente ammalato da ragazzo e si sarebbe
salvato per il voto fatto dalla madre a San Francesco dAssisi (morto nel 1226). Studia alla facolt di Arti di
Parigi negli anni Trenta - Quaranta; nel 1243 entra nellordine francescano e si dedica alla teologia sotto
ALESSANDRO DI HALES. E baccelliere biblico, baccelliere sentenziario, nel 1253 maestro reggente di
teologia a Parigi, nel 1257 ministro generale dei francescani.
La teologia il vertice del sapere ,( subordinazione della SCIENTIA alla SACRA DOCTRINA: rottura con
limpostazione domenicana, continuit con Agostino) subalterna solo alla rivelazione.
Di questo periodo la REDUCTIO ARTIUM AD THEOLOGIAM (1253). Non si tratta solo di mettere tutte le
scienze al servizio della teologia, ma di pensare ogni sapere (cos come ogni creatura) come SIMBOLO della
realt sacra di cui parla la teologia. La realt pensata da Bonaventura non la realt fisica aristotelica,
autonoma rispetto alla dimensione trascendente, ma una continua TEOFANIA dove la manifestazione di
Dio tanto pi grande laddove minore la consistenza dessere (nelle creature pi umili).
C una difesa dellesercizio dellintelletto (contro chi nellordine lo riteneva un tradimento della povert), e
una delimitazione del campo di esercizio dellintelletto. Bonaventura accetta termini e concetti
dellaristotelismo, ma li rilegge in una prospettiva agostiniana.
Bonaventura sostiene lilemorfismo universale (= tutti gli enti, eccetto Dio, sono costituiti di materia e
forma). Anche le sostanze incorporee sono costituite di materia, anche se una materia diversa da quella
fisica. Le creature si distinguono da Dio per due ragioni: RICEVONO LESSERE da Dio e sono MATERIALI.
Aristotele pensa la MATERIA come POTENZIALITAPURA, e che la forma sia prodotta dalla cooperazione di
materia e agente naturale (= causa efficiente); secondo Bonaventura nella materia sono gi presenti le
RATIONES SEMINALES (= essenze della forma) da cui lagente naturale trae la forma ( = ridimensiona il peso
dellagente naturale: Dio ha posto le ragioni seminali nella materia). In questo modo si spiega il divenire,
senza postulare continui atti di Dio, e si giustifica la provvidenza.
Lerrore fondamentale di Aristotele sarebbe la dottrina delleternit del mondo: o le anime vivono un
infinito attuale (cambiando corpo = metempsicosi), oppure muoiono (monopsichismo). Con leternit del
mondo si finisce per dare molto peso alle cause secondarie ( = agenti naturali o cause efficienti). In pi
COLLATIONES IN HAEXEMERON (commento al racconto biblico dei sei giorni della creazione), 1273
Aristotele nega che le FORME della realt sensibile siano nel pensiero eterno di Dio, dove lessenza del
primo motore immobile pensare se stesso (non pensare le idee). Pensare il mondo come eterno
implicherebbe pensarlo come necessitato ( = determinismo), negando la LIBERTA dellatto di creazione. La
dottrina delle ragioni seminali volta precisamente a ridimensionare il peso agli agenti naturali, e darne
alla libert di Dio. La natura non va pensata come realt fisica luogo di una conoscenza empirica e razionale,
volta a ricavare le leggi necessarie che la ordinano, ma come IMMAGINE DI DIO, nel suo VALORE SACRALE.
Le prove che d Bonaventura dellesistenza di Dio pi che dimostrazioni razionali sono costituite come
persuasione dellimmediata evidenza di Dio.
Il mondo sensibile si conosce attraverso la gnoseologia aristotelica (distinzione tra Intelletto Agente e
Intelletto possibile), ma la SCIENTIA ( = conoscenza empirica/ razionale del mondo sensibile) e subordinata
alla SAPIENTIA CHRISTIANA ( = cos come nella distinzione agostiniana di RATIO SUPERIOR e RATIO
INFERIOR). Modello aristotelico: Intelletto Agente astrae dalle forme sensibili (e intellegibili in potenza) le
forme intellegibili in atto e le d allIntelletto Possibile. Lunica conoscenza certa quella delle RATIONES
AETERNAE (= idee) che Dio comunica per illuminazione (tema agostiniano). Lilluminazione condizione di
possibilit della regolare conoscenza umana, che di norma non visione beatifica.

Tratti comuni al pensiero agostiniano: ilemorfismo universale, pluralit della forma sostanziale, principio di
individuazione.
Il primo principio informante ( = che d forma alla materia) sarebbe stata la LUCE. A questo primo livello di
formalit si sovrappongo altri cinque gradi : forma del corpo inorganico (= quattro elementi), forma del
corpo organico, anima vegetativa, anima sensitiva, anima intellettiva. Lultima forma non elimina le
precedenti, ma le completa e le collega organicamente. La forma sostanziale nellessere umano PLURALE,
non unica come in Tommaso. Principio di individuazione non la quantit di materia, ma la FORMA FINALE
che d ordine ai livelli precedenti.
ETICA: primato della volont sullintelletto ( tratto tipico di tutto il pensiero francescano).
ITINERARIUM MENTIS IN DEUM (1259)
Bonaventura in meditazione sul monte della Verna (luogo in cui San Francesco ha ricevuto le stimmate). Si
tratta di una guida per ascendere alla contemplazione di Dio, salendo i gradi ontologici della realt: dal
mondo sensibile (traccia di Dio), allanima umana: intelletto, memoria e volont (immagine di Dio), fino a
trascendere lumano. Contemplazione di Dio conoscere Dio (in s; fuori di s = Bene) nellunitariet
dellessenza e nella pluralit delle ipostasi (Padre, Figlio e Spirito Santo). LESTASI conoscitiva possibile solo
trascendendo gli strumenti razionali che hanno accompagnato litinerario fino a questo punto. Per parlare
dellestasi usa il linguaggio dello pseudo Dionigi areopagita.
Dopo Bonaventura capisaldi della scuola francescana: adesione di fondo alle tesi agostiniane, libert divina
nellatto di creazione, primato della volont sullintelletto.
Lopera COLLATIONES IN HAEXEMERON (1273) si inserisce nel dibattito parigino successivo alle censure del
1270 ( = censura dottrina delleternit del mondo, determinismo, dottrina dellIntelletto Unico di
Averro). Bonaventura giudica quello dellaristotelismo radicale un cattivo uso della filosofia, volto a
delimitarne uno spazio di indipendenza, quando la SCIENTIA ha significato solo nel quadro della rivelazione
cristiana (strettamente subordinata alla SACRA DOCTRINA). Il favore verso le censure del 1277 (a Parigi per
mano del vescovo Tempier, e a Oxford per mano dellarcivescovo di Canterbury Kilwardby) deriva sia da
preoccupazioni di ordine teorico, che da preoccupazioni di ordine pastorale. Negli ultimi anni vede il
progetto di una teologia scientifica come il peggiore pericolo per la rivelazione cristiana. Allapplicazione di
un imponente apparato logico razionale alla Sacra Scritture contrappone un ritorno alla MEDITAZIONE
della Sacra Scrittura.
SEVERINO BOEZIO ( 476 d.C. Roma 525 d.C. Pavia)
Nasce in una famiglia senatoriale negli anni in cui lItalia diventata provincia gotica, sotto il regno
ostrogoto di Teodorico. Nellet giovanile commenta lISAGOGE (trattato di Porfirio sulla logica aristotelica) e
scrive dei trattati sulle arti del Quadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia). Traduce le
CATEGORIE e lINTERPRETAZIONE (opere di logica di Aristotele) e scrive due monografie di sillogistica (sui
sillogismi categorici e sui sillogismi ipotetici). Fino al XII secolo nelle scuole si studiano le opere di logica
curate da Boezio: LOGICA VETUS.
Boezio fa una eccellente carriera nel regno di Teodorico: senatore, console e cancelliere (magister officium).
I trattati sulle discipline del Quadrivio e di logica erano rivolte allistruzione scolastica, ma la traduzione di
Aristotele faceva parte di un progetto pi ampio di traduzione in lingua latina di tutte le opere di Platone e
Aristotele allo scopo di dimostrare al conciliabilit dei due autori (di come la dottrina aristotelica si compia
nella metafisica platonica). Il progetto non mai compiuto, la traduzione dal greco al latino si limita alle due
opere di logica di Aristotele.

A Boezio dobbiamo la traduzione in latino di termini cardine della filosofia aristotelica: potenza, atto,
principio, universale, contingente. Mentre lopera pi nota di Boezio, il DE CONSOLATIONE PHILOSOPHIAE,
di impostazione platonica.
Lo scopo di Boezio, in un momento di gravissima crisi delle istituzioni romane, quello di salvare i prodotti
culturali pi significativi del mondo classico da portare in unet di incertezza (consonanza con gli intenti di
Cassiodoro). Obiettivo di Boezio quello di costituire un vocabolario comune a latino e greco per evitare
che polemiche dottrinarie dipendano da fraintendimenti linguistici: sono anni di contrasti tra il papato di
Roma e il patriarcato di Costantinopoli. CONTRA EUTYCHEN ET NESTORIUM: quanto alla natura del Cristo la
posizione nestoriana distingue due essenze (umana e divina) cui corrispondono due persone, la posizione di
Eutiche (monofisita) riconosce una essenza, quella divina, in cui si compie anche la natura umana.
I dogmi di fede discussi ai tempi della patristica (trinit, cristologia) sono ancora trattati nella filosofia di
Boezio, e smetteranno di esserlo con lAlto Medioevo a riprova di un successivo assestamento sulla
dogmatica.
DE HEBDOMADIBUS: applica il metodo assiomatico della geometria euclidea a questioni ontologiche.
Contributo alla metafisica medievale: distingue lessere e il soggetto esistente (ente) inteso come
composizione di sostanza e essere. Gli enti esistono in atto solo perch il Sommo Bene li ha tratti allessere.
DE CONSOLATIONE PHILOSOPHIAE centrato sul rapporto tra Creatore e creature. Temi: il Sommo Bene, il
rapporto tra fato e libert umana, la ricerca della felicit. Il linguaggio apparentemente spoglio degli
apporti del cristianesimo. Dialogo tra il discepolo e Filosofia: la felicit va cercata dentro se stessi, perch i
beni esteriori sono incerti. Felicit conoscere lessenza della realt e orientare la propria condotta in
funzione di questa: chi malvagio pu apparire un uomo di successo, ma orientato la propria condotta
secondo principi sbagliati ontologicamente debole e in senso autentico infelice.
Dio pensato come Sommo Bene e pienezza dessere: si pone il problema di come esista il male se il
creatore Sommo Bene. Ma la vista del male dipende da limiti umani, tutto il creato buono secondo gradi
di consistenza dessere diversi (che lo costituiscono come pi o meno vicino al Sommo Bene).
Come si coniuga un Dio provvidente con il libero arbitrio? La provvidenza divina non da pensare come
conoscenza del futuro, la dimensione temporale (passato, presente, futuro) non appartiene a Dio, che vive
luna dimensione eterna (di eterno presente). Dunque Dio sa in ogni momento presente quale sia la libera
scelta delluomo. (Ogni evento una sfaccettatura dellinfinita pienezza dessere).
Lo studio delle discipline matematiche sarebbe funzionale alla comprensione delle Idee (= struttura
ontologica della realt) e della struttura del cosmo (regolato su rapporti matematici) -> Timo
CORPUS DYONISIANUM: latto di creazione fonda la possibilit di partecipazione delle creature, del loro
Creatore. Dio non si pu comprendere nella sua essenza, trascende sia lessere che il pensiero.
GIOVANNI SCOTO ERIUGENA (800 d.C. in Irlanda (Eriu il nome antico dellIrlanda) 870 d. C. Francia
seguendo la corte itinerante di Carlo il Calvo)
Personalit filosofica centrale nella rinascita carolingia del IX secolo d.C., MAGISTER alla Schola Palatina
(fondata da Alcuino di York) alla corte di Carlo il Calvo. Non pu essere letto come un razionalista a oltranza.
La verit nella Sacra Scrittura, ma dal momento che espressa in forma allegorica, la ragione serve a
interpretare. Ogni ricerca razionale deve prendere le mosse dalla Sacra Scrittura. A met del IX secolo viene
fatto intervenire dal vescovo di Reims in una polemica sulla dottrina della grazia: Gotescalco dOrbais si rif
a SantAgostino (La natura e la grazia) e sostiene che la salvezza prescinda dai meriti e delle opere
compiute in vita. Pensando alle implicazioni sociali dello svincolare la salvezza e la dannazione dai
comportamenti terreni, la dottrina di Gotescalco dOrbais viene condannata in due sinodi: 848 d.C. sinodo

di Magonza, 849 d.C. sinodo di Quierzy. Il trattato DE PRAEDESTINATIONE dichiara la libert delluomo di
comportarsi bene o male, e cos conquistare la salvezza o la dannazione dopo la morte. Discorso sul
metodo: bisogna prendere come fondamento della discussione le verit di fede, a partire dalle quali si deve
ragionare attraverso il metodo sillogistico. Lo scopo affermare che presupponendo la dottrina della grazia
si incorre in contraddizione, cio, dipanando il ragionamento dimostrativo, si vanno a negare dogmi della
fede cristiana.
Giovanni Scoto Eriugena filosofo di lingua latina, ma conosce bene il greco, tant che sua la traduzione
del Corpus Dyonisianum. Due sono i concetti a fondamento del PERIPHYSEON (860 867 d.C.): la struttura
emanatistica (nessun livello della realt ontologicamente distinto dagli altri, la realt si struttura come
una gerarchia digradante, dove tutti i livelli sono correlati) e lapocatastasi (la struttura emanatistica
pensata allinterno di una dinamica temporale, che vede unespansione (EXITUS) e unimplosione
(REDITUS)).
Il PERIPHYSEON un dialogo tra maestro e discepolo in cinque libri. Al concetto di natura appartiene tutto il
reale: tutto ci che esiste e non esiste (= esiste in potenza). La realt va pensata secondo la relazione tra
creatore e creato, si distinguono quattro nature: non creata e creante (Dio), creata e creante (archetipi o
Idee), creata e non creante (mondo sensibile), il REDITUS.
Si tratta di quattro specie in senso LOGICO e in senso ONTOLOGICO. C corrispondenza tra strutture del
pensiero umano e strutture della realt.
La dialettica (disciplina che raccoglie i procedimenti conoscitivi logico razionali del pensiero umano) si
struttura come conoscenza diairetica (alluniversale al particolare) e analitica (dal particolare alluniversale).
Scoto Eriugena accusato di panteismo, dal momento che ogni livello di realt nella struttura emanatistica
manifestazione del divino, dove finisce il divino e comincia il mondano? La distinzione sul piano ontologico
sta nel non essere delle cose in Dio (= nel pensiero eterno di Dio, che le conosce prima di crearle) e
nellessere delle cose nella condizione creaturale. Nella dimensione creaturale la parte ATTIVA sono gli
archetipi, la parte PASSIVA il mondo sensibile. (Per descrivere gli archetipi si serve della teologia negativa e
teologia superlativa del Corpus Dyonisianum).
La prima e la quarta realt sono la medesima (= Dio, manifestazione di eternit), tutto non pu che
cominciare e finire in Dio. Lessere umano il luogo di volta del movimento dialettico: attraverso il sacrificio
del Cristo che ha redento il peccato originale (= tendenza delluomo a non dedicarsi alle conoscenze
essenziali, ma a quelle contingenti) lumanit in grado di iniziare un processo analitico: di risalita dal
particolare alluniversale, passando dal mondo sensibile, gli archetipi, fino a Dio.
La riflessione razionale significativa solo nellambito dei contenuti di fede.
ANSELMO DAOSTA (1033 d.C. Aosta 1109 d.C. Canterbury)
La neoscolastica del 900 giudica Anselmo il padre della Scolastica, ad affascinare la prova ontologica
dellesistenza di Dio. Si fa monaco benedettino a Le Bec nel 1060.
Anche in Anselmo presente una stretta correlazione tra strutture logiche e strutture ontologiche.
Metodo sono argomentazioni razionali cogenti, cio argomentazioni razionali necessarie. MONOLOGION:
argomento la meditazione sullessenza di Dio. Temi della filosofia di Anselmo: rapporto tra Dio e le
creature, la creazione, il Sommo Bene, dottrina della predestinazione, il libero arbitrio.
Luso della ragione dialettica nel discorso su Dio legittimato. Si tratta di una ragione che medita sui
contenuti di una fede che gi stata accolta. Luso della ragione quanto alla verit rivelata volto a
risolvere le difficolt interpretative e controbattere agli avversari della fede cristiana.

MONOLOGION: quattro prove che permettono di comprendere lesistenza di una natura superiore a ci che
esiste, causa dellessere e della bont degli enti ( = Dio come Sommo Bene). Le quattro prove di Anselmo nel
Monologion sono simili alle cinque vie della Summa Theologica di Tommaso
Prima prova: tutti mirano al bene, e beni tra loro diversi sono confrontabili, dunque deve esistere un
termine assoluto di paragone (Sommo Bene)
Seconda prova: tutte le cose hanno una grandezza (= valore, dignit), quindi deve esistere un termine
assoluto di grandezza. Dimostrazione che il Sommo Bene il sommamente grande
Terza prova: prova fondata sullessere.
1. Tutto ci che esiste in virt o di qualcosa o di nulla. Dato che niente esiste in virt di nulla, tutto
ci che esiste in virt di qualcosa.
2. Lesiste in virt di qualcosa: di uno o di molti. Non pu essere in virt di molti perch la
molteplicit presuppone necessariamente lunit. Dunque pi principi dellessere non sono possibili,
neanche in correlazione perch non si pu causare lessere di qualcosa da cui si riceve lessere.
3. Tutte le cose esistono in virt di un principio dessere, che dunque per se stesso.
Quarta prova: le cose sono ordinate secondo una gradualit di perfezioni, implica che vi sia una natura
sommamente perfetta
Scrive due dialoghi di riflessione sul linguaggio DE GRAMMATICO e DE VERITATE (anni Ottanta).
SIGNIFICATIO la relazione necessaria tra la parola e lidea (una realt essenziale), APPELLATIO la
relazione non necessaria tra la parola una realt superficiale. Verit si ha quando lenunciato corrisponde
a una realt essenziale. La verit nellenunciazione una forma di RECTITUDO: un dovere morale parlare
secondo verit.
PROSLOGION, scritto in forma di dialogo con Dio o preghiera. In questopera contenuta la PROVA
ONTOLOGICA dellesistenza di Dio. Cerca un argomento pi semplice e unico, rispetto alla pluralit di
dimostrazioni del Monologion. Luso della razionalit non serve a dimostrare i contenuti di fede per poi
cominciare a credere, ma serve per capire pi a fondo la propria fede (credere per capire).
Linsipiens nega lesistenza di Dio, ma la SIGNIFICATIO del termine Dio (= lidea di Dio) presente nella
mente dellinsipiens, e lanalisi dellidea fa capire che implica necessariamente lesistenza reale di Dio.
Presupposto la pienezza dessere: una cosa che solo pensata ontologicamente inferiore ad una
dotata di esistenza. Se intendiamo correttamente il significato del termine Dio, necessariamente pensiamo
Dio come esistente.
Dio definito come ci di cui non pu pensarsi niente di maggiore. Non si intende maggiore nel senso
della grandezza, ma di concetto limite del pensiero.
Lateo comprende il significato essenziale del termine Dio, ma dice di non credere allesistenza dello
stesso.
Ma ci di non pu pensarsi niente di maggiore non pu esistere solo nel pensiero, deve esistere anche
nella realt, altrimenti si potrebbe pensare la medesima cosa che esiste anche nella realt (e si andrebbe
oltre la pensabilit). Dunque quando si pensa Dio lo si pensa necessariamente esistente nella realt.
Anselmo crede ad una stretta corrispondenza tra linguaggio e struttura essenziale della realt: se cade
questo presupposto non c ragione di pensare che un ragionamento logicamente consistente debba
trovare necessaria corrispondenza nella realt.

Gaunilone di Marmontier non mira a mettere in discussione lesistenza di Dio, ma a ripensare lo statuto del
linguaggio: crede che tra linguaggio e realt ci sia salto incolmabile e che non si possa conoscere la
SIGNIFICATIO di un termine. A dare significato alle parole lesperienza sensibile.
Replica Anselmo che se le parole hanno un senso se ne deve ammettere il legame necessario con la realt,
altrimenti tanto vale sospendere ogni giudizio.
ETICA. La libert non si definisce come la possibilit di scegliere tra il bene e il male, ma come la possibilit
di scegliere il bene. Scegliere il bene frutto di una scelta di RECTITUDO: rinunciare allamore di s, per
lamore di Dio (= che si declina come amore della verit). Dio nella sua prescienza ha stabilito un ordine
necessario della realt che non determina le scelte delluomo, ma fa discendere conseguenze necessarie
dalle scelte delluomo.
Ha la sede vescovile di Canterbury alla fine dellXI secolo, ma ha contrasti sia con il re Guglielmo II che con il
re Enrico, per ci costretto due volte allesilio. Muore nel 1109 a Canterbury, in Inghilterra.
STATUTO ONTOLOGICO DEI CONCETTI UNIVERSALI.
Le arti del Trivio sono studiate per tutto lAlto Medioevo, nel XII secolo la LOGICA ha assunto un ruolo
primario a partire dai dibattiti (dialetti e anti dialettici) dellet carolingia. Il problema fondamentale della
logica tradizionale il rapporto tra linguaggio e realt. In Aristotele il CONCETTO segno necessario della
cosa denotata. Anselmo pone un rapporto necessario tra linguaggio significante e realt denotata,
Gaunilone pensa non vi sia corrispondenza tra linguaggio e realt (se non ce esperienza non solo non si pu
parlare di corrispondenza tra linguaggio e realt, ma neanche dire che il linguaggio introduca alla mente un
concetto). Il dibattito quanto allo statuto del linguaggio sui concetti universali, cardine della dimostrazione
scientifica aristotelica: ci si domanda quale sia lo statuto ontologico dei concetti universali, se siano realt
sostanziali o se si tratti di stati mentali. Le posizioni sono REALISMO e NOMINALISMO.
LOGICA VETUS chiamato linsieme degli scritti tradotti da Boezio. La LOGICA NOVA che segue alla
traduzione dal greco e dallarabo dellintero Organon comprende lepistemologia aristotelica (esposizione
del metodo scientifico, teoria della scienza). La LOGICA MODERNA creazione dellet Medievale (XII
secolo) ed una logica di tipo squisitamente formale: tratta di dottrina del significato, costanti logiche,
inferenza logica. Viene raccolta in unopera di tipo manualistico nella prima met del XIII secolo: le
SUMMULAE LOGICALES di Pietro Ispano. La logica moderna non si occupava del rapporto tra linguaggio e
realt, ma dei criteri per la validit del discorso (consistenza.) GARLANDO COMPOTISTA distingue tra
denotazione (classe di oggetti cui si applica un termine) e connotazione (contenuto intensionale =
linguaggio). Termini generalissimi come quantit o sostanza condividono la medesima denotazione, e si
distinguono per la connotazione: denotano le stesse cose in modi diversi.
Roscellino sostenendo che ad avere realt siano solo cose individuali per non negare lesistenza del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo deve affermare si tratti di tre distinte sostanze individuali (triteismo).
Roscellino ritiene che la logica debba essere applicata ad ogni campo del sapere, quindi anche alla teologia.
I teologi sono inclini ad accettare il realismo, come il realismo presupposto allargomento ontologico di
Anselmo, anche se non formalizza mai una posizione.
Guglielmo di Champeaux un realista, pensa che ai concetti universali corrispondano entit intensionali
reali, non semplici espressioni linguistiche. La posizione di Abelardo non ne nominalista, n realista. Dopo
Abelardo, dobbiamo aspettare Guglielmo di Ockham per avere una presa di posizione nominalista.
La tendenza della logica quella di trasformarsi da strumento (Organon) a scienza dei fondamenti.

PIETRO ABELARDO (Le Pallet, Bretagna 1079 Saint Marcel 1142)


(opera sulla dottrina trinitaria la TEOLOGIA DEL SOMMO BENE)
Secondo il realismo i concetti universali (= generi e specie) sono delle RES, cio hanno realt, esistono
indipendentemente dal nostro pensiero e dal nostro linguaggio. Secondo una tradizione di platonismo
cristiano i concetti universali come RES sono pensati come le idee platoniche, presenti nel pensiero eterno
di Dio e modello della realt sensibile. In questo senso il concetto universale porrebbe una relazione tra il
pensiero eterno di Dio e la realt sensibile.
Secondo il nominalismo il significato intensionale del concetto universale unespressione linguistica, che
non ha realt se non come stato mentale. Ad essere reali sono solo le cose individuali. La funzione del
concetto universale di denotare in modo strettamente convenzionale un insieme di cose che hanno
qualche affinit.
E un concetto universale ci che pu essere predicato di pi soggetti. Se fosse una RES, in quanto sostanza /
soggetto, non potrebbe essere predicato di altri soggetti (critica al realismo). Ma si tratta neanche di una
relazione puramente convenzionale, quella tra il concetto universale e le cose che denota (critica al
nominalismo). Il concetto universale si fonda su un processo di astrazione, cio di riconoscimento in pi
cose individuali di una natura comune (= status).
LOGICA INGREDIENTIBUS
Il linguaggio si riferisce alle cose attraverso la mediazione dei nomi. I nomi hanno un duplice carattere: VOX
in quanto suono fisico, SERMO in quanto entit linguistica dotata di significato. Luniversalit la si pu
attribuire solo alle parole (SERMONES), in quanto le cose singolari non possono essere predicate di altre
cose. Luniversale una parola che pu essere predicata di molti (es. il termine uomo pu essere
predicato di molti nomi propri di uomini). Il termine ha valore universale non per pura convenzione, ma
perch esprime un significato che si basa sulla natura comune delle cose denotate. A differenziare un
concetto singolare da un concetto universale il processo di astrazione proprio del concetto universale.
Perci se odo la parola uomo formo mentalmente limmagine di uno schema, un modello, se odo la
parola Socrate formo unimmagine particolare. La posizione di Pietro Abelardo chiamata
concettualismo o teoria dello status.
Chi giudica il concetto universale una RES: o pensa che le cose denotate dal concetto universale condividano
la medesima essenza sostanziale e si differenzino per gli accidenti, oppure che le cose denotate da un
medesimo concetto universale si differenzino non solo per le forme accidentali, ma anche per lessenze. Si
parla di realt (universale come RES) identica per essenza, e di realt identica per indifferenza. Nella
dottrina della non differenza si tratterebbe di un nucleo essenziale al contempo identico e singolare.
Negli anni del Paracleto e del ritorno a Parigi scrive diverse opere teologiche: SIC ET NON, THEOLOGIA
CHRISTIANA, DIALOGO TRA UN FILOSOFO, UN EBREO E UN CRISTIANO. Lo scopo applicare un criterio
razionale a questioni teologiche, cos da conseguire la verit degli argomenti senza andare in contrasto con
la Sacra Scrittura.
La dimostrazione delle verit di fede non pu pi fondarsi sui miracoli, ma deve usare le dimostrazioni
filosofiche, anche per contro argomentare nei dibattiti interreligiosi, dal momento che gli ebrei facevano
ampio ricorso alla filosofia.
(Nella THEOLOGIA CHRISTIANA si ha unesposizione sistematica della teologia)
Nel SIC ET NON ci sono considerazioni metodologiche quanto al modo di procedere verso una tradizione
(Sacra Scrittura e patristica) le cui tesi erano divergenti se non contraddittorie. Il SIC ET NON considerato

un punto di partenza della teologia scientifica. Il prologo un vero e proprio modello di ermeneutica critica,
i testi vanno esaminati secondo cinque principi:
1. verificare il significato dei termini del testo
2. verificare se il testo autentico
3. guardare al testo nellambito della produzione dellautore: si tratta di un passaggio scritto
dallautore o riportato? Se dellautore bisogna chiedersi se assertivo o dubitativo
4. se si tratta di un passaggio riportato bisogna verificarne lattendibilit
5. Se non si risolve la contraddizione seguendo le prime quattro regole, si avvalora la tesi dellautore la
cui dottrina pi certa nella tradizione cristiana (argomento dautorit)
Lo scopo del SIC ET NON quello di costituire una materia teologica organica (a partire da una materia
piena di contraddizioni apparenti) usando un metodo scientifico: rigoroso nellapplicazione e logico
razionale.
Se Roscellino aveva sostenuto che Padre, Figlio e Spirito Santo non potessero rispondere ad una medesima
essenza, ma rispettivamente a tre essenze distinte (triteismo), Abelardo sostiene che solo il Padre di per
s sussistente. La condanna di questa tesi ribadita due volte: a Soissons nel 1121 e a Sens nel 1140.
di Abelardo la sovrapposizione concettuale di Spirito Santo e Anima del Mondo platonica.
ETICA.
SCITO TE IPSUM. Nei manuali dei confessori il peccato era commisurato alla gravit dellATTO commesso.
Abelardo sostiene che il peccato risieda nellassenso dato ad una propria cattiva inclinazione. Le cattive
inclinazioni sono tali su base fisiologica o psicologica, non costituiscono di per s peccato. Il peccato sta
nella libera e consapevole scelta di disprezzo verso Dio. La vita morale di tensione, di sforzo interiore a
controllare le proprie inclinazioni. Il giudizio dellintenzione: se si sia dato o no lassenso libero e
consapevole a una cattiva inclinazione di Dio. Agli uomini spetta il giudizio delle azioni.
GUGLIELMO DI OCKHAM (1280 Ockham, Surrey 1348 Monaco di Baviera)
In giovane et si fa monaco francescano, intorno agli anni Venti del Trecento alluniversit di Oxford come
baccelliere sentenziario e poi baccelliere biblico. Nel 1323 la carriera universitaria interrotta dallaccusa di
eresia rivoltagli dal cancelliere universitario John Lutterell (laccusa al commento scritto al Liber
sententiarum di Pietro Lombardo). Negli anni di Oxford Guglielmo scriva anche trattati di commento alla
logica e alla Fisica aristotelica. Nel 1324 Guglielmo va alla corte papale ad Avignone.
Ockham contrario alla posizione concordista nel rapporto tra filosofia e teologia (il progetto di
integrazione per eccellenza in tal senso quello di Tommaso dAquino). E un fermo credente nel dogma
niceno (concilio di Nicea, 325 d.C. Credo) dellONNIPOTENZA DIVINA. Guarda al pensiero filosofico come
uno sviluppo in purezza della filosofia aristotelica.
Ockham legge le Summulae Logicales di Pietro Ispano (XIII secolo), assume come posizione il nominalismo
logico. La logica intesa come scienza del linguaggio, senza alcuna implicazione metafisica: i concetti
universali sono segni del linguaggio e non hanno alcuna realt sostanziale. Lintelletto produce proposizioni,
e la logica determina le regole delle operazioni tra proposizioni. Le proposizioni costituiscono le scienze:
scienze reali (che hanno per oggetto oggetti reali = la fisica) e scienze razionali (che hanno per oggetto
oggetti mentali = la matematica). Le proposizioni sono di tre tipi: pensate, dette a voce, scritte. E si
compongono, se dette a voce o scritte di suoni o simboli, se pensate di CONCETTI. I concetti universali sono
termini delle proposizioni pensate: hanno come facolt propria la SUPPOSITIO (sono segno per, stanno per).

Chiedersi quale sia il rapporto tra linguaggio e realt un problema del metafisico, non del logico.
La SUPPOSITIO (= stare per; propriet fondamentale dei termini del linguaggio) si distingue in tre tipi:
1. SUPPOSITIO MATERIALIS : un termine sta per se stesso (correre un verbo)
2. SUPPOSITIO PERSONALIS : un termine sta per una realt individuale (un uomo corre)
3. SUPPOSITIO SIMPLEX: un termine indica qualcosa di comune a pi individui
Ockham sostiene che i concetti universali non significhino intensionalmente nessuna realt sostanziale, ma
uno stato mentale che astrae, individua unaffinit in un insieme di realt singolari ( un nominalismo affine
al concettualismo di Pietro Abelardo) . La natura comune (= essenza) di cui parlano i realisti, tanto Tommaso
dAquino quanto Duns Scoto, o una sostanza separata (di cui gli enti partecipano; modello platonico) o in
tutti gli individui (haecceitas; si tratta comunque di un realt sostanziale separata dal singolo ente anche se
posta dentro lente e non fuori).
Nella teoria della conoscenza tomista lIntelletto Agente individuale con le proprie forme intellegibili ricava
dallimmagine (= forma sensibile) i concetti universali. Dice Ockham, se le forme intellegibili sono gi
concetti universali non serve chiamarli in modi diversi, se le forme intellegibile sono concetti particolari
finiscono per coincidere con i concetti universali. Si tratterebbe di una mera distinzione razionale. Critica la
distinzione reale tra essenza e essere.
Nella teoria della conoscenza di Duns Scoto, lessenza (= o natura comune) di per s non n universale, n
particolare: si d per il pensiero umano come universale, e nella realt sensibile come sostanza individuale
in ogni ente particolare.
Ockham sostiene che la realt sia costituita di ENTI SINGOLARI, che non ci sia da porsi il problema di un
principio di individuazione, ma di come possa esserci qualcosa di comune. Una realt dove lessere
necessariamente essere un individuo , singolarit espressione di una METAFISICA NOMINALISTA.
Lattenzione non pi rivolta alla struttura essenziali della realt, ma ai singoli enti reali. La metafisica passa
in secondo piano rispetto alla fisica.
Dio simplicitas assoluta (non c un mondo delle Dio contenuto nel suo pensiero eterno e precedente la
creazione), e i singoli enti sono prodotto della volont divina. Le idee coincidono con i singoli enti, e sono
conosciute da Dio in quanto in Dio coincidono conoscere e produrre.
Aristotele aveva postulato lesistenza di un ordine necessario che informa il mondo ed conoscibile
razionalmente dalluomo. Ockham non postula nessun ordine necessario razionale, data lassoluta
onnipotenza di Dio.
La teologia si fonda sulla verit rivelata, che non pu essere dimostrata, ma solo creduta. Le scienze umane,
che sono schiettamente empiriche, possono essere inquadrate in un sistema dimostrativo logico
razionale. La teologia non potrebbe dimostrare n la natura della dottrina trinitaria, n lesistenza di Dio.
Pu dimostrare lesistenza di una dimensione trascendente, ma non in grado di dire nulla su questa (= le
cose esistono in funzione di una causa prima che pi nobile di ogni suo effetto).
La potenza assoluta di Dio da collocarsi in un momento logicamente anteriore alla creazione (esclude la
possibilit di interventi straordinari nel creato), perci lordine naturale (stabilito da un atto volontario di
Dio) regolare, ma non necessario (Dio avrebbe potuto scegliere diversamente). Perci parliamo di verit
scientifiche condizionali e non assolute. PROBABILISMO EPISTEMOLOGICO.
ETICA: data lonnipotenza assoluta di Dio, il fine della vita delluomo (= il Bene) non necessario, ma il
frutto di una scelta di Dio. In questo senso comportarsi virtuosamente significa (in questo mondo

contingente) comportarsi secondo il Bene, ma in senso assoluto, COMPORTARSI SECONDO LA VOLONTA DI


DIO.
Dio ha prodotto il mondo senza mediazioni, perci la conoscenza del mondo non la conoscenza di realt
sostanziali separate dal mondo (= idee). La conoscenza del mondo si fonda sulla COGNIZIONE INTUITIVA
EMPIRICA: conoscenza di un ente singolo che presente per quello che . La certezza appartiene solo alla
cognizione intuitiva empirica. La cognizione astrattiva (= che riguarda enti pensati, e non presenti) e su
processi deduttivi, non che non sia logicamente valida, lo , ma non certa.
Attraverso la cognizione intuitiva empirica lintelletto umano conosce la cosa nella sua singolarit, nella sua
fattualit, e questa la conoscenza della verit della cosa.
La teoria della conoscenza si fonda su due principi: il principio di economia (non bisogna moltiplicare
quando non necessario farlo), e il principio di possibilit (non bisogna giudicare necessario in assoluto, ci
che necessario soltanto rispetto a un determinato ordine delle cose).
FILOSOFIA POLITICA.
Nel 1323 Ockham accusato da John Lutterell, cancelliere delluniversit di Oxford, di eresia e nel 1324
convocato ad Avignone alla corte di papa Giovanni XXII e rinchiuso in un convento francescano. Nel 1328
riesce a fuggire insieme a Michele da Cesena (generale dellordine francescano, con accusa di eresia per
aver fondato la corrente spiritualista dei francescani) mentre il processo ancora in corso, e va a Pisa alla
corte di Ludovico il Bavaro, che da pochi mesi era stato incoronato sacro romano imperatore dal popolo
romano e aveva nominato un anti papa. Lo sfregio di Ludovico il Bavaro al papato consisteva nellaver
legittimato il proprio potere su base popolare, e non sottoponendosi allautorit del papa. Dal 1328 alla
morte Ockham scrive solo opere teologico politiche, ricordiamo il DE IMPERATORUM ET PONTIFICUM
POTESTATE.
Il pensiero politico di Ockham si differenzia dallaverroista politico Marsilio da Padova per via dellimpianto
teologico in cui inquadrato il pensiero politico. Lautonomia del potere civile su quello ecclesiastico
dovuta alla priorit del potere ecclesiastico, ma nellambito delle questioni spirituali, cio di guida delluomo
in quello che il suo fine fondamentale: la salvezza. Il primato del papa non un primato di dominio nel
potere temporale, ma di servizio. Gli uomini non sono servi del papa, ma il papa servo dei suoi fedeli, nel
senso in cui lo il Cristo. Il papa non pu obbligare a credere cose che non siano scritte nelle Sacre Scritture,
n imporsi arbitrariamente negli affari di imperatori o semplici fedeli. La Chiesa da pensarsi come la
comunit dei fedeli cristiani (ribaltamento ecclesiologico), e non come una gerarchia verticistica di potere
temporale.
GIOVANNI DUNS SCOTO (1265 Duns, Scozia 1308 Colonia) francescano scozzese, anti - tomista
Il coinvolgimento dei teologi nei dibattiti filosofici dipendeva dallintegrazione di filosofia e teologia operata
da Tommaso, che aveva presupposto alla teologia le verit di fede, e a partire da queste aveva costruito la
sacra dottrina come un sapere scientifico, nel senso aristotelico di scienza.
Duns Scoto si pone in rottura con il pensiero tomista, sostenendo la RADICALE DIVERSITA di filosofia e
teologia, e che la filosofia con i soli propri mezzi non possa in alcun modo parlare di Dio.
(con lANALOGIA ENTIS Tommaso getta un ponte tra Creatore e creature)
Studia a Oxford e a Parigi, insegna ad Oxford e a Parigi, e nullultimo anno di vita a Colonia. Vive negli anni
del dibattito tra tomisti (= sintesi aristotelico cristiana del pensiero di Tommaso) e anti tomisti. Di Duns
Scoto ricordiamo lOPUS OXONIENSE o ORDINATIO (corso tenuto a Oxford e riordinato per la pubblicazione
a Parigi). Dal momento che i contenuti di fede non sono possibili come oggetti di una scienza dimostrativa e
necessaria, devono essere creduti, e usati per orientare lagire. La TEOLOGIA pensata come SCIENZA

PRATICA. Luomo non in grado di capire il proprio FINE attraverso un processo logico dimostrativo ma
solo per rivelazione.
Duns Scoto riprende lantropologia agostiniana del peccato originale e sottolinea i limiti delluomo nella
comprensione del proprio fine e della dimensione trascendente (in questo senso si distacca dallottimismo
morale tomista).
Il fine delluomo Dio, e oggetto della teologia il Dio - persona della rivelazione nella sua determinazione
essenziale: la teologia possibile per gli uomini, una teologia imperfetta, linterpretazione della Sacra
Scrittura. Si tratta di una conoscenza limitata di Dio (si tratta di unapprossimazione), perch la teologia nella
sua perfezione accessibile solo a Dio stesso. La Trinit, che la natura stessa di Dio, non accessibile
alluomo.
METAFISICA come SCIENZA TEORETICA. Oggetto della metafisica lESSERE IN QUANTO ESSERE (come
nozione prima del pensiero). Prima del peccato originale gli uomini potevano conoscere lessere in s, ora
possono conoscerlo in modo limitato soltanto nelle essenze delle cose sensibili individuali. Quindi il discorso
sullessere non si pu fare nellambito della teologia (= conoscenza dellessere in s di Dio), ma solo in quello
della metafisica.
Dellessere in s lintelletto umano in grado di dire solo che causa del mondo sensibile (in cui lessere si
d/manifesta contratto in essenze singolari). Riconduce una pluralit a un ente unico che ne causa.
In quanto nozione anteriore e universale lessere univoco. Nella teoria analogica dellessere se predico un
attributo di Dio questo attributo appartiene allessenza (= essere), se lo predico di una creatura lattributo
non appartiene allessenza. Teoria dellUNIVOCITA DELLESSERE: lessere si predica con lo stesso significato
di tutti gli enti: Dio e le creature hanno in comune lessere. In questo senso attraverso la conoscenza delle
essenze dei singoli enti sensibili, si pu cogliere di Dio ci che possibile comprendere allintelletto umano
dopo il peccato originale: Dio in quanto essere. Lintelletto pu elevarsi ai livelli pi astratti della conoscenza
(lessere in quanto essere), ma restando vincolato allessenza del singolo ente sensibile, che lunico
movente/oggetto possibile della sua conoscenza.
La METAFISICA costruita come scienza teoretica, cio scienza dellessere dimostrativa e necessaria. Di Dio
pu conoscere tre aspetti: lesistenza, la semplicit e linfinit. Concetto fondamentale della metafisica
quello di ENTE, che pu essere compreso senza lausilio di altri concetti. La metafisica distinta dalla
teologia, ma lo anche dalla fisica ( -> i cui concetti si ricavano per astrazione dai singoli enti sensibili). La
dimostrazione dellesistenza di Dio non a posteriori, ma una prova modale (= fondata sulla nozione di
possibilit).
Se Dio e le creature hanno in comune lessere, cosa distingue luno dalle altre? Dio ente infinito, le
creature sono enti finiti. Lessere in Dio si manifesta come essere in s, nelle creature si d come
contrazione, come singolarit: lessere questo (= haecceitas). Non serve un principio di individuazione,
perch lessere nella realt sensibile si manifesta come singolarit, come essere questo.
Duns Scoto nega la DISTINZIONE REALE tomista (ente = essenza ed essere). Assume la dottrina della
pluralit delle forme sostanziali di Bonaventura. Tutte le dottrine della metafisica sono presentate come
contingenti e non necessarie (pur in un ordine regolare), la realt cos non perch deve necessariamente
esserlo, ma perch un libero atto di Dio cos lha voluta.
Lente reale UNITARIO, ma possibile una DISTINZIONE FORMALE (= ente unitario, ma si distinguono una
pluralit di forme, le quali rispondono a definizioni diverse = formalitates; sono modi tra loro diversi in cui si
d lindividuo, che nella realt unitario). La distinzione formale vale da un punto di vista ontologico (= le
formalitates non sono meri stati mentali) e da un punto di vista conoscitivo.

Si danno due tipi di conoscenza per lintelletto: la cognizione intuitiva e la cognizione astrattiva. In entrambi
i casi oggetto di conoscenza lessenza di ci che individuale. Nella cognizione intuitiva cogliamo lessenza
di un singolo oggetto nel fatto che questo esiste (essenza = essere questo). Nella cognizione astrattiva
quando lintelletto pensa attraverso le proprie forme intellegibili lessenza delloggetto (astraendo
dallesistenza o non esistenza).
La distinzione formale condizione di possibilit della conoscenza astrattiva, quindi dei concetti universali e
delle proposizioni necessarie che costituiscono le scienze. E la cognizione astrattiva che nella dimensione
mentale mette in relazione le essenze pensate a partire dalle forme intellegibili del pensiero e ne astrae un
concetto universale. Questo processo di astrazione che mette in relazione due enti (Socrate e Platone)
piuttosto che due altri (Socrate e asino) ha un fondamento nella realt, non mera convenzione (Duns
Scoto REALISTA). Il fondamento lINDIFFERENTIA nellunit reale.
Lessenza dellente sensibile lhaecceitas = lessere questo. Lhaecceitas loggetto della cognizione
intuitiva, e fondamento dellunit dellindividuo. Allesser ente consegue lunit. Lhaecceitas definisce
lindividuo come manifestazione dellessere, contingente, e indeducibile.
Cognizione intuitiva CONOSCENZA CERTA di ci che individuale e contingente.
La dimostrazione dellesistenza di Dio, non d alcuna conoscenza del Dio persona della Sacra Scrittura, la
cui caratteristica fondamentale la LIBERTA. Latto di creazione non nellambito della metafisica, ma della
teologia, e non dimostrabile in quanto atto non necessario, ma volontario. Non si pu dimostrare la
necessit di qualcosa di contingente (-> Dio non era necessitato a creare). Si tratta di un tentativo di
svincolare Dio dalla filosofia della necessit aristotelica, lopera di Scoto scritta allindomani delle
condanne e censure del 1277.

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