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Stoicismo

QUADRO INTRODUTTIVO
Il fondatore del pensiero stoico è Zenone di Cizio: nato nel 332 a.C, nel 312 si trasferisce ad Atene e poco dopo fonda una scuola. Non
essendo di origne ateniese, Zenone non poteva acquistare un edificio: decide dunque di tenere le sue lezioni sotto un portico, in greco "stoa".
Il pensiero di Zenone (a differenza di quello di Epicuro) può essere discusso.
Lo stoicismo può essere suddiviso in periodi:
• ANTICA STOA (4º-3º sec a.C.) periodo delle origini, i protagonisti sono Zenone e i suoi successori (che sistemeranno il suo
pensiero e gli succederanno nella direzione della scuola) Cleante e Crisippo
• MEDIA STOA (2º-1º sec a.C.) i protagonisti sono Panezio e Poseidonio, che rivisitano la scuola
• STOA ROMANA (1 sec d.C. i poi) in età cristiana il pensiero assume toni religiosi; protagonisti Seneca, Epitteto e Marco Aurelio

Logica
Simile alla canonica (si occupa del problema della conoscenza) e alla logica aristotelica (si occupa dei modi di ragionamento).
Secondo il pensiero stoico la conoscenza deriva dai sensi: l'anima è una sorta di tela bianca sulla quale si registrano
le rappresentazioni sensibili, accolte passivamente. L'accumularsi di queste sensazioni produce nella nostra anima
un concetto, detto anticipazione o prolessi (si è dunque creata una sorta di impronta, un'accumulo di sensazioni che permettono
di conoscere la realtà; es. vedo tanti alberi tramite la vista (percezione sensibile) e mi si crea il concetto di albero).
I concetti se derivano dall'accumularsi delle sensazioni sono naturali, ma possono essere anche artificiali se derivati
dall'insegnamento.
I concetti sono contrassegnati da un nome, che è un segno che si riferisce a un gruppo di cose simili, di enti
individuali che ho imparato a chiamare nello stesso modo. Il segno è formato da 3 elementi:
1 significante: è il suono della parola in sé ("albero")
2 significato: è il concetto della cosa evocata (a livello generale)
3 cosa significata: il riferente reale al quale il nome si riferisce (a livello particolare)

SILLOGISMO: il sillogismo stoico è anapodittico, ovvero non dimostrativo: risultano immediatamente evidenti
sia la premessa che la conclusione "se è giorno c'è luce, è giorno quindi c'è luce" (esprimono ciò che è evidente)
fa leva sulle proposizioni: logica proposizionale: solo 2 termini (no termine medio)

Fisica
Ci sono 2 principi dell'universo, uno passivo e l'altro attivo; entrambi materiali. Il principio passivo è la materia
informe, a cui viene data forma dal logos (ragione divina, fuoco divino), che la pervade, e la ordina attraverso le
ragioni seminali, ovvero i semi creativi, i principi di tutte le cose.
SIMPATIA UNIVERSALE: l'universo è un unico grande organismo in cui tutto è in armonia

E VISIONE PROVVIDENZIALE DELL'UNIVERSO: il logos che da forma alla materia è un fuoco dominato dalla
ragione, intelligente: tutto è voluto, tutto è necessario e razionale, nulla è casuale
VISIONE CIRCOLARE DEL TEMPO: il logos finirà per bruciare il mondo (ekpirosis = incendiazione universale), alla
quale seguirà una rinascita (palingenesi / apocatastasi): poiché il fuoco, le ragioni seminali e la materia sono gli
stessi tutto è destinato a ripetersi
La vera libertà dell'uomo sta nell'accettare razionalmente il fato: tanto più l'uomo accetta il fato e la provvidenza, tanto più è libero
L'uomo ha una posizione predominante all'interno del cosmo perché la sua anima, pur essendo materiale,
contiene un frammento di logos. Anche per l'uomo vale il principio dell'eterno ritorno.
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Etica
(Si discosta dall'etica epicurea)
L'etica stoica sostiene che l'uomo deve persguire la propria felicità, e che è felice se vive secondo la sua
dimensione razionale. Etica del dovere razionale: la virtù coincide con la saggezza (quest'ultima permette al logos di
aumentare), mentre il vizio è ciò che danneggia il logos. Compito dello stoico è dunque seguire il logos ed
implementarlo, evitando di danneggiarlo. Al di la di questo non conta niente: così come salute, bellezza o
ricchezza non sono importanti, la morte, le malattie, la povertà e la schiavitù non sono considerati dei mali: si
può essere felici indipendentemente dalla realtà esterna, poiché tutto dipende dalla nostra interiorità.
Mantenersi in vita non è dunque così importante: se non si riesce a seguire il logos tanto vale suicidarsi.
Il saggio stoico è apatico: evita le passioni in quanto errori della ragione, false opinioni che danno un'immagine
distorta della realtà. Questo non vuol dire però che debba vivere isolato e non occuparsi degli affari pubblici:
amicizia e cosmopolitismo sono molto importanti. La felicità è dunque apatia, impassibilità, distacco dalla
dimensione emotiva in favore di quella razionale. Solo i saggi sono veramente liberi, chiunque sia stolto è uno schiavo.

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