Giordano Bruno nato a Nola nel 1548 entra a 14 anni nel convento di San
Domenico a Napoli. Presto cade in sopetto di eresia e nel 1576, per sfuggire
al processo, abbandona il convento e si reca a Roma da dove inizia una serie
di viaggi in varie citt italiane ed europee.
Egli respinge con forza l'idea che la speculazione filosofica possa essere
ostacolata ed impedita da motivi di fede. Le sacre scritture servono a
prescrivere delle regole, non ad indicare delle verit filosofiche o
scientifiche.
Se, dal punto di vista della fede, Dio al dil del mondo sensibile Una
Mente al disopra di ogni cosa, del tutto inconoscibile perch al dil della
portata della nostra ragione, al contrario dal punto di vista della ragione,
Dio una Mente interna e presente in ogni cosa in quanto la produce
come qualcosa di diverso da s, restando nello stesso nella cosa stessa. Dio
causa dell'universo, sia in quanto lo produce, sia in quanto ne costituisce il
principio immanente.
Poich Dio potenza creativa infinita anche l'universo infinito;
nell'universo, animato dalla presenza immanente di Dio, tutto vita e la
morte solo apparenza.
Tutto muta e nulla si annulla: poich ogni cosa partecipa della vita,
innumerevoli individui vivono non solo in noi, ma in tutte le cose composte.
Quando vediamo qualcosa che sembra morire, non dobbiamo credere che
essa muoia realmente, ma piuttosto che muti cio che cambi il suo aspetto
rimanendo invece immutabile nei sui principi essenziali.
Nell'opera "gli Eroici Furori" descrive 3 furori o amori: l'amore per la vita
dedita al piacere, quello per la vita attiva, quello per la vita contemplativa. I
primi due tivi di furore sono propri degli uomini. Il terzo invece l'autentico
ed eroico furore perch esso ha come fine supremo la contemplazione della
bellezza divina che si mifesta nell'intero universo.
Nel dialogo lo spaccio della bestia trionfale Bruno descrive la vita come
conflitto come guerra perenne come bene contro il male. Il mondo il
campo dove c' l'attivit umana, l'ozio viene cacciato da lavoro e l'uomo
cerca di affermare s stesso con le opere. Egli esalta la virt delle mani oltre
a quella dell'intelletto. Egli critica il mito dell'et dell'oro che descrive un
epoca in cui all'uomo tutto era dato senza fatica, contrapponendo una
concezione della civilt come prodotto del lavoro e della fatica umana.