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GIORDANO BRUNO

Filippo bruno nacque a Nola nel 1548 e studiò a napoli.Riceve un insegnamento aristotelico,pronunciò i voti
molto presto, però con il tempo inizia a farsi domande sulla dottrina trinitaria.Si allontanò da napoli nel 1576
e inizia a viaggiare per l’europa: prima a Tolosa, poi Parigi e per finire Inghilterra dove iniziò a insegnare a
Oxford. Questo periodo fu profiquo per scrivere le opere in italiano e in latino. Dopodiche torna a Parigi
dove trova ancora una volta la tradizione aristotelica, per questo se ne andò in germania a insegnare a
Marburgo,Wittemberg e Francoforte per poi compketare le opere latine. Accetta l’ospitalità di Mocenigo,
che nel 1592 lo denunciò all’inquisizione per avere dubbi sulla funzione della religione, all’inizio riuscì a
sfuggire alla condanna ma nel 1593 lo mandarono a Roma dove per 7 anni scontò la sua condanna in carcere
e nel 1600 fu messo al rogo.
Nel pensiero di Giordano Bruno si presenta una dottrina dell’universo,accoglie la dottrina copernicana
considerando questa come verità metafisica gravida di conseguenze teoriche. L’affermazione piu importante
è quella dove parla dell’infinità dell’universo e di altri mondi dove il nostro pianeta perde la priorità.insieme
all’infinità,l’unità dell’essere è è un tema dominante nella filosofia di Bruno. Nel mondo si da un'unica
materia sebbene si presenti in diverse varianti,la molteplicità delle forme che plasmano la materia è
riconducibile a unità,essendo unico lo sfondo materiale dei quali essa si applicano.L’unità della forma è
dunque un unità di origine, identificabile con la materia stessa.Contro l’unità dell’universo non vale portare
come obbiezzione il continuo mutare delle cose:si tratta del mutamento di essere,non dell’essere. Dice che
dio non trascende il mondo ma è il principio che inserisce l’effetto,trascende una frase:che in ogni parte
dell’universo ci sono anima e vita, cioè dio.E’ appunto l’onnipotenza di dio a determinare l’unità
dell’universo: se la divinità è infinita anche l’universo in cui si manifesta deve essere infinito.La nozione di
un principio divino assimilabile ad un anima del mondo implica anche che non si possa parlare propriamente
di esseri inanimati,tutto vive e l’anima è forma di tutte le cose. L’onnipotenza del divino tende a trasformarsi
in un’identificazione tra dio e ogni altro esistente. Dio deve essere tutto in quanto infinita la sua potenza.
La filosofia di bruno è anche fondamento della sua morale.Se dio è tutto ed è in tutto ogni esistente deve
tendere a ritornare e a confondersi con lui. In bruno si accende un eros platonico,per illustrare il processo fa
un esempio:racconta la leggenda del cacciatore Atteone che guarda l’immagine riflessa della Dea Diana
nell’acqua e viene trasformato da cacciatore a preda e sbranato dai suoi stessi cani.La morale di bruno dice
anche che si fonda sul principio della necessità ed esclude il libero arbitrio,in verità però la libertà consiste
nell’agire come è richiesto dalla necessità umana. La religione fa da edificazione morale e sociale all’etica di
bruno che racconta il popolo come rozzo e riottoso. Quindi la morale di bruno ha un carattere aristotelico
poiche comporta una consapevolezza della natura,ma lui non vuole che la sua filosofia sia per pochi ma che
sia un’etica mondana che esalta l’operare dell’uomo e condanna l’ozio,l’accidia e il torpore.

CARTESIO

Rene Descartes, cioè Cartesio è nato nel 1595 a La Haye nella Turenna, frequentò il collegio dei gesuiti di la
fleche dove li venne insegnata un educazione prevalentemente umastico.In seguito studiò diritto
all’universita di Poitiers.Lo colpivano molto i pensieri dei filosofi e l’impossibilità di trovare un fondamento
oggettivamente unitario delle diverse scienze. Nel 1618 si arruolò nell’esercito di Maurizio Nassau,iniziò a
viaggiare per l’europa prima come soldato poi come privato.Approfittò dei suoi soggiorni per ricercare nel
gran libro del mondo gli autori studiati.Il risultato di questo ripiegamento è la stesura di un’opera : “il mondo
o trattato della luce”,la condanna di galileo gli fece avanzare cauto,infatti pubblicò solo spezzoni dell’opera
facendogli precedere da un discorso. Il discorso contiene l’esposizione del credo filosofico di Cartesio che
era gia stato anticipato da altri scritti a carattere metodologico. Nelle “regulae ad directionem ingenii” spiega
21 regole a cui deve attenersi la ricerca filosofica.”la ricerca della verità” opera non terminata,indicava nella
ragione naturale il solo strumento necessario della conoscenza umana che deve essere attinta senza valersi
dell’aiuto della religione e della filosofia. Molti temi trattati nel discorso vengono ripresi in una forma più
analitica nelle “meditazioni metafisiche”,all’inizio redatte in latino e poi tradotte in francese. Il pensiero di
cartesio trova un esposizione sistematica nei “principi di filosofia” che non toccano la trattazione della realtà
umana. La lacuna poi viene colmata dalla sua ultima opera “le passioni dell’anima”, trattato di etica che parte
dall’analisi della natura del corpo umano e delle sue funzioni, conteporaneamente costruisce un compendio
di fisiologia umana

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