Le grandi tematiche romantiche della natura e del sublime trovano uno dei loro punti più alti di espressione nel Viandante sul mare di nebbia, un olio su tela che Friedrich realizza a Dresda fra il 1817 e il 1818. Il dipinto rappresenta un uomo di spalle che, in piedi sopra uno spuntone roccioso, guarda solitario lo straordinario spettacolo di un paesaggio alpino all’alba, con le cime dei monti che iniziano a emergere fra le nebbie. La scena, di fortissimo impatto emotivo, si compone di un primo piano in violento controluce (l’uomo e le rocce) che si staglia contro un luminosissimo sfondo montuoso, esteso a giro d’orizzonte. La sensazione che l’artista vuole trasmetterci è quella dell’infinita grandezza della natura, al cui cospetto l’uomo altro non è che un temporaneo viandante, come il titolo stesso ci ricorda. La contrapposizione cruda delle luci, così come il tenue e dolcissimo svaporarsi degli azzurri fra il cielo appena velato e le vette scoscese dei monti lontani, contribuisce a quel senso di stupore ammirato e di grandiosità sospesa che meglio esprime la poetica del sublime. Del resto, come ricordava romanticamente lo stesso Friedrich, «l’unica vera fonte dell’arte è il nostro cuore, un linguaggio puro come la mente di un bambino. Un’opera che non scaturisca da questa origine non può essere che artificiosa».