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Per Agostino una cosa è la possibilità di pervenire ad alcune verità (ogni essere razionale ha queste
capacità), un’altra è la capacità di riconoscere in Dio il fondamento di queste nozioni, ed è solo tale capacità
a essere riservata al credente e a distinguerlo dagli altri uomini.
Riprende la dottrina platonica della gerarchia dell’essere e afferma che tutte le cose possiedono l’essere in
misura diversa, in un crescendo che va dalla materia inorganica a Dio, passando attraverso vegetali,
animali, uomini e angeli.
L’essere (DIO) è di per sé bene, e dunque tutto il creato è in qualche misura buono, sebbene lo sia in
maniera proporzionale al grado d’essere che possiede: in questo senso Dio è l’essere sommo, immutabile
e buono.
Agostino in antitesi alla filosofa antica afferma che Dio ha creato il mondo dal nulla.
Agostino analizza le tre tesi sull’origine del mondo elaborate dalla filosofia: 1. dualismo, 2. emanazionismo,
3. creazionismo.
1. Il dualismo platonico va scartato perché implica un dio artigiano e una materia esterna ad esso
preesistente, che limiterebbe la potenza di dio.
2. Secondo l’emanazionismo Il mondo potrebbe essere un’emanazione di Dio, ma allora in questo caso si
arriverebbe al Panteismo: quindi il mondo sarebbe esso stesso divino, perché identico a Dio.
3. Creazionismo. Dio allora ha creato il mondo dal nulla e l’ha fatto attraverso la parola. Parola intesa
come logos, ovvero il figlio di dio che è coeterno a dio. Il figlio ha in se le idee cioè le forme immutabili
delle cose, e in somiglianza ad esse tutte le cose vengono create. Queste forme sono l’eterna e
immutabile ragione attraverso la quale dio ha creato il mondo. Idee platoniche cessano di essere
entità esistenti di per sé e diventano i pensieri eterni di dio. Iperuranio=mente di dio o logos. Le idee
divine determinano la divisione e l’ordinamento delle cose.
Le idee divine sono avvicinate da Agostino alle ragioni seminali degli Stoici. L’ordine del mondo è garantito
appunto dalle ragioni seminali che determinano la divisione e l’ordine delle cose singole.
Il tempo e l’eternità
Il problema del tempo si presenta anche ad Agostino: «Che cosa faceva Dio prima di creare il cielo e la
terra?». Per Agostino Dio è l’autore non solo di ciò che esiste nel tempo, ma anche del tempo stesso.
Prima della creazione non c’era tempo: non c’era un «prima» e non ha senso domandarsi cosa Dio
facesse allora. L’eternità è al di sopra di ogni tempo; in Dio nulla è passato e nulla è futuro perché il suo
essere è immutabile e, quindi, un presente eterno in cui nulla trapassa.
Origene sosteneva che se il mondo è sempre esistito perché non è concepibile un tempo anteriore
all’esistenza del mondo, ciò non vuol dire che il tempo sia eterno come Dio o coeterno. Il mondo ci fu
sempre perché sempre ci fu chi lo creò, la causa creatrice non è anteriore al tempo, ma superiore ad esso.
Per Agostino questa tesi è contraddittoria il tempo non può essere coeterno con Dio perché non sarebbe
tempo. Il tempo per quanto infinito nel passato e nel futuro , implica il mutamento che è estraneo
all’immutabilità di Dio, che è assenza di tempo o eternità.
Bisogna saper distinguere tra eternità, che è realtà permanente, cioè eterno presente senza passato
e senza futuro e “tempo” che implica il mutamento
Ma che cos’è il tempo? Non è una realtà permanente in quanto è costituito da il passato, che non è più, dal
futuro che non è ancora; e da un presente che passa continuamente dal futuro al passato, perché se fosse
sempre presente, non sarebbe tempo, ma eternità. Nonostante il tempo sia così sfuggevole, si riesce a
misurarlo e a parlarne. Questa misura avviene nell’anima, perché non si può misurare il passato che non
è più, o il futuro che non è ancora; ma noi abbiamo memoria del passato e siamo in attesa del futuro.
Il futuro non c'è, ma nell’anima c’è l’attesa delle cose future; il passato non c’è più, ma nell’anima c’è la
memoria delle cose passate. Il presente è privo di durata e in un istante trapassa, ma dura nell’anima
l’attenzione alle cose presenti.
Dio, essendo eterno, è al di fuori dal tempo. Il tempo è strettamente connesso all’anima dell’uomo.
Manicheismo: setta del III sec. a.C (principe persiano Mani) che ritiene che vi siano due principi: il bene ed il
male: il primo Dio, il secondo il Demonio. Questi due principi si combattono eternamente, anche nell’uomo
c’è questa lotta continua. Inizialmente Agostino l’approva ma poi si rende conto che è impossibile perché è
come dire che l’uomo non ha né il merito di fare bene, né la colpa di fare male. Egli non sarebbe più
responsabile di niente. Inoltre la tesi manichea va contro il concetto di incorruttibilità di Dio in quanto il male
può nuocere a lui.
Agostino allora afferma che se Dio è bene amore e provvidenza perché esiste il male, e da dove deriva?
Il male non deriva dalla materia come diceva Platone poiché la materia essendo creatura di dio è bene.
Agostino allora nega la realtà sostanziale del male e dice che esso è una forma di non essere del
bene. Tutto ciò che deriva da Dio è ESSERE e BENE e coincidono.
Il male è privazione del bene. Il male non ha una realtà metafisica sua propria. Dio quindi non crea il male
ma solo il bene di cui il male è privazione (Dio non crea il male, altrimenti creerebbe il non essere).
Nel mondo ci sono però mali fisici e morali.
I mali fisici o di natura:-o derivano dalla struttura gerarchica dell’universo -o fungono da elementi necessari
per l’armonia del cosmo, hanno la funzione di completare il bene come le ombre sono indispensabili per
dare risalto alle luci di un quadro.
→ I mali fisici (malattie, sofferenze, morte ecc.. ) non esistono perché e solo un momento di una totalità che
è bene. I mali fisici sono la punizione per il peccato originale. E quindi hanno una funzione
complessivamente positiva.
→ Il male morale risiede nel peccato che è una rinuncia a Dio e si volge a ciò che è inferiore.
In conclusione per Agostino o il male non esiste perché fa parte di un ordine cosmico che
globalmente è un bene, oppure è dovuto all’uomo (è il Libero Arbitrio dell’uomo = scelta libera
dell’uomo), questo viene definito assoluto ottimismo teologico.
1. la lotta tra vita secondo la carne e secondo lo spirito domina anche la storia nella quale c’è
una lotta tra due città o regni corrispondenti: CITTÀ TERRENA O CITTA’ DEL DIAVOLI (CITTA
DEGLI EMPI) E CITTÀ CELESTE O DI DIO (CITTA’ DEI GIUSTI).
La vita dell'uomo è dominata dall'alternativa di vivere secondo la carne o secondo lo spirito.
La storia dell’umanità è la storia della lotta tra due città: quella terrena e la città celeste. Le due città
sono contrapposte ma anche congiunte e lo saranno sempre. Nessun periodo storico è dominato
esclusivamente dall’una o dall’altra. Roma per esempio è stata il trionfo delle forze del male ma è
stata anche il mezzo di cui si è servita la provvidenza per diffondere il cristianesimo.
Solo interrogando se stessi si potrà capire a quale città si appartiene.
2. Agostino poi distingue sei epoche della storia (che vanno da Adamo alla fine del mondo )
comprese in 3 periodi, secondo i gradi del progresso spirituale.
→ Nel primo periodo gli uomini vivono senza leggi e non lottano ancora contro i beni mondani;
→ Nel secondo vivono sotto la legge e perciò combattono contro i beni materiali, ma ne sono vinti.
→ Il terzo periodo è invece il tempo della grazia, in cui gli uomini combattono e vincono le tentazioni
del mondo.
3. In quest'opera egli afferma che Roma è la babilonia d’occidente, alle sue origini c’è un fratricidio,
quello di Romolo che riproduce quello di Caino, dal quale è nata la città terrena.
4. All’idea secondo la quale le sventure di Roma sono state causate dall’abbandono del
paganesimo, Agostino risponde che i mali fisici e morali esistevano già quando il paganesimo era in
fiore a Roma e il Cristianesimo non esisteva ancora.
5. Infine, per quanto concerne la costruzione dell’Impero, il filosofo afferma che essa non deriva dal
volere delle false divinità della mitologia, ma dai disegni superiori della Provvidenza.
6. Nella città di Dio agostino analizza anche la filosofia pagana e riscontra che Platone ha
riconosciuto la spiritualità e l’unità del divino ma non ha glorificato e adorato dio come tale, anzi ha
ammesso il politeismo.
7. Agostino ammette anche che i neoplatonici avevano indubbiamente intravisto il fine dell’uomo e la
sua patria celeste ma non avevano capito la strada che porta a essa, che i cristiani vedono
appunto in cristo.
Ad ognuno è dato di vivere e morire una sola volta. Il cristianesimo ha una concezione lineare del tempo a
differenza della concezione pagana che era caratterizzata dal movimento ciclico dell’eterno ritorno
dell’identico.
Per i filosofi pagani, il mondo non aveva avuto un principio (il concetto di creazione dal niente tipico del
cristianesimo non era presente nel mondo classico) e non avrebbe avuto una fine ma si sarebbe verificato
l’eterno ritorno ciclico del tempo e degli avvenimenti. Questa teoria dell’eterno ritorno dell’identico dava
la certezza della stabilità del cosmo e dell’esistenza di un ordine immutabile.
Per Agostino la teoria ciclica dell’universo è priva di speranza perché la speranza è legata necessariamente
al futuro e non vi può essere un vero futuro se i tempi passati e futuri sono concepiti come il ritorno
dell’identico senza né un principio né una fine: l’infinita ripetizione dell’identico era priva di speranza.
Per Agostino come per ogni cristiano una novità irripetibile aveva cambiato il corso della storia: la nascita e
la risurrezione di Gesù, evento unico ed irripetibile che aveva modificato il destino dell’intera
umanità.
Inoltre Agostino attaccava duramente la concezione pagana dell’esistenza del fato e la sostituiva ad essa
l’idea della Provvidenza mediante la quale il dio cristiano totalmente superiore rispetto all’universo guidava il
corso degli eventi. L’unico senso ultimo che possiede la storia è quello di essere il luogo dove avviene
la lotta tra la “civitas Dei” e la “civitas terrena”.
L’intera concezione della storia agostiniana ha come principale scopo di dimostrare la presenza di Dio nella
storia e di evidenziare che tutti gli avvenimenti storici sono interamente subordinati alla volontà di Dio, che
agisce tramite la Provvidenza Divina, la quale prevede e oltrepassa le intenzioni degli uomini. La storia è
quindi la storia della salvezza che dall’Eden alla caduta alla redenzione.