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PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA

FACOLTÀ DI FILOSOFIA
PONTIFICIA
ANNO AUNIVERSITÀ GREGORIANA
CCADEMICO 2008-2009
FACOLTÀ
CICLODI- FILOSOFIA
I
ANNO ACCADEMICO 2008-2009
CICLO - I

L’interiorità agostiniana nel De vera religione


FE1A00 – ELABORATO FINALE
L’interiorità agostiniana nel De vera religione
FE1A00 – ELABORATO FINALE

Prof
Prof .ssa:
.ssa: Rosanna
Rosanna Finamore
Finamore Studente:
Studente: Altieris
Altieris Bortoli
Bortoli 158019
158019
Introduzione

La bellezza, ricchezza e profondità della filosofia dell’interiorità di


Agostino, la quale è andata molto oltre al suo proprio tempo ed è arrivata ai
nostri giorni. Tutto consiste nella capacità che ha l’uomo di poter sottrarsi
al mero flusso del mondo ed entrare in se stesso. Entrando in sé si conosce
come un io che è esso responsabile per i suoi atti, per sé e non un’altro. Ma
la cosa più stupefacente è che nell’interiorità si trova il criterio di verità e la
Verità stessa che il soggetto inquietamente ricerca. È impressionante come
Sant’Agostino sviluppa il concetto d’interiorità perché mantiene la
soggettività del soggetto senza cadere in un soggettivismo, mantiene
l’oggettività della verità senza cadere in un fondamentalismo e per ultimo
mantiene la trascendenza della verità stessa cui l’uomo non riesce a
possederla pienamente o dire che esso è la verità, ma ne è illuminato;
nell’interiorità l’uomo sa di partecipare alla luminosità, all’eternità,
all’infinità e all’immutabilità della Verità. Pertanto nel cammino interiore
l’uomo trova una apertura alla Trascendenza; deve andare verso la Verità
che abita il suo interiore e lo trascende. In questo consiste la dignità del
soggetto per cui non può chiudersi alla Trascendenza facendosi padrone di
una verità che non gli appartiene. Nel cammino verso l’interiore Agostino
non rifiuta il mondo esteriore ma va verso l’interno per meglio vedere
l’esterno. Ora l’interiorità rivela la dignità dell’uomo perché conoscendo se
stessa, la centralità della persona, conosce la Verità e il mondo alla luce di
questa Verità.

2
Capitolo Primo
Agostino e l’interiorità

Aurelio Agostino o Agostino d’Ippona, detto santo e vescovo dai


cristiani nacque nel 354 d. C a Tagaste nell’Africa settentrionale. Uomo di
acuta intelligenza, nobile retorico, filosofo e teologo. Agostino sviluppò
tantissime dottrine filosofiche e teologiche che spesso s’intrecciano. Una
sostiene l’altra. Tra queste dottrine una merita una particolare attenzione e
approfondimento vale a dirla: l’interiorità, una perla agostiniana che
rimarrà nella storia per la sua profondità e ricchezza contenutistica. La
sistematizzazione dell’interiorità, avviene tra il 389 e il 390 quando
Agostino scrisse il De vera religione – il cristianesimo – adempimento di
una promessa fatta nel 386 a un amico chiamato Romaniano. Ecco il
principio: «non uscire fuori di te, ritorna in te stesso: la verità abita
nell’uomo interiore e, se troverai che la tua natura è mutevole, trascendi
anche te stesso»1. Di un primo acchito è da domandarsi per quali
motivazioni o che cosa ha fatto sì che Agostino sviluppasse questo
principio d’interiorità; principio perché sarà un caposaldo delle sue dottrine
ed anche di quelle successive e che era già stata intravvista prima

1.1 L’esperienza personale

Innanzitutto la bellezza dell’interiorità agostiniana è dovuta alla


propria esperienza di Agostino che senza dubbio era un uomo d’interiorità
anzi, un maestro. «Il fine di questo insegnamento era di insegnare a quelli
che vivevano con lui ad abitare dolcemente con se stessi, e d’edificarsi

1
AGOSTINO, La Vera Religione, Città Nuova, Roma 1992, 125.

3
nella tranquillità, coltivando l’interiorità, metodo pedagogico…»2. Il
vescovo d’Ippona fu esempio e maestro d’interiorità perché riuscì a
penetrare nella concretezza della realtà umana pertanto è degno del nome
«il metafisico dell’interiorità e il maestro e dottore insuperabile del
realismo psicologico»3. Come non chiamare uomo d’interiorità quello che
dice: «sono diventato per me sotto i tuoi occhi un problema» 4. Questa è la
più evidente prova di un soggetto che s’interroga nel suo interiore. Un
soggetto che si vuole conoscere e in questo atto d’interiorizzazione scopre
che conoscere se stesso implica la conoscenza di Dio la quale è la massima
e più degna conoscenza che può avere un uomo. Infatti dice Agostino
«desidero avere la scienza di Dio e dell’anima» 5. Tantissime sarebbero
ancora, in verità, le citazioni che riguardano l’interiorizzazione per il fatto
che esso diviene fondamentale nelle dottrine agostiniane. Affinché meglio
intenda il lettore, definiamo brevemente cosa sia l’interiorità.

1.2 Il concetto d’interiorità

“Interiorità” è un sostantivo che proviene dall’avverbio latino intus


che vuole dire dentro e poi l’aggettivo interior, ior, ius che significa
appunto interiore, interno. Essa può essere definita come «tutto ciò che si
riferisce alla vita dello spirito o della coscienza avvertita come auto-
appartenenza riflessiva, in contrapposizione alla natura dei corpi e delle
cose, percepiti nella loro dimensione esteriore»6. In essa si scopre la
centralità della persona e la rende capace di dire io responsabile delle sue
scelte e delle sue azioni. In Agostino la definizione non è molto diversa ma
2
R. PICCOLOMINI, Il Maestro. In Agostino, 2001, 18.
3
AAvv, Interiorità e intenzionalità in S. Agostino, Dall’Interiorità dell’Anima, a
cura di J Oroz Reta, Studia Patristicum Augustinianum, Roma 1990, 86.
4
AGOSTINO, Le Confessioni, Città Nuova, Roma, 1995, 258.
5
AGOSTINO, Dialoghi; Soliloqui, Città Nuova, vol. III, 1970, 393.
6
G. ROVEA, L. ALICE, «interiorità», in Enciclopedia Filosofica, Bompiani,
Milano 2006, 5757-5759.
4
va oltre alla sola vita dello spirito come autocoscienza. Il processo
dell’introspezione o migliore interiorizzazione trascende anche il soggetto
autocosciente e ora si può dire che «lo spazio interiore agostiniano è
pertanto più di un mondo interiore privato; è il contesto in cui l’anima trova
la verità intelligibile e, soprattutto, quell’unica Verità eterna che è Dio» 7. In
conclusione questo processo è essenziale alla realizzazione della persona
aperta alla realtà esteriore e alla realtà Trascendente.

1.2 L’influsso storico sul concetto agostiniano d’interiorità

Storicamente parlando non possiamo negare che già prima di


Agostino si trovino tentativi e briciole di riflessioni sulla possibilità umana
d’interiorità nei filosofi dell’antica Grecia. Tra questi il primo fu Socrate
con la sua famosa espressione conosci te stesso in vista della virtù, poiché
il conoscere socratico è piuttosto etico. Poi abbiamo gli stoici (Epiteto,
Marco Aurelio) e Plotino che affermavano l’anima consapevole della sua
spiritualità (spirito) ovvero la sua diversità riguardo alla materia e il logos o
il nous. Ma la filosofia greca non ha resa piena ragione di questo principio
d’interiorità la quale troverà la sua piena fioritura nell’Ipponate. È
inevitabile che la più grande influenza sulla dottrina agostiniana sia stata il
cristianesimo che rivela un Dio che è amore e vuole l’uomo in comunione
con Lui. Dio nel suo Figlio è Verbo che illumina l’interiorità dell’uomo.
Pertanto è la rivelazione di Dio, il Verbo che permette Agostino di trovare
nella sua interiorità qualcosa di più intimo della sua stessa intimità.
L’inesauribile ricchezza della dottrina dell’interiorità avrà grande successo
nella modernità e addirittura ancora nei nostri giorni. Dice infatti Bogliolo
a riguardo «S. Agostino non costituisce un punto di partenza ma un punto
di arrivo finora non ancora raggiunto dalla filosofia contemporanea.
7
A. FITZGERALD, Agostino, Dizionario Enciclopedico, a cura di Luigi Alici e
Antonio Pieretti, Città Nuova, Roma 2007, 844.
5
Consciamente o inconsciamente la filosofia moderna ha camminato e
cammina verso S. Agostino»8. Purtroppo non possiamo qui approfondire
questo tema dovuto alla brevità di questo lavoro pertanto passiamo ora alla
sistematizzazione della dottrina; l’argomento centrale e decisivo.

Capitolo Secondo
Sistematizzazione Trinaria dell’Interiorità

In questo capitolo vediamo chiaramente la formulazione di questo


principio agostiniano d’introversione «non uscire fuori di te, ritorna in te
stesso: la verità abita nell’uomo interiore e, se troverai che la tua natura è
mutevole, trascendi anche te stesso»9. Un cammino con tre tappe le quali
sono avversione al mondo esterno, introversione o interiorità e
sopraversione. Cammino dall’esteriore all’interiore e dall’interiore al
superiore che porta alla vera conoscenza dell’uomo e della verità. Infatti
dice Oroz Reta: «questo principio manifesta il desiderio nel più profondo;
trascendendo tutto l’ordine mutabile fuori e dentro se stessa, la mente può

8
AAvv, S. Agostino e le Grandi Correnti della Filosofia Contemporanea, a cura
di Luigi Bogliolo, Edizioni Agostiniane, Roma 1954, 322.
9
AGOSTINO, La Vera Religione, Città Nuova, Roma 1992, 125.
6
percepire l’esistenza di questa verità immutabile…» 10. L’interiorità allora è
costitutiva dell’uomo il quale dunque deve addentrarsi sempre di più nel
proprio essere e ivi trovare la sua vera dignità. In questo cammino ritroso
che «l’uomo deve ripercorrere dalla dispersione all’unità di Dio “…” dalla
corruzione all’essere, dalle tenebre alla luce, dalla materia allo spirito…» 11.
Analizziamo quella prima esortazione che ci avverte di non uscire fuori.

2.1 Non uscire fuori di te

Prima di tutto bisogna chiarire che con questa esortazione non a nulla
a che fare con una sorta di pessimismo o avversione alla realtà esterna che
Agostino potrebbe aver ereditato dalle dottrine platoniche. Non è per paura
alla materia poiché essa è creata da Dio e quindi buona in sé. Ma l’intento
agostiniano è «richiamo a non anteporla al valore più alto
dell’interiorità»12. Un richiamo all’uomo di non disperdersi e alienarsi nel
mondo rendendosi inferiore, ma di rendersi superiore a queste cose perché
si conosce. Il mondo non si conosce ma l’uomo conosce il mondo e sé
stesso per questo l’uomo non deve essere mondo ma uomo che lo conosce e
sa di conoscerlo; uomo che conosce sé stesso. Possiamo dire che la prima
esortazione agostiniana è la preoccupazione che l’uomo non diventi
esteriore. L’uomo chiamato nell’interiorità dalla Verità deve cercarla in atto
di abbandono del mondo e addirittura di se stesso.

10
AAvv, Interiorità e intenzionalità in S. Agostino, Dall’Interiorità dell’Anima, a
cura di J Oroz Reta, Studia Patristicum Augustinianum, Roma 1990, 91.
11
G. FERLISI, L’Inquieta Avventura Agostiniana in Cerca di Dio, Agostiniani
Scalzi, Roma 1979, 79.
12
G. FERLISI, Solo Davanti a Te, Ancora, Milano 2006, 131.
7
2.1.1 L’uomo esteriore, cosmo e ostacoli di un cammino ritroso

L’uomo esteriore è quello disperso nel mondo senza coscienza si sé


«è quella realtà dell’uomo di cui l’io non è responsabile “…” è il risultato
di una influenza esterna»13. L’uomo esteriore e la pietra per tanti casi sono
allora uguali. Ma quest’uomo è chiamato a liberarsi dall’esteriorità a partir
dall’interiorità che è un suo progetto, d’essere interiore. Senza dubbio
Agostino valorizza di più la conoscenza di sé che del cosmo «reputa meno
necessario lo studio dell’universo cosmico che lo studio dell’universo
umano»14 poiché ciò che è più perfetto contiene ciò che è meno perfetto.
Pertanto l’interiorità è superiore all’esteriorità e il problema dell’esteriorità
si risolve senza confondersi nell’interiorità che è «pienezza di essere e di
vita rispetto all’esteriorità cosmica; tutta la ricchezza dell’esteriorità è
presente nell’interiorità»15. Ora ci è evidente che uno degli ostacoli
all’interiorità è la dispersione come abbiamo già visto e un altr’ostacolo
per il vescovo può esser sé stessi nel senso che l’io prendendo coscienza di
sé stesso diviene fondamento assoluto di tutto. L’io assoluto è in verità
chiuso in sé in una sorta di psichismo o individualismo. Per Agostino
l’interiorità, anche sé l’io viene come centro della persona umana, è fondata
e finalizzata alla Trascendenza. Nell’interiorità l’uomo trova la sua dignità,
la verità che è Dio stesso. L’uomo non è la verità ma ne partecipa.

13
AAvv, La Ricerca di Dio, La via della Interiorità, a cura di P. Steban Ramírez
Ruiz,Pubblicazioni Agostiniane, Roma 1981,15.
14
AAvv, S. Agostino e le Grandi Correnti della Filosofia Contemporanea, a
cura di Luigi Bogliolo, Edizioni Agostiniane, Roma 1954, 320.
15
IDEM, 323.
8
2.1.2 Materialismo e inquietudine

Dalle precedenti considerazioni vediamo che Agostino ripropone una


concezione umana oltre al materialismo che in quel tempo era molte
presente soprattutto nelle teorie manichee; «il nostro santo aveva bisogno
di applicare un nuovo metodo per vincere la gnoseologia materialistica del
manicheismo, che non concepiva altra cosa che esseri corporali»16. La
propria interiorità fa sì che l’uomo vada oltre la materia, oltre a sé stesso
poiché l’uomo non è stato fatto dalle cose o da sé stesso ma dalla Verità.
Allora l’uomo è per la verità, tende naturalmente alla Verità per la Verità ed
è qui che si trova l’inquietudine umana. Essendo fatta per la Verità essa è
inquieta come dice Agostino mentre non trova la sua pienezza nella Verità
stessa. L’inquietudine umana, partendo da una disperata ricerca di senso,
prende senso passando per l’interiorità e riposando nella Verità, fine e
sollievo della stessa ricerca.

2.2 Ritorna in te stesso

Stiamo al nodo centrale, la seconda tappa della dottrina


dell’interiorità: qui sta l’uomo interiore che come abbiamo detto non è il
fondamento ma dove esso «cogli il valore della realtà sia esterna che
interna e trascendente»17. È qui la possibilità di senso, di riflessione, di ciò
che è inferiore a sé, di ciò che è sé e di ciò che è superiore a sé. Senza di

16
AAvv, Interiorità e intenzionalità in S. Agostino, Dall’Interiorità dell’Anima, a
cura di J Oroz Reta, Studia Patristicum Augustinianum, Roma 1990, 87.
17
G. FERLISI, Solo Davanti a Te, Ancora, Milano 2006, 131.

9
questa seconda non possibile né la prima né la terza e ultima tappa la quale
tutto conosce e sa perché è la Verità stessa; ma la prima non può conoscere
la terza perché non ha un interiore, ma soltanto la può manifestare, per
questo «L’interiorità è principio ermeneutico dell’interpretazione di ogni
realtà»18. Ciò che per noi viene per primo non in senso ontologico ma
riflessivo. La terza viene per primo in senso ontologico e la prima in senso
percettivo sensoriale. Per ora conviene approfondire questo nodo centrale
dell’uomo interiore o l’io.

2.2.1 L’uomo interiore: “io” che riflette su se stesso

L’interiorità rende capace l’uomo di dire di conoscersi ovvero di


dire “io” e questo è possibile, come dice Giacon, grazie alla mente che «ha
il potere e la capacità di riflettere su di sé, di tornare e redire su se stessa» 19.
Questo potere o capacità della mente di conoscersi è nosse (saper di sapere)
che Giacon nei suoi studi agostiniani distingue dal cogitare il quale è il
pensiero che pensa l’oggetto «l’io non è percepito come oggetto, ma come
attività pensante; nell’auto coscienza avviene che l’io è pensato come
oggetto pensato, e insieme percepito come oggetto pensante»20. La
possibilità di errore è soltanto nella mente in quanto pensa l’oggetto e mai
in quanto pensa sé stessa. Ma la cosa che vogliamo rilevare qui è la
centralità di questo io che «si incontra con sé stesso, ci pone alla tutte le
nostre certezze e ci permette di percepire il significato ultimo di ogni
esperienza»21 tra cui l’esperienza della nostra libertà come dice P. Steban

18
AAvv, La Ricerca di Dio, Cristo Maestro, a cura di P. Gino Ciolini,
Pubblicazioni Agostiniane, Roma 1981, 31.
19
C. GIACON, Interiorità e Metafisica, Zanichelli, Bologna 1964, 103.
20
IDEM, 110.
21
AAvv, La Ricerca di Dio, La via della Interiorità, a cura di P. Steban Ramírez
Ruiz, Pubblicazioni Agostiniane, Roma 1981,15.
10
Ruiz commentando a proposito Agostino: «la realtà profonda del libero
arbitrio è l’interiorità, cioè, far prendere dall’io la propria decisione in
modo tale che si debba attribuire totalmente all’io»22. Ora vediamo cosa
accade, che passaggio può fare l’uomo che si conosce davanti a sé e al
mondo, cioè la sua apertura oltre il mondo, dal finito all’infinito.

2.2.2 Dalla mutabilità all’immutabilità, dal finito all’infinito, dal


temporale all’eterno

La resa possibile dell’io si è data grazie alla verità stessa che invita
l’uomo ad interiorizzasi e passare dal mero flusso mutabile delle cose
all’immutabilità «invito che viene fatta all’io perché trascenda la propria
mutabilità, che si rinnova nella linea dell’immutabilità.» 23. Allo stesso
modo lui passa dal finito all’infinito cui è aperto costitutivamente e soltanto
esso può colmarlo. Importante ricordare che la finitezza non deve essere
vista negativamente poiché «la ricchezza dell’interiorità umanistica di S.
Agostino, non è disgiunta da un profondo senso della finitezza»24 la quale
«da un lato cela e nasconde l’Infinito, ma dall’altro lo rivela» 25. Perché il
finito è sostenuto dall’Infinito che è nell’interiore dell’uomo finito e
l’uomo sa che soltanto l’Infinito lo può salvare dal nulla e dalla
disperazione. Allo stesso modo dal tempo all’eterno anche perché «non
possiamo pensare l’eternità senza tempo»26. Così Agostino non vuole
22
IDEM, 17.
23
IDEM, 20.
24
AAvv, S. Agostino e le Grandi Correnti della Filosofia Contemporanea, a cura
di Luigi Bogliolo, Edizioni Agostiniane, Roma 1954, 324.
25
IBIDEM.
26
G. REALE – C. SINI, Agostino e la Scrittura dell’interiorità. Edizioni San
Paolo, Torino 2006, 38.

11
negare il tempo ma che «l’uomo e la storia sono misurati dal punto di vista
dell’eternità “…” non si tratta di negare il tempo nell’eternità o l’eternità
nel tempo»27. Quello che vuol dire l’Ipponate è che l’interiorità dell’uomo
ha già il sapore dell’eternità. È lì che il tempo parla con l’Eternità.

2.2.3 La verità è nell’interiore

Che la verità sia nell’interiorità è la ragione per cui possiamo dire


che in Agostino non c’è o anzi è un attacco contro ogni sorta di relativismo,
scetticismo e soggettivismo. La verità non è relativa a mo’ di ciascuno
poiché essa è Una e trascende il soggetto stesso che la degusta nel suo
interiore. A parte il fatto che L’Ipponate combattete veemente gli
Accademici è ben noto che il titolo dice che c’è una verità, ovvero la Verità
che sta al cuore dell’uomo che la può conoscere in un atto d’interiorità, ma
ciò non significa affatto che Agostino avessi formulato una sorta
d’intimismo, interiorismo o soggettivismo se vogliamo dire così. È vero
che c’è e deve esserci un legame tra Verità e interiorità come dice Teresa
Antonelli «la veritas agostiniana si coniuga all’interiorità, essa è sempre
normante ed assoluta in quanto interiore»28. Ma questa verità, come si è
detto, trascende il soggetto e non è frutto del soggetto. l’interiorità deve
arrivare alla verticalità della verità, alla sua apertura a questa verità che non
è il soggetto ma fa sì che soggetto sia in essa. Pertanto può Agostino essere
accusato di relativismo, scetticismo o interiorismo soggettivistico? No.

27
Il Principio della Metafisica di S. Agostino e Tentativi metafisici del Pensiero
Moderno, in AAvv, S. Agostino e le Grandi Correnti della Filosofia Contemporanea, a
cura di Michele Frederico Sciacca, Roma 1954, 24.
28
IDEM, Concretismo Prammatico e Integralismo Agostiniano della Verità, a cura
di Maria Teresa Antonelli, 298.
12
Perché la verità per il santo è fondamento metafisico ontologico. È al di là
del soggetto e al di dentro di esso che può deliziarsi della sua Infinità,
Immutabilità, Eternità e Assolutezza.

2.3 Trascendi te stesso

Siamo alla terza tappa la quale comprova e promuove il capitolo


precedente, cioè che la verità abita nel cuore dell’uomo ma lo trascende per
cui motivo il vescovo ci invita a trascenderci noi stessi per arrivare ad essa.

2.3.1 Trascendenza

Siamo alla terza tappa nella quale arriviamo all’apice dell’interiorità


in cui viene confermato che la vera interiorità porta alla trascendenza ivi
tutto prende il vero senso, ivi l’uomo trova la sua pienezza; nella
trascendenza è il fondamento di tutto, ivi è la Verità, ivi è Dio. Dice Padre
Ferlisi «nell’interiorità e per l’interiorità si dovrà operare il riordinamento,
l’equilibrio fra l’uomo esteriore, l’uomo interiore e l’uomo trascendente
che sa trovare nel punto massimo della sua interiorità il varco alla
trascendenza, all’Essere da cui riceve l’essere»29. La vera interiorità non
porta all’immanentismo o all’interiorismo e se vogliamo al soggettivismo,
ma alla trascendenza in cui l’uomo trova Dio ovvero la Verità. Siamo
naturalmente attratti dalla Verità e inquietamente la ricerchiamo.

29
G. FERLISI, L’Inquieta Avventura Agostiniana in Cerca di Dio, Agostiniani
Scalzi, Roma 1979, 79.
13
2.3.2 Dio, la bivalenza dell’interiorità e l’errore

Abbiamo visto il nodo centrale dell’interiorità e la sua pienezza nella


trascendenza, suo più degno fine. Pertanto l’interiorità sfocia in Dio. Così
dovrebbe essere ma l’interiorità può essere bivalente perché «può essere
l’inizio del perfezionamento dell’uomo, ma può essere anche l’inizio della
sua rovina, se si rifiuta di aprirsi alla luce che viene dall’alto» 30.
Nell’interiorità l’uomo può dire sì o no alla trascendenza. Ecco gli aspetti
negativi e positivi dell’interiore dell’uomo. Ora è evidente che l’errore più
grande è quello di chiudersi alla trascendenza che appunto, porta
all’interiorismo o peggio alla dispersione dell’uomo nell’esteriorità.

30
IDEM, 78.
14
Capitolo Terzo

Filosofia e Interiorità

Agostino, possiamo dire per antonomasia, è il padre della filosofia


dell’interiorità. Se la verità abita nell’intimo dell’uomo, il filosofo deve
conoscere se stesso e Dio che è la Verità. Quindi la filosofia agostiniana è
nello stesso tempo antropologia e filosofia perché l’uomo che si conosce,
conosce Dio e se vuole conoscere Dio deve conoscere sé stesso. Il
problema di Dio e il problema dell’uomo convergono.

3.1 Dalla filosofia dell’interiorità alla metafisica agostiniana

Lo scetticismo e il relativismo, come si è visto, sono stati dissipati


da Agostino per il fatto che la mente sa di conoscere e che nel più profondo

15
dell’uomo sta la Verità «nell’interiorità della coscienza si ha la fondazione
della verità»31. Ora Giacon commentando l’Ipponate afferma che la mente è
destinata a cogliere l’Essere e da esso è guidata a conoscere tutto ciò che è,
«Agostino si riferirà sempre alla luce incommutabile dell’essere, a una
verità eterna che brilla alla mente, nella quale e per la quale si conosce tutto
ciò che è vero»32. Se la mente può cogliere sé stessa e l’essere ecco che
allora essa è «aperta alla verità oggettiva: qui si ha il fondamento della
verità, il fondamento della metafisica» 33. Nella sua profondità l’uomo viene
rapito dalla verità, dal fondamento e contemplando al desidera sempre di
più. Perciò il filosofo è sempre in ricerca nella sua interiorità di questa
verità soltanto la quale può saziarlo. L’incommensurabilità e
sproporzionalità o infinità della Verità mette l’uomo sempre in ricerca; è
una insaziabile sazietà. Ma la cosa che ci interessa di più e che
nell’interiorità stessa Agostino va a trovare il criterio di verità «l’interiorità
l’aveva condotto alla verità e alla metafisica» 34. È dunque un cammino che
va verso l’unità attraverso la conoscenza che l’anima ha di sé stessa, ovvero
l’interiorità. Un cammino verso la pienezza attraverso una sorta
d’elevazione, vale a dire «un processo d’interiorità e intenzionalità, in
quanto l’anima o la mente è capace di entrare nel mondo interiore e per
salire poi al regno delle realtà assolute e arrivare alla contemplazione
dell’essere supremo, creatore del mondo»35. Ora la propria interiorità non
rimane sospesa ma è fondata nel Supremo Essere rispettando la soggettività
del soggetto, l’oggettività della verità e la sua trascendenza. Riteniamo,
ancora una volta, con Giovanni Reale che «il concetto d’interiorità, infatti,

31
C. GIACON, Interiorità e Metafisica, Zanichelli, Bologna 1964, 119.
32
IDEM, 120.
33
IDEM, 121.
34
IDEM, 149.
35
AAvv, Interiorità e intenzionalità in S. Agostino, Dall’Interiorità dell’Anima, a
cura di J Oroz Reta, Studia Patristicum Augustinianum, Roma 1990, 101.

16
rimane generico, se non viene fondato sul suo principio “…” bisogna
rimanere agganciati a Dio per rimanere sé stesso» 36. Ecco quindi il
principio e fine dell’interiorità: Dio.

3.2 La grande svolta agostiniana

Vogliamo riportare in questa ultima parte l’esito rivoluzionario


dell’interiorità nei confronti della filosofia antica. Non possiamo dubitare
che sono stati i greci a scoprire e sviluppare diverse teorie sull’anima la
quale è stata sempre uno dei problemi centrale. Ma, come dice Giovanni
Reale «ciononostante, il pensiero greco affermava che l’uomo non è la cosa
più importante del cosmo. La più importante è il cosmo» 37. Ora Agostino,
evidentemente, capovolge la prospettiva cosmologica dei Greci con la sua
teoria dell’interiorità poiché l’uomo che vuole conoscere la verità, deve
conoscere sé stesso e Dio a partire dell’interiorità. Agostino non vuol
negare il mondo antico, ma vuol mettere in rilievo che è l’anima del mondo
antico che si confessa, manifestasi trasformandosi in anima del mondo
nuovo. L’interiorità non era negata nell’antichità ma non era messa in
gioco. La rivoluzione agostiniana sta che l’attenzione principale dell’uomo
non è per il cosmo ma per l’uomo. Vogliamo soltanto accennare il concetto
d’interiorità avrà grande esito nella filosofia successiva, la modernità, in
cui il soggetto occupa un posto centrale. Per Reale, addirittura tutta la
filosofia girerà attorno questo principio: « non uscire fuori di te, ritorna in
te stesso: la verità abita nell’uomo interiore e, se troverai che la tua natura è
36
G. REALE – C. SINI, Agostino e la Scrittura dell’interiorità. Edizioni San
Paolo, Torino 2006, 21.
37
IDEM, 23.

17
mutevole, trascendi anche te stesso»38, dice infatti Reale: «l’uomo europeo
è nato da queste parole»39. Agostino è la grande svolta del mondo antico e
fondamento della filosofia posteriore.

Conclusione

Grande è stata la sorte del concetto d’interiorità che ha lasciato e


continua a lasciare un solco nella storia del pensiero filosofico e teologico
dell’occidente. La ragione per cui l’interiorità ancora oggi ha qualcosa da
dirci è a causa della sua concretezza, della filosofia umanistica integrale di
Agostino il quale ne è il fondatore per eccellenza. Essa riesce integrare in
maniera splendida innanzitutto la soggettività in cui l’uomo è consapevole
di conoscere le cose e sé stesso; l’oggettività della verità e la sua
trascendenza. In questo tante filosofie sia antiche che contemporanee non
sono in debito con il pensiero dell’Ipponate? Quante filosofie sono andate a
finire nel panteismo naturale, nel soggettivismo, nell’idealismo, nel
fondamentalismo e non sarebbe Agostino, attraverso la sua dottrina
dell’interiorità, ad offrire una riposta a tali problemi rispettando ogni
dimensione del soggetto impegnato nel mondo, nella ricerca di sé e della
verità? Pertanto l’interiorità agostiniana non è degna d’essere approfondita
ed essere un punto di riferimento ad ogni filosofia che vuol conoscere la
38
AGOSTINO, La Vera Religione, Città Nuova, Roma 1992, 125.
39
G. REALE – C. SINI, Agostino e la Scrittura dell’interiorità, Edizioni San Paolo,
Torino 2006, 20.

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profondità dell’uomo e la verità? In un atto d’interiorità l’uomo vede e
riflette la miseria e la bellezza del mondo e del suo essere, ma non può non
rendersi conto di una Verità la quale abita nel più profondo della sua
intimità. Una volta che l’uomo è attratto dalla Verità, la ricerca e la ricerca
ancora inquietamente poiché soltanto essa può soddisfare il desiderio
umano dell’infinito. Dove deve, l’uomo, cercare l’infinito se non passando
per l’interiorità?

Bibliografia

AGOSTINO, La Vera Religione, Città Nuova, Roma 1992.

AGOSTINO, Le Confessioni, Città Nuova, Roma 1995.


AGOSTINO, La Trinità, Città Nuova, Roma, vol. IV, 1973.
AGOSTINO, Dialoghi; L’Ordine, Città Nuova, vol. III, 1970.
AGOSTINO, Dialoghi; Soliloqui, Città Nuova, vol. III, 1970.
AGOSTINO, Il Maestro Interiore, Edizioni Paoline, Milano 1987.

AAvv, La Ricerca di Dio, Pubblicazioni Agostiniane, Roma 1981.


AAvv, Interiorità e Comunità, Esperienza di Ricerca in Filosofia, Edizioni
Studium, Roma 1993.
AAvv, Interiorità e intenzionalità in S. Agostino, Studia Patristicum
Augustinianum, Roma 1990.
AAvv, S. Agostino e le Grandi Correnti della Filosofia Contemporanea,
Edizioni Agostiniane, Roma 1954.
CAVALLARI. E, Nel Cuore di Agostino, Edizioni Presenza Agostiniana,
Roma 2007.
CREMONA. C, Pensieri, Rusconi, Milano 1988.
Enciclopedia Filosofica, Bompiani, Milano 2006.
FERLISI. G, Solo Davanti a Te, Ancora, Milano 2006.
FERLISI. G, L’Inquieta Avventura Agostiniana in Cerca di Dio, Agostiniani
Scalzi, Roma 1979.
FITZGERALD. A, Agostino, Dizionario Enciclopedico, a cura di Luigi Alici e
Antonio Pieretti, Città Nuova, Roma 2007.
19
GIACON. C, Interiorità e Metafisica, Zanichelli, Bologna 1964.
GILSON. È, Introduzione allo Studio di Sant’Agostino, Marietti, Genova
1992.
MORÁN. J, El Hombre Frente a Dios, El Proceso Humano de la Ascension
a Dios Según San Agustín, Paseo de Filipinos, Valladolid 1963.
PICCOLOMINI. R, La Filosofia di S. Agostino, Edizioni Augustinus, Palermo
1991.
REALE. G – SINI. C, Agostino e la Scrittura dell’interiorità. Edizioni San
Paolo, Torino 2006.

SCANAVINO. G, Interiorità, il Cammino del Cristiano. Agostino 2001.


PICCOLOMINI. R, Il Maestro. in Agostino, 2001.
PICCOLOMINI. R, Gesù Unico Maestro. in Agostino 2001.

Sommario

Introduzione………………………………………………………………...2

Capitolo I

Agostino e l’Interiorità……………………………………………………..3

1.1 L’esperienza personale…………………………………………….…...3


1.2 Il concetto d’interorità………………………………………………….4
1.3 L’influsso storico sull’interiorità…………………………………...…..5

Capitolo II

Sistematizzazione Trinaria dell’interiorità………………………………....6

2.1 Non uscire fuori di te…………………………………………...............7


2.1.1 L’uomo esteriore, cosmo e ostacoli di un cammino ritroso…..….8
2.1.2 Materialismo e inquietudine……………………………………...9

2.2 Ritorna in te stesso……………………………………..………………9


2.2.1 L’uomo interiore: “io” che riflette su stesso……………............10
2.2.2 Dalla mutabilità all’immutabilità, dal finito all’infinito e dal
temporale all’eterno………………………………………………….. …..11
2.2.3 La verità è nell’interiore…………...……………………………12

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2.3 Trascendi te stesso……………………………………………….........13
2.3.1 Trascendenza……………………………………………………13
2.3.2 Dio, la bivalenza dell’interiorità e l’errore……………………...14

Capitolo III

Filosofia e Interiorità……………………………………………………...15

3.1 Dalla filosofia dell’interiorità alla metafisica agostiniana...………….15


3.2 La grande svolta agostiniana……...…………………………………..16

Conclusione………………………………………………………….........18

Bibliografia………………………………………………………………..19
Sommario…………………………………………………………………20

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