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BARUCH (lat.

BENEDICTUS) SPINOZA
(Amsterdam 1632 - L'Aia 1677)

Nacque da famiglia di ebrei emigrati dal Portogallo in Olanda per motivi religiosi. Ebbe la prima istruzione in
una scuola ebraica, dove si dedicò allo studio del latino, della matematica e della fisica. Si distaccò dal
giudaismo: un fanatico tentò invano di ucciderlo, e comunque fu scomunicato con l'accusa di eresia.
Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1654, rimase all'Aia. Condusse sempre vita frugale: si guadagnò da
vivere come tagliatore di pietre, non accettò la cattedra universitaria e respinse donazioni dagli amici.

Delle sue opere ricordiamo: Breve trattato su Dio, l'uomo e la sua felicità (1660); Trattato teologico-politico
pubblicato anonimo (1670); Tractatus de intellectus emendatione e Ethica more geometrico demonstrata,
che videro la luce dopo la sua morte (di tubercolosi), nel 1677.

1. DEUS SIVE NATURA

Sostanza è ciò che esiste in sé, è concepito di per sé ed è causa di se stesso, ossia la realtà la cui essenza
implica l'esistenza. Perciò la sostanza è:

a) increata: ha in se stessa la propria ragione di essere e non può ricevere la realtà da altro essere, che,
altrimenti, le sarebbe superiore

b) infinita : è senza alcun limite perché, se non fosse infinita, sarebbe determinata e dipenderebbe da altri

c) unica: se fossero due o più, esse si limiterebbero reciprocamente e, qualora fossero infinite, la somma di
due o più infiniti sarebbe maggiore di ciascun addendo

Questa sostanza increata ed infinita, proprio perché unica, è Dio e insieme l'universo (che ha bisogno solo
del concorso di Dio): Deus sive natura. Così è superata la contraddizione cartesiana tra sostanza prima
(infinita) e sostanze seconde (finite), tra Dio creatore e realtà creata.

2. NATURA NATURANTE E NATURA NATURATA

Dio è l'essere assoluto che si rivela come mondo ed il mondo è la manifestazione dell'essenza divina. Perciò
Dio e natura si identificano: diciamo Dio per indicare la fonte da cui tutto deriva, diciamo mondo per
designare la totalità degli esseri che scaturiscono da Dio:
1) natura naturante = è la sostanza intesa come Dio, cioè come potenza generatrice che perpetuamente si
esplica e si diffonde; 2) natura naturata = è la medesima sostanza intesa come mondo, ossia come realtà
in cui essa si attua e si manifesta.

Ciò comporta a) monismo (= unica realtà); b) immanentismo (= Dio è nel mondo come principio interiore);
c) panteismo (= il mondo è lo stesso Dio); d) panenteismo (= il mondo è contenuto in Dio)

3. RAPPORTO TRA DIO E MONDO

1) Dio e mondo si identificano e perciò il loro rapporto è fuori del tempo: Dio non è prima del mondo,
bensì insieme con il mondo, ed il mondo esiste non dopo Dio, ma simultaneamente a Dio;
2) Dio è anche causa immanente del mondo: Dio produce il mondo non distaccandolo da sé, ma lo
conserva in sé, identificandosi con la sua stessa produzione (analogamente al processo neoplatonico) ;
3) Dio è libertà e necessità nello stesso tempo: egli è libero perché si esplica secondo la propria natura; è
necessitato perché sottoposto alle leggi costitutive del proprio essere: determinato ma solo da se stesso .
Per quanto avviene in natura, la dottrina di Spinoza è rigorosamente deterministica: è esclusa ogni libertà,
perché tutto ha causa in Dio; e sono esclusi fini in vista dei quali le cose sarebbero prodotte. Ma c'è
ottimismo: la natura, derivando necessariamente dall'essenza di Dio, è perfetta in ogni suo aspetto.

4. ATTRIBUTI E MODI

Infiniti sono gli attributi dell'unica sostanza; tuttavia l'uomo, limitato qual è, ne conosce soltanto due: il
pensiero e l'estensione (= generica spazialità) . La sostanza è dunque considerata pensante ed estesa,
anche se la sua essenza non si esaurisce in queste proprietà.

Così è superato il dualismo cartesiano tra res cogitans e res extensa: il pensiero e l'estensione non sono
sostanze, e quindi realtà opposte tra loro, bensì attributi dell'unica sostanza, e quindi distinti tra loro ma
non discordanti perché ciascuno di essi è la medesima sostanza che si manifesta in forme diverse .

I modi sono le specifiche forme individuali di esistenza nelle quali si esplica l'infinita sostanza. Così le
singole coscienze pensanti (anime) ed i singoli oggetti materiali (corpi) sono modi nei quali si
particolarizzano, rispettivamente, l'attributo pensiero e l'attributo estensione della sostanza (ma Spinoza
non approfondisce come sono nati questi "finiti"').

5. RAPPORTO TRA REALTÀ SPIRITUALE E MATERIALE E FRA ANIMA E CORPO

I vari modi del pensiero, ossia l'ordine delle idee (ordo idearum), ed i molteplici modi dell'estensione,
ossia l'ordine delle cose (ordo rerum), hanno una perfetta corrispondenza tra loro perché esprimono la
medesima sostanza.

In particolare l'anima ed il corpo concordano pienamente ed esiste armonia tra gli atti del pensiero (=
intelletto e volontà) , da una parte, e l'attività fisica (= movimento), dall'altra. Questo parallelismo dipende
dal fatto che anima e corpo sono manifestazioni degli attributi dell'unica sostanza, cioè di Dio.

L'uomo, come parte della natura, non si sottrae all'ordine geometrico che la costituisce: si crede libero solo
perché, pur essendo cosciente di ciò che vuole e fa, ignora le cause che lo determinano a volere e fare.

6.CONOSCENZA E MORALE

All'armonica concordanza di anima e di corpo corrisponde la connessione fra attività conoscitiva e attività
pratica (morale): non esistono differenze tra conoscere ed agire e ad una forma particolare di percezione fa
riscontro una forma analoga di azione perché spirito e corpo sono modi degli attributi dell'unica sostanza.
Le forme della conoscenza e della morale sono tre:

a) forma sensitiva e immaginativa : l'uomo conosce le cose sensibilmente nella loro individualità
particolare, separate e distaccate dall'ordine universale di cui ciascuna di esse fa parte. In questo grado di
conoscenza inadeguata (parziale e confusa), lo spirito è passivo perché subisce l'influsso degli oggetti
esteriori e, nell'attività pratica, è schiavo delle passioni, legato com'è alle fallaci impressioni suscitate dalle
cose che lo trascinano verso beni particolari e mutevoli (ama ciò che dà gioia, odia ciò che dà tristezza).

b) forma razionale: l'uomo collega razionalmente le impressioni sensibili e le riunisce in idee, che sono
chiare e distinte perché egli le scopre nella propria anima sottratte alla mutevolezza del particolare (è la
conoscenza adeguata tipica della scienza: matematica, geometria e fisica). A questa seconda forma di
attività teoretica corrisponde, nella morale, il superamento delle passioni perché la ragione comprende la
fallacia delle impressioni sensibili e riconosce l'ordine universale della realtà al quale si adegua.
c) forma intuitiva: l'uomo comprende che tutte le cose sono modi in cui Dio si attua e si manifesta. Di
conseguenza lo spirito umano coglie Dio in ogni essere e ogni essere in Dio. A questa forma di conoscenza
perfetta della realtà corrisponde, nella morale, l'amor intellectualis Dei, attraverso cui l'uomo, intendendo
l'identità di tutte le cose in Dio, ama Dio e tutti gli esseri. Questo amore si accompagna ad una serena
beatitudine.

Contemplando l'universo sub specie aeternitatis, l'uomo ripone il vero bene in Dio: dalle passioni , fine a
se stesse (piaceri, ricchezze, onori) derivano tutti i mali; esse piuttosto sono mezzi (p.es. la buona salute)
per il fine (la felicità) che pertanto è riposta in una vita tranquilla, di cui si giova anche la pace sociale.

7. RELIGIONE

La conoscenza intuitiva esprime la concezione religiosa, fondata sull' amore intellettuale di Dio. Perciò
filosofia e religione si identificano e la vera conoscenza porta l'uomo ad amare Dio e tutte le cose.

Spinoza retrocede le religioni tradizionali alla "non verità" del primo livello di conoscenza (quella
immaginativa): esse si alimentano, infatti, di timore e superstizioni, si traducono in strumenti di potere,
l'obbedienza negando la libertà nega ogni tolleranza.

La religione filosofico-naturale avvalora i 7 "dogmi pii" che accomunano tutte le religioni (l'esistenza,
l'unicità, l'onnipresenza, l'onnipotenza e la misericordia di Dio) riducendoli a due principi fondamentali che
si integrano a vicenda: a) obbedienza alle leggi divine e b) rispetto ed amore per il prossimo. Infatti, se tutti
gli esseri sono modi dell'unica sostanza, cioè di Dio, l'uomo non può non amare Dio e tutta la realtà.

8. POLITICA

Lo stato civile è sorto nello stato naturale in conseguenza di un patto, o contratto stipulato dagli uomini per
salvaguardarsi contro gli egoismi altrui e assicurarsi la pace e la tranquillità:

1) stato naturale: il diritto di ciascuno coincide con la sua potenza, con il predominio dei più forti; sorgono
così soprusi, lotte, vendette. 2) stato civile : gli uomini rinunciano ai loro diritti con lo scopo di raggiungere
sicurezza e, di conseguenza, maggiori vantaggi

Lo Stato, a cui gli uomini danno vita, riunisce in sé i poteri che nella condizione naturale appartengono ai
singoli individui, ma esso (a differenza dello Stato assoluto di Hobbes) non deve sopprimere la libertà di
pensiero, di parola e di coscienza dei sudditi in quanto ha lo scopo, non di annientare l'autonomia dei
cittadini, bensì di disciplinare la libertà di ciascuno e di proteggerla contro l'arbitrio altrui.

9. IL "RAZIONALISMO" SPINOZIANO

Il capolavoro spinoziano, l' Ethica more geometrico demonstrata, ha un andamento espositivo ricalcato su
quello degli Elementi di Euclide, ossia segue un procedimento che si scandisce secondo definizioni,
assiomi, proposizioni, dimostrazioni, scolii (o delucidazioni). E' il metodo deduttivo-geometrico, in parte già
utilizzato da Cartesio.

Posto Dio (o la sostanza), tutto "procede" con la stessa rigorosità con cui, posta la natura del triangolo
quale viene espressa nella definizione del medesimo, tutti i teoremi concernenti il triangolo "procedono"
rigorosamente e non possono non procedere. Poiché, supposto Dio, tutto è "deducibile" con questo
stesso rigore assoluto, allora, secondo Spinoza, il metodo euclideo risulta essere il più adeguato.

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