Notas
L’interesse per la storia proviene, in fondo, dalla sua natura
essenzialmente antistorica.
Nessun fatto grave, serio, grande cessa mai di appassionarci,
perché ciò che accadde allora, accade perpetuamente. Nell’eterno
presente della storia, l’eterno presente della nostra essenza umana
si manifesta.
Il mio essere si compie solo nella rigida vetta dell’idea o nella bassa
e soffocante valle dell’erotismo. La meditazione più astratta sullo
spirito, le sue norme, i suoi princìpi, o la tiepida selva dei gesti
voluttuosi. Mi commuove solo l’alba pallida che mi trova disperato
davanti a un problema insolubile o a un corpo inviolabile, che
non tradisce neppure la sua complicità.
ISBN - 9788899488192
Notas è un testo sorprendente per le stesse
ragioni che rendono sorprendente Finte
rà produzione gomezdaviliana: la vastità
dei temi affrontati, la concisione puntua
le e penetrante della sua scrittura, l’arti
colazione avvolgente del suo pensiero, la
sua familiarità eccezionale con gli autori
e le opere della tradizione, il suo senso
storico, artistico e letterario, da cui, in cui
e per cui distilla la sua opera immortale.
L ’opera di Gómez Dàvila è una pietra
miliare della riflessione filosofica di tutti
i tempi, lascito eccezionale di chi nel No
vecento ha intrapreso le vie dell’univer
sale risalendo i tuguri del postmoderno;
proprio per questo, una grande risorsa e
un compito per tutti noi.
Comitato direttivo:
Valentina Gaspardo, Antonio Lombardi, Francesco
Pietrobelli, Enrico T. Spanio, Gabriele Zuppa, Giuliano
Zuppa
Editing e grafica:
Matteo Cecchinato
ISBN 978-88-99488-19-2
Notas
VOLUME PRIMO
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e contribuite a far crescere questo progetto. Grazie
Introduzione alla lettura di Notas
Gabriele Zuppa
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In trodu zion e a lla lettu ra d i N o t a s
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In trodu zion e a lla lettu ra d i N o t a s
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U n fio re d ella ragion e n el deserto d el n ich ilism o
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Introduzione a lla lettura d i N o t a s
E in un senso trascendentale-teoretico:
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U n fio re d ella ragion e n el deserto d el nich ilism o
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Nota generale alla traduzione
Loris Pasinato
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L a prima edizione di Nolas
si fece per conto dell’autore,
dedicata ai suoi amici e
fuori commercio.
AULUS GELLIUS
Nicolás Gómez Dávila
Notas
N o ta s
la nostra morte?
Non esisteranno occupazioni subalterne alle
quali si possa dedicare un’intelligenza sana e
retta, nel riconoscere il suo fallimento? Certa
mente io non saprei burlarmi dell’uomo che
si sottomette per non sprecarsi, ma a tanta
rassegnata sapienza non posso che rendere un
freddo omaggio.
Che fare, allora, se tutto quello che mi seduce
mi sfugge o mi rifiuta, se tutto quello che mi
sarebbe possibile intraprendere mi annoia e
mi ripugna? E, nondimeno, come si può vive
re dedito solo a vivere la vita? Come transita
re attraverso i miei giorni con la fronte china
sull’istante, come un animale che pascola, di
mentico del vicino inverno e della luce pura
che lo circonda?
ca di ambedue i sistemi.
E certamente più importante la relazione fra
l’uomo e il mondo che la relazione fra l’uomo
e il diritto di proprietà.
ComuniSmo e capitalismo, di fatto, trasforma
no nello stesso senso lo spirito umano.
Se il capitalismo genera una civiltà industriale,
urbana e gregaria (se, in questo caso, appare
un uomo separato dalla routine essenziale del
le cose, incapace di rintracciare nel suo lavoro
una possibilità di perfezione e un’esigenza di
ragione, dedito al solo desiderio della comodi
tà, sempre disposto alla più vile esegesi al fine
di evitare, assieme all’orrore di trovare qualco
sa di nobile, l’inquietante anelito di imitarlo,
abbandonato insomma a tutti i demoni delle
ispirazioni collettive) nell’altro caso, la reto
rica obsoleta della predica comunista - che
abbindola le intelligenze capaci di diffidare
della propaganda borghese - non riesce a na
sconderci il fatto terribile che ad un universo
abominevole succederà lo stesso abominevole
universo. “Ce mort saisit ce vif”7.
Cosa ci importa di chi debba essere il padrone
della fabbrica, se la fabbrica deve continuare
ad esistere?
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9 II punto di riconciliazione.
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N ic o lá s G óm ez D â v ila
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N o ta s
dispotismo illimitato.
Il dubbio, assieme a un irrazionalismo metafi
sico, sono le condizioni necessarie della com
parsa e della sopravvivenza dell’individuo.
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intelligenza.
Un disprezzo illimitato della verità quanto
un’osservanza senza misura ci sterilizzano allo
stesso modo.
nostra mediocrità.
M a il nostro astuto orgoglio cospira instan
cabilmente per intorbidire con i suoi giudi
zi diffamatori lo specchio lucido e freddo di
quelfintelligenza che sola può restituirci la no
stra eredità perduta.
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.N otas
libertà.
Proprietà tuttavia diretta e non indiretta; pro
prietà che il padrone amministra e non solo
possiede per mezzo di una finzione giuridica;
proprietà che le sue mani palpano e della qua
le la sua volontà dispone. Ogni ricchezza col
lettiva è, pertanto, base inefficace e appoggio
malfermo della libertà individuale giacché non
è propriamente la ricchezza ciò che ci libera,
ma la sua appropriazione.
Il vero padrone non è tanto colui che transi
toriamente usa o abusa, ma colui che regola,
limita, determina e concede l’uso e l’abuso.
Così, se a una onnipotenza legislativa capace
di modificare costantemente i diritti consue
tudinari si somma la collettivizzazione della
proprietà, la collettività sola o i suoi padroni
vergognosi sono liberi, mentre l’individuo si
trova sovranamente soggiogato e sottomesso.
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16 Consapevolezza.
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111Basamento, sottostruttura.
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nostri occhi.
Allora sentiamo fremere nelle nostre fiacche
carni schifose larve, e i lemuri imprigionati in
vadono il recinto notturno dell’anima. L’uomo
spossessato della norma che ordinava il suo
essere e i suoi atti acquista coscienza di una
natura umana più complessa e più ricca; nel
suo immediato presente una pienezza di con
traddizioni gli prepara l’intellezione di mille
enigmi.
Allora nasce lo storico, l’assaggiatore critico di
anime, il padrone dei gesti invocatori, l’Ulisse
che abbevera col proprio sangue i morti con i
quali dialoga.
21 In italiano nell’originale.
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25 Preparato oppiaceo.
2,1 Queste frasi in greco si riferiscono a un passo del F e
done (65c). Qui di seguito diamo il passo per intero con
relativa traduzione.
“Aoyi^ETCu 8é yé rtoo tòte kòXXictxq, oxav aòxqv xoóxojv
pqSèv 7tapaXt>7tfj, pqxe ÙKoq pqxe o(|n<; pqxe àXyqSiùv
pq8é xu; q8ovq, àXX’òxi paXiaxa aòxq KaS’aòxqv
yiyvqxai èù>cra yaipeiv xò atòpa, Kai Ka0’oaov Sóvaxai
pq xoiuwvoóaa aòxip pqS’Ó7cxopévq òpéyqxai xoO
ovxo^.”
“(L’anima) appunto ragiona nel modo migliore quando
nessuna di queste cose la turba, né l’udito, né la vista
né alcun altro dolore, né alcun piacere, ma quando da
sola si specchia in se stessa lasciando perdere il corpo
e (quando) non partecipando di esso e non avendo
contatto con esso, per quanto può, tende all’Essere.”
(Traduzione di Luigi Salvioni).
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ne e la malafede.
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riflesso dell’angoscia.
Mentre i nostri fini si compiono armoniosa
mente perduriamo in una quieta incoscienza,
ma tutto ciò che intralcia una funzione genera
un dolore e prepara la coscienza.
Forse la coscienza non è altro che il frutto della
presenza della morte. Dato che dobbiamo mo
rire ci troviamo in una situazione di angoscia,
un’angoscia che è la radice viva, carnale, della
coscienza.
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buona educazione.
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forma assoluta.
Qualsiasi anacronismo annullerebbe l’intelli
gibilità possibile, giacché il fatto di essere po
steriore o anteriore è parte dell’essenza stessa.
M a se la vita non è che il prodotto di forze
chimico-fisiche, il concetto di evoluzione è
inapplicabile ai fenomeni biologici. In effetti,
se l’ordine e la disposizione delle loro parti de
finiscono solo gli organismi, non vi è fra questi
nessuna relazione temporale necessaria e la loro
collocazione nel tempo è puramente casuale.
Il caso, solamente, costruisce la scala filogene
tica che non ha nella fattispecie carattere evo
lutivo alcuno.
Le distinte forme di vita avrebbero potuto es
sere contemporanee, o avrebbero potuto mo
dificare l’ordine della loro apparizione.
Se, d’altra parte, una necessità intelligibile -
distinta dalla mera brutalità del fatto - esige
che la successione di forme organiche si ordi
ni in funzione di relazioni coerenti secondo la
direzione del tempo, allora la riduzione a co
stanti chimico-fisiche non basta, e la vita bio
logica richiede, come la vita spirituale, che le si
conceda un’esperienza del tempo in cui il suo
essere si elabora e si crea.
Dove la struttura di un ente è fatta di elementi
semplici, costanti e atemporali, la successio
ne dei suoi stati è intercambiabile; lì il tempo
manca di caratteristiche positive per essere sol
tanto un’impossibilità di coesistenza.
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chita dall’intelligenza.
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e amarezze.
intermittente.
Curiosità che è necessario forzare, appoggiare
in un’attenzione meditata, nutrire con consi
derazioni generali, irrobustire con il sentimen
to di un dovere intellettuale, di un’obbligazio-
ne morale e di un’urgenza spirituale.
La cultura forse potrebbe definirsi come il ten
tativo di naturalizzare la curiosità artificiale.
La cultura è la curiosità artificiale trasformata
in natura e gusto spontaneo.
H Opera di Plutarco.
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45 “Forma mentis” .
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INTRODUZIONE
Un fiore della ragione nel deserto
del nichilismo
Notas volume I
Della stessa Collana