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Il sogno di Leopardi

Analisi della poesia Il sogno




























Lavoro personale di Yasmine Tonini
Corso La poesia di Leopardi dagli Idilli ai canti pisanorecanatesi del prof. Massimo Danzi
UNIGE, Autunno 2012


Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
~ 1 ~

Introduzione

Prima dentrare nel vivo dellanalisi della poesia accenner ad alcuni aspetti che permettono
di delineare una cornice, questo allo scopo di facilitare la comprensione del componimento.
La data di stesura dellidillio Il sogno viene fatta risalire al periodo tra il 1820 e il 1821
1
,
corrispondente agli ultimi anni della giovanile stagione recanatese. Per questa ragione Il sogno si
colloca ancora in un momento lontano dallelaborazione pi radicale del pensiero filosofico
dellautore
2
, aspetto che sar importante tenere presente nel corso dellanalisi cos da poter
contestualizzare i concetti filosofici che ne emergeranno.
Inoltre, per la comprensione di questo componimento possibile trovare due testi,
precedenti alla sua stesura, che stanno alla base dellorigine del Sogno: il primo il breve appunto
del 3 dicembre 1820, intitolato Del fingere poetando un sogno
3
, il quale pu essere considerato una
sorta di testo-embrione dellidillio; il secondo invece un frammento ripreso dal Diario del primo
amore, in cui si trova un passaggio che descrive loccasione precisa in cui il Sogno si realizza:

[] questa mattina svegliatomi per tempissimo, in quel proprio punto di svegliarmi, tra il sonno e la
veglia spontaneamente m passata innanzi alla fantasia la desiderata immagine vera e viva, onde io
immediatamente riscosso espalancati gli occhi, subito le son corso dietro colla mente, e se non sono
in tutto riuscito a farla tornare indietro, pure in quella freschezza di mente mattutina, tanto ne ho
veduto e osservato e dellaria del volto, e dei moti e dei gesti e del tratto e dei discorsi e della
pronunzia, che non che mabbia fatto maraviglia lesserne stato una volta preso, ho anzi considerato
che se io avessi quelle cose tuttora presenti alla fantasia, sarei ben pi smanioso e torbido che io non
sono. []
4


Infine, un altro aspetto che pu risultare interessante laccoglienza dimostrata dalla critica
in seguito alla pubblicazione dellidillio. In generale, a confronto con altre poesie divenute molto
pi celebri e apprezzate, Il sogno ha avuto riscontri alquanto freddi e distaccati
5
. In particolare, il
paragone con componimenti del calibro di A Silvia lo ha segregato nel ruolo di semplice testo di
transizione. Basti, a titolo esemplificativo, leggere il passaggio seguente preso dal saggio di
Giuseppe De Robertis:

Il Leopardi non era ancor giunto a quellaltezza di dove poi doveva guardare la materia delle sue
meditazioni, e la stessa sua vita dolorosa, con locchio di estraneo. Anche la scelta degli argomenti, e il
rigore impiegato a svilupparli, parevano fatti apposta per legargli lispirazione e la fantasia. Pensate

1
DellAquila M., Il sogno, p. 43.
2
La prima stagione poetica leopardiana, corrispondente al pessimismo storico, viene datata a grandi linee tra il 1818 e il
1823, mentre la stagione pi matura del pessimismo cosmico ha inizio, in poesia, negli anni 27-28.
3
Leopardi G., Poesie e prose, pp. 223-224.
4
Leopardi G., Diario del primo amore, pp. 19.
5
DellAquila M., Il sogno, p. 44.
Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
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invece a quellaria di scherzo, indifferente e trasognata, che dava un tono particolarissimo ai dialoghi,
[] pensate alla potenza evocatrice di A Silvia [].
6


Un idillio, in sintesi, che sembra, secondo queste premesse, essere di valore transitorio nella
produzione poetica di Leopardi. Ma, grazie allanalisi approfondita del testo, si scoprir come
questa poesia sia dotata comunque di una sua forza e bellezza.

Struttura dellidillio
Il canto Il sogno, composto da endecasillabi sciolti, strutturato in maniera tale da poter
essere diviso in parti, a dipendenza delle svolte tematiche che si manifestano nel testo. In particolare
possibile osservare un movimento regolare, costituito dallalternanza tra descrizioni di scene
specifiche e momenti nei quali a prendere spazio la parola, il dialogo.
La prima parte, che racchiude in s la descrizione della scena iniziale, cio delle circostanze
dellincontro tra i due personaggi, comincia al primo verso per chiudersi al verso 11. La seconda
sezione invece, parte dal verso 12 e si conclude al verso 80, costituendo la parte pi ampia di tutte e
cinque le sezioni, poich racchiude in s il dialogo tra i due protagonisti, fulcro di tutta la poesia. La
terza parte, dai versi 80 a 88, contiene una nuova descrizione, quella del contatto fisico tra i due
protagonisti e che rappresenta il culmine dellincontro e della loro unione. La quarta sezione
nuovamente dominata dalla parola, si tratta della battuta di congedo della donna dal poeta. Essa
comprende una parte del verso 88 e continua fino al verso 95. Infine abbiamo lultima parte, che
descrive la scena finale della poesia, il risveglio del poeta, e che spazia dal verso 95 fino alla fine.
A questo punto vale la pena spendere alcune parole sul valore della battuta della donna,
isolata dalle due descrizioni. Essa si contraddistingue da tutte le battute precedenti (sia del poeta sia
della donna amata), poich narrativamente corrisponde al capovolgersi della situazione. In
precedenza abbiamo infatti un incontro che sembra finalizzarsi al contatto, prima dialogico, poi
spirituale ed infine anche fisico. La battuta isolata pone fine a questo contatto provocando la
separazione e il ritorno a una situazione naturale, nella quale i due protagonisti appartengono a due
dimensioni distinte: il mondo dei vivi e quello dei morti. Solo il sogno ha potuto permettere il loro
contatto.
Riallacciandoci al paragrafo precedente possiamo cogliere il tema del valore dato alla
parola, unificatrice ma anche disgiuntiva, allinterno dellidillio. Infatti, quello de Il sogno un
dialogo di tipo eccezionale, poich quando entrambi i protagonisti erano in vita, secondo norma

6
De Robertis G., Saggio su Leopardi, p. 177.
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sociale, non era pensabile comunicare in modo cos schietto e sincero. Solo in questa occasione
particolare il poeta pu interrogare la donna sui suoi sentimenti e sulle questioni del cuore.
7

Inoltre, considerando un aspetto pi grafico, possibile notare come la presa del turno di
parola, nel passaggio da lui a lei e viceversa, sia sempre fatto a met verso, creando in conseguenza
un effetto di continuit tra ci che si dicono i due locutori. Limpressione creata quella di un
flusso di parole continuo, in cui a un primo sguardo, difficile distinguere dove finisce una battuta
e dove inizia laltra. La continuit delle loro parole li lega, confermando il valore unificante del
dialogo come mezzo di unione.
Se prendiamo in analisi invece il lessico, noteremo come la disposizione di alcune riprese
tra la battuta precedente del poeta e quella successiva della donna permettono di creare delle
corrispondenze e dei legami. Un esempio possono essere le citazioni seguenti: Morta non mi parea/
son morta (vv. 9, 23); unaltra volta/ lultima volta (vv. 28, 24); che ti strugge internamente/ Doglia
moppresse (vv. 19-20, 25).
Ma la parola assume anche un valore opposto di separazione: infatti attraverso le parole
della donna, nella battuta di congedo, che viene ricordata la condizione di asimmetria dei due
personaggi, sottolineando la loro appartenenza a due mondi differenti e quindi limpossibilit a
restare assieme. Questa battuta corrisponde alla chiusura del dialogo, in seguito la donna si dissolve
e il sogno si sgretola, spezzando ogni contatto.

Analisi del testo
Entriamo a questo punto nel vivo dellanalisi testuale, procedendo con lo studio in blocchi
delle differenti parti del componimento. Quando si far cenno alle diverse sezioni sar fatto
riferimento alla struttura descritta in precedenza.
Era il mattino, e tra le chiuse imposte
Per lo balcone insinuava il sole
Nella mia cieca stanza il primo albore;
Quando in sul tempo che pi leve il sonno
5 E pi soave le pupille adombra,
Stettemi allato e riguardommi in viso
Il simulacro di colei che amore
Prima insegnommi, e poi lasciommi in pianto.
Morta non mi parea, ma trista, e quale
10 Deglinfelici la sembianza. Al capo
Appressommi la destra, e sospirando,


7
Muniz Muniz, Cantos, p. 267.
Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
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Nei primi undici versi, come gi spiegato antecedentemente, abbiamo la descrizione della
scena iniziale, attraverso la quale possibile inquadrare il contesto in cui si svolger il dialogo, cio
lillusione, il sogno. Abbiamo una prima specificazione temporale con Era il mattino del primo
verso, che evoca unatmosfera di placida sonnolenza mattutina, considerata il momento idoneo,
secondo la tradizione classica specialmente ovidiana, per la visione in somnis
8
.
Inoltre, la scena descritta caratterizzata da unalternanza tra luce e ombra, siccome nella
stanza domina in generale ancora loscurit in cui penetrano i primi raggi del sole (v.1: le chiuse
imposte, v.3: cieca stanza, primo albore). La vista quindi offuscata e con essa lintelletto. Vi
fanno riferimento due sintagmi specifici: cieca stanza del verso 3, in cui cieca sta a descriverla
come buia ma allo stesso tempo si ricollega alla vista che immersa nellombra, ostacolata; le
pupille adombra
9
del verso 5, dove il sonno, divenuto pi leggero, fa si che gli occhi siano ancora
immersi nelloscurit. Pertanto ci che il poeta vede in realt non pu essere visibile si pensi
allInfinito, in cui la siepe limitava la vista del poeta, e questo portava limmaginazione a riempire e
a superare il limite imposto dalla realt ma rientra nella dimensione del sogno, di uno stato
prossimo al risveglio, in cui la coscienza in parte ancora sopita ed in parte attiva.
proprio in questo contesto, che favorisce le condizioni perch ci avvenga, che si
materializza la figura della donna. A questa figura femminile non viene dato nome (v.7: colei) ma
viene descritta sotto le sembianze di un simulacro (v.7), unombra tra le ombre della stanza. La sua
presenza in conseguenza qualcosa di fortemente inconsistente e vago.
Negli ultimi due versi della prima sezione (vv.10-11: Morta non mi parea, ma trista, e
quale/ Deglinfelici la sembianza) si coglie lintertestualit col testo Del fingere poetando un
sogno, in cui lamata non vista come morta, ma trasfigurata dalla sofferenza:

Se tu devi poetando fingere un sogno, dove tu o altri veda un defonto amato, massime poco dopo la sua
morte, fa che il sognante si sforzi di mostrargli il dolore che ha provato per la sua disgrazia. Cos accade
vegliando, che ci tormenta il desiderio di far conoscere alloggetto amato il nostro dolore; la
disperazione di non poterlo; e lo spasimo di non averglielo mostrato abbastanza in vita. Cos accade
sognando, che quelloggetto ci par vivo bens, ma come in uno stato violento; e noi lo consideriamo
come sventuratissimo, degno dellultima compassione, e oppresso da una somma sventura, cio la
morte; ma noi non lo comprendiamo bene allora, perch non sappiamo accordare la sua morte con la sua
presenza. Ma gli parliamo piangendo, con dolore, e la sua vista e il suo colloquio cintenerisce, e
impietosisce, come di persona che soffra, e non sappiamo, se non confusamente, che cosa. (3 Dicembre
l820)
10


8
Muniz, Cantos, p.703.
9
[] si spiega perch piaccia la luce del sole o della luna, veduta in luogo dov'essi non si vedano e non si scopra la
sorgente della luce; un luogo solamente in parte illuminato da essa luce; il riflesso di detta luce, e i vari effetti materiali
che ne derivano; il penetrare di detta luce in luoghi dov'ella divenga incerta e impedita, e non bene si distingua, come
attraverso un canneto, in una selva, per li balconi socchiusi ec. ec.; [] Zibaldone, p. 1744.
10
Del fingere poetando un sogno.
Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
~ 5 ~


Loggetto dellamore in sogno appare vivo a conferma della situazione dillusione ma
infelice, segnato dal dolore che procura la morte.

Vivi, mi disse, e ricordanza alcuna
Serbi di noi? Donde, risposi, e come
Vieni, o cara belt? Quanto, deh quanto
15 Di te mi dolse e duol: n mi credea
Che risaper tu lo dovessi; e questo
Facea pi sconsolato il dolor mio.
Ma sei tu per lasciarmi unaltra volta?
Io nho gran tema. Or dimmi, e che tavvenne?
20 Sei tu quella di prima? E che ti strugge
Internamente? //

Entriamo, a partire dal verso 12, nella seconda sezione che corrisponde al dialogo tra i due
protagonisti, la prima a prendere la parola la donna, che interroga il poeta sul ricordo del loro
amore. Il tema della ricordanza, che si allaccia gi a Petrarca
11
, di grande importanza per
Leopardi, poich la questione della memoria e del ricordo giocano un ruolo fondamentale
allinterno della teoria del piacere. Essa infatti, assieme al sogno, alla fantasia e allimmaginazione,
supplisce linsoddisfazione delluomo.
In questo passaggio vediamo come la donna inviti il poeta a ricordare qualcosa. Il ricordo (o
la richiesta del ricordo) rappresenta il punto di partenza. Quindi fin dal principio viene messo
laccento sul passato e sul suo valore, piuttosto che sul futuro (aspetto che verr sviluppato
nuovamente in seguito). possibile fare un legame con il componimento Alla luna, in cui compare
questo stesso meccanismo, il ricordo il mezzo, loccasione che permette di sviluppare la
riflessione. In Alla luna, il tema del ricordo centrale e se ne sottolinea la funzione di procurare
piacere alluomo. Nel caso del Sogno si accenna ancora a questo aspetto, ma allo stesso tempo si
calca sullassenza di altre possibilit, tutto il resto negato e solo il ricordo rimane come unica
consolazione (la negazione del futuro porta a rivolgersi su ci che resta, il passato).
Nei versi 12 e 13 (Ricordanza alcuna/Serbi di noi) si osserva la scelta del pronome plurale
piuttosto che singolare, questo non solo fa riferimento ai protagonisti in quanto coppia un noi che
ingloba sia lio della donna che il tu del poeta ma ha quasi effetto di sineddoche, parlare di loro
per parlare del loro amore, della loro vita insieme. Viene utilizzata dunque una formula che allude

11
Per uno studio sul confronto tra Petrarca e Leopardi cfr. Bonifazi N., Limmagine della morte dai Trionfi
petrarcheschi al sogno leopardiano
Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
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alla loro unione, che si trova solo nel passato, nella memoria, ma che nel presente non pu pi
realizzarsi visto lostacolo della morte.
12

Allinterrogativa della donna il poeta risponde tentando di mostrare il proprio stato di
sofferenza: da una parte attraverso la ripetizione nel verso 14 (Quanto, deh, quanto) che mette un
forte accento su questo sentimento, il quale assieme allamore/piet, rappresenta il tema portante di
tutta la poesia; daltra parte la manifestazione del dolore avviene anche attraverso la sua
stratificazione a tre livelli, con il seguente risultato:
- dolore per la morte della donna nel passato (v. 15: mi dolse in vita),
- dolore per la morte della donna nel presente(v. 15: mi dol in morte),
- dolore per limpossibilit di manifestarle questo dolore in precedenza.
Questa impostazione non solo ubbidisce al testo Del fingere poetando un sogno, ma caratterizza il
componimento come elegia. Un genere in cui, attraverso il canto, viene espressa la sofferenza per
un bene perduto, per una esclusione di possesso e dalla condizione di felicit.
13
Lobbiettivo in
questa poesia quello di esagerare il pianto assumendo un tono patetico, appoggiandosi alla
rimembranza, alla memoria di cose che non ci sono pi e che quindi acquisiscono attraverso i
ricordi e il sogno una condizione di indeterminatezza.
14

In seguito il poeta pone una lunga serie di domande che ne manifestano lo stato di
confusione
15
. La causa il fatto di avere di fronte a s la donna che ama, bench essa sia morta. Le
interrogative sono un tentativo di chiarire una situazione che per sua natura risulta incomprensibile
e inspiegabile. In particolare, nellultima domanda vediamo che egli la interroga in relazione al suo
aspetto esteriore, poich lei appare oppressa da somma sventura, il suo un tentativo di
comprendere cosa affligga la donna. Se manteniamo come riferimento il testo Del fingere poetando
un sogno si osserva come anche in esso la visione appaia viva ma in uno stato violento. Questo
stato violento rappresenta per Leopardi la condizione di infelicit e di noia della vita stessa.
16

Nello Zibaldone di pensieri, nella nota del 20 Aprile 1824 (p. 4075) possiamo leggere un
frammento in cui il poeta sostiene che:

[] la vita naturalmente uno stato violento, poich naturalmente priva del suo sommo e naturale
bisogno, desiderio, fine, e perfezione che la felicit. E cessando mai questa violenza, non v un solo
momento di vita sentita che sia senza positiva infelicit e positiva pena e dispiacere. []

12
Canti, p. 294.
13
Michele Dell'Aquila, Il sogno, p. 58.
14
Bonifazi, L'immagine della morte, p. 409.
15
Cfr. Del fingere poetando un sogno.
16
Bonifazi, L'immagine della morte, p. 411.
Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
~ 7 ~

La donna morta rappresenta dunque nel sogno poetico, non la vita, ma lo stato violento della vita,
la sua infelicit, la sua noia.
17


//Obblivione ingombra
I tuoi pensieri, e gli avviluppa il sonno,
Disse colei. Son morta, e mi vedesti
Lultima volta, or son pi lune. Immensa
25 Doglia moppresse a queste voci il petto.
Ella segu: nel fior degli anni estinta,
Quand il viver pi dolce, e pria che il core
Certo si renda com tutta indarno
Lumana speme. A desiar colei
30 Che dogni affanno il tragge, ha poco andare
Legro mortal; ma sconsolata arriva
La morte ai giovanetti, e duro il fato


Di quella speme che sotterra spenta.
Vano saper quel che natura asconde
35 Aglinesperti della vita, e molto
Allimmatura sapienza il cieco
Dolor prevale. //

Si introduce in questo passaggio la questione della morte giovanile, che rappresenta per
Leopardi uno dei fulcri della sua poetica
18
. Si tratta di un motivo sfaccettato e complesso,
allinterno del quale troviamo numerosi concetti differenti, basandoci sul testo se ne estrapolano
almeno tre.
Innanzitutto, procura maggior pena il fatto che la donna sia morta in giovane et poich in
questa et in particolare che si nutrono ancora grandi speranze verso il futuro e tutte queste vengono
disilluse dallarrivo prematuro della morte (v.26: nel fior degli anni estinta). In secondo luogo, la
morte prematura anche un simbolo delle speranze stroncate, delle illusioni che vengono poi
spezzate e del contrasto che si crea tra sogni, desideri da una parte e la realt dallaltra.
19
Un terzo
aspetto che la morte in et giovanile pu essere letta in senso metaforico (in seguito ritroveremo in
modo pi visibile questo tema), let giovanile pu infatti essere fatta combaciare con quella
dellignoranza e dellincanto verso un mondo che non si conosce a fondo. La morte arriva con
larrivo della conoscenza e lo sviluppo dellintelletto, che restringe la capacit di fascinazione e
immaginazione, riducendo in conseguenza, secondo la teoria del piacere, le possibilit di essere
felici e godere delle illusioni.
Questo tema, ad ogni modo, ha origine in esperienze personali dellautore che permettono di
leggere lintero canto in chiave autobiografica. infatti vero che nella sua infanzia Leopardi visse

17
Ibidem, p. 412.
18
Michele DellAquila, Il sogno, p. 46.
19
Muniz Muniz, Cantos, p.706.
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lesperienza di perdere il fratellino Luigi, ma non solo questa morte ricorre come esempio della
scomparsa in giovane et, presente anche il caso di Teresa, la figlia del cocchiere, cos come
limmaginazione di altre ipotetiche morti (tra cui quella medesima del poeta).
20

I versi sul tema della morte giovanile sono, come abbiamo potuto constatare, ricchi di
molteplici significati, in seguito il testo si immerge sempre pi in una dimensione filosofica, con
conseguenze anche sulla complessit dei vari passaggi. Per agevolare perci la comprensione del
lettore si tenter una parafrasi per gruppi di versi.
Parafrasi vv.26-29: sono morta in giovane et, quando vivere pi dolce che in qualsiasi
altro momento, prima che il cuore si renda conto di come tutta la speranza umana sia inutile.
Questo motivo, particolarmente importante per Leopardi, si trova in numerosi altri suoi canti, un
esempio possono essere alcuni versi de La vita solitaria
21
:

[] Mi sovvien del tempo
Che mi scendesti in seno. Era quel dolce
45 E irrevocabil tempo, allor che sapre
Al guardo giovanil questa infelice
Scena del mondo, e gli sorride in vista
Di paradiso. Al garzoncello il core
Di vergine speranza e di desio
50 Balza nel petto; e gi saccinge allopra
Di questa vita come a danza o gioco
Il misero mortal. []

Parafrasi vv. 29-33: poco tempo occorre prima che linfelice mortale desideri colei (la
morte) che lo sottrae ad ogni dolore: ma senza consolazione la morte prende i giovani, e duro il
destino di quella speranza che viene spenta sotto terra. Dunque, non la morte in se stessa ad
essere terribile, quanto pi il destino che porta la morte proprio a coloro che ancora hanno la
speranza e la fiducia in una vita felice: i giovani senza esperienza del mondo. La perifrasi della
morte (vv.29-39: colei che dogni affanno il tragge) in se stessa suggerisce un nuovo significato,
pu infatti essere vista come una liberazione dal dolore. Ma essa, per destino, pi terribile per
coloro che muoiono prima del disinganno e di arrivare a desiderarla.
Parafrasi vv. 34-37: per gli inesperti della vita(coloro che ancora non hanno vissuto il
disinganno) inutile sapere quello che la natura nasconde (cio la fine di ogni umana speranza),
lamarezza di perdere la vita prima di conoscere questo destino pi forte di quella di sapere
precocemente.
22


20
Michele dellAquila, p. 50.
21
Leopardi G., Canti, La vita solitaria, vv. 43-52.
22
Muniz, Cantos, p. 707.
Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
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//Oh sfortunata, oh cara,
Taci, taci, dissio, che tu mi schianti
Con questi detti il cor. Dunque sei morta,
40 O mia diletta, ed io son vivo, ed era
Pur fisso in ciel che quei sudori estremi
Cotesta cara e tenerella salma
Provar dovesse, a me restasse intera
Questa misera spoglia? Oh quante volte
45 In ripensar che pi non vivi, e mai
Non avverr chio ti ritrovi al mondo,
Creder nol posso. Ahi ahi, che cosa questa
Che morte saddimanda? Oggi per prova
Intenderlo potessi, e il capo inerme
50 Agli atroci del fato odii sottrarre.
Giovane son, ma si consuma e perde
La giovanezza mia come vecchiezza;
La qual pavento, e pur m lunge assai.
Ma poco da vecchiezza si discorda
55 Il fior dellet mia.//

Nei versi 51-55 si racchiude lanalogia tra giovinezza e vecchiaia, altro argomento caro a
Leopardi. da notare innanzitutto come la riflessione sia chiusa in una struttura a chiasmo:
giovanezza-vecchiezza (v. 52) vecchiezza (v. 54) fior dellet mia (v.55). Lidea espressa in questo
passaggio che, malgrado la giovane et del poeta, viste le esperienze vissute, egli sente la
vecchiaia molto pi prossima di quanto normalmente dovrebbe essere. Il poeta ne ha paura pur
sapendo che ancora giovane e la vecchiaia lontana. Questo perch la sua concezione di vecchiezza
non riferito solo a un valore cronologico e temporale, quanto pi a uno stato psicologico e fisico.
Anche se egli ha ancora di fronte a s molti anni di vita, si sente psicologicamente senile. Sono le
esperienze fatte, il disinganno, la perdita della speranza a farlo sentire non pi giovane. A questo
proposito possibile cogliere degli elementi autoreferenziali molto precisi, in particolare in una
lettera al Perticari del 30 Marzo 1821, da Recanati, nella quale Leopardi accenna proprio a questa
condizione:

[] La fortuna ha condannato la mia vita a mancare di giovent; poich dalla fanciullezza io sono
passato alla vecchiezza di salto, anzi alla decrepitezza s del corpo, come dell'animo. Non ho provato
mai da que naqui un diletto solo; la speranza alcuni anni; da molto in qua neppure questa. E la mia
vita esteriore ed interiore tale, che sognandola solamente, agghiaccerebbe gli uomini di paura. []
23


Si crea qui un nuovo contatto tra i due protagonisti, essi in teoria possedevano entrambi una
giovane et che porta con s speranze, gioia, felicit e sogni. Ma vista la loro situazione, ambedue
hanno perso questi privilegi per conoscere invece disinganno e dolore.

23
Leopardi G., Epistolario, p. 198.
Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
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// Nascemmo al pianto,
Disse, ambedue; felicit non rise
Al viver nostro; e dilettossi il cielo
De nostri affanni. //

La donna, in questa battuta, esclude completamente la possibilit di un futuro, il suo punto
di vista fatalista: il destino di ognuno, fin dalla nascita, segnato dal dolore (v. 55: Nascemmo al
pianto). Il destino qualcosa di crudele e che non ha come obbiettivo quello di concedere felicit
alluomo. C unidea di qualcosa di prestabilito dalla natura, una provvidenza al rovescio
24
. La
morte favorisce soltanto la consolazione del ricordo e nessuna altra possibilit di credere nella
speranza
25
.
Un altro aspetto interessante il continuo esprimersi della donna facendo riferimento a un
noi (gi precedentemente presente al v. 13) che unisce i due personaggi, accumunandoli nello stesso
destino, che per porta come risultato la loro separazione.
26


//Or se di pianto il ciglio,
Soggiunsi, e di pallor velato il viso
60 Per la tua dipartita, e se dangoscia
Porto gravido il cor; dimmi: damore
Favilla alcuna, o di piet, giammai
Verso il misero amante il cor tassalse
Mentre vivesti? Io disperando allora
65 E sperando traea le notti e i giorni;
Oggi nel vano dubitar si stanca
La mente mia. Che se una volta sola
Dolor ti strinse di mia negra vita,
Non mel celar, ti prego, e mi soccorra
70 La rimembranza or che il futuro tolto
Ai nostri giorni. E quella: ti conforta,
O sventurato. Io di pietade avara
Non ti fui mentre vissi, ed or non sono,
Che fui misera anchio. Non far querela
27

75 Di questa infelicissima fanciulla.

La battuta comincia con la tipica struttura della deprecazione
28
(Se vero che), lintento
del protagonista quello di impietosire la donna attraverso la dimostrazione della propria

24
Muniz, Cantos, p. 708.
25
Bonifazi, l'immagine della morte, p.414
26
Ibidem.
27
Querla: lagnanza o protesta per danno sofferto. (Treccani)
28
Leopardi G., Canti, p. 300.
Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
~ 11 ~

sofferenza grazie a segnali specifici
29
(vv. 58-61: porta il ciglio di pianto, gravido il cor dangoscia,
il viso velato di pallor), in modo da poter acquisire il diritto di ricevere una risposta.
Ci che preme al poeta sapere se lei in vita avesse provato qualche sentimento, sia esso di
amore oppure di piet, nei suoi confronti. Tutto il passaggio sottolinea la situazione di asimmetria in
cui sono posizionati i due protagonisti e che impedisce la realizzazione delle speranze del poeta,
grazie anche al confronto tra una situazione passata e una presente. Nel passato il poeta si struggeva
nella sofferenza e nel dubbio riguardo a questa questione che non poteva trovare risposta, la
medesima cosa accade dopo la morte, poich non era pi possibile scoprire la verit dal momento
che la donna non era pi in vita (vv. 64-67).
Ma, grazie alla situazione eccezionale che si presenta attraverso il sogno, si pone la
possibilit di ottenere una risposta. Lamore in un modo o nellaltro viene sempre ostacolato e per
destino i protagonisti non potranno mai ricongiungersi, se non in questo attimo effimero che
rappresentato dal sogno.
30

Lo scopo di scoprire la risposta a questo punto pu sembrare vano, siccome una dichiarazione
daffetto non pu permettere comunque la realizzazione del loro amore. Il poeta ne cosciente e
spiega come il sapere che lei ha provato attaccamento per lui gli permetta almeno daffidarsi ai
ricordi (v.70: rimembranza), quindi al passato, mentre il futuro, inteso come futuro insieme (v.71:
nostri giorni) loro negato dal destino (vv.70-71: il futuro tolto/ai nostri giorni).

//Ed ella, in atto
Soave e tristo, la porgeva. Or mentre
Di baci la ricopro, e daffannosa
Dolcezza palpitando allanelante
Seno la stringo, di sudore il volto
85 Ferveva e il petto, nelle fauci stava
La voce, al guardo traballava il giorno.
Quando colei teneramente affissi
Gli occhi negli occhi miei,//

Passiamo alla terza parte, dove si realizza il contatto tanto anelato attraverso la descrizione
delle azioni dei personaggi. La realizzazione massima dellavvicinamento avviene con la
condivisione dello sguardo, i due si guardano reciprocamente negli occhi durante labbraccio e a
questo punto si giunge al culmine della loro unione che psicologica, emotiva, fisica e sensoriale.
Ma da notare che precedentemente a questi versi viene descritta la vista che sembra venire meno,

29
Cfr. Del fingere poetando un sogno.
30
Muniz, Cantos, p. 267.
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offuscata (v.86: al guardo traballava il giorno), per cui intuiamo come questa visione non sia reale
ma illusorio.
// gi scordi, o caro,
Disse, che di belt son fatta ignuda?
90 E tu damore, o sfortunato, indarno
Ti scaldi e fremi. Or finalmente addio.
Nostre misere menti e nostre salme
Son disgiunte in eterno. A me non vivi
E mai pi non vivrai: gi ruppe il fato
95 La fe che mi giurasti. //

Questa quarta parte racchiude, come gi preannunciato, la battuta di congedo della donna.
Gli ultimi quattro versi (vv. 92-95) descrivono il destino che li attende e allo stesso tempo il
fatalismo di lei che sembra accettarlo e non porvi resistenza.
Poco prima della separazione lunione tra i due personaggi, come gi evidenziato
precedentemente, totale. Il verso 92 (Nostre misere menti e nostre salme) mostra la comunione sia
nel corpo che nello spirito (mente) dei due protagonisti. Questo verso intrattiene con quello
successivo un rapporto ossimorico, poich questa unione viene esplicitamente disgregata, son
disgiunte in eterno (v. 93). Inoltre il termine assoluto eterno calca sullimpossibilit futura dun
rinnovato incontro.
Sia il presente che il futuro sono segnati e per i protagonisti non c possibilit di unione, a
me non vivi/ non vivrai (vv. 93-94), permettendo di osservare il dislivello tra i due personaggi. Il
poeta non vive nel medesimo momento della donna, lei gi oltre, nella morte. Ritroviamo il mai
pi (v. 94) che si era gi incontrato in precedenza al verso 45, dal valore assoluto e che dilata in
eterno il loro fato.
Viene poi ribadito come sia il destino (v.94: fato), la legge della natura, ad essere causa di
questa situazione, una forza contro cui lessere umano non pu opporsi e da cui soggiogato, per
cui la promessa damore giurata dal poeta risulta essere totalmente inutile.

//Allor dangoscia
Gridar volendo, e spasimando, e pregne
Di sconsolato pianto le pupille,
Dal sonno mi disciolsi. Ella negli occhi
Pur mi restava, e nellincerto raggio
100 Del Sol vederla io mi credeva ancora.

In questultima parte si manifestano le conseguenze del congedo della donna. Lunica cosa
che rimane di lei lillusione, limpressione della sua presenza, che per solo una sensazione,
qualcosa della mente, del desiderio, e che ancora appartiene al torpore del sonno piuttosto che alla
Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
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realt. Come se la mente cercasse di mantenere intatte le tracce di un incontro mai realmente
avvenuto. Il carattere effimero e intangibile di tutta lesperienza viene ben descritto negli ultimi tre
versi del canto: Ella negli occhi /pur mi restava, e nellincerto raggio/ del sol vederla io mi credeva
ancora.
I termini sottolineati caratterizzano lesperienza sensoriale come incerta, legata al dubbio,
la figura della donna ancora impressa negli occhi ma la vista, secondo i versi precedenti, il
senso pi compromesso, per cui in questo contesto non si parla davvero di vista, quanto pi dello
sguardo della mente e nellimmaginazione che permette di visualizzare le cose
31
.
Il canto si chiude con una struttura ciclica dovuta alla ripresa di alcuni elementi che si
trovano allinizio (la disposizione di questi elementi inoltre a chiasmo). Questo fa si che si possa
ricollegare la scena iniziale con quella finale:

Le pupille/ le pupille (vv. 97, 5)
Sonno/sonno (vv. 98, 4)
Nellincerto raggio/ primo albore (vv. 99, 3)
Del sol/ il sole (vv. 100, 2)

Il risultato di un simile gioco di elementi porta a posizionare lintero incontro avvenuta in un
tempo fuori dal tempo, come se non fosse trascorso inizio e fine combaciano perfettamente ma
tutto fosse avvenuto in una dimensione differente, non soggetta a regole di tempo e spazio. Inoltre
questa ciclicit, questo ritorno allinizio evidenziato anche dal termine ancora, che ribadisce
lidea di una ripetizione, di un ritorno, possibile grazie ai meccanismi di memoria e rimembranza,
che permettono, almeno nella mente, di ripetere esperienze fatte nel passato. Infine il termine
ancora, che si contrappone al perentorio mai pi del verso 94, messo a fine canto e verso, dilata il
proprio significato come un eco. Quello che resta di lei solo il ricordo di unombra incontrata in
sogno, espressione perfetta dellillusione che permette di vivere cose che nella realt non potrebbero
mai pi realizzarsi.






31
Cfr. spiegazione v. 86, al guardo traballava il giorno.
Il Sogno di Leopardi Yasmine Tonini
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Bibliografia

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Fascicolo 1. Anno 1997.

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Catedra, 2009.

LEOPARDI Giacomo, Diario del primo amore e prose autobiografiche, a cura di Giovanni G.
Amoretti, Genova: Il Melangolo, 1981.

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1941 (con integrazioni).

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Dizionario Elettronico Treccani, http://www.treccani.it/

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