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Editoria La Marsilio lancia la collana Gli anemoni dedicata ai classici centroeuropei, proprio mentre riemerge il bisogno di uno spazio

e uno stile di vita alternativi a quelli della globalizzazione


di CLAUDIO MAGRIS
itteleuropa una parola che assomiglia a un chewing-gum malleabile a piacere, dai significati ambivalenti e talora contraddittori, che si affidano pi alla vaga suggestione che a una precisa definizione. Quando Marieluise Fleisser, la possente scrittrice amata e tartassata da Brecht, veniva definita il pi bel seno della Mitteleuropa, non era ben chiaro fin dove di estendeva quel suo invidiabile primato, quali Paesi o citt potessero vantarsene come di una propria gloria: certamente Vienna, Praga, Cracovia, Budapest, Lubiana, Zagabria, forse Trieste; pi difficilmente Berlino o Norimberga. Come ha studiato Arduino Agnelli nella sua fondamentale Genesi dellidea di Mitteleuropa, il termine nasce a met Ottocento per indicare uno spazio politico-economico egemonizzato dagli austrotedeschi e dagli ungheresi. Quando si dice Mitteleuropa anzich usare lespressione meramente geografica Europa centrale, si intende un mosaico plurilingue e pluriculturale attraversato da elementi comuni sottostanti alle diversit nazionali. A creare questa civilt parzialmente comune stato certo in parte lImpero absburgico, ma sono stati soprattutto due elementi sovranazionali: la lingua tedesca, parlata anche in tutti i Paesi non tedeschi di quel mondo, e la civilt ebraica, presente in ognuno di essi. La Mitteleuropa stata essenzialmente la simbiosi ebraico-tedesca, finita con lo sterminio di una delle sue componenti da parte dellaltra, con quella Shoah che stata non solo una inaudita barbarie ma anche un suicidio della Germania e del suo ruolo centrale in Europa. La parola Mitteleuropa ha potuto indicare molte cose, anche opposte: ha potuto essere un programma nazionalista tedesco come nel libro di Naumann o addirittura unEuropa centrale unificata dal nazismo, come per Srbik. Ha siVETRINA DI UN KAFKA BOOKSHOP A PRAGA (CORBIS)

La terza alba della Mitteleuropa Dopo gli inverni, una nuova sfida
Una civilt pi forte di nazismo, comunismo e capitalismo selvaggio
gnificato soprattutto il contrario, ovvero una cultura sovranazionale contrapposta ai nazionalismi scatenati negli anni fra le due guerre mondiali, ai vari fascismi e in primo luogo al nazismo; un ideale umanistico, il senso di unappartenenza a una cultura pi ampia di ogni identit nazionale. stata una metafora di resistenza: dapprima contro fascismo e nazismo, dopo la Seconda Guerra Mondiale contro il dominio sovietico e, pi sfumatamente ma sempre, contro uno stile di vita capitalistico-americano. Il kafkiano Josef K o il santo bevitore di Joseph Roth si contrappongono ai Chicago-boys quasi come ai gerarchi fascisti o ai commissari del popolo sovietici. La Mitteleuropa vive soprattutto nella sua letteratura, di cui un recente e ancor inedito saggio di Igor Fiatti illustra il ricchissimo panorama; letteratura che insieme coro e dissonanza, cacafonia, come scrive ironicamente lo svedese Daniel Hjorth giocando col termine Cacania, la definizione musiliana dellAustria absburgica. Questa civilt, che ha tenacemente e ironicamente resistito a Hitler e a Stalin, rischia per la prima volta di scomparire, travolta da uno sgangherato anarco-capitalismo che imperversa in tanti suoi Paesi, accompagnato da violente regressioni nazionaliste e razziste che sono la pi cupa e pacchiana negazione della Mitteleuropa. E invece oggi c bisogno pi che mai di quella civilt mitteleuropea cos sensibile al disagio, cos diffidente nei confronti di tutti i sistemi politici e filosofici totalizzanti che pretendono di far marciare il mondo come un esercito e di interpretare e guidare trionfalmente la marcia della Storia stessa. Ci sarebbe pi che mai bisogno di quella cultura e di quella umanit cos esperte dellombra della vita, dei frammenti in cui la nostra esistenza spesso si disgrega, di ci che resta al margine del corso arrogante del progresso, di ci che manca al cuore e della dolorosa e amorosa ironia di cui il cuore ha cos bisogno. La nuova collana Gli anemoni, creata dalleditore Marsilio, diretta e garantita dalla competenza di Luigi Reitani e Annalisa Cosentino e dedicata ai classici centroeuropei, di cui stanno per uscire i primi titoli pu essere salutata come un vitale antidoto allunifor-

I grandi classici

Una dimensione dellanima che include citt come Vienna, Praga, Cracovia, Budapest, Lubiana, Zagabria, Trieste, forse Berlino o Norimberga

Nel catalogo della nuova collana Gli anemoni della editrice Marsilio, diretta da Luigi Reitani e Annalisa Cosentino, ci sono alcuni tra i pi importanti autori classici mitteleuropei. Da sopra: il cco Jan Neruda (1834-1891), autore de I racconti di Mal Strana; Karel Mcha, (1810-1836), anchegli cco, autore ottocentesco di Maggio, in uscita il 17 aprile; Joseph Roth, (1894-1939), nato nella Galizia ucraina, di cui uscir il primo romanzo, Hotel Savoy, il 17 aprile; Jzef Wittlin, (1896-1976), anchegli galiziano ma di lingua polacca, autore de Il sale della terra

me appiattimento che, sotto lapparenza di una caotica variet, sta imponendo su scala planetaria pi o meno gli stessi modelli e soprattutto il sentimento che le cose cos come vanno sono lunica realt possibile, mentre Musil insegna che potrebbero benissimo andare altrimenti. Non c troppo da illudersi, perch nessun Davide, contrariamente a quanto si dice, ha mai vinto nessun Golia, ma intanto si pu tirare a questultimo un bel sasso in testa. I nuovi Anemoni non faranno certo dimenticare linsostituibile collana di classici tedeschi Gli Elfi diretta per Marsilio sino a ieri da Maria Fancelli con particolare finezza di scelta, di gusto e rigore filologico. Da molti anni c in Italia un forte interesse per la Mitteleuropa e la sua letteratura. Un contributo essenziale e meno noto di quanto sarebbe giusto stato dato, qualche decennio fa, dalla casa editrice Marietti in una collezione diretta da Antonio Balletto, promotore pure di fondamentali traduzioni di testi filosofici religiosi ebraici e islamici, tra i quali La stella della redenzione di Franz Rosenzweig. In quella collana Marietti sono state pubblicate le prime dirette versioni dallo jiddisch di autori classici quali Shalom Aleichem, Mendele Moicher Sfurim o Schalom Asch, curate da Daniela Leoni; sono stati pubblicati ad esempio classici austriaci di Stifter o Lenau e romanzi austriaci notevolissimi e ancor oggi poco noti come Luomo nel canneto di George Saiko, geniale fusione sperimentale di romanzo politico e psicologia del profondo o Tokeah e la rosa bianca di Charles Sealsfield, western ottocentesco di un

bizzarro scrittore, prete cattolico e poi viaggiatore e narratore avventuroso in America; classici cchi di Neruda o sloveni di Cankar. La Marietti, casa editrice soprattutto scolastica e religiosa, non ha avuto la forza sufficiente per affermarsi sul mercato e la letteratura mitteleuropea stata diffusa, in una ricca variet di scelta, specialmente dalla Adelphi, ma quei testi meriterebbero di essere ripresi. La prima scelta offerta dagli Anemoni autori di lingua tedesca, cca, polacca estremamente stimolante, classica e insieme innovatrice: Il redentore di Musil, grande, originale e autonomo nucleo dellUomo senza qualit; le

Lultima tragedia Una simbiosi essenzialmente ebraico-tedesca, finita con lo sterminio di una delle sue componenti da parte dellaltra
Lettere a Milena di Kafka; I racconti di Mal Strana di Jan Neruda; Maggio di Mcha, lautore cco la cui riesumazione pubblica nel 1939 fu una dimostrazione della libert cca schiacciata dai nazisti; Hotel Savoy, il primo romanzo di Joseph Roth e forse il suo capolavoro, storia errabonda di lontananza, di esilio e di ritorno, scevra del successivo pathos ideologico, e Il sale della terra di Jzef Wittlin, quasi conterraneo di Roth e suo parallelo polacco, anchegli rapsodo dei confini orientali dellImpero. Pure una collana di questo genere pu essere un piccolo sale della terra.
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