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Scrivere per appartenere

Tim Parks

TIM PARKS

uno scrittore
britannico. Vive
in Italia. Il suo
ultimo libro
pubblicato in italiano
Morte in mostra
(Bompiani 2016).
Questo articolo
uscito sulla New York
Review of Books con
il titolo Italy: writing
to belong.

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una continuit di comportamen dellalveare immagina unItalia in cui salita al potere


to tra le storie che raccontiamo e il unorganizzazione simile al Movimento 5 stelle che,
nostro modo di vivere? E, se s, nata in opposizione alleccesso di fazioni, diventa lei
questa continuit fa anche parte stessa la fazione dominante. Una delle caratteristiche
della comunit? possibile azzar pi inquietanti del movimento, che Latronico descrive
dare lipotesi che la narrativa e il bene, che chi ne fa parte spesso chiamato a votare
comportamento nella vita reale si sostengano e si raf online per decretare lespulsione di chi si dimostrato
in qualche modo indegno del gruppo.
forzino a vicenda?
Forse questi esempi non vanno molto oltre laned
Prendiamo il caso dellItalia. Tutti sanno che fra i
tratti distintivi della vita pubblica italiana ci sono le doto. Avrebbe invece pi senso cominciare a chiedersi
fazioni, nelle loro forme pi varie: regionalismo, fami quali sono le emozioni e le storie tipiche del familismo
lismo, corporativismo, campanilismo o anche sempli e delle fazioni, e come gli autori italiani le afrontano. Si
limitano semplicemente a condannare
cemente gruppi di amici che restano in
questo modello di organizzazione socia
stretto contatto dallinfanzia alla vec Quali sono le storie
le o, al contrario, arrivano a esaltarlo e a
chiaia e spesso si sposano, si separano e tipiche del
promuoverlo? O entrambe le cose? Forse
si risposano tra loro. Si potrebbe dire, familismo e delle
il sistema italiano non il modo peggiore
insomma, che per molti italiani il valore fazioni, e come le
personale pi importante lapparte afrontano gli autori di gestire la vita, dopotutto.
Appena cominciamo a pensare in
nenza, il riconoscersi come parte rispet italiani? Si limitano
tata di un gruppo che a sua volta merita a condannare questa questi termini, la prima cosa che ci colpi
sce quanti scrittori italiani nei secoli
rispetto. Per, ahim, raro che questo
organizzazione
siano stati esuli di qualche tipo. In una
gruppo corrisponda alla comunit pi
sociale o arrivano
societ in cui il valore dellappartenenza
ampia, e anzi spesso in feroce conlitto
supremo, la gente vigila maniacalmen
con questa o con altri gruppi simili. Cos a esaltarla?
te su chi merita di essere incluso in una
la lealt verso una citt, un sindacato, un
partito politico o una sua fazione hanno la meglio sulla famiglia, un gruppo o una comunit, e la minaccia di
solidariet verso la nazione, spesso autorizzan do esclusione rischia di pregiudicare lesistenza stessa del
comportamenti di dubbia moralit e politiche evi le persone. Dante fu condannato allesilio da Firenze
dentemente autolesioniste. Seguita la pace di fuora, nel 1302 e trascorse gli ultimi ventanni della sua vita
ricominci la guerra dentro un tipico commento cercando di tornarci. NellInferno tornano continua
delle Istorie iorentine di Niccol Machiavelli, e altrove mente emozioni contrapposte: la desolazione per
lautore precisa che solo sotto la minaccia di un forte lesclusione e la gioia dellinclusione, la vergogna di chi
potere esterno gli stati italiani raggiunsero qualche subisce il disprezzo dei propri pari, ma anche lindigna
parvenza di unit. Nella stessa Firenze, tra le fazioni zione quando si scopre che quegli stessi pari non meri
dominanti ogni caso che veniva davanti a magistrati, tano rispetto. Quasi non c defunto che non pensi os
ancora che minimo, si riduceva fra loro in gara. LIta sessivamente alla sua reputazione presso familiari e
lia di oggi, tutto sommato, non tanto lontana da quel amici iorentini, al punto che sembrano tutti pi esiliati
che morti, pi turbati per non essere a un tiro di schiop
la del cinquecento.
Osservazioni del genere possono sembrare luoghi po dallArno che per la propria condizione di dannati.
In generale lInferno condanna le fazioni, ma gli
comuni, ma pochi si sono chiesti come questo feno
meno si rilette nella letteratura nazionale. Titoli fa studiosi hanno mostrato da un pezzo come nella Commosi come Jack Frusciante uscito dal gruppo di Enrico media Dante scegliesse di volta in volta chi criticare e
Brizzi o La solitudine dei numeri primi di Paolo Giorda chi elogiare a seconda dellaiuto che quel tale perso
no sono eloquenti, come pure lossessione che porta le naggio poteva ofrirgli per tornare a Firenze. Verso la
due protagoniste dellAmica geniale di Elena Ferrante ine del Paradiso, quando era chiaro che nessuna delle
a servirsi del proprio talento nella scrittura per sfuggi sue mosse politiche lavrebbe riportato in patria, Dan
re alla comunit napoletana in cui sono cresciute e te espresse la speranza che l poema sacro () vinca la
farsi ammettere in una societ pi rispettabile. Il re crudelt che fuor mi serra. Come con Elena Ferrante
cente romanzo di Vincenzo Latronico La mentalit settecento anni dopo, la scrittura vista come un mez

Internazionale 1174 | 7 ottobre 2016

GIPI

Storie vere
A Pathankot, nel
Punjab indiano,
stato arrestato un
piccione. Il volatile
stava trasportando
dal vicino Pakistan,
legato a una delle
zampe, un messaggio
di minacce al primo
ministro indiano
Narendra Modi e
a tutto il paese.
Rakesh Kumar, della
polizia di Pathankot,
ha dichiarato che
il piccione,
intercettato dalle
forze di sicurezza, si
trova in stato di
detenzione.

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zo per guadagnarsi laccesso nel gruppo a cui si vuole


appartenere.
Molti scrittori italiani hanno soferto lesilio e in minor misura lo sofrono ancora oggi, basti pensare al premio Nobel Dario Fo, che si lamenta spesso di essere
stato escluso dai programmi della Rai. Una spiegazione
che loro stessi erano e sono profondamente coinvolti
nel dibattito pubblico. Nella logica dello spirito di appartenenza italiano, i gruppi dominanti cercano sempre di conquistare alla propria causa artisti di successo,
i quali da parte loro si tirano raramente indietro, visto
che la partecipazione, in Italia, sempre la via per il prestigio. Dalle citt stato rinascimentali ai partiti, ai giornali e ai social network di oggi, pochissimi grandi autori italiani non sono stati attivi nella vita pubblica del
paese, o non hanno in qualche modo provato a esserlo.
Spesso proprio il loro ruolo di primo piano nella
vita pubblica a condurli allesilio. Cos stato per Dante
e probabilmente per Torquato Tasso e Ugo Foscolo. Allontanato dal suo incarico nel governo dopo il ritorno
dallesilio della famiglia Medici nel 1512, Machiavelli fu
costretto a ritirarsi nel suo podere fuori da Firenze e
scrisse un libro, Il principe, con cui sperava di accedere
di nuovo al ruolo politico che desiderava. Lidea che lo
scrittore dovrebbe tenersi assolutamente fuori dalla
vita pubblica e che la purezza della sua arte non debba
essere posta al servizio di nessuno era dominante in
Inghilterra e in Francia alla ine dellottocento, ma in
Italia non ha mai veramente attecchito.
Il lato negativo di tutto questo che appena un giovane scrittore italiano raggiunge un certo successo
pensiamo a Claudio Magris negli anni ottanta, a Enrico
Brizzi nei novanta e pi recentemente a Roberto Saviano e Paolo Giordano viene ingaggiato per scrivere ininiti articoli dopinione da uno dei grandi quotidiani
nazionali, che naturalmente si ofende se lo scrittore
poi irma un articolo per un altro giornale, gesto considerato un tradimento. Stupisce quanti articoli banali
abbia continuato a scrivere per il Corriere della Sera un

Internazionale 1174 | 7 ottobre 2016

grande poeta come Eugenio Montale, anche quando


era venuta meno la necessit inanziaria.
Non stupisce invece che la natura stessa dellitaliano letterario sia inluenzata da questo schema comportamentale, poich lo stile diventa per lo scrittore un
modo per esprimere la propria posizione sulle varie fazioni in campo. Dante insistette a scrivere la Divina
commedia in volgare toscano per strappare lo scettro
della lingua al circolo ristretto dei latinisti, unlite privilegiata a cui per nascita non apparteneva e da cui temeva sempre di essere escluso. Pi tardi, in esilio, sarebbe rimasto sbalordito dalla scoperta dei dialetti
dItalia, cos diversi e incomprensibili tra loro. Il volgare
non era il collante che simmaginava.
Non lo sarebbe stato per altri cinquecento anni. Intorno al 1840 Alessandro Manzoni si diceva irritato dal
fatto che, durante una conversazione con gli amici milanesi, se si presentava qualche napoletano, veneziano
o iorentino, tutti erano costretti a parlare in italiano
invece che nel dialetto locale. Si perdeva limmediatezza dellespressione. Eppure fu proprio Manzoni a riscrivere due volte il grande romanzo I promessi sposi perch
potesse diventare il modello linguistico nazionale, disponibile alluso per tutti e, dopo lunificazione nel
1861, addirittura imposto a tutti attraverso un sistema
scolastico che voleva disperatamente raggiungere
ununit culturale nella penisola.
Naturalmente, essendo imposta, la lingua nazionale era anche malvista. Ancora oggi in tutta Italia continua a iorire la poesia dialettale, insieme a romanzi con
unalta densit di parole della lingua locale, come quelli del giallista siciliano Andrea Camilleri. In un modo o
nellaltro in Italia lo stile della prosa implica sempre un
gesto di lealt e appartenenza, che sia a unlite, alla
cultura giovanile, a unideologia o a una classe sociale.
Lunico stile italiano assolutamente neutrale e ipercorretto andr cercato nelle ininite traduzioni, soprattutto
di romanzi statunitensi, che costituiscono circa il 50 per
cento della narrativa letta dagli italiani. Si meno inclini allirritazione quando un autore viene dallestero ed
estraneo ai conlitti che animano la vita italiana. Cos
i lettori possono unirsi intorno a Jonathan Franzen o
a Toni Morrison ma pi diicilmente intorno a Umberto Eco o a Saviano.
La continuit di questa dinamica nella vita italiana
ha dello straordinario. Sotto il fascismo, molti scrittori
con ailiazioni sospette venivano condannati allesilio
interno, il conino, e cos allontanati dai gruppi che davano signiicato alla loro vita. Altri sostenevano il regime e godevano di tutti i vantaggi dellappartenenza al
partito. Alcuni, come Curzio Malaparte, oscillavano
tra le due posizioni: ora dentro lestablishment, ora
fuori, poi dentro di nuovo. Se si guarda la produzione
degli scrittori del periodo, anche quando apparentemente privata e ostinatamente apolitica, la questione
dellappartenenza quasi sempre centrale. Nei romanzi di Natalia Ginzburg i momenti di maggior pathos sono sempre legati alla morte in solitudine di
qualche escluso dal gruppo, mentre quelli comici provengono da persone che trovano il modo di costringere il gruppo ad assisterle mostrandosi incapaci o inet-

te. Arturo, il magniico protagonista dellIsola di Arturo di Elsa Morante, sogna di essere ammesso a una
tavola rotonda di nobili eroi per poi scoprire che quel
padre a cui attribuiva meriti eccelsi in realt si muove
in un mondo di irredimibile squallore. In quasi tutti i
romanzi di Cesare Pavese il protagonista attratto dal
coinvolgimento in un gruppo, ma poi improvvisamente se ne ritrae disgustato.
In romanzi pi recenti la preoccupazione resta la
stessa, ma aggiornata. Certi autori italiani preferiscono
scrivere e pubblicare in gruppo al pi famoso Wu Ming
seguono Kai Zen, Mama Sabot e Babette Factory mentre la Lyceum academy di Milano ofre addirittura corsi
di scrittura creativa collettiva, cosa diicile da immaginare nel mondo anglosassone. interessante che la
solidariet al proprio gruppo sia presentata anche in
opposizione ad altri gruppi, in particolare quelli del
mondo mediatico: i quattro componenti di Wu Ming
(allinizio erano cinque), viaggiano insieme e presentano insieme i loro libri, ma riiutano di farsi fotografare o
di apparire in televisione. Come spesso succede, formare un gruppo diventa un modo per distinguersi dagli
altri gruppi, nella costante ossessione italiana per linclusione-esclusione. Perino lanonimato di Elena Ferrante pu essere letto come un provocatorio tirarsi
fuori in una societ in cui essere dentro noti e in vista
una priorit, ma anche un rischio. Insomma, se gli
scrittori italiani non fanno altro che condannare le fazioni, inevitabilmente le loro opere esprimono emozioni, valori e storie di un mondo in cui lappartenenza
pi importante di qualsiasi altro valore, compresi la libert, la bont e il successo.
Cos lItalia rimane il paese in cui i cosiddetti insulti regionali sono stati (un po assurdamente) vietati negli stadi, ma sono ammirati se a lanciarli Dante:
Ahi Genovesi, uomini diversi / dogne costume e pien
dogni magagna, / perch non siete voi del mondo
spersi?. u eg

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