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Spinoza

La sostanza << ci che in s e per s si concepisce>>, vale a dire ci il cui concetto non ha bisogno del concetto di unaltra cosa, dal quale esso debba essere formato. Con la prima parte della formula egli intende dire che la sostanza,essendo da s,in quanto deve unicamente a se stessa la sua esistenza, rappresenta una realt auto-sussistente ed auto-sufficiente, che per esistere non ha bisogno di altri esseri. Con la seconda parte della formula, intende dire che la nozione di sostanza, essendo concepibile soltanto per mezzo di se stessa, rappresenta un concetto, che per essere pensato non ha bisogno di altri concetti. Quindi, la sostanza possiede unautonomia ontologica e concettuale, poich si identifica con una realt che non presuppone, ma eventualmente presupposta,da ogni altra possibile realt, e con un concetto che non presuppone , ma eventualmente presupposto, da ogni altro possibile concetto. Il panteismoSpinoza ritiene che Dio e mondo non costituiscano due enti separati,ma uno stesso ente, in quanto Dio non fuori dal mondo, ma nel mondo, e costituisce con esso, quellunica realt globale che la Natura. Spinoza perviene al panteismo sulla base dellunicit della Sostanza. Infatti, se la Sostanza unica, essa avr tutto dentro di s e nulla fuori di s, per cui le cose del mondo saranno per forza la Sostanza o la manifestazione in atto di tale Sostanza. Il panteismo, quindi, coincide con il panenteismo. Gli attributisono ci che lintelletto percepisce della sostanza come costituente la sua essenza, ossia le qualit essenziali della Sostanza. Essendo questultima infinita, in quanto la sua essenza illimitata, infiniti saranno pure i suoi attributi. Degli infiniti attributi della Sostanza, e quindi degli infiniti volti della Natura, noi ne conosciamo soltanto due: lestensione e il pensiero. I modi sono i modi dessere, cio le manifestazioni o le concretizzazioni particolari della Sostanza. Come tali, essi esistono e possono essere pensati solo nella Sostanza e in virt della Sostanza. La causa immanente secondo il panteismo spinoziano,Dio, rispetto alle cose, non causa transitiva, cio unattivit produttrice il cui prodotto esiste fuori di essa, bens una causa immanente, ovvero unattivit produttrice il cui prodotto esiste in essa stessa. Libert e necessit in Dio secondo Spinoza, la libert di Dio non risiede nel libero arbitrio. Di conseguenza, Dio risulta libero e necessitato al tempo stesso. Libero perch agisce senza alcun condizionamento esterno, necessitato perch agisce necessariamente in virt delle leggi immanenti del suo essere o della sua perfezione. Di conseguenza, la libert dellagire di Dio consiste nella sua necessit, cio nella sua perfetta conformit alle leggi della natura divina. Il che significa che tutto ci che Dio pu, lo fa, e lo fa necessariamente dalleternit, ovvero che la Natura un ordine immutabile. Il rapporto fra la Sostanza e i modi si configura in maniera diversa da quello creazionistico o emanazioni stico. Infatti, la Sostanza spinoziana non n la causa creante della metafisica cristiana, n la causa emanante della metafisica neoplatonica. Essa non neppure la Natura infinita che per la sua sovrabbondanza di potenza genera infiniti mondi, secondo il naturalismo di Bruno. Essa piuttosto un Ordine cosmico o un Teorema eterno da cui le cose scaturiscono o seguono in modo necessario. Anti-finalismo la concezione di Dio come ordine geometrico delluniverso mette Spinoza in antitesi ad ogni forma di finalismo. Egli ritiene che tutte le cause finali sono nate dal fatto che le cose naturali sono state fatte apposta per luomo. Il pregiudizio del finalismo rende imperfetto ci che perfetto. E perfetto leffetto che immediatamente prodotto da Dio, imperfetto quello che,per essere prodotto, ha bisogno di cause intermedie. Parallelismo psico-fisico formula con cui si intende la dottrina spinoziana circa i rapporti tra pensiero ed estensione. Spinoza ritiene che pensiero ed estensione siano due realt qualitativamente eterogenee, che

risultano in un rapporto di corrispondenza biunivoca, nel quale ad ogni moto corporeo corrisponde unidea. Ci avviene in quanto il corpo nientaltro che laspetto esteriore della mente, cos come la mente nientaltro che laspetto interiore del corpo. Secondo Spinoza, ci che garantisce e fonda la correlazione necessaria fra mente e corpo lordine unitario dellessere. Questo ordine appunto la Sostanza, il Deus sive Natura, la struttura unitaria e matematica del cosmo. Di conseguenza, il parallelismo psico-fisico spinoziano sostanze,sottintende un monismo metafisico, che scorge nel pensiero e nellestensione non due sostanze ma due attributi diversi di una medesima sostanza. La naturalit delluomoSpinoza afferma che la nostra specie costituisce una formazione naturale come tutte le altre, sottoposta alle comuni leggi delluniverso. Le leggi e le regole della natura, secondo le quali tutto avviene e si muta da una forma allaltra, sono dovunque ne sempre le medesime e quindi una sola e medesima deve pur essere la maniera di conoscere la natura delle cose, quali che esse siano, e cio mediante le leggi e le regole universali della natura. Gli affetti primariCartesio aveva parlato di passioni primitive, identificandole nellammirazione, nellamore, nellodio, nel desiderio, nella gioia e nella tristezza. Spinoza parla di affetti primari e li identifica nello sforzo di autoconservazione, nella Letizia e nella Tristezza. Da questi affetti primari ne derivano anche le nozioni di bene e male. Sforzo di autoconservazione il principio fondamentale che regge il comportamento dellindividuo. Questo sforzo(conatus) quando riferito soltanto alla mente, si chiama Volont; ma, quando riferito insieme alla Mente e Corpo, si chiama Appetito; questo, quindi, non altro se non la stessa essenza delluomo. Quando lAppetito cosciente di s dicesi Cupidit. Conoscenza di primo genere la percezione sensibile o limmaginazione, tramite cui la mente coglie la realt in modo slegato e parziale, mediante idee oscure e confuse, che essa si limita a subire senza comprendere, come se fossero conseguenze senza premesse. La cognizione di primo genere si identifica quindi con la conoscenza prescientifica del mondo, ossia con quel tipo di conoscenza che, invece di connettere causalmente le varie realt fra di loro, collocandole nellordine dovuto, si limita a percepire isolatamente oppure ad unirle con nomi comuni. Lerrore di questo tipo di conoscenza consiste nella sua inadeguatezza, nel modo parziale e confuso di rappresentare il mondo. Come tale, lerrore non possiede una realt positiva, essendo semplicemente privazione di conoscenza adeguata. Il corrispondente etico di questo momento della conoscenza la servit alle passioni. Conoscenza di secondo genere quella che scaturisce dalla ragione e si fonda sulle idee comuni, ovvero su quelle nozioni che riproducono le caratteristiche strutturali delle cose. La cognizione di secondo genere si identifica dunque con quella visione razionale del mondo, che trova nelle scienza la sua tipica espressione. A differenza del primo genere di conoscenza, essa connette le cose fra di loro, considerandole nei loro rapporti di causa-effetto e nel loto ordine necessario. Lequivalente di questa fase conoscitiva la vita secondo virt e libert. Il terzo grado di conoscenzasi fonda sullintelletto e consiste nel riguardare la realt alla luce di una scienza intuitiva che, innalzandosi al di sopra delle limitazioni del finito e della conoscenza di secondo genere arriva cogliere lUno nei molti e i molti nellUno. Il terzo grado di conoscenza si identifica con la metafisica stessa di Spinoza, ossia con la visione delle cose nel loro scaturire da Dio. Visione che consiste nel cogliere luniverso dal punto di vista delleternit. Il culmine di questo stato conoscitivo lamore intellettuale di Dio. Lamore intellettuale di Dio la Letizia che nasce dalla conoscenza di quellordine necessario che la stessa sostanza di Dio. Lamore intellettuale di Dio eterno ed parte dellamore infinito co cui Dio ama se stesso. Il concetto di esso rivela lultimo pensiero di Spinoza per ci che riguarda Dio e la conoscenza

delluomo. Dio lordine geometrico delluniverso. La conoscenza di ogni singola cosa come elemento o manifestazione necessaria di questordine contemplazione di Dio e amore intellettuale di lui. Lamore intellettuale di Dio rappresenta il grado pi alto dellascesi etica delluomo e si identifica con la libert e la virt portate ai loro massimi livelli. La beatitudine non un premio all virt e noi non ne godiamo perch reprimiamo le nostre passioni, ma viceversa poich ne godiamo possiamo reprimere le nostre passioni.

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