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D'AQUINO
Le cinque vie per
attestare l'esistenza di Dio
“Per convertire qualcuno, vai e
prendi loro per mano e guidali.”
San Tommaso d'Aquino rappresenta una delle colonne portanti del pensiero filosofico
occidentale, e offre l'esempio di un ricercatore che ha saputo vivere intensamente ciò
che stava al centro dei suoi studi, il Messaggio di Cristo. Ancora oggi, a distanza di
secoli, rimane un testimone profetico, che ci ricorda come parola e azione debbano
sempre corrispondere. I suoi testi teologici rappresentano una trama colorita e
poliedrica di una trama ancora più vasta, anzi infinita: quella del “pensiero di Dio”.
“Siccome di Dio non possiamo sapere che cosa è, ma piuttosto che cosa
non è, non possiamo indagare come Egli sia, ma piuttosto come non
sia”.
Recita così il prologo della sua più famosa opera, la “Summa theologiae”.
Tommaso parte dalla constatazione che i contenuti della fede, non possono
contraddire le verità scoperte dalla ragione naturale.
Questa è comunque in grado di fornire a sua volta alcuni “preamboli” capaci di
elevare alla fede. Proprio grazie alla ragione, attraverso dunque tale schema
“scientifico”, si può arrivare a conoscere “il fatto che Dio è” (in latino, “de Deo
quia est”).
Senza questa premessa, non si potrebbe credere che Gesù ne sia il Figlio. Quel
che rimane inconoscibile alla ragione - ossia il “quid est” ( “che cosa è” Dio) -
resta invece oggetto di fede.
"TOMISMO"
San Tommaso è il principale esponente della filosofia
FILOSOFIA SCOLASTICA
scolastica del 1200.
Egli cercava di riallineare la filosofia aristotelica al
Cristianesimo: la filosofia scolastica partiva dal
presupposto secondo cui l'intelligenza umana è in grado di
raggiungere la verità mediante il metodo speculativo e
assumeva che esistono tre diversi ordini di verità a cui
rivolgere la speculazione.
Il suo sistema filosofico, detto "tomismo", costituì per
secoli il filone principale sia della dottrina teologica, sia
dell'insegnamento etico, sia della visione del mondo della
Chiesa cattolica.
Tra ragione e fede non c'è contraddizione, e il corretto uso della prima costituisce, in più
sensi, la necessaria approssimazione alla seconda: ne dimostra i preamboli, cioè le verità su
cui si fonda, come l'esistenza di Dio e le sue caratteristiche, e quindi può essere utilizzata sia
per chiarire le verità della fede (evidenti in sé solo dalla prospettiva divina, non certo da
PREAMBOLI
quella umana) per mezzo di similitudini che per controbattere alle obiezioni che le vengono
mosse.
Le leggi del creato sono contenute nel creato stesso, e possono essere
comprese per mezzo della ragione. Ad esempio la legge del movimento,
oppure la legge della causa-effetto sono ricavate dalla ragione proprio
l'attraverso l’osservazione della natura e divengono direttamente
associabili all'operato di Dio.
A livello della conoscenza umana, possiamo dire di conoscere
una cosa quando siamo arrivati alla scoperta delle sue cause
prossime ed anche remote. Non basta soltanto una conoscenza
della cause prossime, cioè: un fatto è effetto di una causa che
immediatamente lo precede; ma l’essere umano, in quanto
essere pensante e autocosciente, si chiede anche la ragione
EX MOTO, MOVIMENTO
Ammettere l’esistenza di un primo motore EX GRADU, GRADI DI PERFEZIONE
immobile identificabile proprio in Dio. Avere per forza un termine di paragone
assoluto che detenga ogni perfezione in sommo
EX CAUSA, CAUSALITA' EFFICIENTE grado , che è necessariamente Dio.
Ammettere l’esistenza di una prima causa
incausata, che coincide con Dio.
EX FINE, FINALISMO
EX CONTINGENTIA, CONTINGENZA Far sì che gli enti naturali siano guidati da un
principio a loro esterno che li ordina volgendoli
Ammettere l'esistenza di un ente dal quale ogni
a tale scopo e questo principio è Dio.
altro ente viene al mondo, un ente che esista
necessariamente, quindi Dio.
LA QUARTA VIA
È evidente che nella realtà ci siano dei gradi di
GRADI DI PERFEZIONE