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Su quello europeo, era in conflitto aperto con Genova, la quale poco dopo la sua salita al trono sconfisse la
flotta trapezuntina e occupò alcune zone sulla costa. Nel 1418 Alessio fu forzato alla firma di un accordo di
pace con cui accettava di versare tributi a Genova fino al 1422. Nel 1425, tuttavia, un nuovo conflitto si
protrasse fino al 1428, indebolendo ulteriormente Trebisonda[5].
Sul fronte asiatico, la regione era piombata nel caos dopo la morte di Tamerlano, spaccandosi in due imperi:
quello di Ak Koyunlu e quello di Kara Koyunlu[5].
Alessio tentò di mantenere una posizione neutrale attraverso un'attenta politica matrimoniale, realizzata
attraverso le sue figlie. Diede la maggiore, Elena, in sposa al despota serbo Durad Brankovich (anche se la
ragazza morì giovanissima poco dopo le nozze)[6]; la seconda, di nome ignoto, a Jahan Shah, sovrano di
Kara Koyunlu[5]; e la più giovane, Maria, all'imperatore Giovanni VIII Paleologo[5]. È invece dubbio se
avesse una quarta figlia, Teodora, che sposò Ali Beg, o più probabilmente suo padre Kara Yuluk Osman,
sovrano di Ak Koyunlu[5].
Allo stesso tempo, associò al trono suo figlio maggiore, Giovanni, nel 1417. Tuttavia, Giovanni gli si
ribellò contro, prima accusando di adulterio la sua stessa madre (e uccidendo il suo presunto amante, il
tesoriere di corte) e poi tentando di uccidere entrambi i genitori per prendere il trono. Fallito il colpo di stato
grazie all'intervento della nobiltà, fuggì in Georgia e poi a Caffa (all'epoca una colonia genovese), e Alessio
nominò suo co-imperatore il suo secondogenito, Alessandro[7].
Morte
Nel 1426 Teodora morì, e il dolore di Alessio fu tale da estraniarlo dal governo[7], tanto che, quando, il 26
aprile 1429, Giovanni sbarcò a Trebisonda alla guida di un esercito finanziato da Genova, la stessa nobiltà
che in precedenza lo aveva protetto lo tradì, convincendolo a incontrare il figlio che lo fece pugnalare la
notte stessa[2], proclamandosi imperatore[7].
Ad Alessandro venne permesso andare in esilio: secondo Pero Tafur, si trasferì a Costantinopoli presso la
sorella Maria[8].
Sepoltura
Giovanni IV fece seppellire suo padre in un mausoleo costruito fuori la cattedrale di Chrysokephalos. La
tradizione successiva, secondo cui il mausoleo conteneva il corpo di un eroe turco, permise alla tomba di
venire risparmiata fino al 1918[9].
Nel 1916, scavi effettuati da Fyodor Uspensky ritrovarono due scheletri, uno dei quali fu indicato come
quello di Alessio IV. La tomba fu distrutta nel 1919 e i resti affidati prima a Chrysanthos Philippides,
metropolita di Trebisonda; poi, nel 1923, durante lo scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia, a George
Kandilaptes, che li portò in Grecia perché venissero esposti al Museo bizantino e cristiano di Atene. Infine,
nel 1980, furono traslati a New Soumela, vicino a Kastania, Imathia. Attualmente, quello di Alessio IV è
l'unico scheletro di un imperatore bizantino noto[9].
Discendenza
Da Teodora, Alessio ebbe almeno sei figli:[2][10]
Note
1. ^ Che sposò Jahan Shah
2. Kelsey Jackson Williams, A Genealogy of the Grand Komnenoi of Trebizond, 2007-01. URL
consultato il 13 febbraio 2023.
3. ^ Miller, William, 1864-1945., Trebizond the last Greek empire of the Byzantine era, 1204-
1461., Argonaut, 1969, p. 73, OCLC 567790414. URL consultato il 13 febbraio 2023.
4. ^ Emperors of Trebizond, in A History of Greece, 6 novembre 2014, pp. 434–435,
DOI:10.1017/cbo9781139924450.022. URL consultato il 13 febbraio 2023.
5. Miller, William, 1864-1945., Trebizond the last Greek empire of the Byzantine era, 1204-
1461., Argonaut, 1969, pp. 79-80, OCLC 567790414. URL consultato il 13 febbraio 2023.
6. ^ Milica Ristić, Halfway Between Byzantium and Serbia: Marriage Provisions of the Second
Žiča Charter ., in Vesnik pravne istorije, vol. 2, n. 1, 18 dicembre 2021, pp. 165–211,
DOI:10.51204/hlh_21108a. URL consultato il 13 febbraio 2023.
7. Miller, William, 1864-1945., Trebizond the last Greek empire of the Byzantine era, 1204-
1461., Argonaut, 1969, p. 81, OCLC 567790414. URL consultato il 13 febbraio 2023.
8. ^ Vasilʹev, A. A. (Aleksandr Aleksandrovich), 1867-1953., Pero Tafur : a Spanish traveler of
the fifteenth century and his visit to Constantinople, Trebizond, and Italy, 1932, p. 98,
OCLC 43129447. URL consultato il 13 febbraio 2023.
9. Moffatt, Ann, editor., Maistor : classical, Byzantine and Renaissance studies for Robert
Browning, pp. 324-326, ISBN 90-04-34461-6, OCLC 1328874260. URL consultato il 13 febbraio
2023.
10. ^ Michel Kuršanskis, La descendance d'Alexis IV, empereur de Trébizonde. Contribution à
la prosopographie des Grands Comnènes, in Revue des études byzantines, vol. 37, n. 1,
1979, pp. 239–247, DOI:10.3406/rebyz.1979.2098. URL consultato il 13 febbraio 2023.
11. ^ Michel Kuršanskis, La descendance d'Alexis IV, empereur de Trébizonde. Contribution à
la prosopographie des Grands Comnènes, in Revue des études byzantines, vol. 37, n. 1,
1979, pp. 239–247, DOI:10.3406/rebyz.1979.2098. URL consultato il 13 febbraio 2023.
Bibliografia
(EN) William Miller, Trebizond: The Last Greek Empire of the Byzantine Era, Chicago,
Argonaut, 1969, OCLC 567790414.
Charles Diehl, Figure bizantine, introduzione di Silvia Ronchey, Torino, Einaudi, 2007
[1927], ISBN 978-88-06-19077-4, OCLC 799807274.
Giorgio Sfranze e Riccardo Maisano, Paleologo. Grandezza e caduta di Bisanzio, Palermo,
Sellerio, 2008, ISBN 88-389-2226-8, OCLC 308152690.
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