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Gli egizi

La civiltà egizia si sviluppò intorno al 3000 a.C. nella valle del Nilo, che
sopravvisse per circa 3000 anni. Le sue origini non sono ben determinate, si
pensa che i suoi abitanti furono influenzati dai popoli del vicino oriente;
l’antico storico Erodoto definì “la civiltà egizia come un dono del Nilo”, essi nel
mese di maggio cresceva e straripava e depositava sugli argini del fiume una
sostanza particolarmente fertilizzante detta limo, così da garantire quando il
fiume si sarebbe ritirato una fiorente agricoltura inoltre grazie agli alluvioni la
terra non si esauriva e migliorarono i canali; l’irrigazione dei campi e
l’agricoltura. La valle del Nilo era divisa in due regioni ben distinte: a nord il
basso Egitto e a sud l’alto Egitto. Furono unifica presto sotto il dominio di un
unico sovrano (MENES) che sviluppò così uno stato fondamentalmente
unitario; a differenza della Mesopotamia la civiltà egizia sorse in un ambiente
isolato di difficile acceso a casa del deserto. Da punto di vista della storia
questa civiltà è scandita dal succedersi di una serie di dinastie cioè che
quando moriva un sovrano il popolo ricominciava a contare gli anni. Nel
complesso le dinastie furono 30. La storiografia si suddivide in quattro grandi
fasi: L’EPOCA ARCAICA; L’ANTICO REGNO; IL MEDIO REGNO E IL
NUOVO REGNO, tra l’antico e il medio e tra quest’ultimo e il nuovo regno ci
furono dei periodi intermedi cioè delle crisi sociali nel secondo caso anche
dalla dominazione degli Hyksos. Dopo in nuovo regno si ebbe un esteso
periodo di decadenza alternato a periodi di rifioritura, fino a quando la regione
passò sotto il dominio Persiano. La società era organizzata in un sistema di
classi che costruivano idealmente una piramide, al vertice vi era il sovrano
detto faraone ovvero “colui che abita nella grande casa” essi non era
considerato solo il rappresentante di dio sulla terra ma lui vi era un dio. In
Egitto si sviluppò la teocrazia (governo del dio), la politica era distinta dalla
religione e il sovrano era considerato l’unico interprete della volontà divina;
questa concezione era accompagnata da apparati simbolici e attributi
iconografici che attestavano l’immortalità del sovrano. La teocrazia si
sviluppava in forma di governo autocratiche e centralizzate con un minimo
potere della classe aristocratica. Il palazzo dove il sovrano viveva (la grande
casa) era il cuore del regno, il cardine della politica egizia fu il principio di
illegittimità dinastica che secondo la quale alla morte del sovrano il potere
passa al figlio. Questo avveniva perché al trono potevano aspirare solo
persone con il sangue “puro” ossia quello non mescolato con quello dei
comuni mortali, a volte si tendeva a sposare donne della stessa famiglia.
I sacerdoti occuparono la posizione centrale non solo nella vita religiosa ma
anche di quella culturale e sociale; amministravano grandi pezzi di terra così
da diventare dei LATIFONDISTI (proprietari di terreni di grandissime
dimensioni). La classe sacerdotale era strutturata gerarchicamente: alla base
vi erano i sacerdoti addetti alla celebrazione dei riti, al vertice vi era il primo
profeta vale a dire il sommo sacerdote che proteggeva la dinastia regnante. I
sacerdoti erano depositari di conoscenze scientifiche e tecniche di massimo
rilievo assunsero anche le conoscenze dell’astronomia, della medicina della
matematica. le dottrine sacerdotali restavano ben custodite nell’ambito della
casta: ogni tempio aveva una scuola, che tramandava delle conoscenze ai
futuri ministri del culto. Alle dirette dipendenze del faraone c’era il primo
ministro, il visir esso aveva la responsabilità di tutto l’apparato amministrativo,
l’attività principale erano gli scribi. Gli scribi non erano dei semplici tecnici
della scrittura ma dei custodi della cultura, nella società egizia loro avevano
un ruolo molto importante quello di ricopiare testi sacri, formavano un ceto
sociale dotato di molti privilegi. il reclutamento di un imponente casta di scribi
era essenziale per il funzionamento dello stato: il loro tirocinio si svolgeva nei
templi e aveva la durata di quattro anni. Di minore rilevanza erano i militari,
erano in prevalenza soldati mercenari libici e nubiani comandati da ufficiali
militari oppure vi erano i soldati-contadini che in cambio della presenza
militare ricevevano un apprezzamento di terra da coltivare. Nella città si
estese un ricco artigianato che si occupava della costruzione della
decorazione delle tombe sia private che reali. In basso vi erano i contadini
che avevano una vita dura e ingrata, egli quando non coltivava la terra poteva
essere arruolato come manodopera per la costruzione dei templi o la
costruzione di canali. Una parte del raccolto finiva allo stato un'altra veniva
messa nei granai e la parte più minima restava ai contadini.
• Antico regno
Con la terza dinastia e il trasferimento della capitale a Menfi ebbe inizio
l’antico regno (2700-2200 a.C.). Tutto il territorio venne diviso in
provincie amministrate da governatori nominati dal faraone. Durante
questo regno vennero innalzate delle opere oggi simbolo dell’Egitto,
destinate a divenire il sepolcro dei faraoni, la piramide era la
rappresentazione del potere regale. La più antica è quella di Zoser (il
primo faraone), i faraoni della dinastia successiva Micerino, Chefren e
Cheope, fecero innalzare tre grandi piramidi a Giza; accanto ad esse
Chefren fece innalzare una sfinge un imponente opera dalla testa
umana e dal corpo di leonino. Secondo la mitologia era simbolo
protettivo per augurare serena vita nell’aldilà al faraone.
Alla fine della quinta dinastia l’Egitto affrontò un periodo di instabilità, i
governatori approfittarono per rendersi indipendenti dal potere centrale; la
loro autonomia giunse a tale livello che riuscirono a trasmettere il potere ai
propri figli Quindi alla fine dell’antico regno si tornò nelle condizioni che ogni
regione conduceva una vita indipendente. L’ unità fu restaurata soltanto dai
faraoni dell’undicesima dinastia.
• Il medio regno
Il medio regno (2064-1800 a.C.) fu un’età di splendore dove l’Egitto
raggiunse il culmine dalla sua potenza. Lo stato aveva bisogno di
materie prime che alimentavano il commercio di lusso e questa
necessità fu resa fondamentale un’espansione territoriale verso quelle
terre che possedevano i materiali mancanti all’Egitto. Le direttrici
dell’espansione furono due: verso sud e verso est, il dominio cruciale si
ebbe sulle coste della Palestina un controllo indispensabile per
impedire che ai confini dell’Egitto si insediassero qualche nemico. I
faraoni di trovarono a mano a mano il possesso della Siria e
dell’Anatolia dove erano stabilizzati i babilonesi e gli Hittiti; il sovrano
Sesostri terzo estese il dominio egizio in Siria, Palestina e Nubia, dalle
quali veniva le risorse alimentari. Gli eserciti giunsero fino al Paese di
Punt dove furono fondate le colonie per sfruttare le ricchezze.
Nella lunga storia dell’Egitto dei faraoni vi è stata una breve parentesi che va
più o meno dal 1638-1530 a.C. in cui i sovrani della dinastia appartenevano
ad una popolazione straniera di cui oggi sappiamo molto poco: gli Hyksos.
Questa etnia fece la comparsa durante il secondo periodo intermedio. Gli
studiosi ancora oggi non sono ancora concordi sulla loro provenienza:
probabilmente erano dei nomadi semiti come gli ebrei oppure erano un ceppo
degli amorrei che vivevano in Mesopotamia. Essi entrarono in contatto con gli
egizi e riuscirono a prendere il potere e instaurare una propria dinastia di
faraoni, che passò alla storia come la dinastia dei grandi faraoni che
comprese circa sei Faraoni nell’arco di cento anni. Gli antichi storici però
descrissero gli Hyksos come incivili maestri alla guida di carri da guerra che
giunti a oriente. Generalmente agli Hyksos viene attribuita l'introduzione del
cavallo e del cocchio, nuove tecniche di lavorazione del bronzo e l'adozione
del culto di Seth, divinità che nel Pantheon egizio veniva venerato come
fratello di Osiride e che, forse proprio per denigrare la scelta dei dominatori
stranieri, finì per essere considerata un'entità negativa. Dopo l’invasione degli
Hyksos l’Egitto prese una propria identità politica. Attorno al 1600 si
stabilirono tre organismi statali principali: uno a nord governato dagli
Hyksos,uno a sud sotto i principi egizi e un terzo governato dai
governanti locali.
• Il nuovo regno
Verso 1570 il re di Tebe iniziò una guerra di liberazione, grazie anche
alle nuove tecniche di combattimento assimilate. l’opera fu completata
soltanto nel 1540 da Ahmose che iniziò nel xvii. la capitale venne
trasferita a Tebe nel medio corso del Nilo. Un’aria meno esposta alle
invasioni, la Reggia sorgeva accanto al grandioso tempio del Dio Amon
cioè il protettore della dinastia nel palazzo il faraone si circondava di
una Corte fastosa. In quel periodo i sovrani rinunciarono alla
costruzione di piramidi e si fecero seppellire in tombe scavate nella
roccia in una valle vicino alla capitale, la cosiddetta valle dei re a
Occidente del Nilo punto così nacque una vera e propria città dei morti
nella quale non poteva entrare nessuno. Per molti secoli L’Egitto fu una
grande potenza mondiale, capace di ampliare i propri commerci con
territori vicini; il ruolo di grande potenza che l’Egitto aveva assunto
industrie a ad intervenire anche militarmente oltre i confini dello Stato
punto sotto il Regno di Thumosi iii egizi e estesero la loro supremazia
sulla Palestina e sulla Siria fino all’Eufrate i suoi successori poterono
godere dei vantaggi di lungo predominio. Contemporaneamente
all’interno cresceva l’importanza dei sacerdoti ti amo che divennero
proprietari di grandi ricchezze. Un’epoca molto importante, ma anche di
grande precarietà politica fu quella di Amenothep, un re filosofo che
aiutato dalla moglie Nefertiti fondando così una religione monoteista
sostituendo gli dei tradizionali con il culto di Aton. Il nuovo culto era
dovuto non solo a motivazioni teologiche, prodotte dalla raffinata cultura
del sovrano ma anche dal progetto politico di contrastare l’influenza
della classe sacerdotale. Il conflitto sorse tra il potere regale e quello
sacerdotale. Egli mutò il nome in quello di Akhenaton (amato da aton).
Tutankhamon è nato nel 1341 a.C. ed è morto nel 1323 a soli 18 anni!
Una vita breve ma molto intensa: salì sul trono alla tenera età di 8 anni.
Poco dopo la sua ascesa sposò la sorellastra Ankhesenamon,
Tutankhamon è nato nel 1341 a.C. ed è morto nel 1323 a soli 18 anni!
Una vita breve ma molto intensa: salì sul trono alla tenera età di 8 anni.
Poco dopo la sua ascesa sposò la sorellastra Ankhesenamon e si
amarono molto (ai tempi degli egizi i re si sposavano fra parenti stretti).
In un'immagine che li ritrae insieme, ciascuno dei due indossa un solo
sandalo, per indicare che i due si ameranno in ricchezza (rappresentata
dal fatto di avere il sandalo) e in povertà (i poveri non avevano le
Il nome originale del faraone era Tutankhaton, che significa immagine vivente
di Aton. Questo nome gli fu dato dal padre, anch'egli faraone e che aveva
stabilito che l'unico dio da venerare era Aton, il dio del sole. Si trattava di una
rivoluzione, visto che gli egizi avevano sempre adorato molte divinità. E
infatti, appena il padre morì, la religione venne cambiata di nuovo e il nome
del giovane re fu trasformato in Tutankhamon (che significa "immagine
vivente di Amon", in onore di un altro dio, Amon ). Il mistero più grande che
avvolge le leggende del giovane faraone è però legato alla sua morte. Per
decenni si è sostenuto che non fu una morte naturale. E che Tutankhamon fu
in realtà assassinato da un complotto di corte.
Quando salì al trono Ramses ii dovette fronteggiare le conseguenze della
politica pacifista di Akenaton, Gli hittitti avevano approfittano per
impadronirsi di gran parte della Siria. Ci fu un grande scontro tra i due popoli
la possiamo ricordare come la BATTAGLIA DI QADESH che condusse
Ramses in Siria con il suo possente esercito che scelse di conquistare la città
fortificata di Qadesh baluardo meridionale della difesa Hittita.Il re hittita non si
fece trovare impreparato e nascose il suo esercito in una zona boscosa. Là
battaglia si concluse con esito incerto però nel 1259 i due imperi si
accordarono con una pace stipulata tra Ramses e successore Muwatalli, che
divise l’oriente in due sfere di influenza ben distinte. Ebbe così inizio un
periodo straordinario splendore artistico e culturale che durò per più di
sessant’anni fino al 1235 A.C. Però attorno al 1200 a.C. il bacino fu sconvolto
da un’ondata di invasori i popoli del mare, che si presentarono minacciosi
alle porte dell’Egitto. L’ultimo faraone del nuovo regno, Ramses III gli affrontò
in una serie di battaglie navali e terrestri. La sua vittoria fu di importanza
vitale per il suo paese perché evitò il crollo; riuscì a tenere il controllo su
qualche lembo della Palestina. Lo stato egizio fu indebolito da questo difficile
periodo e non riuscì a risollevarsi. Ci furono molteplici cause: il potere dei
sacerdoti di Amon era diventata predominante e quello del faraone scemava
sempre di più; una serie di carestie diminuì l’economia e tutto ciò giunse alla
perdita dei possedimenti asiatici; nello stesso tempo era difficile contenere le
invasioni successori di Ramses III regnarono per pochi anni ciascuno,
vedendo il loro potere diminuire e di non riuscire a contenere i frequenti
saccheggi nella valle dei re. gli Assiri conquistarono Menfi nel 671 a.C.
Persiani conquistarono l’Egitto nel 525 a.C. Alessandro Magno (macedone)
divenne faraone nel 332 a.C. i Tolomei controllarono l’Egitto per tre secoli
Infine i romani lo controllarono dal 30 a.C. lì Egizi, come tanti popoli della
Mesopotamia, erano politeisti e davano una grande importanza alla religione.
Le divinità erano legate agli elementi della natura: animali, sole, acqua
ecc.…. ed anche ogni attività umana era legata alle divinità. Secondo gli egizi
tutti gli avvenimenti della vita dell’uomo accadevano per volontà degli Dei e
per questo gli uomini cercavano di compiacerli con doni e offerte. Gli Egizi
per venerare le divinità crearono grandi templi. All’interno del tempio veniva
costruita una grande statua del Dio, solo i sacerdoti potevano entrare nel
tempio tutto il resto della popolazione doveva pregare dall’esterno. Per gli
Egizi gli Dei potevano avere un aspetto umano, animale o misto, cioè con la
testa di animale e il corpo da uomo. Gli Egizi credevano che dopo la morte
l’uomo iniziasse una nuova vita. Per loro il rito della purificazione del defunto
era molto importante. Gli Egizi erano convinti che una volta morto, l’anima del
defunto si presentava a Osiride e doveva dimostrare di avere un’anima pura.
L’anima veniva rappresentata dal cuore del defunto. Per poter accedere al
regno dei morti il cuore del defunto veniva preso dal Dio Anubi, posto su una
bilancia e se il cuore era leggero come una piuma il defunto poteva
proseguire la sua vita nell’aldilà. Da questa credenza ha origine il processo di
mummificazione dei corpi, proprio perché il corpo del defunto doveva
rimanere in buone condizioni anche dopo la morte. La mummificazione
impediva infatti la decomposizione del corpo. Era un procedimento molto
lungo e anche costoso, per questo solo i faraoni potevano permetterselo. Col
termine mummificazione si indica il procedimento attraverso il quale si può
conservare il corpo di un defunto trasformandolo in mummia in modo che non
si decomponga. Per fare questo processo bisognava seguire diverse fasi: Il
corpo veniva lavato con cura
Venivano estratti tutti gli organi interni tranne il cuore
Gli organi venivano conservati in vasi speciali chiamati canopi
Il corpo veniva immerso in circa 300 kg di sale chiamato natron
Il corpo rimaneva immerso nel sale per 70 giorni e diventava così essiccato
Una volta essiccato il corpo veniva cosparso di oli profumati per ammorbidirlo
L’ultimo passaggio era avvolgere il corpo in bende di lino
I sarcofagi dei faraoni venivano poi poste all’ interno delle piramidi, le
immense tombe dedicate ai faraoni che sono arrivate fino a noi intatte. Di
questo parleremo nella prossima ricerca. Secondo il Libro dei morti, il defunto
viene portato da Anubi al tribunale di
Osiride, alla presenza di 42 giudici, uno per ogni provincia egiziana per la
«pesatura del cuore». Il suo cuore viene infatti deposto su un piatto della
bilancia, mentre sull’altro viene posta una piuma, personificazione di Maat,
dea
della giustizia. Il defunto deve confessare le sue azioni. Se il cuore, dopo
questo atto, risulta più pesante della piuma, la mostruosa dea Ammit lo
divorerà; in caso contrario l’anima avrà accesso all’aldilà. In preparazione a
questo giudizio dopo la morte, il defunto era accompagnato da un amuleto,
uno
scarabeo «del cuore», su cui era scritta la formula di protezione

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