Sei sulla pagina 1di 7

I Persiani

Il nome Persia è stato a lungo usato per riferirsi alla nazione dell'Iran, al suo popolo, o ai suoi antichi
imperi.

Deriva dall'antico nome greco dell'Iran, Persis, che a sua volta deriva dal nome del clan principale di
Ciro il Grande Pars o Parsa che ha dato il suo nome anche a una provincia dell'Iran meridionale, detta Fārs
in lingua persiana moderna.

Secondo lo storico dell'antica Grecia Erodoto, il nome Persia deriva dall'eroe mitologico Perseo.

L'attuale altopiano iranico è abitato sin dalla preistoria da genti che praticavano l'agricoltura, la
pastorizia e la metallurgia.

Nel III millennio a.C. si assiste al predominio degli Elamiti.

Seguiranno, poi, lo scontro tra questi e i babilonesi e, nel II millennio a.C., le prime migrazioni
indoeuropee dall'area caucasica: verso l’Asia Minore, dove si affermò la potenza degli Ittiti; verso l’India,
dove ebbe origine la civiltà indo-ariana; verso la Mesopotamia, dove si svilupparono i Mitanni, che si
fonderanno con gli Hurriti. Attorno al 1800 a.C. dalla Persia i Cassiti migrarono verso il regno di Babilonia.

La prima menzione dei Persiani proviene da una iscrizione assira (circa 844 a.C.) nella quale sono
chiamati Parsu (Parsuaš, Parsumaš): nella medesima iscrizione essi sono collocati nella regione del lago di
Urmia insieme con un altro gruppo, i Madai (Medi). Nei successivi due secoli, i Persiani e i Medi furono
tributari degli Assiri. Nel VII secolo a.C. Achemenes (Haxamaniš in persiano antico), capostipite della
dinastia reale degli Achemenidi, compare alla testa dei Persiani. È in questo periodo che i Persiani
abbandonano lo stile di vita nomade e si insediano stabilmente nell'Iran meridionale, dando vita al loro
primo stato organizzato nella regione di Anšan.

1
Il contesto mediorientale durante la massima espansione dei Medi (VI secolo a.C.)

Dopo la caduta del regno degli Assiri, i Medi ne prendono il posto, regnando su una parte molto
estesa dei territori che ne facevano parte, e dominando una grande varietà di genti tra cui vi erano i
Persiani, fino all'avvento di Ciro il Grande (Kuruš).

Ciro radunò tutti i clan sotto il suo comando, e nel 550 a.C. sconfisse i Medi di Astiage, che fu
catturato dai suoi stessi nobili e consegnato a Ciro, ormai scià di un regno persiano unificato. Dopo aver
assunto il controllo sul resto della Media e del suo esteso impero medio-orientale, Ciro condusse i Medi e i
Persiani uniti verso ulteriori conquiste. Sottomise la Lidia in Asia Minore, e varie regioni orientali in Asia
centrale. Infine nel 539 a.C., entrò trionfante nell'antica città di Babilonia. Dopo la sua vittoria, promise pace
ai Babilonesi e annunciò che non vi sarebbero state rappresaglie, e che ne avrebbe rispettato le istituzioni,
la religione e la cultura. Ciro fu ucciso in battaglia in Asia centrale, prima di poter compiere la conquista
dell'Egitto, che fu portata a termine da suo figlio Cambise. L'impero achemenide raggiunse quindi la
massima estensione sotto Dario I,che si spinse fino all'Indo ad est e fino alla Tracia ad ovest. Cercò di
conquistare la Grecia ma fu sconfitto nella battaglia di Maratona. Suo figlio Serse I ritentò l'impresa, ma fu
sconfitto anche lui nella battaglia di Platea (479 a.C.).

L'impero achemenide fu il più grande e potente impero mai visto fino ad allora. Ancora più rilevante,
esso fu ben governato ed organizzato. Dario divise il suo reame in una ventina di satrapie (province),
ognuna amministrata da un satrapo (governatore), molti dei quali avevano legami personali con lo scià.

2
Le satrapie dell’impero persiano

Istituì un sistema di tributi per tassare ogni satrapia, adottò e migliorò il già avanzato sistema postale
assiro e costruì la famosa Strada Regia, collegando tra loro gli estremi dell'impero. Spostò
l'amministrazione centrale da Persepoli a Susa, più vicina a Babilonia e al centro del regno. I Persiani
furono tolleranti verso le culture locali, seguendo il precedente instaurato da Ciro il Grande, atteggiamento
che ridusse notevolmente le rivolte dei popoli soggetti.

Durante il periodo achemenide, lo zoroastrismo divenne la religione dei sovrani e della maggioranza
dei Persiani. Il suo fondatore Zoroastro visse intorno al 600 a.C. e riorganizzò il pantheon tradizionale nella
direzione del monoteismo, enfatizzandone gli aspetti dualistici della lotta eterna tra il Bene e il Male, in
attesa della battaglia finale ancora da venire. Lo Zoroastrismo sarebbe diventato, così come le pratiche
misteriche della tribù dei Magi, un tratto caratteristico della cultura persiana.

La Persia achemenide riunì per la prima volta nella storia sotto un'unica guida popoli e regni molto
diversi tra loro, che furono in contatto l'uno con l'altro entro i confini di un territorio vastissimo.

3
L’impero persiano al culmine della sua espansione

L'Impero achemenide stabilì inediti principi di diritti umani nel sesto secolo a.C. sotto Ciro il Grande.
Dopo la sua conquista di Babilonia nel 539 a.C., il re promulgò il così detto cilindro di Ciro, scoperto nel
1878, e oggi riconosciuto da molti come il primo documento sui diritti umani.

Il cilindro dichiarava che ai cittadini dell'impero sarebbe stato permesso di praticare la loro religione
liberamente. Aboliva anche la schiavitù, così tutti i palazzi dei re di Persia erano costruiti da lavoratori
pagati in un'epoca di largo uso della manodopera servile. Queste due riforme trovano conferma nei libri
biblici delle Cronache, Nehemia, e Ezra, che stabiliscono che Ciro liberò due seguaci dell'ebraismo dalla
schiavitù e permise loro di fare ritorno in patria.

Nell'Impero achemenide, ai cittadini di tutte le religioni e gruppi etnici venivano concessi gli stessi
diritti e anche le donne avevano gli stessi diritti degli uomini. Il cilindro di Ciro documenta inoltre la
protezione dei diritti di libertà e sicurezza, libertà di movimento, il diritto alla proprietà e diritti economici e
sociali.

Gli ultimi anni della dinastia achemenide furono segnati da debolezza e decadenza. Il potente e
immenso impero collassò in soli otto anni sotto i colpi infertigli dal giovane re dei Macedoni, Alessandro
Magno.

La debolezza della Persia si svelò ai greci nel 401 a.C., quando Ciro il giovane, secondogenito di
Dario II e satrapo di Sardi ingaggiò diecimila mercenari greci per rafforzare le sue pretese al trono
imperiale, occupato dal fratello maggiore Artaserse II, riuscendo ad arrivare a Cunassa vicino a Babilonia,

4
dove morì in battaglia: questi fatti sono narrati nell'Anabasi di Senofonte. Ciò rivelò non solo la debolezza
militare ma anche l'instabilità politica degli ultimi anni del periodo achemenide.

Filippo il Macedone, padrone di gran parte della Grecia, e suo figlio Alessandro decisero di
approfittare di questa situazione. Dopo la morte di Filippo, Alessandro portò il suo esercito in Asia Minore
nel 334 a.C., e si impossessò rapidamente di Lidia, Fenicia ed Egitto, sconfisse i Persiani di Dario III ad
Isso e conquistò la capitale dell'impero, Susa. Dopo aver debellato le ultime resistenze, l'impero Persiano
cadde così definitivamente nelle sue mani.

Estratto dal Cilindro di Ciro

1 Io dichiaro che rispetterò la tradizione, i costumi e le religioni delle nazioni del mio impero e che non
permetterò a nessuno dei miei governatori disprezzare o insultare gli abitanti delle mie nazioni.
2 Con la presente si abolisce la schiavitù; i miei governatori hanno l’ordine di proibire la compravendita di
uomini e donne come schiavi nei domini che governano: Questa tradizione deve essere eliminata di
tutto il mondo.
3 Se qualcuno opprime qualche persona, quando succeda, lo priverò dei suoi diritti con il fine di
penalizzare l’oppressore.
4 Oggi dichiaro la libertà religiosa. Tutti sono liberi di praticare qualsiasi religione, vivere secondo i
dettami di qualunque religione ed accedere a qualsiasi tipo di impiego, a condizione che mai vengano
violati i diritti degli altri.

L'impero di Alessandro si frantumò subito dopo la sua morte, ma la Persia rimase sotto il controllo
dei greci. Un generale di Alessandro, Seleuco I Nicatore, prese possesso della Persia, della Mesopotamia e
più tardi della Siria e dell'Asia Minore. Ebbe così inizio la dinastia seleucide.

La colonizzazione greca continuò fino al 250 a.C. circa; con essa si diffusero la lingua, la filosofia e
l'arte dei Greci. In tutto quello che era stato l'impero di Alessandro, il greco divenne la lingua della
diplomazia e della letteratura. Il commercio con la Cina, iniziato sotto gli Achemenidi lungo la "Via della
Seta", fu incrementato notevolmente nel periodo ellenistico. Con lo scambio di merci, divennero sempre più

5
frequenti gli scambi culturali: il Buddismo si diffuse dall'India, e lo Zoroastrismo si propagò verso ovest,
influenzando l'Ebraismo.

Il regno seleucide iniziò abbastanza presto il suo declino. Già durante la vita di Seleuco, la capitale fu
spostata da Seleucia, in Mesopotamia, alla più mediterranea città di Antiochia, in Siria. Le province orientali
di Battriana e Partia si separarono dal regno nel 238 a.C.. Antioco III, dotato di notevoli capacità militari,
riuscì a contenere l'espansione dei Parti, ma i suoi successi allarmarono la Repubblica Romana, allora in
pieno sviluppo. L'attacco di Roma iniziò proprio mentre i Seleucidi erano impegnati a sedare la rivolta dei
Maccabei in Giudea, e a fronteggiare l'espansione dell'Impero Kushan a est. Il regno seleucide cadde e fu
conquistato dai Parti e da Roma.

6
I regni dei diadochi

Potrebbero piacerti anche