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Brisilda Visha

1CU

08/02/2023

🅰️PROVA D’INTERROGAZIONE

1.Quali sono le origini della civiltà indoeuropea?


Sembra che la regione d'origine degli Indoeuropei fosse nelle pianure della Russia
meridionale e che ad essi sia riconducibile la cultura dei Kurgan che si sviluppò in
quell'area fra il 5000 ed il 3000 a.C.. L’unità di origine dei popoli Indoeuropei, venne
evidenziata con l’aiuto delle scienze moderne nel corso del XIX secolo. Inizialmente
con la linguistica, con l’ausilio della filologia comparata, che riuscì a dimostrarlo; in
seguito, con la stessa disciplina si riuscì a stabilire con una certa sicurezza, l’ordine e
la successione delle diverse migrazioni effettuate da questi popoli.

2. Quali sono le principali lingue indoeuropee? Tra


le lingue indoeuropee riconosciamo tre gruppi principali:

 le lingue neolatine, come l’italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese, il romeno,


il catalano, il ladino.
Esse, come suggerisce il nome, derivano dal latino. Il latino si impose in larga parte
d’Europa all’epoca dell’Impero romano. Alla caduta di Roma, nel V secolo d.C., si
fuse con le lingue degli invasori.
Sono parlate da circa 200 milioni di persone, per lo più nell’Europa occidentale e
meridionale;
 lingue germaniche, come l’inglese, il tedesco, l’olandese, il danese, lo svedese e il
norvegese.
Trovano origine negli idiomi introdotti in Europa dai popoli germanici, che abitavano
un tempo la pianura tedesca e che poi migrarono verso est e verso sud, penetrando
anche all’interno dell’Impero romano.
Oggi sono parlate anch’esse da circa 200 milioni di persone nell’Europa centrale e
nord-occidentale;
 le lingue slave, come il russo, l’ucraino, il bielorusso, il polacco, il ceco, lo slovacco,
il bulgaro, il serbo-croato e lo sloveno.
Sono lingue indoeuropee anche il greco, l’albanese, il lettone e il lituano (due lingue
baltiche) e le lingue celtiche (gaelico scozzese, irlandese, gallese, bretone).

3. Quali affinità culturali ci sono tra i popoli di lingua indoeuropea?


Dal confronto tra queste lingue, in parte ancora attestate e parlate in luoghi così lontani, fu
notato che esse presentavano notevoli affinità, soprattutto nelle parole tipiche della vita
quotidiana, per esempio le parole « padre»,«madre»,«fratello».
4. Quali fattori favorirono l’affermarsi dell’Impero hittita?
Gli Ittiti non umiliavano i popoli sottomessi, ma ne rispettavano la cultura e
soprattutto, non resero schiavi i popoli vinti, ma ne fecero degli alleati. Questo rese
più facile realizzare l'unità politica delle terre occupate e favorì la creazione di un
grande impero. Le città conquistate erano amministrate da governatori scelti dal
monarca.

5. Quali furono le caratteristiche principali della società hittita?


La società degli ittiti è basata su una struttura di tipo feudale. Al vertice della
società ittita è posto il re che, a differenza di altre monarchie del mondo antico, nel
caso degli ittiti è una carica elettiva e non ereditaria. Il re è il capo militare e il giudice
supremo. Il suo potere assoluto è tuttavia limitato dalla presenza della classe
aristocratica, nobili guerrieri, a cui spetta il compito di eleggere il re dopo la sua
morte. Per l'elezione del re i nobili si riuniscono in un organo collegiale, a cui è
demandata la funzione di decidere la linea di successione al trono. Il re non può
intervenire sulla successione né imporre un proprio candidato. La carica elettiva del
re crea un rapporto di scambio tra il futuro re e i nobili, a questi ultimi sono distribuite
dal re le terre e gli incarichi di governo in una sorta di feudalesimo del mondo antico.
Alla base della società ittita troviamo i liberi e gli schiavi, i quali possono anche
possedere dei beni. Il rapporto tra padrone e servo è di tipo patriarcale. Pur essendo
una società guerriera gli ittiti mostrano una particolare attenzione al diritto.
6. Qual era il comportamento di Ciro il grande verso i popoli vinti?
L'intento di Ciro era la realizzazione di impero universale. Per questo si mostrò
tollerante nei confronti dei popoli vinti, guadagnandosi per la sua saggezza e per le
sue memorabili imprese l'appellativo di «Grande». Ciro tuttavia mori
improvvisamente nel 529 a.C. combattendo contro gli Sciti, un bellicoso popolo
proveniente dalle steppe nordiche.
7. Com’era organizzato lo Stato persiano?
Al vertice dello Stato persiano vi era il Gran Re, o Re dei Re, dotato di poteri
assoluti, ma aiutato da un consiglio di aristocratici a lui legati da vincoli di fedeltà
totale. Alle sue dipendenze operavano i satrapi (dal persiano khshathra-pa-, «custodi
del regno»), cia i governatori delle venti province (chiamate satrapie) in cui era diviso
l'impero: essi esercitavano il potere militare, amministrativo e giuridico e si
occupavano della riscossione dei tributi. Scelti tra le famiglie persiane di alto rango, i
satrapi godevano di una certa autonomia dal potere centrale, anche se il loro
operato era strettamente controllato da speciali ispettori soprannominati «gli occhi e
le orecchie del re» che si spostavano continuamente da un territorio all'altro senza
preavviso, per verificare la regolarità dell'azione amministrativa.
8. Qual era la religione ufficiale persiana?
Pur mostrandosi tollerante nei confronti delle divinità adorate dai popoli sottomessi,
Dario I introdusse una religione ufficiale monoteistica, una delle prime della storia,
basata sul culto del dio Ahura Mazda e sulla predicazione di un profeta e pensatore
vissuto probabilmente tra l'VIII e il VI secolo a.C., Zarathustra, che noi chiamiamo
anche Zoroastro per via della imperfetta trascrizione in greco del suo nome. Lo
zoroastrismo (o mazdeismo) concepiva il mondo come governato dalla perenne lotta
fra il principio del bene, simboleggiato dal dio Ahura Mazda, e quello del male,
identificato con lo spirito malvagio Ahriman. Secondo lo zoroastrismo gli uomini
erano chiamati durante la vita terrena a contribuire con il proprio comportamento alla
vittoria del bene: essi sarebbero stati cosi ricompensati dopo la morte con il
soggiorno in un luogo beato e con la resurrezione dei corpi nel giorno del Giudizio
divino; gli uomini malvagi invece sarebbero stati rinchiusi in un luogo di dannazione
eterna insieme con Ahriman.

🅱️LESSICO DI BASE
1. INDOEUROPEI: il termine «indoeuropeo» cominciò a essere usato nel XIX secolo
dagli studiosi di linguistica per indicare non solo queste lingue antiche, ma anche le
lingue moderne da esse derivate, ossia le lingue storiche dell'Europa (latino, greco,
celtico, slavo, germanico) e il sanscrito in India.
2.STEPPA: vasta pianura povera di acque diffusa nelle regioni subtropicali e
temperate con forme prevalenti di vegetazione erbacea. Conosce stagioni piovose
brevi, in cui il terreno si ricopre di fiori colorati, e stagioni secche prolungate, che
danno al terreno un aspetto semidesertico.

3.POLITEISMO/MONOTEISMO: È la credenza in un Dio solo, propria delle


religioni che si chiamano appunto "monoteistiche" in contrapposizione alle
"politeistiche", le quali ammettono l'esistenza di più divinità .
4.SATRAPÌE: ciascuna delle province in cui fu diviso l'impero persiano da Dario I (sec. VI
a.C.).

5.ZOROASTRISMO: Religione monoteistica fondata in Persia da Zarathustra (Zoroastro) in


epoca anteriore alla metà del primo millennio a.C.; basata su una concezione teologica
universalistica (contenente cioè un messaggio di salvezza oltremondana per tutti gli uomini,
indipendentemente dal sesso, dalla nazionalità e dalla posizione sociale), prevede il giudizio
ultraterreno delle opere terrene e la reincarnazione dopo la morte in occasione della definitiva
battaglia fra bene e male che terminerà con la sconfitta di quest'ultimo.

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