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Romani e barbari

I letterati romani ci restituiscono un’immagine dei barbari stereotipata e immutabile

L’archeologia ci racconta una storia ben diversa: tra I e II secolo, quando si


stabilizza il confine lungo il Reno, le popolazioni germaniche sono organizzate in
piccole tribù, allevano, non hanno villaggi stabili perché sono nomadi

Nel corso del III e IV secolo i “barbari” diventano sedentari, praticano


un’agricoltura più sofisticata, si sviluppano attività artigianali. Nella società si
delinea un’aristocrazia guerriera.
Queste tribù iniziano a unirsi tra loro, ponendosi agli ordini di capi comuni detti
reges. A volte queste entità si riunivano ulteriormente scegliendo un solo re

Questi re si trovano a governare su diverse decine di migliaia di uomini: i romani


iniziarono a denominarli con nomi mai riportati prima come alamanni, burgundi,
sassoni

La causa di tutti questi cambiamenti furono proprio i romani


Esiste un “vasto mondo romano” diviso tra un centro, l’impero, e una periferia, le
popolazioni barbariche stanziate lungo i confini

I rapporti erano consolidati e i romani interferivano spesso con la vita delle tribù,
condizionandone la politica

Il servizio militare permise ai barbari di entrare stabilmente in contatto con il


mondo romano. L’esercito diventa uno strumento di integrazione

Meccanismo dell’hospitalitas
Etnogenesi

Il denaro dei romani causò il processo di raggruppamento di tribù e maggiore


articolazione sociale. Questi nuovi aggregati iniziarono a darsi un culto, un mito
delle origini comune e un nome: nacquero i popoli.
Invasioni o migrazioni?

Nessuna delle due. Dal III al V secolo l’afflusso di barbari fu costante: l’attrattiva
era un migliore tenore di vita, ma i vantaggi furono reciproci.

I barbari erano arruolati nell’esercito e lavoravano nelle campagne

Per più di cento anni il processo fu tranquillo e consensuale


Unni e goti
Nel IV secolo nelle attuali Ucraina e Bielorussa si affacciano gli unni, una
popolazione nomade prima stanziata nei territori dell’impero cinese

Attaccano i goti che si rifugiano all’interno dell’impero. Chiedono all’imperatore


Valente di stabilirsi in Tracia e difendere il territorio.

L’impero non rispetta i patti: 378 battaglia di Adrianopoli

Con Teodosio i goti diventano federati


Conseguenze battaglia di Adrianopoli
L’esercito si “barbarizza”: le truppe furono lasciate vicino ai territori di provenienza
senza un controllo

Gli imperatori diventano figure fantoccio. La guida politico militare della parte
occidentale dell’impero passò nelle mani di magistri militum come Stilicone.

Stilicone (395-408) era figlio di un capo vandalo e fu fedele al nuovo imperatore


Onorio.

In quegli anni i barbari ripresero a premere contro le frontiere: per difendere l’Italia
Stlicone richiamò truppe dal Reno, ne approfittarono vandali, burgundi, alani e
svevi.
410: i visigoti comandati da Alarico saccheggiano Roma

Verso il 415 l’impero occidentale sembra avere retto alla crisi, ma la Spagna era
occupata dai vandali, la Britannia abbandonata dall’esercito imperiale, il sud della
Gallia era occupato dai visigoti

Nasce il regno vandalo con re Genserico nell’Africa settentrionale

Gli unni penetrano in Europa con Attila (434-453), guerra contro Ezio (433-454)
Caduta dell’impero
Dopo uccisione di Ezio, si succedono al trono imperatori deboli e il potere restava
nelle mani dei comandanti supremi dell’esercito (magistri militum)

Nel 476 Odoacre, a capo di reparti ammutinati, fece deporre Romolo Augustolo e
riconosce come autorità l’impero d’oriente. Odoacre assunse per sé il titolo di “re
delle genti barbariche”.

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