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Filologia Slava
Lezione 1
Introduzione
Studieremo il periodo antica (fino all’XI secolo). Dal XII secolo iniziano le varianti locali di una
lingua che prima era comune. Inizieremo dalla preistoria ossia da dove sono venuti gli slavi,
come sono arrivati qui e come si sono diffusi in Europa.
il corso è diviso in due parti principali:
1- quadro storico-culturale e letteraria dalla preistoria alla comparsa degli slavi sulla
carta europea fino alla missione di Cirillo e Metodio e le conseguenze di questa
missione.
2- Lo studio delle lingue che hanno innalzato a livello sacro e letterario Cirillo e Metodio
e i loro discepoli. Fonetica, fonologia, morfologia e testi brevissimi narrativi e
comprensibili soprattutto vangeli.
862- nascita Rus di Kiev.
988- Vladimir, cristianizzazione della Rus.
1054- scisma oriente.
Abbiamo un lunghissimo medioevo balcanico per i popoli ortodossi. Lunghissimo perché
quelli che sono influenzati dall’occidente e dalla latinità, vivono l’umanesimo e il
rinascimento come in Europa, invece la slavia ortodossa nasce sotto l’influenza ecumenica di
Bisanzio e rimane così fino all’epoca di Pietro il Grande (fine XVII secolo). Questo medioevo
continua dopo l’invenzione della stampa e la scoperta della media. Si scrivono manoscritti
fino al XVII secolo.
Qui studieremo il periodo antico e la grammatica di questa lingua. La struttura di tutte le
lingue slave è la struttura grammaticale principale dello slavo ecclesiastico antico. Solo nelle
lingue slave abbiamo l’aspetto verbale.
La filologia è una disciplina intesa a indagare sui testi e definire una cultura e una civiltà
letteraria attraverso lo studio dei testi letterari e dei documenti di lingua (i diplomatica> atti
dei sovrani, principi e monaci) ricostruendoli nella loro forma originale e individuando
aspetti e caratteri linguistici e culturali.
Ci sono due aspetti e metodologie principali:
1- Principio di Ecdotica> ricostruzione di un testo originale, esistente in diverse varianti,
cronologicamente molto vastamente disposti (es. dal XIII al XVIII secolo), e ricostruire
Lezione 2
Aspetti storici
Prima di passare al periodo protoslavo non testimoniato storicamente perché non aveva
nessuna scrittura, soffermiamoci su dei dati molto importanti. Il periodo ante pretino è
abbastanza lungo> dall’inizio della conversione degli slavi orientali al cristianesimo fino al
XVII secolo con Pietro il Grande. Questo medioevo slavo ortodosso dura molto allungo dopo
la caduta di Costantinopoli che segna la fine della storia medioevale dell’Europa (caduta di
Costantinopoli sotto i tuschi> 1453), dura anche dopo la scoperta delle Americhe (1492),
dopo l’invenzione della stampa (Gutenberg), dopo la riforma e la controriforma di Lutero,
dopo l’età umanistica e dopo Galileo e Copernico. Copernico era metà tedesco e metà
polacco, ha studiato e vissuto a Bologna, è l’inventore della prima visione eliocentrica della
terra, ponendo le basi dell’astronomia e andando contro la genesi della Bibbia. In Russia il
periodo medioevale continua anche fino all’inizio del XIX secolo con i vecchi credenti
anziani oltre volga che non accettavano modifiche o riforme nella lingua e nella cultura slava
e scrivevano certamente manoscritti molto dopo l’invenzione della stampa e la sua
diffusione nel mondo ortodosso.
Quindi noi dobbiamo parlare di due distinte civiltà letterarie che sono separate da una
cesura molto profonda che corrisponde all’epoca delle grandi riforme con cui all’inizio del
XVIII secolo Pietro il Grande europeizzò le terre di Moscovia e le inserì in un nuovo impero
guidato dalla corte germanicamente occidentalizzata di San Pietroburgo. Questa formazione
politica e militare della Rus esercitava il suo potere su molte genti dal Dnepr al nord nel mar
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Lezione 3
Il protoslavo
La questione della provenienza del protoslavo. Il protoslavo è una lingua non testimoniata
storicamente ma ricostruita attraverso la comparazione delle lingue slave moderna, la
toponimia, l’antroponimia, l’idronomia (strato più antico) e certamente alcuni documenti a
noi pervenuti.
Il processo di dissoluzione dell’unità linguistica ie è durato millenni ma è ancora avvolto in
diverse teorie come anche la storia delle migrazioni dei popoli. Nel secolo scorso si è
immaginato che il tronco comune era come un albero genealogico e inizialmente si fosse
diviso in due rami e questi a loro vola in altri rami costituendo un albero genealogico delle
lingue storiche. Oggi però questa immagine dell’albero è stata più volte abbandonata e poi
ripresa e si può considerare superata. Si ritiene che la lingua comune abbia conosciuto una
lunga evoluzione attraverso diversi stadi e varie forme di divisione dialettale e anche prima
dell’inizio del processo di smembramento. I gruppi linguistici si sarebbero dunque distaccati
da questo tronco comune, a scaglioni, sulla base di differenti stadi evolutivi della lingua
comune e avrebbero innovato in modo ora convergente ora parallelo con una cronologia su
cui non esiste accordo tra gli studiosi.
Lo slavo avrebbe assunto una fisionomia riconoscibile nel termine del periodo balto-slavo
intorno al III millennio a.C e si sarebbe poi scisso in due tronconi: proto-baltico e proto-
slavo. Quello che possiamo dire sulla proto-patria degli slavi è che la maggior parte degli
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La prima certezza quindi è che gli slavi erano estranei alla civiltà europea al tempo della
caduta dell’impero di occidente e quindi non hanno un legame diretto con il retaggio della
classicità e con il mondo classico e questo contribuisce al diverso atteggiamento degli slavi
verso la cultura classica. Quindi gli slavi prendono le parti nord- occidentali (slavia orientale),
poi ad occidente dell’Europa (slavi occidentali), e i progenitori degli slavi meridionali tra il V
e il VI secolo cominciano a stabilirsi ai confini dell’impero d’oriente in gruppi sempre più
numerosi. Queste infiltrazioni man mano assumono il carattere di colonizzazioni verso il
Danubio e verso il sud della penisola balcanica fino alla Grecia e alla punta del Peloponneso
e quindi all’impero bizantino.
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Lezione 4
Aspetti storici
Notte di Natale dell’800: incoronazione di Carlo Magno. Carlo Magno viene incoronato
imperatore del Sacro Romano Impero. Crea scandalo perché l’unico imperatore ecumenico
universale fino a quel momento era l’imperatore bizantino, il Basileus.
2 imperatori sulla faccia della Terra sono un po’ troppi. Cominciano i problemi tra queste
grandi potenze.
Papa Leone III lo proclama imperatore. Il papato in quel momento era un po’ debole, si
sposta da Milano a Rimini etc..;
È debole anche Bisanzio a causa dell’incursione degli arabi a sud; I problemi di corte:
l’imperatrice Irene depone suo figlio Costantino il VI..;
Dobbiamo dire che la forza imperiale che è stata concessa a Carlo Magno lo mette in rivalità
sia con il papato e sia con Bisanzio.
Diviene una polarizzazione delle posizioni ideologiche dei due poteri ecclesiastici. Se
parliamo del Grande Scisma d’Oriente che avviene nel 1054 forse l’inizio si deve porre nel
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- l’Impero franco;
- Papato;
- Impero bizantino.
L’illirico fino alla metà dell’VIII secolo era considerato sotto la giurisdizione del papato
romano. Però i Franchi avevano già cominciato a cristianizzare le tribù slave. Instaurano
diocesi (Già esistevano a Roma) in Dalmazia come Nona (oggi Nin); Zadar odierna che si
trova in Croazia; Spalato (split nome slavo). Diocesi del papato.
Poi gli slavi nei tempi degli avari in queste terre venivano spinti verso l’Elba con l’arrivo degli
avari. Quindi si diffusero anche nella regione del fiume Elba. I stato slavo era lì mentre c’era
ancora il Khanato avaro e gli avari avevano conquistato Gallia. Ricordo del cronista
merovingia (di Carlo magno) che si chiama Fredegar e parla di popolazione slava che si
trovava nella regione di Turinghia (odierna Germania). Slavi ribellati, a capo di questa
ribellione c’era un mercante di origine gallo-romana che era ostile agli avari, si chiamava
Samo. Riuscì a creare il primo stato embrionale slavo nella regione di Turinghia. Le terre in
questo momento erano contestate tra Avari e Carlo Magno. Il mercante Samo riusciva a
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Lezione 5
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Lezione 6
Missione di Cirillo e Metodio
Siamo arrivati alla seconda missione di Costantino Cirillo accompagnato stavolta dal fratello
Metodio, presso i Khazari. Si fermano per un po' di tempo nella penisola del Chersoneso che
sarebbe la Crimea e li Costantino in poco tempo impara l’ebraico al punto di poter riscrivere
e tradurre le 8 parti della grammatica, poi arriva un samaritano e Costantino impara anche il
samaritano. Abbiamo poi parlato della questione spinosa delle Рушкη боукъвη.
Pag. 75> “là trovò un vangelo e un salterio scritto in lettere russe e trovò un uomo che si
esprimeva in quella parlata” (quindi era una lingua viva e non antica) “e conversò con lui e
comprese la forza del discorso, accostando per mezzo della propria parlata le diverse
lettere, vocali e consonanti ed elevando la preghiera a dio cominciò subito a leggere e
parlare”. Quindi questo Рушкη боукъвη aveva vocali e consonanti, era una lingua parlata
viva e ancora oggi non è certo a quale lingua effettivamente si riferisca. Alcuni studiosi
soprattutto russi sostengono che c’era il cirillico molto prima dell’invenzione dell’alfabeto
ma non è da credere perché i Bizantini hanno poi portato i libri bulgari ai russi. Anche su
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Secondo l’agiografo della vita di Cirillo, la richiesta coglie i due fratelli di sorpresa e quando
Michele lo prega di accettare la missione Costantino dice “potete voi tradurre le sacre
scritture a questo popolo perché voi siete di Tessalonica e tutti i tessalonicesi parlano
slavo”. Però Costantino gli dice “io sono malato ma sono felice di andare là se hanno un
alfabeto per la loro lingua” e l’imperatore ribatté “mio nonno, mio padre e molti altri lo
hanno cercato senza successo, come posso riuscire io?”. Ancora Costantino “chi può
scrivere un discorso sull’acqua e ricavarne per sé la traccia di eretico?”. C’erano tre lingue
sulla targa della croce di Cristo: ebraico, latino e greco e solo in tre lingue si poteva lodare il
Dio, non si accettavano altre lingue nel mondo occidentale. Quindi Costantino aveva paura
di diventare un eretico scrivendo libri in una lingua che non era sacra. “e allora gli rispose di
nuovo l’imperatore insieme a Barda, suo zio: se tu vorrai, te lo concederà dio che dà a tutti
quelli che chiedono senza dubitare, a coloro che bussano”. In realtà governavano questa
missione Barda e Fozio che erano gli ideatori dell’espansione bizantina. Costantino non
poteva fare altro che ritirarsi in preghiera e come succede in tutte le agiografie “si rivolge a
Dio il quale subito ascoltando le preghiere dei suoi schiavi gli si manifestò e allora
compose le lettere e cominciò a scrivere un discorso evangelico; in principio era il verbo, il
verbo era presso dio e il verbo era dio”. Questo è il vangelo di Giovanni, inizio del vangelo
domenicale. Più probabilmente questo alfabeto non gli è venuto con le preghiere ma è
stato frutto di anni di impegno e di lavoro, e di consultazione anche con i discepoli che
Metodio aveva portato con sé quando si era ritirato dalla carica di governatore della
provincia slava di Struma; questi discepoli erano slavi che portava con sé e che svolsero
funzione di consiglieri nella composizione dell’alfabeto nel monastero del monte Athos.
La data dell’863 comunque segna se non l’inizio di una attività missionaria, il momento della
sua ufficializzazione da parte dei principi slavi, desiderosi di consolidare il proprio potere
creando una gerarchia locale slava che avrebbe garantito la loro indipendenza dai franchi
ma in certi aspetti anche dal papato.
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Lezione 7
Missione Cirillo e Metodio
Nella lezione precedente abbiamo parlato di Costantino e Metodio, e soprattutto l’inizio e la
fine della loro missione nella Grande Moravia. Le cose da capire sono: quali sono le ragioni
politiche per effettuare questa missione?
Abbiamo detto è la situazione di una rivalità tra l’Impero Franco, il Papato e Bisanzio.
Approfittando di questa rivalità, i sovrani hanno cercato di giocare con le due chiese per
ottenere l’autocefalia delle Chiese.
Essi traducono i principali libri per servizio ecclesiastico e partono per la Grande Moravia. Lì
devono istruire un clero locale per poter istaurare una chiesa locale. Preparano un clero
slavo locale. Si avviano per la strada, e si può rivelare che lo scopo principale era di andare a
Roma per chiedere una legittimazione del loro operato, perché la chiesa era unica e in quel
momento dovevano essere ben accolti sia da Bisanzio che dal Papato di Roma.
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Lezione 8
Aspetto storico e creazione degli alfabeti
In data 6 aprile 885 muore Metodio, il quale aveva nominato come suo successore
uno dei suoi discepoli e allievi, Gorazd, uno dei Moravi. Il suo nemico accanito Vi-
king non gli ha permesso di nominare Gorazd e ha calunniato Metodio davanti al
papa di nuovo e quest'ultimo, Giovanni VIII, alla fine ha accettato queste calunnie,
che accusavano Metodio di recitare il culto della fede senza il Filioque¹, cosa gravis-
sima per il papato, e di osservare orari e digiuni bizantini, un altro reato. Quindi il
papa non ha esaudito la volontà di Metodio di far subentrare Gorazd, ma ha nomi-
nato Viking al posto suo. Con l'arrivo di Viking tutta l'opera di Cirillo e Metodio va a
rotoli, infatti i loro discepoli (secondo la Vita slava di Naum, più di 200) vengono ven-
duti agli ebrei al mercato degli schiavi di Venezia. I più anziani sono stati picchiati,
denutati, torturati ed esiliati dal territorio della Moravia. Altri, invece, imbarcati su una
zattera rudimentale, approdano a Belgrado.
Una cosa importante da capire: siccome tutti i libri erano ecclesiastici, tutti e quattro i
papi che si sono occupati dell'operato di Cirillo e Metodio hanno sottolineato come
doveva venire usata la lingua slava in liturgia. Era una lingua usata come una lingua
missionaria, apostolica, catechietica e i sacramenti non potevano essere professati
in lingua slava. Anche Adriano II che era favorevole alla cultura slava, sosteneva che
si dovevano leggere le sacre scritture prima in latino e greco e poi in slavo. Metodio
inizialmente era un vescovo profide, ovvero solo per un popolo. Vescovi del genere
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(1. Filioque: L'espressione latina filioque significa "e dal Figlio", e deve la sua importanza al fatto di
essere stata aggiunta dalla Chiesa cattolica al testo del Credo Niceno-Costantinopolitano, nella parte
relativa allo Spirito Santo)
Boris aveva mandato molte domande a Nicolò I e sono conservate tutte le 115 rispo-
ste. Un po' descriveva la vita e le usanze, la struttura politica dei protobulgari. Boris
scrive al papa nell'866, due anni dopo la conversione, quando l'aristocrazia protobul-
gara cercava di fare un colpo di stato per ritornare alla religione pagana. In questo
modo Boris cercava non solo di accedere alle grandi potenze di quel tempo ma vo-
leva anche amalgamare il popolo. Scrive al papa che aveva sterminato 52 famiglie
che si erano ribellate alla nuova religione.
Nell'870 Boris ottiene il riconoscimento da parte di Bisanzio, ma sarà solo nell'893
che la Chiesa diventa ufficialmente bulgara e non sottoposta al patriarca di Costanti-
nopoli. Boris I aveva tre figli protobulgari, il primogenito si chiamava Vladimir Ra-
sate. Boris riesce a
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Lezione 9
Alfabeto Glagolitico
Glagolitico
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14. Il IX secolo fu un periodo molto importante della storia europea. A metà se-
colo, nel cuore dell'impero bizantino, si realizza uno dei più importanti progetti
missionari della storia europea, vale a dire quello di fornire un alfabeto ai po-
poli slavi con lo scopo di accomunarli nella confessione orientale ortodossa di
Costantinopoli per ottenere unità religiosa e omogeneità culturale nel conti-
nente. Questo avrebbe dovuto riconfermare il primato di Bisanzio e nel conte-
sto dei suoi interessi geopolitici, l'Impero Romano d'Oriente si pose l'obiettivo
di rimaneggiare la carta culturale d'Europa in proprio favore attraverso 'la
croce e il Verbo'. Tale è la dottrina politica del patriarca Fozio che voleva ga-
rantire a Bisanzio l'egemonia sul Continente. Il IX secolo è caratterizzato da
una vivace attività missionaria da parte delle due grandi Chiese, quella di
Roma e quella di Costantinopoli. Queste si erano rivolte verso le tribù slave.
La grande espansione dell'impero germanico aveva creato tensione in Europa
centrale e sud-orientale, il che portò a complesse combinazioni politiche e ad
alleanze militari mutevoli nel tempo. Ne risultò così una contesa sempre più
aspra tra le due Chiese per la supremazia su quelle comunità della Slavia in
via di cristianizzazione o non ancora battezzate. Nell'843 a Verdun fu firmata
una convenzione che imponeva il potere di Ludovico il Germanico, nipote di
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Lezione 10
Lezione tenuta dalla professoressa dell’Università di Sofia
Storia del Glagolitico e della scrittura cirillica
Nella scorsa lezione siamo arrivati al momento in cui San Cirillo e Metodio furono spediti in
Bulgaria dove furono accolti dal principe Boris-Mihail e poterono continuare con la loro atti-
vità letteraria. Ma prima di capire che cosa succede con l’alfabeto glagolitico creato da San
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1. Ogni lettera glagolitica si scriveva con molti movimenti della mano. Mentre invece
l’alfabeto cirillico o quella greco onciale è molto più semplice perché le lettere pos-
sono essere scritte anche con solo uno o due movimenti della mano inoltre si può
scrivere in maniera più stretta e quindi si possono mettere molte più parole su una
pagina rispetto all’alfabeto glagolitico.
2. Dal punto di vista paleografico l’alfabeto glagolitico è più moderno di quello cirillico
perché l’alfabeto glagolitico è più vicino alla minuscola greca che in quel periodo,
stava pian piano diventando la nuova norma, la nuova scrittura canonizzata nella tra-
dizione bizantina. Sappiamo dalla storia che dal VI secolo fino al 843 a Bisanzio c’era
una grande crisi nella Chiesa che chiamiamo “iconoclasmo”. E quando hanno vinto gli
iconoduli, salvando le immagini sacre, c’è stato un grande cambiamento nella scrit-
tura onciale greca che era la scrittura canonizzata dal IV secolo, la scrittura con cui
furono scritti i cosiddetti “Codici di Purpura” di Giustiniano, un gruppo di codici scritti
su pergamena color porpora e furono scritti con inchiostro d’oro o d’argento. Sono
dei codici molto lussuosi perché su ogni pagina ci sono delle composizioni artistiche
molto elaborate. La scrittura utilizzata in questi codici è quella della maiuscola biblica
che piano piano viene lasciata e al suo posto viene introdotto il minuscolo perché in
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1. Un esempio di ceramica in cui sono scritti alcune frasi del Salterio in una scrittura
che assomiglia al tipo di maiuscola biblica.
2. Un’iscrizione latina, unica iscrizione latino cristiana conservata nel nord-est della
Bulgaria.
Sempre dalle fonti possiamo vedere che la scrittura cirillica fu ben presto ben stiliz-
zata. La versione più antica che noi conosciamo risale al 925 al villaggio di Grepcia*
dove c’era un monastero dove il monaco Antòny ha scritto una commemorazione
della morte del suo maestro spirituale con la scrittura cirillica. Si può notare che la
scrittura cirillica è ben stilizzata, presenta tutti i segni che richiedeva la lingua slava,
ma la scrittura cirillica non avrebbe mai potuto essere così effettiva senza l’aiuto del
glagolitico perché tutte le lettere che si utilizzavano per i fonemi tipici della lingua
slava furono presi dal glagolitico e poi stilizzati in maniera cirillica. Senza questo ap-
porto del glagolitico, la scrittura cirillica non avrebbe mai potuto essere così efficace
e non avrebbe potuto essere utilizzata per le liturgie etc..
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5. Esempio del Vangelo Assemaniano dove c’è una nota al margine scritta in ciril-
lico, a dimostrazione del fatto che gli scrittori scrivessero sia in glagolitico che ci-
rillico.
Nel XII secolo la scrittura glagolitica continuava ad essere sempre attuale nella regione del
primo regno bulgaro perché in un triodio, libro per i canti della quaresima, lo scrittore scri-
veva in cirillico ma in alcune parti è stato utilizzato anche il glagolitico. Vi erano parti in cui si
susseguivano prima il cirillico e poi il glagolitico. Ciò significa che il manoscritto da cui è stata
fatta la copia era in glagolitico e per questo il glagolitico nel XII secolo era ancora in uso, po-
tevano ancora capirlo e trascriverlo in cirillico. L’alfabeto glagolitico veniva utilizzato anche
come elemento di ornamentazione all’interno dei testi cirillici.
8. Salterio di Tomič: ci mostra che anche nel XIV secolo la scrittura cirillica non è
mutata perché ha conservato le sue forme caratteristiche con diverse influenze
dal greco minuscolo perché durante i secoli, la scrittura cirillica è stata influen-
zata dai manoscritti greci che però erano già scritti in minuscolo.
9. Apostolo del secolo XIV dove è presente una bella scrittura cirillica liturgica. Al-
cune lettere presentano dei prolungamenti, ci sono alcune lettere greche nel te-
sto e ciò significa che tale manoscritto è stato fatto sotto l’influenza di un mano-
scritto greco minuscolo.
La scrittura cirillica grazie anche al contributo del primo Stato bulgaro è stata ripresa
poi anche dagli altri popoli slavi quali russi e serbi. I serbi non conoscono la scrittura
glagolitica, mentre i russi la conoscono ma in modo molto semplificata, perché cono-
scono solo le trascrizioni di Novgorod e forse alcuni manoscritti che subito furono
trascritti in lingua russa con le lettere cirilliche.
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2. Abecedario di Prislov in lettere glagolitiche. Per tanti anni la storia della scrit-
tura considerava che vi era una divisione tra i centri scrittori bulgari. Si diceva
che a Prislov hanno scritto solo in cirillico e a Teocrida hanno scritto solo con
la scrittura glagolitica. Negli ultimi anni ci sono state tante importanti sco-
perte che hanno dimostrato che questo non è vero. A Prislov hanno usato la
scrittura glagolitica almeno fino all’esistenza del primo Stato bulgaro, cioè
fino alla fine del X secolo. Tutte le traduzioni sono state fatte prima in glagoli-
tico e poi trascritte in cirillico e questo lo vediamo anche dagli errori com-
messi nel momento in cui avvengono le trascrizioni delle date e delle cifre.
Questo succede perché ogni alfabeto medievale usa le lettere anche per indi-
care le cifre e i numeri. Nell’alfabeto glagolitico la lettera b simboleggia anche
il numero 2, mentre nell’alfabeto cirillico la lettera v ha numero di 2. Questo
poteva condurre a fare degli errori.
3. Iscrizione cirillica del XIII secolo che riporta la vittoria della battaglia contro i
greci. È caratterizzata da una scrittura molto bella, molto elegante, è già ben
stilizzata
6. Foglio di Sukrav* mostra una variante di cirillico molto diversa che si scrive
non in modo quadrato ma in un modo modulare molto elegante.
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15. Iconografia del Giudizio Universale dov’è rappresentato Cristo, sua madre e
Giovanni l’evangelista. È molto interessante perché questa scena rappresenta
la famiglia di Abramo, Abramo viene rappresentato in paradiso e insieme a lui
anche il sovrano bulgaro che al momento era ancora vivo. La caratteristica di
quest’iconografia è proprio questa, l’aver rappresentato il re bulgaro in para-
diso mentre era ancora vivo, una cosa piuttosto inusuale.
16. Salterio di Tomič al momento si trova a Sofia nel museo archeologico. Tre
mesi fa nel museo di Mosca, dove si custodisce permanentemente il Salterio,
hanno terminato la sua restaurazione e hanno analizzato i vari colori della
carta. I colori di questo manoscritto sono tutti simili a quelli utilizzati per i più
lussuosi manoscritti della metà del XIV secolo. Sono presenti alcune note
scritte in greco che erano dell’indicazioni che il maestro dava ai suoi allievi
circa il colore da utilizzare. Tramite queste note è possibile capire com’è avve-
nuto il procedimento della creazione del manoscritto. Possiamo già dire che si
trattava di gruppi di scrittori calligrafi e di pittori viaggianti che furono inviati
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18. Rotolo contente testi delle liturgie, quella di San Basilio e quella di San Gio-
vanni apostolo.
Lezione 11
Alfabeto paleoslavo e cirillico
La prof mostra due video di come si produce la pergamena e di come si pro-
duce la penna d’oca : https://www.youtube.com/watch?v=2-SpLPFaRd0
https://www.youtube.com/watch?v=H1wyYh97LDk
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Ⱎ. glagolitico cirillico
Ⱋ. glagolitico cirillico
Le nuove lettere, che non ci sono nel greco antico perché ha altre lettere, le
nuove lettere assomigliano al glagolitico.
Nel glagolitico ci sono anche le lettere con un solo valore numerico e nessun
significato. (vedi tabella)
Quindi ogni grafema nel glagolitico può essere traslitterato in cirillico e i mano-
scritti traslitterati in cirillico mano a mano soppiantavano il glagolitico, (dai loro
editori moderni.)
La scrittura glagolitica porta ad aree geografiche diverse e periodi diversi.
In particolare, con il cirillico le differenze sono nelle nasali perché c’erano solo
3 vocali nasali: on cioè la nasale anteriore di valore 900 (nella tabella) (e con
un segno sotto) e la nasale posteriore non ha valore, cioè non c’erano le na-
sali iotizzate ien o ion. Queste nasali sono rimaste nella lingua polacca.
Non c’erano le velari k,g,h e gl (gl per aveva valore nel glagolitico).
Nel cirillico ci sono le greche psi, xi che sono di due consonanti.
Ci soffermiamo sui testi che fanno parte di un canone, un corpus di testi pre-
sente nel canone paleoslavo.
Questa nozione del canone è dovuta al paleoslavista tedesco Augusti
Lieskin/ Eskin?
La sua grammatica fu pubblicata negli anni 20 nel 1900.
Il canone slavo è costituito di testi sia in glagolitico che in cirillico (nella sua
grammatica).
Dei tempi di Cirillo e Metodio a noi non è pervenuto niente.
I primi testi antichi provengono dalla fine del 10° secolo e inizio 11° secolo.
Quest’eredità di Cirillo e Metodio sta nei codici che si trovano nei testi scritti in
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-Evangelie ot Luka
U scritto ou. Qua abbiamo un vangelo glagolitico il prete lo leggeva in glago-
litico però faceva le note in cirillico. Ioan Krastitel ot Luka
Giovanni Battista ot (omega e t) e lu (loy) ka (glv, capitolo, a capitolo a,
primo). (vedi foto sotto, ultima frase).
Ultima riga in cirillico.
Questo vuol dire che i testi erano in glagolitico, facevano le note in cirillico e
poi è stato sostituito piano piano dal cirillico nel corso di 2 secoli.
Questo prova che il più antico è il glagolitico.
—Codice mariano fine 11°secolo, in glagolitico, inizia da Matteo capitolo V.
Rinvenuto nel monastero di Vergine Maria nel monte Athos.
Si trova in Russia, nella Biblioteca nazionale a Mosca.
Trasferito in cirillico. Vangelo pubblicato in versione cirillica nel 1883 da Jatič.
—Codice assemani dell’11° secolo, si trova in Vaticano ma ritrovato a Geru-
salemme.
È glagolitico 158 fogli. Menologio, calendario di festività in onore di santi. È
interessante che ci sono le date dei festeggiamenti di Cirillo e Metodio, le
date della loro morte e anche del discepolo Clemente, discepolo che andò in
Bulgaria, stette un anno a Preslav e fondò la scuola di Ocrida. Dove la tra-
dizione glagolitica si è conservata di più.
Sopra c’è una riga in cirillico e al margine destro c’è sempre una nota in ciril-
lico. Questo è Evangelario, più breve del Tetravangelo.
Il codice mariano, per il monastero di vergine maria, è tetravangelo.
Però ci sono sforzi del prete di usarlo come evangelario in chiesa, si vede
dalle note al margine in glagolitico molto antiche.
Codice assemani, quasi tutti i vangeli hanno note a margine e segni in ciril-
lico. Un altro centro della cultura ortodossa si trovava nel territorio di odierno
Egitto, vicino Sharm el Sheik: Monastero di Santa Caterina di Sinai, monte
Sinai. I codici trovati li si chiamano codici sinaitici.
Solo parzialmente è un Salterio sinaitico dell’11° e una parte soltanto di que-
sto i salmi da 1 a 151, i canti profetici, preghiere, cerimoniali di 177 fogli, sono
stati pubblicati dallo studioso ebraico Outbower.
La cosa più interessante è che questi monaci venivano aggrediti, il monastero
aveva grandi mura, questo monastero è stato molte volte aggredito dai pirati, i
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La questione importante del glagolitico e del cirillico. Quali sono gli argomenti in
favore della precedenza del glagolitico? Perché noi pensiamo che il glagolitico sia
stato l’alfabeto più antico dei due? Tutt’ora ci sono studiosi che non sono d’accordo
con questa conclusione ma il 99% è certo.
Motivazioni
-Gli abbecedari più antichi che non contenevano il cirillico. Quello più antico è quello
di Preslav (o fine IX o inizio X secolo).
Scuola di Preslav—> il Vangelo didattico di uno scrittore bulgaro paleoslavo,
Costantino di Preslav. È stato lui forse che ha introdotto per la prima volta il cirillico,
ha tradotto dal greco un vangelo didattico. Alla prefazione di questo Vangelo c’era la
cosiddetta preghiera alfabetica di 36 versetti dove ogni verso iniziava con una lettera
dell’alfabeto glagolitico.
-Il glagolitico è un alfabeto interamente simbolico di una sola mente perché ci
sono questi elementi comuni a tutte le lettere (parlo di quello bulgaro che era tondo,
non di quello che è stato poi stilizzato cioè il glagolitico rettangolare), gli elementi in
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FONETICA
Il protoslavo non è testimoniato da testi scritti, è una lingua ricostruita e viene
riconosciuto sulla base delle conoscenze delle tendenze dell’evoluzione delle lingue
indoeuropee.
Il protoslavo esiste dal secondo millennio a.C quando si stacca dall’indoeuropeo e le
tribù slave si insediano nel VI secolo nei Balcani della protopatria e danno vita a tre
gruppi di lingue slave: occidentali meridionali e orientali.
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Ora vediamo che cos'è la metatesi delle consonanti liquide, ovvero quando una vocale
e una consonante si trovavano tra due consonanti per aprire la sillaba si dovevano girare.
Abbiamo ''or''. ''ol'', ''el'', ''er''. La metatesi includeva il cambiamento del posto della
consonante e della vocale per aprire la sillaba, solo se si trovavano tra due consonanti.
Abbiamo il protoslavo ''golva'' (testa) che nel paleoslava diventava глава, in ceco
diventava ''hlava'' (glava), in polacco ''glowa'' e solo in russo c'è questa pleofonia in
quanto diventa ''голова''. Quindi questo ''ol'' diventava ''olo''. Abbiamo protoslavo
''borda'' (quindi ''or'' tra due consonanti) che nel paleoslavo diventava ''брада'' (barba),
quindi abbiamo ''brada'' in ceco, ''broda'' in polacco e ''боpода'' in russo moderno.
Abbiamo il protoslavo ''vorna'' che in paleoslavo diventa ''враNa'' (vrana) e in russo
''ворона''. Abbiamo ''berg-'' in protoslavo che in paleoslavo diventa ''брѣгъ'' (briag). Poi
abbiamo ''berza'' che diventa ''брѣза'' (briaza) in paleoslavo. In russo laddove abbiamo
due consonanti (or, er, el, ol) avveniva questa pleofonia, come per голова (pleofonia:
conseguimento di una vocalizzazione piena, raggiunta nell'evoluzione di alcuni gruppi
consonantici). Un altro esempio di metatesi e di conseguente pleofonia in russo è il
protoslavo ''melko'', che in paleoslavo diventa ''млѣко'' e in russo ''молоко''. Quindi ''o''
diventava ''a'' ed ''e'' diventava ''ѣ'' (metatesi con allungamento della vocale). Questo
poteva succedere anche quando queste combinazioni si trovavano all'inizio della parola. Ad
esempio, ''ordlo'' (lo strumento per arare), diventava ''рало'', poi ''ormo'' (spalla)
diventava ''рамо''. Ancora ''orb'' diventava ''рабъ'' (schiavo), in questo caso in tedesco (ad
esempio) ''arbeiten'' non abbiamo la metatesi. Poi abbiamo il prefisso ''orz'' che diventava
''раз'', è molto produttivo come prefisso. Poi abbiamo ''orviaNъ'' diventava ''равьNъ''.
Poi ''olkъtь'' che diventava ''лакъть'' (gomito). Questa metatesi è diversa da un altro
cambiamento che si chiama sonorizzazione di ''ur'' e ''ul'', ''ir'' e ''il''. Rispettivamente
diventavano ''ър'', ''ъл'' e ''ьр'', ''ьл''. Siccome r e l chiudevano la sillaba doveva
succedere qualcosa per aprire la sillaba rispetto alla vocale precedente. Quindi prendendo
''срьльцϵ'' la ''r'' diventava sonorante, apice della sillabe anche senza vocale. Questa è la
particolarità di queste due sonoranti (r e l). Quindi abbiamo срьльцϵ che in russo poi
diventa ''сердце'', diventa ''er'' sempre. Poi abbiamo ''плъNъ'' (pieno) che in russo
diventa ''полный''. Ancora ''влъкъ'' in russo ''волк'' (lupo). Oppure ''мрьтвь'' in russo
moderno ''мёртвый''. ''врьхъ'' che diventa in russo ''верх'' (cima, vetta). Ancora
''дгъгъ'' che diventa ''долг'' (debito). ''тврьдъ'' che diventa ''твёрдый'' (duro, forte).
Poi abbiamo ''жльтъ'' che diventa ''жёлтый'' (giallo). Oppure ''тръгъ'' (mercato) che
diventa ''торг''.
''зръnъ'' (grano) che diventa ''зерно''.''прьвъ'' che diventa ''первый''. ''хлъмъ'' che di-
venta ''холм''. ''влъna'' che diventa ''волна'' (lana).
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L'unica vocale anteriore che è rimasta Ⱑ ('jat) nel glagolitico ''ѣ'' (yat) e ''ιа''* (con l'asteri-
sco contrassegno la lettera ''ia'' che è quella nella foto alla fine del documento, ma non sono
riuscita a trovarla come carattere) avevano una sola lettera perché avevano la stessa pro-
nuncia, come una vocale diffusa tra ''e'' e ''a'' e abbiamo il verbo *ιастн in russo есть (man-
giare). Ma da questa abbiamo la stessa radice обѣдъ che in russo è обед. * адро in ma-
noscritti russi lo troviamo così invece che Ѧдро ma ''il nucleo'' lo troviamo въnѣдра. Poi
parlando di ''а'' all'inizio della parola, certe volte veniva iodizzato in *ιа. Per esempio, азъ
(pronome personale) molto raramente lo troviamo come *ιазъ che poi chiaramente in russo
è rimasto я.
Molte volte abbiamo il verbo авнтн ('javiti, ammaestrare), alcune volte lo troviamo con una
protesi *ιавнтн. Poi abbiamo аnтѧ (anten) che molte volte lo troviamo come*ιаnтѧ (ianten,
agnello).
Alla fine quando abbiamo ''у'' all'inizio della parola più iod (j) diventava ю. Per esempio югъ (sud)
o юnоша (adolescente), certe volte abbiamo ютро invece di yтро (mattina) oppure южϵ. Una
cosa importante nelle tre posizioni nel protoslavo c'era alla fine una consonante, B era ВЪN, C era
СЪN, K era КЪN. B è preposizione che si usa con accusativo e locativo, C con strumentale e K solo
con dativo. Questa ''N'' compare quando la parola successiva comincia con una vocale. Per esempio
нмь=съ Nнмь, ϵмоу=къ Nϵмоу, ϵмъ=въ Nϵмъ. Questa ''n'' si chiama ''n epentetica'',
compare non solo ad inizio di parola. Per esempio, in greco υδρα (udra) e υΦι (ipsi) ottengono una
protesi e diventano rispettivamente въιдра e въιсокъ. Nel protoslavo naῡknǫτн (nauknonti)
diventa NавъιкNѫтн (naviknonti, abitudini).
Solo la ''o'' e la nasala posteriore non hanno avuto la protesi, però proprio nei manoscritti an-
tichi russi, abbiamo oca e lo riscontriamo come воса (vespa), e anche ѫхатн (onxati, annu-
sare), però da questo proviene il sostantivo воNιа* che nel protoslavo significa ''profumo'',
nelle lingue moderne significa ''puzza''. Ancora vediamo l'epentesi nel russo con il numerale
осмь che diventa восемь. Abbiamo la parola мед (miele) e abbiamo la parola ѣдъ (man-
giare) e diventa медъвѣдъ (orso=mangia-miele).
L'epentesi l'abbiamo anche nelle parole greche o latine prese in prestito nelle quali si dove-
vano tenere le sillabe aperte. Per esempio, prendiamo la parola ''altare'' si riscopre nel pa-
leoslavo come олътарь, quindi questa ъ si usava per tenere la sillaba aperta. Ancora per
aprire la sillaba nella parola greca ''angelo'' αγγελοs (ajelos) lo riscontriamo come аNълϵль.
Anche la parola greca ψαλmos (zalmos) diventa псалъмъ, con l'epentesi.
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▪ИТИ: И si iotizza, ma ciò non viene segnalato verticalmente poiché non si sente nella pro-
nuncia j+i=i. (Esempio 1)
▪И molle ad inizio di parola j+Ь=i, sarebbe il verbo prendere in russo a cui è stato aggiunto il
prefisso ПО+ЙМУ= ПОЙМУ,ПОЙМЁШЬ… (Esempio 2)
▪Il verbo essere nel cirillico è JE: j+ē “IECTЬ”-> ЕСТЬ
▪Vocale anteriore ЕНЗЫК , dove ЕН è la nasale anteriore che nel cirillico molto spesso di-
venta Н molle”НЬ.”
I fenomeni apofonici ereditati dalle più antiche alternanze indoeuropee qualitative e quantitative:
ОРО, ОЛО, ЕРЕ, ЕЛЕ sono il risultato della pleofonia in russo. Si h quindi la metatesi insieme
alla pleofonia. Il fenomeno della metatesi comporta l'allungamento della vocale
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Come dimostrato nell'esempio n.3 nel ceco e polacco, si hanno i gruppi consonantici dl e gl,
assenti nelle lingue meridionali ed orientali, che tendono a semplificare le sillabe. Esempio:
in ceco e polacco RADLO, in russo РАЛО e in serbo RALO.
●Liquide sonoranti, che possono essere molli o dure
Le liquide sonoranti L ed R possono essere molli per palatali, ma anche dure. In russo tutti i
suoni dello slavo orientale, sь, vь, sъ, gь, рь diventano quasi sempre ОР ОЛ.
La nasale anteriore:
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erano due vocali molto brevi che necessitavano di raggiungere la stessa quantità di una vocale nor-
male nel corso del tempo sono state le prime ad essere sottoposte ad un cambiamento. Le due alter-
native possibili al problema delle vocali brevi furono: o il raggiungimento della stessa quantità di
una vocale normale o la caduta delle vocali stesse in base al tipo di sillaba successiva, se la vocale era
componente di sillaba, assumeva una posizione forte, mentre se invece era da sola poteva anche
scomparire.
Le palatali erano molli, mentre le non palatali erano dure. Inizialmente la Ф non c'era e si usava la
teta greca T. La К e Х erano aspirate, Ч era affricata e vi era un'altra lettera Z che oggi non esiste ma
viene segnata con ДЗ. La correlazione tra le consonanti dure e palatali era caratteristica di Р, Л, Н, C.
Trascrizioni
Nel cirillico si utilizza l'arco per indicare che si tratta di una consonante palatale.
Le consonanti palatali molli erano: Ш’, Ж’, Ч', i gruppi ШТ’, ЖД' e infine Ц' e З'.
Le consonanti molli Л', Н', Р' venivano segnalate con l'arco .
Le consonanti dure erano: К, Г, Х.
Nel GLAGOLITICO lo Я del cirillico, ЯТ suonavano allo stesso modo, erano rappresentati da un'unica
lettera
Lo slavo ecclesiastico non ammetteva la presenza di vocali messe insieme e per tale motivo si ag-
giungeva la Я intervocale. Esempio: ДОБРАЯ e non ДОБРАА.
Le due ЕР, che sarebbero poi Ь e Ъ, avevano un'origine protoslava provenivano da *u > Ь ; *j > Ъ.
Queste due vocali erano molto brevi e i primi cambiamenti riguardano proprio esse. Allora:
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I primi EР che sono caduti sono quelli finali come ad esempio nella parola КОНЬ.
In posizione EР duro Ъ poteva diventare O, mentre ЕР molle Ь poteva diventare E. Ci sono casi in cui
ЕР in posizione debole non cade e sono i casi in cui si dovevano combinare sillaba di consonanti im-
pronunciabili. (Esempio n.2 ДОСКА).
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La vocale ЯT aveva una pronuncia di una vocale diffusa ed intermedia tra e ed a. Quando si ha un'o-
rigine monottongale, si distingue ЯТ 1 da ЯТ 2, che è il risultato della monottongazione dei dittonghi
quindi: *ai , dittonghi semantici discendenti , ed *oi, che davano uno я di origine dittongale indicato
appunto con ЯТ 2.
Questi dittonghi potevano dare anche la i, diventando una desinenza per il nominativo plurale ma-
schile. Le parole greche che al nominativo singolare terminavano in Os ( vedi tab.sotto) al plurale
prendevano la terminazione in Oi, e nel paleoslavo ЛЬ, tale tendenza in russo si è generata come ac-
cusativo (ВОЛКИ esempio 3).
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Le vocali nasali: Da ОН si arriva ad У. Il desanalismo delle vocali inizia molto presto, verso la fine del
periodo paleoslavo, infatti già in alcuni codici al posto di ОН appare У.
Dopo la tendenza della sillaba aperta, si ha una seconda tendenza, che sarebbe quella del sinarmoni-
smo sillabico, dove la sillaba diventata già aperta si avvicina ad un luogo di articolazione tra la conso-
nante e la vocale. Una consonante dura porta ad una vocale posteriore, una consonante palatale in-
vece, porta ad una vocale anteriore. Nelle nuove sillabe aperte l'interazione tra vocale e consonante
diventa più forte e i suoni si influenzano avvicinando il proprio luogo di articolazione in una nuova
armonia sillabica nella sillaba stessa. Il termine tecnico per indicare il fenomeno è SEQUENZE FONE-
MATICHE OMOTOPICHE, dove fonematiche sta per FONEMI e omotopiche per STESSO luogo di arti-
colazione. Conseguenza del fenomeno è il cambiamento delle consonanti velari Г, К, Х, quando si
trovano dinanzi ad una vocale anteriore cominciano a palatalizzarsi, fenomeno della palatalizzazione.
Se dopo la consonante c'è una iota, si verifica una ionizzazione delle consonanti. Si verifica inoltre
anche il fenomeno della metafonia delle vocali posteriori quando le vocali diventano anteriori.
Lezione 15
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