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Riassunto - libro "Lineamenti di linguistica romanza"

Filologia romanza (Università degli Studi di Torino)

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LINEAMENTI DI LINGUISTICA ROMANZA

CHE COS'E' LA LINGUISTICA ROMANZA?


-civiltà latina, vocabolo romanus utilizzato in senso -etnico -politico -linguistico
designando tutte le popolazioni parlanti latino
-dal nome romanus derivò romània
-con la caduta dell'impero i termini persero valenza politica per mantenere significato
linguistico e culturale: romani → coloro che parlavano latino
vs
barbari → dal latino barbarus: balbuziente/straniero/colui che
appartiene ad una nazione considerata arretrata ed incivile
-origini della linguistica romanza: Germania, Friedrich Diez (1794-1876)
Francia, François Raynouard (1761-1836)
-linguistica romanza: scienza che studia tutte le lingue e le letterature romanze (derivate dal
latino) nella complessità del loro svolgimento storico; compito: indagare come dal latino si sia
pervenuti alle varietà linguistiche odierne

LE LINGUE NEOLATINE O ROMANZE


-parentela tra le diverse lingue romanze, ascrivibile alla loro comune derivazione dal latino
-le più conservative: italiano, sardo
-conservativo ed evolutivo: spagnolo
-la più evolutiva: francese

IL SISTEMA DELLE LINGUE


-4 tipi:
1. isolante (monosillabico): ogni parola ha una sola forma, non può essere trasformata né
per mezzo della flessione né della derivazione [es. cinese: ogni parola è costituita da un
monosillabo in sé privo di indicazioni funzionali, solo la giustapposizione di
monosillabi permette l'espressione di un concetto]
2. agglutinante: relazioni grammaticali si esprimono mediante suffissi, ad una radice
vengono aggiunti elementi a seconda delle funzioni da esprimere [es. ungherese, turco]
3. flessivo: polifunzionalità delle desinenze (genere, numero e caso sono espressi da una
stessa desinenza) [es. lingue indoeuropee e semitiche]
4. polisintetico: relazioni grammaticali espresse per mezzo di aggiunte o di
trasformazioni fatte ad un solo radicale [es. groenlandese]

LE LINGUE INDOEUROPEE
-celtico, germanico, baltico, slavo, italico, greco, albanese, armeno, ittita, tocario, indo-iranico
1. celtico: parlato dalle popolazioni che, alcuni secoli prima di Cristo, occuparono i
territori che vanno dalla Francia e dall'Italia settentrionale fino alle isole britanniche.
Celtico continentale (Gallia, nord-Italia, Asia Minore), celtico insulare (-gaelico :
irlandese, scozzese, mancese e -britannico: Gran Bretagna prima dell'invasione
romana)
2. germanico: parlato dalle popolazioni che anticamente occupavano i territori compresi
tra le Alpi e il Reno. Si suddivide in -germanico settentrionale (islandese, norvegese,
danese, svedese) -germanico occidentale (inglese, frisone, tedesco) -germanico
orientale parlate delle popolazioni barbariche: Goti, Vandali, Burgundi, … di cui
sopravvivono pochi elementi nelle lingue romanze
3. baltico: comprende il prussiano (estinto nel 1700), il lituano e il lettone
4. slavo: si suddivide in -slavo occidentale (ceco, boemo, slovacco, polacco) -slavo
meridionale (sloveno, serbo-croato, bulgaro, macedone) -slavo orientale (russo, russo

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bianco, ucraino)
5. italico: si suddivide in -osco (parlato in Italia meridionale: Campania, Sannio, Lucania,
Apulia) -umbro (parlato nel territorio compreso fra l'Adriatico e il corso superiore del
Tevere) -dialetti sabellici (altre zone dell'Italia centrale)
6. greco: -eolico -ionico/attico -dorico (ciascuno: comprende diverse varietà dialettali)
7. albanese: parlato nell'odierna Albania, ha subito influssi dal latino, dal greco, dal turco,
dallo slavo e dale lingue romanze
8. armeno: parlato nell''area compresa fra l'antica Mesopotamia, le valli meridionali del
Caucaso e la sponda sud-orientale del Mar Nero. Varietà affini: -frigio (anticamente
parlato nell' Asia minore) -trace (territorio oggi abitato da Bulgari e Romeni)
9. ittita: lingua indoeuropea di tradizione più antica (documentazioni 14° sec a.C.)
10. tocario: lingua di cui si ignora l'epoca di estinzione, era parlato nel Turkestan cinese,
due varietà dialettali (tocario A e tocario B)
11. indo-iranico: comprende -indiano (antico: sanscrito e moderno: diversi dialetti
attualmente parlati in India) -iranico(antico: avestico e persiano antico, medio,
moderno: persiano moderno, afghano, curdo, baluchi)
-queste lingue: forme moderne di un unico idioma da cui esse sono derivate, in seguito di
modificazioni apportate dal tempo
-i popoli di lingua indoeuropea si divisero per conquistare il mondo. Idiomi nuovi, diversi tra
loro, ma caratterizzati da un fondo comune
-adattamento variabile: fra le lingue indoeuropee due grandi gruppi posseggono questa
qualità... lingue -germaniche -romanze
-tappa intermedia fra le parlate neolatine e l'indoeuropeo: latino, lingua dotata di una
letteratura estremamente ricca e varia
-latino: si propagò nelle varie regioni dell'impero dando origine a una nuova famiglia di lingue:
le lingue neolatine o romanze (italiano, sardo, ladino, dalmatico, rumeno, spagnolo,
portoghese, catalano, francese, provenzale, guascone, franco-provenzale)

DISTRIBUZIONE DELLE LINGUE NEOLATINE


-1836, Federico Diez distingueva 6 lingue romanze:
1. italiano e rumeno (sezione orientale)
2. portoghese e spagnolo (sud-occidentale)
3. provenzale e francese (nord-occidentale)
Questa classifica privilegiava quelle lingue che si erano manifestate attraverso la scrittura e
che avevano dato luogo ad una letteratura
-1873, Ascoli individuò un gruppo di parlate neolatine che dovevano costituire un'unità
linguistica: il ladino. Riunì sotto questo nome 3 gruppi di dialetti separati fra loro e non
formanti né unità geografica, né storica, né politica: le parlate romanze del Cantone dei
Grigioni, alcuni dialetti dell' Alto Adige e il friulano
-1878, isolò un altro gruppo di parlate romanze: franco-provenzale → accorpando sotto
questo nome i dialetti della Suisse romande e alcune varietà dialettali della Francia orientale e
della Val d'Aosta che presentano caratteristiche comuni e si differenziano sia dai dialetti
provenzali, sia da quelli francesi

CLASSIFICAZIONE DELLE LINGUE SECONDO UN CRITERIO DI TIPO GEOGRAFICO


-Romània: distinta in 4 grandi aree, all'interno delle quali sono stati individuati dei
raggruppamenti linguistici anche in base alle comuni affinità di natura politica, culturale,
etnica

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-GRUPPO italo-romanzo: italiano, sardo, ladino, dalmatico


- balcano-romanzo: rumeno
- ibero-romanzo: spagnolo, portoghese, catalano
- gallo-romanzo: francese, provenzale, guascone, franco-provenzale

GRUPPO ITALO ROMANZO


ITALIANO: si tratta di un insieme di dialetti di cui uno (toscano fiorentino) ha avuto la
preminenza. Parlato nei confini dell'odierna Repubblica Italiana e fuori dai confini politici:
a)nella Repubblica di San Marino
b)nella Svizzera italiana (Canton Ticino e parte del Cantone dei Grigioni)
c)in Corsica, la cui lingua ufficiale è però il francese. I dialetti corsi sono di tipo toscano, in
quanto la Corsica, politicamente appartenente alla Francia dal 1769, fu in età medioevale una
colonia pisana
d)nelle regioni della Venezia Giulia e dell'Istria passate dopo la seconda guerra mondiale sotto
il dominio dell'ex Iugoslavia
e)nelle principali città della costa dalmata, soprattutto a Zara, appartenuta politicamente
all'Italia dal 1919 al 1945
f)da un certo numero di abitanti della regione nizzarda (ceduta alla Francia nel 1860) e
specialmente del Principato di Monaco
g)come lingua di cultura nell'isola di Malta (la lingua ufficiale è invece l'inglese)
h)dai numerosi italiani stabiliti nelle ex-colonie (es. Libia) e all'estero, specialmente dove
formano nuclei compatti (ad es. negli Usa)
Non si parla italiano nelle isole linguistiche alloglotte (lingua diversa da quella ufficiale di
stato) di:
a)tipo tedesco (Alto Adige, alcune località vicino a Udine, nel Vicentino, Trentino e Veronese, in
Val d'Aosta)
b)tipo greco (in provincia di Reggio Calabria, nel Salentino, in nove comuni della provincia di
Otranto, dove si parla il cosiddetto gricu)
c)tipo albanese (a Villa Badessa, in provincia di Pescara, in località sparse nelle provincie di
Foggia, Taranto, Cosenza, in Molise e in Sicilia nella Piana degli Albanesi)
d)tipo catalano (ad Alghero, sulla costa occidentale della Sardegna, cittadina che fu annessa
alla corona aragonese nel 1353)
e)tipo provenzale (in Piemonte, nelle valli alpine dal Po alla Liguria e a Guardia Piemontese, in
provincia di Cosenza)
f)tipo franco-provenzale (gran parte delle Valli d'Aosta, Val di Susa)
g)tipo slavo (in località confinanti con l'Istria)
La varietà letteraria è il toscano di tipo fiorentino.
I dialetti dell'italiano rappresentano delle entità linguistiche fortemente differenziate da nord
a sud. Sono suddivisibili in tre grandi gruppi:
1) dialetti settentrionali:
• parlate gallo-italiche (piemontese, ligure, lombardo, emiliano-romagnolo):
così dette perché si parlano nell'ex provincia romana della Gallia cisalpina. Presentano
notevoli affinità con i dialetti gallo-romanzi, mentre si differenziano notevolmente dagli idiomi
dell'Italia centrale e meridionale
• veneto: comprendente il veneziano-vicentino-padovano-veronese-trevigiano
• istriano
2)toscano: con le sue suddivisioni fiorentino, senese, aretino, pisano, lucchese, pistoiese
3)dialetti centro-meridionali:
• parlate delle Marche, Umbria, Lazio
• parlate dell'Abbruzzo, Molise, Puglia settentrionale, Campania, Lucania
• il calabro-siciliano e il salentino

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SARDO: viene parlato in tutta l'isola ad eccezione di Alghero (isola linguistica catalana) e di
Carloforte e Calasetta (isole linguistiche genovesi)
Esso si articola in più dialetti:
1) il logudorese, parlato nella regione del Logoduro, al centro dell'isola che costituisce
anche la varietà letteraria
2) il campidanese a sud, con notevoli affinità con i dialetti italiani meridionali
(specialmente il siciliano)
3) il gallurese e il sassarese a nord, i 'meno sardi' di tutti, i quali presentano forti analogie
con i dialetti della Corsica meridionale
LADINO: individuato dall'Ascoli nel 1873. Complesso di varietà neolatine parlate nella regione
alpina centrale ed orientale. Termine 'ladino': introdotto dal Haller nel 1832, deriva da
'latinus'. Parlato nel territorio che attualmente va dalle sorgenti del Reno all'Adriatico. Si
divide in tre tronconi: 1.occidentale: comprende le parlate del Cantone dei Grigioni in Svizzera
2.centale: formato da alcuni dialetti della regione dolomitica
3.orientale: costituito dal friulano, parlato a est del Veneto fino
all'Isonzo e alle porte di Trieste
Per il ladino non è possibili indicare una varietà letteraria, mancando una vera e propria
produzione in questa lingua
DALMATICO: idioma, oggi istinto, formatosi lungo la costa dalmatica. Si estendeva dalla
regione a sud di Fiume fino ad Antìvari. Influsso veneto da un lato e invasione degli Slavi
dall'altro ne determinarono la scomparsa. Nell'isola di Veglia (area appartata) il dalmatico si
conservò fino al secolo scorso. L'ultimo conoscitore del vegliotto (Antonio Udina) morì nel
1898. Oggi a Veglia sopravvivono solo pochissime parole di questa antica parlata

GRUPPO BALCANO-ROMANZO
RUMENO: parlato nella zona dell'attuale Romania, ad Istria (istrorumeno), in alcune regioni
della penisola balcanica (macedorumeno) e in alcune località dell'Asia Minore. La varietà
letteraria è il dacorumeno (antica Dacia).

GRUPPO IBERO-ROMANZO
SPAGNOLO: lingua neolatina più parlata al mondo. Nella penisola iberica è parlato nella
Spagna politica, ad eccezione della parte nord-orientale (Catalogna, Valencia: dove si parla il
catalano), di quattro provincie nord-occidentali (dove si parla il gallego) e delle provincie
basche (area pirenaica, dove si parla ancora il basco).
Al di fuori della penisola iberica lo spagnolo è parlato in tutto il Sud America, ad eccezione del
Brasile, in seguito alla colonizzazione del Nuovo Mondo dovuta soprattutto agli Spagnoli. E'
inoltre parlato nel sud-ovest degli Stati Uniti in Arizona, California e Texas.
La varietà letteraria è il castigliano, parlato nella regione centrale della Spagna, che divenne
lingua letteraria e si estese notevolmente verso Sud con la Reconquista dei territori dominati
dagli Arabi.
I dialetti dello spagnolo: -asturiano-leonese: nord della Spagna
-aragonese: parlato ad est
-andaluso: Spagna meridionale (Andalusia)
PORTOGHESE: parlato nel territorio del Portogallo politico, in quattro provincie nord-
occidentali della Spagna, negli arcipelaghi delle Azzorre e di Madera (politicamente
appartenenti alla Repubblica Portoghese), nel Brasile, in Angola, in Mozambico e, più o meno
modificato, in tutto il dominio coloniale dei Portoghesi, sia in Asia che in Africa.
La varietà letteraria è il gallego, idioma della Galizia.
Le varietà dialettali comprendono:
-i dialetti continentali del nord, del centro e del sud

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-i dialetti insulari (Azzorre, Madera)


-i dialetti d'oltre mare
-il gallego (Galizia spagnola)
-il mirandese
-il riodonorese
-il guadramilese

GRUPPO GALLO-ROMANZO
CATALANO: parlato non soltanto nella Catalogna storica (centro principale: Barcellona), ma
anche in una striscia del territorio di Aragona ai confini con la Catalogna, in gran parte delle
regioni di Valencia e Alicante, nelle isole Baleari (dove il catalano viene introdotto nel 1229
con la conquista di Maiorca).
E' parlato in Francia nel Rossiglione, in Sardegna ad Alghero ed è la lingua ufficiale della
Repubblica di Andorra.
Dialetti catalani: -orientale (centro a Barcellona)
-occidentale (centro a Lérida)
Varietà letteraria: barcellonese. Catalano: lingua ponte con caratteristiche tra lo spagnolo e il
provenzale

FRANCESE: parlato nella maggior parte della Francia, in Belgio (nella Vallonia), nella Svizzera
francese, in Canada, nelle isole Anglo-normanne, in antiche colonie come Haiti, nell'Africa
settentrionale in Marocco e Algeria, in Lussemburgo e Liechtenstein.
La varietà letteraria è il franciano, lingua parlata nell' Ile de France.
Le varietà dialettali sono:
-il pittavino
-l'angevin (Angers, Tours)
-il normanno (Caen, Rouen. Fu importato in Inghilterra dai Normanni, divenne
anglonormanno)
-il piccardo
-il vallone (Belgio)
-il lorense (Metz)
-il champenois (Reims)
-il borgognone
PROVENZALE O OCCITANO: parlato nel territorio dell'antica Gallia, nella zona a sud della
Loira, dall'oceano atlantico fino alle Alpi, con alcune propaggini in Piemonte (Val Pellice). Una
colonia valdese emigrò nel 1400 in Calabria, a Guardia Piemontese (Cosenza) dove si conserva
ancora questo dialetto. Anche Val di Susa (da Chiomonte in su).
I dialetti provenzali in Italia sono in regresso per la pressione del piemontese e dell'italiano.
La varietà letteraria è il limosino.
Le varietà dialettali sono:
-il linguadòcico
-il limosino
-l'alverniate
-il provenzale
-il provenzale alpino
GUASCONE: parlato nelle regioni della Guascogna e del Béarn. Alcuni linguisti non lo
considerano una lingua a sé stante, ma semplicemente una varietà del provenzale, dal quale
però si differenzia per il suo sostrato iberico e per le numerose concordanze con il catalano e
l'aragonese.
Non esiste una varietà letteraria.
FRANCO-PROVENZALE: come il ladino, è stato individuato dall'Ascoli nel 1878.

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Con questo nome si intende un gruppo di varietà dialettali che occupa la parte sud-orientale
della Francia, la Svizzera romanza e una parte delle valli alpine entro i confini dell'Italia.
La varietà letteraria è il lionese.
Le varietà dialettali sono:
-lionese
-delfinatese
-di Friburgo
-di Neuchatel
-vaudois
-vallesano
-savoiardo

ROMANIA PERDUTA E ROMANIA NUOVA


-la colonizzazione romana non ebbe la stessa intensità ovunque: certi territori furono occupati
dai Romani unicamente per interessi economici o per la difesa dell'impero da eventuali
attacchi nemici
-mancò quindi l'intenzione di colonizzarli in senso stretto

-sotto la denominazione di Romània perduta: territori che furono conquistati dai Romani, nei
quali per un certo periodo di tempo si parlò latino MA in cui poi si ricominciò a parlare le
lingue indigene o si affermarono altre lingue di altre popolazioni (Inghilterra, Germania)
-in alcuni casi, a determinarne la perdita intervenne anche un fattore di ordine culturale. Si
trattava di territori di ben radicata cultura greca: essa godeva della supremazia su quella
latina ; benché i Romani avessero occupato la Grecia e l'avessero dominata per lungo tempo,
non riuscirono mai ad imporre la loro cultura e a portare a termine l'opera di romanizzazione
-altre regioni andarono perdute a causa delle invasioni barbariche

-definiamo Romània nuova quelle aree che oggi sono di parlata neolatina, pur non essendo
state colonizzate direttamente dai Romani
-il trapianto delle parlate romanze negli altri continenti ha determinato la comparsa di un
fenomeno linguistico: in queste zone le lingue neolatine apprese dagli indigeni hanno subito
alterazioni profonde, sono: le lingue creole
-continente americano + sud America: territori conquistati da spagnoli e portoghesi
-Canada: stato in cui si parla una lingua romanza

LE RAGIONI DELLA DIFFERENZIAZIONE DELLE LINGUE NEOLATINE


-diversificazione delle lingue romanze attribuibile a :
.Variabile diacronica → diversità del periodo di romanizzazione inizio e durata)
Il latino si diffuse attraverso un lungo processo di infiltrazione dalle città alle aree rurali; la
dominazione politica e culturale era finalizzata essenzialmente allo sfruttamento economico.
I Romani, tendenzialmente: atteggiamento piuttosto liberale nei confronti dell'idioma dei
paesi occupati, ma anche dei loro culti. La romanizzazione fu compiuta con un certo stile: i
Romani fecero del fatto di appartenere al loro popolo (cittadinanza romana) una sorta di
premio, che dava diritto a dei privilegi.
Il latino non fu imposto, MA divenne la lingua di comunicazione in istituzioni come scuole e
tribunali.

2.Diversità nell'intensità della romanizzazione


La romanizzazione non ebbe le stesse caratteristiche in tutti i territori dell'Impero.
es. Gallia meridionale: rapida ed intensa; scuole, amministrazione, rete stradale: presto sul
modello romano

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3.Diversità del latino


Il laltino era un complesso di dialetti affini ma ben distinti, i quali risentivano degli influssi
delle varietà parlate in precedenza nella penisola.
Esistevano differenze di tipo -sincronico (diverse qualità di latino: militare, agricolo,
amministrativo, giuridico, … e scarti di tipo -diacronico (disparità nel latino parlato in un arco
di 300/400 anni)

4.Reazioni etniche: sostrato, superstrato, adstrato


Latino: strato linguistico che viene a sovrapporsi in una certa area
SUPERSTRATO: lingue che sono andate a sovrapporsi sul latino (invasioni barbariche)
STRATO: latino
SOSTRATO: lingua parlata in precedenza in quella zona, quasi annientata MA di cui rimangono
alcune tracce nel nuovo idioma. Complesso di condizioni etnico-linguistiche
anteriori alla romanizzazione che (bilinguismo + abitudini) ha reagito sul latino

VARI TIPI DI SOSTRATO


SOSTRATO ITALICO: -f in posizione intervocalica → bufalus>bufalo: parola che proviene dal
sostrato italico
SOSTRATO ETRUSCO: suffissi in -ena, -enna (Ravenna). Fenomeno fonetico della gorgia
toscana (pronuncia fiorentina con aspirazione delle consonanti)
SOSTRATO LIGURE: influenzò il latino soprattutto dal punto di vista della toponomastica.
Suffisso -asco, -asca (toponimi piemontesi)
SOSTRATO CELTICO: influenzò il francese. Popolazioni celtiche stanziavano nell'odierna
Francia (Galli).
Influssi nella toponomastica: Nanto (valle)>Nantes, nomi composti con -dunum (città,
fortezza). Lugudunum> Lione. Alcuni toponimi derivano da fitonimi (nomi di piante): aballo
(melo)>Avallon
Lessico: termini con base celtica. Cerevisia>birra. Brag>malto, da cui: brasserie (birreria).
Camisia>camicia, chemise. Braca> braga (pantaloni in spagnolo)
Ipotesi, ma attendibili: influssi su fonetica (palatizzazione di u in u francese, evoluzione del
nesso ct → in it: noctem → nuit e morfologia sistema del contare francese basato sulla
ventina)
SOSTRATO IBERICO: tracce sul piano lessicale nello spagnolo izquierdo e nel portoghese
esquerdo. Dal punto di vista fonetico -f iniziale in latino che troviamo nello spagnolo -h:
ferrum>hierro, filium>hijo

SOSTRATO TRACE: ha agito sul latino → rumeno e albanese

SUPERSTRATO
-Elementi etnico-linguistici venuti a sovrapporsi in epoche successive alle condizioni risultanti
dalla romanizzazione elementi che non sono riusciti a sopraffare o cancellare il latino adottato
dalla popolazione, ma hanno contribuito a modificarlo
Superstrato germanico:
-presenza dell'H aspirata, differenza tra H muta e H aspirata
-campi semantici particolari: guerra (parola germanica: verra) si sostituisce a bellum (bellus
va a sostituire pulcher, per questo bellum viene sostituito da guerra)
Superstrato arabo: influsso su lingue della penisola iberica (conquistata nell'arco di tre anni
ma dominazione lunga) + Sicilia (conquistata dopo 75 anni e persa dopo 20 anni) per questo
ci sono molti più arabismi nella penisola iberica che in Sicilia
-influssi di tipo lessicale: ambito della scienza → agglutinazione dell'articolo: al articolo

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dell'arabo che si fonde con la parola che segue algabr → algebra . In Italia parole arabe con al
integrato al termine hanno seguiro influssi spagnoli. Invece nel caso di carciofo (alcaciofa in
spagnolo) la forma ci è giunta direttamente dall'arabo.
-influssi sulla toponomastica: cala castello → traccia importante in Sicilia Calatafimi , gebel
monte → Gibilterra

ADSTRATO
-In rapporto al latino, quelle lingue a lui vicine territorialmente, sulle quali tuttavia il latino
non si sovrappone
-esercita un influsso ma non si sovrappone → sul greco
(come per noi l'adstrato inglese)

IL LATINO VOLGARE
-latino comunemente parlato a Roma dai ceti alti e bassi, usato nella vita quotidiana
-meno attenzione alla norma, ampio spazio ai termini gergali
-lingua tecnica, commerciale, rurale, militare
-latino diverso da quello in uso nella scuola, nella politica o da quello letterario
-esistenza del sermo vulgaris e indebolirsi del latino classico: spiegano la progressiva
differenziazione delle lingue neolatine
-verificarsi di slittamenti semantici durante l'evoluzione del latino classico alle lingue
romanze:
1.restrizione di significato: parole che nel latino classico avevano significato più ampio che nel
latino volgare si restringe necare:uccidere → con locuzione acquanecare:annegare,
pullus:piccolo di un animale → pollo:animale ben preciso
.ampliamento di senso: passer: passero → spagnolo pàjaro: piccolo uccello in generale
.traslazione di senso: spatula → spatola → spalla
.passaggio dall'astratto al concreto: machina: invenzione, artificio → nelle lingue romanze
assume il significato del 'risultato dell'invenzione'

CONOSCENZA DEL LATINO VOLGARE, TESTIMONIANZE DI TIPO INDIRETTO


-AUTORI LATINI come Plauto, Marziale, Petronio (usano un linguaggio popolare)
-ISCRIZIONI LATINE scolpite, dipinte o graffite. Epitaffi o iscrizioni rinvenute in palazzi e
abitazioni. Luoghi che ne sono più ricchi: Pompei, Ercolano. Iscrizioni localizzate ben databili.
-STORIE E CRONACHE: opere di compilazione senza alcuna pretesa letteraria.
-LEGGI, DIPLOMI, CARTE E FORMULARI: testi che usano un latino misto, popolare e letterario
-AUTORI CRISTIANI come S. Agostino e S. Gerolamo. Voluta ricerca di una semplicità
morfologica e lessicale che permetta la comprensione del contenuto anche da parte di chi non
sia di cultura raffinata.
Passaggi che si sono verificati nel latino volgare: varietà di tipo orale. Abbiamo una serie di
documenti che lo riflettono. Tipologie:
1)testi di grammatica: troviamo forme volgari con lo scopo di correggere.
Appendix probi → testo anonimo. E' un trattato di grammatica che si trova in coda ad una
serie di scritti di Valerio Probo. Non l'ha scritto lui. E' del 3° sec d.C. Testo conservato in un
unico testo. Ci presenta 227 parole. Schema di base: A (latino classico) non B (forma latino
volgare). Elenco di parole mettendo in prima posizione la parola corretta e in seconda
posizione quella sbagliata. Registra i seguenti fenomeni:
TENDENZE CHE SI ANDAVANO DIFFONDENDO NEL LATINO VOLGARE
-caduta della postonica dopo accento tonico: speculum → speclum. Si viene a formare il nesso
-cl che si comporta in modo particolare, subisce palatizzazione: produce suono chio→specchio
-passaggio del nesso tul>tl>cl
-passaggio di e atona davanti a vocale → a semivocale con eventuale successiva palatizzazione

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(*palatizzazione: fenomeno per cui l'articolazione di alcuni suoni, per influsso di suoni palatali
adiacenti, si sposta al palato anteriore : vinea → vinia → ni si palatizza in gn
-tendenza a pronunciare u come o chiusa
-caduta della m finale: si verifica nel 3° sec. d.C. Fenomeno che avrà conseguenze importanti.
M finale: desinenza che troviamo nell'accusativo. Con la sua caduta non capiamo più la sua
funzione logica → si usano le proposizioni
-caduta della nasale nel gruppo ns: mensa non messa
-fenomeni di metaplasmo: la parlata popolare tendeva a dare alle desinenze il loro genere
naturale (*metaplasmo: fenomeno per cui, nel passaggio da una lingua ad un'altra, una parola
cambia declinazione o, anche, numero o genere, oppure un verbo cambia coniugazione): nurus
non nura
-incertezza sulla grafia di s finale (milese non milex) e cq (aqua nel latino classico, non acqua)
-forme diminutivali: ottengono un significato del latino classico → auris orecchio non oricia
evoluzione di auricula → forma diminutivale del latino classico . Dittongo au: conservato solo
nel provenzale perché altrimenti evolve e diventa una o aurum → oro . Si conserva però in
certi derivati di uso dotto (auricula → auricolare
Nell'appendix probi: evoluzione sul piano fonetico e semantico → fenomeni che ritroviamo
nelle lingue romanze

2)opere di lessicografi:
-opera di Isidoro di Siviglia che scrive un testo vasto: Origines sive etymologiae → enciclopedia
in 20 libri scritta tra la fine del 6° secolo e l'inizio del 7°. Tentativi di spiegare l'origine delle
parole basandosi sul suono. Spiega etimologia basandosi su credenze (si credeva che la vipera
portasse piccoli nella pancia e al momento della nascita rosicavano il ventre della madre
procurandone la morte).
Etimologia di letamen → si chiama così perchè è lieto di far germinare le piante. Leta viene
affiancato all'aggettivo lietus
Etimologia di camisia → ignorata origine dal sostrato celtico. Camicia → usiamo quando
andiamo a dormire nella cama parola di origine spagnola → capiamo che l'autore è spagnolo

GLOSSARI
-Glossario di Reichenau: tramandato da tre codici del monastero di Reichenau, oggi conservati
a Karlsruhe. Il più antico risale all'8° sec. Scritto nella Francia settentrionale (lo capiamo dalle
spie linguistiche), si compone di due parti:
1)glossario biblico in cui si spiegano vocaboli, dalla Genesi al Nuovo Testamento
2)glossario alfabetico (dizionario) con parole ed espressioni del latino classico, tradotte nelle
corrispondenti della lingua parlata

-Glossario di Kassel: 8°/9° sec., nome deriva dalla città nella cui biblioteca è conservato. Guida
latina con traduzioni in antico bavarese, diviso in diversi paragrafi (uomo, animali, casa,
abbigliamento, oggetti). Si articola in due parti: 1)180 voci 2)65 voci. Lista dei vocaboli +
domande e risposte+ frasi di uso corrente utili per districarsi nelle varie situazioni

3)trattato di veterinaria:
-pocionem (latino classico: potionem) e gems (latino classico: hiems) con palatizzazione
dell'iniziale dopo caduta di h
-state estate : fenomeno di ipercorrezione → tolta la e iniziale
Se una giumenta viene stanca dalla strada percorsa e ha delle ferite alle zampe gli si dia
questo. Se è inverno gli si tocchi il muso con degli impacchi caldi, se è estate gli impacchi
devono essere freddi.

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4)ricetta:
Dolci fatti in casa. Melcae: latte acido + spezie. E' un germanismo (milk), entrato per un certo
periodo, poi però si perde
Montate a neve le uova con il latte, 4 uova, 1 mina (unità di misura dell'epoca) di latte, 1 oncia
di olio e mescolate tutto, in modo che si amalgamino. In una padella sottile mettete un po'
d'olio, fai che frigga e versate il composto che avete preparato. Cospargete con miele e pepe e
servite.
-bullire (uso popolare, prende però il sopravvento sull'altro) vs fervere (stesso significato, ma
uso elevato, latino classico)
-bollire, bollir, boil, … in tutte le lingue romanze tranne il rumeno

TEORIA DELLE AREE LATERALI


-il fenomeno linguistico attestato nelle aree laterali rappresenta la fase anteriore rispetto
all'area mediana. Le aree laterali conservano dunque caratteristiche arcaiche
-capretto: latino haedus forma arcaica → sardo: edu, rumeno: ied. Innovazione caprittus →
italiano: capretto
-domus (casa) si conserva nel sardo:domu (area laterale). Nelle altre lingue innovazione: casa
(in francese chez viene usato nelle locuzioni con significato di casa) (in italiano sopravvivenza
di domus in duomo: casa di Dio)
-fenomeno della formazione del comparativo di maggioranza. In latino si forma in modo
sintentico: partendo dall'aggettivo di grado positivo si toglie la desinenza e si mette -ior -ius.
Altus → altior, altius. Meccanismo complesso, perché poi l'aggettivo veniva declinato. Poi si
forma in modo analitico: aggettivo non cambia e gli si antepone qualcosa: magis → magis altus.
Poi magis sostituito con plus → plus altus. La forma sintetica viene abbandona e si afferma la
forma analitica. Forma con plus: Italia, area gallo-romanza. Forma con magis: Romania, area
iberica (aree laterali)

SUONI
VOCALI: pronunciate mantenendo aperta la cavità dell'apparato fonatorio
Palatali, anteriori, velari, posteriori.
A: vocale mediana, maggior grado di apertura
E-I: vocali anteriori
O-U: vocali posteriori velari
-palato: duro (struttura ossea) e molle (parte posteriore)
-sistema vocalico del latino classico: 10 suoni (a, e, i, o, u: con accenti lunghi e brevi, con
funzione distintiva delle parole). Con l'espansione dell'impero la lingua si diffonde. La
diversità di timbro si sostituisce a quella di durata. Vocali lunghe → aperte. Vocali corte →
chiuse
CONSONANTI: flusso dell'aria è bloccato momentaneamente oppure c'è restringimento del
passaggio dell'aria.
-occlusive con chiusura → p, t, c
-nasali
-laterali
-vibranti
-fricative
-affricate

-labiali: bilabiali e labiodentali


-linguali: dentali, alveodentali, interdentali
-retroflesse
-palatoalveolari

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dorsali: palatali, velari, uvulari


SEMICONSONANTI: j (iodio), w (uovo)

VOCALISMO DEL LATINO CLASSICO E VOLGARE


-in latino ogni vocale aveva due durate: breve e lunga. La durata permetteva di distinguere gli
omografi (parole che presentano la medesima scrittura, ma diverso valore semantico).
-quando il latino cominciò a diffondersi in Europa e Africa, sovrapponendosi a lingue che non
conoscevano la durata dei suoni, il senso della quantità iniziò a perdersi. Nel latino parlato
quindi le vocali lunghe cominciarono ad essere pronunciate brevi, e le chiuse aperte.
-la differenza di durata sparì, ma rimase la diversità di timbro.

-sardo: sistema più semplice. 5 suoni vocalici senza distinzione di apertura e chiusura
-rumeno: sistema misto tra romanzo e sardo. Nelle vocali palatali i e e segue sistema romanzo,
mentre nelle velari segue sistema sardo. 6 suono vocalici
-siciliano: i i + e= i u u + o=u No suoni chiusi, ma solo aperti. Sistema a 5 vocali
-si perde diversità tra brevità e lunghezza. Distinzione che ha valore di opposizione semantica
(per i verbi: passato e perfetto). Lingua tende verso chiarezza + semplificazione

SPOSTAMENTO DELL' ACCENTO


-si verifica a causa della tendenza a concentrarsi sulla penultima sillaba, trasformazione delle
parole sdrucciole in piane
-di norma l'accento tonico mantiene, nelle lingue romanze, la stessa posizione che aveva in
latino MA in alcune situazioni si verifica uno spostamento
-accento: elemento stabile, però a volte subisce spostamento che riguarda parole sdrucciole
accentate sulla terzultima sillaba → spostamento sulla penultima sillaba: parole piane
-es. ténebras → tenébras
-nella stessa lingua troviamo due esiti diversi: fenomeno dell'allotropia. Allotropi: parole che
hanno la stessa base etimologica ma presentano esiti diversi, dipendenti dalla diverse trafila
eseguita
-trafila dotta: parole che per un po' di tempo vengono usate in contesti dotti sono più aderenti
alla base latina (integro: contesto dotto)
-trafila popolare (intero: contesto quotidiano)
-la trafila riguarda anche i verbi composti: accento si mette sul tema verbale

DITTONGHI
-tendenza a monottongarli. Già presenti nel latino arcaico: molti più dittonghi che nel latino
classico
-latino classico: 3 dittonghi AE: fenomeno del monottongamento in e aperta
OE: fenmeno del monottongamento in e chiusa
AU: evoluzione più certa, che non interessa tutto il territorio
romanzo. Diventa o. Eccezione lingue: ladino, dalmatico,
rumeno
-caelum → celum → cielo
-poenam → penam → pena
-aurum → oro
-italiano: dittongo AU atono passa a U audire → udire
-fenomeno dissimilazione: si produce quando ci sono suoni uguali all'interno di una parola.
Lingua tende a diversificare questi suoni Augustum → Agosto
-evoluzione vocali toniche: importante il tipo di sillaba in cui si trovano. 2 tipi: libere, chiuse
-es. pe/dem: termina per vocale → sillaba libera
(suoni più lunghi e ampliati danno luogo ad un dittongo)

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fer/rum: termina per consonate → sillaba chiusa


(suoni pronunciati brevi non subiscono trasformazioni)
-dittongo: rappresenta una situazione → vocale + semivocale
-dittongamento: rappresenta un fenomeno di trasformazione → vocale diventa un dittongo
- suoni: E breve e O breve latine → suoni che subiscono fenomeno di dittongamento, si
manifesta in modo diverso a seconda della sillaba in cui si trovano
-dittongamento metafonetico: dittongamento condizionato dal tipo di vocale nella sillaba
finale

SONORIZZAZIONE: fenomeno per cui le occlusive sorde C, T, P in posizione intervocalica (per


la C le vocali seguenti devono essere A, O, U) oppure tra vocale e consonante liquida (R, L) si
indeboliscono rispettivamente alle sonore G, D, B
-gruppo orientale: parlate dell'Italia centro-meridionale, antico dalmatico, rumeno, parlate di
una piccola regioni dei Pirenei in cui non si ha a sonorizzazione. Riguardo alla regione
pirenaica si deve però osservare che essa fu romanizzata solo in epoca tarda e che confina
direttamente con il Paese Basco. Le abitudini articolatorie dei Baschi avrebbero dunque
esercitato un'influenza impedendo la sonorizzazione
-gruppo occidentale: parlate di tutte le altre regioni (ad eccezione della Sardegna dove la
sonorizzazione appare piuttosto tardi e sembra essere un'evoluzione successiva alla prima
fase del fenomeno) in cui avviene la sonorizzazione
(sonorizzazione: fenomeno toscano, non sonorizzazione: fenomeno latino)

Jack & Stella

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