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Capitolo 1

Italiano deriva dal  L’italiano non deriva (o nasce) dal latino ma lo continua (tradizione
latino ? ininterrotta)
 Il latino è una lingua storico-naturale che fa parte della famiglia
linguistica indoeuropea, oggetto multiforme e variegato (esistono molte
varietà di un’unica lingua)
Fattori di  Tempo (diacronica)
produzione delle - per la quale l’italiano e il latino non sono rimasti uguali nel tempo
varietà del latino - esempio: iscrizione epigrafe da Gargliano (V secolo a.C.)
(e dell’italiano) - 5 varietà del latino: arcaico, preclassico, classico, postclassico e tardo
 Spazio (diatopica)
- genera delle differenze nell’intonazione, pronuncia, lessico,
grammatica e sintassi
- influenza del fattore geografico ed etnico nel determinare diversità
riconducibili al sostrato linguistico prelatino (lingue che venivano parlate
prima)
- il latino era una lingua di scambio che non è stata imposta, ma che i
popoli conquistati hanno adottato per il suo prestigio
- le lingue preesistenti dunque non scomparvero del tutto ma sono
rintracciabili nel sostrato linguistico soggiacente
 Stile (diafasica)
- livello stilistico (o registro) di una produzione linguistica
- variazioni di tono a seconda della situazione
 Socioculturale (diastratica)
- non tutti nella stessa comunità di parlanti si esprimono allo stesso
modo, ma coloro che hanno avuto opportunità di studiare saranno
avantaggiati
 Modalità di trasmissione (diamesica)
- può essere scritta o parlata
- importante nella differenza tra latino parlato e scritto
Fonti del latino  Iscrizioni murarie
parlato  Glossari, ovvero vocabolari elementari che spiegano con espressioni del
latino parlato parole e costruzioni del latino classico
 Testimonianze di scriventi popolari, lettere private e documenti
 Opere di autori che tentano di riprodurre nella lingua scritta espressioni
del parlato come nel Satyricon di Petronio
 Letteratura di ispirazione cristiana. I traduttori delle sacre scritture si
preoccupavano relativamente poco dello stile
 Trattati tecnici di architettura o culinaria, farmacologia o medicina
veterinaria
 Opere di grammatici e di insegnanti di latino, che non si limitavano a
illustrare le regole della lingua, ma segnalavano gli errori più frequenti
- la più famosa testimonianza è l’Appendix Probi del III a. C.: lista di 227
parole organizzate in due serie che comparano la forma corretta e la
forma sbagliata del latino (interessante che le parole italiane
corrispondono di più agli errori)
Metodo  Strumento più importante per la ricostruzione del latino parlato è il
ricostruttivo e confronto tra le lingue romanze (base di questo metodo)
comparativo  Ricostruzione di una forma non documentata sulla base dei risultati che
se ne hanno nelle varie lingue romanze
Latino classico e  Latino classico: realtà linguistica riconducibile a quella usata nelle opere
latino volgare letterarie dell’età aurea di Roma (50 a.C. – 50 d.C.)
 Latino volgare: realtà linguistica variegata e complessa che può essere
descritta come il latino parlato in ogni tempo, luogo, circostanza e
gruppo sociale della latinità
- parlato dalla fondazione di Roma fino alla tarda età imperiale sia da
ricchi che da poveri
- da questa realtà multiforme sorsero le lingue romanze o neolatine
Dal latino volgare  Perché il latino volgare si è affermato su quello classico? Come e perché
all’italiano si è trasformato fino a diventare l’italiano?
- perdita di potere della classe aristocratica -> dovuta all’instaurazione
dell’impero, ha avuto come conseguenza la caduta del ceto intellettuale
- diffusione del Cristianismo -> la lingua delle prime comunità cristiane
era il greco e quindi il latino inizia a pullulare di grecismi
- invasioni barbariche -> dal IV d.C. condussero all’instauramento del
latino volgare
 Solo la Chiesa impedì il totale dissolvimento del latino classico con la
trascrizione delle grandi opere degli scrittori classici
Parole popolari e  Le trasformazioni fonetiche hanno interessato le parole latine di
parole dotte tradizione popolare, mentre quelle di tradizione dotta non sono state
toccate
- le parole di tradizione popolare sono state usate ininterrottamente dai
tempi dell’antica Roma
- le parole di tradizione dotta non sono mai entrate nell’uso comune,
fino a quando nel XIII furono inserite nei testi italiani per innalzarli
 Tradizione popolare: aurum -> oro
 Tradizione dotta: aureus -> aureo

Capitolo 2 – Foni e fonemi dell’italiano


Definizioni  Foni: suoni articolati da una qualsiasi lingua
 Fonemi: foni che alternandosi negli stessi contesti fonetici distinguono
parole con diversi significati
 Grafemi: segni grafici usati per distinguere i fonemi
 Alfabeto fonico: insieme dei fonemi indicati con dei grafemi
Fonemi sordi e  Fonema sordo: corde vocali restano inermi
sonori - alcune consonanti
 Fonema sonoro: corde vocali entrano in vibrazione
- vocali, semiconsonanti e alcune consonanti
Fonemi orali e  Fonemi orali: aria esce attraverso la bocca
nasali  Fonemi nasali: aria esce sia attraverso la bocca che il naso
- m, n, n
Vocali  Palatali o anteriori (lingua avanza sul palato): e aperta, e chiusa, i
 Velari o posteriori (lingua arretra sul velo palatino): o aperta, o chiusa, u
 Accenti:
- vocali aperte: accento grave (pòrto, bèllo)
- vocali chiuse: accento acuto (bévo)
 Dittonghi
- Semivocali non possono mai essere pronunciate da sole, ma
necessitano di una vocale di appoggio
- Dittongo: insieme di due vocali che formano un’unica sillaba
- ascendente: semiconsonante e vocale (piatto, piede,..)
- discendente: vocale e semivocale (mai, noi, colui)
 Trittonghi
- Formati da una semiconsonante, una vocale e la semivocale i (es: miei,
cambiai, guai)
- Formati da due semiconsonanti e una vocale (aiuola)
 Iato
- Quando due vocali si pronunciano separatamente e appartingono a
due sillabe diverse
Consonanti Per identificarle bisogna tenere conto di:
 Modo di articolazione
- canale si chiude: occlusive (p, b, t, d, k, g, m, n, n)
- canale si restringe: costrittive (f, v, s, z, r, l)
- fusione delle due: affricate (ts, dz)
 Luogo di articolazione
- blocco alle labbra: labiali (p, m, b)
- blocco denti anteriori: dentali (t, d, n)
- blocco palato anteriore: palatali ()
- blocco velo palatino: velari (k, g)
- blocco tra labbro inferiore e incisivi superiori: labiodentali (f, v)
- lingua tocca alveoli degli incisivi superiori: alveolari (s, z, l, r)
- lingua tocca palato anteriore: palatali costrittive ()
 Tratto della sordità o della sonorità
 Come si scrivono le consonanti nella grafia corrente
- Diagrammi o trigrammi: /K/, /g/, //, //, /d3/
 Consonanti scempie e doppie (tenui o intense): consonanti in posizione
intervocalica che vengono pronunciate con un intensità diversa

Capitolo 3 – Dall’italiano al latino: i mutamenti fonici


Vocali latine e  Il latino aveva 10 vocali: 5 che potevano essere usate in due modi a
vocali italiane seconda della durata o quantità della pronuncia
- in latino questa distinzione permetteva di distinguere le parole con
forme e significati diversi
 Dal latino volgare queste distinzioni si sono rovesciate sulle lingue
romanze
 Anche l’italiano conosce questa opposizione tra vocali brevi e lunghe:
- vocale seguita da una consonante semplice è lunga
- vocale seguita da una consonante doppia è breve
 Sillaba libera o aperta: quando termina per vocale
 Sillaba chiusa o implicata: quando termina per consonante

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