Sei sulla pagina 1di 8

filologia romanza 

LEZIONE 1 05/10

programma su ilearning (?)


https://www.unime.it/it/didattica/offerta_didattica/_offerta/2018/10015/2015/9999/8960/N0

svolgimento esame: prima domanda riguarda il Tagliavini, 

1)filologia: amante del discorso (dal grego filos+logos) successivamente (già da platone) si
intendeva il "dotto" colui che ama discutere di argomenti dotti, dopo aristotele il filologo diventa il
letterato, colui che conosce e apprezza la letteratura;

secondo auerbach la filologia si occupa del linguaggio dell uomo e delle opere d'arte;

la filologia ha tre prospettive di studio: 


-diacronica: studio della lingua nella sua evoluzione temporale (prospettiva verticale)
-sincronica: studio della lingua in un momento storico particolare
-edizioni di testi: opere che vengono tramandati attraverso copiature, il filologo deve cercare di
ricostruire l'originale, individuando errori, riempendo lagune, analizzando le vari edizioni per
restituire il testo alla sua forma originale (ECTODICA- recupero dell'originale e ERMENEUTICA-
analizzarlo, spiegarlo, mettere in luce tutti i fattori ad esso relativi, il contesto storico, gli elementi
letterari, culturali ecc) il filologo deve quindi avere conoscenze linguistiche, storiche, culturali,
paleografiche e fare ricerche per sopperire a eventuali mancanze. 

L'ectodica nasce dalla consavolezza di un popolo del proprio patrimonio culturale e dalla necessità
di preservarlo: Alessandria d'Egitto, terzo secolo a.c. per salvare le opere poetiche greche
(omero). 
 
controllo e qualità delle fonti

2)romanza: romanus, di valore etnico, politico e linguistico abitanti di roma, -> 48 ac cittadino
(nord italia), -> 212 dc editto di caracalla: cittadinanza estesa a tutti gli uomini liberi dell'impero >
diventa quindi una nozione giuridica: romano è colui che fa parte dell'impero; il termine diventa
riduttivo anche per l'aspetto linguistico e etnico...

prima: romani vs celti, veneti, urmbri ecc...


poi: romani vs barbari (balbuziente, che non parlava bene il greco,/germani); ovvero una
contrapposizione composta da due gruppi eterogenei dal pov geografico, culturale, linguistico; 

l'insieme dei territori dell'impero venne definito: Romània (IV sec dc), questa nuova
denominazione, nata in quanto l'impero si estendeva molto al di fuori di roma, ha un valore:
-politico: territori politicamente gestiti dai romani;
-linguistico: i romani cercavano di portare la loro lingua nei popoli conquistati, ciò genera varie
forme di latino; 

Con la caduta dell'impero d'occidente (476) il termine perde il valore politico, per qui romania avrà
solamente un valore linguistico: popoli che parlano il latino.
IL LATINO
romane/latine loqui ---> roman(i)*ce parabolare/ fabulare (passaggio dal latino di roma a quelle
lingue che influenzate dalle autoctone si distaccano dal latino di roma) 

*sincope della post tonica: la vocale nella sillaba dopo quella tonica non si pronuncia nel parlato
per cui: románce che poi diventa romanz, romaze. 

-parabolare significa narrare, parlare, esprimersi, da cui deriva il francese parler e l'italiano parlare;
-fabulare viene preferito in altre zone, come la penisola iberica e da luogo per esempio ad hablar

romanzo: che ha a che vedere con il latino. 

filologia romanza o neolatina: disciplina che studia le lingue che continuano il latino e delle
rispettive letteratura (non si dice che "derivano" perché non vi è mai una vera rottura con la
tradizione latina pura).

Gli ambiti della filologia romanza sono:


cronologico (dal 476 al 1492)
geografico (territori in cui si parlano le lingue romanze, non combaciano perfettamente con quelle
in cui si è parlato latino però grosso modo il territorio è quello dell antica Romania)
attraverso uno studio testuale (ha la priorità sugli altri elementi culturali e prevede tutta una serie
di conoscenze, grammaticale, morfologico, linguistico ecc) e un approccio comparato
(comparazione di elementi eterogenei con una base comune- cultura e lingua europea). 

769 EUROPEENSES isiodoro il giovane: parla fi una battaglia tra europei e barbari; ciò da l'idea di
un identità culturale. 

LEZIONE 2 (sul quaderno blu) 06/10

LEZIONE 3 12/10

Lo spazio linguistico latino era estremamente vario; le variabili da tenere in considerazione sono:
1)l’epoca della romanizzazione (territori conquistati in periodi diversi, il latino che si va a
diffondere è diverso in base al livello di evoluzione storico della lingua stessa) lll a.c. ll d.c.
2)tipo di colonie (mercantili, intellettuale- latino più elevato, militari-gergo militare, agricoli-latino
basso ecc.)
3)rapporto con le lingue preesistenti nei territori conquistati (pronuncia-abitudini fonatorie,
terminologia) la lingua preesistente prende il nome di lingua di sostrato o substrato, sono
differenti nelle varie zone dell’impero, le abitudini linguistiche vengono riversate nel latino
imparato; alcuni cedono elementi prettamente fonetici, altri anche linguistici e sintattici. In una
prima fase, nei territori conquistati si parlano entrambe le lingue ma ben presto il latino prevale
pur permeato di caratteristiche proprie della lingua di sostrato. Roncaglia (definizione di lingua di
sostrato): complesso di condizioni etnico linguistiche anteriori alla romanizzazione.
Le tracce di sostrato possono non apparire nel latino letterario (rimanendo nel latino parlato) ma
essere presenti nella lingua romanza.

SOSTRATI IN ITALIA
L'invasione aria (dalle alpi- pastori indoeuropei) a metà del terzo secolo causa una risistemazione
delle popolazioni italiane:
-nord: ovest-liguri, est-veneti;
-centro: etruschi, popolo italico, latini (tra i monti albani e il basso tevere);
-meridione: iapigi(puglia), osci, sanniti, campani, lucani, bruzzi;
-isole: siculi, sicani, elmi, liguri (in sardegna e corsica)

Nel sesto secolo vi fu l’invasione celtica che occuparono parte dei territori liguri e padani.
Tutte queste popolazioni avevano una propria lingua che influenzò il latino parlato per poi
riemergere nelle lingue romanze.

Sostrato paleoveneto
(si tratta di lingue antichissime precedenti al latino che vengono ricostruite attraverso fonti
abbastanza ridotte) Si tratta di un lingua indoeuropea i cui elementi oggi rimangono nella
toponomastica (nome dei posti) e nomi proparossitoni(accento* sulla terzultima).

*ossitona: ultima sillaba


Parossitona: penultima sillaba
Proparossitona: sulla terzultima

Sostrato ligure
Due sottosostrati: uno più antico non indoeuropeo, e un altro, successivo all’invasione celtica,
indoeuropeo. Di questo sostrato restano tracce nella toponomastica: nomi e aggettivi che
terminano in -asco (es bergamasco); la r debole in posizione intervocalica, in vari dialetti liguri (es
nel genovese scompare del tutto)

LEZIONE 4 13/10

Sostrato etrusco
Non si sa molto del popolo etrusco, era una popolazione più avanzata, i romani li chiamavano
trusci, i greci tirreni, loro stessi si definivano rasena; occupavano un vasto territorio dell’Italia
centro settentrionale; nel sesto secolo avevano raggiunto un livello civile molto elevato, da cui i
romani impararono molto; la debolezza era rappresentata dalla disorganizzazione politica; vi erano
varie famiglie che si contendevano i territori, rendendo facile la conquista romana nel 90 a.c. Gli
etruschi mantennero la propria fisionomia culturale, per oltre un secolo si mantenne una
situazione di bilinguismo. L’influenza degli etruschi sui latini fu molto grande e caratterizzo vari
aspetti della civiltà romana (dallo stile di vita agli usi e costumi-es la corona d’alloro, i fasci littori,
uso delle arti divinatorie, oroscopi, numerali ordinali ecc).
Le origini sono incerte, ci sono due teorie principali:
-popolazione autoctona (diogini di alicarnaso)
-eteroctoni (erodoto)

Gli storici sono più propensi nei confronti della teoria migratoria, avendo riscontrato delle
somiglianze con i popoli dell’Asia minore. L’alfabeto etrusco venne decifrato, presenta una buona
somiglianza con il latino essendo di origine greca; le prime attestazioni risalgono al settimo secolo
a.c.; tuttavia la maggior parte delle fonti sono liste di parole per cui è difficile comprendere il
funzionamento della lingua a livello grammaticale e sintattico, non vi sono testi bilingue che ci
permettano di confrontare l’etrusco con una lingua conosciuta, non la si può nemmeno classificare
nelle lingue indoeuropee.

Le fonti a cui si fa riferimento sono:


1)dirette: documenti archeologici, scolpiti nella pietra o in lamine di acciaio, trovate nelle tombe;
-tabula capuana (lastra di terracotta, quinto secolo a.c. da Capua, lista di eventi, calendario)
-tavola di cortona (lamina in bronzo rotta in otto parti di cui ne conosciamo sette, risale al terzo
secolo a.c. ed è un atto di vendita)
-mummia di zagabria (recuperata da un viaggiatore croato e esposta in una vetrina di casa sua, le
bende che avvolgevano il corpo della donna erano piene di scritti che poi vennero studiate presso
l’università di zagabria dopo la morte del proprietario e venne fuori che si trattava di un libro in
etrusco su un telo 40 cm per 3,40 m; sembra appartenere al terzo sec a.c. ed essere un testo
religioso: liber limperus)

2)indiretti: le glosse latine (vocabolari latino-etrusco), i prestiti nella lingua latina, i toponimi, gli
antroponimi (nomi di persona).
-mundus, persona (maschera grottesca da teatro di origine forse religiosa), populus;
-suffissi: -na, -ena, -ina, -inna (scena, catena, porsenna);
-Erna, -arna, -issa (cisterna, caverna, taberna);
-antenna (palo traverso delle navi a vela)
-sistema nominale a tre nomi: praenonomen, nomen, cognonem;
-toponimi: Modena, Arezzo, Capua, Perugia, Siena;
-tendenza fonetica: gorgia toscana, dibattuto dai linguisti: aspirazione di occlusive sorde
intervocaliche (interne a parole o a livello sintattico), lupho, ditho, poho; avviene solo se non c’e
raddoppiamento fonosintattico es. a casa (ak’kasa), però la casa (la’hasa).
I linguisti non sono d’accordo nell’attribuire la gorgia all’etrusco e propongono tre obiezioni:
l. non si conosce la fonologia etrusca
ll. il fenomeno oggi copre solo una parte del territorio etrusco
lll. sembra un fenomeno recente perché attestato nei dialetti toscani cinquecenteschi

Sostrato ubrosa-bellico (italico)


Popoli della zona centro-meridionale di cui non abbiamo molte testimonianza ma che si
stanziarono in italia nel primo millennio a.c. L’influenza riguarda i fonemi aspirati in posizione
intervocalica nell’indoeuropeo (reudh-rufru-ruber; scarabeo (cultismo) deriva da sacarabeus (voce
dotta) e non da *scarafaius (dialettale-ricostruito) da cui invece deriva scarafaggio; sibilare (lat
voce dotta)-sibilare(cultismo), sufilare(dialettale-ricostruito)-zufolare; assimilazione di -nd in -nn
(quann, munn)

Sostrato in sicilia
tucidite- quinto sec a.c.:
-sicani dalla penisola iberica si stanziano al centro e cambiano il nome della regione da trinacria a -
sicania;
-elimi, greco provenienti da troia, nella zona occidentale dell’isola;
-siculi, dsll’italia, sconfissero i sicani, diedero il nome di sicilia e si stanziarono a oriente;
-i fenici nella zona di palermo;

I sicani arrivano nel terzo millennio a.c. originari dell’asia minore e poi migrati nell isola iberica e in
sicilia; la loro lingua è anaria (non indoeuropea). Gli elimi forse provenivano dalla penisola italica
(corrispondenze toponomastiche erice/lerici), nono sec. a.c. oppure di origini anatoliche (secondo
tucidite), lingua indoeuropea. I siculi arrivano nel primo millennio a.c. provengono dall’italia (zona
del lazio, spinti da altre popolazione) oppure, come testimoniano documenti egizi del 128 a.c., si
tratta di popoli del mare, pirati provenienti dall’africa, lingua indoeuropea.
I fenici, provenivano dall’attuale libano, iniziarono una precolonizzazione della sicilia nell’ottavo
secolo a partire da palermo e da altre zone costiere in quanto mercanti avevano interessi
strategici; cacciati dopo le guerre puniche dai romani; lingua indoeuropea, alfabeto fenicio: aleph
bet.
I greci arrivano nell’ottavo secolo a.c. e creano delle colonie sulle coste, naxos 735 a.c., siracusa,
messina ecc. (si parla di adstrato in grecia perché la grecia pur conquistata resta grecofona)
Tracce del greco di sostrato:
-toponimi, rogo(granaio)-rogoi-tous rogous-ragusa; catana(coltello)-catania; enna(1927 prima si
chiamava castogiovanni ma prima ancora dal greco henna poi dall’arabo qasr yanna(da castra che
l’arabo trasforma in qasr) e dai normanni castra johannis); messina si chiamava zancle (per tucidite
in siculo significava falce)
-il secondo strato della lingua greca è posteriore alla caduta dell’impero romano: i binzantini.ù

LEZIONE 5 19/10

cosa resta del sostrato nella fonetica siciliana?


beddu, srada (cercare come si chiamano) 

i dialetti siciliani sono romanzi o no? 


1)il siciliano è siculo non romanzo in quanto non ha relazione con il latino (teoria confutata con
diverse prove)
2)considera il siciliano derivato dal latino ma già formato poco dopo l'arrivo dei romani (senza un
periodo di bilinguismo o di affermazione del latino) 
3)secondo filologi e linguisti il siciliano è una lingua propriamente neolatina (risultato
dell'evoluzione)
4)secondo rohlfs è frutto di neoromanizzazione  (la lingua neoromanza cancellata dagli arabi, viene
reintrodotta dai normanni) 

Sostrato in Sardegna:
greco, punico, paleosardo (lingua non identificata, parlata nella parte interna dell'isola e associate
foneticamente ad alcuni elementi del vasco, altri linguisti smentirono) 
contatto con i fenici durante l'ottavo secolo, scontratosi poi nel quinto secolo con i greci e nel 228
a.c. diventa parte dell'impero romano.
Greco: adstrato-anche dopo la conquista mantiene la propria autonomia eccetto che in francia
meridionale e magna grecia (italia meridionale) in cui è sostrato, la colonizzazione greca inizia
nell'ottavo secolo e il declino nel ***, maggiormente sviluppato in calabria e la costa della
basilicata, in passato la zona grecofona fino al quindicesimo secolo era abbastanza estesa, ora si
parla di isole linguistiche, prevalentemente al sud, in cui solo pochi anziani parlano ancora il greco
(sono due territori: sotto lecce e l'altro in calabria) ma di che greco si tratta? quello antico o quello
bizantino? dovrebbe essere quello più antico però quando incontriamo un termine greco è difficile
comprendere a quale dei due periodi appartiene per cui è difficile rispondere a questa domanda. 

Celtico
i celti portano avanti un ondata di invasione tra l'ottocento e il novecento d.c., partirono dal centro
della germania, alcuni si recarono in gran bretagna, altri in gallia, poi penisola iberica (centro e
nord) e nella pianura padana dove occuparono parte dei territori dei liguri. La lingua celtica é una
lingua indoeuropea, si divide in continentale e insulare, il continentale è quello che i romani
chiamavano gallico (i celti per loro erano i galli, estinto con la conquista), una delle varietà
dell'insulare è il gaelico che si parla in scozia, irlanda e nell'isola di man, poi abbiamo il gallico, il
gallese, il cornovese (estinto), il bretone. Alcuni termini celtici sono entrati nel latino, soprattuto
per l'abbigliamento (pantaloni e camicie, ma anche il carretto a quattro ruote), e che poi entrarono
a far parte delle romanze. Vi sono anche dei fonemi che penetrarono nelle lingue romanze, per
esempio nel francese:
galloromanzi, dopo la conquista romana vi sarà una coesistenza di cinque secoli del latino e del
celtico, durante i quali si sviluppo un processo di assimilazione di termini dal celtico al latino,
termini di vita quotidiana, oggetti concreti (circa 800 parole di cui nessuna astratta) 
ex. fuligine in francese si dice *** che deriva dal celtico integrato nel latino (celtico latinizzato) e
non dal termine latino da cui deriva lo stesso termine nelle altre romanze. (fuliginem) 

tutte le città più importanti hanno i nomi delle tribù che le abitavano, i romani provarono a
cambiare questi nomi ma non ci riuscirono. 
ex. quella che per i romani doveva essere Lutetia rimase parigi dal nome della tribù celtica che la
abitava 
ciò che ci permette di riconoscere questi nomi è la -s finale che indicava stato in luogo, 
l'inglese town ha base celtica -ton

tre prove per cui la u palatale si pronuncia in questo modo in francese a causa del retaggio celtico:
ascoli: prova corografica, congruenza intrinseca, congruenza estrinseca. 
GALLOROMANZ
It fuligine, sp hallin lat. FULIGINEM fr sale<"SUDIA
VIRODUNUM VERDUN, BERDUN IN ARAGONA, LUGDUNUM LYON
it culla, sp cunalat CUNULA, CUNA Ir berceau air berz<BERTIUM afr cervoise, prov cerveza, sp
cerveza < CEREVISIA

TOPONIMI
LUTETIA/PARISI
DUROCORTORUM/REMIS/RHEIMS
SLOCATIVA AMBIAND AMIENS
CADURCISCAHORS
NAMNETES NANTES PICTAVI POITIERS
TURNONES TOURS
TRICASSES TROYES

DUNUM INSEDIAMENTO FORTIFICATO CFR. IRLANDESE DUN FORTEZZA INGLESE TOWN, TON

SVIZZERA THUN

-LANUM PIANURA MEDIOLANUM


MAGOS CAMPO ROTOMAGOS ROUEN

NUMERAZIONE VIGESIMALE 60-TREIS-VINZ, 120-SIS-VINZ

FONETICA
A TONICA E MARE(M)MER CASA(M)>CHEZ PRATU(M) PRE

ASCOLI Prova corografica. Il territorio che presenta a corrisponde a quello celtico


Congruenza intrinseca Presenza di i cu in idiomi celtici moderni 
Congruenza estrinseca. in Neerlandese (germ a sostr celtico)

-CT>IT (<XT)
lat. Nocte(m) fr. Nutt; port. Noite, spag, Noche vs. it. Notte

-assimilazione: sonorizzazione di consonanti sorde intervocaliche  p e t (in francese fino a


scomparire, non c'è in italiano standard) 

-cambiamenti fonetici nell'italia settentrionali causati dal sostrato celtico: alterazioni vocaliche ecc 

-nella francia meridionale la situa è diversa: al tempo di cesare: area aquitana (sudovest), liguri a
sudest, iberi nella zona del golfo leone. 
questa differenza di sostrato ha avuto una forte ripercussione dopo la conquista romana: il latino
del nord era diverso da quello del sud. Le tracce di questo sostrato sono il passaggio dalla a alla o
(sostrato ligure- nomi femminili che finiscono in o); esistenza di suffissi come -asco, -anc (sempre
dal ligure);
dall'aquitano: esquer (sinistra)
sostrati nella penisola iberica:
la situazione è simile alla sardegna, il sostrato è difficile da individuare a causa della difficoltà di
individuare la lingue dei vari popolo, lo stesso nome "spagna" non so sa da dove venga, la
conquista romana avvenne nel ***
e fu incredibilmente difficile a causa dell'opposizione delle popolazioni tra cui i baschi, i celtiberi, i
celti e gli iberi. 
La lingua bascha probabilmente viene dalla zona del caucaso, si è pensato che questa popolazione
costituisse una prima branca preindoeuropea, antichissima che venne spinta verso ovest da altre
popolazioni, rispetto al posto in cui erano originariamente stanziati, la loro lingua doveva essere
affine a quella degli aquitani, il loro nome antico era bascones, da cui diedero il nome do basconia
alla zona in cui si erano stabiliti, al confine tra spagna e francia. Gli iberi, anche loro non
indoeuropei provenivano forse dall'africa settentrionale, e si stabilirono nella penisola dopo i
baschi, si ipotizza che nell'antichità convivessero con i baschi nel caucaso, poi dall'africa arrivano in
spagna e si installano nell'andalusia e catalogna. 

L'elemento celtico in spagnolo non è così presente perché quando arrivarono in spagna avevano
già avuto contatti con i romani e si erano latinizzati. Nelle coste spagnole vi erano stanziati i fenici. 

Potrebbero piacerti anche