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CAP.

1 IL MEDIOEVO

Uso negativo del termine medievale prescinde da qualsiasi riferimento preciso alla realtà di
quell’epoca. Nel costruire un ponte con gli autori dell’età classic si considerava irrilevante
tutto ciò che era successo in mezzo a quel millennio. Per gli Illuministi la loro corrente di
pensiero era il superamento di un’età bollata come superstiziosa e oscura a favore di un
futuro luminoso.
Un medievale stereotipato gran parte frutto delle ricostruzioni negative o positive. Periodo
che getta le basi della civiltà europea del XXI secolo.

1) Genere, famiglia, popolazione

La caduta dell’impero romano d’occidente e l’avvento dei regni barbarici (476)→


peggioramento delle condizioni sanitarie e una serie di ondate di peste fecero passare
l’europa da 50 milioni a 22-23 del VII secolo.
In età carolingia le epidemie scomparvero e ci fu un aumento della popolazione.
Dopo l’anno 1000 l’occidente conobbe una vivacissima crescita demgrafica che portò gli
abitanti a oltre 70 milioni fino alla peste nera del 1348 che uccise un terzo della popolazione
La maggior parte degli europei nel medioevo viveva nelle campagne.

La mortalità infantile era molto alta e poteva raggiungere 40-50%


Fra mogli e mariti c’erano molti anni di differenza, uomini e donne che sopravvivevano alla
prima infanzia potevano anche arrivare a 60 anni.
Il mondo medievale era concentrato sul dominio maschile, lo status delle donne poteva
cambiare in maniera significativa da una regione all’altra e da un epoca all’altra.
Non potevano essere elette o nominate a cariche pubbliche ne ecclesiastiche.
Alle donne spettava l’educazione dei bambini nella prima infanzia solo in parte condivisa
dai padri.
Le donne non potevano ereditare i beni familiari ma ricevevano in compenso una dote senza
la quale risultava loro impossibile sposarsi. Nel basso Medioevo la costituzione del
patrimonio della nuova famiglia fini col gravare sulle spalle dei parenti della sposa, non
poteva usufruire dei beni dotali che passavano sotto il controllo del marito.
Le mogli riuscivano a disporre di qualche somma di denaro da utilizzare in modo autonomo
da donazioni e testamenti.
Le donne con un uomo al loro fianco dovevano stare assoggettate al controllo ma quelle
autonome potevano essere abbastanza indipendenti.
Le vedove rientravano in possesso della loro dote e amministravano l’intero patrimonio
famigliare in attesa della maggiore età dei figli e ai livelli superiori della società potevano
subentrare ai mariti nell’esercizio dei poteri→ donna virile al comando.
L’omosessualità non era una categoria culturale e nessuno l’aveva ancora elaborata ma
veniva punita la sodomia.

2) Politica e società

Concetto di stato è elaborato dal XVIII. Nel Medioevo il cuore delle monarchie non era
rappreentato dalle istituzioni ma da una serie di singoli re succeduti leggitimamente e
approvati dalla chiesa.
Il potere era ridistribuito dall’alto verso il basso sulla base di rapporti di amicizia e di
fiducia, non si esercitava su un area ben precisa ma a gruppi di persone e di conseguenza
sulle terre che loro lavoravano. A partire dal XII secolo si assiste a un processo di
territorializzazione.
Tra XII e XIII secolo si diffonde la cultura delle istituzioni del diritto romani e si
incominciarono a costituire entità autonome (regno, comune, tribunale) che prescindevano
dalla persona concreta che le gestiva (re, console..)

La maggior parte delle persone si inseriva in una rete di relazioni tra pari o con uomini più
potenti in grado di garantire una certa protezione sociale.
L’aristocrazia medievale era relativamente aperta a nuovi membri e solo fra XIII e XIV
secolo si diffondono processi di chiusura e irrigidimento.
Nell’Europa carolingia i servi delle proprietà regie si sentivano socialmente superiori ai
contadini autonomi e in Germania duchi e marchesi potevano dare terre o castelli a
ministeriali, uomini di condizione non libera che accumulavano ricchezze.
Diversa dalla servitù era la schiavitù che veniva praticata poco.
I rapporti di dipendenza personale e legami clientari conservano molta importanza nel
medioevo ma dopo l’anno 1000 si sviluppano solidarietà orrizziontali come i cittadini di una
stessa città ricchi e poveri

3) Cultura e spiritualità

Religione cristiana conviveva abbastanza pacificamente con tutta una serie di superstizioni e
usanze pagane. Fine ultimo del cristianesimo era quello di garantire la salvezza dopo la
morte. La popolazione si ribellava al clero quando riteneva che questo mettesse in pericolo
la loro salvezza oltremondana a causa di comportamenti inadeguati
Governanti, ecclesiastici e uomini di cultura continuavano a usare il latino che assicurava
continuità ideologica con l’impero romano
Popoli celti, scandinavi, slavi e magiari entrando in contatto con il cristianesimo adottarono
la lingua e la cultura e pure l’alfabeto latino che ancora oggi usano.
I copisti dell’epoca carolingia hanno trasmesso il sapere classico che spesso andava contro
alla cristianità. Dopo il XI secolo il latino sopravvisse con le lingue volgari.
Il mondo classico era concentrato intorno al bacino del mediterraneo ma poi con la
penetrazione della cultura latina si espanse anche oltre il Reno e alle altre popolazioni.
Nell’ex impero d’oriente i missionari usavano l’alfabeto cirilico derivato da quello greco.

CAP. 2 IL TARDO ANTICO: UN NUOVO IMPERO

L’impero romano nell’ultimo periodo non è entrato in una totale crisi ma si è semplicemente
cambiato attraverso nuove forme di organizzazione politica destinate a sopravvivere fino
alla sua fine.

1) Crisi e riforma dell’impero

L’impero romano per quanto vastissimo e organizzato aveva molte debolezze. Le vaste
dimensioni imperiali rendevano difficile esercitare ovunque il potere centrale.
I viaggi via terra erano lenti e un messaggio impiegava mesi per arrivare. Cosi i governatori
locali abbero grandi margini di indipendenza per affrontare autonomamente le emergenze
ma questi personaggi divennero una minaccia per la stabilità dell’impero.

I romani poi non si dettero mai una regola ben precisa per la successione imperiale.
Crisi del 3 secolo dopo l’ascesa al trono di Diocleziano. L’impero rischia la disgregazione
perché non poteva più garantire la sicurezza nelle zone periferiche.
Ogni guerra e popolazione sottomessa portava a Roma grandi ricchezze sotto forma di
bottino, schiavi o tributi. Le nuove conquiste avrebbero portato altri finanziamenti per le
nuove conquiste.
Dopo il I secolo non ci sono più territori degni di essere conquistati e si abbandonò pure la
britannia perché le spese di gestione erano troppo grandi.
In Medio Oriente poi si era affermata una nuova dinastia che aveva ricostruito l’impero
persiano e sconfissero Roma in battaglia.

Le guerre civili avevano reso instabile il sistema politico e aveva reso inquieto l’esercito.
L’esercito ora era costituito da volontari legati a un comandante.

Diocleziano riscrisse le regole per la successione imperiale e il modo di governare il


territorio.
Divisione tra Occidente latino e Oriente greco con due imperatori (augusti) e due vice
(cesari) che ogni 20 anni si cambiavano.
Costantino che gli successe si sbarazzò degli altri 3 colleghi e ristabilì il singolo imperatore
nel 327 e effettua ulteriori riforme: Roma diventa periferie e la capitale diventa Milano, più
vicina ai confini.

Nel nuovo stato assunse ancora più importanza la figura dell’imperatore che venne quasi
divinizzata. E la corte divenne il centro delle decisioni importanti, non esisteva più una
capitale ma una serie di sedi privilegiate.
Le provincie raddoppiarono di numero e vennero rese più piccole e raggruppate in diocesi:
incarichi civili e militari separati, nuovi ufficiali detti conti.
Il serivzio volontario fu sostituito con quello di leva ma ci si poteva sottrarre pagando una
tassa.
Nel 330 Costantino fonda la nuova capitale Costantinopoli per le difficoltà di governare solo
l’intero territorio. I suoi due figli si divisero i poteri.

2) Economia e società del basso impero

Diocleziano intervenne pure in campo economico e fiscale siccome la fine delle grandi
conquiste prosciugò l’impero di schiavi. Condizione schiavi cambia anche con la diffusione
del cristianesimo.
I vasti latifondi vennero divisi in lotti e dati in affitto a coltivatori liberi che presero il nome
di coloni→ radicale polarizzazione della civiltà romana.
I proprietari fondiari erano il 10 % della popolazione, i potenti avevano il pieno controllo
sull’apparato amministrativo dello stato.
I coloni dovevano pagare un affitto ai proprietari per i beni che lavoravano.
Peggioramento delle condizioni di vita portò a tensioni versi i grandi proprietari terrieri.
Prosperità di alcune regioni vs la povertà di altre
La fondazione di Costantinopoli mise in discussione la centralità del mondo latino contro
quello greco.
Separazione politica e linguistica fra le due metà dell’impero divenne così anche economica.
Su tutte le regioni aumentò molto il fisco che doveva andare a finanziare l’esercito

3) Il cristianesimo

Dopo le sconfitte contro i persiani e il ripetuti rischi di collasso avevano messo in


discussione l’impero come fondazione divina protetta e resa vittoriosa dal pantheon
olimpico (dei romani)
Ora si guardava più ai culti che davano prospettive per la vita ultraterrena e per la salvezza
dell’anima. La fede cristiana ebbe sin dai primi decenni una forte diffusione nella metà
graca dell’impero. Diocleziano tento di fermarne l’espansione attraverso persecuzioni (303-
306). La nuova fede rifiutava di riconoscere lo status divini degli imperatori. Il messaggio
cristiano si espanse anche al di fuori dell’impero.

Il cristianesimo predicava valori nuovi come la pace senza violenza e la concordia reciproca
mettendo i poveri al centro del proprio messaggio.
La nuova religioni si diffuse all’interno dell’impero prevalendo sulle altre e nel 313
Costantino fece un editto che rendeva legale il culto del cristianesimo pensando che la fede
potesse rappresentare un valido collante e forte appoggio politico in tempi di crisi.
Tutti i successori di Costantino furono battezzati.
L’avvicinamento al potere cambio il cristianesimo e non fu ben accolto da tutti.

Finchè la religione cristiana rimase clandestina non si vedeva il bisogno di un autorità che
definisse rigidamente il messaggio di Cristo
Nel 325 Costantino convoca il concilio di Nicea con i principali vescovi, durante il quale
furono decisi i fondamenti indiscutibili della fede.

4) Nuovi modi di vita

Nel IV secolo l’impero aveva superato la crisi e si preparava a regnare avanti grazie alle
riforme di Costantino e Diocleziano.

Si diffuse l’uso della pergamena e si formarono i primi libri che resero la lettura qualcosa di
più intimo e autonomo, prima c’era bisogno del dettatore.
Con il cristianesimo e la nuova attenzione ai valori di castità e verginità diede maggiore
dignità alle donne che prima erano solo usate per proliferare. Accresciuto peso politico delle
madri, mogli e figlie degli imperatori.

La crisi dei modelli classici ci permette di vedere la grande varietà locale del mondo
romano: il cristianesimo diede voce alle minoranze linguistiche.
I centri urbani romani organizzavano la propria esistenza attorno a un nucleo di edifici
pubblici. Con il periodo di instabilità si puntò di più sulla construzione delle cinta murarie
anche nei territori di periferia: fortificazioni murarie e primi castelli frutto di volontà dei
grandi proprietari.
Le chiese diventano le nuove protagonista del paesaggio urbano, ricalcate sulla forma dei
palazzi che ospitavano i magistrati imperiali. La nuova religione promuoveva la vicinanza
con il sacro e l’aldilà: tombe degli apostoli e luoghi di culto.
Penetrazione del cristianesimo anche nelle campagne con le prime chiese rurali.

3) I barbari e la fine dell’impero d’Occidente

Con il termine barbaro si identificano tutti coloro che vivevano fuori dai confini
imperiali. Nell’ottica greco-romana tutti erano ugualmente estranei e vivevano nel
barbaricum.
Intensi movimenti di persone e merci ai due lati dei confini

1) I mutamenti nel mondo barbarico

L’insieme dei popoli stanziati oltre il Reno erano chiamati germani.


Si trattava di popoli nomadi costituiti prevalentemente da allevatori privi di moneta o
di luoghi di culto che si riunivano in piccole comunità. Una società molto semplice e
povera priva di una vera aristocrazia dominante anche se i guerrieri erano i più ricchi
Dal IV secolo i barbari si stanziano di più creando insediamenti più grandi e stabili.
Cominciò cosi a delinearsi un aristocrazia di guerrieri e circolava anche un po' di
moneta romana. Le tribù più grandi cominciarono ad unirsi sotto un unico re che
consolidava il potere. Prima i capi trubù guidavano poche centinaia di persone,
adesso i re del IV secolo ne guidano migliaia, si formano alemanni, franchi,
sassoni…
Tale cambiamento è partito dai romani

2) Romani e barbari: l’esercito e l’etnogenesi

I romani interferivano pesantemente nei rapporti tra le tribù e le relazioni economiche


erano intense, soprattutto per quello che riguarda il servizio militare.
I soldati assunsero costumi sempre più lontani dalla tradizione. L’esercito era un
potente vettore di integrazione: chi sopravviveva ai lunghi anni di servizio otteneva la
cittadinanza romana e si poteva stanziare nell’impero.
Crescente importanza dei barbari all’interno dell’esercito, i capi riuscirono a
raccogliere intorno a se sempre più persone, assumendo il titolo di re e creando
ristretti gruppi di seguaci che racchoglievano ricchezza.
Il denaro romano causò quei processi che portarono al ragruppamento di tribù e
crescente articolazione sociale. Col passare del tempo questi gruppi si diedero un
identità particolare diventando popoli→ processo dell’etnogenesi.

3) I barbari entro i confini dell’impero

Processo attraverso il quale decine di migliaia di guerrieri barbarici si spostarono


dentro i confini romani→ invasioni
Per oltre cento anni il processo fu consensuale e tranquillo ma nel IV secolo i rapporti
cambiarono quando gli unni volevano impossessarsi dei beni dei barbari
Le tribù barbare la stanziate venivano chiamate Goti. I goti sconfitti dagli unni si
divisero in goti occidentali e orientali.
Le tribù in fuga dagli unni nel 376 si presentarono dall’imperatore d’oriente per
chiedere di stabilirsi in Tracia con il compito di difendere la regione.
I romani non pagarono e i patto nn furono rispettati cosi i barbari si ribellarono e
l’imperatore Valente nel 378 marciò contro di loro→ battaglia di Adrianopoli che si
concluse con la sconfitta romana.
Teodosio arruolando nuove truppe barbariche riusci a costringere i goti a spostarsi a
ovest verso i balcani dove si stanziarono in una provincia.

4) Crisi e ripresa dell’impero d’Occidente

Le conseguenze dalla sconfitta di Adrianopoli furono molto gravi. Il numero di forze


barbare nell’esercito divenne la maggioranza e solo in italia rimase la maggioranza
romana.
Le truppe franche che rappresentavano il grosso dell’esercito stanziato in Gallia si
imposero con Arbogaste come comandante supremo che si sbarazzò dell’imperatore
Valentiniano II. Arbogaste i il suo imperatore fantoccio furono poi sconfitti
dall’esercito orientale ma d’ora in poi la guida politica e militare passo nelle mani dei
comandanti supremi dell’esercito come Stilicone.
Crollo del confine sul Reno da parte di incursioni di Vandali, Alani e Svevi.

Le tribù gotiche che si erano stanziate sui Balcani formarono in raggruppamento più
ampio con un grande processo di integrazione che presero il nome di Visigoti che
elessero come re Alarico.
Questi alla morte di Stilicone marciò nel 410 su Roma anche se non più capitale
(sacco di Roma) facendola saccheggiare. La corte di Ravenna riusci a persuaderli a
lasciar stare il sud italia in cambio della Gallia meridionale, riconoscendo loro per la
prima volta il diritto di governare su un territorio autonomo.

5) La fine dell’impero d’Occidente

L’obiettivo delle popolazione barbariche era quello di stanziarsi su un territorio ricco


e ottenere una qualche legittimazione da parte della corte imperiale.

Le tribù vandale e alane guidate da Genserico si trasferirono in Africa via stretti di


Gibilterra e da la conquistarono il porto di Cartagine togliendo all’impero
d’Occidente la sua provincia più ricca.
I mancati introiti indebolirono l’esercito.

Gli Unni sotto la guida di Attila si fecero più aggressivi. Come per i barbari fornirono
ingenti truppe per l’esercito romano e questa interazione li fece modificare la loro
struttura sociale in seno ai quali emerse una dinastia in grado di unificare le diverse
tribù.
Attila lanciò delle incursioni all’impero d’Oriente non con lo scopo di ottenere
territori ma dell’oro con cui consolidare il proprio potere.

Attila aggredisce poi l’occidente ma trova l’imperatore Ezio pronto con un esercito
composto da romani, visigoti e franchi, portando Attila alla prima sconfitta.
Nel 453 Attila morì improvvisamente e con la scomparsa del grande condottiero i
popoli sottomessi si ribellarono frammentando l’impero Unno.
Per fermare Attila i romani avevano perso l’Africa, la Spagna per mano dei svevi e la
Gallia per mano dei Franchi.

Genserico il re dei vandali approfittò della debolezza romana per sacheggiare Roma
Nel 476 le truppe barbare si ribellano chiedendo terra in sostituzione alle paghe
bassissime. Il comandante Odoacre vista la situazione depone Romolo Augusto
(l’ultimo imperatore) e assume il governo dell’italia con il titolo di re delle genti
barbare.
I barbari non ebbero mai come obbiettivo primario quello di sconfiggere roma bensì
convivere con essa

CAP. 4 L’OCCIDENTE ROMANO-BARBARICO

1) Romani e barbari in dialogo

Odoacre agli occhi dei romani non doveva sembrare diverso da Oreste, padre dell’ultimo
imperatore. O conservò l’amministrazione civile romana e il suo dominio fu accolto con
tranquillità.
Numerosi gruppi di origine barbarica furono accolti nel corso del V secolo come federati a
cui veniva concesso loro un territorio che potevano governare autonomamente in cambio di
prestazioni militari. Questi eserciti godevano dell’hospitalis→ un terzo della rendita dei
terreni.
I proprietari terrieri e artigiani rimasero al proprio posto e si accorsero subito dell’utilità di
dialogare con i barbari→ le elites gallo-romane entrarono a servizio dei visigoti e dei
franchi. Il potere politico ed economico rimase nelle mani dei grandi proprietari terrieri.
Imitando i nuovi venuti gli aristocratici romani adottarono uno stile di vita ispirato a quello
militare. La convivenza amalgamò anche le diete e l’acculturazione dei barabri è data anche
dallo studio del latinoche venne conservata come lingua dell’amministrazione. Gli idiomi
originari vennero confinati all’oralità

2) I regni romano-barbarici

La crisi del controllo imperiale portò alla nascita dei regni romano-barbarici. I principali
furono il regno dei franchi in Gallia, ostrogoti in Italia, vandali in Africa e visigoti in Spagna

In Britannia quando le truppe romane evacuarono l’isola le genti locali rimasero esposte alle
incursioni dei pitti. Per difendersi chiamarono gli Angli e i Sassoni che invasero cosi l’isola
Le aree occupate dai germani tornarono pagane e l’uso della lingua latina si perse
rapidamente, soppiantato dai dialetti celtici dell’ovest.
I barbari non volevano distruggere l’impero ma volevano conservare le strutture
amministrative, sociali e economiche→ non vi furono cambiamenti grossi

I barbari che si trasferirono all’interno dei confini imperiali abbandonarono la loro religione
tradizionale legata ai luoghi di culto. Come i goti che si convertirono al cristianesimo
ariano.
Le elite barbare sfruttarono la fede come elemento identitario e come rivendicazione
dell’autonomia nei confronti dell’impero d’Oriente.
L’ingesso sul suolo imperiale li costrinse a riorganizzare la loro concezione del potere: si
applicò la personalità del diritto secondo la quale nel territorio di uno stesso regno
convivevano legislazioni diverse ma tutti i sovrani barbarici emanarono anche leggi
territoriali.
Entità territoriali definite come Regni→ si vide necessario in ogni regno costruire un
ideologia della regalità che giustificasse il potere del sovrano.

3) Visigoti e vandali

I primi due regni romano barbarici furono il regno dei vandali in Africa e quello dei visigoti
tra Gallia meridionale e Spagna.
I vandali non riuscirono mai a ottenere dall’impero uno status che consentisse di legittimare
il proprio dominio→ si limitarono a conquistare le terre
A differenza dei goti i vandali non riuscirono a costruire un dialogo con i vescovi locali e la
Chiesa si oppose al loro dominio→ persecuzioni cattolici

I visigoti in Spagna avevano cominciato a organizzare i loro domini in Aquitania stringendo


una collaborazione con la popolazione gallo-romana. Sconfitti dai franchi si spostarono a
sud dei pirenei. Fino al 526 rimasero sotto il governo di Teodorico ma la Spagna si impoverì
a causa del scarso potere centrale.
Le riforme di Leovigildo rafforzarono il potere centrale e la capitale si stabilì a Toledo. Si
convertirono al cattolicesimo

4) Gli ostrogoti in Italia

Gli ostrogoti riconquistarono la loro autonomia dopo la morte di Attila. Erano una
federazione di tribù che si riconoscevano in un capo comune.
Erano nominalmente alleati dell’impero d’Oriente e dal 471 si erano riuniti sotto la guida di
Teodorico
L’imperatore dell’impero d’Oriente decise di inviare gli ostrogoti in Italia perché
scacciassero via Odoacre in quanto era ritenuto un usurpatore→ il loro insediamento
avvenne secondo le regole dell’hospitalitas.
Teodorico volle mantenere l’amministrazione romana e si circondò da un gruppo di
intellettuali. Applicò una politica di collaborazione ma non di fusione fra goti e romani e la
differenza tra ariani e cattolici.
Teodorico divenne il legittimo successore di Romolo Augusto e stabilì la capitale a Ravenna
La sua politica suscitò apprensione a Costantinopoli e l’imperatore Giustino fece iniziare
una persecuzione contro gli Ariani.
Con la morte di Teodorico fallì anche il progetto di far collaborare i due popoli.

5) Il regno dei franchi

è l’ultimo regno romani barbarico a formarsi e anche quello di maggior successo. La


penetrazione dei Franchi all’interno dei confini era lenta e graduale, caratterizzata da un
dialogo continuo tra elite barbarica e gallo-romana.
I proprietari gallo-romani organizzarono il loro potere attorno ai vescovi che vennero
investiti di grandi responsabilità nel governo delle città. La difesa delle regioni venne
affidata ai franchi che non vennero percepiti come invasori.
Clodoveo sali al potere→ capo che negli ultimi anni del V secolo aveva riunito sotto il suo
potere tutte le tribù franche. Era nato nella regione ma parlava perfettamente latino.
Sconfiggendo la tribù degli alamanni si affermò come il capo dell’europa settentrionale.
A differenza degli altri regni franchi e gallo-romani non si distinsero sul piano religioso e si
convertirono direttamente al cattolicesimo.
Clodoveo venne battezzato dal vescovo di Reimis e cosi accadde per tutti i suoi successori.
La conversione di Clodoveo gli permise di prendere al suo servizio la rete episcopale e di
utilizzarla per stabilire il dominio della corte regia→ venne mantenuta l’amministrazione
romana.

L’imperatore d’Oriente voleva servirsi dei franchi per bilanciare l’eccessivo potere dei goti
e per premiarlo nominò Clodoveo console e stabili la capitale a Parigi.

Alla morte di Clodoveo nel 511, il potere venne spartito tra i suoi 4 figli e diede vita alla sua
discendenza, quella merovingia che regno per 250 anni. La corte divenne il centro della vita
pubblica e conveniva essere amici o famigliari del re.
I merovingi cercavano di creare legami sempre più stretti attraverso politiche matrimoniali

6) Giustiniano e la ripresa dell’impero

Nell’impero d’Oriente i sovrani a Costantinopoli riuscirono a mantenere il controllo


consolidando i confini→ crescita generale delle attività produttive e dei commerci
L’imperatore Giustiniano (527) sali al potere progettando il ritorno dell’impero.
Introdusse un opera di razionalizzazione della produzione giuridica→ il corpus iuris civilis
Grazie al generale Belisario venne riconquistata la regione africana. L’obbiettvi successivo
era l’Italia ostrogota→ dopo una guerra di 20 anni l’italia torna nella mani imperiali.
Conosciamo il personaggio di Giustiniano anche grazie all’opera di Procopio, uno storico
che lo descrive anche nei suoi lati negativi.
La peste del 542 andò a rovinare tutta la riconquista con una conseguente crisi dell’Impero

CAP. 5 LA FINE DEL MONDO ANTICO IN OCCIDENTE


( 530-700)

1) Crisi economica e collasso demografico


Negli anni a metà del VI secolo l’economia mediterranea conobbe un rapido peggioramento
dovuto a una combinazione di guerre, malattie e problemi climatici: abbassamento del clima
e eruzione di vulcano Rabaul nel 536 che oscurò il cielo.
I campi divennero meno produttivi e pure i commerci risentirono del clima. Il collasso del
sistema fognario e dell’acqua portò a condizioni igieniche scarse. Nel 542 la peste
bubbonica colpi l’europa e questo accelerò il processo di spopolamento delle campagne
Fra V e VII secolo in tutto l’occidente scomparvero le cosiddette ville di campagna dalle
quali i grandi proprietari terrieri gestivano i latifondi. La popolazione delle grandi città fu
colpita più gravemente.
Le città alto-medievali erano più piccole e povere di quelle romane
La peste e la gierra travolsero il sistema dei commerci

2) La calata dei longobardi

La regione in cui si manifestò la crisi di più è stata l’Italia a causa della lotta di potere
conclusa con il trionfo dell’impero d’Oriente e Giustiniano che aveva lasciato 20 anni di
saccheggio.
I longobardi godevano la fama di selvaggi. Questi si erano insediati in Pannonia come
federati dell’impero Orientale.
La discesa dei longobardi in Italia fu preparata dal re Alboino che sottomise con la forza la
popolazione dei gepidi per radunare un armata abbastanza forte da conquistare l’Italia.
Le terre degli epidi furono poi conquistate dagli avari.
I longobardi entrarono dal Friuli e le prime fasi della migrazione non furono cruente (568)
I barbari avanzavano nelle aree in cui trovavano scarsa resistenza e trascurarono Roma e le
altre città costiere. Gli eserciti imperiali riuscirono a creare un corridoio tra Roma e
Ravenna e i domini longobardi furono spezzati.

3) Italia longobarda, Italia imperiale

La debolezza della resistenza delle forze imperiali fu fatale ai primi re longobardi che senza
un nemico comune non avevano più uno scopo. Il territorio si spezzettò cosi in una rete di
piccole dominazioni rette da capi locali detti duchi.
La minaccia di un contrattacco imperiale e un invasione franca rese necessaria una migliore
coordinazione cosi elessero un re e fissarono la capitale a Pavia.
L’aristocrazia longobarda mantenne fino alla fine la prerogativa di eleggere un re→ carica
regale senza dinastie.
I longobardi si stanziarono sul territorio senza seguire le regole dell’hospitalitas→
scomparvero gli ultimi proprietari terrieri romani sopravissuti alla guerra greco-gotica
I longobardi erano ariani e conservavano gli esempi e la tradizione romana.
Nel 643 la monarchia longobarda produsse l’editto di Rotari→ un scritto ufficiale che volle
preservare la memoria delle leggi del suo popolo scritte in latino, si trattava di una grande
operazione politica , volta ad affermare la centralità del potere regio. Al vertice longobardo
vi era la corte del re. Le leggi prevedevano un sistema di versamenti in denaro che dovevano
compensare i danni subiti dalle vittime.
L’interlocutore politico del re era l’assmblea degli uomini liberi→ arimanni
Una parte non trascurabile della penisola era rimasta nelle mani imperiali e l’imperatore
d’Oriente Maurizio ne riorganizzò l’amministrazione e tutto il territorio fu posto sotto
l’autorità di un ufficiale imperiale a cui sottostavano dei duchi per ogni regione.
Il patriarca di Ravenna e il papa di Roma sostennero economicamente gli eserciti imperiali.
La società imperiale si riorganizzò su basi locali: poche famiglie senatorie si diedero alla
carriera militare.

4) La crisi dei regni romani-barbarici europei

La fine del VI secolo di propone come un periodo di grandi cambiamenti. La sconfitta degli
imperiali ad opera dei longobardi cambiarono la percezione del mondo nell’Europa
occidentale→ le cancellerie dei visigoti e franchi cancellarono ogni traccia di sottomissione
ai romani.
Si abbandono la cultura latina per avvicinarsi al modello barbaro in cui il prestigio sociale
era garantito dall’utilizzo delle armi→ il sistema educativo decadde
Con conseguenza pure il sistema fiscale entrò in crisi e il prelievo dei tributi fu del tutto
abbandonato in Occidente siccome richiedeva un enorme sforzo amministrativo.
Sempre più spesso la prestazione di servizi militari veniva ricompensata con l’attribuzione
di terre.

I franchi ritenevano che tutti i discendenti avessero diritto al potere cosi nel 511 i 4 eredi di
Clodoveo divisero il territorio regio in 4 parti.
Il resto degli eredi dei sovrani merovingi al posto di spartirsi pacificamente il territorio se lo
contendevano tra di loro con le armi.
L’indebolimento del potere centrale diede spazio all’affermazione di aristocrazie regionali in
cui le grandi famiglie franche possedevano vastissime proprietà terriere nel Nord della
Gallia. Queste famiglie erano i cosiddetti maestri di palazzo (ufficiali di corte) che
collaboravano con i sovrani nell’esercizio del potere. Spesso quando i sovrani erano
bambini facevano le loro veci.
Pipino era un maestro di palazzo che combinò il matrimonio con la figlia del vescovo di
Metz generando Pipino II che ottenne pure lui la carica di maestro relegando il legittimo re
ad un ruolo marginale→ famiglia dei Pipinidi che ebbe nelle mani il destino dell’Europa.

I re visigoti adottarono un cerimoniale di incoronazione modellato su quello dei re di


Israele→ Grandi assemble di vescovi si svolgevano a Toledo con il compito di consigliare e
sostenere l’azione politica regia. La conversione dei visigoti portò a una rapida fusione delle
popolazioni ma non si riusci a creare una dinastia dominante.

5) Monachesimo

Particolare esperienza di vita religiosa detta monachesimo→ numero sempre crescente di


persone che cercava una forma di vita spirituale più estrema dedicata esclusivamente alla
preghiera e alla meditazione. Piccole comunità che si diedero delle regole di convivenza
interna e si procurarono degli edifici in cui vivere creando cosi dei monasteri
Le prime esperienze monastiche si svolsero nei territori orientali dell’impero e nel corso del
IV secolo vennero redatte le regole monastiche. Nel V secolo il movimento monastico si
diffuse anche nel mondo latino.
Le regole di Benedetto da Norcia di Montecassino sono quelle di riferimento per tutto il
monachesimo latino→ distribuzione ore tra preghiera e lavoro, ozio come nemico
dell’anima
Un abate eletto dai monaci assicurava il corretto governo della comunità. I monaci
dovevano saper leggere e scrivere

I monasteri ebbero un un ruolo di rilievo nelle isole britanniche. L’irlanda non era stata
occupata dai romani e la ua evangelizzazione avvenne per opera dei monaci predicatori.
Mancando in Irlanda una rete di città i vescovi si insediarono nei maggiori monasteri che
diventarono sedi di governo religioso. Parte fondamentale dell’esperienza religiosa era
rappresentata dal pellegrinaggio inteso come esperienza purificatrice

CAP. 6 LA FINE DEL MONDO ANTICO IN ORIENTE E


L’AVVENTO DELL’ISLAM

1) L’impero d’Oriente fra slavi e persiani

Durante il regno di Giustiniano la maggior parte delle forze era impegnata in Italia e sul
fronte Danubiano fecero capolino gli slavi., popolazione originaria dall’europa orientale che
approfittarono dello spostamento dei gruppi barbarici. A differenza di questi ultimi non
erano ancora entrati in contatto con l’impero romano.
Gli avari riuscirono a unificare le tribù slave creando una forza politica e militare forte.

Le provincie dell’impero erano in dissenso con il potere centrale e questo si espresse


attraverso conflitti religiosi.
Sfruttando la pressione degli slavi sui balcani l’imperatore di Persia attacca i territori asiatici
dell’impero e nel 608 riuscirono a entrare in Anatolia
L’imperatore Eraclio chiamò la popolazione alla guerra santa contro gli invasori della
cristianità e grazie all’aiuto della chiesa sconfisse gli invasori
L’impero d’Oriente usciva però stremato dalla lotta con un calo della popolazione del 75%
ma ai persiani andò ancora peggio visto che si aprì una lunga guerra civile da cui gli arabi
ne approfittarono

2) Maometto e la nascita dell’Islam

Gli arabi avevano da tempo intense relazioni con i due imperi. Era formata da gruppi
sedentari e beduini che vivevano nel deserto fatta eccezione per la città di Mecca che era un
importante centro mercantile. Dominava la tribù Quraysh da cui deriva Maometto→ 610
apparizione di Dio e nel 622 emigrazione dalla Mecca.
Con il suo gruppo fa guerra alle altre tribù della mecca e a Medina Maometto dettò le regole
della nuova religione. Islam=sottomissione
Con conquista della Mecca nel 630 l’unificazione religiosa coincise con quella politica, il
Profeta non fu solo il capo spirituale ma anche il capo politico

3) Da 4 califfi a affermazione Ommayade: gli arabi fra lotte intestine e espansione militare

A Maometto successe Abu Bark e a lui Omar che adottò il titolo di emiro. Le popolazioni
conquistate venivano trattate con molta tolleranza. Le incursioni arabe in Medio Oriente
erano iniziate come semplici razzie sfruttando la scarsa resistenza imperiale
Gerusalemme venne conquistata come la maggior parte della Persia. L’impero riuscì a
bloccarli prima di costantinopoli
Omar morì assassinato e a lui gli successe la dinastia degli Ommayadi→ il mondo islamico
si divise in sunniti (guide islamiche imparentate con Profeta) e sciiti.
Alla fine si affermarono gli sciiti con gli Ommayadi
Per cercare maggiore stabilità nella successione del califfo, il titolo venne reso ereditario.
Dominio arabo in senso statale prendendo ad esempio l’impero romano.

4) Crisi e rinnovamento dell’impero d’Oriente

Eraclito, imperatore d’Oriente tentò di difendere l’Anatolia obbligando l’impero ad


abbandonare la frontiera danubiana.
Eraclito sostitui il titolo di imperatore con quello di basileus e fece trascrivere le leggi in
greco. Costantinopoli era la nuova Gerusalemme e i suoi sudditi erano il popolo eletto→
combattere contro islamici come missione divina.
Macchina bellica statale attraverso i temi→ circoscrizioni militari con pagamento soldati
attribuendo terre. Le provincie furono cosi soppiantate dai temi
La grande aristocrazia senatoria si indebolì considerevolmenteed emersero nuove famiglie
legate alla corte imperiale.Si incomincia a usare nome di impero bizantino.

CAP. 7 L’VIII SECOLO: UN NUOVO MEDITERRANEO, UNA


NUOVA EUROPA

1)Apogeo e crisi del califfato: dagli Omayadi agli Abbassidi

Sotto gli Omayyadi l’espansione araba riprese con un certo dinamismo e le conquiste più
importanti si svolsero nel Mediterraneo, invasero la Spagna nel 711 fondando il califfato di
Al-Andalus con Cordoba capoluogo. I visigoti superstiti si ritirarono sulla costa
settentrionale.
Nel 711 il califfo tento la presa di Costantinopoli dove le navi bizantine con l’aiuto del
fuoco greco vinsero la battaglia. A nord le truppe mussulmane vennero sconfitte dai bulgari
e nel nord della Spagna vennero bloccati da Carlo martello con la battaglia di
Poitiers→momento decisivo per la salvezza dell’occidente dalla minaccia islamica
Verso la fine del VII secolo si convertirono molte popolazioni cosi erano esenti dal
pagamento delle tasse→ entrate fiscali crollano
Gli Omayadi reagiscono negando le agevolazioni fiscali e i berberi si ribellano con una
grande rivolta che porta alla nascita di uno stato indipendente sul territorio dell’attuale
marocco. Nei territori dell’antico impero persiano i rivoltosi marciarono su Damasco dove
prese il potere la dinastia degli Abbasidi

Nel nuovo califfato prevaleva l’influenza persiana e la capitale si trasferì a Bagdad. Le


discriminazioni nei confronti dei convertiti furono abolite e tutti furono soggetti a la stessa
imposta. Le forze dell’impero furono rivolte a Oriente dove sconfissero l’imper cinese e
presero il controllo delle vie carovaniere
2) L’impero d’Oriente fra Europa e Asia: lotta iconoclastica

Per difendersi dagli arabi i bizantini avevano lasciati liberi i loro territori: slavi erano
riversati sui balcani, longobardi avevano preso la liguria e gli arabi avevano l’Africa
Riuscirono a contrastarli ma all’interno scoppiò la crisi iconoclasta→ contraria a ogni forma
di culto per le immagini sacre.
Con la minaccia mussulmana si era sviluppato il culto delle icone→ Leone 3 per eliminare
la degenerazione della fede vietò il culto.
Iconoclastia imposta dai vertici imperiali e i successi degli anni dopo furono attribuiti al
favore divino ma dopo la morte dell’imperatore il partito iconoclasta si indebolì

3) Apogeo e crisi del regno longobardo

L’impero aveva cessato di essere una presenza attiva in Italia e il regno dei franchi era
scosso da conflitti interni: il legno dei longobardi visse epoca di stabilità e prosperità
Tutti professavano la stessa lingua e la stessa religione.
Epoca di fioritura coincise con il regno di Liutprando che si propose come re-legislatore:
leggi e sentenze non avevano carattere etnico ma territoriale.
Il regno era diviso in circoscrizioni, ognuna governata da duchi che curavano la giustizia e
garantivano l’ordine pubblico e guidavano uomini liberi in grado di combattere, gli arimanni
I vescovi erano strettamente legati al potere del re e delle chiese, ogni distinzione è caduta e
tutti gli abitanti del regno sono longobardi.
Tensioni fra papa e imperatore a causa dell’iconoclastia (papa voleva tenere le immagini) e
Liutprando non tardò a approfittare della crisi conquistando buona parte dei territori
bizantini in italia e avanzando verso Roma.
Accordi tra papa e liutprando→ vaticano governa in autonomia distaccato da Costantinopoli
Liutprando non riesce a garantire la successione dinastica.
Astolfo sale al potere e cancella la presenza bizantina nel settentrione. Lascia Roma in
cambio del pagamento di un tributo.
Il papa Stefano II voleva liberarsi della presenza di Astolfo e chiese aiuto ai franchi con
Pipino il Breve. Questi discese in Italia nel 754 e sconfisse le truppe longobarde→ ex
territori bizantini andarono in mano al papa. In cambio Stefano II diede la piena
legittimazione del suo potere sui franchi.

4) L’affermazione dei Pipinidi nel regno franco

In Italia il regno longobardo si rafforzava attorno alla corte di Pavia, il potere dei merovingi
si faceva sempre più debole e si consolidava quello delle grandi famiglie aristocratiche.
Il servizio militare fu abbandonato e nel territorio franco si formarono diversi eserciti alle
dipendenze dei potenti locali.
La vita politica era dominata da poche famiglie nobili e il potere dei merovingi era formale
La famiglia dei Pipinidi riusci a rendere ereditario il ruolo di maestro di palazzo in modo da
avere il potere in Austrasia.
Pipino di Heristal riusci ad affermarsi pure in borgogna.
Il suo successore Carlo Martello riuscì a insediare a Parigi un re fantoccio, Teodorico IV e
ad assumere i pieni poteri sulla parte settentrionale.
Vittoria di Poitiers contro i mussulmani→ suo potere aveva origine dai successi militari
Le grandi conquiste dell’Ovest e sud della Gallia misero a disposizione di Carlo dei grandi
bottini e terre che ridistribuì fra i suoi seguaci. I suoi seguaci divennero cavalieri e si
insediarono sulle terre appartenenti alle chiese episcopali e monasteri→ enti ecclesiastici
come parte organica del regno.
Religione come caposaldo tanto che promosse la conversione delle popolazioni confinanti
anche con l’aiuto di Wynfrith, un monaco del Wessex

Morto Teodorico, Carlo Martello impedì che venisse eletto un successore e governò in totale
autonomia. A lui subentra Pipino il Breve affiancato ai tempi da Carlomanno ( che poi si
ritira ad una vita da monastero)
Pipino venne costretto a far subentrare un re→ Childerico III che fu presto costretto ad
abdicare.
L’appoggio di aristocrazia e clero appoggiarono lo portarono a poter attuare questo colpo di
stato. Il papa chiese poi di aiutarlo con i longobardi e nel 754 per sdebitarsi consacrò Pipino
Carlomanno e tutta la sua famiglia. Stefano II conferì anche la dignità di patrizio e
protettore di Roma→ regalità franca basata sulla sacralità con appoggio dei vescovi e del
papa

CAP. 8 L’IMPERO CAROLINGIO

1) Da Pipino il Breve a Carlo Magno: l’egemonia franca sull’Europa

Le due vittoriose spedizioni militari contro i longobardi di re Astolfo stabilirono la


piena superiorità del regno franco sull’Europa latina.
Nel 757 quando Astolfo morì fu probabilente Pipino a condizionare la nomina del
nuovo re longobardo, Desiderio che diede in moglie sua figlia.
Nel mondo latino soltanto le popolazioni delle isole britanniche non riconoscevano la
superiorità politica e militare dei franchi.
Pipino morì nel 768 e spartì il regno i due figli: Carlo Magno e Carlomanno.
Carlomanno morì lasciando Carlo Magno a comando di un vasto territorio. Sciolse i reparti
armati privati imponendo a tutti i guerrieri a cavallo di giurare obbedienza soltanto al re e in
cambio avrebbero ricevuto in concessione terre pubbliche.
Il re longobardo Desiderio sfruttando la disputa al trono franco aveva tentato di prendere
Roma e papa Adriano I aveva chiamato in aiuto i franchi.
Desiderio si arrese e fu fatto prigioniero cosi Carlo Magno si fece proclamare re dei
longobardi e dei franchi
Guerre contro gli arabi di Spagna tra il 778-801. Esercito di Carlo magno fu sconfitto da
parte dei Baschi cristiani e questo ispirò l’Orlando furioso→ conquista di Barcellona e della
marca di Spagna che fu affidata agli esponenti dell’antica aristocrazia visigota
Si espanse verso Oriente nella zona dell’Austria orientale contro le popolazioni avare e
slave e guerre contro i Sassoni che in quanto pagani dovevano essere sottomessi
Leggi spietate con battesimi forzati vurono applicate contro i pagani.
Nel 803 i Sassoni furono sconfitti ma ottennero il diritto a mantenere le proprie leggi.
Stretto rapporto con la chiesa→ il mantenimento del clero era assicurato tramite le decime
ossia l’obbligo da parte dei proprietari fondiari di versare 1/10 dei guadagni.
Il re aveva il diritto di nominare vescovi e arcivescovi e la cancelleria regia fu affidata a
chierici di cultura superiore rispetto ai laici di epoca meorvingia
2) La rinascita dell’impero d’Occidente

Dopo le sconfitte inflitte ai longobardi i papi speravano di potersi instaurare al loro posto nel
governo dell’Italia→ fu redatto a Roma un falso documento, la Donazione di Costantino,
secondo il quale il re avrebbe affidato ai papi il governo della parte occidentale dell’impero.
Nel 799 alcuni nobili romani tentarono di deporre papa Leone III che chiese aiuto a Carlo
Magno e il 25 dicembre 800 con l’occasione venne incoronato imperatore d’occidente dal
papa. Cosi facendo la corona dell’impero d’occidente veniva legata in maniera indissolubile
alla chiesa di Roma. Carlo Magno come figura di riferimento dell’europa latina.

Anche i califfi abbasidi intrattennero rapporti con i franchi ma c’erano pessimi e rapporti
con l’impero d’Oriente→ Carlo poteva essere imperatore ma non imperatore romano-
barbarici
Nella società di Carlo il battesimo era la condizione necessaria per entrare a far parte della
società e tutti i sodditi erano cristiani. Sicurezza terrena era affidata ai tribunali e all’esercito
mentre la salvezza spirituale dalla chiesa.
Modello biblico: latini come popolo eletto riunito sotto la guida di Carlo. Il capo della
chiesa era l’imperatore stesso che nominava vescovi e arcivescovi. Calendario liturgico e
norme di comportamento

3) Il governo dell’impero e il vassallaggio

Carlo Magno non avrebbe mai potuto conquistare l’impero senza l’aiuto dell’aristocrazia
franca, per questo fece grande uso del legame vassallatico. Ll vassallo prestava servizio al re
e in cambio questo riceveva un beneficium, dei beni fondiari in gradi di garantirgli un
reddito. Nella maggior parte dei casi si trattava di terre appartenenti al patrimonio regio a
quello delle abbazie. La rete di giuramenti che legavano Carlo ai sottoposti rafforzava il
controllo del sovrano.
Carlo non tentò mai di recuparare il sistema fiscale romano→ nel suo impero non si
riscuotevano le imposte dirette ma solo pedaggi imposti sulle merci. Il servizio al sovrano
retribuito solo tramite distribuzione di terre.
Carlo ebbe una grande attenzione alla produzione legislativa. Ogni regione soggetta
all’impero doveva avere una propria legge locale.
Il cuore dell’impero era costituito dalla corte regia e i suoi collaboratori, non c’era una
capitale. Carlo e i suoi si spostavano di palazzo in palazzo. L’ufficio più importante era la
cancelleria che metteva in comunicazione via atti scritti il sovrano e i sudditi.

Il territorio era diviso in contee e ogni contea era governata da un conte che risiedeva in una
città. I conti potevano essere rimossi o spostati dal re
Le zone di confine erano invece chiamate marche ed erano governate dai marchesi. Questi
dovevano amministare la giustizia e provvedere alla sicurezza
Conti e marchesi avevano grandi poteri ma dovevano rispondere del proprio operato al
potere centrale. I missi dominici, gruppo misto di laici ed ecclesiastici dovevano sorvegliare
l’operato dei governatori locali.
Conti, marchesi e missi dominici erano ufficiali imperiali
Esistevano migliaia di combattenti che avevano ricevuto in beneficium terre fiscali o
ecclesiastiche e che si potevano permettere un forte equipaggiamento posti agli ordini di
conti o abati sulle terre in cui possedevano il beneficio: elite dei cavalieri
4) La crescita economica

Era necessario creare una certa uniformità anche nella vita economica. Carlo così riformò il
sistema creando un sistema di zecche che avevano il monopolio del conio. Permise solo
circolazione di monete d’argento ma potevano essere usate solo per grandi pagamenti. Creò
cosi anche monete meno pregiate. Denaro utilizzato solo in ambiti ristretti. L’impero
carolingio basava il suo funzionamento sullo sfruttamento delle terre pubbliche e
distribuzione tra i vassalli.

Le aziende curtensi erano delle grandi aziende agricole divise in due parti: dominicum e
massaricium.
Dominicum era gestito direttamente dal proprietario o d un suo amministratore e uso di
uomini non liberi.
Il massaricium era invece diviso in fattorie date in affitto a contadini liberi o servi
autorizzati a lavorare autonomamente. Il lavoro supplementare era garantito dai contadini
dei mansi
Le due parti della curtis si integravano perfettamente e garantivano la gestione autonoma del
dominicum.

Grande importanza dei commerci nel mondo carolingio tra campagne e città. I contadini dei
mansi potevano vendere i loro prodotti in città e questo alimentò le fiere e mercati.
La curva demografica dell’europa sali dopo anni in discesa. Lavori di bonifica e
addomesticamento del bosco usato per allevamento. Miglioramento attrezzi agricoli

5) L’investimento culturale

Carlo Magno anche se non sapeva leggere dava molta importanza alla diffusione della
scrittura soprattutto per l’amministrazione. Istituì presso la sua corte la scuola palatina
destinata alla formazione dei giovani chierici che circondavano il sovrano. Valorizzazione
del latino come idioma in comune per i gruppi dirigenti e gli uomini di cultura.
Caccia ai manoscritti antichi→ patrimonio cultirale romano giunto a noi tramite gli studiosi
carolingi.
Grande importanza anche all’istruzione di base→ ogni cattedrale al suo interno doveva
avere una scuola per la formazione dei preti ma queste spesso erano aperte anche ai laici.

CAP. 9 LA CRISI DEL POTERE PUBBLICO NELL’EUROPA


POST-CAROLINGIA

1) La divisione dell’impero carolingio

Carlo decise di spartire i suoi territori tra i 3 figli: Pipino, Carlo e Ludovico.
Rimase solo Ludovico il Pio in forte legame con la chiesa. L’espansione del territorio si
fermò e a sud rimasero arabi e bizantini. Forte insoddisfazione nell’aristocrazia militare
franca per la quale guerra e bottini erano un fattore di guadagno.
Le tensioni esterne avevano trovato sfogo all’imterno. Ludovica tentò di modificare la
spartizione tra i figli e questo diede vita a una serie di ribellioni e conflitti interni. La chiesa
riuscì a ritagliarsi un ampio spazio di manovra.
Alla morte di Ludovico il Pio, Lotario ereditò come previsto la corona imperiale ma i suoi
fratelli Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico scesero in guerra contro di lui→ L’impero
venne cosi diviso in 3 fasce con il trattato di Verdum: Carlo l’occidente (attuale Francia),
Ludovico l’oriente (Germania Austria) e Lotario conservava l’Italia e la Provenza.
Il dominio di Lotario dopo la sua morte si spezzò in due, divisa tra Carlo e ludovico
Molti fra i più stretti seguaci del re riunivano nelle loro mani il governo di più contee,
creando dei veri e propri principati all’interno del territorio.
Alla morte di Carlo il Grosso i 3 regni tornarono a frammentarsi.

2) Normanni, ungari e saraceni

Fra il IX e X secolo l’europa latina fu colpita da una violenta serie di attacchi. La ripresa
economica di età carolingia aveva reso i territori imperiali sufficientemente appetibili ma
scarsamente difesi.
Le coste dellOlanda furono soggette a incursioni da parte dei Normanni (vichinghi). Grazie
a un nuovo tipo di imbarcazione erano anche in grado di rislaire i fiumi consentendo di
invadere l’entroterra e nel 885 giunsero ad assediare Parigi che risparmiarono su pagamento
di Carlo il Grosso. Giunsero anche sulle coste spagnole e italiane
I normanni cominciarono a creare dei campi fortificati (il più famoso Dublino) come base
per i raid.
Le basi normanne furono molte nel nord-occidentale della Francia dove dal 876 aveva
stabilito il suo potere Rollone. Carlo il semplice decise di approvare e legalizzare
l’insediamento e la regione da allora venne chiamata Normandia.
Rollone in cambio giurò fedeltà a Carlo e si convertì al cristianesimo impegnandosi a
difendere la Francia. Rapida integrazione con la popolazione locale.
Sulle coste del mediterraneo i saraceni predarono sistematicamente le coste italiane e
seppero inserirsi abilmente tra le lotte carolingi, longobardi e bizantini
Si insediarono a Bari e si spostarono alla foce del fiume Garigliano.
Solo nel 916 i principi cristiani riuscirono a distruggere la fortezza di Garigliano e
Frassineto
L’impresa maggiore fu la conquista della Sicilia, ancora in mani bizantine, sbarcando
sull’isola nel 827 scegliendo Palermo come capoluogo.
Gli Ungari si stabilirono in pannonia dove una volta c’erano gli avari. E sottomisero le
popolazioni slave circostanti. Grandi combattenti a cavallo

3) Signoria e castellamento

Nell’europa post-carolingia si riteneva che alcune prerogative fossero di natura pubblica:


giustizia, riscossione tasse, ma che potevano essere anche gestite da enti o famiglie.
Le persone che detenevano diritti di origine pubblica erano detti signori e le regioni dove
detenevano il potere erano le signorie.
La privatizzazione dei poteri fu l’esito della crisi della regalità carolingia

Il capitolare di Querzy riconosce che i governatori delle regioni potessero ereditare il titolo,
la capacità dei sovrani di controllare le nomine ufficiali si era annullata.
A partire da Ludovico il Pio gli uffici pubblici divennero cariche da distribuire ai vassalli in
cambio della loro fedeltà: la stessa carica divenne un beneficio.
Mutamento dell’aristocrazia post-carolingia, i regni divennero assai più piccoli e non era
necessario il consenso del sovrano per ottenere un titolo pubblico. Le grandi famiglie si
spezzarono cosi in rami diversi.
Un fenomeno fu l’espansione delle grandi proprietà fondiarie, laiche ed ecclesiastiche.
Molti proprietari preferirono cedere le proprie terre a un latifondista in cambio di affitto.
Perdendo le loro terre perdettero anche il legame con il sovrano e i re erano quasi
esclusivamente in contatto con nobili e enti ecclesiastici.
Pratica delle armi adesso era affidata a combattenti professionisti che in età carolingia erano
vassalli dell’imperatore ma adesso i loro benefici erano serviti dai potenti locali. Il legame
vassallatico ora si tramutava in un rapporto privato.

Carlo Magno concedeva l’immunità a enti ecclesiastici che non erano più soggetti a
amministratori regi. Queste crearono delle vere e proprie isole giurisdizionali. I grandi
proprietari di terre erano diventati signori autonomi.
Le difficoltà dell’esercito ad assicurare la sicurezza a livello locale portò la costruzione di
fortificazioni.
I castelli del X e XI secolo avevano fossato, palizzata e torre in legno. I contadini
tendecvano a spostarsi nei pressi o all’interno della cinta muraria per protezione.
Il proprietario del castello acquisiva cosi il titolo di signore e poteva esercitare la giustizia,
la riscossione dei tributi e servizi in armi. Nasceva cosi la signoria territoriale che esercitava
il suo controllo sull’area del castello→ dosgragazione poteri pubblici completa
3 tipologie di signoria dell’Europa: funzionariale (famiglie che si erano appropriate della
carica) fondiaria (esercizio del potere avveniva su territori del signore) di castello (legata a
presenza di fortificazione)

Talvolta i conti riuscivano a radunare nelle proprie mani più contee creando un ducato o
principato. I grandi ducati furono erosi dall’ascesa delle signorie fondiarie.

CAP.10 IL X SECOLO: IMPERI NUOVI E IMPERI


RINNOVATI

1)La crisi del potere regio nell’Europa occidentale

In Francia i principati e signorie locali proliferarono e i re si trovarono a poter gevernare


solo le terre che appartenevano alla famiglia d’origine.
L’ultimo discendente di Carlo Magno è stato Carlo il Grosso e poi fu eletto re di Parigi
Oddone che nulla aveva a che fare con la dinastia carolingia
Ugo Capeto era un nobile che conservò il prestigio informale di essere re e la dinastia dei
capetingi dominò per i prossimi 2 secoli.

In Italia non si affermò mai un vera dinastia regnante e i nobili italiani scelsero figure
piuttosto deboli→ molto spesso più soggetti ebbero il titolo di re.
L’affermazione sempre maggiore delle aristocrazie locali non risparmiò neppure il papato
visto che i pontefici avevano costruito il proprio prestigio sulla relazione con gli imperatori
Il soglio ponteficio divenne preda delle nobili famiglie romane e nei primi decenni del X
secolo i papi furono personaggi di moralità dubbia che volevano solo fare gli interessi della
propria famiglia
2) L’impero degli Ottoni

A differenza del regno di Francia, quello di Germania non era erede di un precedente regno
precarolingio ma composto da entità politiche differenti. Primeggiavano realtà semi
autonome che prendevano il nome di ducati→ il duca di Sassonia Enrico fu eletto re di
Germania e fu abile nel presentarsi come primo tra pari e non come un dominatore.
Quando enrico morì il suo potere consolidato passò a suo figlio Ottone che si fece
incoronare. La solidità dei grandi ducati limitò la frammentazione dei poteri come il resto
dell’occidente. Ottone poi nominò suoi consanguinei a capo dei ducati, mantenne controllo
sulle cariche ecclesiastiche. Basò il proprio potere sull’ascesa militare che lo portò a
impadronirsi della corona.
Sconfiggendo gli invasori ungari divenne il nuovo Carlo Martello difensore cristiano
La sua spedizione più ambiziosa rimase quella in Italia con la quale marciò su Roma e fece
incoronare la moglie Adelaide che divenne responsabile del governo d’Italia.
Il privilegio di Ottone fece in modo che il titolo imperiale fosse trasmesso ai suoi
discendenti.
Ottone II morì presto e gli succedette Ottone III che voleva riprendere il meglio della storia
romana e carolingia.

3) Nuovi equilibri nel mondo islamico

Instabilità politica nella dinastia abbaside→ la corretta interpretazione del corano era
affidata al califfo. La religione diventava uno strumento della lotta politica fra pretendenti al
trono in quanto non c’era una gerarchia sacerdotale.
Si accrebbe il ruole del visir, ufficiali di corte che collaboravano al governo
Comandante turco di Baghdad assunse i pieni poteri e il califfo divenne una figura
marginale
Nelle provincie occidentali Baghdad non era più in grado di esercitare il potere e si diffuse
tra i berberi la dottrina sciita a opera di un predicatore siriano e assunsero il nome di
Fatimidi
Frattura politica e religiosa nel mondo islamico→ califfati sunniti a Cordoba e Baghdad e
un terzo sciita

4) La rinascita dell’impero d’Oriente

Delle difficoltà del califfato seppe approfittarne l’impero d’Oriente che con gli imperatori
militari furono in grado di mettere in sicurezza i confini e di condurre grandi campagne di
conquista.
Personaggi molto acculturati e abili nella retorica
I sovrani bizantini provennero da una stirpe detta macedone: il primo è stato Basilio I il
Macedone e sotto di loro l’impero visse la stagione più prospera.
La stabilizzazione militare diedero impulso all’economia imperiale e le provincie
dell’impero divennero vivaci luoghi di scambio. Apparato fiscale rinnovato e la tassazione
fondiaria fu ristabilita→ grandi quantità di denaro nelle casse pubbliche e quindi grandi
disponibilità militari.
Vittorie contro gli Islamici riconquistando l’intera Anatolia e spingendosi fino in Siria
settentrionale. Verso nord sottomisero i Bulgari e riportarono il confine sul Danubio
Riconquistarono in Italia anche la Basilicata e la Puglia. Costantinopoli fece diventare le
acque del mediterraneo sicure per le navi cristiane.

5) Conversione e acculturazione dell’Europa orientale

Il rinnovato prestigio di Costantinopoli produsse una offensiva missionari cristiana verso i


Balcani→ Cirilli e Metodio iniziarono a predicare e diffusero il cirilico tra gli slavi che si
convertirono all’ortodossia.
Gli Ottoni di Germania grazie alla predicazione religiosa e pressione politica portarono
risultati duraturi di conversione.
Gli ungari dopo la sconfitta contro Ottone rinunciarono alle incursioni e si stabilirono in
Ungheria. Subirono la conversione e la cirstanizzazione e latinizzazione dell’Ungheria creò
una barriera fra Europa post-carolingia e popoli nomadi delle steppe→ cristianesimo al
sicuro e quindi espansione nel Mediterraneo.

CAP.11 LA RINASCITA DELL’ANNO MILLO

1) Il mito dell’anno mille e le radici profonde di una crescita

Tra il 1000 e 1300 l’Europa occidentale si trasformò nella forma in cui appare più o meno
oggi
I terreni agricoli si estesero con grande rapidità al posto dell foreste e gli insediamenti
contadini si svilupparono in villaggi più grandi. Le città tornarono a popolarsi e a
rappresentare il cuore delle attività economiche dei territori circostanti.
Rinascita dell’anno mille anche perché si era superata la profezia secondo il quale il mondo
doveva finire.
Processo di rinascita che si arrestò doppo la fine dell’impero carolingio ma che poi riprese
con vigore. L’Europa del XI e XII secolo era più sicura dei secoli prima per quello che
riguarda le minacce esterne. Benessere anche grazie a un aumento delle temperature che
ebbe effetti positivi sulla produzione agricola.

2) La ripresa demografica e i nuovi modelli famigliari

Grande crescita della popolazione fino a 50 milioni nel XIII secolo. Contadini
rappresentavano la maggioranza della popolazione e l’edilizia rurale divenne più complessa.
Miglioramento delle condizionmi di vita anche per i signori che aumentarono le proprie
rendite. A causa del benessere il loro numero stava aumentando e un eventuale divisione del
patrimonio li avrebbe lasciati privi delle risorse per mantenere il loro stile di vita.
La nobiltà altomedievale era riunita in clan legati dai matrimoni.
La Chiesa stava favorendo un modello familiare basato sul consenso da parte di entrambi i
coniugi al matrimonio e alla monogamia con divieto di sposarsi tra parenti.
I nobili all’inizio si opposero ma poi dovettero accettare il nuovo modello e risolsero il
problema ereditario dando tutto al promogenito

3) Le campagne e l’agricoltura
L’aumento della popolazione non sarebbe stato possibile senza l’aumento della produzione
agraria→ sistema della rotazione triennale che alternava cereali primaverili-autunnali e
periodo di pausa. E adozione dell’aratro pesante e dei mulini ad acqua.
Processo di disboscamento attraverso contratti regolari che prevedevano l’assegnazione a
gruppi di contadini aree da ridurre a coltura.
L’espansione dei coltivi avvenne anche attraverso la colonizzazione di aree ancora poco
popolate in Europa nord-orientale anche attraverso il consenso dei nobili tedeschi. Sovrani
concessero esenzione dalle tasse a chi fosse andato a popolare i nuovi insediamenti. Le
pianure olandesi vennero anche bonificate.
La diffusione della moneta permise forme più efficaci di sfruttamento e le prestazioni di
lavoro vennero pagate in denaro
Miglioramento del tenore di vita dei contadini e diversificazione delle competenze
Potevano contrattare condizioni migliori attraverso i delegati
Crescente integrazione tra economia rurale e urbana e nelle comunità più grandi i contadini
erano affiancati da artigiani, commercianti…

4) Le città e le produzioni manifatturiere

Le città si imposero come centri di produzione artigianale attirando una parte delle
popolazioni delle campagne. L’immigrazione accrebbe enormemente le dimensioni dei
centri abitati→ opportunità di arricchimento
La principale attività manifatturiera in Europa medievale fu quella tessile che sosteneva
l’economia di intere regioni, principale centro si trovava nelle Fiandre.
La principale unità produttiva del Medioevo era la bottega a conduzione famigliare. Spesso i
maestri che condividevano la medesima attività si riunivano in corporazioni che regolavano
le condizioni di lavoro, dettavano salari minimi e controllavano i prezzi e spesso
promuovevano pratiche religiose comuni
La maggior parte dei traffici era a livello regionale e le città rappresentavano i punti nodali.
La manifattura tessile poteva utilizzare materie prime locali o attingere al grande commercio
internazionale. Con le merci circolavano testi e scritti e le città divennero anche centri
culturali.

5) I mari e i grandi commerci internazionali

Le spezie nei commerci ebbero un ruolo importante perche erano simbolo di status da parte
dei potenti occidentali. Le merci venivano imbarcate verso l’Italia e poi trasportate in tutta
Europa. I cittadini di Venezia e Amalfi che erano ancora sottto il regno d’Oriente si
inserirono abilmente nelle reti di commerci. Le flotte di queste città ottennero supremazia
militare e commerciale nel mediterraneo e gli imperatori furono costretti a rilasciare
privilegi.
La conquista dei mercati mediterranei da parte degli Italiani passò anche all’elaborazione di
strumenti contrattuali:
Commenda in cui un socio fornisce il capitale e l’altro il viaggio e la compravendita dei be
Società in cui il mercante viaggiatore partecipava all’investimento iniziale divisione prof

Le grandi aree commerciali del Mediterraneo, Baltico e Mare del Nord attraversavano
l’Europa convergendo nella regione francese detta Champagne in cui venne organizzato un
sistema di fiere che attirarono commercianti da tutto il continente.
La vitalità del commercio portò con se una richiesta di moneta sempre maggiore in quanto
essa non era richiesta più solamente per le grandi transizioni ma anche per le piccole
compravendite messe in atto dai cittadini.

CAP. 12 L’ESPANSIONE LATINA NEL


MEDITERRANEO: DAI NORMANNI ALLE CROCIATE
1) L’espansione normanna nell’Italia meridionale

Tra la fine del IX e gli inizi del XI secolo l’italia meridionale rappresentava un crocevia di
civiltà. Vi convivevano i latini cattolici dei principati longobardi, i bizantini ortodossi e gli
arabi mussulmani.
Nei primi decenni del XI secolo i normanni si insediarono stabilmente nel mezzogiorno
ricevendo in feudo alcuni borghi fortificati. Un capo normanno Roberto il Guiscardo riuscì a
organizzare intorno a se molti gruppi armati e a lanciarli in una serie di campagne di
conquista organizzate e non più al servizio dei potentati locali.
Papa Leone IX spaventato cercò di fermarli mettendosi a capo di un esercito con longobardi
e tedeschi che venne sconfitto dal Guiscardo.
Niccolo II invece vide i normanni come possibile alleato per liberarsi dalla dominazione
tedesca sul vaticano→ accordo di Melfi (1059) in cui il papa legittimava la presenza
normanna in meridone e concedeva a Roberto il titolo di duca di Puglia.
La concordia tra la curia pontificia e i normanni fu ulteriormente rinsaldata quando uno dei
fratelli di Roberto riuscì a liberare la Sicilia dalla dominazione mussulmana eliminando
l’emirato islamico di Palermo. Nobili e cavalieri da tutta italia andarono ad aggiungersi alle
file di Ruggero
Roberto riusci a conquistare anche la Puglia ponendo fine ai domini bizantini sullitalia
meridionale.
Alla morte di Roberto il Guiscardo i suoi domini si divisero: Sicilia mantenne la struttura di
potere centralizzato dell’emirato e il resto del meridione venne diviso tra conti.

2) Gli inizi della Reconquista spagnola

Nel corso del X secolo nello stato costruito dagli Omayadi i rapporti con i cristiani al suo
interno peggiorarono e l’aumento del peso fiscale portò a una guerra civile fra arabi e
berberi. Dopo che l’ultimo califfo venne ucciso il territorio si frantumò in taifas che erano
piccole formazioni politiche.
La fascia settentrionale del territorio era sotto il controllo dei cristiani e era divisa nei regni
Fernando I unendo i regni di Castilla e Leon ottenne un grande potere che gli permise di
lanciare l’offensiva ai mussulmani
L’arrivo degli Almoravidi riequilibrò le forze e per oltre un secolo vennero fatte
continuamente guerre: la Reconquista che assumeva valore sacro vista anche la presenza
del cammino di santiago sul territorio. Molti nobili francesi attirati dalla possiblità di
ottenere terre e prestigio si unirono al conflitto

3) Nuovi equilibri a Oriente


L’ascesa politica dei turchi causo la crisi del califfato di Baghdad. Nel 1055 entrarono nella
città e i selgiuchidi assunsero il titolo di protettori dei sunniti e del califfo sia contro i
cristiani che contro i mussulmani sciiti fatimidi
I selgiuchidi occuparona anche la penisola anatolica attaccando l’impero d’Oriente
indebilito da altre incursioni (battaglia di Manzikert)

L’imperatore Alessio Comnemo riusci a trattare un tregua con i turchi e ottenne l’appoggio
della flotta veneziana per scacciare i normanni dai territori dell’italia meridionale

4) La prima crociata (1095-1099)

Quando l’ultimo sultano selgiuchide morì i domini caddero in preda a una guerra civile e
per l’imperatore Alessio Comneno fu occasione per contrattaccare→ inviò ambasciatori in
Occidente per ottenere aiuti militari
Nel 1095 concilio di Clermont in cui il papa Urbano II lancia appello affinche nobili e
cavalieri europei accorressero in soccorso dei Orientali per difenderli dalla minaccia
islamica→ la richiesta bizantina dei contingenti mercenari era stata tramutata in una lotta
per la cristianità.
Guerra contro i mussulmani come un opportunità di arricchimento da non perdere.
Pietro l’Eremita fu autore di una prima crociata dei pezzenti ma la spedizione vera e propria
arrivò un anno dopo guidata da molti nobili occidentali.
Alessio Comneno in cambio di supporto logistico avrebbe riottenuto le terre perse.
Nel luglio 1099 le truppe cristiane riuscirono a impadronirsi di Gerusalemme

5) Dalla Crociata alle crociate

La presa di Gerusalemme non era sufficiente in quanto bisognava difendere e amministrare i


territori→ Goffredo di Buglione fu nominato protettore del santo sepolcro e poi la carica
passò a suo fratello.
Il regno di Gerusalemme era il più grande e gli altri territori vennero divisi in feudi e affidati
ai diversi comandanti della crociata.
Gli stati crociati sfruttavano la contrapposizione fra cristianità e islam per ottenere aiuti
dall’oriente.
Il dominio totale sui mari ebbe un grande peso nella sopravvivenza della presenza cristiana
in Medio Oriente.
La promessa di ricompense spirituali e territoriali fece diventare la crociata un istituzione
gestita e finanziata dalla chiesa. Le spedizioni più massicce e organizzate sono le crociate
tradizionalmente numerate.
Gli ordini monastico-cavallereschi nacquero in Terrasanta e erano composti da religiosi che
oltre a pregare combattevano pure. Quelli più famosi sono i Templari e gli ospedalieri

CAP.13 LA RIFORMA DELLA CHIESA E LA LOTTA PER LE


INVESTITURE

1) Chiesa e impero agli inizi dell’XI secolo


La crisi e la disgregazione dell’impero carolingio coinvolsero anche la chiesa di Roma a
esso strettamente legata da secoli.
All’inizio del XI secolo l’elezione dei papi restava sotto il controllo delle più potenti
famiglie romane. La frammentazione dei poteri pubblici e la nascita delle signorie locali
hanno reso sempre più difficili il controllo sulle gerarchie ecclesiastiche. Si formarono così
chiese private in cui cappelle e monasteri venivano fondate dai signori locali→ diritto a
nominare i sacerdoti

In Germania gli imperatori avevano cercato di mantenere controllo sulla Chiesa tedesca
utilizzando vescovi e arcivescovi come collaboratori imperiali.
Chiesa imperiale sotto il governo dell’imperatore, si formarono capitali canonici, luoghi
dove vivevano insieme tutti i sacerdoti in modo da limitarne le immoralità.
Gli imperatori favorirono questo tipo di riforma della chiesa tedesca→ Enrico III impose
uomini a lui fedeli alla guida delle principali diocesi

Il papa Leone IX si concentrò nella lotta contro la simonia→ vendita delle cariche
ecclesiastiche
Il papato non aveva un primato di superiorità giuridica ma soltanto primato spirituale nei
confronti degli altri vescovi.
La centralità acquisita dalla chiesa di Roma con Leone IX allarmò il patriarca di
Costantinopoli Michele Cerulario e si generò una disputa che fini con la scomunica
reciproca tra i due→ scisma d’Oriente nel 1054

2) I movimenti di riforma

Il mondo monastico aveva prodotto un esperienza innovatrice di grandissima importanza


incentrata attorno all’abbazia di Cluny→ si distinse per la disciplina e la capacità di ascesi
dei suoi membri con equiparazione tra splendore delle cerimonie e gloria futura del
paradiso.
Si creò una rete fortemente gerarchizzata: l’abazzia di Cluny si vide cosi sottratta al
controllo del vescovo locale e sottoposta direttamente al papa.

I clunensi seppero imporre il modello monastico quale unica vera forma di vita santa in
grado di garantire la salvezza dei suoi membri e vanno contro simonia e concubinato.
Si sollevarono anche movimenti popolari tra i laici che temevano che la condotta immorale
del clero potesse efficace a raggiungere l’aldilà.
Rivoltosi patarini contro la simonia e cacciare i sacerdoti comprati. Movimenti religiosi che
cercavano di estraniarsi dal mondo corrotto per puntare a uno stile di vita puro.

3) Il papato da Niccolò II a Gregorio VII

Enrico III era morto nel 1056 lasciando come erede il figlio omonimo. L’influenza imperiale
su Roma venne meno e presso la curia si formò un circolo di sostenitori della riforma della
Chiesa
Niccolò II impose una drastica accelerazione del processo riformatore e convocò un concilio
Lateranense che cambiò drasticamente le regole dell’elezione papale escludendola ai laici e
riservandola a un gruppo ristretto di sacerdoti.
Il decreto di Niccolò II che estrometteva i laici dall’elezione del papa illustra bene il
concetto riformista della libertà della chiesa, intesa come l’eliminazione di tutte le influenze
esterne che potevano compromettere la chiesa.
Differenza tra i laici e gli ecclesiastici molto più marcata rispetto agli altri secoli. Il papato si
fece sempre più promotore dell’opera di riformato

Il dictatus papae si presenta come un testo di 27 affermazioni→ sottrarre chiesa


all’influenza dei potenti
Il papa Gregorio VII nel DP disegnò il progetto della monarchia papale trasformando la
superiorità morale e spirituale in un potere di governo della Chiesa a discapito di vescovi
locali, re e principi.

4) La lotta per le investiture

Il DP e altri ordinamenti da parte di Gregorio VII costruivano uno stretto legame di


obbedienza dovuta a Roma e la totale autonomia dei vescovi dalle influenze dei poteri laici
Investitura→ attribuzione ai prelati appena eletti dei diritti di natura temporale che
spettavano alle sedi episcopali veniva vietata da parte dei sovrani

Tramontava l’idea carolingia che l’impero avesse una missione salvifica e dovesse
occuparsi direttamente del benessere spirituale dei sudditi ma gli imperatori del XI secolo
non avevano rinunciato all’idea di sorvegliare l’operato ecclesiastico
Il re Enrico IV accusò agli inizi del 1076 il papa Gregorio VII di tradimento e il papa in
risposta lo scomunica. Gli aristocratici volevano mettere fine alla politica della dinastia
salica e approfittarono della scomunica e si ribellarono.
Enrico IV fi costretto a scendere a roma e a umiliarsi chiedendo scusa al papa presso
Canossa nel 1077→ vittoria propagandistica per il papa.
Enrico riacquistato il potere scomunica nuovamente il papa e marcia su Roma nel 1082
imponendo un antipapa Clemente III. Gregorio VII fugge e si rifugia a Salerno.
Papa Urbano II riuscì a costruire la prima crociata senza i tedeschi grazie alle sue influenze
in inghilterra e francia.

Nel 1111 il papa Pasquale II e Enrico V stipulano il trattato di Sutri con il quale i vescovi
avrebbero rinunciato a esercitare il potere temporale limitandosi a quello spirituale
ottenendo l’astensione dell’imperatore dalla loro nomina ma accordi non vennero rispettati
L’accordo definitivo fu ottenuto nel 1122 con il concordato di Worms concluso fra Enrico V
e papa Callisto II che consentì ai vescovi di mantenere prerogative sui poteri temporali e
spirituali→ si separavano i momenti in cui il vescovo riceveva il potere spirituale (anello e
bastone dal papa) e poteri pubblici (spada da parte dell’imperatore) obbligando imperatore e
papa a essere d’accordo sulla nomina.
La lotta per le investiture è un momento determinante che portò alla nascita
dell’organizzazione della chiesa cattolica con il primato romano

CAP.14 Il XII secolo: la prima affermazione delle monarchie in


Europa e il rinnovamento negli stati mediterranei
1) La lenta affermazione della monarchia francese

Fra l’XI secolo e gli inizi del XII secolo diverse regioni della Francia occidentale e della
Catalogna videro il moltiplicarsi dei castelli nei loro territori. Questo fenomeno permise
l’insediarsi di molte piccole signorie autonome La rivoluzione feudale come rivolgimento
che nell’arco di pochi decenni avrebbe scardinato definitivamente quanto restava delle
strutture del potere pubblico. I re di Francia non riuscivano a esecitare alcuna autorità fuori
dalle terre che appartenevano alla loro famiglia.

Tripartizione funzionale del mondo: chi prega, chi combatte e chi lavora, le categorie erano
organizzate gerarchicamente. Un passo avanti rispetto alla lettura ecclesiastica che divideva
la società tra religiosi e laici.

Le aristocrazie avevano trovato nella loro capacità di difendere i sottoposti dalle minaccie la
loro giustificazione ideologica del potere. Il sistema di valori condivisi forma il codice
cavalleresco e nella consegna della spada.
La diffusione dei castelli e delle signorie locali e la crescente importanza dei seguiti armati
degli aristocratici portarono a una situazione generalizzata di disordine caratterizzata da
frequenti guerre tra signori
I re capetingi nel XI secolo esercitavano ormai una autorità effettiva soltanto nella regione
ristretta, a differenziarli dagli altri nobili restava soltanto l’aura di sacralità.
La partecipazione di Luigi VII alla seconda crociata rafforzò la sua immagine e potè dare
avvio a un processo di aggregazione dei popoli locali attorno alla corona.
Feudo oblato→ signori donavano i loro beni ai re e li ricevevano indietro sotto forma di
beneficium mettendosi così sotto la protezione regia.

2) La monarchia inglese e l’impero angioino

Re Svein e suo figlio Canuto il Grande riuscirono a creare un vasto dominio su Norvegia,
Danimarca, Inghilterra. Alla morte di Canuto il dominio si divise
In inghilterra il trono venne rivendicato da principi normanni fra cui Guglielmo il
Conquistatore grazie alla battaglia di Hastings (1066)
Guglielmo si fece cosi incoronare re d’Inghilterra nella basilica di Westminster. Il dominio
venne poi diviso tra i cavalieri normanni che avevano partecipato alla spedizione e anche in
Inghilterra iniziarono a comparire i castelli privati. Riuscì anche a mantenere uno stretto
controllo sull’aristocrazia con i suoi 200 lords.
Guglielmo mantenne la rete di sceriffi ufficiali che rappresentavano il re nelle contee in cui
era diviso il regno. La corona garantiva anche un sistema fiscale con entrate regolari in
moneta. I decenni successivi alla morte di Guglielmo videro un consolidamento di potere
con Enrico I→ imposte dirette basate sulla proprietà fondiaria.
A metà del XII secolo il regno d’Inghilterra era il più ricco. Si scatenò una guerra civile
dopo la morte di Enrico I che vide prevalere Enrico II dando origine alla nuova dinastia dei
Plantageneti.
Enrico II Plantageneto si scontrò duramente con Thomas Becket, l’arcivescovo di
Canterbury, e alla fine quest’ultimo venne ucciso a causa dell’aumento dei poteri dei giudici
regi. Common law→ leggi valide per tutto il territorio inglese
3) Il regno di Sicilia

La contea di Sicilia era rimasta nelle mani di Ruggero il Granconte che la amministrava
grazie ai funzionari islamici dell’emirato di Palermo. Ruggero II riuscì a unificare i territori
normanni del meridione e tramite una serie di riforma affermava la totale superiorità della
figura del re che aveva pieno dominio su baroni e vescovi. Camerari che garantivano il
regolare versamento dei tributi. Il suo regno si distinse per la convivenza tra popolazioni di
diversa cultura→ documenti in latino, greco e arabo.
Normanni furono anche in grado di controllare i commerci verso l’Africa centrale
Dopo Ruggero II il modello di convivenza cessò di esistere e l’amministrazione andò nelle
mani dei latini. La componente mussulmana della popolazione si era ridotta ad alcune
roccaforti a ovest dell’isola.

4) L’impero

La dinastia sassone con la morte senza figli di Enrico II, i principi tedeschi designarono
come nuovo imperatore Corrado II della famiglia dei Salici. Se gli Ottoni avevano affidato a
parenti le cariche più importanti usando anche il perdono, i Salici invece imposero un rigido
controllo della corte sui duchi.
Gli imperatori smisero di intromettersi nella successione al potere ducale ma il rapporto tra
re e duchi rimaneva di natura personale. La corte rimase itinerante.
Nelle regioni a governo episcopale si sviluppò l’amministrazione dei ministeriali costituita
da persone non libere a cui veniva affidata l’amministrazione delle terre, riscossione
pedaggi senza poterne rivendicare l’ereditarietà
Il prestigio dei regnanti Salici era basato su minaccia di sanzioni piuttosto che su la
collaborazione e il consenso.
Le difficoltà incontrate da Enrico IV e V portarono i nobili tedeschi ad assumero un ruolo
sempre più importante alla guida del regno e decidevano anche politiche in contrasto con
quella imperiale. I duchi, vescovi e aristocratici facevano uso di ministeriali.

Federico Barbarossa riconobbe il potere dei duchi però seppe legarli strettamente a se
attraverso dei vincoli feudali garantendo stabilità al regno di Germania.

5) L’impero d’Oriente sotto i Comneni

L’imperatore Alessio Comneno grazie anche all’aiuto dei crociati riuscì a respingere i Turchi
all’interno consolidando il proprio potere e nessuno mise più in discussione l’ereditarietà al
trono della famiglia Comneni.
Manuele Comneno rivolse rinnovato interesse verso il mondo latino. Sentendosi minacciato
dalla figura di Barbarossa, Comneno fornì sostegno al papa, suo avversario diretto.
Nel 1176 tentò di riconquistare l’altopiano anatolico ma il suo esercito fu battuto dai turchi
nella battaglia di Miriocefalo che segnò la fine definitiva delle ambizioni di espansione

6) Saladino e il trionfo sunnita

Gli stati crociati dialogavano fruttuosamente con il mondo mussulmano, i traffici


arricchivano i domini islamici in Siria.
L’Egitto era uscito sconfitto dalla nuova situazione politica. La perdita dei porti
mediorientali aveva posto le coste del paese in preda alla flotte italiane e le numerose
sconfitte avevano minato la reputazione dei califfi sciiti.
Contingente di truppe guidate da ufficiale curdo Saladino si impadronì del potere alla morte
del califfo fatimide e si proclamò governatore dell’Egitto.
Per legittimare il suo potere si fece alfiere della guerra santa (jihad) e riprese Gerusalemme
con la forza nel 1187→ cristiani furono obbligati ad andarsene e arrivarono mussulmani.
Papa Gregorio VIII raccolse tutti i principi europei: Federico Barbarossa, Filippo Augusto e
Riccardo cuor di Leone e organizzò la terza crociata ma non riusci a riprendersi la città

CAP. 15 IL REGNO D’ITALIA E L’AFFERMAZIONE


DEI COMUNI ( SECOLI XI- PRIMA METà XII)
1) Il regno d’Italia nell’XI secolo: signori, vescovi e città

Un diffuso malcontento che serpeggiava tra i vassalli di secondo ordine e nel 1035 si
sollevarono contro i nobili dell’Italia settentrionale. La rivolta dei vassalli aprì un periodo di
forti mutamenti nella società e nella politica dell’Italia settentrionale. I vescovi rimasero gli
unici titolari di un potere formalmente riconosciuto nel quadro dell’impero. I vescovi non
governavano da signori ma da ufficiali regi e di conseguenza non esercitavano un dominio
personale sui cittadini che si consideravano cittadini liberi.
Il potere imperiale in Italia non poteva contare su reali strutture di governo ma si basava su
labili legami di fedeltà personale tra corona e vescovi.
Nelle città italiane il potere era nelle mani dei vescovi ma essendo eletti dalle famiglie
facevano gli interessi locali, ma dovevano comunque rendere conto al re.
Con la lotta per le investiture dovettero scegliere se stare con il papa o con l’imperatore.
In questo periodo di incertezza molte città decisero di farsi carico della responsabilità di
amministrare→ primo nucleo di autogoverno civico, le comuni.

2) Nascita dei comuni italiani

I nuovi ufficiali chiamati consoli gestivano al posto o al fianco dei vescovi il governo
urbano e l’amministrazione della giustizia. Transizione graduale da potere dalle curie
episcopali ai consoli espressi dalla cittadinanza
La popolazione urbana era divisa in maggiori (gruppo dirigente comunale) e minori.

Davanti alla legge e ai tribunali comuni erano uguali tutti e i due gruppi non erano chiusi→
possibilità di ascesa sociale.
I governanti erano eletti dalla popolazione e non nominati e il loro mandato durava di solito
1 anno. La magistratura consolare era una realtà affermatasi quasi ovunque e l’autorità di
quest’ultima si manifestava anche al di furi delle mura, in tutto il contado.
Le comunità contadine ottennero parziali diritti di autogoverno anche se dovevano pagare
tributi alle città.
A capo delle città vi era un collegio di consoli e il numero di consoli variava a seconda delle
circoscrizioni. In tutte le città settentrionali cominciarono ad apparire case del comune che
ospitavano uffici pubblici
3) Le guerre contro Federico Barbarossa

Le magistrature comunali si affermarono a causa dell’assenza del potere imperiale.


Nel 1152 fu eletto Federico Barbarossa che voleva ristabilire il controllo imperiale in Italia.
E nel 58 torna e molte città gli diedero il proprio appoggio.
In una grande assemblea a Roncaglia furono definiti i poteri che il sovrano poteva
esercitare. Milano e altri comuni si rifiutarono di accettare le decisioni prese e Barbarossa
mosse loro guerra. Nel 62 rase al suolo Milano.
Barbarossa cercò anche di ristabilire il controllo imperiale sul papato e appoggiò l’elezione
di un altro antipapa.
Il settentrione era scontento a causa del malgoverno imperiale e si unirono in una rivolta
molte città che avevano appoggiato Milano nella sua ricostruzione. I comuni si riunirono in
una vasta alleanza che prese il nome di Lega Lombarda.
La Lega non fu una semplice coalizione militare ma un vero esperimento politico diretto da
un collegio di rettori che volevano creare un potere regionale. Ottenne l’appoggio del papa
Alessandro III e in suo onore fondarono la città di Alessandria.
Federico tentò di distruggere la rivolta ma venne sconfitto e si vide costretto a riconoscere
Alessandro come legittimo papa.
Con la pace di Costanza nel 1183 Federico attribuiva ai comuni italiani il diritto di eleggere
i consoli, emanare leggi, amministrare giustizia→ fondamento giuridico delle autonomie
locali.
Gli strati più bassi della popolazione avevano fornito grande aiuto durante la guerra a
Barbarossa e adesso chiedevano partecipazione nella gestione del potere.

4) Il comune podestarile (1200-1250)

Il collegio consolare fu sostituito da un unico podestà→ da governo collettivo a governo di


una sola persona. Podestà non era scelto tra i cittadini ma veniva dall’estero affinché non
fosse tentato di abusare del suo potere per fini personali. La carica durava 1 anno e aveva
potere esecutivo e giudiziario. Trasmissione dei modelli amministrativi da un centro
all’altro.
Il podestà non aveva poteri assoluti e la sua attività era condizionata dal consiglio comunale
che delineava le principali politiche di governo, detenevano il potere legislativo (emanare
leggi).
La ascesa di molte persone ai gruppi dirigenti li aveva nuovamente resi chiusi. Cosi molti
cittadini si riunirono autonomamente in società di popolo su base territoriale con il fine di
condizionare la vita pubblica dialogando con il podestà.
Nuove infrastrutture e nuove cinta murarie.
Si sviluppò la fiscalità diretta che chiedeva ai cittadini tasse proporzionali alla loro
ricchezza. La documentazione scritta divenne fondamentale per l’amministrazione del
comune.
Estimi→ redazione di elenchi delle proprietà dei cittadini e delle entrate e uscite comunali
CAP. 16 LA NUOVA CHIESA DEL XII E DEL XIII SECOLO

1) Nuove forme di religiosità

La riforma gregoriana della chiesa fu caratterizzata dal diffondersi di una nuova spiritualità.
Diffondersi della cultura scritta e della nuova vitalità delle città.
I laici rivendicarono in maniera sempre più convinta che vi fossero altre strade per vivere in
comunione con Cristo e che la principale fosse seguire il modelli della vita evangelica,
anche senza prendere i voti. L’idea che la modestia e la sobrietà dei costumi fossero
necessarie per una sana vita spirituale.
I monaci cistercensi si diedero una regola di vita austera che prevedeva il ritorno del lavoro
manuale nei campi e una liturgia sobria e un organizzazione equalitaria→ in contrasto con
monaci di Cluny.
Molti laici abbracciavano uno stile di vita religioso senza pronunciare i voti monastici
collaborando con i cistercensi.
I cistercensi ebbero un grande successo ma solamente una piccola parte della popolazione
poteva accedere a questa vita. La volontà di agire in prima persona per dimostrare
devozione e guadagnarsi la salvezza eterna si concretizzò nei pellegrinaggi e nelle
confraternite.
Il cuore della spiritualità laica fu l’esercizio della carità che rivoluzionava l’atteggiamento
nei confronti dei poveri, malati e deboli→ considerati i veri fratelli di Cristo, con il quale
condividevano le sofferenze dovute alle malvagità nel mondo.
Fioritura di ospedali in tutta Europa che fornivano assistenza agli emarginati, gestiti da
confraternite religiose o laici

2) Le eresie

L’esaltazione della sobrietà e della povertà da parte della comunità di laici devoti andava
però a cozzare con lo stile di vita del clero superiore. I movimenti pauperisti contestavano la
ricchezza dei vertici ecclesiastici anche se non mettevano in discussione i dogmi della fede
cristiana.
Una nuova dottrina, il catarismo→ proponeva l’esistenza di due principi opposti: Dio e
Satana e per assicurarsi la salvezza dell’anima quest’ultimo andava rifiutato.
Soltanto a una minoranza dei catari (i perfetti) veniva richiesta una ascesi rigorosa. Prima
della morte ricevevano il consolamento che permetteva di strappare l’anima alla materia e
consegnarla al paradiso

Non sempre era facile tracciare una netta linea distintiva fra i movimenti che restarono
nell’ortodossia e quelli ereticali. La predicazione serviva a esortare la popolazione a
comportarsi conformemente alla parola di Dio esercitando così una prerogativa riservata ai
religiosi.
Gli umiliati erano un gruppo di laici, lavoratori e artigiani che predicavano i contenuti della
dottrina cattolica
I valdesi, nome preso da Valdesio un cittadino francese che voleva annunaciare il messaggio
evangelico al popolo. Radicalizzarono sempre di più le loro posizioni contestando sempre di
più i vertici ecclesiastici
3) Papa Innocenzo III e la costruzione della monarchia pontificia

Dopo la conclusione del concordato di Worms i papi cercarono di rendere sempre più
concreto il potere di governo sulla chiesa a loro attribuito dal Dictatus Papae.
Il diritto canonico venne impartito in tutte le più grandi università a fianco di quello romano
Grazie a papa Innocenzo III Roma divenne il centro unico di governo della chiesa
occidentale e potenziò la strutture di governo della curia romana.
Innocenzo annunciò di essere vicario di Cristo e detentore del potere di intervenire sulle
decisioni dei governanti temporali. Ierocrazia= potere del sacro

Innocenzo III fu molto abile anche nel risolvere il grave problema dei laici animati dal
desiderio di partecipare all’annuncio del messaggio divino. Due diversi tipi di contenuti
nelle Scritture: le cose aperte che riguardavano la sfera morale cristiana ed accessibili a tutti
e le cose profonde attinenti ai dogmi e alla dottrina riservate ai sacerdoti
L’apertura verso coloro che desideravano condurre una vita evangelica si sposò con un
atteggiamento di drastica chiusura nei confronti di chi non riconoscesse obbedienza a Roma
da perseguire con pene pecuniarie.
I valdesi che non volevano rinunciare alla bibbia tradotta in volgare furono definitivamente
condannati.
I catari vennero perseguitati da Innocenzo III con una crociata ma che non riuscì a sradicare
totalmente i prefetti.
Con il concilio Lateranense IV l’ortodossia della popolazione veniva pubblicamente
controllata attravreso una serie di comportamenti codificati.

4) Gli ordini mendicanti

Fra le scelte di Innocenzo III fu senza dubbio quella di aver ratificato l’ortodossia della
comunità penitanziale di Assisi raccoltasi attorno a Francesco. Ricevettero a Roma un
approvazione del loro modello di vita. Il nucleo si espanse e raccolse consensi in tutta
italia
Francesco fu un comunicatore nato e mise in scena veri e propri spettacoli come la
ricostruzione della nascita di Cristo allestita in presepe
Con il tempo si perse la radicalità del messaggio francescano della scelta di povertà e di
sottomissione. Numero di devoti atttraverso le donazioni si era arricchito
La canonizzazione di Francesco avvenne subito dopo la sua morte. L’ordine francescano
divenne più vicino alla chiesa tradizionale
Chiara d’Assisi che era una seguace di Francesco organizzò rapidamente un gruppo di
devote che rappresentavano il primo nucleo dell’ordine femminile→ le clarisse
Le donne poterono partecipare con una forma di vita propria e autonoma alle iniziative
spirituali del XIII secolo.

CAP. 17 LA GLOBALIZZAZIONE DEL XIII SECOLO

1) La quarta Crociata e la conquista di Costantinopoli

Il successo solo parziale della terza crociata aveva strappato a Saladino i porti della costa
palestinese ma non era riuscita a riconquistare Gerusalemme
Promossa dal papa Innocenzo e supportata da il doge di Venezia conquistata Zara in cambio
di trasporto marittimo fino in Terrasanta. I crociati diedero l’assalto a Costantinopoli e la
conquistarono sottoponendola a un saccheggio.
La presa della capitale dell’impero d’Oriente fu rapida e inaspettata e i Crociati fondarono
un nuovo impero latino e cattolico con Badovino di Fiandra sul trono.
Venezia si fece attribuire libertà di commercio in tutto il mar Nero e ottenne una percentuale
dei pedaggi di Costantinopoli.
La sottomissione di Costantinopoli (1204) non significava la conquiesta del territorio
imperiale. La maggior parte della popolazione era ostile ai crociati che si proclamarono
legittimi eredi del potere imperiale.
L’impero di Nicea fu il vero erede di Costantinopoli perché ne ospitava anche la sede del
patriarca. I sovrani di Nicea poterono concentrare le forze contro l’impero latino riuscendo a
strapparne i territori asiatici. Salì sul trono Michele VIII che cercò di ottenere l’appoggio del
papa con la promessa di riunire le chiese, Nle 1261 l’esercito entrò a sorpresa a
Costantinopoli e la riconquistò proclamando la restaurazione dell’impero d’Oriente

2) L’espansione mongola

Fra tribù nomadi mongole e turche che si erano stabilite in Asia centrale avvenne un
cambiamento. Venirono riunite sotto Gengis Khan. Erano un popolo nomade che
combatteva a cavallo e che viveva di commercio e razzie.
Siccome avevano bisogno di risorse si lanciarono in una campagna di conquista e presero il
controllo della Cina settentrionale. SI conquistarono la fama di essere feroci combattenti
Quando Gengis Khan morì il suo impero andava da Mar del Giappione a Mar Caspio
Suo figio Ogodei continuò con la sua campagna di conquista e attaccò la Persia
Sconfissero pure i polacchi e gli ungheresi a Budapest
Siccome non seguirono regole per la successione al trono l’impero mongolo si divise in 4
parti tra gli eredi. In Persia e Cina i mongoli si sedentariezzarono mentre in Russia e Asia i
mongoli proseguirono uno stile di vita nomade
Nei territori conquistati mantennero le leve di comando ma affidarono uffici di
responsabilità anche a turchi, cinesi e persiani→ scambi culturali con mondo islamico e
occidentale “Pace dei mongoli” che garantiva la possibilità di viaggiare

3)Le nuove vie commerciali

I khan mongoli favorirono l’apertura delle vie comericiale che univano Medio Oriente e
mediterraneo con la cina.
Politiche di appoggio mercantile favorirono la sicurezza dei trasporti. Genovesi e veneziani
entrarono in contatto con i mongoli tramite il controllo sul Mar Nero. I commericianti si
poterono così spingere nell’entroterra dove raggiunsero la Cina e poterono commerciare seta
spezie e ceramiche pagando in argento, materiali molto richiesto in Oriente.
Genovesi e Catalani si insediarono ad Alessandria dove entrarono in contatto con le
controparti asiatiche.
I genovesi iniziarono a formare convogli di navi da carico scortati dalle galee. La rotta
atlantica permise di abbassare i costi di trasporto rispetto alle vie di terra che passavano per
le Alpi e la Francia

4) Lo sviluppo dell’attività manifatturiera e bancaria


I commerci frai territori islamici e l’estremo oriente erano stati vivaci nel Medioevo.
Il successo dei prodotti italiani e fiamminghi presso i consumatori islamici accrebbe la
vivacità della crescita economica in Europa. L’economia europea era in grande crescita e
richiedeva mezzi di pagamento di maggior valore rispetto ai vecchi conii carolingi

I fiorentini seppero ritagliarsi un ruolo come banchieri, un attività che divenne sempre più
importante nel 200. Tenevano la raccolta dei soldi della chiesa e anticipavano e di seguito
riscuotevano le somme dovute agli enti ecclesiastici periferici.
Buona parte delle somme veniva reinvestita o data in prestito→ cominciarono a operare
come finanziatori in piccola e larga scala in tutta europa.
Lettera di cambio→ usata per versare una somma a un banchiere di una città al posto del
denaro
Le società finanziarie toscane erano riuscite a sviluppare legami con la curia romana e
ottenere appalti per la riscossione delle contribuioni. Avevano rappresentanti in tutte le
grandi piazze d’Europa. Rischio di fallimenti dovuti a cambiamenti politici o mancati
rimborsi

5) Il dialogo interculturale e i nuovi orizzonti del sapere

Uso sempre più frequente e diffuso della scrittura per conservare la memoria degli atti
amministrativi, entrate e uscite, sentenze giudiziarie
Gli archivi pubblici divennero sempre più importanti e meglio organizzati→ attenta
inventariazione
Qualsiasi affare di una certa consistenza veniva concluso davanti a un notaio che redigeva
un apposito atto e lo conservava in volumi detti imbreviature
I funzionari locali erano di frequente giudici o chierici in grado di scrivere in latino e
mantenere una regolare corrispondenza con la corte. Serviva una preparazione giuridica nel
diritto romano e canonico.
La minoranza di chi sapeva leggere e scrivere si fece sempre più ampia soprattutto nelle
città. La cultura scritta facilitò anche la diffusione del volgare in italia agli inizi del 300
Circolavano oltre che merci anche più libri e gli studi scientifici trassero un grande profitto
tra l’integrazione tra Europa e resto del mondo→ sistema decimale più comodo rispetto al
sistema simbolico fin ora usato ( introduzione 0). Riscoperta del pensiero aristotelico con la
filosofia scolastico, Creazione università in tutta europa dove erano centri di formazione
superiore dedicati a specifiche discipline in grado di rilasciare titoli riconosciuti→ università
più famosa e Parigi e Oxford

CAP. 18 L’EUROPA DEL DUECENTO:POTERI UNIVERSALI


E MONARCHIE

1) Le monarchie occidentali

Il regno di Inghilterra negli ultimi decenni del XII secolo era indebolito dal conflitto
dinastico. Il nuovo re di Francia Filippo Augusto seppe approfittare della situazione
alleandosi con Riccardo Cuor di Leone affiancandolo in una serie di numerose campagne
contro il padre.
Durante l’assenza di Riccardo che era andato a fare la crociata, Filippo Augusto riconquistò
gran parte dei territori inglesi in Francia. Riccardo mosse guerra contro di lui ma venne
ucciso. A lui gli succedette Giovanni il senza terra che nel 1214 si alleò con l’imperatore
Ottone IV e i due condussero un attacco a tenaglia contro Filippo Augusto che però fallì
nella battaglia di Bouvines.
Giovanni senza terra fu costretto a concedere la Magna Charta ai suoi vasssalli inglesi:
voluta dai nobili imposero una serie di riforme che prevedevano la limitazione del potere del
sovrano e garanzie per gli alti aristocratici, non poteva più imporre tasse senza il loro
consenso. Le assemble dei nobili divennero sempre più frequenti e assunsero cadenza
regolare assumendo il nome di Parlamento (house of lords) a cui venne affiancato quello
della popolazione (house of commons)
Questo limitava le prerogative del re ma rendeva coesi i gruppi dirigenti intorno ai sovrani

Filippo Augusto riuscì ad approfittare di questa situazione e allargò i suoi territori con la
giustificazione di combattere le eresie. Con l’allargamento del regno vennero introdotte
anche altre riforme da Luigi IX il santo→ capitale del regno a Parigi con sede degli uffici
dell’amministrazione e rinnovo del rapporto privilegiato con il papa.

In Spagna il movimento degli Almohadi che voleva recuperare l’originario messaggio di


maometto spinse gli stati cristiani a coalizzarsi e nel 1212 le truppe di Castiglia, Aragona,
Portogallo e Navarra distrussero l’esercito del califfo e iniziarono la cacciata dei
mussulmani. Giacomo I di Aragona era particolarmente tollerante nei confronti delle
popolazioni islamiche sottomesse mentre i castigliani costrinsero i mussulmani a scappare

2) Le città europee

Nell’alto medioevo il potere era gestito dai re, nobili , chiesa ma a partire dal XI secolo si
affermarono le città che seppero ritagliarsi spazi di azione politica
Fra XII e XIII i sovrani intrapresero una politica di dialogo con le realtà cittadine volte a
indebolire i poteri dei signori locali.
Molti comuni tedeschi si videro riconoscere lo status di città imperiali liberate dalla
giurisdizione di marchesi, conti….

Mentre in Italia i comuni si ribellarono al potere imperiale, quelli europei nacquero in


contrapposizione nei confronti dei signori locali e i gruppi dirigenti delle città integrarono
senza problemi vassalli episcopali e i potenti signori delle campagne. Il governo dei centri
europei rimase nella maggior parte dei casi nelle mani dei mercanti, imprenditori e aritgiani,
esclusione dei nobili e vassalli indebolì le capacità belliche dei comuni.
Le città che raggiunsero maggiore autonomia furono quelle delle Fiandre che entrarono in
conflitto con il re Filippo IV il Bello e vinsero

3) Il re imperatore Federico II di Svevia (1194-1250)

Federico I Barbarossa aveva accettato di far pace con i suoi avversari italiani. La
riconciliazione con il regno normanno di Sicilia si raggiunse quando il figlio Enrico si sposò
con Costanza di Altavilla, figlia di Ruggero II.
Sia Enrico che Costanza morirono e lasciarono nelle mani il regno al figlio Federico che
ancora bambino divenne una pedina in mano alla nobiltà siciliana.
Papa Innocenzo III gli permettè di salire al potere e una volta grande ottenne le due corone
di imperatore e di re di Sicilia→ il suo impero comprendeva il regno di Germania e quello
d’Italia.
Condusse una spietata repressione nei confronti degli islamici in meridione e li deportò tutti
in Puglia.
Quando si rifiutò di partecipare alla crociata, venne scomunicato dal papa nel 1228 come
spergiuro. Riuscì però a ottenere una tregua decennale col sultano durante il quale
Gerusalemme sarebbe stata in mano ai crociati.
Innocenzo III aveva distrutto la politica pontificia che si basava su sfruttare i conflitti tra
impero e regno di Sicilia in modo da avere appoggio da entrambi.
Dopo un lungo succedersi di scontri e riconciliazioni, Gregorio IX si alleò con i comuni
anche loro avversi all’imperatore.
Federico II di Svevia con le Costituzioni Melfitane (1231) riorganizzò il regno di Sicilia
allargando i poteri del sovrano. Queste leggi non avevano valore in Germania dove Federico
riconobbe l’autonomia dei grandi principati territoriali.
Nel 1236 Federico lanciò un offensiva contro i comuni dell’Italia settentrionale che voleva
ricondurli sotto il controllo imperiale→ nascita di Guelfi ( parte della chiesa) Ghibellini
( parte dell’Impero)

Papa Innocenzo IV nel 1245 fece un concilio a Lione dove depose Federico II. La guerra
contro i comuni si trascinava da 10 anni e le imposte pesanti sul meridione avevano diffuso
malumore. SI fece così una congiura guidata da stretti collaboratori di Federico II ma questa
venne scoperta e l’imperatore si fece più sospettoso e si circondò solamente dai membri
famigliari rispretti. Lo schieramento imperiale stava collassando e nel 1250 Federico si
ammalò e morì.

4) Apogeo e crisi del potere temporale del papato

Dopo la morte di Federico II il titolo imperiale rimase vacante per oltre 60 anni quando
entrò in carica Enrico VII di Lussemburgo. Durante questo periodo il papato allargò la
propria autonomia nei confronti dell’autorità regia. Il papato era uscito vincitore dalle guerre
contro l’impero e portò a consolidamento del potere temporale dei papi.

Inghilterra, Francia, Spagna e Oriente avevano consolidato il potere e il papa non riuscì a
influenzare il potere.
Nella chiesa sopravvivevano contraddizioni interne e i frati facevano concorrenza ai
sacerdoti nell’amministrare i sacramenti

Papa Bonifacio VIII voleva rafforzare il potere di Roma e della chiesa sulla cristianità e
arricchire la propria famiglia ai danni di altre manipolando la politica italiana.
Grazie a lui venne istituito il primo giubileo. Si scontrò con il progressivo rafforzarsi dei
poteri monastici che lasciavano meno spazio d’azione alla curia papale→ venne così a
scontrarsi con il re di Francia Filippo IV il bello che non intendeva riconoscere alcun potere
superiore e pure i religiosi dovevano pagare le tasse.
Filippo nel 1303 inviò anche un reparto armato a Roma che fece arrestare il papa. Una volta
tornato a Roma il papa morì segnando cosi il trionfo di Federico il bello che fece eleggere
Clemente V, un papa vicino a lui
Il papa accettò di sciogliere l’ordine monastico dei cavalieri templari cosi che il re attinse
alle loro ricchezze.
Roma era considerata da Filippo il bello troppo pericolosa a causa della presenza delle
grandi famiglie baronali così decise di spostare la sede papale da Roma a Avignone nel 1309
Cattività avignonese!!!

CAP. 19 L’ITALIA FRA 200 E 300

1) Fra nord e sud: svevi, angioini e aragonesi

Il regno di Sicilia dopo Federico II cadde sotto suo figlio Manfredi che attribuì i maggiori
incarichi di governo ai parenti stretti suscitando l’ostilità dell’aristocrazia.
Nell’Italia centro-settentrionale Manfredi prese il posto del padre come punto di riferimento
per le forze che si erano schierate con l’impero. Per controllare i centri urbani si formarono
dei partiti guelfi (chiesa) ghibellini (impero)
Gli esponenti del partito nemico erano spesso neutralizzati o condannati all’esilio in quanto
sovversivi e pericolosi.
Per la prima volta si identificava uno spazio politico italiano in cui le forze della penisola
interagivano tra loro seppur divise in due fazioni.

Il papa Urbano IV dichiarò illegittima l’incoronazione di Manfredi e scelse un nuovo re,


Carlo d’Angiò. Il pontefice spinse i centri guelfi ad appoggiare la sua ascesa al trono e nel
1266 i due eserciti si affrontarono nella battaglia di Benevento. Carlo D’Angiò vinse e
Manfredi morì in combattimento. Con la morte di Corradino si estinse la discendenza di
Federico II di Svevia e Carlo potè distribuire le terre tra i suoi cavalieri provenzali e
banchieri toscani che lo avevano sostenuto.
Carlo decise di spostare la sede della capitale a Napoli ma mantenne la struttura di Federico
II . Questa vittoria mise in crisi il fronte ghibellino e in molte città italiane vi fu un cambio
di potere. Angiò richiedeva assoluta fedeltà e puniva con l’esilio chi si opponeva
appoggiando la fazione guelfa.
I ghibellini trovarono supporto presso il re di Castiglia Alfonso X e fecero scoppiare rivolte
imponendo regimi a loro favorevoli nelle città piemontesi, Milani e Romagna
La rivoltà si estese velocemente alle città della Sicilia sull’esempio dei comuni centro-
settentrionali che decisero di assogettarsi al re di Aragona.
Queste rivolte terminarono solo nel 1302 quando la Sicilia venne proclamata indipendente
con il nome di regno di Trinacria e assegnata a Federico III di Aragona mentre il meridione
divenne regno di Napoli con a capo Carlo II D’Angiò

2) Le città comunali fra conflitti politici e scontri sociali

La guerra contro Federico II e i successivi conflitti fra guelfi e ghibellini aprirono una
rinnovata stagione di tensioni. I popolari crearono nuove magistrature alle quali vennero
assegnate un capitano del popolo in contrapposizione al podestà.
Vennero promulgate leggi antimagnatizie contro famiglie ritenuti troppo potenti e si
svilupparono le più influenti associazioni di mestiere in seno al popolo nel centro italia
Nell’italia settentrionale raramente le corporazioni di mestiere assunsero il monopolio del
movimento popolare che rimase nelle mani delle associazioni territoriali.
I signori del popolo vennero stabiliti quasi ovunque e talvolta diedero inizio a proprie
dinastie. La piena emarginazione della famiglie aristocratiche dal governo era impossibile a
causa delle competenze militari e diplomatiche.
Nella maggior parte dei casi i popolari si schieravano con i guelfi.
Ripensamento dell’idea di cittadinanza le cui prerogative vennero limitate escludendo chi
esprimeva un idea politica diversa dalla maggiroanza

3) La crisi dell’esperienza comunale nel primo 300: Signori, elite, aristocrazie

Il cambiamento dell’idea di cittadinanza da diritto a un procsso di restrizione delle basi del


potere politico→ abbandono dell’esperienza partecipativa che ha caratterizzato i comuni nei
due secoli precedenti.
All’inizio del 300 gli abitanti erano sofferenti nei confronti della continua conflittualità
politica e sociale e si affermò l’idea che fosse necessario l’intervento di un sovrano per
portare la pace, cosi Enrico VII di Lussemburgo dopo essere stato eletto imperatore nel
1309 scese in italia e riportò i comuni sotto la propria autorità anche grazie all’appoggio del
papa Clemente V
Alla morte di Enrico in molte città italiane si erano affermate le signorie, personaggi che
avevano ricevuto dai consigli cittadini la pienezza dei poteri e i signori riuscirono a imporre
l’ereditarietà della carica e il potere si trasmetteva senza l’intervento di organismi comunali
o popolari e non di rado estesero il proprio potere anche sui centri vicini.
Il caso più significativo fu quello dei Visconti di Milano che riuscirono a sottomettere con
diplomazia e forza anche le città limitrofe.
La repubblica di Venezia aveva già iniziato da tempo la costruzione di un impero marittimo
comprendente dalmazia e isole del egeo. Le corporazioni di mestiere a Venezia non ebbero
mai rilevante peso politico mentre tutte le famiglie d’elite esercitavano attività bancarie e
mercantili. Soltanto un gruppo ristretto di famiglie facevano parte del consiglio comunale

Concetto di popolo si fece ancora più ristretto e chi non lavorava in proprio venne escluso
dall’esercizio dei diritti politici. A Firenze il popolo era costituito da chi faceva parte delle
corporazioni mentre chi non ne faceva parte era escluso

CAP. 20 LA FINE DELL’ESPANSIONE ECONOMICA E LA


CRISI DEL 300

1) L’economia europea nel primo 300

Gravissima carestia colpì l’europa settentrionale tra 1315 e 1317 a causa di peggioramento
del meteo. Secondo la teoria malthusiana in assenza di influenze esterne la popolazione
tende a crescere in misura maggiore rispetto alle disponibilità delle risorse agrarie. La terra
cosi non è più sufficiente a sfamare gli uomini e quindi accadono le calamità.
Per soppesare a questa situazione si acquistava grano dalla zone meno densamente popolate
in cambio di denaro o altro.

Crisi del modo di produzione feudale ha dato origine alle prime forme di accumulazione
capitalistica. La crescita economica in corso in Europa ha messo sul mercato una grande
quantità di merci costose obbligando i proprietari feudali a aumentare le tasse per averle
scatenando fenomeni di fuga e abbandono dei campi

Peggioramento del clima portò a abbassamento delle temperature e disboscamenti resero più
difficile procacciare la legna.
Il valore delle monete era legato alla quantita di metallo prezioso xcontenuto e questo
poneva un limite alla quantità di denaro in circolazione. La disponibilità di moneta non era
cresciuta di pari passo con lo sviluppo dell’economia. Il meccanismo del credito fallì e
molte compagnie bancarie italiane dichiararono la bancarotta. Come il re di Inghilterra
Edoardo III che non rimborsò il debito

2) La peste nera e le sue conseguenze

L’europa all’inizio del 300 stava vivendo una stagione di riadattamento e stabilizzazione
della propria economia. Fra 1347 e 1350 si abattè una devastante epidemia di peste che
coinvolse tutto il continente e il bacino del Mediterraneo
Sviluppatasi in Asia centrale, la malattia fu portata da un esercito mongolo. Le navi liguri lo
diffusero a Costantinopoli e altre città. La malattia uccise un terzo della popolazione
europea e colpì pure Cina e Asia centrale. In Spagna e Germania gli ebrei e altre minoranze
vennero accusati di diffondere il morbo.
A una certa la malattia divenne endemica e si ripresentò periodicamente a ondate

3) Una lenta ripresa

Le condizioni di vita dei superstiti migliorarono notevolmete dopo l’epidemia→ la


diminuizione della pressione demografica portò a una ottimale ridistribuzione delle risorse
Con il drastico calo della manodopera, i superstiti poterono strappare salari molto più alti.
La crescita dei salari si intrecciò con il calo dei prezzi sui generi alimentari visto che la
produzione agricola era in sovrabbondanza. Le persone così potevano mettere da parte
ricchezza
Nacque un mercato di prodotti di media e bassa qualità che diede nuovo impulso alle
manifatture europee che prima realizzavano solo cose di lusso
La produzione del frumento si concentrò su terreni più fertili mentre le zone abbandonate
vennero adibite al pascolo che ebbe una grande diffusione

I proprietari terrieri preferirono rinunciare alla gestione diretta e lottizzarono le proprie terre
dandole in affitto creando vari tipo di coltivazione→ si diffuse la mezzadria che consisteva
nella divisione delle spese e dei raccolti tra il proprietario e il contadino. Diffusa soprattutto
in italia.
I grandi commerci intercontinentali si ridussero notevolmente a causa della invasione di
peste in Asia. I banchieri si organizzarono in compagnie più piccole attente a diversificare
gli investimenti come il Banco Medici che assunse la gestione delle finanze pontificie con
varie filiali

4) Tensioni sociali
Protagonisti di queste rivolte furono i salariati che stavano conoscendo un miglioramento
delle loro condizioni di vita ma venivano subito tirati giù da aristocratici e grandi proprietari
fondiari.
Rivolta in Francia dei jacquerie siccome la guerra dei cent’anni contro gli inglesi aveva
aggravato il peso fiscale sui contadini
Tumulto dei ciompi che parte dal tentativo dei grandi imprenditori fiorentini di contrastare
tramite il controllo sul potere politico gli aumenti salariali anche svalutando il valore della
moneta d’argento→ operai della manifattura tessile si ribellarono e riuscirono a imporre per
un po il governo sulla città nel 1378
Rivolta dei contadini inglesi nel 1381 a causa del congelamento delle paghe sotto una soglia
massima e la tassazione uguale per tutti a prescindere dai guadagni la poll tax

Maggiore importanza ebbe il problema della mobilità sociale che nelle città europee era
rimasta abbastanza vivace fino alla fine del 200 ma che poi si fece più rigido e gerarchizzato
Le grandi rivolte del 300 furono quasi tutte soppresse nel sangue ma conobbero un successo
parziale visto che le condizioni di chi non fu coinvolto migliorarono sensibilmente

CAP. 18 I NUOVI EQUILIBRI EUROPEI E MEDITERRANEI

1) La guerra dei cent’anni

I rapporti tra re di Francia e Inghilterra erano rimasti tesi per tutto il 200. La guerra aperta
scoppiò nel 1337 ma nessuno dei due contendenti riuscì ad arrivare presto alla vittoria. La
francia era più ricca ed estesa e al suo interno i duchi e i conti avevano ancora buoni margini
di autonomia e i re facevano fatica a mobilitare tutte le risorse disponibili. Giovanni il
buono re di francia fu catturato dagli inglesi: in reazione gli inglesi lanciarono attacchi
interni e la francia fu obbligata ad arrendersi e nel 1360 fu firmata la pace di Bretigny. La
monarchia francese approffittò della pace per riorganizzarsi con in nuovo re Carlo V che
guadagnò la supremazia della manica e potè condurre offensive contro le coste inglesi
causando scontento e insicurezza che sfociò nella rivolta contadina inglese del 1381.
Re Carlo VI diede segni di squilibrio mentale e il trono venne conteso tra armagnacchi e
borgognoni, che cercarono l’alleanza con ‘inghilterra di Enrico V. Questo causo la ripresa
della guerra nel 1415 quando gli inglesi attaccarono la francia sconfiggendola a Azincourt
ed entrando a Parigi.
La resistenza francese fu capitanata da Carlo VII di orlean e al personaggio di Giovanna
D’arco che venne catturata e messa a morte. Nel 1436 Carlo si riconciliò con i borgognoni e
riuscì a riprendere Parigi. Usando l’artiglieria da campo presso Bordeaux inflisse ai
britannici una pesante sconfitta nel 1453.

2) Il grande scisma di Occidente (1378.1418)

La guerra dei cent’anni assorbì per oltre un secolo la maggior parte delle risorse finanziarie
e militari e gli effetti si estesero ben oltre le due nazioni.
Momento di crisi anche ai vertici della chiesa a cavallo tra 300/400. Il papato intervenne
eficacemente rafforzando il suo controllo su Roma e sullo Stato della Chiesa
Il ritorno di Roma e dei territori circostanti sotto il controllo pontificio fece si che nella parte
della curia più ostile ai francesi si affermò l’idea di riportare a Roma la sede pontificia.
Papa Gregorio XI morì durante una visita a Roma e avvenne una duplice elezione di papi:
Urbano VI per Roma e Clemente VII per Avignone. Questo scisma si protrasse per 40 anni.
Nel 1414 l’imperatore Sigismondo indisse un grande concilio a Costanza e trovò in Martino
V un candidato unitario→ conciliarismo che poneva al centro del governo della Chiesa il
concilio

3) La ristrutturazione delle monarchie europee

La vittoria nella guerra dei cent’anni permise alla monarchia francese di rafforzare
ulteriormente il suo controllo sul territorio scavalcando i poteri locali. Carlo VII riuscì a
eliminare l’approvazione delle assemble pubbliche.
Sotto il successore di Carlo, Luigi XI il potere della monarchia aumentò ulteriormente. Le
tasse riscosse per affrontare la guerra furono rese permanenti e ciò permise alla corona di
disporre di risorse economiche imponenti.
Parlamenti incaricati di affermare la giustizia del re sopra quella delle corti dei signori
locali. Alla morte del duca di Angiò i suoi territori furono uniti alla francia che adesso
rappresentava la più grande forza politica e militare del continente.
Stagione di difficoltà militari e il re di Inghilterra dovette abbandonare scozia e parte
dell’irlanda. Famiglia York contendeva il trono dei Lancaster→ nel 1485 fu eletto un
candidato neutrale in Enrico VII di Tudor.

In Castiglia ci fu l’affermazione di una aristocrazia signorile che riceveva territori da


amministrare in cambio di fedeltà e servizi resi→ nobiltà di servizio

Pur fra tensioni e conflitti le grandi monarchie tra XIV e XV secolo proseguirono nel
processo di rafforzamento del potere regio. L’impero invece valorizzò la sua struttura
policentrica cercando di armonizzare la convivenza di poteri differenti in un unica entità
politica. Bolla D’oro→ eliminava la necessità di incoronazione papale eil ruolo del re era di
mantenere la pace.
Il consolidamento dei poteri locali fu bilanciato da una maggiore stabilità della corona→
rinuncia al ruolo universale dell’impero e germanizzazione con la nomina nel 1477 del
Sacro romano impero germanico
I grandi principi territoriali tedeschi assumevano la responsabilità dell’impero

4) Nuovi protagonisti nel Mediterraneo orientale

Dopo la conquista latina avvenuta durante la 4 crociata l’impero d’Oriente fu ricostituito nel
1261 da Michele VIII che riuscì a rimettere in piedi un apparato amministrativo e fiscale
efficiente. Una nuova stagione di guerre civili rovinò l’armonia e a ogni passaggio
successorio si scatenavano conflitti dei quali apprifittavano i vicini.
Crescnte interferenze di Genova e Venezia→ Andronico III si avvicinò a Venezia per
contrastare lo strapotere Genovese su Costantinopoli. Dato il ridimensionamento territoriale
dell’impero d’Oriente la maggior parte dei guadagni veniva dai pedaggi riscossi sulle merci
Le casse pubbliche si trovarono a dipendere dai prestiti concessi da Venezia e Genova che
poterono condizionare la politica bizantina.

Ai confini asiatici dell’impero si stabilirono tribù turche che erano fuggite dall’avanzata dei
mongoli. Guidate da principe Othman il piccolo sultanato ottomano riuscì a conquistare
l’Anatolia riducendo l’impero alla parte europea. La flotta islamica così tornava a
minacciare la supremazia cristiana sul mediterraneo.
Le ambizioni espansionistiche erano rivolte a Europa e Balcani. Stabilirono la capitale ad
Adrianopoli e nel 1389 combatterono contro serbi e ungheresi francesi.
La loro avanzata venne però bloccata dai mongoli che guidati da Timur lo zoppo entrarono
in anatolia e sconfissero l’esercito ottomano ad Ankara.

In Egitto prese il potere l’organizzazione dei mamelucchi che erano schiavi caucasici o
centro asiatici arruolati come truppe. Attaccarono poi quello che rimaneva degli stati crociati
sulle coste del mediterraneo e agli inizi del 300 il sultanato memelucco era lo stato islamico
più potente. Non riuscendo però a rendere stabile la successione al trono non potereono
competere con l’ascesa degli Ottomani che gli sconfissero e conquistarono nel 1500

CAP.22 L’ITALIA TRA 300 E 400

1) La semplificazione del quadro politico italiano fra 300 e 400

Nella seconda metà del XIV secolo si attuò il processo di accorpamento territoriale intorno
ad alcune grandi città che portò con se aumento delle guerre interne all’italia. Le vecchie
milizie civiche non erano più sufficienti e si diffuse l’uso dei mercenari.
Soltanto pochi centri minori riuscirono a conservare la propria autonomia per merito delle
loro capacità finanziarie. L’ambizione di conquista dei Visconti di Milano portò alla
formazione di numerose leghe a loro ostili per difendersi.
I visconti governavano come una consorteria, ovvero un gruppo famigliare unitario.
Gian Galeazzo Visconti controllò le entrate fiscali delle città a lui soggette affidandone la
gestione ai suoi collaboratori. A causa di questa politica le città oppresse dalle tasse e
assoggettate a un governo sempre più autoritario si ribellarono cercando di conquistare la
propria autonomia.

Le difficoltà del ducato visconteo diedero a Venezia l’opportunità di crearsi un vasto


dominio nell’Italia nord-orientale fra 1404 e 1428 e i veneziani riuscirono a strappare ai
Visconti Padova, Vicenza, Verona e Bergamo. Presero pure il friuli→ dominio di terra
Venezia era governata da un elite piuttosto ristretta che si identificava nel senato,
un’assemblea di 300 persone nella quale erano confluiti tutti i poteri che spettavano al
consiglio comunale. Fra i senatori veniva eletto un doge, capo della repubblica, il cui
incarico era vitalizio.

Nel centro italia Firenze mobilitò tutte le risorse economiche e finanziarie per opporsi
all’espansione dei rivali. Stagione di instabilità e conflitti tra i gruppi dirigenti: dopo il
tumulto dei ciompi il potere andò nelle mani dei popolari, ma che poi torno di nuovo a un
elite ristretta.
Verso il XIV secolo si fecero largo i Medici, una famiglia di origini abbastanza recenti
arrichitasi grazie alle attività bancarie al servizio del papa. Cosimi de medici diventò sempre
più influente nel governo della città e nel 1434 riuscì a far cacciare da firenze i suoi
avversari. Finanziò anche l’ascesa di Francesco Sforza come duca di Milano.
A lui gli successe Lorenzo de Medici e quindi la successione divenne informale
A Roma il vuoto lasciato dal trasferimento della curia papale fu riempito dalle famigli
baronali. Contro il loro strapotere Cola di Rienzo, notaio, guidò una rivolta popolare che
riuscì a far allontanare i nobili. Questi però venne alla fine ucciso ma spinse il papa a non
trascurare i suoi domini in italia cosi affidò a Edigio di Albornoz il compito di ristabilire
l’ordine.

Re Roberto del regno di Napoli, che aveva guidato lo schieramento guelfo in Italia, morì
senz lasciare eredi. La grande aristocrazia baronale riuscì cosi ad acquistare sempre
maggiore potere. Nel meridione il declino del potere angioino corrispose al dominio
aragonese su sardegna e sicilia.

2) La pace di Lodi (1454)

Le difficoltà delle dinastie degli Angiò e Visconti portarono a cambiamenti.


Giovanna II d’Angiò minacciata da ostilità dello stato della chiesa e guerre interne chiese
aiuto a Alfonso il magnanimo, re di Aragona e di Sicilia promettendogli di nominarlo erede
al trono. Questo se ne approfittò e nel 1442 prese il controllo della corona napoletana

A Milano Francesco Sforza, un mercenario, conquistò il potere con le armi e sposò l’unica
figlia di Visconti e si fece proclamare erede acquisendo il titolo di duca di Milano.
I nuovi principi Aragona e Sforza furono a capo delle 2 maggiori potenze italiane

Le potenze della penisola si trovavano minacciati dalle potenze straniere e cercarono forme
di solidarietà e aiuto reciproco. La nuova potenza francese rappresentava un probabile
avversario visto che i re di francia erano imparentato con visconti e angiò e potevano
reclamare il potere su Milano e Napoli. Cosi insieme a Venezia, minacciata da Ottomani, e
con la mediazione di Firenze fecero un alleanza.
A Lodi furono siglati una serie di trattati che miravano a concludere le guerre interne e
stabilizzare tutta la penisola italiana. Lega Italica nel 1455 con lo scopo di reagire alle
minaccie esterne.

3) Gli stati regionali

La politica italiana disegnata dalla pace di Lodi rimase inalterata per circa 3 secoli anche se
il ducato di Milano e il Regno di Napoli furono occupati da monarchie straniere e alcune
politiche minori vennero inglobate da quelle vicine. Milano, Firenze, Roma e Napoli
divennero capitali degli stati regionali che erano principati ereditari e regimi repubblicani.
La caratteristica più importante degli stati regionali italiani è rappresentata dai loro efficaci
sistemi fiscali che permettevano ai governi di disporre di consistenti risorse economiche,
allestiti durante l’età comunale.
Le città soggette al governo centrale avevano una certa autonomia impositiva a patto che
versassero regolarmente i contributi attesi dal signore o dalla metropoli dominante.
Nel 400 la quasi totalità delle forze armate era composta da mercanari organizzati in
compagnie che erano guidate da un condottiero, vero e proprio imprenditore delle armi.
Spesso questi approfittavano della instabilità politica per prendere il potere come nel caso di
Sforza, che prima militava come mercenario.
Importanti spese venivano fatte per le corti dei signori visto che i potenti dell’epoca
dovevano avere le corti lussose e il loro prestigio era anche misurato dalle cerimonie laiche
con un vero e proprio mercato degli artisti. Anche l’amministrazione degli stati richiedeva
un buon numero di funzionari e uffciali assunti stabilmente e finanziati.
I governi centrali per acquisire legittimità agli occhi dei sudditi investirono in edifici
pubblici e assistenza come gli ospedali.
Al di fuori delle capitali il controllo del territorio era frutto di una costante contrattazione
con i potentati e spesso il consenso era ottenuto con i privilegi.

CAP. 23 LA FINE DEL MEDIOEVO E L’AMPLIAMENTO DEL


MONDO

1) Quale fine per il Medioevo?

All’estinguersi della cultura cavalleresca medievale nell’Europa centrale avrebbe


corrisposto il vivace fiorire del rinascimento in Italia.
Un’altra prospettiva sulla fine del Medioevo è data dagli studiosi delle tecniche come la
polvere da sparo e la stampa che sconvolsero la competizione militare e la trasmissione del
sapere, chiudendo di netto un’epoca.
L’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, circolazione rapida delle opinioni
e delle polemiche che è stato alla base del successo della riforma Luterana. Nessun singolo
evento sembra delimitare in modo preciso la fine anche se di solito si prende o la caduta di
Costantinopoli in mani turche (1453) o lo sbarco in America di Cristoforo Colombo (1492)

2) La fine del Medioevo, tappa prima: la caduta di Costantinopoli e le novità nella politica
europea

L’impero d’Oriente nel corso del XIV secolo aveva perso la maggior parte dei suoi territori
e militari riducendosi alla sola Costantinopoli e dintorni. Nel 1453 il giovane sultano
ottomano Maometto II potè attaccare Costantinopoli e il suo ultimo imperatore Costantino
XI morì in battaglia .
L’eredità di Costantinopoli fu raccolta dai principi di Mosca considerati i nuovi difensori
della religione ortodossa→ Ivan III si sposò con la nipote di Costantino
Nel corso del XVI secolo i principi moscoviti rivendicrono ancora di più la successione
imperiale facendosi chiamare zar (ceasar in latino)

Con la vittoria francese nella guerra dei cent’anni e quella ottomana contro costantinopoli
suscitò molta preoccupazione tra le altr potenze europee. I regni spagnoli così reagirono
unificandosi e nel 1469 l’erede al trono castigliano Isabella sposò quello del trono di
aragona Ferdinando→ unione politica ma le struttture di governo rimasero separate.
Decisero di esaltare la loro natura cristiana assumendo il titolo di re cattolici come baluardo
di un’ortodossia rigorosa e con la creazione dell’inquisizione e la cacciata degli ebrei 1492
L’unione tra Castiglia e Aragona propose una risposta politica alla crescente potenza della
Francia.
In Italia la politica di equilibrio proposta dalla pace di Lodi del 1454 non riuscì a
sopravvivere alle tensioni esterne
3) La fine del Medioevo, tappa seconda: la conquista degli oceani

L’occupazione turca di Costantinopoli aprì un periodo di grande difficoltà nei commerci con
l’Asia attraverso il Mediterraneo orientale. Anche se veneziani, genovesi e catalani poterono
navigare senza grossi problemi la moltiplicazione dei pedaggi, l’instabilità delle guerre
locali resero poco convenienti gli itinerari che collegavano la Cina e l’Europa passando
attraverso il Mar Nero e Asia centrale.
Alle crescenti difficoltà via terra gli europei ricercarono nuovi collegamenti marittimi. Fu
cosi sviluppata la caravella, imbarcazione a tre vele per solcare i mari.
I castigliani occupando le isole canarie ottennero un importante base operativa come
trampolino di lancio verso l’Atlantico.
Nel 1492 Cristoforo Colombo sbarcò sull’isola delle antille e decise di sfruttarne le risorse.
Incominciò cosi la colonizzazione dell’america.
I portoghesi invece puntarono a sud e Vasco de Gama circumnavigo l’africa arrivando in
india nel 1498 aprendo una rotta diretta verso l’estremo oriente grazie all’afflusso dei
capitali genovesi e fiorentini.
L’identità continentale creatasi con la culura latina e la religione cristiana fece in modo di
tenere unita l’europa anche dopo la frattura religiosa causata dalla riforma protestante.

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