Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
SCHEMA CASTELLANI
Questo schema illustra il processo di differenziazione ,nel primo caso, quello verticale, delle
lingue romanze dal latino. La dimensione verticale cronologicamente unisce il latino alle
varie lingue romanze. Mentre la dimensione orizzontale porta alla separazione tra varie
lingue romanze.
Il primo schema, verticale, è di natura sociolinguistica. Il secondo schema, orizzontale, è
geolinguistico ed illustra la differenziazione tra le varie lingue romanze.
La prima linea riguarda il latino scritto. L’altra il parlato. La lingua scritta è quella che
chiamiamo latino classico. Il latino classico costituiva la norma, la regola. Infatti Castellani
nello schema divide la latinità in due epoche: Epoca repubblicana (dal III sec A.C.) ed epoca
imperiale (dal III sec in poi). Come possiamo ben vedere il latino classico attraversa le
epoche rimanendo uguale a se stesso, senza flessioni ne’ variazioni, proprio perchè si tratta
di una lingua costante, scritta. Quello che invece si evolve è la lingua parlata, che
comprendeva un latino aristocratico (solo classi colte) che comunque non si identificava col
latino classico scritto, era semplicemente una forma ‘alta’ di lingua parlata. Questo latino
parlato aristocratico subisce in epoca imperiale una flessione verso il basso avvicinandosi al
latino popolare/volgare.
Inizialmente la differenza tra le due lingue parlate non era molta, poi pero la lingua del
popolo si ando abbassando di livello. Le frecce indiano le interazioni tra queste lingue
parlate di latino. Quello che predomina sarà poi il latino volgare/popolare. E sarà questa
lingua volgare/popolare che darà luogo alle nostre lingue romanze. Chiaramente la
coesistenza di latino scritto classico e parlato volgare, ci fa capire che vigeva una situazione
di diglossia.
Guardiamo adesso la dimensione orizzontale o geolinguistica.
Parliamo di diversi volgari, abbiamo visto che il latino era influenzato da diversi fattori, tra cui
i sostrati. E tutti questi rappresentano i diversi volgari romanzi. Sono già differenziati in
partenza, alcuni partono prima perche sono più antichi di altri. Il romanzo non parte
all’unisono in tutta la Romània. Quindi tutti i volgari prendono forma poi e viaggiano in
maniera parallela. Il castellani individua degli eventi che hanno favorito la differenza dei vari
latini volgari. Uno è l’editto di Caracalla. Con questo editto del 212 d.C. abbiamo la
cittadinanza romana data a tutti gli abitanti d’Italia. Nel 285 con l’Editto di Diocleziano lo
stato viene frazionato in un Diarchia tra oriente e occidente, ad oriente con un sovrano e a
occ. un altro. Nel 293 la Diarchia si trasforma in tetrarchia. 4 sovrani. Questi eventi sono
importanti perchè piano piano si va perdendo l’influsso del centro, tutti adesso sono cittadini
romani. Non c’è più quella coesione. In questo modo le tendenze individuali dei diversi latini
locali prendono il sopravvento e questi dialetti locali diventano lingue. E’ una tendenza
centrifuga, abbiamo un allontanamento di ciascuna lingua romanza dale altre. Il colpo di
grazia lo daranno le invasioni barbariche in seguito.
Si ha quindi una perdita della coesione del latino che porta il latino verso le lingue romanze.
Quando parliamo della differenza tra latino e romanzo dobbiamo tenere conto delle invasioni
barbariche, esse provocarono una svolta fondamentale. Quando l’impero cade ognuno degli
invasori barbarici si installa in ogni territorio portando la propria lingua.
Gia dal 3 secolo a.c. la situazione imperiale viveva una grande crisi. Una crisi politica e
militare, crisi economica, crisi sociale, crisi religiosa.
3. Crisi sociale: Vi fu uno spopolamento dovuto a guerre e pestilenze. Una dal 166 d.c. ,
l’altra dal 250 al 270 d.c. e la popolazione si abbassò drasticamente. Quindi la classe media
scomparve e va a finire nella classe bassa. Patrizi sempre piu ricchi, contadini sempre piu
poveri. Ai patrizi si unirono anche i militari.
Gli Honestioners (patrizi e militari) ed gli Humiliores (tutto il resto) erano due classi opposte.
Queste due classi vivevano nella disuguaglianza sociale piu totale.
Ci fu anche la romanizzazione, l’abbandono delle città, il passaggio alla vita campestre.
Abbiamo detto che alcuni nobili diventavano coloni e questi coloni col tempo rimasero legati
alle loro terre e furono costretti a fare i contadini. Ogni territorio adesso diventa un piccolo
sistema autosufficiente. La città si spopola. Molti aristocratici sospetti inoltre vennero uccisi
dagli imperatori perché sospettati.
Questi territori autosufficienti diventano adesso delle realtà chiuse, e ciò porta all’isolamento,
carattere che sarà tipico del medioevo.
Con l’arrivo dei Germani l’unità, nel VI e VII secolo, viene distrutta. A quel punto gli idiomi
regionali diventano lingue indipendenti e possiamo parlare di romanzo e non già di latino
volgare. Ricapitolando: cade l’impero e ancora si parla latino —> arrivano i primi germani ma
ancora si parla latino —> quando avviene la frammentazione definitiva ci sarà la svolta del
latino verso i diversi romanzi.
I GERMANI
Provenivano dall’Europa nord-orientale e sud-orientale. Erano meno evoluti e poco
sviluppati in confronto ai Romani. Erano degli organismi piccoli ed isolati. I barbari non
volevano conquistare, ma si accontentavano di razziare, di rubare donne ecc ecc.
Il rapporto tra romani e germani fu un rapporto secolare, e non fu un rapporto sempre di
guerre. Ci furono anche scambi commerciali e la lingua che avevano in comune i romani ed i
Germani era proprio il latino, e questo ha fatto si che prestiti latini entrarono nelle lingue
germaniche occidentali. Es: lat ‘strata’, ted. ‘strasse’ , inglese. ‘street’. Questi germani
osservavano i romani e li imitarono ed in seguito li attaccarono. Roma sopporto gli attacchi
fino al 3 secolo d.c. Nel 260 Roma perse il territorio tra il Danubio ed il Reno. Nel 271 si
perse la Dacia (conquistata però dai romani nel 101 d.c.). Nonostante questa perdita
nell’attuale Romanìa si parla una lingua romanza: il rumeno.
Queste invasioni avvenivano con la guerra, mentre un altro metodo era l’insediamento in un
punto dell’impero con il consenso dell’imperatore. Quindi una piccola porzione di germani
ricevette l’autorizzazione dell’imperatore e creò il suo regno in un territorio. Crearono la loro
isola linguistica.
Succede adesso che queste invasioni sia che siano frutto di guerre o che siano pacifiche,
creano interruzioni dei contatti tra zone anche contigue, che si separano e si hanno divisioni
del latino: quindi interruzioni linguistiche in zone vicine. Queste popolazioni che arrivavano
nei territori latini portavano la loro lingue e, se guardiamo a come andarono le cose per i
romani cn il latino, la lingua del conquistatore dovrebbe prevalere su quella del conquistato.
Invece qui accade l’opposto perchè quando due sistemi linguistici vengono in contatto, dopo
il periodo di bilinguismo, una delle due lingue ha la prevalenza: ovvero quella che ha più
prestigio ed ha un numero di parlanti più alto. Nel caso delle lingue germaniche e del altino,
quest’ultimo era nettamente più prestigioso (era la lingua dell’amministrazione ecc ) Non
saranno quindi le germaniche a prevalere ma il latino.
Per quanto riguarda i sostrati, sappiamo che essi rappresentano la lingua che sta sotto e
che influenza la lingua latino locale. Un insieme di elementi che la lingua sottostante cede
alla lingua latina locale. Ogni lingua latina è caratterizzata da un sostato, quindi diversi
elementi a livello fonologico, ontologico ecc. Arriverà poi il suoerstrato, ovvero quello che
sta sopra cronologicamente. Accade che queste lingue germaniche sono state assorbite dal
latino, sono entrate nella lingua latina coi loro elementi. E’ sempre il latino che resta e che si
arricchisce di elementi ed accentua la differenza tra le lingue romanze. Questa differenza è
dovuta alle variabili che si collegano alla diversità di sostrato, al tipo di localizzazione ed alla
diversità di superstrato. Sono i conquistatori che cedono il loro strumento linguistico a
favore del latino, trasferendo le loro particolarità in esso.