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SBOBINA SETTIMA FILOLOGIA ROMANZA 20/10/21

SCHEMA CASTELLANI

Questo schema illustra il processo di differenziazione ,nel primo caso, quello verticale, delle
lingue romanze dal latino. La dimensione verticale cronologicamente unisce il latino alle
varie lingue romanze. Mentre la dimensione orizzontale porta alla separazione tra varie
lingue romanze.
Il primo schema, verticale, è di natura sociolinguistica. Il secondo schema, orizzontale, è
geolinguistico ed illustra la differenziazione tra le varie lingue romanze.
La prima linea riguarda il latino scritto. L’altra il parlato. La lingua scritta è quella che
chiamiamo latino classico. Il latino classico costituiva la norma, la regola. Infatti Castellani
nello schema divide la latinità in due epoche: Epoca repubblicana (dal III sec A.C.) ed epoca
imperiale (dal III sec in poi). Come possiamo ben vedere il latino classico attraversa le
epoche rimanendo uguale a se stesso, senza flessioni ne’ variazioni, proprio perchè si tratta
di una lingua costante, scritta. Quello che invece si evolve è la lingua parlata, che
comprendeva un latino aristocratico (solo classi colte) che comunque non si identificava col
latino classico scritto, era semplicemente una forma ‘alta’ di lingua parlata. Questo latino
parlato aristocratico subisce in epoca imperiale una flessione verso il basso avvicinandosi al
latino popolare/volgare.
Inizialmente la differenza tra le due lingue parlate non era molta, poi pero la lingua del
popolo si ando abbassando di livello. Le frecce indiano le interazioni tra queste lingue
parlate di latino. Quello che predomina sarà poi il latino volgare/popolare. E sarà questa
lingua volgare/popolare che darà luogo alle nostre lingue romanze. Chiaramente la
coesistenza di latino scritto classico e parlato volgare, ci fa capire che vigeva una situazione
di diglossia.
Guardiamo adesso la dimensione orizzontale o geolinguistica.
Parliamo di diversi volgari, abbiamo visto che il latino era influenzato da diversi fattori, tra cui
i sostrati. E tutti questi rappresentano i diversi volgari romanzi. Sono già differenziati in
partenza, alcuni partono prima perche sono più antichi di altri. Il romanzo non parte
all’unisono in tutta la Romània. Quindi tutti i volgari prendono forma poi e viaggiano in
maniera parallela. Il castellani individua degli eventi che hanno favorito la differenza dei vari
latini volgari. Uno è l’editto di Caracalla. Con questo editto del 212 d.C. abbiamo la
cittadinanza romana data a tutti gli abitanti d’Italia. Nel 285 con l’Editto di Diocleziano lo
stato viene frazionato in un Diarchia tra oriente e occidente, ad oriente con un sovrano e a
occ. un altro. Nel 293 la Diarchia si trasforma in tetrarchia. 4 sovrani. Questi eventi sono
importanti perchè piano piano si va perdendo l’influsso del centro, tutti adesso sono cittadini
romani. Non c’è più quella coesione. In questo modo le tendenze individuali dei diversi latini
locali prendono il sopravvento e questi dialetti locali diventano lingue. E’ una tendenza
centrifuga, abbiamo un allontanamento di ciascuna lingua romanza dale altre. Il colpo di
grazia lo daranno le invasioni barbariche in seguito.
Si ha quindi una perdita della coesione del latino che porta il latino verso le lingue romanze.

Quando parliamo della differenza tra latino e romanzo dobbiamo tenere conto delle invasioni
barbariche, esse provocarono una svolta fondamentale. Quando l’impero cade ognuno degli
invasori barbarici si installa in ogni territorio portando la propria lingua.

Gia dal 3 secolo a.c. la situazione imperiale viveva una grande crisi. Una crisi politica e
militare, crisi economica, crisi sociale, crisi religiosa.

1. Crisi politica e militare: le popolazioni germaniche per tutta la durata dell’impero


pressano i confini (limes). La situazione peggiora quando l’impero comincia ad essere piu
vasto. Dopo la morte di Marco Aurelio ci fu un susseguirsi di imperatori e mentre un
imperatore stava a roma, un altro veniva eletto in Francia. Vi erano imperatori
contemporanei. La famosa riforma di Diocleziano che ave adibisco l’impero in una diarchia
aveva ulteriormente complicato le cose ed infatti dopo qualche tempo si elesse un
imperatore unico. Il senato aveva uno strapotere, mentre il popolo non aveva forme di
espressione e si era abituato ad aspettare benefici senza partecipare alla cosa pubblica.
Tornando a questa crisi, la zona del Danubio era molto rischiosa e vi furono tanti attacchi.
Mancavano inoltre soldati da arruolare, cosicché venne fatto reclutamento dei mercenari tra
i Barbari, che eravamo nell’esercito romano.
Originariamente si pensava che elementi germanici all interno dell’esercito romano avrebbe
consentito la difesa, ma la verità è che non fu cosi; ci fu solo un imbarbarimento
dell’esercito. Questo fu un fattore di crisi militare.

2. Crisi economica: Si cominciò a sentire la mancanza economica della guerra, perchè le


guerre di conquista fruttavano denaro economicamente e li eserciti si arricchivano nei
territori conquistati, inoltre era un modo per aumentare la circolazione di beni all’interno
dell’impero. Quando le conquiste cessano vengono a mancare le entrate che c’erano prima,
ma si mantengo le stesse uscite, il governo infatti doveva affrontare spese per la difesa dei
confini. Rallenta in generale attività commerciale. Si torna ad una produzione locale adesso,
non vi era piu una grande circolazione ed aumenta la spesa pubblica. Il governo, per ovviare
al poco denaro, conia più moneta. Questo porta all’aumento dei prezzi. Il secondo sistema
per far entrare denaro era quello di aumentare le tasse e la sua conseguenza fu quello che
soccombono tutti i piccoli commercianti che quindi dovranno chiudere. I piccoli proprietari
terrieri vendono la loro terra e ci continuano a lavorare come contadini, si rafforza il latifondo
e le persone ricche diventano piu ricche. Le povere piu povere. Roma continuava pero ad
importare merci preziose (oro, avorio dall’africa, schiavi, sete, spezie) tutte merci che
causavano una migrazione del denaro che usciva e le merci entravano. Questo porta ad un
emorragia economica. La conseguenza fu la crisi sociale.

3. Crisi sociale: Vi fu uno spopolamento dovuto a guerre e pestilenze. Una dal 166 d.c. ,
l’altra dal 250 al 270 d.c. e la popolazione si abbassò drasticamente. Quindi la classe media
scomparve e va a finire nella classe bassa. Patrizi sempre piu ricchi, contadini sempre piu
poveri. Ai patrizi si unirono anche i militari.
Gli Honestioners (patrizi e militari) ed gli Humiliores (tutto il resto) erano due classi opposte.
Queste due classi vivevano nella disuguaglianza sociale piu totale.
Ci fu anche la romanizzazione, l’abbandono delle città, il passaggio alla vita campestre.
Abbiamo detto che alcuni nobili diventavano coloni e questi coloni col tempo rimasero legati
alle loro terre e furono costretti a fare i contadini. Ogni territorio adesso diventa un piccolo
sistema autosufficiente. La città si spopola. Molti aristocratici sospetti inoltre vennero uccisi
dagli imperatori perché sospettati.
Questi territori autosufficienti diventano adesso delle realtà chiuse, e ciò porta all’isolamento,
carattere che sarà tipico del medioevo.

4. Crisi religiosa: Il cristianesimo era abbastanza destabilizzante come religione all’interno


dell’impero. Questi cristiani erano diversi, non favellano sacrifici all’imperatore, rifiutavano le
cariche pubbliche e rifiutavano la carriera militare. Da un punto di vista politico erano una
spina nel fianco.
Per quanto riguarda i barbari avevano imbarbarito l’esercito ma anche le classi più basse si
unirono ai barbari.
Il processo di disgregazione politico economica porta allo sgretolamento delle elite
intellettuali. L’elite intellettuale viene decimata e quella che resta è dislocata. Questo porta al
prevalere delle forze di disgregazione su quelle di coesione. Le forze di coesione erano la
scuola, e la letteratura che forniva il modello della lingua. Finchè, pur nella crisi, in qualche
modo, durò l’organizzazione dell’impero, le forze di coesione furono più forti. Quindi si
continuò a parlare latino. Quando poi prevalsero le forze di disgregazione, anche le
innovazioni linguistiche presero il sopravvento, non ci fu più niente a trattenere le
innovazioni delle lingue, Quelle che erano tendenze locali divennero delle lingue. Prevalse
quindi l’innovazione dal punto di vista linguistico e la nascita dei volgari. In tutto questo il
cristianesimo ebbe un ruolo molto importante. I padri della chiesa utilizzavano un latino
molto popolare, molto basso. Volevano che tutti capissero ciò che predicavano (utilizzavano
il sermo pescatoris). Tutto ciò ha arricchito ha arricchito la lingua parlara con parole che
venivano dall’oriente, per es. ‘Angelus’ ‘diabolus’ ‘ecclesia’ ‘parabola’ (termini tratti dal
greco) Altri termini tratti dall’ebraico: ‘Messia’ ‘osanna’ ‘alleluia’

Con l’arrivo dei Germani l’unità, nel VI e VII secolo, viene distrutta. A quel punto gli idiomi
regionali diventano lingue indipendenti e possiamo parlare di romanzo e non già di latino
volgare. Ricapitolando: cade l’impero e ancora si parla latino —> arrivano i primi germani ma
ancora si parla latino —> quando avviene la frammentazione definitiva ci sarà la svolta del
latino verso i diversi romanzi.

I GERMANI
Provenivano dall’Europa nord-orientale e sud-orientale. Erano meno evoluti e poco
sviluppati in confronto ai Romani. Erano degli organismi piccoli ed isolati. I barbari non
volevano conquistare, ma si accontentavano di razziare, di rubare donne ecc ecc.
Il rapporto tra romani e germani fu un rapporto secolare, e non fu un rapporto sempre di
guerre. Ci furono anche scambi commerciali e la lingua che avevano in comune i romani ed i
Germani era proprio il latino, e questo ha fatto si che prestiti latini entrarono nelle lingue
germaniche occidentali. Es: lat ‘strata’, ted. ‘strasse’ , inglese. ‘street’. Questi germani
osservavano i romani e li imitarono ed in seguito li attaccarono. Roma sopporto gli attacchi
fino al 3 secolo d.c. Nel 260 Roma perse il territorio tra il Danubio ed il Reno. Nel 271 si
perse la Dacia (conquistata però dai romani nel 101 d.c.). Nonostante questa perdita
nell’attuale Romanìa si parla una lingua romanza: il rumeno.
Queste invasioni avvenivano con la guerra, mentre un altro metodo era l’insediamento in un
punto dell’impero con il consenso dell’imperatore. Quindi una piccola porzione di germani
ricevette l’autorizzazione dell’imperatore e creò il suo regno in un territorio. Crearono la loro
isola linguistica.
Succede adesso che queste invasioni sia che siano frutto di guerre o che siano pacifiche,
creano interruzioni dei contatti tra zone anche contigue, che si separano e si hanno divisioni
del latino: quindi interruzioni linguistiche in zone vicine. Queste popolazioni che arrivavano
nei territori latini portavano la loro lingue e, se guardiamo a come andarono le cose per i
romani cn il latino, la lingua del conquistatore dovrebbe prevalere su quella del conquistato.
Invece qui accade l’opposto perchè quando due sistemi linguistici vengono in contatto, dopo
il periodo di bilinguismo, una delle due lingue ha la prevalenza: ovvero quella che ha più
prestigio ed ha un numero di parlanti più alto. Nel caso delle lingue germaniche e del altino,
quest’ultimo era nettamente più prestigioso (era la lingua dell’amministrazione ecc ) Non
saranno quindi le germaniche a prevalere ma il latino.

Per quanto riguarda i sostrati, sappiamo che essi rappresentano la lingua che sta sotto e
che influenza la lingua latino locale. Un insieme di elementi che la lingua sottostante cede
alla lingua latina locale. Ogni lingua latina è caratterizzata da un sostato, quindi diversi
elementi a livello fonologico, ontologico ecc. Arriverà poi il suoerstrato, ovvero quello che
sta sopra cronologicamente. Accade che queste lingue germaniche sono state assorbite dal
latino, sono entrate nella lingua latina coi loro elementi. E’ sempre il latino che resta e che si
arricchisce di elementi ed accentua la differenza tra le lingue romanze. Questa differenza è
dovuta alle variabili che si collegano alla diversità di sostrato, al tipo di localizzazione ed alla
diversità di superstrato. Sono i conquistatori che cedono il loro strumento linguistico a
favore del latino, trasferendo le loro particolarità in esso.

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