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L’urbanizzazione dell’impero
La romanizzazione si manifestò anche nell’uniformazione urbanistica del mondo control-
lato da Roma: i principi del I e soprattutto del II secolo d.C. promossero la fondazione
dinuove città e la ristrutturazione di molte vecchie città. Alcuni insediamenti nacquero an-
che per processi spontanei, come avvenne presso il limes germanico: molti
accampamentiromani lungo il Reno e il Danubio si stabilizzarono, dando poi origine a vere
e proprie città(tra cui, per esempio, le future Colonia e Belgrado); inoltre molti soldati,
quando venivanocongedati dopo lunghi anni di servizio alle frontiere, rimanevano in quelle
regioni, finendocosì per contribuire alla loro romanizzazione culturale.Nel complesso, il
fenomeno che più cambiò il volto dell’Impero romano dal principato diAugusto in poi fu
proprio quello dell’urbanizzazione. La maggiore percentuale degli abi-tanti dello Stato
romano ormai non viveva più nelle campagne, ma nelle città, molte dellequali avevano
assunto dimensioni notevoli: oltre a Roma, che crebbe sino a raggiungereun milione di
abitanti, Alessandria d’Egitto aveva più di 500.000 abitanti, Antiochia eCartagine 300.000
ed esistevano molti centri con almeno 200.000 abitanti. In ogni cittàesistevano terme,
teatri, sale da concerto, ginnasi e palestre, bagni pubblici, acquedotti, biblioteche, stadi,
scuole, mercati, oltre ai palazzi del potere politico e religioso. Le cit-tà erano controllate da
magistrati romani, ma godevano di una certa autonomia, essendoamministrate da consigli,
simili al Senato di Roma, formati dai cittadini più eminenti(detti “decurioni”), che spesso
investivano parte del loro patrimonio in opere pubbliche.Un’efficiente rete stradale, inoltre,
collegava le diverse regioni dell’impero e consentiva glispostamenti di mercanti e
viaggiatori in condizioni di discreta sicurezza.