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SCHEDA 24 Ictino, Callicrate, Partenone, 447-438 a.

C, Atene

Durante le guerre persiane, Atene era stata presa e distrutta dai barbari. Ma una volta conseguita la vittoria, inizi un periodo di grande prestigio e potenza per la citt che aveva guidato i greci nella difesa della loro libert. E la ricostruzione di Atene, dopo le devastazioni persiane fu il presupposto per la massima fioritura artistica, culturale ed economica della citt: nella seconda met del V secolo a.C. periodo che ha consegnato alla storia il nome di Pericle, abile comandante militare, cui fu affidato per oltre un trentennio il governo cittadino Atene conobbe uno sviluppo urbanistico e architettonico senza precedenti. Protagonista di questo epocale processo di rinnovamento fu soprattutto lacropoli, in cui furono costruiti i monumenti pi famosi. La direzione generale fu affidata a Fidia, celebre architetto e scultore. Alla sommit dellacropoli, sui resti di un tempio di epoca arcaica, venne innanzitutto eretto il pi importante monumento dellAtene periclea: il Partenone, il tempio dedicato ad Atena Parthnos (fanciulla), dea protettrice della citt. Costruito tra il 447 e il 438 a.C. su progetto degli architetti Ictino e Callicrate, il magnifico edificio marmoreo un periptero ottastilo presenta cio otto colonne sui lati brevi mentre sono diciassette quelle sui lati lunghi di ordine dorico, dalle forme particolarmente armoniose e aggraziate. La cella, di inusuale profondit, suddivisa in tre navate da una duplice fila di colonne: al suo interno trovava posto la maestosa statua crisoelefantina della divinit, capolavoro scomparso di Fidia a noi noto solo da alcune riproduzioni di epoca successiva e di ridotte dimensioni. Sul retro della cella, accessibile solo dallopistodomo, si apre una sala pi piccola, con quattro eleganti colonne centrali di ordine ionico poste a sorreggere il tetto: si tratta del parthnon (sala delle fanciulle), ambiente dove era conservato il tesoro del tempio e in cui si riunivano le giovani ateniesi addette alla tessitura del peplo, la veste che ogni quattro anni veniva donata alla dea in occasione della solenne processione delle Panatenee. Ci che maggiormente stupisce nel tempio lapparato decorativo delledificio, opera di Fidia.: egli infatti ne concep il disegno complessivo e ne diresse di persona la realizzazione, che fu probabilmente affidata a una nutrita schiera di scultori. Sculture e rilievi tuttavia non si trovano pi nella loro collocazione originaria, non solo a causa delle distruzioni operate nel corso dei secoli tra laltro nel 1687 il Partenone, trasformato in polveriera dai turchi, salt in aria in seguito a un pesante bombardamento della flotta navale veneziana ma soprattutto perch vennero in larga parte asportati agli inizi del XIX secolo da Lord

Elgin, allepoca ambasciatore inglese presso il governo turco, e nel 1816 furono acquistati dal British Museum di Londra dove sono ancora oggi conservati. I grandi gruppi scultorei a tutto tondo che ornavano in origine i due frontoni del tempio avevan come protagoniste le divinit protettrici della citt. Il frontone orientale quello pi importante perch posto sul lato dingresso, e anche il meglio conservato raffigura la nascita di Atena. La dea nellatto di balzare fuori, gi adulta e completamente armata, dalla testa di Zeus, suo unico genitore: le due divinit occupano la posizione centrale della scena, attorniate da altri personaggi divini che assistono al prodigioso evento. Ai due angoli estremi sono mostrati rispettivamente il carro del Sole nellatto di alzarsi e quello della Luna che invece si inabissa nelle acque delloceano: geniale invenzione figurativa che, oltre a risolvere un problema compositivi, fornisce un preciso riferimento temporale dellepisodio. Lalba del nuovo giorno che vede la nascita di Atena sembra anche simboleggiare per la citt posta sotto la sua protezione il sorgere di unera rinnovata di progresso e di pace. Le figure si dispongono nello spazio con grande variet di atteggiamenti e posizioni, occupandolo e adattandovisi con naturalezza. Il frontone occidentale narra la contesa tra Atena e Poseidone per il predominio sullAttica, vinta dalla dea perch gli abitanti della regione preferirono il suo dono, la pianta dellulivo, a quello di Poseidone, una fonte di acqua salmastra dunque non buona da bere o, secondo altre versioni, il cavallo. Analogamente allaltro frontone, le due divinit occupano il centro della composizione: esse sono tuttavia presentate in una posizione divergente, i corpi resi con una forte inclinazione verso lesterno, a esprimere il contrasto che li divide. Il fregio dorico, posto a ornamento dellarchitrave del colonnato esterno, era originariamente composto da una serie di novantadue metope decorate ad altorilievo. Tutte presentano soggetti a carattere bellico: sul lato orintale le battaglie degli dei dellOlimpo contro i giganti (Gigantomachia); su quello occidentale la lotta dei greci contro le amazzoni (Amazzonomachia); a sud i combattimenti dei lapti contro i centauri (Centauromachia) e infine sul lato settentrionale la guerra di Troia. Anche in questo caso evidente il valore simbolico delle raffigurazioni cos come il riferimento politico alle vicende dellepoca. Nel fregio illustrato, con costante e quasi ossessiva ripetizione, un unico grande tema: la vittoria della civilt sulla barbarie, il prevalere dellordine sul caos, il trionfo della razionalit umana sulla violenza bestiale. Lapparato decorativo del Partenone era completato dal grande fregio ionico continuo della lunghezza complessiva di circa 160 metri per 1 di altezza che in origine ornava la sommit del muro perimetrale della cella in una posizione che lo rendeva difficile da osservare e che oggi in larga parte conservato. Realizzato tra il 442 e il 432 a.C., vi rappresentato il lungo corteo professionale che in occasione delle feste Panatenee si snodava attraverso lintero centro urbano, dalla periferia fino al tempio della divinit sullacropoli.

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