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GLI ETRUSCHI BY MARCO PANDOLFO III

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L'arte degli etruschi, che prosperarono in Italia centrale tra l'VIII ed il III secolo a.C.,
è famosa per la propria vitalità e spesso colorazione vivace. Le pitture murali
erano particolarmente vibranti e catturavano con frequenza scene degli etruschi
che si divertivano con feste e banchetti. Aggiunte in terracotta alle costruzioni
erano un'altra specialità etrusca, così come lo erano gli specchi di bronzo intagliati
e raffinate figure scolpite in bronzo ed in terracotta.
Riguardo le origini degli etruschi abbiamo 2 ipotesi: -secondo Erodoto erano una
popolazione della Lidia (attuale Turchia); -Mentre Dionigi di Alicarnasso pensava
fossero una popolazione autoctona. La storiografia moderna pensa invece che gli
Etruschi siano nati dalla mescolanza tra popoli autoctoni e popolazioni provenienti
da Oriente o da Nord.

Arte e religione etrusca


Con gli Etruschi l'arte è legata esclusivamente alla religione. Gli Etruschi vedono
nei loro dèi degli esseri ostili e immaginano il mondo ultraterreno come popolato
da tremende divinità infernali. Possiamo capire come la religione diventa un
mezzo per interpretare il volere degli dèi. I sacerdoti infatti predicano la
divinazione (cioè comprendono i segni degli dèi attraverso l'osservazione dei
fulmini, lo studio del volo degli uccelli e delle viscere degli animali).
La città
Le prime città etrusche erano nate dall'accostamento ad abitazioni preesistenti.
Ma a partire dal VI secolo le città sorgono solo dopo che i sacerdoti hanno
ottenuto il consenso divino. Per costruire una città vengono tracciati due assi
principali perpendicolari tra loro (cardo e decumàno). Vengono così a costituirsi
all' interno dell'area le "insulae" attraverso strade parallele ai due assi principali.
La città è circondata da possenti mura (realizzati con tufo e pietre). Si accede alla
città attraverso porte (in genere 4 o 7): la porta, originariamente architravata,
viene adesso realizzata con strutture ad arco.
Come è formata una porta con struttura ad arco?
Ai lati abbiamo due piedritti verticali da cui si dipartono i piani d'imposta e la
chiave di volta. I 2 piani d'imposta e la chiave di volta (3 elementi in tutto) sono
evidenziati da 3 sculture in pietra raffiguranti le divinità protettrici (o le teste dei
comandanti nemici). Ogni città è governata da un re (lucumone), ma l'insieme di
quelle città non costituirà mai uno Stato, anzi essere sono spesso in lotta tra loro.

I templi etruschi e la loro struttura


Come concezione spaziale i tempi etruschi erano simili a quelli greci. Siccome i
Romani devastarono la maggior parte delle città etrusche al tempo della conquista
dell'Etruria ci sono rimasti solo i basamenti in pietra e le statuette votive trovate
nelle necropoli. Inoltre la principale fonte scritta sullo stile delle colonne é il
trattato artistico ed architettonico di Vitruvio Pollione, architetto romano del II
secolo d.C., "De Architectura": tradotto in italiano: ”trattato sull'architettura".
Il tempio era costituito principalmente da due strutture: celle e pronao.
Le celle variavano da tre, disposte parallelamente, a un'unica cella. Queste celle
custodivano ognuna una statua raffigurante una divinità. Il pronao é tetrastilo,
ovvero sorretto da quattro colonne. Le colonne erano in stile tuscanico ovvero con
un echino rigonfio,un abaco grande,un toro con profilo a semicerchio convesso,e
un fusto che,a quanto diceva Vitruvio,era rivestito con stucco. Tutta la struttura
(celle e pronao insieme) veniva sormontata da un basamento in pietra.

Necropoli
L'Etruria era la regione situata tra l'Arno e il Tevere. Gli Etruschi avevano timore
delle divinità considerate crudeli. Non credevano che dopo la morte ci sia qualcosa
di bello e perciò cercavano di consolarsi con tutto ciò che appartiene alla
quotidianità. Intorno alla città circondata da mura c'erano le necropoli. Le
necropoli assomigliavano ai villagi, solo che venivano costruite con la pietra
mentre le città erano costruite con il legno o la terracotta. Nel modo di costruire
rispettano le stesse regole secondo lo schema Ippodameo: case di legno ad aula
unica quadrata, copertura a spiovente di paglia o di terracotta. Le porte della città
erano ad arco che è un elemento architettonico composto da tanti conci. Le
necropoli avevano la stessa forma della città. Per le sepolture dei morti esistevano
tecniche diverse:
I Tumuli: avevano una forma circolare, erano di pietra e la sepoltura è ricoperta
dal terreno. Le Apogee: gruppi di tombe sotterranee di tufo.
Le Tombe a edicola: situate al di sopra del terreno, erano simili a casette dalla
forma di un tempio.
Le tombe all'interno erano uguali alle case, con affreschi che rappresentavano
scene quotidiane o mitologiche con colori vivaci, non avevano il senso della
proporzione e quindi le forme erano sproporzionate. All'interno delle tombe
c'erano utensili e, ovviamente, il sarcofago. Celebre è il Sarcofago degli Sposi.

Il Sarcofago degli Sposi


è un’urna funeraria in terracotta dipinta. La scultura che la decora raffigura una
coppia che sta partecipando a un banchetto. Le due figure sono sdraiate sul
triclinio, il tipico lettino conviviale che Etruschi e Romani usavano in questa
circostanza. Il lettino è munito di un ampio materasso che ricade alle estremità e i
due sono comodamente adagiati su cuscini. Il Sarcofago degli Sposi è una scultura
funeraria di notevoli dimensioni: non un vero e proprio sarcofago ma un’urna
funeraria formata da quattro pezzi cotti separatamente, di cui la parte modellata
costituisce il coperchio. Oltre a contenere le ceneri dei due defunti, la funzione
delle urne funerarie era quella di riprodurre l’ambiente familiare in cui vivevano,
un po’ come se la loro vita continuasse dopo la morte.
Arte etrusca - Tomba dei leopardi
Questa tomba etrusca, risalente all’ultimo quarto del v secolo a.C., si trova a
Tarquinia e deve il suo nome al fatto nello spazio a forma di trapezio, posto di
fronte all’ingresso e immediatamente sotto la copertura sono raffigurati, in modo
simmetrico, due leopardi, uno di fronte all’altro, separati da un arboscello. La
scena rappresenta un banchetto conviviale, tenuto all’aperto con uomini e donne
semi sdraiati su triclini, lateralmente mentre stanno consumando il pasto che
viene servito da alcuni servitori nudi. L’affresco costituisce anche una
documentazione del tempo: dovevano essere frequenti le feste all’aperto, in cui i
divertimenti semplici all’aria aperti prevedevano una partecipazione corale di
tutti. Da notare che esisteva anche il gusto dell’addobbarsi senza nascondere
troppo il corpo.

I vasi Canopi
Venivano utilizzati come contenitori per le ceneri dei defunti. Erano formati da un
cinerario posto su un supporto che quasi lo avvolgeva detto trono. Avevano forma
quasi antropomorfa, infatti il coperchio sembrava una testa umana e i manici
piccole braccia. Le fattezze del viso del defunto erano tutto tranne che realistiche e
si rifacevano molto all’arte arcaica greca infatti abbiamo volti squadrati e
fortemente stilizzati. I canopi erano fatti soprattutto di terracotta, bucchero o
bronzo (a volte mescolati)

L’Apollo di Veio
è una scultura etrusca in terracotta policroma, risalente alla fine del VI secolo a.C.,
attualmente conservato nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
Probabilmente fu realizzato da Vulca (scultore etrusco) e fu rinvenuto quasi
integro nel 1916 negli scavi a Veio. È alto circa 180 cm, quindi fu rappresentato in
dimensioni naturali. Queste statue, forse 12, erano alloggiate su alte basi a
zoccolo, erano dipinte, e molte ci sono giunte frammentariamente. In sequenza di
due o tre, illustravano eventi mitici greci.

La Chimera di Arezzo
è un bronzo etrusco che rappresenta un essere mitologico tramandato in Etruria
dalla tradizione ellenica. Esso infatti era raffigurato come un mostro triforme con il
corpo e la testa di leone, la coda a forma di serpente e con una testa di capra nel
mezzo della schiena.
In quest’opera la Chimera è rappresentata dopo essere stata colpita a morte da
Bellerofonte, mentre tenta un’ultima e disperata reazione. La testa di capra sul
dorso è reclinata e morente a causa delle ferite ricevute e flotti di sangue sgorgano
dal suo collo. La Chimera presenta elementi arcaici, come la criniera schematica e
il muso da leone che è simile ad alcuni modelli greci del V secolo a.C., mentre il
corpo è di una secchezza austera. Questa mescolanza è tipica del gusto etrusco
della prima metà del IV secolo a.C. È da osservare il particolare della criniera,
molto lavorata, e che riproduce abbastanza fedelmente l'aspetto naturale del
felino. Si pensa infatti che il leone conosciuto dai greci non avesse una criniera
sviluppata quanto quello africano o asiatico e che fosse più piccolo.

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