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L'arte degli etruschi, che prosperarono in Italia centrale tra l'VIII ed il III secolo a.C.,
è famosa per la propria vitalità e spesso colorazione vivace. Le pitture murali
erano particolarmente vibranti e catturavano con frequenza scene degli etruschi
che si divertivano con feste e banchetti. Aggiunte in terracotta alle costruzioni
erano un'altra specialità etrusca, così come lo erano gli specchi di bronzo intagliati
e raffinate figure scolpite in bronzo ed in terracotta.
Riguardo le origini degli etruschi abbiamo 2 ipotesi: -secondo Erodoto erano una
popolazione della Lidia (attuale Turchia); -Mentre Dionigi di Alicarnasso pensava
fossero una popolazione autoctona. La storiografia moderna pensa invece che gli
Etruschi siano nati dalla mescolanza tra popoli autoctoni e popolazioni provenienti
da Oriente o da Nord.
Necropoli
L'Etruria era la regione situata tra l'Arno e il Tevere. Gli Etruschi avevano timore
delle divinità considerate crudeli. Non credevano che dopo la morte ci sia qualcosa
di bello e perciò cercavano di consolarsi con tutto ciò che appartiene alla
quotidianità. Intorno alla città circondata da mura c'erano le necropoli. Le
necropoli assomigliavano ai villagi, solo che venivano costruite con la pietra
mentre le città erano costruite con il legno o la terracotta. Nel modo di costruire
rispettano le stesse regole secondo lo schema Ippodameo: case di legno ad aula
unica quadrata, copertura a spiovente di paglia o di terracotta. Le porte della città
erano ad arco che è un elemento architettonico composto da tanti conci. Le
necropoli avevano la stessa forma della città. Per le sepolture dei morti esistevano
tecniche diverse:
I Tumuli: avevano una forma circolare, erano di pietra e la sepoltura è ricoperta
dal terreno. Le Apogee: gruppi di tombe sotterranee di tufo.
Le Tombe a edicola: situate al di sopra del terreno, erano simili a casette dalla
forma di un tempio.
Le tombe all'interno erano uguali alle case, con affreschi che rappresentavano
scene quotidiane o mitologiche con colori vivaci, non avevano il senso della
proporzione e quindi le forme erano sproporzionate. All'interno delle tombe
c'erano utensili e, ovviamente, il sarcofago. Celebre è il Sarcofago degli Sposi.
I vasi Canopi
Venivano utilizzati come contenitori per le ceneri dei defunti. Erano formati da un
cinerario posto su un supporto che quasi lo avvolgeva detto trono. Avevano forma
quasi antropomorfa, infatti il coperchio sembrava una testa umana e i manici
piccole braccia. Le fattezze del viso del defunto erano tutto tranne che realistiche e
si rifacevano molto all’arte arcaica greca infatti abbiamo volti squadrati e
fortemente stilizzati. I canopi erano fatti soprattutto di terracotta, bucchero o
bronzo (a volte mescolati)
L’Apollo di Veio
è una scultura etrusca in terracotta policroma, risalente alla fine del VI secolo a.C.,
attualmente conservato nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
Probabilmente fu realizzato da Vulca (scultore etrusco) e fu rinvenuto quasi
integro nel 1916 negli scavi a Veio. È alto circa 180 cm, quindi fu rappresentato in
dimensioni naturali. Queste statue, forse 12, erano alloggiate su alte basi a
zoccolo, erano dipinte, e molte ci sono giunte frammentariamente. In sequenza di
due o tre, illustravano eventi mitici greci.
La Chimera di Arezzo
è un bronzo etrusco che rappresenta un essere mitologico tramandato in Etruria
dalla tradizione ellenica. Esso infatti era raffigurato come un mostro triforme con il
corpo e la testa di leone, la coda a forma di serpente e con una testa di capra nel
mezzo della schiena.
In quest’opera la Chimera è rappresentata dopo essere stata colpita a morte da
Bellerofonte, mentre tenta un’ultima e disperata reazione. La testa di capra sul
dorso è reclinata e morente a causa delle ferite ricevute e flotti di sangue sgorgano
dal suo collo. La Chimera presenta elementi arcaici, come la criniera schematica e
il muso da leone che è simile ad alcuni modelli greci del V secolo a.C., mentre il
corpo è di una secchezza austera. Questa mescolanza è tipica del gusto etrusco
della prima metà del IV secolo a.C. È da osservare il particolare della criniera,
molto lavorata, e che riproduce abbastanza fedelmente l'aspetto naturale del
felino. Si pensa infatti che il leone conosciuto dai greci non avesse una criniera
sviluppata quanto quello africano o asiatico e che fosse più piccolo.